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Santo Carol Wojtyla, protettore di pedofili e criminali, La menzogna globale del pontefice responsabile di centinaia di migliaia di abusi

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GalileoGalilei
view post Posted on 26/6/2010, 13:51 by: GalileoGalilei
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Dubbi sul miracolo di Wojtyla, da santo subito a santo mai
di Andrea Tornielli

Il processo di beatificazione non procede. Ora la parola d’ordine ai sacri palazzi è: "Non c’è fretta". Si cercano altri casi di guarigioni. A creare intoppi è il caso della suora guarita per una intercessione attribuita al Pontefice

Il processo di Papa Wojtyla non procede.E anche l’ipotetica data per la beatificazione nella primavera 2010, ancora di per sé possibile, non è più certa. Dopo la proclamazione delle virtù eroiche del Pontefice polacco, avvenuta in tempi record lo scorso 19 dicembre, la nuova parola d’ordine nei sacri palazzi è diventata: «Non c’è fretta». Santo subito, insomma, ma non subitissimo. A creare difficoltà è il presunto miracolo attribuito all’intercessione di Giovanni Paolo II, presentato all’inizio dell’anno dal postulatore del processo, monsignor Slawomir Oder: si tratta, com’è noto, della guarigione di suor Marie Simon-Pierre, una religiosa francese affetta da una forma aggressiva di morbo di Parkinson. La malattia, che l’aveva costretta ad abbandonare il suo servizio nel reparto maternità di un ospedale di Arles, era scomparsa istantaneamente e inspiegabilmente dopo che le consorelle, nel giugno 2005, si erano rivolte a Papa Wojtyla appena scomparso chiedendogli il miracolo della guarigione. La Congregazione per le cause dei santi ha ricevuto tutta la documentazione medica e le carte del processo diocesano, quindi ha incaricato due specialisti di malattie neurodegenerative già membri della consulta medica del dicastero. Si attendeva per aprile la convocazione della consulta – presieduta dal professor Patrizio Polisca, medico personale di Benedetto XVI – chiamata a discutere il caso e a pronunciarsi sull’effettiva inspiegabilità dal punto di vista scientifico della guarigione. Poi la pratica sarebbe passata ai teologi (devono verificare se il miracolo è avvenuto effettivamente dopo l’invocazione a Papa Wojtyla) e infine ai cardinali. La firma di Ratzinger avrebbe sancito la conclusione del processo sul miracolo e dunque il via libera definitivo per la beatificazione. Uno dei due specialisti consultati ha però preannunciato un parere decisamente negativo, sollevando dubbi sulla diagnosi fatta in partenza dai medici francesi e dunque mettendo in dubbio che davvero la religiosa guarita fosse affetta dal Parkinson. La Congregazione ha dunque affidato una terza perizia, ma a tutt’oggi due pareri non sono ancora stati consegnati e per questo motivo non si è fissata la data della consulta che, salvo improbabili sorprese, slitterà a dopo l’estate. «Ma c’è anche l’ipotesi concreta –spiegano al Giornale autorevoli fonti d’Oltretevere – che la consulta su questo presunto miracolo non si tenga proprio. E che si chieda dunque al postulatore della causa di cambiare miracolo e di presentare un altro caso di guarigione».La popolarità di Papa Wojtyla, l’emozione per la sua morte, il fiume ininterrotto di persone che visitano la sua tomba hanno fatto sì che moltissime segnalazioni di grazie e presunte guarigioni miracolose siano state segnalate. Dunque monsignor Oder non avrebbe che l’imbarazzo della scelta nel caso la Congregazione dei santi respingesse il presunto miracolo presentato nei mesi scorsi. A tutt’oggi però nessuna comunicazione in questo senso è partita dagli uffici del dicastero chiamato «la fabbrica dei santi». «Non c’è fretta, tutto procede secondo le regole, senza corsie preferenziali », ripetono gli addetti ai lavori. È innegabile però che proprio in questi mesi il processo del Papa «Santo subito» abbia subito un significativo rallentamento, non spiegabile soltanto con i pur reali problemi tecnici sul miracolo. L’impressione è che più di qualcuno nella Santa Sede voglia andare avanti con calma, specie in un periodo nel quale emergono sospetti e ombre su alcuni importanti membri dell’entourage wojtyliano degli ultimi anni del pontificato, quando Giovanni Paolo II era molto malato. La gestione di alcuni clamorosi casi di abusi sessuali, fino alla vicenda che coinvolge Propaganda Fide in questi giorni, accompagnata da avvertimenti trasversali tra «vecchie» e «nuove» cordate, hanno aperto molte domande, anche se nessuno, dentro il Vaticano, ha mai manifestato dubbi sulla santità personale di Giovanni Paolo II e le eventuali opacità dell’entourage non hanno a che fare con il processo. È però più che comprensibile che si proceda con cautela, nonostante la spinta a far presto che arriva dall’arcivescovo di Cracovia, il cardinale Stanislaw Dziwisz.Una cautela aumentata dall’attesa per le prossime nomine interne alla stessa Congregazione dei santi. L’attuale arcivescovo Segretario Michele Di Ruberto sta per lasciare, e ci sono due candidati alla successione: il sottosegretario Marcello Bartolucci e il capo della task-force antipedofilia dell’ex Sant’Uffizio, il maltese Charles Scicluna.
 
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