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L'imbroglio della Sindone

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view post Posted on 23/8/2007, 13:30
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SS._Sindone_03_-_ridimensionata



www.scienzaonline.com/archeologia/sindone.html

Una lettura della sindone di Torino

Gran parte del dibattito relativo alla sindone di Torino si riduce alla questione «se la figura visibile sul telo sia quella di Gesù di Nazaret detto il Cristo»: solo nell'eventualità di una risposta positiva la sindone sarebbe autentica, degna di rispetto e di venerazione, mentre nel caso contrario sarebbe un falso.

Anche se spesso viene formulato in maniera diversa, quasi soltanto questo è l'interrogativo alla base delle indagini sul lino conservato a Torino. Per rendersene conto basta immaginare l'eventualità che un giorno si arrivi a dimostrare che «l'uomo della sindone è un certo XY», cioè non Gesù di Nazaret: l'interesse per l'oggetto cadrebbe istantaneamente e nessuno, a parte forse gli archeologi, si preoccuperebbe più del destino di questo oggetto.

Per sciogliere l'enigma – postosi con chiarezza solo nell'ultimo secolo – sono state battute varie strade, tra le quali lo studio storico e filologico, l'esame chimico e biofisico delle tracce rilevabili sul tessuto, l'elaborazione informatica dell'impronta, la datazione del lino (test del radiocarbonio).

Simili indagini, comunque, vengono spesso pregiudicate dal fatto di presupporre per assodata una prima conclusione, ovvero che l'immagine sulla sindone sia l'impronta lasciata da un corpo maschile un tempo vivo.

Al contrario, invece, questo è un aspetto cruciale, che è di fondamentale importanza discutere e chiarire: perché se analizzando la questione si dovesse giungere a concludere che l'immagine non è quella di un corpo umano, bensì il frutto di un artificio, ogni discorso successivo dovrebbe cambiare.
Qui si propone ora un esame dei punti rilevanti della questione seguendo una prospettiva differente da quella ordinaria, che sembra consentire di giungerfe a una conclusione soltanto dopo aver valutato i dati e non prima.

Le caratteristiche dell'immagine
Poiché si tratta di interpretare una figuravisibile su un telo di lino, converrà prima di tutto osservare con attenzione le caratteristiche dell'immagine.

A un primo apprezzamento è facile distinguere una figura umana, frontale in una metà del telo e dorsale nell'altra metà, che rappresenta un uomo con barba e capelli lunghi, disteso con le mani incrociate a coprire il pube, e con piccoli rivoli di liquido (sangue) in alcune aree quali fronte, capelli, braccia.

A un'ispezione più dettagliata, tuttavia, si scopre che...


L'immagine frontale del telo è lunga 205 centimetri; quella dorsale 209. Le due figure non sembrano poter essere impronte di un unico corpo, perché è noto che una persona risulta avere sempre la medesima altezza, indipendentemente dal lato dal quale viene raffigurata.


La figura frontale mostra le due mani libere e sovrapposte all'altezza del pube. Il problema è che una simile posizione è inconciliabile con quanto è possibile attendersi da un cadavere, dato che può essere mantenuta solo da chi operi uno sforzo muscolare attivo per rimanere fermo.

Quando in un corpo inanimato le braccia vengono disposte in quel modo, tendono subito a riaprirsi cadendo di lato.


Le dita della mano posta inferioremente all’altra misurano oltre 20 centimetri, il che rappresenta un’aberrazione anatomica di notevole entità. Non c'è traccia di una simile anomalia nell'altra mano.


Un'altra strana peculiarità della mano posta inferiormente: il secondo dito, cioè l'indice, è più lungo del terzo, cioè il medio. È un'anomalia inspiegabile, dato che in una mano umana il dito più lungo è sempre il medio.


L'immagine raffigura la testa disposta sullo stesso piano del corpo (così come accade quando una persona è in piedi). Va tenuto presente a questo proposito che quando un cadavere viene collocato in posizione supina il capo si riversa all'indietro e il mento rimane un po' più in alto rispetto al piano della fronte.

Una stoffa deposta sul corpo aderirebbe maggiormente alla parte prominente del mento, alla punta del naso e alle arcate sopracciliari, e non toccherebbe per nulla o quasi le guance, la bocca, le orbite. Sulla figura sindonica non ci sono tracce di un simile effetto prospettico.


Il volto, così come altre porzioni anatomiche della figura (le gambe, ad esempio), non è deformato. Qualunque impronta su stoffa di un viso o di quelle altri parti del corpo mostra invece sempre distorsioni evidentissime, dovute alla tridimensionalità, ovvero alla sporgenza di alcuni dettagli anatomici quali il naso.

In particolare, manca sulla sindone ogni segno di allargamento in senso laterale della faccia, tale da giustificare l'ipotesi che l'immagine si sia formata a contatto di un volto umano.


Sulla fronte, tra i capelli e sulle braccia si notano segni allungati interpretati come sgocciolature di sangue (in verità si tratta di linee dipinte nel Cinquecento replicandone altre precedenti: ved. il punto 13).

È noto che ogni fuoriuscita di sangue da lesioni cutanee può lasciare una traccia filiforme; ma è esperienza comune che appoggiando a una ferita un pezzo di stoffa rimangono su quest'ultimo macchie schiacciate e rotondeggianti. Se sul telo fossero rimaste reali impronte di sangue (o di altro liquido), avrebbero avuto una forma assai più allargata.


Ancora a proposito delle apparenti macchie di sangue. È inverosimile che un rivolo di sangue tra i capelli di una persona mantenga un aspetto filiforme: la regola è che i capelli finiscano per "impastarsi", aggrovigliandosi. Anche in questo caso le impronte su una stoffa appoggiata alle macchie di sangue sono indefinite e confuse.


Gli apparenti rivoli di sangue alle braccia della figura sindonica seguono percorsi ben definiti, che sono assolutamente diversi da ciò che succede quando una persona tiene le braccia sollevate e aperte, come per una crocefissione.

In quest'ultimo caso il sangue (o altra sostanza liquida) tende a dirigersi obliquamente verso l'esterno del braccio e il gomito, e non a correre lungo l'asse del braccio o perpendicolarmente ad esso.

9Bis. Un'ultima considerazione sulle apparenti macchie di sangue dell'«uomo della sindone», in riferimento però alla storia di Gesù narrata nei Vangeli.

Questi testi affermano che prima della sepoltura il corpo di Gesù venne cosparso con una gran quantità di unguenti (ben 33 kg). Non si sbaglia ipotizzando che ciò ebbe l'effetto di eliminare, o comunque coprire e confondere, ogni traccia di sangue e di sudore: l’eventuale «testimonianza» sindonica appare totalmente incongrua con i racconti evangelici.


L'immagine sindonica consiste in tracce indelebili che interessano soltanto lo strato superficiale del tessuto: qualunque siano state le modalità con le quali si è originata, va tenuto presente che in nessun punto ha interessato l'intero spessore del telo.
I riferimenti storici
A proposito della storia documentata del telo oggi conservato a Torino, si devono ricordare almeno i seguenti passaggi.


La prima comparsa della sindone che oggi è a Torino avvenne nel 1353 a Lirey, in Francia. Il vescovo del luogo ne vietò l'ostensione (l'esposizione al pubblico), perché secondo lui si trattava di una falsa reliquia. A quell'epoca di sindoni con immagini di Gesù morto se ne erano viste già parecchie e ogni volta che se ne bruciava o distruggeva una ne compariva un'altra.


Diversi anni dopo la prima proibizione, i proprietari del telo tornarono a esporlo in pubblico. Il nuovo vescovo ribadì il divieto del predecessore, scrivendo al papa che si trattava di un «abile trucco» e che l'artefice aveva confessato ciò che aveva fatto. Ne seguì una lunga diatriba, che coinvolse le gerarchie ecclesiastiche, il re di Francia e i proprietari dell'oggetto.

Alla fine, nel gennaio del 1390, l'antipapa Clemente VII stabilì che l'ostensione della sindone era concessa a patto che si avvisassero i fedeli che sul telo c'era una raffigurazione artistica di Cristo, e non la vera impronta del suo corpo.


Nel 1503 la sindone venne sottoposta a una «prova di autenticità», per dimostrare che l'immagine non era stata dipinta, e fu quindi immersa in olio bollente. Nel 1532 il telo fu lambito dalle fiamme per un incendio scoppiato nelle vicinanze e il fuoco venne domato a forza di secchiate d'acqua.

Poiché a seguito di tutto ciò alcuni dettagli dell'immagine si erano sbiaditi, il papa autorizzò le suore del convento annessoalla chiesa ove si conservava il telo a «ripassare» con ocra rossa i segni ancora distinguibili che sembravano tracce di sangue.


Per centinaia di anni, dimsotrando una sorta di mentalità magica, i pellegrini che si sono recati a pregare davanti alla sindone hanno appoggiato contro il telo pezzi di stoffa di loro proprietà, nella convinzione di renderli sacri per contatto. Per lunghi periodi, inoltre, il telo è rimasto esposto all'aria aperta ed è stato maneggiato senza cure o protezioni particolari.


Sindone, anticamente, era un termine che designava un indumento corto (una specie di mutanda) messo ai cadaveri per coprir loro i genitali. Non indicava affatto un telo funebre di notevole lunghezza.
Indagini scientifiche
Molta parte del dibattito recente sulla sindone verte intorno alle indagini scientificheeffettuate, ai metodi impiegati e ai risultati ottenuti.

Non ha molta importanza discutere delle prove che rimangono controverse o di quelle che, pur essendo sostanzialmente chiare, vengono contestate da una parte degli studiosi (come avviene per il test al radiocarbonio, che malgrado alcuni errori di calcolo compiuti inizialmente dai ricercatori ha fatto risalire con certezza al Medioevo il lino con il quale è stato tessuto il telo sindonico: ritenuto affidabile dalla comunità scientifica, il test è ora rifiutato dai sindonologi che pure in precedenza l'avevano richiesto).

Evitando diatribe superflue su temi ancora aperti, conviene soffermarsi su alcuni riscontri scientifici sui quali c'è accordo unanime.


In diversi punti del telo corrispondenti alle apparenti impronte di sangue sono state rinvenute tracce di ferro. Ora, il ferro è componente del sangue (nell'emoglobina) ma anche del colorante usato dalle monache nel Cinquecento per ridisegnare le macchie «ematiche» sbiadite (ved. punto n. 13).


Alcuni pollini rintracciati sulla sindone sono stati identificati con quelli di piante tipiche, tra l'altro, della Palestina. Nel valutare questo dato non si deve dimenticare l'uso di appoggiare al telo sindonico altre stoffe di proprietà dei pellegrini che giungevano da ogni parte (ved. punto 14). Su queste stoffe c'erano di sicuro miriadi di pollini, depositatisi così del tutto naturalmente e casualmente sul lino della sindone.


È stata operata un'elaborazione al computer dell'impronta sindonica, nell'intento di costruire un'immagine tridimensionale della figura.

Ebbene, osservandola si rilevano facilmente tre cose: la prima è che i segni delle bruciature del 1532 danno origine a prominenze tridimensionali esattamente analoghe a quelle di tutta la restante figura, salvo che essendo più intensi delle altre tracce producono rilievi più elevati; la seconda è che le tracce di sicura pittura (ovvero quelle del «sangue») non danno luogo a dettagli tridimensionali; la terza è che tutta la figura, ma in particolare la porzione della testa, assomiglia più a un bassorilievo che a una struttura a tutto tondo qual è un corpo umano.
Una conclusione possibile
Il primo elemento che spicca dall’insieme delle indicazioni ricordate è una migliore definizione di quel che la sindone non è. L'impronta sul telo non è quella di un corpo umano (punti 1, 3, 4, 6, 7, 8, 9, 11, 12), né è una raffigurazione esatta di un corpo umano (tutti i punti 1-9).

Non è un'immagine dipinta (punto 10), salvo che in alcuni dettagli (punto 13); e l'elaborazione al computer (punto 18) nonché la caratteristica generale della figura (punti 2, 5 e 6) propongono l'eventualità di un modello di partenza non completamente tridimensionale.

Le vicende storiche e le vicissitudini attraversate dall'oggetto forniscono inoltre una spiegazione dei riscontri scientifici contraria all'«autenticità» della reliquia (punti 16 e 17).

Dopo aver considerato che cosa probabilmente la sindone di Torino non è, c’è da chiedersi che cosa invece può essere, e come si è formata l'immagine.

Tenendo presente che ha tutto l'aspetto di essersi prodotta per una leggera bruciatura delle fibre superficiali del lino (punti 10 e 18) e che la sagoma di partenza appare appiattita (punti 5, 6, 18), la risposta più lineare che si può avanzare è che l'impronta sindonica sia stata costruita nel Medioevo appoggiando un telo a un lungo bassorilievo (o meglio, un altorilievo) riscaldato, raffigurante di fronte e di retro un uomo morto per crocefissione, e lasciando «colorire» lo strato superficiale delle fibre del lino.

Questa ipotesi non rappresenta una novità, in quanto negli ultimi decenni è stata discussa da diversi autori anche se con leggere varianti: ha il pregio di essere l'unica ad accordarsi a tutto ciò che è noto del telo di Torino, sia a seguito di riscontri visivi e strumentali, sia in considerazione dei documenti storici.

L'eventualità del bassorilievo riscaldato scaturisce soprattutto dal riscontro dell'elaborazione informatica dell'immagine: sia perché i segni dell'incendio del 1532 danno al computer lo stesso genere di effetto delle altre tracce, con rilievi tanto più evidenti quanto più le bruciature sono state intense, sia perché all'osservazione si distingue proprio un effetto-bassorilievo, e non un corpo a tutto tondo, nella figura ricostruita.

Le anomalie anatomiche (punti n. 1-9), e in particolare la mancata distorsione dell'immagine del viso e delle gambe (punto n. 5), si spiegano con imperfezioni sul modello di partenza, delle quali l'artista ha avuto ragione di non preoccuparsi troppo dato che l'immagine finale sarebbe stata abbastanza confusa da porre in secondo piano le incongruenze.

Inoltre la costruzione artificiosa della «reliquia» rende comprensibile il rifiuto all'ostensione da parte delle prime autorità ecclesiastiche che si occuparono della faccenda, e spiega l'improprietà linguistica (punto 15), in quanto non essendo un oggetto pervenuto dall'antichità il telo ha ricevuto un nome inesatto da parte di persone non approfondite in lingua e cultura antica.

Nel valutare complessivamente l'ipotesi del bassorilievo riscaldato, infine, è importante tener presente che nessuna delle altre spiegazioni che possono essere (e sono state) avanzate per spiegare l'immagine e l'origine del telo di Torino è così linearmente in accordo con tutto ciò che si può osservare e si sa di certo su questo oggetto, senza essere contemporaneamente in contraddizione con alcun riscontro sperimentale, scaturito o meno da indagini scientifiche.

Autore: Massimo Biondi

Edited by GalileoGalilei - 10/8/2011, 16:23
 
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view post Posted on 17/12/2007, 13:03
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http://notizie.alice.it/notizie/politica/2...o,13656115.html

CHIESA/ PER LA PRIMA VOLTA UNA 'DOCUFICTION' SU SINDONE DI TORINO
Film-documentario su enigmatico Sudario, presentazione mercoledì
postato 51 min fa da APCOM
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Città del Vaticano, 17 dic. (Apcom) - Per la prima volta, arriva la storia della Sindone raccontata in una 'docufiction'. Si intitola "La Sacra Sindone, la Storia" il documentario realizzato da Francesca Saracino (Edizioni Mimep-Docete 2007 2 Dvd+libro), che sarà presentato mercoledì, alle 12.30, a Roma.

"Questo film-documentario - informa una nota - cerca di seguire le tracce dell'enigmatico Sudario, dalla sua preistoria orientale, alla supposta presenza a Costantinopoli all'epoca della quarta Crociata, fino alla ricomparsa documentata in Europa: una ricerca che a tratti assume i sapori del giallo internazionale, e spesso evoca atmosfere da epopea cavalleresca, dove si è costretti nell'analisi critica delle fonti a discernere tra il vero e il falso, tra il probabile e il verosimile, in un intreccio di pellegrini oranti, documenti canonici, discendenti di crociati, preti, dame, cavalieri Templari, e atti processuali. Un affascinante viaggio che ci porta alla riscoperta di uno dei più grandi misteri ancora oggi esistenti".

Il cofanetto contiene due dvd, la docufiction "La Sacra Sindone, la Storia" e "La Sacra Sindone, la Scienza", oltre a una intervista inedita a Emanuela Marinelli, sindonologa che ripercorre le indagini scientifiche condotte sulla reliquia in cento anni di ricerche. In allegato al cofanetto viene distribuito il libro "La Santa Sindone e la scienza medica" di Giuseppe Toscano, che analizza le ferite dell'uomo della Sindone dal punto di vista medico.
 
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pippo777
view post Posted on 17/12/2007, 21:55




fiction??
quindi una specie di romanzo per tentare di trovare nuovi creduloni???
 
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view post Posted on 23/3/2008, 14:34
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Oggi, Pasqua, il TG1 ha superato sé stesso nella sua propaganda vaticana.

Il como è stato riproporre le solite tesi sull'imbroglio della sindone, richiamando una sgangherata trasmissione della BBC.

Non ha detto niente di nuovo la BBC, ma ripetuto i soliti "dubbi" che si fondano sulla fantasia.

Come noto le prime fonti certe di quel telo sono del 1348, proprio nel mezzo dell'intervallo di datazione dei 3 diversi istituti incaricati di datarlo scientificamente per conto della Curia di Torino.

Proprio il periodo di maggior produzione di false reliiquie.

Una immagine di 2 metri e 14 centimenti, una statura enorme per un ebreo di 2000 anni fa, la cui statura media era di 1 metro e mezzo.

Una immagine che presenta le mani sull'inguine, mentre è notorio che ai cadaveri le mani non reggono in quella posizione e cadono a livello del suolo.

Una immagione di cui lo stesso papa (successivamente dichiarato antipapa) del tempo delle prime notizie certe imponeva di dichiarare che fosse una raffigurazione, ossia un'opera d'arte.

Cosa avrebbe detto di nuovo la BBC sulle prove dell'imbroglio della sindone?

E' un pessimo esempio di ricostruzione fantasiosa, disancorata dalla realtà, che i soliti giornalisti ansiosi di vedere miracoli negli oggetti rilanciano, non avendo voglia di occuparsi di niente di più serio.
 
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view post Posted on 24/3/2008, 06:47
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Come immaginavo il falso scoop è una balla. Sono i giornalisti ad averci costruito sopra con la fantasia. Lo scienziato protagonista della trasmissione conferma la datazione:

http://www.antoniolombatti.it/B/Blog01-08/...50EF34C8A9.html
 
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view post Posted on 24/3/2008, 09:51
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...a prescindere dall'autenticità, tutta la "storia" indica sempre quante contraddizioni contraddistinguono i dettami della religione cattolica!
 
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La Ruota
view post Posted on 28/4/2008, 21:07




Sindone di Torino
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La Sindone di Torino, nota anche come Sacra Sindone, è un lenzuolo di lino conservato nel Duomo di Torino, sul quale è impressa l'immagine di un uomo che porta i segni di torture, maltrattamenti e di una possibile crocefissione. Sebbene l'argomento sia largamente dibattuto, molti identificano l'uomo con Gesù e il lenzuolo con quello che fu usato per avvolgerne il corpo quando egli, morto, fu deposto nel sepolcro.

Il termine "sindone" deriva dal greco σινδών (sindon), che indica un tessuto di lino di buona qualità. Il termine è ormai diventato sinonimo del lenzuolo funebre di Gesù.

Le esposizioni pubbliche della Sindone sono chiamate ostensioni (dal latino ostendere, "mostrare"). Le ultime sono state nel 1978, nel 1998 e nel 2000; la prossima è prevista per il 2025.


Storia

Tutti gli storici sono d'accordo nel ritenere documentata con sufficiente certezza la storia della Sindone a partire dalla metà del XIV secolo, data della sua apparizione. Sulla sua storia precedente e sulla sua antichità non vi è accordo. La datazione radiometrica con la tecnica del Carbonio 14, eseguita scientificamente nel 1988 ha datato la realizzazione del lenzuolo in un intervallo di tempo compreso tra il 1260 e il 1390. Alcuni studiosi contestano questi risultati e ritengono che la Sindone sia l'autentico lenzuolo funebre di Gesù.

Secondo questi, la Sindone di Torino risalirebbe alla Palestina del I secolo; gode inoltre di molto credito tra di essi l'ipotesi che essa sia da identificare con il mandylion o "Immagine di Edessa", un'immagine di Gesù molto venerata dai cristiani d'Oriente, scomparsa nel 1204 (questo spiegherebbe l'assenza di documenti che si riferiscano alla Sindone in tale periodo).

[...]

Leggi tutto: http://it.wikipedia.org/wiki/Sindone
 
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La Ruota
view post Posted on 28/4/2008, 21:27




Altre fonti:

Sito ufficiale della Sindone
http://www.sindone.org/it/telo/sindone_storia.htm
http://www.sindone.org/it/telo/sindone_scienza.htm

Sindone di Torino - di Mariano Tomatis
http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=100420

La Sindone di Torino fu anche la tovaglia dell'Ultima Cena?
http://www.nostreradici.it/Sindone_liturgia.htm

La Sindone di Torino e il mistero ancora da svelare
http://video.google.it/videoplay?docid=4721269706252097255

La Sindone di Torino confermata come falso
http://www.yeshua.it/articolo_sindone_2.htm
http://www.news.com.au/story/0,10117,15693406-401,00.html

Archeonotizie - Una sindone di batteri
http://www.edicolaweb.net/nw11_03a.htm

La Stampa - "Esami forse sbagliati" Sindone, giallo senza età
http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/c.../5769girata.asp

UAAR Ferrara - La Sindone come Fotografia
http://uaarferrara.wordpress.com/2007/10/0...e-fotografia-2/

E l'uomo creò la Sindone - Di Vittorio Pesce Delfino
http://books.google.it/books?id=s3YaZ6fvUi...k&hl=it#PPP1,M1

Verità sulla Sindone
http://www.preghiereagesuemaria.it/libri/l...a%20sindone.htm

Sindone: da Leonardo...
http://traspi.net/notizia.asp?IDNotizia=3039

La Sindone da Vinci. Le rivelazioni sul clamoroso falso di Leonardo
http://www.unilibro.it/find_buy/Scheda/lib...i_leonardo_.htm

La Passione Secondo Leonardo
http://civiltalaica.splinder.com/tag/sindone

L'impossibilità di falsificazione sulla Sindone
http://www.italiamiga.com.br/artecultura/a...lla_sindone.htm

Edited by La Ruota - 3/5/2008, 19:35
 
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La Ruota
view post Posted on 29/4/2008, 20:09




Mi piacerebbe discutere su questo argomento, sulle prove a favore o contro l'autenticità di questo oggetto.
Sappiamo che il desiderio di certi studiosi cristiani è dimostrare che la sindone sia effettivamente il lenzuolo di Gesù, il desiderio di certi studiosi non cristiani dimostrare che essa sia un fortunato esempio di falso. La mia impressione è che entrambe le fazioni omettano particolari scomodi alla propria linea di pensiero, o che forzino le prove a proprio favore.
 
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view post Posted on 29/4/2008, 20:45
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Qualche tempo fa fu aperto un thread a proposito: https://laici.forumcommunity.net/?t=8507518

Comunque gli argomenti sulla falsità della sindone sono numerosi

1) La datazione al cabonio 14 fatta da 3 diversi istituti su commissione della Curia di Torino tra il 1260 e il 1390.

2) Le prime notizie storiche del telo coincidono con la datazione, 1350 circa. Prima non si ha alcuna notizia storica ma solo leggende fantasiose spacciate per "storia".

3) Il XIV secolo è il periodo di maggior produzione delle false reliquie.

4) Il papa allora regnante in Francia (dove apparve la sindone), successivamente dichiarato antipapa, autorizzò l'ostensione del telo a patto che si dicesse che era una raffigurazione, ossia un'opera d'arte, di cui era noto l'autore.

5) L'uomo della sindone è alto 2,09 cm, un'altezza inimmaginabile per un ebreo di 2000 anni fa, che aveva un'altezza media di un metro e mezzo

6) La posizione della mani dell'uomo della sindone sono all'altezza del pube, ossia a mascherare una parte impudica per un artista del XIV sec. Ma un cadavere non riesce a tenere le braccia in quella posizione, perché le braccia cadono al livello del suolo.

Ecc ecc ecc.

Un pacchiano imbroglio insomma.

Edited by GalileoGalilei - 29/4/2008, 22:18
 
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Arammigu
view post Posted on 29/4/2008, 21:07




...che strano,questo fantomatico dio avrebbe dedicato la maggior parte del suo tempo a fare miracoli,apparizioni,santi e reliquie annesse...soltanto ad una parte dell'umanità,per giunta la minoranza!...che sia un dio razzista?o un dio inventato? :D
 
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La Ruota
view post Posted on 30/4/2008, 21:32




Il mio interesse è scaturito da una discussione che ho avuto settimana scorsa, una delle persone con cui dibattevo si diceva un "sindonista", ma penso che abbia letto solo il libri "con l'imprimatur".
Avevo già visto trasmissioni e letto un libro sull'argomento anni fa, ma avevano il patrocinio della Santa Madre Chiesa.
Fa sorridere che proprio quelli che si oppongono la scienza, la usino (erroneamente) per dimostrare la veridicità di eventi soprannaturali, ma a cosa più assurda è che la maggior parte sostenitori della Sindone pretendano di definirla come come lenzuolo di Gesù solo peché non si sia capito come avrebbero potuto fabbricarla nel Medioevo. Mai nessuno che si domanda: "Perchè Gesù risorgendo avrebbe dovuto lasciare un immagine?".

Di primo occhio l'imagine della Sindone suscita dei dubbi: nonostante si dica che l'immagine è tridimensionale, sembra abbastanza appiattita, tanto da non sembrare affatto che il lino abbia seguito le forme di un uomo. Anzi, ha più l'aspetto di una fotografia e come sostiene Nicholas Allen (La Sindone come fotografia) era possibile fabbricarla nel 1300 con le tecniche e le sostanze all'epoca conosciute. I sostenitori della natura miracolosa dell'oggetto si attaccano al fatto che la fotografia non era stata ancora inventata, ma non era stata inventata ufficialmente, non è detto che nessuno conoscesse o avesse scoperto tecniche fotografiche poi morte. Gli archeologi faticano a spiegare come gli antichi egizi abbiano potuto costruire le piramidi, ma non tirano certo in ballo storie di alieni o déi (a parte i fantarcheologi).

Massimo Biondi (Una lettura della sindone di Torino) fa una chiara esposizione sulle incongruenze dell'immagine e l'anatomia del soggetto. Prendendo le misure sulla Sindone si direbbe che Gesù fosse davvero un ragazzone: un marcantonio di ben due metri. Non è che chi ha presumibilmente fabbricato l'immagine abbia interpretato letteralmente la parola "Altissimo"?

Guarda caso la datazione del carbinio-14 coincide con la prima documentazione della Sindone, il 1353.
I sostenitori dell'originalità della reliquia accusano gli incendi, l'immersione in olio bollente e i batteri di aver falsato i risultati dell'esame. Il C-14 non è altro che un isotopo che si forma nella troposfera e stratosfera a causa dell'esposizione del carbonio ai raggi cosmici, diventa parte integrante degli organismi (tra cui il lino), dunque il suo decadimento in azoto-14 avviene in 5730 anni. Il decadimento interessa il nucleo degli atomi, il calore non influisce sulla velocità di questo processo, semmai fosse avrebbe dovuto restituire una datazione più antica. Un effetto diverso potrebbe averlo il materiale d'apporto, quale olio, batteri o particelle incombuste, ma decisamente trascurabile in percentuale. La data risultante sarrebbe leggermente allontanata dall'anno 33 d.C. , non il 1300!

Ci sono due fatti che giocano a favore dei sostenitori della Sindone:
- nel Medioevo si rappresentavano i buchi dei chiodi nel palmo della mano invece che nei polsi, un falsario dell'epoca li avrebbe fatti così;
- sono presenti pollini della Palestina, ma si pensa che potrebbero essere stati portati da pellegrini venuti a venerare il lenzuolo, anche con il contatto fisico.

Qualche domanda mia: ammesso e non concesso che un uomo risorga, emetterebbe luce? L'effetto di questa luce sarebbe la proiezione di un immagine come su un negativo? Si vedrebbero le ombre delle insenature, pieghe cutanee, persino dei pettorali? Una moneta sull'occhio, in quanto oggetto opaco ed inanimato, non lascerebbe un'ombra nera?
Mi sembra LEGGERMENTE più probabile l'ipotesi della falsificazione, poi Dio avrebbe tempo da perdere per questi giochi di prestigio?

La prova più importante che la Sindone non è l'immagine regalata da Gesù risorto è che tutte le prove storiche su Gesù presentate dalla Chiesa sono false (interpolazioni a documenti), tutte le Verità predicate si sono rivelate favole, tutte le profezie hanno fallito, la Chiesa ha minacciato per secoli chi non crede con l'astuta bugia dell'Inferno, ha torturato e ucciso i miscredenti. Perchè quest'ultima prova dovrebbe essere autentica? Perchè Dio avrebbe fornito un oggetto mistico di questo calibro, dando potere ad un'associazione criminale pagana sessuofobica (ma nel frattempo pedofila, necrofila, coprofila e feticista)?

E poi, ragazzi, diamoci una svegliata, siamo nel 2008: Cristo non è risorto, come è vero che gli asini non volano.

Edited by La Ruota - 1/5/2008, 00:43
 
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pippo777
view post Posted on 1/5/2008, 20:24




NON è CREDDIBILE PERCHè L'IMMAGINE NON è SIMILE ALLE FIGURE DEL TEMPO DI GESù...
MA RAPPRESENTA UN CAVALIERE DEL MEDIOEVO COME CE LI PRESENTA L'ICONOGRAFIA DI QUEL TEMPO.
 
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view post Posted on 2/5/2008, 12:11
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Questa storia dei pollini è una palla.

1) La sindone è stata a contatto di milioni di pellegrini, anche provenienti dall'oriente

2) I pollini volano nell'aria e quindi possono facilmente essere trasportati dal vento

3) Gran parte delle false reliquie erano fabbricate proprio in Medio oriente, specialmente nell'Impero Bizantino in dissoluzione.

Sui chiodi della mano: non era sconosciuto il sistema di crocifissione nel medioevo. Anzi, esistono raffigurazioni medievali di crocifissi in quel modo: http://www.cicap.org/piemonte/cicap.php?co...ection=speciale

Sul sistema del negativo: nel medioevo era conosciute e praticate le tecniche dell'altorilievo e del bassorilievo: bastava poggiare un telo su una statua per avere l'immagine di quel telo. Non c'era bisogno di fare i fotografi per conoscere il sistema.
 
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La Ruota
view post Posted on 2/5/2008, 12:36




Non rimangono molte prove a favore della natura miracolosa della Sindone...

CITAZIONE (GalileoGalilei @ 2/5/2008, 13:11)
Sul sistema del negativo: nel medioevo era conosciute e praticate le tecniche dell'altorilievo e del bassorilievo: bastava poggiare un telo su una statua per avere l'immagine di quel telo. Non c'era bisogno di fare i fotografi per conoscere il sistema.

Sai dirmi secondo quale procedimento naturale o artificiale?
 
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42 replies since 23/8/2007, 13:30   1249 views
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