http://www.imperiapost.it/91728/imperia-pr...gamentoludienza6 febbraio 2015 alle 08:31
IMPERIA. PRETE A PROCESSO PER TRUFFA. I VIVERI DONATI AI POVERI FINIVANO SULLA TAVOLA DI UNA RESIDENZA A PAGAMENTO/L’UDIENZA
Ieri mattina, giovedì 5 febbraio, in Tribunale a Imperia, si è aperto il processo con la
deposizione del Maresciallo dei NAS Giuseppe Licciardo, interrogato dal PM Alessandro Bogliolo
di RedazioneTRASLOCHI TRASPORTI MONTAGGI E STORAGE18100 IMPERIA (ITALIA)
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I viveri donati dalla Fondazione Banco Alimentare, destinati agli indigenti e ai poveri della Valle Arroscia, finiti nella cucina della Residenza Opera Cuore Immacolata Di Maria di Borghetto d`Arroscia dove i clienti pagano rette che vanno dai 1.300 ai 1.800 euro. Una vicenda, portata alla luce dai Carabinieri, reparto NAS di Genova, che è costata un avviso di garanzia per truffa e il successivo rinvio a giudizio al parroco di Borghetto, Don R. B., 65 anni, presidente della casa di riposo, e a D.D., vicepresidente.
Ieri mattina, giovedì 5 febbraio, in Tribunale a Imperia, si è aperto il processo con la deposizione del Maresciallo dei NAS Giuseppe Licciardo, interrogato dal PM Alessandro Bogliolo.
“Tutto è partito da una nostra ispezione igienico-sanitaria, in collaborazione con i Carabinieri di Pieve di Teco, nella residenza Opera Cuore Immacolata Di Maria di Borghetto d’Arroscia. Nei magazzini trovammo una partita di formaggio, in particolare grana padano e pecorino doc, e burro. Le derrate alimentari portavano la scritta ‘aiuti comunitari CEE, prodotti non commerciabili’. Le derrate provenivano dal Banco Alimentare, Onlus che le consegna a determinate associazioni per poi destinarle agli indigenti. Al Banco Alimentare i prodotti arrivavano dall’Agea, Agenzia per le erogazioni in agricoltura“.
“L’associazione Opera Cuore Immacolata Di Maria aveva ricevuto gratuitamente le derrate per poi, teoricamente, destinarle ai degenti. Per tale fine è obbligatorio tenere un registro di carico e scarico delle derrate. Nel registro trovato all’interno della residenza, non c’era traccia del grana padano e del pecorino doc, mentre per quel che concerne il burro, era registrato come già consegnato agli indigenti, dunque non avremmo dovuto trovarlo in magazzino“.
“Il problema, però, è che all’interno della Residenza gli ospiti pagavano una retta, chi di tasca propria, chi grazie all’aiuto del Comune. Non erano dunque presenti indigenti. A riguardo una circolare della Agea parla chiaro. È vietata la consegna di derrate alimentari in strutture dove gli ospiti pagano una retta. Nel verbale di sequestro, inoltre, è spiegato che sulla porta del magazzino dove sono stati trovati formaggio grana, pecorino doc e burro, campeggiava il cartello ‘merce destinata allo smaltimento’. Un cartello che solitamente si utilizza per la merce scaduta. Gli alimenti in questione, però, al contrario, non erano scaduti, ma pronti per essere somministrati agli ospiti, tanto che nel frigorifero della struttura trovammo grana padano grattugiato delle stesso tipo di quello presente in magazzino“.
Il processo è stato rinviato dal giudice Varalli al prossimo mese di giugno, quando è in programma l’audizione di vari testimoni.
http://www.imperiapost.it/114971/imperia-p...amentola-storia25 maggio 2015 alle 11:31
IMPERIA. POSTI LETTO E OSPITI FUORI LEGGE. A PROCESSO PARROCO DI UNA RESIDENZA PRIVATA A PAGAMENTO/LA STORIA
Questa mattina in aula, davanti al PM Tiziana Berlinguer (giudice monocratico Sonia Anerdi) sono stati sentiti il Luogotenente dei Carabinieri e un dipendente della struttura
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Cinquanta ospiti invece di quarantasette, sessantuno posti letto invece di quarantacinque. Per queste difformità rispetto alle autorizzazioni, è finito a processo, con l’accusa di inosservanza dei provvedimenti dell’Autorita, Don R. B., 65 anni, presidente della Residenza Opera Cuore Immacolata Di Maria di Borghetto d’Arroscia. A segnalare le difformità i Carabinieri, reparto NAS di Genova, che hanno successivamente inviato nota al Comune che, a sua volta, ha emesso un’ordinanza di ripristino del numero di pazienti e posti letti autorizzati. Ordinanza, però, secondo l’accusa non rispettata. Da qui la denuncia e il successivo rinvio a giudizio.
I NAS, lo ricordiamo, nel corso dei controlli avevano verificato anche la presenza, nei magazzini, di viveri donati dalla Fondazione Banco Alimentare, destinati agli indigenti e ai poveri della Valle Arroscia, finiti però nelle cucine della Residenza Opera Cuore Immacolata Di Maria di Borghetto d’Arroscia dove i clienti pagano rette che vanno dai 1.300 ai 1.800 euro, motivo per cui lo stesso parroco è finito a processo con l’accusa di truffa.
Questa mattina in aula, davanti al PM Tiziana Berlinguer (giudice monocratico Sonia Anerdi) sono stati sentiti il Luogotenente dei Carabinieri e un dipendente della struttura.
Luogotenente Carabinieri
“A seguito di un accertamento, sono emersi alcuni illeciti, in particolare per le difformità rispetto all’atto autorizzativo rilasciato dal Sindaco di Borghetto d’Arroscia, con accreditamento della Regione Liguria. Nell’ordinanza erano previsti per la struttura 45 posti letto, con un massimo di 47 ospiti. Nel corso delle verifiche, invece, emersero 50 ospiti e 61 posti letto. Il responsabile della struttura fornì la documentazione, che fu confrontata con il conteggio nel numero delle camere. Venne poi effettuata una verifica presso l’Asl, dalla quale emerse che era in itinere una richiesta di ampliamento della capienza della struttura, non ancora però completata per mancanza di documentazione. Fu così inviata una nota al Sindaco che provvedette all’emissione di due ordinanze nei confronti della struttura, una per elevare una sanzione amministrativa e un’altra con la richiesta del ripristino del numero autorizzato di posti letto e ospiti”.
Il giudice Anerdi ha disposto l’acquisizione del registro delle presenze, per verificare il reale mancato rispetto dell’ordinanza comunale di ripristino e ha rinviato l’udienza.