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La bufala della suora scomunicata per aver denunciato prete pedofilo

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view post Posted on 27/9/2010, 10:27
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www.asca.it/news-CHIESA__PRIMA_SANT...51957-ORA-.html


27-09-10
CHIESA: PRIMA SANTA AUSTRALIANA FU SCOMUNICATA DOPO DENUNCIA ABUSI PRETE


(ASCA) - Roma, 27 set - La prima santa australiana, che verra' canonizzata da papa Benedetto XVI in Vaticano il prossimo 17 ottobre, venne scomunicata per aver denunciato un prete pedofilo. Lo rivela un documentario della televisione pubblica australiana Abc. Mary MacKillop, vissuta nella seconda meta' del XIX secolo, fondo' nel 1867 il primo ordine religioso del quinto Continente, le Sorelle di San Giuseppe del Sacro Cuore, con la missione di aprire scuole per i bambini delle famiglie povere. Nel 1870, MacKillop e altre suore del suo ordine denunciarono un prete che commetteva abusi su minori: il sacerdote venne rispedito in Irlanda ma il vicario generale della diocesi di Adelaide, dove operava l'ordine, volle vendicarsi della futura santa e la scomunico' per ''insubordinazione'' nel 1871. La scomunica venne quindi tolta dal vescovo dopo un anno, ma Mary si reco' l'anno successivo a Roma per ottenere l'approvazione papale del suo ordine, che arrivo' in via definitiva nel 1888.

MacKillop venne beatificata nel 1995 da Giovanni Paolo II e verra' proclamata santa, la prima in Australia, il mese prossimo da Benedetto XVI.

asp/cam/rob
 
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jonnyblack-0
view post Posted on 28/9/2010, 04:34




CITAZIONE (GalileoGalilei @ 27/9/2010, 11:27)
Lo rivela un documentario della televisione pubblica australiana Abc.

...la avessimo noi una tv realmente pubblica.

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perlanaturale
view post Posted on 28/9/2010, 07:57




La prima santa australiana, che verra' canonizzata da papa Benedetto XVI in Vaticano il prossimo 17 ottobre, venne scomunicata per aver denunciato un prete pedofilo
questa frase svela l'assurdità della chiesa,
tv pubblica? cos'è???
 
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perlanaturale
view post Posted on 17/10/2010, 13:33






Mary MacKillop, prima santa d'Australia
fu pioniera della lotta ai preti pedofili

Fondatrice delle "Sorelle di San Giuseppe del Sacro Cuore", primo ordine religioso del quinto continente, fu scomunicata per aver denunciato un sacerdote che abusava di minori e poi riabilitata col sostegno di Pio IX. Seimila australiani a San Pietro per la messa di canonizzazione. Con lei proclamati altri cinque santi

Mary MacKillop, prima santa d'Australia fu pioniera della lotta ai preti pedofili

CITTA' DEL VATICANO - Con una messa solenne in piazza San Pietro, Benedetto XVI proclama l'australiana Mary MacKillop prima santa del quinto continente. Ma non è la provenienza geografica a segnare la vicenda della suora, fondatrice del primo ordine religioso in Australia, le "Sorelle di San Giuseppe del Sacro Cuore", quanto una durissima esperienza legata alla pedofilia, ricostruita in dettaglio dalla televisione australiana Abc.

Mary MacKillop, vissuta nella seconda metà dell'800, fu scomunicata dopo aver denunciato un sacerdote pedofilo. Il religioso fu rispedito in Irlanda, ma il vicario generale della diocesi di Adelaide, dove operava l'ordine fondato da Mary, volle vendicarsi di lei e la scomunicò per insubordinazione. Scomunica che venne revocata dal vescovo dopo un anno, col sostegno di Papa Pio IX. Intervistata da Radio Vaticana, la postulatrice della causa di canonizzazione, suor Maria Casey, ha precisato che la vicenda del prete pedofilo si inserì in un quadro di tensione preesistente tra suor MacKillop e la diocesi e fu "un fattore, ma non un fattore diretto", dello scontro finale.

Quanto all'ordine delle "Sorelle di San Giuseppe", fu voluto dalla MacKillop con l'obiettivo di aprire scuole per i bambini delle famiglie povere e approvato dal papa nel 1888. Da allora il culto di suor Mary MacKillop si è radicato in profondità nel sentimento religioso degli australiani. La cui santificazione oggi viene salutata con giubilo da almeno seimila connazionali, giunti
a San Pietro per la canonizzazione. "E' davvero emozionante - dice Emilia Mo'urani, 36enne di Sidney -. Ho pregato suor Mary e lei mi ha aiutato, voglio ringraziarla. Per questo sono qui".

I seimila coloratissimi australiani sono in buona compagnia. Sono in 50mila stamane a San Pietro per una messa con cui Papa Benedetto XVI proclama altri cinque santi: il polacco Stanislao Kazimierczyk, sacerdote del XV secolo molto amato da Giovanni Paolo II; il religioso canadese André Alfred Bessette (XIX-XX secolo) impegnato nell'accoglienza ai poveri e ai malati (al suo funerale, nonostante il freddo dell'inverno canadese, un milione di persone si recò a rendergli l'estremo saluto); la spagnola Candida Maria di Gesù Cipitria y Barriola, impegnata nello stesso periodo storico nell'opera di formazione cristiana dei giovani.

Infine, due italiane: Giulia Salzano, vissuta in Campania nell'Ottocento, fondatrice della congregazione delle "Suore Catechiste del Sacro Cuore" e la marchigiana Battista Camilla da Varano (XV secolo), monaca clarissa, mistica, morta a 43 anni dopo aver sperimentato per diversi anni il "silenzio di Dio".

www.repubblica.it/esteri/2010/10/17...94/?ref=HREC1-4

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Santa la prima suora australiana
Denunciò un prete pedofilo

L'esultanza dei fedeli per la proclamazione di Saint Mary MacKillop
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Piazza san Pietro gremita per la canonizzazione di sei nuovi santi
CITTA' DEL VATICANO
Benedetto XVI proclama questa mattina in Piazza San Pietro la canonizzazione di sei nuovi santi della Chiesa cattolica, fra cui la prima santa australiana Mary of the Cross (Mary Helen) MacKillop fondatrice della Congregazione delle Suore di San Giuseppe del Sacro Cuore, dedite alla educazione dei poveri, orfani, delle ragazze in pericolo.

Fra l’altro suor McKillop subì traversie di non poco conto all’interno della stessa Chiesa in quanto fu scomunicata dal suo vescovo per aver denunciato, insieme ad altre consorelle, gli abusi sessuali su minori commessi da un sacerdote. Successivamente la scomunica, comminata irregolarmente, le fu revocata e la sua congregazione riconosciuta. La postulatrice della causa di canonizzazione, suor Maria Casey, ha confermato questo particolare della storia di suor McKillop alla Radio Vaticana, e tuttavia ha aggiunto che fu solo uno dei fattori di tensione che si generarono con i vertici della Chiesa australiana.

Suor McKillop, ha spiegato infatti la postulatrice, era a favore «della dignità di tutti gli uomini» e contro ogni forma di discriminazione, «senza differenze di credo o di razza», contro ogni forma di oppressione. La vicenda viene citata con prudenza dal dossier ufficiale sulla vita della religiosa diffuso dal Vaticano nel quale tuttavia si legge: «Una complessa serie di circostanze portò il vescovo di Adelaide, che una volta era suo amico e benefattore, a scomunicare Mary nel 1871 per presunta disobbedienza».

«Questa scomunica- prosegue il testo del dossier - non era valida e ingiustificata alla luce di informazioni successive. Mary in ogni modo accettò la scomunica e l’allontanamento di molte delle sue consorelle con serenità e pace». Quindi «il vescovo revocò la sua decisione poco prima della sua morte , sei mesi più tardi». Infine «Mary tornò al suo lavoro e la maggior parte delle sorelle, che erano state scacciate, tornarono all’istituto, quelli furono giorni bui».

La Radio Vaticana definisce «straordinaria» la vita e l’opera «di Mary MacKillop, la prima santa australiana». «In una terra ancora aspra come l’Australia del XIX secolo - spiega l’emittente della Santa Sede - la futura santa si impegnò in modo instancabile per i più poveri e in particolare per offrire educazione a tutti i bambini bisognosi». «La giovane religiosa, che nel 1867 prese il nome di Maria della Croce - afferma ancora la Radio Vaticana - superò con fiducia e spirito di obbedienza, le malattie che l’affliggevano e le incomprensioni all’interno della Chiesa che arrivarono fino alla scomunica temporanea da parte del vescovo di Adelaide». Quindi «nel luglio del 2008, durante la Gmg di Sydney, Benedetto XVI ha riconosciuto che ’il suo appello per la giustizia in favore di coloro che venivano trattati ingiustamente e il suo esempio di santità sono diventati una fonte di ispirazione per tutti gli australianì».

Gli altri beati che saliranno agli onori degli altari sono: Stanislaw Soltys (1433-1489) «Kazimierczyk», sacerdote dei Canonici Regolari Lateranensi, polacco prete di grande fede, predicatore e confessore; Andrè (Alfred) Bessette (1845-1937), religioso della Congregazione di Santa Croce, una vita segnata da grandi sofferenze, esemplare per obbedienza e misticismo; Càndida Marìa de Jesùs (Juana Josefa) Cipitria y Barriola (1845-1912, fondatrice della Congregazione delle Figlie di Gesù) con particolare dedizione all’educazione dell’infanzia; Giulia Salzano (1846-1929), fondatrice della Congregazione delle Suore Catechiste del Sacro Cuore, impegnate nella formazione cristiana del popolo; Battista (Camilla) Varano (1458-1524), monaca dell’Ordine di Santa Chiara«, grande mistica e letterata.


http://lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cr...59529girata.asp
 
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view post Posted on 18/10/2010, 11:00
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http://www.giornalettismo.com/archives/888...ra-scomunicata/


La bufala della suora scomunicata per aver fermato i preti pedofili


pubblicato il 18 ottobre 2010 alle 09:00

Ieri Benedetto XVI ne ha fatta un’altra delle sue: ha proclamato l’australiana Mary MacKillop prima santa del quinto continente, mentre le agenzie di stampa dicevano che la suora, vissuta nella seconda metà dell’800, fu scomunicata dopo aver denunciato un sacerdote pedofilo.

Scrive Luigi Castaldi che a luglio di quest’anno, intervistata da Zenit, la postulatrice della causa di canonizzazione, suor Mary Casey, non faceva alcun cenno alla faccenda: “Il padre fondatore, Julian Tenison Woods, aveva lavorato come direttore per l’Istruzione Cattolica ad Adelaide e non era molto popolare tra i suoi fedeli. Istituendo nuove scuole, aumentarono i debiti.Il problema finale fu che uno dei consiglieri del Vescovo disse a Mary che il presule voleva che tornasse immediatamente nella zona rurale. Mary rispose che aveva bisogno di vederlo prima di tornare lì. La sua risposta fu comunicata al Vescovo come un rifiuto alla sua richiesta. I suoi consiglieri gli raccomandarono di scomunicarla, e così fece”.

Una bufala bella e buona quindi, che nasce da un documentario di ABC Compass del 25 settembre scorso (dove, a dire il vero, padre Paul Gardiner azzardava solo ipotesi al riguardo), e portata in Italia da Marco Tosatti sulla Stampa il 7 ottobre scorso (in febbraio lo stesso autore alla vicenda non faceva nemmeno accenno). Però adesso la Chiesa la butta nell’arena della comunicazione come segnale da dare al popolo. Se non è essere disperati questo…


http://www.giornalettismo.com/archives/889...mary-mackillop/

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Asia e Oceaniadi Luigi Castaldi
Mary MacKillop: anatomia di una bufala
pubblicato il 18 ottobre 2010 alle 06:48 dallo stesso autore - torna alla home

“Scomunicata per aver denunciato un sacerdote che abusava di minori”, ma adesso fatta santa ed eletta a “pioniera della lotta ai preti pedofili”. Tutto falso, naturalmente.

r225739 894738 Mary MacKillop: anatomia di una bufala Prima di spiegare perché è una bufala, sia consentita una sintetica carrellata delle testate che l’hanno sistemata nei titoli e nei sottotitoli di quella che hanno spacciato come notizia di peso. Basterà limitarsi a quelle maggiori, perché tutte le altre si sono messe a traino. Corriere della Sera: “Il papa ha canonizzato Mary MacKillop, pioniera della lotta agli abusi sui bambini”; la Repubblica: “Pioniera della lotta ai preti pedofili, fu scomunicata per aver denunciato un sacerdote che abusava di minori”; La Stampa: “Suora-coraggio contro gli abusi”; AdnKronos e quindi Il Secolo XIX, Quotidiano.net, Libero, ecc.: “Diventa santa una suora che denunciò un prete pedofilo”. Notevole eccezione: i media cattolici (L’Osservatore Romano, Avvenire, Radio Vaticana, ecc.) non confermano e non smentiscono. Fanno eccezione, come vedremo, alcuni blog d’area cattolica. Contasse niente, Benedetto XVI non fa alcun cenno al pionierismo della neosanta. E tuttavia la bufala si tiene.

Prima del 25 settembre, su Google, non risulta che la santa abbia denunciato un prete pedofilo. Su Wikipedia, invece, la cosa è aggiunta a una precedente versione del 18 settembre, nella quale non se ne faceva alcun cenno. Idem a cercare su BlogBabel: prima del 25 settembre, non c’è traccia di notizia che la MacKillop abbia denunciato un prete pedofilo, tanto meno c’è chi la dia per “pioniera” della lotta alla “sporcizia”; da quella data in poi, invece, La Vigna del Signore e Oltretevere ne parlano in più occasioni, e come di cosa certa, mentre Uaar ultimissime cita una fonte (un documentario mandato in onda da un’emittente televisiva australiana, l’ABC Compass), ma senza verificarne l’attendibilità; bisogna arrivare al 17 ottobre per tre post (in ordine cronologico: Malvino, Quadernetto di appunti e Sacri Palazzi) che finalmente la mettano in discussione (i primi due con elementi che attingono a quel documentario, ricostruendo la gestazione della bufala, il terzo da tarda e parziale rettifica venuta con l’edizione serale del tg2, ma con opinabili considerazioni a margine).

Bene, la bufala dovrebbe sgonfiarsi? No, ancora regge. E c’è già chi propone di eleggere la MacKillop a ispiratrice delle grandi pulizie alle quali la Chiesa è stata costretta, di scandalo in scandalo, negli Usa, in Irlanda, in Germania, un po’ dappertutto e anche in Australia, patria della canonizzata di fresco.

In realtà, nel documentario che è all’origine di tutto, un tal padre Paul Gardiner insinua – chissà quanto involontariamente – che la MacKillop possa essere stata scomunicata (se non solo, anche) per quella denuncia. Il fatto è che quella denuncia non fu fatta dalla MacKillop, ma da alcune sue consorelle, e fu inoltrata solo alle autorità ecclesiastiche, senza congrua correlazione cronologica per poterla credere causale della scomunica. Nella migliore delle ipotesi, insomma, padre Gardiner non si è spiegato bene; nella peggiore, ha voluto buttar lì una suggestione. La suggestione è raccolta da un quotidiano australiano, The Sidney Morning Herald, che sulla suggestione costruisce affermazioni così impegnative che il poveretto s’affretta a smentire dalle pagine di The Australian. Troppo tardi: la bufala è più potente della smentita e ha già lasciato la terra dei canguri, è arrivata nelle redazioni del Corriere della Sera, de la Repubblica, de La Stampa, è arrivata in tv: i cattolici hanno una nuova santa, “scomunicata per aver denunciato un sacerdote che abusava di minori”, ma adesso eletta a “pioniera della lotta ai preti pedofili”.

In luglio, su New Scientist, è stato pubblicato un articolo di Jim Giles dal titolo Come si diffonde una bufala: “Prima di tutto, una bufala deve avere almeno un minimo di credibilità… Le bufale che sembrano plausibili possono entrare nelle coscienze senza che nessuno le metta in discussione… Una volta che comincia a circolare, una bufala può diffondersi in modo capillare… Si può arrivare a credere a certe bufale semplicemente perché altri ci credono…”. Non è credibile, non è plausibile che in mezzo a tanti preti pedofili ci sia una suorina coraggiosa che ne denuncia uno, e allora la scomunicano, ma poi, tornando utile, la canonizzano? Per i cattolici è il segno di una superiore provvidenza che fa la Chiesa santa nonostante tutto, per i non cattolici è il segno della superiore ipocrisia del clero cattolico che riesce a confezionare perfetti marchingegni retorici: la bufala entra nelle coscienze di tutti con grande facilità, cattolici e non cattolici. È così facile crederci, tutti ci credono, perché il povero lettore dovrebbe rendersi la vita difficile col dubbio?


http://malvinodue.blogspot.com/2010/10/la-...u-pioniera.html

domenica 17 ottobre 2010
La bufala della santa che fu “pioniera della lotta ai preti pedofili”


Suor Mary MacKillop, oggi santa, fu “pioniera della lotta agli abusi sui bambini” (Corriere della Sera) o “pioniera della lotta ai preti pedofili” (la Repubblica)? No, questo è quanto si vorrebbe far credere e non è difficile immaginare chi e perché. “Fu scomunicata per aver denunciato un prete pedofilo” (La Stampa)? Nemmeno, fu scomunicata per non aver obbedito al suo vescovo su tutt’altra questione (la gestione economica degli istituti scolastici gestiti dall’ordine al quale apparteneva). “Denunciò un prete pedofilo” (il Giornale)? Questo può darsi, ma in ogni caso la denuncia fu fatta solo presso le autorità ecclesiastiche, secondo l’uso che era in vigore fino all’altrieri, prima che alla fogna saltassero i tombini negli Stati Uniti, in Irlanda, in Germania, ecc.
Il prete che avrebbe commesso abuso sui bambini, in questo caso, si chiamava Patrick Keating e fino al settembre di quest’anno non si aveva notizia che suor Mac Killop l’avesse denunciato ai suoi superiori perché pedofilo, anzi, neppure si sapeva della denuncia: è cosa messa in giro da una tv australiana, non più di tre settimane fa. C’è da dire, inoltre, che la scomunica della suora avvenne ben quattro anni dopo che padre Keating fu rimosso dalla sua parrocchia, per essere mandato in Irlanda, dove peraltro continuò ad occuparsi di bambini, non ci è noto se compiendo altri abusi.
Ancora a luglio di quest’anno, intervistata da Zenit, la postulatrice della causa di canonizzazione, suor Mary Casey, non faceva alcun cenno alla faccenda: “I motivi della scomunica sono complessi. Il padre fondatore, Julian Tenison Woods, aveva lavorato come direttore per l’Istruzione Cattolica ad Adelaide e non era molto popolare tra i suoi fedeli. Istituendo nuove scuole, aumentarono i debiti. Alcune sorelle non erano poi educate come avrebbero dovuto essere, ma Mary insisteva sul fatto che non potevano esserci divisioni. Il problema finale fu che uno dei consiglieri del Vescovo disse a Mary che il presule voleva che tornasse immediatamente nella zona rurale. Mary rispose che aveva bisogno di vederlo prima di tornare lì. La sua risposta fu comunicata al Vescovo come un rifiuto alla sua richiesta. I suoi consiglieri gli raccomandarono di scomunicarla, e così fece”.
E allora come nasce questa bufala della santa “pioniera della lotta ai preti pedofili”? Con un documentario andato in onda su ABC Compass il 25 settembre scorso, dopo che era stato dato l’annuncio della prossima canonizzazione, e ritrasmesso il 10 ottobre: padre Paul Gardiner azzardava solo ipotesi al riguardo, ma il tutto tornava a fagiolo per bilanciare lo scandalo che si era sollevato negli ultimi mesi per la scoperta di innumerevoli abusi sessuali commessi da preti cattolici in diverse parrocchie australiane. E infatti le sue affermazioni venivano opportunamente cucinate da The Sydney Morning Herald, con una mezza pezza d’appoggio dell’arcivescovo di Adelaide, monsignor Philip Wilson, e di lì rilanciate a chiunque le volesse utilizzare per dare alla santa un lustro in più.

Ci sarà un solo vaticanista italiano che si premurerà di andare a controllare e precisarci la faccenda?
 
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4 replies since 27/9/2010, 10:27   397 views
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