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Su al Nord, a cambiare vita, Sempre di più gli italiani che scelgono la Scandinavia

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Alessandro Baoli
view post Posted on 23/12/2010, 11:09




23/12/2010 - LE STORIE
Su al Nord, a cambiare vita



Sempre di più gli italiani che scelgono la Scandinavia per costruirsi un futuro.
Ecco i loro racconti
FEDERICO TADDIA

La natura: viva, presente, a volte anche cattiva. Lo Stato: che ti chiede tanto, ma tanto ti dà. I servizi che funzionano: il supporto alla famiglia, i treni che viaggiano anche con mezzo metro di neve. Spazi più dilatati. Relazioni umane forse meno calorose ma anche meno superficiali. E poi tempi meno stressanti, che lasciano spazio anche agli hobby e all’istuzione personale. Ecco l’identikit della Scandinavia, una fetta d’Europa che, sempre più di frequente, diventa il nuovo habitat ideale per molti italiani. Pronti a mettersi un maglione di lana in più per amore, per lavoro, per passione. O, semplicemente, per stare meglio con se stessi: nonostante il freddo, il buio e il ghiaccio, che presto diventano un’abitudine quotidiana. Abbiamo raccolto sei storie di chi ha deciso di vivere al Grande Nord

Pamela, Reykjavík (Islanda)
«Mi sono sentita sulla Luna perché qui il merito conta»
L’impatto con la terra islandese non lo dimenticherò mai: mi sembrava di essere il primo uomo sulla Luna. Ero stata catapultata in un altro mondo, che dal primo istante ho sentito mio ma che era tutto da scoprire». Pamela De Sensi, 35 anni, di Lamezia Terme, vive a Reykjavík da 8 anni, da quando ha vinto il concorso per una cattedra al Conservatorio della città. «Avevo un mezzo fidanzato islandese, e quando è uscito il concorso per un posto da docente di flauto mi sono buttata. E così, io abituata al caldo della Calabria e al caos di Roma, mi sono trovata su una piccola e incantevole terra nel freddo del Nord d'Europa. Ma non tornerei indietro per nulla al mondo: l'Islanda mi sta dando tanto, e mi darà tanto in futuro. Il talento e il merito hanno un valore, e si respira quotidianamente uno slancio internazionale. È una nazione che si affaccia nel mondo, che è aperta al nuovo e al diverso. Sai che puoi realizzare i tuoi sogni».

Luca, Drobak (Norvegia)
«Nel ghiaccio il mio destino e tanto spazio disponibile»
È stata fatale l'esperienza dell'Erasmus in Norvegia: lì ho capito che c'era un'altra qualità della vita, e soprattutto che esisteva un'architettura fatta di neve e di ghiaccio». Luca Roncoroni, 38 anni, di Villa Guardia (Como), oggi vive a Drobak, in una bella casa di legno a due passi dal fiordo, e la laurea al Politecnico ne ha fatto uno degli «ice designer» più apprezzati d'Europa. «Ho sempre amato il freddo e la possibilità di poter modellare gli elementi della natura per me è stata totalizzante. Mi sono trasferito qui nel 2001, attratto dalla possibilità di coniugare natura e lavoro. Da subito ho partecipato alla realizzazione di hotel, sculture, locali e chiese di ghiaccio. Ma il bello di questa nazione è che ti offre la possibilità di prenderti i tuoi tempi e i tuoi spazi. Se vuoi, puoi cambiare vita: negli ultimi due anni ho lavorato come maestro d'asilo per staccare con la routine. Un'esperienza fantastica, anche se presto tornerò ai miei progetti».

Stefano, Isole Svalbard (Norvegia)
«Meglio 20 gradi sottozero che gli ingorghi di Milano»
Adesso è sempre buio: potrebbe essere mezzogiorno o mezzanotte e non ti accorgeres ti della differenza. Ma anche a questo ti abitui, e quasi non ci pensi che invece nel resto del mondo a mezzogiorno c'è la luce». Stefano Poli, 42 anni, di Milano, vive alle Isole Svalbard, dov’è arrivato per caso nel 1993 frequentando un corso per tour leader. «È stato amore a prima vista. Ho iniziato a passarci le estati lavorando come guida, poi nel 1995 ho affrontato il primo inverno e dal 1999 ho aperto la mia attività in proprio come tour operator. Sono l'unico italiano che risiede nell'arcipelago, che conta circa 2700 abitanti, di cui 2200 vivono a Longyearbyen, una piccolo paese che offre tutti i servizi e le strutture di una città. Per me che cercavo spazi a aperti, una natura incontaminata e panorami mozzafiato, è molto meno faticoso dover vivere qua a venti gradi sottozero, piuttosto che dover affrontare il traffico o le code di Milano».

Luisa, Tanndalen (Svezia)
«I nuovi vicini di casa sono renne, alci e husky»
Quando esci di casa e vedi ghiaccio e neve per 200 giorni all'anno, e i tuoi vicini di casa sono solo renne, alci, volpi artiche e un cane husky, non ti chiedi perché sei lì: godi solo di quello che stai vivendo». Luisa Trojanis, toscana di 40 anni con una laurea in letteratura angloamericana, dal 2004 vive a Tanndalen, nel cuore della Lapponia svedese. «Come accompagnatrice turistica avevo già lavorato in varie zone d'Europa, ma quando sono arrivata su questa terra di cristallo ho capito di aver trovato il mio posto. Per raggiungere il negozio più vicino devo fare 7 km sugli sci, ci si muove solo in slitta e per pescare devi fare un buco con il trapano nel ghiaccio: ma in cambio puoi vivere il battesimo della solitudine, un rito di passaggio per ritrovare il valore del silenzio e del tempo. Ed è quello che come tour operator cerco di far vivere ai miei turisti: venire qui non è una sfida. È solo un mettersi in gioco. Con se stessi e con la natura».

Silvia&Gabriele, Östergötland (Svezia)
«Se nasce un bambino il datore di lavoro è felice»
Volevamo una prospettiva per il nostro futuro: ci eravamo resi conto che sarebbe stato impossibile mettere su famiglia in Italia, e quindi abbiamo cercato un'alternativa all'estero». Gabriele Formentini, meteorologo di 39 anni, e Silvia Mainardi, medico di 32, vivono a Östergötland da più di due anni. «Non avevamo contatti in Svezia, ma abbiamo scelto questa città perché è sede del Servizio Meteorologico Nazionale», spiega Michele. «Be’, grazie al suo curriculum Silvia ha trovato un lavoro a tempo indeterminato nell'ospedale cittadino nel giro di un quarto d'ora. E anch’io dopo pochi mesi sono stato assunto nel centro di meteorologia. Ora viviamo in un posto fantastico, abbiamo la prospettiva di un futuro e aspettiamo già un figlio. E i nostri datori di lavoro quando hanno appreso la notizia ci hanno fatto i complimenti: la maternità è una festa, e non è vista come un fastidio per l'azienda o una risorsa tolta al lavoro».

Francesca, Elverum (Norvegia)
«È il paese delle favole tutti pagano le tasse»
Sembra di essere in un luogo incantato, nel paese delle favole. E per un’appassionata di fantasy come me è il massimo». Francesca Ruscillo, 17 anni, di Avigliana (Torino), ha scelto di frequentare il quarto anno del liceo a a Elverum, nel cuore della Norvegia. «Volevo capire come si abita in uno stato che è al top per qualità della vita, e quindi eccomi qua, nella mia casetta in mezzo al bosco, con mezzo metro di neve e meno venti gradi di temperatura. Ma il gelo non fa paura: la prima regola che mi hanno insegnato i miei compagni è stata: “non esiste il cattivo tempo, esistono solo i cattivi vestiti". E non è nemmeno vero che questa sia una popolazione fredda: la loro è una sorta di timidezza. Se entri nella giusta relazione si aprono senza problemi. La cosa che più mi piace è il rispetto che hanno per le altre persone: non ci sono pregiudizi. Basta che tu paghi tutte le tasse, e nessuno viene a ridire sulle tue opinioni e le tue abitudini».

http://www3.lastampa.it/costume/sezioni/ar...lo/lstp/381125/
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Capisco. Sono stato due volte lassù e ho degli amici: non è retorica dire che quelli sono paesi CIVILI, raffrontati al nostro; certo anche là ci sono problemi, così come ci sono italiani che vivono là e non è che si trovino benissimo, ma le lamentele -per quello che so- sono più che altro di tipo 'culturale' (ad esempio alcuni non gradiscono che le donne non solo godono di parità effettiva, ma spesso hanno ruoli di responsabilità maggiore), ma solo il fatto che non ci sono pregiudizi sull'orientamento affettivo delle persone, che lo stato sociale, crisi permettendo, è un sogno per noi... io ci andrei di corsa a vivere lassù, se solo pptessi...
 
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