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Ior, gli scandali della banca del Vaticano

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view post Posted on 26/6/2013, 16:05
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www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=179251


Bergoglio: la chiesa non è intreccio di interessi
Papa Francesco istituisce una commissione sullo Ior

Papa Francesco ha istituito una Pontificia commissione referente sull'Istituto per le Opere Religiose (Ior). L'obiettivo è 'una migliore armonizzazione dello Ior con la missione della Chiesa'. La Commissione raccoglierà informazioni sull'andamento dell'Istituto e presenterà i risultati al Papa. Sarà presieduta dal card. Raffaele Farina

Città del Vaticano, 26-06-2013

"Operazione trasparenza" sullo Ior, capitolo secondo. A distanza di dieci giorni dalla nomina papale di monsignor Battista Ricca a prelato dell'Istituto, arriva oggi dal Vaticano, con un documento ("chirografo") firmato da papa Francesco, datato 24 giugno, l'annuncio dell'istituzione, sempre per "desiderio del Santo Padre", di una "pontificia commissione referente" che permettera' al pontefice di "conoscere meglio la posizione giuridica e le attivita' dello Ior per consentire una migliore armonizzazione del medesimo con la missione della Chiesa universale e della Sede apostolica".



Si tratta della seconda decisione che Bergoglio prende nella prospettiva di riforma della "banca" vaticana: non piu' tardi di dieci giorni fa Papa Francesco aveva consegnato nelle mani di una persona a lui molto vicino, mons. Ricca, il ruolo di prelato dell'Istituto, cioe' di anello di collegamento tra la Commissione dei cardinali dello Ior, presieduta da Tarcisio Bertone, e il Consiglio di sovrintendenza, presieduto da Ernst von Freyberg. La nuova "mossa" di Papa Francesco e' stata resa nota subito dopo l'udienza generale in piazza San Pietro.



"La Chiesa non e' un intreccio di cose e interessi - ha detto Bergoglio ai fedeli - ma e' il tempio dello Spirito Santo, in cui Dio opera, in cui ognuno di noi con il dono del battesimo e' pietra viva". Trasparenza, dunque. E i commissari avranno il compito di garantirla, "raccogliendo informazioni sull'andamento dell'Istituto e presentandone i risultati al Santo Padre". A capo della Commissione ci sara' il cardinale Raffaele Farina, salesiano, classe 1933, gia' bibliotecario di Santa Romana Chiesa.



Al suo fianco ci saranno il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso e membro della Commissione di vigilanza cardinalizia dello Ior; monsignor Juan Ignacio Arrieta Ochoa de Chinchetru, vescovo spagnolo (coordinatore); monsignor Peter Bryan Wells, presidente della Commissione per le assunzioni negli organismi vaticani (segretario); la professoressa Mary Ann Glendon, presidente della Pontificia Accademia delle Scienza sociali.



La commissione, fa sapere la Santa Sede, "comincia il proprio lavoro in questi giorni", non destituisce l'attuale governo dello Ior e sara' comunque a tempo determinato. Nel documento papale sono anche indicate le modalita' operative per la commissione: "e' dotata delle risorse umane e materiali adeguate alle sue funzioni istituzionali. Qualora sia utile, si avvale di collaboratori e consulenti".



"Si serve", tra gli altri "della sollecita collaborazione degli Organi dello Ior, nonche' del suo interno personale". "Raccoglie documenti, dati e informazioni necessari allo svolgimento delle proprie funzioni istituzionali. Il segreto d'ufficio e le altre eventuali restrizioni stabiliti dall'ordinamento giuridico non inibiscono o limitano l'accesso della Commissione a documenti, dati e informazioni, fatte salve le norme che tutelano l'autonomia e l'indipendenza delle Autorita' che svolgono attivita' di vigilanza e regolamentazione dello Ior".



Oggi, intanto, il segretario esecutivo di Moneyval, John Ringguth, ha annunciato che l'organismo sta finalizzando il questionario che inviera' presto al Vaticano e su cui sara' basata la redazione del rapporto sui progressi compiuti dalla Santa Sede nell'implementazione degli standard anti-riciclaggio e contro il finanziamento del terrorismo. L'organismo del Consiglio d'Europa lo valutera' nella plenaria di dicembre. La procedura, assicura Moneyval, e' quella standard seguita per tutti i Paesi.
 
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view post Posted on 28/6/2013, 08:38
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Ricordiamo che mons Scarano è oggetto di altra indagine a Salerno, con altri 12 preti, per evasione fiscale: https://laici.forumcommunity.net/?t=54555488

Consiglio pure questa ampia rassegna stampa sugli scandali finanziari della diocesi di Salerno: https://laici.forumcommunity.net/?t=15605408

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Nato nelle case popolari vive in una reggia da favola


20130614_scarano3

www.ilmattino.it/salerno/vaticano_m...ie/292267.shtml

Salerno, Monsignor Nunzio Scarano indagato per riciclaggio
L'inchiesta riguarda un giro di assegni sotto forma di donazioni. Il prelato è addetto dell'Apsa in Vaticano

SALERNO. Monsignor Nunzio Scarano, prelato salernitano, è indagato dalla Procura della Repubblica di Salerno, insieme ad altre 56 persone, per il reato di riciclaggio. Monsignor Scarano è addetto tecnico di prima categoria dell'Apsa in Vaticano, l'Amministrazione Patrimonio Sede Apostolica che gestisce i beni della Santa Sede in Italia. L'iscrizione di mons. Scarano nel registro degli indagati - anticipata dal quotidiano salernitano La Città - è stata confermata da fonti della Procura di Salerno.

L'inchiesta, coordinata dal pm Elena Guarino, riguarda un giro di assegni che passando sotto forma di donazioni sarebbero rientrati in un'operazione di riciclaggio di denaro. Secondo l'ipotesi accusatoria, il prelato riceveva assegni di un importo di 10 mila ciascuno, ufficialmente per ripianare i debiti di un'immobiliare che possiede alcune case a Salerno. Il denaro poi - sempre secondo l'ipotesi ora al vaglio degli investigatori - veniva restituito in contante agli imprenditori che avevano effettuato le donazioni. Secondo gli inquirenti la società immobiliare sarebbe in qualche modo collegata alla struttura vaticana. Al momento - si è saputo sempre da fonti della Procura - l'inchiesta è in una fase iniziale ed è concentrata nella raccolta delle deposizioni di alcuni degli indagati.

www.antimafiaduemila.com/2013061643...-da-favola.html

"Monsignor 500 euro” e quella reggia da favola

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scarano-nunziodi Vincenzo Iurillo e Marco Lillo - 16 giugno 2013
La procura di Salerno indaga: il prelato scambiava i contanti con assegni circolari da 5/10 mila euro. Aveva un conto allo Ior.
Salerno. Per qualche giorno hanno abitato sotto lo stesso tetto ma non c’è un prelato più lontano dall’ideale di povertà di papa Francesco di monsignore Nunzio Scarano, indagato per riciclaggio dalla Procura di Salerno. Il monsignore è nato nel 1952 a Salerno in una famiglia che occupava una casa dell’Istituto Case Popolari ma ora vive in una magione di lusso piena di mobili e quadri di valore. A Roma è conosciuto nel jet set ed è stimato anche da show girl come Michelle Hunziker.

Da tempo vive a Roma nella Domus Internationalis Paulus VI, nella centralissima via della Scrofa, tra il Tevere e piazza Navona. In quella pensione da 85 euro a notte, a due passi dal Parlamento, ha alloggiato prima di essere nominato dal Conclave anche papa Bergoglio. Chissà se il Papa povero ha mai scambiato due chiacchiere con questo monsignore che anni fa aveva chiesto di cambiare ufficio per avvicinarsi allo Ior, la banca del Vaticano. Scarano, prima di prendere i voti 26 anni fa era un funzionario di banca, ma in Vaticano non lavorava nel mondo della finanza bensì in quello immobiliare. Rivestiva (o meglio riveste) l’importante carica di responsabile del servizio di contabilità analitica dell’Apsa, l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, l'ente della Santa Sede - meno noto ma non meno potente dello Ior - che possiede migliaia di immobili di grande pregio concentrati a Roma e depositi per centinaia di milioni di euro in contante.

QUESTO monsignore indagato con l'accusa di riciclaggio, era il capo del servizio contabilità dell'Apsa. Non proprio l'uomo giusto al posto giusto nella Chiesa di Francesco. Le accuse che gli sono costate la sospensione dall'incarico in Vaticano. Lo chiamavano 'monsignor 500'. Nunzio Scarano infatti aveva una grande disponibilità di banconote da 500 euro. Il prelato salernitano proponeva agli imprenditori amici, tutti della sua zona, di scambiare blocchi di dieci-venti banconote da 500 con assegni circolari da 5 mila-10mila euro. Nelle carte della Procura di Salerno per ora la contestazione totale del presunto riciclaggio si ferma a 580 mila euro di provenienza poco chiara che avevano seguito questo strano itinerario. Scarano disponeva di un conto allo Ior e al Fatto risulta che gli investigatori si stiano interessando di questo versante della sua attività finanziaria.

Anche perché le somme movimentate dal monsignore sono superiori a quelle finora contestate, si parla di milioni di euro. Per ironia della sorte l'indagine parte da una denuncia del prelato. Scarano subisce un furto nella sua magione salernitana. Spariscono quadri e gioielli, denaro e mobili per alcuni milioni di euro. L'appartamento da fuori non desta sospetti su tanta opulenza. Ma non bisogna farsi ingannare dall’aspetto dimesso e trascurato del portone d’ingresso. Siamo nel centro storico di Salerno. L'appartamento si compone di due unità per complessivi 25 vani catastali e un'estensione che dovrebbe superare i 400 metri quadrati.

In città si dice che Scarano abbia messo in vendita il tutto per quattro milioni di euro. Il complesso ha una storia interessante: apparteneva alle Suore piccole operaie dei Sacri Cuori, un istituto di religiose con sede centrale a Roma che nel 2001 ha venduto al monsignore i suoi appartamenti nel centro di Salerno per poi aprire una nuova sede in zona più periferica, a Pastena il 7 maggio 2011. Quel giorno era presente all'inaugurazione anche il sindaco Vincenzo De Luca, in ottimi rapporti con monsignor Scarano.

Gli appartamenti nel centro con terrazza sul Duomo sono stati riuniti e ristrutturati qualche anno fa e abbelliti con quadri antichi alle pareti in tinte pastello, gessolini, parquet, filodiffusione.

D'altro canto Scarano è un monsignore con il pallino dell'immobiliare. E' intestatario del 90 per cento del capitale della NUEN srl, una società con sede a Salerno che dall'ottobre del 2012 esercita l'attività di costruzione di edifici residenziali. L'altro socio, con il 10 per cento, è l'amministratore Enrico Vallese, un costruttore di Alba Adriatica. Lo abbiamo contattato telefonicamente per chiedergli cosa facesse in società con un monsignore in una immobiliare a Salerno, ma Vallese non ha risposto. La questione si fa ancora più misteriosa se si dà un'occhiata alle vecchie partecipazioni societarie di Scarano. Il monsignore è stato intestatario di quote in altre due immobiliari, la Prima Luce Srl e la Effegi Gnm, create nel 2006-2007 con Giovanni Fiorillo di Baronissi, in provincia di Salerno, nelle quali ora è socio Dome-nico Scarano, 46 anni, probabilmente un parente del monsignore. Gli uomini della Guardia di finanza, guidati dal Comandante del Nucleo Tributario Antonio Mancazzo, stano ricostruiendo gli affari immobiliari di Scarano.

IL PM Elena Guarino, titolare dell'indagine, ha ascoltato nei giorni scorsi gli imprenditori che hanno scambiato assegni con banconote. Il monsignore, difeso dall'avvocato Silverio Sica, ha rivendicato la provenienza lecita di quei soldi. Secondo lui sarebbero serviti per uscire da una società immobiliare estinguendo un'ipoteca. E le finte donazioni che servivano a coprire lo scambio di assegni da 10mila euro subito rimborsati in contanti? Scarano, intervistato dal quotidiano La Città di Salerno, si è difeso così: "Io non ho rubato niente e non ho mai riciclato denaro sporco. La mia ex commercialista mi ha consigliato malissimo. Quel denaro era tutto pulito"

Tratto da: Il Fatto Quotidiano

Edited by GalileoGalilei - 28/6/2013, 13:03
 
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http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano...-ior-ior-26041/

28/06/2013
Inchiesta Ior, arrestato un prelato vaticano
La sede dello Ior

La sede dello Ior
È Nunzio Scarano, in servizio all'Amministrazione del patrimonio della Santa Sede. Avrebbe aiutato degli amici a far rientrare dalla Svizzera 20 milioni in contanti
ANDREA TORNIELLI
Città del Vaticano



A meno di quarantott'ore di distanza dalla notizia dell'istituzione di una commissione d'inchiesta sullo Ior voluta da Papa Francesco, la «banca vaticana» torna sotto il riflettori della cronaca con il clamoroso arresto di monsignor Nunzio Scarano, prelato originario di Salerno, in servizio all'Apsa (l'Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica). Insieme a lui sono finiti in manette Giovanni Maria Zito, carabiniere espulso dall'Aisi (servizi segreti italiani) tre mesi fa, e il broker Giovanni Carenzio. Le ipotesi di reato sono corruzione, calunnia e truffa ai danni. L'arresto è avvenuto nell'ambito di un'inchiesta sullo Ior della Procura di Roma, condotta dai Pm Nello Rossi e Stefano Fava, che vede indagati da ormai tre anni per violazione degli obblighi formali della normativa antiriciclaggio il direttore generale dello Ior Paolo Cipriani e il vicedirettore Massimo Tulli.





Monsignor Scarano, ex bancario diventato sacerdote 27 anni fa, si sarebbe accordato con Zito e gli avrebbe consegnato 400mila euro per far rientrare con un volo privato 20 milioni di euro in contati. Il denaro apparteneva a una famiglia di amici del monsignore. Ma il prelato salernitano era già indagato per riciclaggio dal 13 giugno scorso anche dalla Procura di Salerno, nell'ambito di un'inchiesta coordinata dal pm Elena Guarino e riguardante somme di denaro in assegni da 10mila euro ciascuno, ufficialmente contabilizzate come donazioni per ripianare i debiti di un'immobiliare a Salerno, in realtà si sospetta riciclate. Monsignor Scarano nel 2009 aveva fatto uscire dal suo conto presso lo Ior 560mila euro in contanti, destinati, secondo il suo racconto, al pagamento di un mutuo.





Mentre in quest'ultima inchiesta si parla di flussi di denaro entrati e usciti dal conto del prelato presso la «banca vaticana», non è al momento ancora chiaro se ci sia stato e quale sia stato l'eventuale ruolo dell'Istituto per le Opere di Religione nell'inchiesta romana riguardante il rientro per via aerea dei 20 milioni di euro. Monsignor Scarano, nei giorni scorsi, dopo la notizia dell'indagine della Procura di Salerno, è stato sospeso in via cautelativa dal suo servizio in Vaticano.





In attesa che la magistratura accerti le effettive responsabilità, emerge però con chiarezza come gli intrecci di interessi e le possibilità di usare illecitamente lo Ior non siano soltanto un retaggio di anni passati, ma siano continuati in tempi recenti e recentissimi. Si comprende bene dunque la ragione della drastica decisione del Papa, per nulla tranquillizzato dalle ripetute rassicurazioni a mezzo stampa da parte dell'attuale dirigenza dell'Istituto.
 
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http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06/28...biliare/640117/

Scarano, “il monsignor 500″ con reggia da favola e passione per l’immobiliare
La Procura di Salerno indaga per riciclaggio: l'alto prelato scambiava i contanti con assegni circolari da 5mila e 10mila euro. E, oltre a una casa da sogno, aveva anche un conto allo Ior
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 28 giugno 2013
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Più informazioni su: Ior, Jorge Mario Bergoglio, Nunzio Scarano, Papa Francesco, Riciclaggio, Salerno, Vaticano, Vincenzo De Luca.
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Per qualche giorno hanno abitato sotto lo stesso tetto, ma non c’è un prelato più lontano dall’ideale di povertà di Papa Francesco di monsignore Nunzio Scarano, indagato per riciclaggio dalla Procura di Salerno. Il monsignore è nato nel 1952 a Salerno in una famiglia che occupava una casa dell’Istituto Case Popolari ma ora vive in una magione di lusso piena di mobili e quadri di valore. A Roma è conosciuto nel jet set ed è stimato anche da show girl come Michelle Hunziker. Da tempo vive a Roma nella Domus Internationalis Paulus VI, nella centralissima via della Scrofa, tra il Tevere e piazza Navona. In quella pensione da 85 euro a notte, a due passi dal Parlamento, ha alloggiato prima di essere nominato dal Conclave anche Papa Bergoglio.

Chissà se il Papa povero ha mai scambiato due chiacchiere con questo monsignore che anni fa aveva chiesto di cambiare ufficio per avvicinarsi allo Ior, la banca del Vaticano. Scarano, prima di prendere i voti 26 anni fa era un funzionario di banca, ma in Vaticano non lavorava nel mondo della finanza bensì in quello immobiliare. Rivestiva (o meglio riveste) l’importante carica di responsabile del servizio di contabilità analitica dell’Apsa, l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, l’ente della Santa Sede – meno noto ma non meno potente dello Ior – che possiede migliaia di immobili di grande pregio concentrati a Roma e depositi per centinaia di milioni di euro in contante. Questo monsignore indagato con l’accusa di riciclaggio, era il capo del servizio contabilità dell’Apsa. Non proprio l’uomo giusto al posto giusto nella Chiesa di Francesco.

Le accuse che gli sono costate la sospensione dall’incarico in Vaticano
Lo chiamavano ‘monsignor 500‘. Nunzio Scarano infatti aveva una grande disponibilità di banconote da 500 euro. Il prelato salernitano proponeva agli imprenditori amici, tutti della sua zona, di scambiare blocchi di dieci-venti banconote da 500 con assegni circolari da 5mila-10mila euro. Nelle carte della Procura di Salerno per ora la contestazione totale del presunto riciclaggio si ferma a 580 mila euro di provenienza poco chiara che avevano seguito questo strano itinerario. Scarano disponeva di un conto allo Ior e al Fatto risulta che gli investigatori si stiano interessando di questo versante della sua attività finanziaria. Anche perché le somme movimentate dal monsignore sono superiori a quelle finora contestate, si parla di milioni di euro.

Per ironia della sorte l’indagine parte da una denuncia del prelato. Scarano subisce un furto nella sua magione salernitana. Spariscono quadri e gioielli, denaro e mobili per alcuni milioni di euro. L’appartamento da fuori non desta sospetti su tanta opulenza. Ma non bisogna farsi ingannare dall’aspetto dimesso e trascurato del portone d’ingresso. Siamo nel centro storico di Salerno. L’appartamento si compone di due unità per complessivi 25 vani catastali e un’estensione che dovrebbe superare i 400 metri quadrati. In città si dice che Scarano abbia messo in vendita il tutto per quattro milioni di euro. Il complesso ha una storia interessante: apparteneva alle Suore piccole operaie dei Sacri Cuori, un istituto di religiose con sede centrale a Roma che nel 2001 ha venduto al monsignore i suoi appartamenti nel centro di Salerno per poi aprire una nuova sede in zona più periferica, a Pastena il 7 maggio 2011. Quel giorno era presente all’inaugurazione anche il sindaco Vincenzo De Luca, in ottimi rapporti con monsignor Scarano. Gli appartamenti nel centro con terrazza sul Duomo sono stati riuniti e ristrutturati qualche anno fa e abbelliti con quadri antichi alle pareti in tinte pastello, gessolini, parquet, filodiffusione.

Il senso del monsignore per il mercato immobiliare
D’altro canto Scarano è un monsignore con il pallino dell’immobiliare. E’ intestatario del 90 per cento del capitale della NUEN srl, una società con sede a Salerno che dall’ottobre del 2012 esercita l’attività di costruzione di edifici residenziali. L’altro socio, con il 10 per cento, è l’amministratore Enrico Vallese, un costruttore di Alba Adriatica. Lo abbiamo contattato telefonicamente per chiedergli cosa facesse in società con un monsignore in una immobiliare a Salerno, ma Vallese non ha risposto. La questione si fa ancora più misteriosa se si dà un’occhiata alle vecchie partecipazioni societarie di Scarano. Il monsignore è stato intestatario di quote in altre due immobiliari, la Prima Luce Srl e la Effegi Gnm, create nel 2006-2007 con Giovanni Fiorillo di Baronissi, in provincia di Salerno, nelle quali ora è socio Domenico Scarano, 46 anni, probabilmente un parente del monsignore. Gli uomini della Guardia di finanza, guidati dal Comandante del Nucleo Tributario Antonio Mancazzo, stano ricostruendo gli affari immobiliari di Scarano. Il pm Elena Guarino, titolare dell’indagine, ha ascoltato nei giorni scorsi gli imprenditori che hanno scambiato assegni con banconote.

Il monsignore, difeso dall’avvocato Silverio Sica, ha rivendicato la provenienza lecita di quei soldi. Secondo lui sarebbero serviti per uscire da una società immobiliare estinguendo un’ipoteca. E le finte donazioni che servivano a coprire lo scambio di assegni da 10mila euro subito rimborsati in contanti? Scarano, intervistato dal quotidiano La Città di Salerno, si è difeso così: “Io non ho rubato niente e non ho mai riciclato denaro sporco. La mia ex commercialista mi ha consigliato malissimo. Quel denaro era tutto pulito”.

di Vincenzo Iurillo e Marco Lillo

da Il Fatto Quotidiano del 16 giugno 2013

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06/28...vasione/640131/

Soldi a pioggia sui conti del “monsignor 500 euro”. D’Amico indagato per evasione
Nunzio Scarano, addetto contabile dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, è da tempo sospettato di riciclaggio: nel 2009 ha chiesto a decine di persone di scambiare contante con assegni circolari di pari importo che venivano poi versati in banca come donazioni
di Marco Lillo | 28 giugno 2013
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Conferenza Episcopale Italiana

Più informazioni su: Confindustria, Evasione Fiscale, Ior, Nunzio Scarano, Salerno, Vaticano.
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Il presidente della Confitarma, la Confederazione degli armatori di Confindustria, Paolo D’Amico è indagato, insieme al cugino Cesare D’amico nel procedimento penale relativo a monsignor Nunzio Scarano per evasione fiscale. L’incredibile storia di “monsignor 500 euro” si arricchisce di un nuovo capitolo. L’addetto contabile dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, l’APSA, nato 61 anni fa a Salerno è da tempo indagato per riciclaggio: nel 2009 ha chiesto a decine di persone di scambiare contante con assegni circolari di pari importo che venivano poi versati in banca come donazioni. L’indagine della Procura guidata da Franco Roberti, coordinata dal pm Elena Guarino, è più vasta di quello che sembrava inizialmente.

Gli uomini del Nucleo Tributario della Guardia di Finanza di Salerno coordinati dal colonnello Antonio Mancazzo, dopo avere sentito i finti donatori, si sono chiesti da dove provenissero le banconote da 500 euro che Scarano cambiava in assegni. Si è scoperto così che Scarano oltre ad effettuare una rigogliosa attività immobiliare, dispone di conti correnti all’Unicredit di Roma e anche allo IOR. Proprio su questi conti piovevano bonifici consistenti da parte della famiglia D’Amico e in particolare da Paolo (presidente di D’Amico International Shipping) e dal cugino-socio Cesare. Più scorrevano gli estratti conto di Scarano e più gli investigatori si incuriosivano: gli armatori romani (originari della Campania) dispongono numerosi bonifici sui conti di Scarano.

Ma, quando il monsignore deve restituire la somma di 600 mila euro relativa a un mutuo, invece di disporre un bonifico dal suo conto preferisce versare gli assegni ottenuti cambiando contante per nascondere la provenienza dei fondi. Ad accrescere la curiosità degli investigatori c’è poi un’altra circostanza: talvolta i bonifici dei D’Amico non vanno a finire sul conto Unicredit intestato a Scarano ma su quello, sempre Unicredit, intestato allo IOR, l’Istituto Opere di Religione al centro di un’indagine dei pm Nello Rossi e Stefano Fava della Procura di Roma. Il direttore generale Paolo Cipriani, da tre anni ormai è indagato per violazione degli obblighi formali della normativa antiriciclaggio. Anche il vicedirettore dello IOR, Massimo Tulli, in buoni rapporti con Scarano, è indagato.

La cosiddetta banca del Vaticano è accusata di comportarsi nel territorio italiano come una sorta di fiduciaria bancaria che scherma l’intestatario dei fondi giacenti sui suoi conti. E proprio questo sarebbe accaduto anche per i fondi presso lo IOR di Scarano. Ai magistrati che gli hanno chiesto perché non avesse versato in banca direttamente (senza il finto giro di assegni) i suoi 580 mila euro provenienti dal conto IOR, Scarano ha risposto che non voleva mostrare le sue ricchezze a occhi indiscreti. Il monsignore aveva comprato un immobile bellissimo nel centro di Salerno che – stando a quanto si dice in città – misura più di 500 metri quadrati e vale, dopo la ristrutturazione, circa 4 milioni di euro. Inoltre, insieme al cugino Domenico Scarano e a un terzo socio, Giovanni Fiorillo, si era dato alle costruzioni.

Mediante due società aveva edificato alcuni appartamenti su un suolo vicino al mare di Capaccio e aveva acquistato una casa anche a Pontecagnano, sempre in provincia di Salerno. Tra i cugini però erano sorte delle incomprensioni e Scarano sostiene di aver cercato di celare la provenienza dei soldi proprio per evitare sguardi indiscreti sul suo ricco conto allo IOR. Non certo per nascondere i flussi provenienti dai cugini armatori. Paolo e Cesare D’amico sono indagati per violazione dell’articolo 4 della legge 74 che punisce l’infedele dichiarazione, un reato di scarsa entità. Alcuni flussi diretti ai conti di Scarano partono da conti esteri e gli investigatori stanno probabilmente verificando se su queste somme siano stati assolti tutti gli obblighi tributari.

Scarano ha giustificato quelle somme con l’amicizia che lo lega da sempre ai D’Amico, originari di Salerno. Scarano, prima di seguire la sua vocazione 26 anni fa, lavorava in banca. E sostiene di essere quasi uno di famiglia. I versamenti, ancorché ingenti per un comune mortale, andrebbero interpretati alla luce della ricchezza enorme dei donatori, che figurano tra i principali contribuenti italiani. Anche la provenienza dei bonifici dall’estero, per esempio da Montecarlo, potrebbe spiegarsi con la dimensione multinazionale dei D’amico. I cugini guidano un gruppo fondato nel 1936 che fattura circa 600 milioni di dollari in tutto il mondo. Una parte del business, quello relativo al settore tanker, cioè al trasporto di prodotti petroliferi raffinati, è quotato in borsa dal 2007. D’Amico International Shipping ha uffici a Roma, Genova, Montecarlo, Dublino, Londra, Singapore, Mumbai, Vancouver e sedi di rappresentanza a New York e Tokyo. La società gestisce ben 39 navi.

Nel primo trimestre del 2013, dopo un periodo nero, la società quotata in borsa ha incassato 50,1 milioni di dollari anche se l’indebitamento netto e’ stato di 225 milioni di dollari. Scarano, quando gli hanno contestato i bonifici ricevuti dai cugini D’Amico, ha avuto buon gioco nel sostenere che si tratta solo di atti di generosità e beneficenza da parte di persone che gli vogliono bene e che hanno avuto tanta fortuna. Il monsignore salernitano ha comprato gli appartamenti in centro che concorrono a formare la sua splendida magione dalle suore piccole operaie dei Sacri Cuori ma da tempo sostiene di voler creare a Salerno un centro di assistenza per malati terminali. Inoltre ha già creato una casa di riposo per anziani. E sostiene che è solo questa la ragione per la quale non solo i D’Amico ma anche altri imprenditori e nobili lo hanno aiutato generosamente. Finanziere spericolato o benefattore? I magistrati dovranno sciogliere l’enigma.

da Il Fatto Quotidiano del 28 giugno 2013

Due settimane fa, prima dell'arresto

http://lacittadisalerno.gelocal.it/cronaca...porco-1.7267803

La verità di monsignor Scarano «Mai riciclato denaro sporco»

Il prelato salernitano è stato sospeso dall’Amministrazione del patrimonio della Santa Sede L’indagine è partita da un furto nella sua abitazione, inquirenti insospettiti dal valore delle opere

di Clemy De Maio

La sua verità monsignor Nunzio Scarano l’ha già raccontata al sostituto procuratore Elena Guarino, che l’ha iscritto sul registro degli indagati, insieme ad altre 56 persone, per il reato di riciclaggio. Accompagnato dall’avvocato Silverio Sica, ha rivendicato la provenienza lecita di quei soldi, serviti per uscire da una società immobiliare (costituita con alcuni familiari) estinguendo un’ipoteca su un appartamento che aveva dato in garanzia. A insospettire gli inquirenti è stata la modalità dell’operazione, compiuta tramite finte donazioni di terzi, con assegni da 10mila euro subito rimborsati in contanti per un totale di 560mila euro. La Procura vuole capire da dove siano arrivati i soldi liquidi e se esiste un collegamento tra la disponibilità finanziaria del prelato e il suo ruolo nell’Apsa, l’organismo vaticano che gestisce le proprietà della Chiesa.

Monsignor Scarano, qual è la sua versione dei fatti?

Io non ho rubato niente, non ho mai riciclato denaro sporco e sono una persona corretta, che in vita sua ha fatto sempre e solo del bene. Ho avuto la benedizione di incontrare sulla mia strada persone facoltose, che mi hanno sempre sostenuto nelle mie opere di carità. Lo dico davanti a Dio, non ho mai fatto nulla di male.

La Procura però le contesta quegli assegni fittizi...

La verità è che ho avuto pessimi consiglieri. Avrei potuto fare quel versamento alla luce del sole, non avevo bisogno di sotterfugi perché non avevo niente da nascondere. Ma io ragiono di diritto canonico non di quello finanziario, mi sono affidato alla mia ex commercialista che però mi ha consigliato malissimo.

Si è chiesto perché?

Non lo so, mi ha fatto commettere tanti errori.

Lo ha detto al magistrato?

Certo. Ho chiesto io di essere ascoltato, ho spiegato che quel denaro era tutto pulito e ho pure invitato ad acquisire tutte le carte, a chiedere anche in Vaticano, dove sono talmente attenti che nessuna anomalia sarebbe potuta sfuggire. La mia coscienza è a posto, credo che il Tribunale di Dio sarà più clemente.

L’indagine è partita da un furto che lei ha subìto in casa lo scorso dicembre...

Sì, sono passato dalla condizione di vittima a quello di presunto carnefice.

Gli investigatori sono stati insospettiti dal valore elevato delle opere in suo possesso. Lei come lo spiega?

Tante cose mi sono state donate. Inoltre prima di essere sacerdote ero un funzionario di banca, avevo conservato dei soldi, poi ho venduto una casa e una parte del ricavato mi è rimasta. In tanti anni di lavoro e di sacerdozio non si può mettere da parte qualcosa? Io sono una persona perbene, servo la Chiesa da 26 anni e ho sempre fatto del bene a tutti. L’ultimo progetto a cui sto lavorando è una casa per malati terminali.

Come ha convinto 56 persone a firmare quegli assegni?

Molte sono persone care, professionisti con cui mi legano rapporti di amicizia, anche perché il mio cuore è stato sempre aperto a tutti. Mi amareggia che il mio nome venga adesso infangato per una cosa che non ho commesso volutamente. Io ho sempre combattuto la disonestà, non farei mai nulla di illecito. E poi lavoro nell’organismo per il patrimonio della Santa Sede, come avrei mai potuto?

Però adesso l’Apsa l’ha sospesa, non è vero?

Sono stato io a informarli dell’inchiesta e a chiedere di essere sospeso dall’incarico, perché si facesse completa chiarezza.

Cosa c’entra in questa storia l’Amministrazione per il patrimonio della sede apostolica?

Assolutamente nulla. È una vicenda personale.

Adesso che farà?

In queste ore il mio impegno è tutto volto a tutelare mia madre, che ha 88 anni e non deve avere dispiaceri. Spero di riuscire a non farle sapere nulla di tutto questo fango. Se dovesse accaderle qualcosa, chi è responsabile di questa storia ne risponderà davanti a Dio.

15 giugno 2013
 
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view post Posted on 28/6/2013, 13:53
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http://www.agi.it/cronaca/notizie/20130628..._dalla_svizzera

Scandalo allo Ior: un jet privato per portare 20 milioni dalla Svizzera
Scandalo allo Ior un jet privato per portare 20 milioni dalla Svizzera
14:15 28 GIU 2013

(AGI) - Roma, 28 giu. - Corruzione in concorso, calunnia e truffa: questi i reati ipotizzati a vario titolo per monsignor Nunzio Scarano, Giovanni Maria Zito, sottufficiale dei carabinieri che prestava servizio all'Aisi (il servizio segreto interno) e Giovanni Carenzio, broker finanziario, arrestati dai militari del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza. Gli arresti sono avvenuti nell'ambito di un filone dell'indagine, autonomo rispetto alla principale, sullo Ior.
L'inchiesta riguarda una serie di atti di corruzione per far rientrare in Italia dalla Svizzera 20 milioni di euro. Secondo quanto emerso dalle intercettazioni, il tentativo di portare in Italia il denaro rappresenterebbe un favore alla famiglia degli armatori napoletani D'Amico, i fratelli Paolo, Maurizio e Cesare. Le indagini hanno rivelato che il prelato salernitano, responsabile della contabilita' analitica dell'Apsa (l'amministrazione del patrimonio della sede apostolica) aveva infatti rapporti di amicizia con la famiglia D'Amico da diversi anni. Scarano era stato anche iscritto lo scorso 13 giugno nel registro degli indagati per il reato di riciclaggio dalla procura di Salerno. Il monsignore, prima di essere ordinato sacerdote a 27 anni era un funzionario della Deutsche Bank; non viveva piu' a Salerno da diversi anni ed e' stato sospeso dal servizio presso l'Apsa da fine maggio. Scarano deve rispondere anche del reato di calunnia per aver denunciato lo smarrimento di un assegno di 200mila euro che aveva consegnato a Zito, come compenso per portare in Italia i soldi dalla Svizzera; tentativo poi non andato a buon fine ma che aveva fatto anticipare diverse spese e per questo Zito aveva preteso ed ottenuto un primo compenso di 400mila euro e un successivo assegno da 200mila euro che poi il presule ha bloccato denunciandone la scomparsa. Gli inquirenti inoltre contestano a Zito il reato di truffa poiche' nei giorni in cui si e' recato in Svizzera per trasportare il denaro si e' messo in malattia dal lavoro. Per trasportare i milioni di euro era stato anche noleggiato da Zito un jet privato; l'aereo atterro' a Locarno, in Svizzera, e rimase fermo per alcuni giorni. Poi l'operazione salto' e Zito torno' in Italia. Gli inquirenti hanno spiegato che il monsignore non e' mai stato un funzionario dello Ior ma e' titolare di conti correnti presso lo Ior: in particolare ha un fondo personale e un altro fondo dove riceve delle donazioni per gli anziani. Il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha dichiarato che la Santa Sede "conferma la sua disponibilita' a una piena collaborazione" con i giudici italiani; per il momento, ha aggiunto padre Lombardi, la Santa Sede "non ha ancora ricevuto alcuna richiesta sulla questione dalle competenti autorita' italiane"; "La competente autorita' vaticana, l'AIF segue il problema per prendere, se necessario, le misure appropriate di sua competenza". (AGI) .
 
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64mmore
view post Posted on 28/6/2013, 18:46




(AGI) - Roma, 28 giu. - Monsignor Nunzio Scarano e' apparso "spregiudicato" con "ampissime disponibilita' economiche" e con "continua e reiterata disinvoltura nella gestione dei suoi affari". Cosi' il gip del tribunale di Roma, Barbara Callari, descrive il presule finito in manette con l'accusa di corruzione in concorso per aver tentato di trasferire in Italia 20 milioni di euro dalla Svizzera. Nell'ordinanza di arresto, emessa dal gip Barbara Callari, di una cinquantina di pagine, il giudice trascrive una intercettazione telefonica del 13 giugno dell'anno scorso dove monsignor Nunzio Scarano parla con l'ex funzionario dell'Aisi, Giovani Zito, dei rischi dell'operazione di trasferimento del denaro dalla Svizzera in Italia. "Tu sai perfettamente che negli aeroporti ci sono i controlli di sicurezza no?''. Chiede Zito a Scarano e alla risposta positiva di quest'ultimo sottolinea di avere "la possibilita' di poter saltare quel tipo di trafila, e con molta tranquillita', di utilizzare un aeromobile privato e atterrare in un aeroporto militare". "Questa procedura ci permette di fare quel passaggio in tempi rapidi e sicurissimi - dice Zito a telefono - allora mi devi dire con esattezza se si deve fare o non si deve fare perche' mi devo organizzare''. A questo punto monsignor Scarano dice di procedere con l'operazione e l'ex funzionario dei servizi segreti Aisi conclude sottolineando: "Io ci metto il mio culo, eh?...ecco, perche' se mi beccano mi arrestano, lo sai?".

http://www.agi.it/cronaca/notizie/20130628...i_metto_il_cu_o


Ior, in carcere monsignore salernitano
Era stato ribattezzato "Don 500 euro"
L'alto prelato è Nunzio Scarano, è accusato di truffa, corruzione e calunnia. Era responsabile del servizio di contabilità analitica dell'Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica, l'organismo che gestisce i beni della Santa Sede. L'inchiesta riguarda una serie di atti di corruzione per far rientrare in Italia dalla Svizzera 20 milioni di euro

http://napoli.repubblica.it/cronaca/2013/0...itano-62004719/
 
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Il sospetto di molti è che ormai i soldi dello IOR siano stati tutti nascosti in Svizzera, per sfuggire alle indagini e hai sequestri in Italia.

Questo fatto pare darne conferma.
 
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view post Posted on 1/7/2013, 09:58
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Uno degli arrestati risulta anche essere un telefonista del caso Emanuela orlandi. Ritornano gli intrecci con lo IOR

http://roma.corriere.it/roma/notizie/crona...922421979.shtml

Vittima uno dei fratelli Salini
Caso Ior, il broker arrestato truffò
gioielliere ma per il pm era «introvabile»
Giovanni Carenzio si era fatto dare orecchini con smeraldi, del valore di 20 mila euro, poi era svanito nel nulla

L'arresto di monsignor Scarano: il broker finito in manette con lui aveva truffato un gioielliere L'arresto di monsignor Scarano: il broker finito in manette con lui aveva truffato un gioielliere
ROMA - Prima di essere arrestato 48 ore fa assieme al responsabile della contabilità del patrimonio Vaticano e a uno 007 nell'ambito dell'inchiesta sui fondi illeciti nascosti su un conto dello Ior, il broker Giovanni Carenzio era finito nei fascicoli della Procura per una vicenda di tutt'altro «spessore» criminale. Il furto, un anno fa, di due orecchini di smeraldo, valore vicino ai 20mila euro, dalla gioielleria Salini, con un banale espediente. Entrato nell'atelier di via Monserrato (tra via Giulia e corso Vittorio Emanuele) il broker si faceva consegnare i preziosi per farli vedere alla moglie, appartenente a una ricca famiglia spagnola, e aggiungendo che avrebbe fornito in seguito i dati per la fatturazione ad una società estera.

La notizia dell' arresto di monsignor Scarano e del broker sull'IndependentLa notizia dell' arresto di monsignor Scarano e del broker sull'Independent
Da allora non si è fatto più vedere, chiedendo continui rinvii quando veniva contattato dal titolare della gioielleria, Fabio Salini. Ma, beffa nella beffa, la denuncia a carico dell'operatore finanziario ha rischiato di essere archiviata per le difficoltà della Procura a reperire Carenzio. Tra i motivi addotti dal pm, l'impossibilità di risalire ai titolari delle utenze telefoniche che lo stesso broker aveva fornito a Salini e da questo utilizzate per le sue richieste di pagamento. Nell'opposizione all'archiviazione, l'avvocato Mario Geraci, che assiste il gioielliere, ha invece dimostrato come i numeri di telefonino siano intestati alla madre di Carenzio (il cui reale decesso è stato una delle scuse per rinviare il pagamento).

Non solo. Il legale ha fornito agli inquirenti una ampia ricostruzione del personaggio (quasi 5.000 risultati digitando il suo nome su Google) e dei suoi precedenti con la giustizia. Operatore finanziario con base alle Canarie e in Svizzera, Carenzio ha accumulato una lunga serie di denunce per evasione fiscale, frode, appropriazione indebita, riciclaggio, corruzione. E di lui, nel 1985, si era occupata anche la Digos, quando l'allora 20enne aveva telefonato da Nola (Napoli) alla polizia capitolina. Sosteneva di essere uno dei Lupi Grigi, quelli di Ali Agca e l'attentato a Papa Wojtyla, e annunciava l'imminente liberazione di Emanuela Orlandi.

Fulvio Fiano30 giugno 2013 | 16:40© RIPRODUZIONE RISERVATA
 
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http://www.corriere.it/cronache/13_giugno_...dfc673450.shtml
L'inchiesta su Scarano

I conti segreti del Vaticano
«Soldi nascosti in Svizzera»

L'inchiesta dopo l'arresto di monsignor Nunzio Scarano

Monsignor Nunzio ScaranoMonsignor Nunzio Scarano
ROMA - Conti segreti aperti presso la banca Ubs di Lugano e utilizzati per occultare denaro proveniente dalla Santa Sede. Depositi gestiti da monsignor Nunzio Scarano, ma intestati all'Apsa, l'Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica. È il capitolo ancora riservato, certamente clamoroso, dell'inchiesta avviata dai magistrati romani sulle attività finanziarie dell'alto prelato arrestato due giorni fa per corruzione e truffa insieme al funzionario dei servizi segreti Giovanni Maria Zito e al broker Giovanni Carenzio e accusato di aver versato una tangente da 400 mila euro allo 007 per fargli riportare in Italia dalla Svizzera 20 milioni di euro. Perché riguarda uno dei centri di snodo dell'economia vaticana e si collega direttamente allo Ior.

L'indagine condotta dai pubblici ministeri Stefano Pesci e Stefano Rocco Fava coordinati dall'aggiunto Nello Rossi ha già svelato quanto stretti fossero i rapporti del sacerdote con i vertici dell'Istituto per le Opere Religiose. Adesso si concentra sul denaro da lui movimentato negli ultimi anni. Anche perché nelle telefonate intercettate è lo stesso Scarano a parlare di un'operazione effettuata su un conto Ior grazie al suo amico 007. Su questo potrebbe rivelarsi determinante la testimonianza di una donna - già interrogata dai magistrati di Salerno titolari di un fascicolo su numerosi affari gestiti dal monsignore - che sarebbe stata incaricata di effettuare alcune operazioni sui conti, compilando assegni che Scarano le aveva consegnato e inserendo anche l'identità dei traenti.

«Rilevante giacenza»
I finanzieri del Nucleo Valutario guidati dal generale Giuseppe Bottillo hanno scoperto che Scarano è socio di alcune imprese immobiliari salernitane, ma soprattutto che ha chiesto finanziamenti a svariati istituti di credito poi estinti, utilizzando i soldi provenienti dalla beneficenza. Sui suoi conti sono transitate centinaia di migliaia di euro e le verifiche riguardano proprio la provenienza di questo denaro, tenendo conto che fino a un mese fa il prelato era il contabile dell'Apsa. Possibile che abbia spostato fondi dell'Amministrazione sui propri conti?
Telefonate e mail intercettate negli ultimi mesi mostrano i contatti costanti di Scarano con i responsabili dell'Ubs di Lugano. In quella banca risultano depositati i 40 milioni di euro - secondo l'accusa sono degli armatori Paolo, Marcello e Cesare D'Amico - che il prelato doveva far rientrare in Italia. In un colloquio con Marcello, Scarano gli comunica di aver «chiamato in Svizzera, ed ho dato il password per lo sblocco. Ho fatto quello internazionale, che noi siamo clienti per 800 di franchi svizzeri e 1.400 di euro, hai capito?». I finanzieri hanno scoperto che presso la stessa filiale è stato aperto un altro conto intestato all'Apsa dove risulta una «rilevante giacenza». Il sospetto possa essere stato utilizzato proprio dal prelato e alimentato con denaro di provenienza illecita.

Lo 007 allo Ior
La possibilità di mescolare fondi in modo da rendere difficile l'individuazione dei beneficiari era stata evidenziata nell'ultimo rapporto sull'Apsa stilato nel luglio 2012 da Moneyval svelando come i conti aperti presso l'Amministrazione «sono intestati a prelati e laici e potrebbero essere alimentati occultamente con provviste di proprietà di soggetti diversi». In particolare veniva sottolineata «l'esistenza dei cosiddetti depositi "calderone" ove si potrebbero confondere somme di origine e destinazione diversa». Esattamente la modalità utilizzata da Scarano nel 2009 per estinguere un mutuo da 600mila euro che aveva acceso presso la filiale Unicredit di via della Conciliazione. In quell'occasione il prelato aveva utilizzato 61 assegni circolari intestati a parenti e amici emessi da 17 banche diverse.
Secondo gli specialisti del Valutario «lo scopo è da individuarsi nella sua volontà di non apparire formalmente quale effettivo detentore dei mezzi finanziari per l'estinzione del mutuo ipotecario e nascondere la sua reale e florido patrimonio, ed occultare le sue consistenze ingenti ed oscure presso lo Ior». Agli atti ci sono tracce di numerose operazioni che coinvolgono direttamente l'Istituto ed è lo stesso Scarano ad ammettere di utilizzare i depositi per trasferire soldi in maniera veloce e soprattutto esente da controlli. Al telefono con Marcello D'Amico, Scarano parla in particolare di un'operazione fatta allo Ior proprio «grazie a Zito» e poi gli chiede soldi per acquistare alcuni gioielli da regalare allo 007. La «ricompensa per l'intervento di Zito» sulle autorità spagnole che avevano avviato accertamenti su investimenti effettuati da Paolo D'Amico attraverso il broker Carenzio. L'ennesima prova, secondo l'accusa, di affari illeciti chiusi in Italia e all'estero.

Fiorenza Sarzanini30 giugno 2013 | 9:50
 
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Da Il Mattino

http://www.codacons.it/articoli/fondi_neri..._pm_260065.html

domenica, 30 giugno 2013
Fondi neri dell' Ior tesoreria vaticana nel mirino dei pm

Cristiana Mangani Roma. È una costola dell' indagine sullo Ior, che potrebbe dare sviluppi ancora più deflagranti. Dopo l' arresto di monsignor Nunzio Scarano, la procura della Capitale punta all' Apsa, la tesoreria del Vaticano dove lavorava il prete manager arrestato con un ex agente segreto e un broker finanziario. Un nuovo fascicolo è stato aperto dal procuratore aggiunto Nello Rossi e dai sostituti Pesci e Fava, per valutare l' attività dell' organismo, dove monsignor Scarano è stato l' addetto all' amministrazione del patrimonio immobiliare fino a poco tempo fa. Sono troppi gli aspetti ancora non chiari in questa delicata indagine: conti correnti, flussi di denaro, operazioni sospette su conti Ior, investimenti gestiti dall' alto prelato finito in manette, insieme con un ex 007 dell' Aisi e un broker di Pompei, per un «rientro» di 20 milioni di euro dalla Svizzera. L' interrogatorio. Domani don Nunzio verrà interrogato a Regina Coeli dal gip Barbara Callari, per la convalida dell' arresto. E già il suo avvocato Silverio Sica (al quale è stato affiancato, per la vicenda romana, l' avvocato Franco Coppi) ha dichiarato che «chiarirà tutto, come ha già fatto con i magistrati salernitani», dove è sotto inchiesta per una storia di strani finanziamenti elargiti a fiduciarie di amici. «Monsignor Scarano - ha aggiunto il difensore - risponderà alle domande e spiegherà quale è stato il suo ruolo, dimostrando anche il suo disinteresse nella vicenda. Sono certo che non aveva alcun profitto e che ha agito solo per spirito di amicizia». I 61 assegni. Eppure, dagli accertamenti effettuati dagli uomini del Nucleo valutario della Guardia di finanza, diretti dal generale Giuseppe Bottillo, sono emersi diversi particolari sui quali dovrà dare spiegazioni. L' alto prelato è ufficialmente titolare di due conti correnti presso lo Ior. Uno è personale, l' altro denominato «fondo anziani», per la raccolta delle donazioni. Questo conto è finito al centro dell' indagine salernitana per un prelievo di 560 mila euro. È titolare anche di svariati depositi presso lo Ior e ha un conto alla filiale Unicredit di via della Conciliazione con un saldo che, al 2 settembre 2011, ammontava a circa 456 mila euro. Nell' ordinanza di custodia cautelare vengono, poi, citate due operazioni di mutuo da 600 mila euro l' una, effettuate sul conto Unicredit e su un altro deposito aperto presso una filiale Mps. Nel dicembre 2009 il monsignore decide di estinguere il primo contratto e lo fa con 61 assegni circolari di importi che oscillano tra i 2.000 e i 20.000 euro emessi da 17 banche diverse. Tutti intestati ad amici e parenti, con la causale «donazione». Da dove provengono realmente? Secondo una testimone interrogata nella parallela inchiesta di Salerno sarebbe stato proprio Scarano a incaricarla di compilare quegli assegni fornendole la lista degli intestatari. «Mi disse che i soldi arrivavano dallo Ior», ha chiarito la donna. All' interrogatorio di garanzia di Scarano faranno seguito quelli dei suoi due complici: il broker finanziario Giovanni Carienzo, detenuto a Napoli, e dell' ex sottufficiale dei Carabinieri Giovanni Maria Zito, all' epoca dei fatti, luglio 2012, distaccato presso l' Aisi ed ora recluso nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere. Sono i tre protagonisti della vicenda l' accusa è di concorso in corruzione. Per Scarano l' ulteriore imputazione di calunnia si riferisce ad una falsa denuncia di smarrimento di un assegno da 200 mila euro consegnato, in realtà, a Carienzo come saldo del compenso per il suo ruolo svolto. E sugli affari che toccano lo Ior torna il Codacons con l' annuncio di un esposto alla procura di Roma in cui si chiede di indagare per frode fiscale e riciclaggio «in relazione ad alcune compravendite sospette di immobili in capo alla banca vaticana». Nel mirino dell' associazione di utenti e consumatori gli immobili appartenuti ad una famiglia romana e donati alla banca vaticana. Il prete manager è stato sospeso dlal' incarico presso l' Aspa. Domani per lui primo interrogatorio, quello di garanzia dopo l' arresto. «Chiarità tutto» torna a dire l' avvocato difensore Silverio Sica nelle stesse ore in cui da Salerno parte la richiesta di rogatoria per il Vaticano finalizzata a fare luce sul fiume di denaro contante gestito dal prete manager.

http://www.lettera43.it/cronaca/ior-scaran...43675100911.htm

Ior, Scarano: «Io facevo un favore ai D'Amico»
L'alto prelato: «Non ho ottenuto nessun vantaggio personale».
Monsignor Nunzio Scarano.

Monsignor Nunzio Scarano.

Nel giorno del suo interrogatorio di garanzia, nel quale ha respinto tutte le accuse, monsignor Nunzio Scarano ha detto di aver fatto tutto per «fare un favore ai cugini Paolo e Cesare D'Amico», in virtù di un antico legame con il capostipite della famiglia di armatori, Giuseppe D'Amico, senza alcun interesse personale.
«IN BUONA FEDE». Un intervento, quindi, 'in buona fede', secondo quanto ha raccontato l'ex responsabile dell'Apsa Amministrazione del patrimonio della sede apostolica, accusato nell'ambito di un filone di indagini sullo Ior per il rientro in Italia di 20 milioni di euro degli armatori.
Il prelato ha detto di essere stato poi travolto dagli eventi, in particolare dagli atteggiamenti del broker Giovanni Carenzio e dello 007 Giovanni Maria Zito.
Scarano ha dichiarato, anche, di essere stato sollecitato dai D'Amico a mediare con Carenzio, cui erano affidati i soldi degli armatori in Svizzera, circa 40 milioni, per far rientrare il denaro in Italia.
UN RIMBORSO SPESE ECCESSIVO. L'operazione fu circoscritta a 20 milioni, e con la copertura offerta da Zito, il quale era in grado di organizzare il trasporto dei soldi eludendo i controlli aeroportuali.
La situazione è degenerata, ha sostanzialmente affermato il monsignore secondo quanto ricostruito, perché Carenzio ha fatto ostruzionismo e per le immotivate richieste di rimborso spese da parte di Zito: 600 mila euro, ritenute spropositate.
A proposito di quest'ultimo, e in particolare sulla denuncia di smarrimento di un assegno di 200 mila euro (episodio che è costato a Scarano l'accusa di calunnia), il prelato ha detto che si è trattata di una scelta improvvida e dettata dal timore di ritorsioni.



Lunedì, 01 Luglio 2013
 
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view post Posted on 3/7/2013, 15:00
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http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/VATI...ie/299430.shtml

Ior, dimissioni del direttore e del vice
Bagnasco: sono parte del volere del Papa

Gotti Tedeschi, si va verso l'archiviazione
PER APPROFONDIRE tagior, vaticano, bagnasco, gotti tedeschi, dimissioni, papa bergoglio
Il cardinale Bagnasco
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ROMA - «Il Santo Padre più volte ha detto che avrebbe fatto una revisione e una riforma dello Ior - ha detto il cardinale Angelo Bagnasco -
Non so se questo ultimo episodio delle dimissioni sia legato alla riforma, mi sembra che sia un episodio che si innesta in quella che è l'intenzione e la volontà precisa del Papa, questo è un episodio concreto».

Bagnasco, presidente della Cei e arcivescovo di Genova, ha sottolineato: «non conosco i termini della questione se non quello che si legge sui giornali».

Per Gotti Tedeschi si va verso l'archiviazione. Per la vicenda della movimentazione di 23 milioni di euro dello Ior depositati su un conto aperto presso il Credito Artigiano, operazioni ritenute sospette dalla procura di Roma, si prospetta una richiesta di archiviazione per l'ex presidente Ettore Gotti Tedeschi. A rischio richiesta di rinvio a giudizio sono Paolo Cipriani e Massimo Tulli.
Proprio ieri Cipriani, come direttore della banca della Santa Sede, e Tulli, vicedirettore, si sono dimessi. La procura di Roma, dopo tre anni di indagini, ha concluso l'inchiesta per violazione delle norme antiriciclaggio e, a giorni, notificherà il relativo avviso a Cipriani e Tulli. Si tratta della procedura, prevista dall'articolo 415 bis del codice di procedura penale, che anticipa la richiesta di rinvio a giudizio. A Cipriani e Tulli, in sostanza, si contesta di aver avallato operazioni finanziarie illecite. Per la procura lo Ior avrebbe infatti violato gli obblighi previsti dalle norme antiriciclaggio quando ha chiesto al Credito Artigiano di trasferire i 23 milioni di euro alla tedesca J.P. Morgan Frankfurt (20 milioni) ed alla Banca del Fucino (tre milioni). Non sarebbero invece emerse responsabiità da parte di Gotti Tedeschi, il quale, come figura di vertice dell'istituto di credito, non si sarebbe occupato di conti. Quella dei 23 milioni, sequestrati su iniziativa del procuratore aggiunto Nello Rossi e del sostituto Stefano Rocco Fava nel settembre 2010, è considerata la «inchiesta madre» delle operazioni sospette che hanno coinvolto lo Ior.
Martedì 02 Luglio 2013 - 17:49
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 03 Luglio - 11:50
 
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Il "Pink power" e la"conducta escandalosa" di mons. Battista Ricca, prelato fresco di nomina allo IOR

http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350551

Sullo IOR, tempesta doppia

Non solo le dimissioni dei suoi due massimi dirigenti operativi, ma anche le rivelazioni sul nuovo "prelato" nominato da Francesco. Venutone a conoscenza, il papa potrebbe presto revocarne la nomina

di Sandro Magister




ROMA, 3 luglio 2013 – Dal primo di questo mese l'Istituto per le Opere di Religione, IOR, è al centro di una doppia tempesta.

Doppia perché costituita non soltanto dalle clamorose dimissioni del direttore generale e del vicedirettore della controversa "banca" vaticana, Paolo Cipriani e Massimo Tulli, ma anche da un altro scandalo vicino ad esplodere, riguardante il "prelato" dello stesso IOR, monsignor Battista Ricca, fresco di nomina ad opera di papa Francesco.

*

Per quanto riguarda le dimissioni dei due massimi dirigenti operativi dello IOR, nel comunicato che ne ha dato notizia la sera di lunedì 1 luglio si legge che "dopo molti anni di servizio ambedue hanno deciso che questo atto sarebbe stato nel migliore interesse dell’Istituto stesso e della Santa Sede".

Il presidente dello IOR Ernst von Freyberg – che fino all'ultimo aveva espresso fiducia nei due e aveva asserito di "lavorare insieme con loro in modo veramente felice" – è stato incaricato di "assumere 'ad interim' le funzioni di direttore generale".

Freyberg ricoprirà questo ruolo provvisorio con l'aiuto di due fiduciari da lui scelti: il primo, Rolando Marranci, in qualità di vicedirettore e il secondo, Antonio Montaresi, come Chief Risk Officer.

Ma è stato annunciato che è già in corso la ricerca di un nuovo direttore generale e di un nuovo vicedirettore. Nonostante Freyberg cerchi ora di prendere le distanze dalla gestione di Cipriani e Tulli, anche per lui il futuro di presidente appare incerto.

Il colpo finale – ma solo l'ultimo di una serie – che ha indotto i due a dimettersi è stato l'arresto a fine giugno di monsignor Nunzio Scarano, fino a maggio responsabile contabile dell'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica ed esonerato da questo ruolo in seguito all'avvio di una indagine giudiziaria nei suoi confronti, da parte della magistratura italiana, per traffici illeciti di denari anche attraverso conti presso lo IOR, con ingenti e sospette movimentazioni, autorizzate dai massimi dirigenti dell'Istituto proprio mentre il Vaticano si era impegnato a conformarsi alle normative internazionali antiriciclaggio.

*

Quanto allo scandalo che minaccia di esplodere, riguardante il nuovo "prelato" dello IOR, va subito detto che il primo a sentirsene ferito – già fin d'ora – è proprio papa Francesco.

Jorge Mario Bergoglio ha nominato lo scorso 15 giugno monsignor Battista Ricca, 57 anni, "prelato" dello IOR proprio per collocare all'interno dell'Istituto una persona fidatissima in un ruolo chiave. Col potere statutario di accedere agli atti e ai documenti e di partecipare alle riunioni sia della commissione cardinalizia di vigilanza, sia del consiglio di sovrintendenza, cioè del board della “banca” vaticana.

Ricca presta servizio diplomatico presso la segreteria di Stato. Ma si è conquistata la fiducia del papa soprattutto per la familiarità dei rapporti intrecciati con lui in quanto direttore della Domus Sanctae Marthae – dove Francesco ha scelto di abitare – e di altre due residenze per sacerdoti e vescovi di passaggio a Roma, tra cui quella di via della Scrofa in cui Bergoglio usava soggiornare da cardinale.

Nel dare notizia della sua nomina a "prelato" dello IOR, i media di tutto il mondo sono stati concordi nel ricondurla personalmente al papa e nell'attribuire al personaggio una fama di "incorruttibile", di uomo adatto a "far pulizia".

Ma nel corso della sua carriera diplomatica, quando era in servizio all'estero, Ricca ha lasciato dietro di sé precedenti di segno diverso.

Dopo aver prestato servizio nell'arco di un decennio in Congo, in Algeria, in Colombia e in Svizzera, alla fine del 1999 si ritrova a lavorare in Uruguay col nunzio Janusz Bolonek, polacco, oggi rappresentante pontificio in Bulgaria. Ma al suo fianco resta per poco più di un anno. Nel 2001 Ricca è trasferito alla nunziatura di Trinidad e Tobago, per poi essere richiamato in Vaticano.

Il buco nero, nella storia personale di Ricca, è quell'anno da lui trascorso in Uruguay, a Montevideo, sulla sponda nord del Rio de la Plata, di fronte a Buenos Aires.

Ciò che provocò la rottura col nunzio Bolonek e il suo brusco trasferimento è riassumibile in due espressioni utilizzate da chi in Uruguay ha indagato riservatamente sul suo caso: "pink power" e "conducta escandalosa".

Papa Francesco era del tutto all'oscuro di questo precedente, quando ha nominato Ricca prelato dello IOR.

Ma nella seconda metà di giugno, con tutti i nunzi convenuti a Roma e incontrati di persona – anche durante il concerto in suo onore da lui disertato il 22 del mese –, è arrivato a convincersi, grazie non a una ma a più fonti inoppugnabili, di aver riposto fiducia nella persona sbagliata.

Dolore, gratitudine a chi gli ha aperto gli occhi, volontà di rimediare: sono questi i sentimenti raccolti dalla viva voce del papa, durante questi colloqui.

Ricca, venuto a conoscenza di ciò che si dice di lui in Uruguay, ha chiesto e ottenuto un incontro con Francesco, per difendersi e accusare.

Ma il papa sembra deciso ad agire sulla base delle informazioni avute. Forse più presto del previsto, perché in Uruguay lo scandalo pare vicino ad esplodere pubblicamente.

__________

Edited by GalileoGalilei - 3/7/2013, 16:45
 
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http://www.radioalfa.fm/home/news.php?n_fu...non-sono-nostri

ercoledì 03 luglio 2013 - 18:04
ROMA - Caso Scarano; D'Amico ai Pm, i 20 mln non sono nostri

I cugini Paolo e Cesare D’Amico, coinvolti nel caso giudiziario di mons. Nunzio Scarano, respingono le accuse e davanti ai magistrati oggi hanno affermato che i 20 milioni di euro oggetto delle indagini non erano loro. I due imprenditori del settore navale, discendenti dell’armatore salernitano Giuseppe D’Amico, hanno escluso “categoricamente”, come riferito da uno dei loro difensori, Vincenzo Crupi, la titolarità di quei soldi. I due sono stati interrogati dai pm romani nella veste di indagati per evasione fiscale nell’ambito dell’inchiesta sul fallito tentativo di far rientrare in Italia 20 milioni dalla Svizzera.
Paolo e Cesare D’Amico, assistiti anche dall’avvocato Antonio Fiorella, sono stati interrogati per oltre tre ore dai pm romani titolari del procedimento sfociato, venerdì scorso nell'arresto di monsignor Nunzio Scarano, 61 anni, originario di Salerno, dell’operatore finanziario Giovanni Carenzio e dell’ex agente segreto, Giovanni Maria Zito.
Paolo e Cesare D’amico hanno confermato di conoscere Scarano, legato da antico vincolo, con il capostipite Giuseppe D’Amico, e di aver avuto con lui rapporti finalizzati alla beneficenza e aiuti umanitari. In particolare, hanno citato la costruzione di una casa per anziani e di un campo di calcio per seminaristi a Salerno. Nel ribadire di essere rimasti "esterrefatti" per il loro coinvolgimento nell'inchiesta, entrambi hanno escluso di conoscere sia Carenzio sia Zito. Un altro componente della famiglia D'Amico indagato dalla procura di Roma, Maurizio, non si è presentato oggi davanti ai pm, avendo anticipato agli inquirenti che si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere.
Autore: Pino D'Elia
 
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view post Posted on 8/7/2013, 16:23
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www.ilmattino.it/salerno/scarano/notizie/301804.shtml

Monsignor Scarano racconta la sua verità e chiede la scarcerazione, domani decide il Riesame
Il suo avvocato: sta mantenendo fede all'impegno di collaborazione leale, oggi ha fornito agli inquirenti una serie di elementi utili
PER APPROFONDIRE: scarano, tribunale del riesame, inchiesta ior
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«Scarano - ha dichiarato l'avvocato Francesco Caroleo Grimaldi - sta mantenendo fede all'impegno di collaborazione leale». Oggi l'alto prelato, accusato di calunnia e di concorso in corruzione, ha fornito agli inquirenti una serie di elementi utili per il prosieguo delle indagini e, nel ribadire la sua buona fede in questa vicenda, ossia che voleva fare un favore ai D'Amico senza immaginare la tipologia di conseguenze alle quali sarebbe andato incontro, ha negato di essere lui il personaggio chiave della vicenda.

Una vicenda intricata anche alla luce delle dichiarazioni fatte da Paolo e Cesare D'Amico, discendenti dell'armatore Giuseppe D'Amico, indagati insieme con il cugino Maurizio per evasione fiscale, i quali hanno negato che i 20 milioni di euro che dalla Svizzera dovevano rientrare in Italia siano a loro riconducibili.

Domani il Tribunale del Riesame esaminerà la richiesta di revoca dell'ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di Scarano. Nell'istanza depositata dagli avvocati Caroleo Grimaldi, Silverio Sica e Luca Paternostro, si sottolinea che «non ricorre il pericolo di reiterazione della condotta».

Per la stessa vicenda sono detenuti, a Napoli, l'operatore finanziario Giovanni Carenzio e, nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, l'ex 007 Giovanni Maria Zito.

lunedì 8 luglio 2013 - 16:27 Ultimo aggiornamento: 16:48
 
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view post Posted on 10/7/2013, 01:23
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http://www.positanonews.it/articoli/98849/...vi_scenari.html

09/07/2013
Salerno. Scarano fa altri nomi, tremano i vip. Tre ore di interrogatorio, si aprono nuovi scenari.
Monsignor Nunzio Scarano
Monsignor Nunzio Scarano

Salerno. Nuovi scenari, nuove ipotesi investigative e, soprattutto, il coinvolgimento di altre persone rimaste finora estranee all’inchiesta. È quanto sarebbe emerso ieri mattina dal nuovo interrogatorio di monsignor Nunzio Scarano a Roma. Più di tre ore nel corso delle quali i magistrati inquirenti Nello Rossi e Stefano Pesci hanno confrontato le dichiarazioni rese sette giorni fa con quelle degli altri indagati e gli hanno chiesto di chiarire ulteriori episodi, precisando ruoli e date. Che siano emersi elementi di novità è confermato dalla circostanza che il verbale dell’interrogatorio è stato secretato. «Monsignor Scarano – si limitano a dire gli avvocati Francesco Caroleo Grimaldi e Silverio Sica – sta mantenendo fede all’impegno di una collaborazione leale con la magistratura». Una collaborazione che da ieri pare essersi arricchita di nuovi tasselli su un modus operandi che gli inquirenti sono certi non si sia limitato al tentativo, fallito, di far rientrare dalla Svizzera venti milioni di euro attribuiti agli armatori salernitani D’Amico. Paolo e Cesare D’Amico, indagati per evasione fiscale e interrogati pochi giorni fa, hanno detto di non saperne nulla, mentre Maurizio D’Amico (intercettato in alcune conversazioni con il prelato) si è avvalso della facoltà di non rispondete. Ieri però l’ecclesiastico ha ribadito la sua versione dei fatti, ha confermato che i venti milioni di cui trattava il rientro in Italia erano soldi degli armatori ed è tornato a dire di aver fatto da mediatore solo in virtù di vecchi rapporti di amicizia con la loro famiglia, senza alcun tornaconto personale. Una tesi, quest’ultima, a cui la Procura non crede, tanto più che in alcune intercettazioni con un altro indagato (il sacerdote romano don Luigi Noli) Scarano parla apertamente di «due, o due mezzo» che gli servono per concludere un’operazione immobiliare a Paestum. Adesso gli inquirenti stanno mettendo insieme tutti i tasselli, componendo un mosaico che incrocia i vertici dello Ior (direttore e vice si sono dimessi subito dopo l’arresto del sacerdote) e che potrebbe portare a nuovi sviluppi anche a Salerno, con il coinvolgimento di altre persone che si sarebbero rivolte al monsignore per occultare al fisco i loro proventi o sottrarre ai creditori il patrimonio di aziende prossime alla bancarotta. «Non sono io il personaggio chiave della vicenda» ha detto ieri Scarano ai magistrati, aprendo scenari che potrebbero chiamare in causa alte gerarchie ecclesiastiche e imprenditori di rilievo nazionale. Oggi il prelato salernitano si presenterà davanti ai giudici del Riesame, che devono decidere sulla richiesta di scarcerazione presentata dai suoi legali. «Non sussistono più le esigenze cautelari» hanno osservato nell’istanza che chiede almeno la concessione dei domiciliari, in una parrocchia dove il monsignore possa celebrare messe. Il Tribunale della libertà è chiamato a pronunciarsi sulle richiesta di scarcerazione anche degli altri due arrestati, l’agente segreto Giovanni Zito e il broker finanziario di Pompei, Giovanni Carenzio. Il primo ha rilasciato dichiarazioni spontanee dopo aver evitato l’interrogatorio avvalendosi della facoltà di rispondere; il secondo è rimasto finora in silenzio, ma ora ha chiesto di parlare e sarà ascoltato giovedì dai magistrati inquirenti. Entrambi contestano il reato di corruzione attributogli dalla Procura: l’avvocato di Zito, Nunzio Mastrogiovanni, ha spiegato che il suo assistito aveva lasciato i servizi segreti già all’epoca dei fatti; il legale del broker campano, Elio D’Aquino, parla invece di una forzatura giuridica, in quanto dalle stesse carte dell’inchiesta emergerebbe un rapporto corruttivo solo tra Scarano e Zito. Argomenti che porteranno oggi al Tribunale del Riesame, chiedendo la scarcerazione. (Clemy De Maio - La Città)



Inserito da:
Annalisa Cinque

http://noi.salerno.it/parroco-salernitano-...ni-di-euro.html

2013-07-09 Salerno di Redazione [Stampa Articolo]
Parroco salernitano indagato per corruzione, Scarano rivela ai giudici di aver ricevuto un compenso di 2,5 milioni di euro

Immagine Parroco salernitano indagato per corruzione, Scarano rivela ai giudici di aver ricevuto un compenso di 2,5 milioni di euro No alla scarcerazione di monsignor Nunzio Scarano: e' il parere espresso questa mattina dalla procura di Roma davanti al tribunale del riesame che deve pronunciarsi in merito all'istanza presentata dai difensori del presule, detenuto dal 28 giugno con l'accusa di corruzione e calunnia per aver tentato di trasferire in Italia 20 milioni di euro dalla Svizzera degli armatori D'Amico. Intanto dei 20 milioni di euro, era previsto per monsignor Nunzio Scarano un compenso di 2,5 milioni di euro. E' quanto emerge dalla lettura del verbale dell'interrogatorio di garanzia svoltosi il 1 luglio scorso davanti al gip Barbara Callari a Regina Coeli. Monsignor Scarano, per oltre tre ore, quel giorno ha risposto alle domande del giudice difendendosi dalle accuse di corruzione e calunnia attraverso la ricostruzione delle varie fasi dell'operazione che lo hanno visto protagonista insieme con il broker Giovanni Carenzio e l'ex agente dell'Aisi Giovanni Maria Zito. In una delle risposte date al gip il monsignore precisa che la somma di denaro in questione sarebbe stata considerata un prestito da restituire e che un milione era stato destinato alla costruzione di una chiesa. Con il resto del denaro avrebbe risolto suoi problemi finanziari.
 
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