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Si è suicidato Mario Monicelli

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view post Posted on 30/11/2010, 08:55
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L'ultima guerra
di Mario Monicelli

Si getta nel vuoto una delle ultime coscienze italiane.

E' appena finito un giorno terribile. Una delle ultime coscienze critiche di questo paese se n'è andata. Per sua stessa mano.
Mario Monicelli si è ucciso. Diranno che non doveva. Si chiederanno come possa uccidersi un uomo di 95 anni. Scriveranno che il suicidio è peccato. Come se uno, anche da morto, debba beccarsi gli strali del bigottismo più palloso. Quello che ha sbertucciato per una vita intera. Diranno anche che un uomo di 95 anni non si piange. Che la morte fa parte della vita (sempre originali, i coccodrilli). E invece no. Questa è una morte che fa più male di quella di un bambino. Perché Monicelli era un bambino. E non era un bambino come gli altri.
E' vero, non faceva più grandi film. Poteva permetterselo: uno che gira La grande guerra, ad sola, può anche smettere di pensare. E lui non aveva mai smesso. Non solo nei Soliti Ignoti.
Non so se l'avrebbe preso come complimento - non credo -, ma le sue cose migliori ultimamente erano le interviste. Neanche sei mesi fa, aveva raccontato in due minuti lo schifo dell'Italia contemporanea. Uno dei momenti più alti mai visti nel piccolo schermo. A Raiperunanotte, mentre in studio c'era un quasi cantante che si metteva i baffi finti e col suo inutile narcisismo faceva capire - per contrasto - quanta differenza passi tra gli Artisti di ieri e i Furbastri di oggi (sì, parlo di Morgan).
Riguardatevi quei due, tre minuti. Quelli in cui Monicelli parla di noi, degli italiani: è il nostro autoritratto. Quello che non ci piace guardare, perché siamo brutti e stupidi. Ignoranti e pavidi. E lui ce lo ricordava. Nei film, nelle interviste. In ogni cosa che diceva e pensava.
Era vivo, Monicelli. Anche troppo. Andava in tivù e amava dire che faceva ancora sesso. Che la morte non gli aveva mai fatto paura. Che Dio non l'aveva mai visto, quindi non c'era motivo di temerlo.
Era così vivo che ha deciso di scegliersela, la morte. Non meno di suo padre. Dall'alto, come Primo Levi. In controtempo, come Cesare Pavese. Uno schiaffo alla stasi italica, come Luigi Tenco.
Un'ultima inquadratura geniale, irriverente. Quasi come una commedia. Un lancio nel vuoto ad anticipare una trama scontata. A sporcare la retorica che non avrebbe sopportato. A dare inchiostro ai soliti bacchettoni. A riderne, chissà dove. Se esiste un Dove.
E' un anno implodente. Se ne vanno tutti. Quasi che il pensiero fosse da noi un bagaglio fuori luogo. Quasi che l'Italia non se li meritasse.
Mario Monicelli ha vissuto come ha voluto e così è morto. Senza rimpianti. Con la certezza che non c'era più niente da perdersi.
Senza lui farà ancora più freddo. Freddo dentro. Circondati da politicanti schifosi, italiani medi ampiamente al di sotto della deficienza. Tutti amici miei senza supercazzola. Tutte comparse immeritevoli di un Regista troppo arguto per scendere a patti con la banalità di un pensiero scomparso.
Ciao, Maestro. E grazie.

www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubr...ne=579&sezione=

CINEMA
30/11/2010 - LA MORTE DI UN MEAESTRO
 
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view post Posted on 1/12/2010, 10:13
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pace eterna per una persona che ha "vissuto molto" e che ha avuto la forza estrema che in tanti dovrebbero evere ma non hanno!
 
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perlanaturale
view post Posted on 1/12/2010, 12:46




ciao mario!
 
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perlanaturale
view post Posted on 1/12/2010, 13:36




Roma, addio a Mario Monicelli
alla Camera polemica sull'eutanasia
La salma del regista è arrivata nel quartiere Monti a Roma.Tra brindisi, pugni chiusi e segni della croce. Il presidente Napolitano alla camera ardente: "Rispettare sua volontà". Polemiche a Montecitorio

Roma, addio a Mario Monicelli alla Camera polemica sull'eutanasia
ROMA - La salma di Mario Monicelli 1è arrivata questa mattina intorno alle dieci in piazza Madonna dei Monti, dove i cittadini del popolare quartiere romano, dove ha vissuto per anni, lo hanno salutato per l'utima volta. Alcuni di loro hanno brindato con una bottiglia di vino e mentre la folla si metteva in fila per salutare la bara, un'orchestrina accompagnava i saluti al maestro intonando 'Bella Ciao'. Poi è stata la volta del suono delle campane della vicina chiesa. 'Queste campane - ha spiegato il parroco Don Francesco - erano anche le sue, era una brava persona. Quando muore una persona le campane servono ad avvisare il cielo che sta arrivando qualcuno". Tra pugni chiusi e segni della croce, in molti commossi si sono scambiati ricordi legati agli attimi di vita quotidiana passati con il regista.

Sulla bara solo tre fiori: una rosa rossa e due garofani. Tutti sanno che "a Mario non sarebbero piaciuti tanti fiori". Chiara, la moglie, ha ricordato come "a Mario sarebbe piaciuta l'atmosfera di questo saluto", composto, silenzioso e interrotto solo da due applausi e un paio di "Mario ci hai fatto divertire".

Poi la salma di Monicelli è stata portata alla Casa del Cinema dove è stata allestita la camera ardente. Tra i primi a renderle omaggio, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. "Bisogna rispettare il suo estremo
scatto di volontà", ha commentato il Capo dello Stato. A portare un ultimo saluto al grande regista è arrivato quindi il sindaco di Roma Gianni Alemanno seguito da un lungo elenco di personaggi del mondo dello spettacolo, dai fratelli Vanzina a Paolo Virzì. All'interno della sala proiezioni la bara del padre della commedia all'italiana è stata posizionata di fronte allo schermo, dove si alternano una sua foto scattata negli ultimi anni che lo ritrae con un panno rosso in testa e la proiezione di brevi filmati che lo riguardano.

E stamattina l'aula di Montecitorio ha ricordato il regista con un lungo applauso. "Mario era un italiano con la schiena dritta" ha detto Walter Veltroni. "Non gli piaceva l'Italia di oggi, la mortificazione della sua vita culturale. Mario pensava che ribellarsi fosse giusto e aveva detto poco tempo fa, in un incontro con gli studenti, 'sovvertite, protestate, voi che siete giovani'".

"Tutta l'aula si associa al doveroso ricordo di un italiano illustre" ha ricordato Gianfranco Fini. Un clima che una polemica sull'eutanasia trova il modo di guastare. La radicale Rita Bernardini ha chiesto "una riflessione sul modo in cui Monicelli ha scelto di lasciare la vita. Per porre fine a una vita che non riteneva più di dover continuare, ha scelto il suicidio, buttandosi da un balcone. Semplicemente, voglio dire che l'Aula dovrebbe avviare una riflessione su come alcune persone che non ce la fanno più siano costrette a lasciare la vita, anziché morire con i propri familiari vicini, con il metodo della dolce morte". Furiosa la reazione dell'ex pd (adesso Udc) Paola Binetti: "Basta con spot a favore dell'eutanasia partendo da episodi di uomini disperati: Monicelli era stato lasciato solo, il suo è un gesto tremendo di solitudine non di libertà". Parole a cui fanno da contraltare quelle che la moglie del regista affida al Corriere della Sera: "Ha preso una decisione forte e coerente come sempre da uomo coraggioso e noi familiari la consideriamo tremenda ma la rispettiamo".

http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cult...080/?ref=HREA-1
 
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view post Posted on 1/12/2010, 15:11
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http://www.corriere.it/politica/10_dicembr...44f02aabc.shtml

I radicali: è ora che il Parlamento affronti il tema della dolce morte
Monicelli, scontro in Aula sul suicidio
Napolitano: rispettare l'estrema volontà
Veltroni a Montecitorio: «Mario ha deciso di andarsene». La Binetti: «Basta spot a favore dell'eutanasia»

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Napolitano: rispettare l'estrema volontà

Veltroni a Montecitorio: «Mario ha deciso di andarsene». La Binetti: «Basta spot a favore dell'eutanasia»

Walter Veltroni (Afp)
Walter Veltroni (Afp)
ROMA - Bisogna rispettare l'estremo scatto di volontà di Mario Monicelli, morto suicida lunedì all'età di 95 anni. Nel giorno dell'ultimo saluto al regista, è il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ad esortare al rispetto di quella che è stata la sua ultima volontà, la decisione di togliersi la vita, che è stata occasione di ulteriore polemica alla Camera. Al centro della discussione il diritto di decidere del proprio fine vita che il gesto di Monicelli ha in qualche modo rievocato.

«SCATTO DI VOLONTA'» - Napolitano ha reso omaggio al regista, visitando la camera ardente allestita nella Casa del Cinema a Villa Borghese. «E’ stato un grande - ha detto ai gionalisti che lo attorniavano - non solo del cinema italiano, e poi era un uomo meraviglioso». Il capo dello Stato ha ricordato «le passeggiate nello stesso quartiere«, il rione Monti nel quale viveva Monicelli ed ha la sua residenza privata lo stesso Napolitano, ed ha poi aggiunto: «Se n’è andato con una ultima manifestazione della sua forte personalità, un estremo scatto di volontà che bisogna rispettare».

L'OMAGGIO ALLA CAMERA - Era stato un lungo applauso nell'aula di Montecitorio a rendere omaggio al regista. I deputati sono stati unanimi nel riconoscerne il merito, dopo un intervento di Walter Veltroni, che lo ha definito «un italiano con la schiena dritta» che ha raccontato, attraverso i suoi film, «i mutamenti del Paese». Dopo l'intervento dell'ex segretario del Pd, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha sottolineato che «tutta l'aula si associa al doveroso ricordo di un italiano illustre». Ma il momento di raccoglimento in onore del grande regista dura giusto lo spazio dell'applauso, perché a Montecitorio il ricordo di Monicelli è stato l'occasione per nuove polemiche. Legate, appunto, alla decisione del regista di togliersi la vita.

L'on Paola Binetti (Ansa)
L'on Paola Binetti (Ansa)
SCONTRO SULL'EUTANASIA - E bastato infatti che Walter Veltroni dicesse che «Mario ha vissuto e non si è lasciato vivere, nè morire» e annotasse, con una semplicità densa di significati, che Monicelli «ha deciso di andarsene». E che subito dopo di lui la leader radicale Rita Bernardini evocasse la «dolce morte» sulla quale «sarebbe il caso che la Camera avviasse almeno una riflessione». È l'eutanasia, insomma, che è tornata ad affacciarsi a Montecitorio con un dibattito estemporaneo ma particolarmente duro nei toni. E Paola Binetti, teodem eletta nelle fila del Pd e oggi con Casini, sottolinea: «Basta, per piacere, con spot a favore dell'eutanasia partendo da episodi di uomini disperati, perchè Monicelli era stato lasciato solo da famiglia e amici ed il suo è un gesto tremendo di solitudine non di libertà». Enrico La Loggia, del Pdl, ha attaccato «l'elegia del suicidio da parte di Rita Bernardini». La quale aveva spiegato: «Per porre fine a una vita che non riteneva più di dover continuare, Monicelli ha scelto il suicidio buttandosi da un balcone. L’Aula dovrebbe avviare una riflessione su come alcune persone che non ce la fanno più siano costrette a lasciare la vita, anzichè morire con i propri familiari vicini, con il metodo della dolce morte». Ed è a questo punto che il ricordo ha lasciato il passo allo scontro.

Redazione online
01 dicembre 2010
 
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