| La chiesa cattolica ha impedito per almeno tre volte l'unificazione dell'Italia. La prima quanto i Longobardi, ormai completamente latinizzati ed italianizzati, avevano preso possesso di quasi tutta l'Italia. Il pontefice, per impedire che giungessero a Roma, fece arrivare nella penisola Carlo Magno. Il risultato fu la frammentazione dell'Italia sino al 1870. La seconda è stata con Federico II di Svevia, scomunicato, che controllava tutta l'Italia meridionale ed aveva fortissimi alleati in quella settentrionale e centrale. Il suo principale antagonista fu sempre il papato, che di fatto si rivelò l'ostacolo decisivo. Dopo la morte di Federico II (lo stupor mundi), il papato fece arrivare in Italia un esercito francese, che sconfisse ed uccise l'erede Manfredi. Il risultato fu un tracollo politico, economico e sociale di tutto il meridione d'Italia, sottomesso agli esosissimi ed incapaci angioni. La terza è stata durante il Rinascimento. La repubblica di Venezia, all'epoca una grande potenza economica e militare, capace d'affrontare da sola l'immenso impero turco, ambiva ad unificare l'Italia ed a cacciare gli stranieri, già insediati nel regno di Napoli, caduto sotto il dominio spagnolo, e nel ducato di Milano, finito in mano francese. Giulio II della Rovere, spaventato, costruì una lega comprendente Spagna, Francia, impero asburgico, stato pontificio ed altri stati. Venezia fu, naturalmente, sconfitta e non potè più tornare a coltivare sogni d'unificazione nazionale. Il risultato della sconfitta dell'unica grande potenza militare italiana dell'epoca fu che l'Italia, allora al vertice della civiltà mondiale per la cultura, l'arte e l'economia stessa, finì sottomessa agli Spagnoli, con ciò segnando l'inizio di un secolare declino.
Già il grande Machiavelli, autentico genio del pensiero politico, nei suoi Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio, I, cap. XII osservava che la disunione dell'Italia era dovuta alla presenza del governo papale: "Abbiamo adunque con la Chiesa e con i preti noi Italiani questo primo obligo: di essere diventati sanza religione e cattivi: ma ne abbiamo ancora uno maggiore, il quale è la seconda cagione della rovina nostra: questo è che la Chiesa ha tenuto e tiene questo provincia divisa. E veramente alcuna provincia non fu mai unita o felice, se la non viene tutta alla ubbidienza d’una republica o d’uno principe, come è avvenuto alla Francia ed alla Spagna. E la cagione che la Italia non sia in quel medesimo termine, né abbia anch’ella o una republica o uno principe che la governi, è solamente la Chiesa: perché avendovi quella abitato e tenuto imperio temporale, non è stata sí potente né di tanta virtú che l’abbia potuto occupare la tirannide d’Italia e farsene principe, e non è stata, dall’altra parte, sí debole che per paura di non perdere il dominio delle sue cose temporali la non abbia potuto convocare uno potente che la difenda contro a quello che in Italia fusse diventato troppo potente: come si è veduto anticamente per assai esperienze, quando mediante Carlo Magno la ne cacciò i Longobardi ch’erano già quasi re di tutta Italia; e quando ne’ tempi nostri ella tolse la potenza a’ Viniziani con l’aiuto di Francia; dipoi ne cacciò i Franciosi con l’aiuto de’ Svizzeri. Non essendo adunque stata la Chiesa potente da potere occupare la Italia, né avendo permesso che un altro la occupi, è stata cagione che la non è potuta venire sotto uno capo, ma è stata sotto piú príncipi e signori, da’ quali è nata tanta disunione e tanta debolezza che la si è condotta a essere stata preda, non solamente de’ barbari potenti, ma di qualunque l’assalta. "
Dopo essere riuscita in passato ad impedire per ben tre volte l'unificazione dell'Italia, la chiesa ci provò una quarta nel periodo risorgimentale, facendo ancora una volta ricorso allo straniero, alla Francia, all'Austria e (ci provò) alla Prussia. Ma questa volta non ebbe successo. Ma ancora oggi i cattolici fondamentalisti si lamentano di porta Pia e dello stato laico creato e dicono di rimpiangere Pio IX, il peggior nemico dell'Italia unita.
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