Laici Libertari Anticlericali Forum

Ora di religione

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pippo777
view post Posted on 2/6/2009, 20:53




nello stato di diritto :o:
 
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vaticANO
view post Posted on 2/6/2009, 20:57




La cosa che poi mi sorprende di più è che il fatto sia avvenuto a Cesena.
Non a Canicattì, a Cesena, provincia rossa da una vita, una tra le più comuniste di sempre.

 
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view post Posted on 3/6/2009, 13:09
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http://www.padovanews.it/content/view/51303/88889088/

Shariah cattolica PDF Stampa E-mail
Pubblicato da Ludovico Polastri
03-06-2009
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ImageIl 2009 è stato proclamato anno mondiale dell'astronomia e più precisamente anno galileiano in onore del grande scienziato che ebbe il coraggio di puntare il primo cannocchiale della storia, in quel di Padova, verso il cielo e far osservare agli increduli porporati del tempo che il cielo era pieno stelle, che la luna non era perfetta ma piena di monti e valli. Il sistema tolemaico, imperniato sulla centralità della terra andò definitivamente in crisi. Correva l'anno 1610.

Per aver fatto questa scoperta lo scienziato pisano fu costretto ad umiliarsi davanti alla bigotteria ed ignoranza della chiesa cattolica che lo costrinse ad abiurare, relegandolo infine agli arresti domiciliari. Meno fortuna ebbe Giordano Bruno che nel 1600 fu bruciato vivo dalla santissima vergognosa inquisizione cattolica che per seicento anni, dal 1200 al 1800 bruciò vivi donne e uomini rei solo di non essersi piegati alla religione cristiana.

Nonostante le aperture più di facciata che di sostanza fatte dalla chiesa cattolica in questo periodo c'è da rimaner quanto meno stupiti nell'apprendere dalla stampa che possano succedere fatti come quello accaduto al liceo Righi di Cesena, dove un docente è stato sospeso con decurtazione dello stipendio per due mesi per aver distribuito un questionario circa la volontà da parte degli alunni di voler frequentare o meno l'ora di religione. L'evento ha provocato un'enorme indignazione in molte persone. La notizia è stata commentata da centinaia di persone su tantissimi blog. Sapere come sono andate le cose effettivamente penso sia un'operazione molto ardua ed in cui è meglio non addentrarsi, probabilmente in medium stat virus. Tuttavia bisogna dire che la chiesa cattolica, disorientata e confusa, sta usando la debolezza dello stato italiano, che si dice laico, come strumento di repressione. E questo è vergognoso.

Era già successo un caso analogo quando un docente di italiano all'istituto Casagrande di Terni era stato sospeso per un mese per aver staccato il crocefisso dall'aula. Lo stato italiano, che ormai non rappresenta più i cittadini che si sentono lontani dai politici e dalle loro porcherie sta diventando il lacchè dei preti, assecondando ogni richiesta che provenga dalla Santa Sede, elargendo milioni di euro alle scuole cattoliche a spese della cultura pubblica, mortificando i propri docenti non appena applicano sul campo il concetto di laicità tanto sbandierato da Fini. Vergogna. Un post di un lettore, apparso sul quotidiano "Corriere della sera" ha riassunto bene la questione in discussione:

"Il liceo Righi di Cesena, è una scuola controllata da cl e opus dei. Noi cesenati laici sappiamo bene quali pratiche si svolgono, quale sistema di propaganda viene messo in atto. I preti che insegnano al liceo Righi sono ben conosciuti a Cesena e si sa di quale "corrente" fanno parte. Uomini il cui sguardo non mi è mai piaciuto, eccetto uno, il mio ex parroco, brav'uomo, ora non più vivo purtroppo. E' da anni che si sa come vanno le cose lì e anche in altre scuole, come un po' in tutta Italia. Il potere della chiesa comunque sta svanendo. Non incutono più paura a nessuno, solo ad anziani e sempliciotti. Il potere si fonda sulla paura. I giovani se ne fregano della chiesa. I muscoli che mostrano in questi tempi sono le ultime riserve accumulate in millenni di crimini e menzogne. Sono destinati a perdere".

Sono destinati a perdere, non fanno più paura a nessuno. Per fortuna, dico io. Ma allora, chi è"laico" oggi? Colui che vuole ed accetta il cosiddetto dialogo interreligioso? Oppure chi è un "mangiapreti"? Non penso. Non lo penso perché il dialogo interreligioso non ha nessun senso di esistere in quanto ogni religione tira l'acqua al proprio mulino e tutte le religioni, in fondo, sono fondametaliste.

Laico oggi è chi ha il coraggio di aprire la propria mente ad esperienze diverse da quelle dogmatiche, che ha la forza di difendere la propria indipendenza di pensiero, che approfondisce il concetto di essere al mondo, di esserci non per un dio o un prete da adorare ma perché il nostro compito è proprio quello di alzare gli occhi al cielo, come aveva fatto Galileo, e sentire dentro di sé di appartenere ad un Tutto che si può solo "intuire", "sentire", senza aver bisogno di un altro uomo che porta un simbolo religioso.Per fortuna parte della chiesa cattolica sta cambiano; gli effetti del Concilio Vaticano II si stanno facendo sempre più sentire e le aperture che la chiesa cattolica dovrà fare saranno presto o tardi, inevitabili di fronte alla spinta delle nuove generazioni che, giustamente, non si devono piegare ai dogmi religiosi. Penso anche io che siano destinati a perdere e che non facciano più paura a nessuno però, se possibile, facciamoglielo capire.



Ludovico Polastri
 
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view post Posted on 11/8/2009, 18:42
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http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/p/itali..._scrutini.shtml

Tar “boccia” i prof di religione,
no a scrutini e crediti
11 agosto 2009

HOME > ITALIA
STAMPA INVIA COMMENTA Nominati dal Vescovo e scelti dalla Curia, con diritti “minori” rispetto ai loro colleghi ordinari, ma con eguali “poteri” di valutazione e formazione dei crediti. Sono gli insegnanti di religione nei confronti del quali ora tutto potrebbe cambiare.

Se la sentenza del Tar Lazio, che ha accolto un ricorso della Consulta per la laicità, troverà conferma in sede di appello e nelle conseguenti “obbligazioni” che la sentenza stessa impone.

Cosa dice la sentenza del Tar del Lazio?

I docenti di religione cattolica non possono partecipare `a pieno titolo’ agli scrutini ed il loro insegnamento non può avere effetti sulla determinazione del credito scolastico: a stabilirlo è appunto il Tar del Lazio, che con la sentenza n. 7076 ha accolto i ricorsi presentati, a partire dal 2007, da alcuni studenti, supportati da diverse associazioni laiche e confessioni religiose non cattoliche, che chiedevano l’annullamento delle ordinanze ministeriali firmate dall’ex ministro Giuseppe Fioroni e adottate durante gli esami di Stato del 2007 e 2008.

La bocciatura delle ordinanze è stata spiegata dal Tar attraverso motivazioni che non entrano nel merito della questione, ma si soffermano su concetti di principio: «in una società democratica - affermano i giudici - certamente può essere considerata una violazione del principio del pluralismo il collegamento dell’insegnamento della religione con consistenti vantaggi sul piano del profitto scolastico e quindi con un’implicita promessa di vantaggi didattici, professionali ed in definitiva materiali».

Ne consegue che l’inclusione della religione nella `rosa’ delle materie da cui scaturiscono i giudizi degli allievi è ritenuta illegittima: secondo il Tar questa interpretazione, data dal ministero dell’Istruzione, «appare aver generato una violazione dei diritti di libertà religiosa e della libera espressione del pensiero; nonché di libera determinazione degli studenti relativamente all’insegnamento della religione cattolica».

Vengono così accolte in pieno le richieste formulate dalle diverse associazioni coordinate dalla Consulta romana per la Laicità delle istituzioni e dall’associazione `per la Scuola della Repubblica’ (che giudicano la «sentenza illuminante») assistite dagli avvocati Massimo Luciani, Fausto Buccellato e Massimo Togna.

Ad esse il Tar ha riconosciuto la richiesta di salvaguardia dei valori di carattere morale, spirituale e/o confessionale che «sono tutelati - secondo i giudici regionali - direttamente dalla Costituzione e che quindi come tali non possono restare estranei all’alveo della tutela del giudice amministrativo».

Nella sentenza, emessa il 18 luglio e resa nota in questi giorni, i giudici fanno menzione anche del principio della laicità dello Stato, enunciato dalla Corte Costituzionale (sentenza n.203/89), ritenuto garanzia dello Stato per la salvaguardia della libertà religiosa, in regime di pluralismo confessionale e culturale: «sul piano giuridico, un insegnamento di carattere etico e religioso, strettamente attinente alla fede individuale, non può assolutamente - sottolinea il Tar- essere oggetto di una valutazione sul piano del profitto scolastico».

Partendo da questo concetto di fondo lo stesso metro va adottato per i crediti formatici utilizzati dai commissari della maturità, derivanti da esperienze extra-curricolari svolte nell’ultimo triennio delle superiori e che hanno incidenza diretta nella formazione del punteggio finale (fino a 25 punti), Per i giudici del tribunale del Lazio «l’attribuzione di un credito formativo ad una scelta di carattere religioso degli studenti e dei loro genitori, quale quella di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche, dà luogo ad una precisa forma di discriminazione, dato che lo Stato Italiano non assicura identicamente la possibilità per tutti i cittadini di conseguire un credito formativo nelle proprie confessioni ovvero per chi dichiara di non professare alcuna religione in Etica Morale Pubblica».

Quindi, ha precisato ancora la sentenza, «lo Stato, dopo aver sancito il postulato costituzionale dell’assoluta, inviolabile libertà di coscienza nelle questioni religiose, di professione e di pratica di qualsiasi culto `noto’, non può conferire ad una determinata confessione una posizione `dominante’».



http://www.affaritaliani.it/ultimissime/fl...er=110809192257

Scuola/ Tar, illegittima presenza prof religione a scrutini Martedi, 11 Agosto 2009 - 19:22
E' illegittima la partecipazione "apieno titolo" agli scrutini da parte degli insegnanti direligione cattolica, e di conseguenza sono da ritenersiillegittimi i crediti scolastici per l'ora di religione.Perche' diversamente si determinerebbe nelle scuole pubblicheuna forma di discriminazione a danno di chi non professa lareligione cattolica, ovvero professa altre confessioni e pero'non si vede assicurata analoga possibilita' di creditoformativo. E' quanto stabilisce la sentenza n. 7076 del 17 luglioscorsa del Tar del Lazio, che ha accolto due ricorsi propostiper l'annullamento delle Ordinanze ministeriali emanatedall'allora ministro dell'Istruzione Fioroni per gli esami diStato del 2007 e 2008 che prevedevano la valutazione dellafrequenza dell'insegnamento della religione cattolica ai finidella determinazione del credito scolastico, e di conseguenzala presenza, per l'appunto, agli scrutini da parte degliinsegnanti di religione cattolica. A dare notizia dellasentenza del Tar e' la Consulta romana per la laicita' delleistituzioni. Il Tar ha affermato - dice la Consulta - che"l'attribuzione di un credito formativo ad una scelta dicarattere religioso degli studenti e dei loro genitori, qualequella di avvalersi dell'insegnamento della religione cattolicanelle scuole pubbliche, da' luogo ad una precisa forma didiscriminazione, dato che lo Stato Italiano non assicuraidenticamente la possibilita' per tutti i cittadini diconseguire un credito formativo nelle proprie confessioniovvero per chi dichiara di non professare alcuna religione inEtica Morale Pubblica".
 
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view post Posted on 11/8/2009, 20:12
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Tanto per ricordarlo, le ordinanze ministeriali annullatte dal TAR furono emanate dall'allora ministro dell'istruzione Fioroni del PD.
 
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view post Posted on 12/8/2009, 09:01
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http://www.ansa.it/opencms/export/site/not...1644249230.html

2009-08-12 08:49
Valdesi: bene Tar, passo avanti laicita'
ROMA - "Siamo soddisfatti dalla decisione del Tar del Lazio perché rappresenta un passo in avanti verso una scuola più giusta, senza differenze o privilegi, e vera una maggiore laicità dello Stato". E' il commento della moderatrice della Tavola Valdese, Maria Bonafede, a proposito di quanto stabilito oggi dal Tar del Lazio che, accogliendo due ricorsi proposti per l'annullamento delle ordinanze ministeriali emanate dall'allora ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, ha stabilito che frequentare l'ora di religione non può portare crediti aggiuntivi agli studenti che si presentano agli esami di maturità e che gli insegnanti di religione cattolica non possono partecipare a pieno titolo agli scrutini. "E' una decisione positiva - ha aggiunto Bonafede interpellata dall'ANSA -. Se il Tar ha stabilito così vuol dire che era giusto ricorrere perché c'era un privilegio a beneficio di alunni e insegnanti di una certa materia che dovrebbe essere, oltretutto, facoltativa. Sono molto soddisfatta - ha concluso - e mi auguro che la decisione possa essere duratura".
 
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view post Posted on 12/8/2009, 09:30
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http://www.clandestinoweb.com/number-news/...testano-do.html

AVVENIRE - ORA RELIGIONE: UN TENTATIVO MALDESTRO,PROTESTANO DOCENTI

mercoledì 12 agosto 2009

12 ago. - "La decisione del Tar laziale ha gia' suscitato la legittima protesta dei docenti , per l'evidente tentativo, gia' per altro portato avanti anche nel recente passato, di emarginare l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche italiane". Lo scrive il quotidiano cattolico Avvenire commentando la sentenza del Tar del Lazio della quale si e' avuta notizia oggi. Per il giornale della Cei, siamo davanti a "un tentativo alquanto maldestro.
La sentenza del Tar, infatti, arriva dopo la conclusione dei lavori della commissione paritetica Ministero dell'Istruzione-Cei, che ha deciso all'unanimita' di passare dalla votazione con gli 'aggettivi' (sufficiente, buono...) ai voti numerici.
Quando la decisione sara' avallata dal Consiglio di Stato, anche il voto di religione - sottolinea il quotidiano cattolico - fara' media e il problema dei crediti sara' quindi superato una volta per tutte".
"Questa sentenza e' semplicemente assurda", tuona Nicola Incampo, docente e membro della commissione paritetica Ministero-Cei per la valutazione dell'insegnamento della religione cattolica.
"Gia' nel 2006 - prosegue l'insegnante intervistato da Avvenire - una sentenza del presidente del Consiglio di Stato, organo giudicante di grado superiore rispetto al Tar, aveva gia' dichiarato la legittimita' delle ordinanze del ministro Fioroni. Non si capisce, quindi, come adesso i giudici amministrativi possano tornare indietro pronunciandosi su una questione gia' definita a livello superiore".
Per Avvenire, "un'altra incongruita' del dispositivo del Tar riguarda la presunta 'discriminazione' contenuta nell'ordinanza Fioroni. Per i giudici, infatti, frequentare l'ora di religione non puo' essere considerato meritevole di crediti scolastici aggiuntivi, rispetto a chi, invece, ha deciso di non avvalersi dell'insegnamento".
"Ma non e' cosi' - protesta Incampo - . Mentre la precedente ordinanza Berlinguer prevedeva, questa si', i crediti soltanto per chi aveva deciso di frequentare l'ora di religione, il ministro Fioroni ha dato la possibilita' di accumulare crediti a tutti, anche a chi frequenta attivita' sostitutive. Mi sembra evidente, in definitiva, il tentativo di estromettere, a colpi di sentenze, l'insegnamento della religione dai programmi scolastici".
 
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view post Posted on 12/8/2009, 09:58
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http://www.uaar.it/news/2009/08/08/tar-laz...-ora-religione/

TAR Lazio: illegittimi i crediti scolastici per l’ora di religione

Con sentenza n. 7076 del 17 luglio 2009 il Tar del Lazio ha accolto due ricorsi proposti per l’annullamento delle Ordinanze ministeriali emanate dall’allora Ministro P.I. Fioroni per gli esami di Stato del 2007 e 2008 che prevedevano la valutazione della frequenza dell’insegnamento della religione cattolica ai fini della determinazione del credito scolastico, e la partecipazione “a pieno titolo” agli scrutini da parte degli insegnanti di religione.
Il TAR ha affermato che “l’attribuzione di un credito formativo ad una scelta di carattere religioso degli studenti e dei loro genitori, quale quella di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche, dà luogo ad una precisa forma di discriminazione, dato che lo Stato Italiano non assicura identicamente la possibilità per tutti i cittadini di conseguire un credito formativo nelle proprie confessioni ovvero per chi dichiara di non professare alcuna religione in Etica Morale Pubblica”.
Motiva ancora la sentenza che l’interpretazione data dal Ministero dell’Istruzione “ha portato all’adozione di una disciplina annuale delle modalità organizzative degli scrutini d’esame, che appare aver generato una violazione dei diritti di libertà religiosa e della libera espressione del pensiero; nonché di libera determinazione degli studenti relativamente all’insegnamento della religione cattolica”.
I ricorsi sono stati promossi a partire dal 2007 da alcuni studenti e studentesse con numerose associazioni laiche e confessioni religiose non cattoliche (elenco completo a fine comunicato) coordinate dalla Consulta Romana per la Laicità delle Istituzioni e dall’ Associazione “per la Scuola della Repubblica” ed assistite dagli Avvocati prof. Massimo Luciani, Fausto Buccellato e Massimo Togna. Ad esse il TAR ha riconosciuto la richiesta “di tutela di valori di carattere morale, spirituale e/o confessionale che […] sono tutelati direttamente dalla Costituzione e che quindi come tali non possono restare estranei all’alveo della tutela del giudice amministrativo”
La sentenza 7076/2009 del TAR del Lazio è importante perché dà una concreta applicazione al principio supremo della laicità dello Stato nei termini in cui era stato affermato dalla Corte Costituzionale nella nota sentenza n.203/1989.
Il TAR, dopo aver ricordato il principio della laicità dello Stato, enunciato dalla Corte Costituzionale come “garanzia dello Stato per la salvaguardia della libertà religiosa, in regime di pluralismo confessionale e culturale (C. Cost. n.203/89), ha precisato che “sul piano giuridico, un insegnamento di carattere etico e religioso, strettamente attinente alla fede individuale, non può assolutamente essere oggetto di una valutazione sul piano del profitto scolastico”, la scelta di avvalersi o meno dell’insegnamento dell’insegnamento della religione cattolica deve essere assolutamente libera e in nessun modo condizionata. “In una società democratica” ha affermato il TAR, “certamente può essere considerata una violazione del principio del pluralismo il collegamento dell’insegnamento della religione con consistenti vantaggi sul piano del profitto scolastico e quindi con un’implicita promessa di vantaggi didattici, professionali ed in definitiva materiali”.
A tal proposito, ha precisato ancora la sentenza che “lo Stato, dopo aver sancito il postulato costituzionale dell’assoluta, inviolabile libertà di coscienza nelle questioni religiose, di professione e di pratica di qualsiasi culto “noto”, non può conferire ad una determinata confessione una posizione “dominante” - e quindi una indiscriminata tutela ed un’evidentissima netta poziorità – violando il pluralismo ideologico e religioso che caratterizza in defettibilmente ogni ordinamento democratico moderno”, infatti “qualsiasi religione- per sua natura - non è né un’attività culturale, né artistica, né ludica, né un’attività sportiva né un’attività lavorativa, ma attiene all’essere più profondo della spiritualità dell’uomo ed a tale stregua va considerata a tutti gli effetti”.
La sentenza è illuminante su quali siano oggi i confini posti dalla legge all’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche. Le associazioni e le confessioni promotrici dei ricorsi continueranno ad operare per garantire il rispetto di tali limiti ed auspicano che il Ministero dell’Istruzione prenda atto dell’illegittimità delle ordinanze e non le riproponga negli anni a venire.
8 agosto 2009

LE ASSOCIAZIONI PROMOTORI DEI RICORSI
Consulta Romana per la Laicità delle Istituzioni
Comitato Insegnanti Evangelici Italiani (CIEI)
Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia
Comitato torinese per la Laicità della scuola
Tavola Valdese
CRIDES - Centro Romano di Iniziativa per la Difesa dei Diritti nella Scuola
FNISM – Federazione Nazionale degli Insegnanti
Associazione Democrazia Laica
Associazione “XXXI ottobre per una scuola laica e pluralista (promossa dagli evangelici italiani)”
Associazione Nazionale del Libero Pensiero “Giordano Bruno”
UAAR- Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti
Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni
Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del 7° Giorno
Alleanza Evangelica Italiana
Associazione “per la Scuola della Repubblica”
Comitato Bolognese Scuola e Costituzione
C.I.D.I. “Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti”
Coordinamento Genitori Democratici
Associazione Scuola Università e Ricerca “As.SUR”
Chiesa Evangelica Luterana in Italia
Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia
Movimento di Cooperazione Educativa
UCEI – Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
Federazione delle Chiese Pentecostali

http://www.uaar.it/news/2009/08/12/tar-e-crediti-scolastici/

TAR e Crediti scolastici

Sabato scorso (cfr. relativa Ultimissima) abbiamo dato notizia della sentenza con cui il TAR del Lazio ha accolto due ricorsi, presentati da diverse associazioni laiche (tra cui l’UAAR) e alcune confessioni religiose di minoranza, che chiedevano l’annullamento delle ordinanze dell’allora ministro Fioroni (PD) per gli esami di Stato del 2007 e 2008, laddove prevedevano la valutazione della frequenza dell’insegnamento della religione cattolica ai fini della determinazione del credito scolastico e la partecipazione “a pieno titolo” agli scrutini da parte degli insegnanti di religione.
La notizia è stata improvvisamente enfatizzata ieri dai mezzi di informazione italiani (ANSA, Repubblica, Corriere della Sera), generando reazioni nel mondo politico. Fioroni si è difeso sostenendo di aver “dato attuazione a un quadro legislativo e a una normativa precedente e vigente”, dimenticando però che due anni fa fu proprio lui a chiedere al Consiglio di Stato, e con successo, la sospensione di una analoga sentenza del TAR (cfr. Ultimissima dell’1 giugno 2007). Un particolare rilievo è stato dato dai mass media a Paola Binetti (PD), secondo la quale la sentenza avvallerebbe un criterio discriminatorio nei confronti dei docenti, perché creerebbe dei docenti di serie A e di serie B.
Alla deputata teodem l’UAAR ricorda che quello di religione è inevitabilmente un docente diverso dagli altri: non entra infatti in ruolo superando un normale concorso pubblico, ma è “scelto” dal suo vescovo. E questa è già una validissima ragione per non creare studenti di serie A e di serie B: basti pensare all’enorme di differenza di trattamento (economica, giuridica, educativa) tra gli studenti che si avvalgono dell’IRC e gli studenti che scelgono una materia alternativa. L’UAAR, nel ribadire la propria soddisfazione per la sentenza, si augura che essa rappresenti solo il primo passo verso l’affermazione concreta nelle istituzioni scolastiche del principio costituzionale di laicità dello Stato: l’ora di religione rappresenta ancora un privilegio a favore di una specifica confessione religiosa, una circostanza inammissibile in una società sempre più plurale e sempre più secolarizzata. L’UAAR sa benissimo che non sarà un impegno facile: proprio perché le famiglie e la società si rendono progressivamente sempre più distanti dal magistero ecclesiastico, l’ora di religione rappresenta per la Chiesa italiana il principale strumento attraverso cui mantenere vivo il proprio condizionamento ambientale.
 
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Felipe-bis
view post Posted on 12/8/2009, 17:08




http://www.unita.it/news/politica/87277/la..._stato_e_chiesa

La laicità secondo Stato e Chiesa
Il concetto di libertà religiosa e laicità, richiamato in campo dalla polemica sull'ora di religione, è da tempo argomento che in Italia divide. Il confronto-scontro contrappone due grandi categorie: coloro che si identificano come «laici», di sinistra e di destra, i quali pretendono l'esclusione della religione e dei suoi simboli dalla vita pubblica; e i «cattolici», che, pur riconoscendo l'autonomia di Stato e Chiesa, ritengono legittima la proiezione della dimensione religiosa nella dinamica sociale. I primi invocano l'idea di laicità nella forma più radicale, come separazione tra temporale e spirituale; i secondi richiamano la «sana laicità », nelle forme delineate dal magistero della Chiesa.

La laicità dello Stato, non indifferenza ma neutralità.
Diversamente dalla carta costituzionale di altri Stati, la Costituzione italiana non qualifica lo Stato come stato laico, e in essa neppure compaiono i termini «laico» e «laicità ». Il principio di laicità dello Stato - elevato a rango supremo, non suscettibile di revisione costituzionale - compare significativamente nella giurisprudenza della Corte Costituzionale nel 1989, con la sentenza 203 in materia di insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche. In essa la Corte sottolinea che il principio supremo di laicità dello Stato «implica non indifferenza dello Stato dinanzi alle religioni, ma garanzia dello Stato per la salvaguardia della libertà di religione, in regime di pluralismo confessionale e culturale». Muovendo proprio dalla sentenza 203/1989 - «madre di tutte le sentenze» in materia di laicità dello Stato - e analizzando le altre pronunce del giudice delle leggi, ne deriva che in Italia il principio di laicità è sintesi di diritti individuali e garanzie per le istituzioni religiose: in primo luogo l'uguaglianza senza distinzione di religione, il diritto di professare liberamente la propria fede religiosa (purchè non in contrasto con l'ordine morale e non pericolosa per l'ordine pubblico), il riconoscimento dei diritti inviolabili dell'uomo. Ma anche il riconoscimento della reciproca indipendenza e sovranità dello Stato e della Chiesa cattolica nei rispettivi ambiti e l'eguale libertà delle confessioni religiose. Non, dunque, una laicità che - sul modello francese - implichi indifferenza dello Stato nei confronti delle religioni.

Al contrario una laicità fondata sulla garanzia di neutralità dello Stato per la salvaguardia della libertà di religione in regime di pluralismo confessionale e culturale. E, secondo i giuristi cattolici, con piena legittimazione alla proiezione nella dinamica sociale; con esclusione di tale proiezione, secondo i giuristi non cattolici.

La "santa laicità" nel magistero della Chiesa.
È fuor di dubbio - secondo il magistero cattolico - che in un sistema permeato da «sana laicità » non può essere la Chiesa «a indicare quale ordinamento politico e sociale sia da preferirsi, ma è il popolo che deve decidere liberamente; allo stesso modo, lo Stato non può considerare la religione come un semplice sentimento individuale, che si potrebbe confinare al solo ambito privato. Al contrario, la religione, essendo anche organizzata in strutture visibili, come avviene per la Chiesa, va riconosciuta come presenza comunitaria pubblica». La «sana laicità » - ha spiegato Papa Benedetto XVI in un discorso di alcuni mesi fa - implica «l'effettiva autonomia delle realtà terrene non certo dall'ordine morale, ma dalla sfera ecclesiastica. Non può essere, pertanto, la Chiesa a indicare quale ordinamento politico e sociale sia da preferirsi, ma è il popolo che deve decidere liberamente i modi migliori e più adatti di organizzare la vita politica. Ogni intervento diretto della Chiesa in tale campo sarebbe un'indebita ingerenza». D'altra parte - ha sottolineato Papa Ratzinger - la «sana laicità » comporta che lo Stato «non consideri la religione come un semplice sentimento individuale, che si potrebbe confinare al solo ambito privato. Al contrario, la religione, essendo anche organizzata in strutture visibili, come avviene per la Chiesa, va riconosciuta come presenza comunitaria pubblica».

In base a queste considerazioni - ha osservato il Papa - «non è certo espressione di laicità, ma sua degenerazione in laicismo, l'ostilità a ogni forma di rilevanza politica e culturale della religione»; come pure «non è segno di sana laicità il rifiuto alla comunità cristiana, e a coloro che legittimamente la rappresentano, del diritto di pronunziarsi sui problemi morali che oggi interpellano la coscienza di tutti gli esseri umani, in particolare dei legislatori e dei giuristi. Non si tratta, infatti, di indebita ingerenza della Chiesa nell'attività legislativa, propria ed esclusiva dello Stato - ha concluso il Papa - ma dell'affermazione e della difesa dei grandi valori che danno senso alla vita della persona e ne salvaguardano la dignità ».
12 agosto 2009
 
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Felipe-bis
view post Posted on 12/8/2009, 17:36




http://www.resistenzalaica.it/index.php?op...d=1669&Itemid=1

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Il rispetto dei diritti civili a colpi di sentenze
Cecilia Maria Calamani - [email protected]
martedì 11 agosto 2009
Proprio qualche mese fa, sul blog, ci chiedevamo se l’ordinanza introdotta dall’ex ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni – secondo la quale la frequenza dell’ora di religione o dell’ora alternativa può concorrere al credito formativo degli studenti - rispettasse il supremo principio di laicità dello Stato sancito nella nostra Costituzione.
Nelle scuole superiori, infatti, non esistono percorsi alternativi all’insegnamento della religione cattolica (IRC) e i ragazzi che scelgono di non avvalersene sono costretti a bighellonare in istituto o fuori, a seconda delle indicazioni dei genitori.

Maturare credito formativo con la frequenza al corso di religione cattolica, quindi, porta come logica conseguenza la discriminazione dei ragazzi non cattolici. A peggiorare la situazione sono intervenuti poi i recenti tagli al personale docente inferti dall’attuale ministro Mariastella Gelmini, che hanno eliminato anche la più remota speranza di poter istituire corsi alternativi per carenza di insegnanti.
La risposta è arrivata dal Tar del Lazio che, con sentenza n. 7076 del 17 luglio 2009 ha accolto due ricorsi per l’annullamento dell’ordinanza dell’ex ministro Fioroni per gli esami di Stato del 2007 e 2008. I ricorsi sono stati presentati da alcuni studenti insieme a numerose associazioni laiche (tra cui l’UAAR) e confessioni religiose non cattoliche (*).

Il TAR ha affermato che “l’attribuzione di un credito formativo ad una scelta di carattere religioso degli studenti e dei loro genitori, quale quella di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche, dà luogo ad una precisa forma di discriminazione, dato che lo Stato Italiano non assicura identicamente la possibilità per tutti i cittadini di conseguire un credito formativo nelle proprie confessioni ovvero per chi dichiara di non professare alcuna religione”.

Nella sentenza si legge ancora: “Lo Stato, dopo aver sancito il postulato costituzionale dell’assoluta, inviolabile libertà di coscienza nelle questioni religiose, di professione e di pratica di qualsiasi culto ‘noto’, non può conferire ad una determinata confessione una posizione ‘dominante’ - e quindi una indiscriminata tutela ed un’evidentissima netta priorità – violando il pluralismo ideologico e religioso che caratterizza ogni ordinamento democratico moderno”. “Qualsiasi religione – continua la sentenza - per sua natura non è né un’attività culturale, né artistica, né ludica, né un’attività sportiva né un’attività lavorativa, ma attiene all’essere più profondo della spiritualità dell’uomo ed a tale stregua va considerata a tutti gli effetti”.

Un importante successo, quindi, è stato raggiunto. Ma la strada è ancora lunga.
Rimane, ad esempio, l’anomalia tutta italiana voluta nel 2003 da un altro eccelso ministro dell’Istruzione, Letizia Moratti: lo stipendio degli insegnanti di religione, scelti dalla Curia a suo insindacabile giudizio, viene pagato dallo Stato italiano. E se il Vescovo non rinnova l’incarico annuale a uno di loro, questi può accedere alle graduatorie per l’insegnamento di altre discipline, magari superando in punteggio colleghi entrati in ruolo per regolare concorso e non per nomina vescovile.

Questa sentenza del TAR del Lazio ci fa riflettere su una situazione più generale, che riguarda la palese prevaricazione dei basilari diritti dei cittadini presente in alcune leggi recentemente approvate o in via di approvazione.

Il Parlamento legifera in barba alla Costituzione e poi starà agli organismi preposti - qualora interpellati - e infine alla Corte costituzionale verificare la costituzionalità di quanto promulgato.

Così è stato per la legge 40 sulla procreazione assistita, per i matrimoni omosessuali e ora per il credito formativo derivante dalla frequenza dell’ora di religione, .

Così sarà, probabilmente, anche per la futura legge sul testamento biologico che, almeno nella sua odierna formulazione, nega il principio di autodeterminazione dell’individuo. Se sarà approvata, bisognerà aspettare un nuovo caso Englaro - ammesso che qualcuno abbia la forza e la determinazione per portarlo avanti - per scoprire che vìola vari articoli della Costituzione.

Ma intanto le leggi diventano esecutive e il principale regista e beneficiario di tali editti - la Chiesa cattolica - soddisfatto dagli indiscutibili risultati, ricambierà il favore alla prima occasione utile, solitamente le elezioni.

_______________________________________________

(*) Elenco delle associazioni promotrici dei ricorsi:

Consulta Romana per la Laicità delle Istituzioni
Comitato Insegnanti Evangelici Italiani (CIEI)
Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia
Comitato torinese per la Laicità della scuola
Tavola Valdese
CRIDES - Centro Romano di Iniziativa per la Difesa dei Diritti nella Scuola
FNISM – Federazione Nazionale degli Insegnanti
Associazione Democrazia Laica
Associazione “XXXI ottobre per una scuola laica e pluralista (promossa dagli evangelici italiani)”
Associazione Nazionale del Libero Pensiero “Giordano Bruno”
UAAR- Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti
Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni
Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del 7° Giorno
Alleanza Evangelica Italiana
Associazione “per la Scuola della Repubblica”
Comitato Bolognese Scuola e Costituzione
C.I.D.I. “Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti”
Coordinamento Genitori Democratici
Associazione Scuola Università e Ricerca “As.SUR”
Chiesa Evangelica Luterana in Italia
Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia
Movimento di Cooperazione Educativa
UCEI – Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
Federazione delle Chiese Pentecostali

 
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fermakon
view post Posted on 12/8/2009, 22:59




Era ora che lo scandaloso intervento di Fioroni verrà rimosso. E adesso vedremo chi, della maggioranza, correrà in aiuto degli immondi prof di religione, oltretutto assunti in spregio di regole costituzionali. Stronzi! :lol:
 
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view post Posted on 13/8/2009, 08:57
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http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=128058

Il ministro preanuncia ricorso al Consiglio di Stato
"Religione a scuola, ruolo da accrescere"

Per il ministro Gelmini quella del Tar del Lazio "è una sentenza che discrimina non solo gli insegnanti, ma tutti gli studenti e le famiglie che scelgono di seguire l'ora di religione. E questo -rimarca il ministro dell'Istruzione- non è accettabile".

Roma, 13-08-2009

"L'insegnamento della religione cattolica è definito dal Concordato tra Stato e Chiesa e non può essere rivisto senza rivedere il Concordato. E non mi pare che la cosa sia all'ordine del giorno". In tre diverse interviste, al Giornale, al Messaggero e alla Stampa, il ministro Mariastella Gelmini chiarisce le ragioni che l'hanno spinta a presentare ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar del Lazio che ha valuta illegittima la presenza degli insegnanti di religione agli scrutini scolastici.

Per il ministro quella del Tar del Lazio "è una sentenza che discrimina non solo gli insegnanti, ma tutti gli studenti e le famiglie che scelgono di seguire l'ora di religione. E questo -rimarca il ministro dell'Istruzione- non è accettabile".

Non sono al servizio della Cei
Quanto alle accuse di un governo che 'obbedisce' alle parole dei vescovi, Gelmini replica: "Non c'entra nulla. Io ho risposto al Tar del Lazio che ha interpellato il mio dicastero e le mie competenze. I vescovi poi hanno protestato perché hanno visto attaccare il ruolo dei docenti di religione, ma tra questo fatto e il mio operato non c'è alcuna relazione. Io -sottolinea il ministro- sono un membro del governo, non della Cei".

Religione screditata
"E' davvero assurdo discriminare l'insegnamento della religione cattolica" afferma Gelmini al Giornale che sottolinea come "sarebbe l'unica materia a non contribuire alla valutazione globale dello studente tra tutte le attività che danno luogo a crediti formativi: assurdo e paradossale". Il ministro ricorda infatti che "il frequentare corsi di religione cattolica non dà diritto a un credito scolastico ma un credito formativo" e quindi non incide direttamente sul voto finale allo studente ma "quanto l'attestato di un corso di lingua, di ballo, di teatro e persino di filatelia". Il ministro sostiene quindi che il ruolo degli insegnanti di religione va "accresciuto e valorizzato". E annuncia che "dal prossimo anno vorrei coinvolgere maggiormente i docenti in attività di formazione. La sentenza del Tar va contrastata sia sul piano culturale che su quello tecnico giuridico. Il cattolicesimo fa parte del nostro patrimonio di storia, di valori e tradizioni. Va difeso e tutelato. Fermo restando il principio di libertà di scelta. Chi vuole frequentare i corsi di religione lo fa, chi non vuole non li frequenta".
 
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Felipe-bis
view post Posted on 17/8/2009, 15:26




http://www.noisiamochiesa.org/documenti_ns..._noi_siamo_chie

La sentenza del TAR sull'ora di religione è corretta, questa l'opinione di "Noi Siamo Chiesa"

Pubblicato il 14 Agosto 2009 Documenti NSC
NOI SIAMO CHIESA
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Comunicato Stampa



Anche tanti cattolici, come tutti i protestanti e gli ebrei, condividono la sentenza del TAR sull’ora di



Il portavoce nazionale di “Noi Siamo Chiesa” Vittorio Bellavite ha rilasciato la seguente dichiarazione :
“Non sono affatto monocordi le opinioni critiche nel mondo cattolico nei confronti della sentenza del TAR del Lazio. C’è anche un’area di opinione che la condivide in quanto conseguenza di principi irrinunciabili per cattolici che considerano la laicità (senza aggettivi) delle istituzioni patrimonio della loro fede. In sintesi cerco di esporre questo punto di vista.


1) La scelta per la frequenza dell’ora di religione è sempre e comunque la conseguenza di un’opzione eticoreligiosa, anche se essa può essere soggettivamente determinata, in molti, da motivazioni di tipo culturale o sociologico piuttosto che da una convinta partecipazione alla vita della Chiesa.


2) Benché l’ora di religione venga proposta nei documenti e nei programmi ufficiali come insegnamento di tipo culturale e non di tipo catechetico (e benché in alcune situazioni tali siano le sue caratteristiche e validi siano una parte dei docenti che la insegnano), essa ha una struttura completamente di tipo confessionale (formazione degli insegnanti, loro selezione e nomina da parte del vescovi, controllo sugli stessi, programmi di insegnamento ecc…).


3) Questa struttura è la conseguenza di una condizione di privilegio garantita alla Chiesa cattolica dal Concordato del 1929 e confermata dal nuovo Concordato del 1984 e dalle intese successive. Essa entra in conflitto con i principi di laicità su cui si fonda la Costituzione della nostra Repubblica. Quindi, a mio parere, la discussione sull’ora di religione coinvolge l’intero rapporto Stato/Chiesa nel nostro paese. Sono note in proposito le posizioni anticoncordatarie di quei cattolici (gli aderenti a “Noi Siamo Chiesa” tra questi) che si ispirano al capitolo 76 della Costituzione del Concilio Vaticano II Gaudium et Spes che afferma che “la Chiesa non pone la sua speranza nei privilegi a lei offerti dall’autorità civile. Anzi, essa rinunzierà all’esercizio di certi diritti legittimamente acquisiti, ove constatasse che il loro uso può fare dubitare della sincerità della sua testimonianza”.


4) Premesso che la catechesi deve essere compito fondamentale della famiglia e della comunità cristiana, da tempo uomini di cultura e molti dei più attenti osservatori dei nostri ordinamenti scolastici constatano il vuoto di formazione che determina nei giovani del nostro paese l’assenza nelle scuole di un serio insegnamento del fatto religioso, soprattutto della storia delle religioni e in particolare delle tre grandi tradizioni monoteistiche. Esso dovrebbe essere previsto per tutti, obbligatorio e ovviamente soggetto a valutazione perché di tipo curriculare. L’attuale insegnamento confessionale facoltativo non risponde a questa fondamentale esigenza didattica.


5) Nella direzione della realizzazione di questa ipotesi, razionale e, vorrei dire, di buonsenso in una società sempre più secolarizzata e multiculturale, non c’è solo la resistenza delle gerarchie cattoliche ma anche, come scrive Gian Enrico Rusconi su “La Stampa” di oggi, la debolezza della cultura laica che non è mai riuscita “a proporre in alternativa all’ora di religione confessionale….lo studio del fenomeno religioso in una grande prospettiva storica comparata”. Non si tratta quindi di voler eliminare la religione dalla scuola, come sostiene la facile propaganda fondamentalista della destra cattolica, ma di ritenerla per tutti elemento fondamentale della conoscenza, a partire dalla non contestabile ripresa di attenzione nella società, negli ultimi anni, nei confronti del fatto religioso.


6) Il ricorso al TAR è stato promosso, non solo da alcune organizzazioni della cultura laica ma anche e soprattutto da tutte le confessioni cristiane presenti nel nostro paese e dall’UCEI (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane). E’ possibile che questo fatto non interroghi seriamente i vescovi sui fondamenti stessi della loro, molto vivace e polemica, reazione alla sentenza? Perché con questi nostri fratelli, che hanno da tempo elaborato riflessioni di grande interesse su queste tematiche, non si avvia un dialogo a cuore aperto a partire dal comune impegno per proporre a tutti il Vangelo di Gesù? E con la cultura laica l’unica possibilità di rapporto è quella dell’accusa fattale ieri da Mons. Diego Coletti, a nome della CEI, di cadere “nel più bieco e negativo risvolto dell’illuminismo” perché ispirata da “irriducibili laicisti”?


Su queste questioni, come sulle altre oggetto di continui contenziosi, penso che le gerarchie della nostra Chiesa dovrebbero fare un passo indietro e pensare ad un diverso rapporto con le istituzioni, che parta da preoccupazioni e da riflessioni di tipo esclusivamente pastorale”.

Roma, 13 agosto 2009
 
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view post Posted on 20/8/2009, 17:26
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http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/s...zione-2009.html

Pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto del presidente della Repubblica
La normativa non tiene conto della recente sentenza del Tar del Lazio
Ecco le nuove regole di valutazione
i prof di religione daranno i crediti
Per l'ammissione alla maturità servirà la sufficienza in tutte le materie
All'esame di terza media sarà quasi impossibile ottenere il massimo dei voti

di SALVO INTRAVAIA

Giro di vite sull'ammissione alla maturità, superbravi alla media in via d'estinzione e docenti di religione che dopo lo stop del Tar Lazio ritornano in pista per l'attribuzione del credito scolastico. Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto del presidente della Repubblica numero 122, il Regolamento sulla Valutazione degli alunni è legge. Un provvedimento che conferma una serie di cambiamenti introdotti già quest'anno (come i voti numerici sin dalla scuola primaria e il voto di condotta) ma che contiene almeno tre importanti novità.

La prima, che susciterà certamente polemiche, è quella sui docenti di religione, recentemente estromessi dal Tar Lazio dal computo del credito. Il regolamento non tiene affatto conto della sentenza e siccome ha valore di legge a tutti gli effetti potrebbe "sanare" definitivamente la questione relativa ai crediti e rendere superfluo anche il ricorso al Consiglio di stato annunciato dal ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini.

Se così fosse la frequenza della religione cattolica potrebbe garantire agli alunni che se ne sono avvalsi, alla stessa stregua di altre attività anche extrascolatiche, un punticino di credito in più. Il tutto, a partire dai prossimi esami di riparazione di settembre e a discrezione dei singoli collegi dei docenti. In questo modo, le insistenti pressioni dei vescovi sul ministero dell'Istruzione, con buona pace di coloro che hanno sostenuto a gran voce la laicità dello Stato e dell'istruzione pubblica, avrebbero ottenuto il risultato sperato. E l'impegno della Gelmini sarebbe stato mantenuto.

Altra novità che è destinata a fare discutere è la stretta, peraltro annunciata, sull'ammissione agli esami di stato della scuola secondaria superiore. Dal prossimo mese di giugno, per essere ammessi alla maturità occorrerà avere almeno 6 in ogni disciplina. Cosicché un buon voto in condotta o in educazione fisica non servirà a colmare lacune e brutti voti in altre materie. Già quest'anno, con l'introduzione soft della media del 6 per l'ammissione, il numero di "caduti" prima delle prove d'esame è cresciuto del 25 per cento. E l'ulteriore stretta rischia di decimare gli aspiranti agli esami.

Novità in vista anche per la scuola media. Dal prossimo anno scolastico, il voto finale degli esami di licenza scaturirà da un conteggio matematico: la media aritmetica dei voti conseguiti all'ammissione, nelle singole prove scritte (tre o quattro), nelle prove Invalsi (i due test di italiano e matematica) e nel colloquio. Tanto per avere un'idea, quest'anno i licenziati con dieci decimi sono stati quasi otto su 100. Ma dalla prossima tornata avere il massimo dei voti diventerà quasi impossibile, perché basta avere soltanto quattro 9 e per il resto tutti 10 per vedersi sfuggire il diploma con 10. E per i più bravi le commissioni avranno a disposizione anche la lode.
(20 agosto 2009)
 
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bettytrans
view post Posted on 20/8/2009, 17:51




pazzesco....sempre peggio....
 
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202 replies since 18/1/2007, 12:18   2800 views
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