http://giornalettismo.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=1430260 Aprile 2007
L'ORA DI RELIGIONE
di Galatea
Le pecorelle sono pecorelle: se dentro al recinto non ci vogliono stare, sarà il caso di tenere ben chiuso il cancello, no? A questo sano principio, degno di un vero buon pastore, pare ispirarsi la diocesi di Vittorio Veneto, che ha deciso di ricorrere al Tar contro un locale liceo, reo di aver piazzato le ore di religione (in cui la frequenza è facoltativa) all’inizio o alla fine dell’orario scolastico. Il Preside, per far quadrare i conti fra docenti che mancano ed alunni che scelgono – a norma di legge- di non avvalersi dell’ora di religione, aveva deciso di autorizzare gli studenti che non partecipavano alle lezioni ad uscire o entrare prima o dopo. Da qui i tuoni e fulmini di Vescovo e gerarchia: così combinato l’orario spinge molti studenti a scegliere di non fare religione solo per potersene andare a casa un’ora prima, o alzarsi un’ora dopo. Detto fatto, ricorso in tribunale per bloccare la vergogna, e solenne invito al Preside a ricombinare l’orario, possibilmente ficcando le ore di religione nel mezzo della mattinata, anzi, al centro di due ore normalmente assegnate al compito di greco, così i ragazzi resteranno in classe ben volentieri, se non altro per copiare in tutta calma dal compagno secchione la versione tradotta. Quella di Conegliano, del resto, è solo l’ultimo atto di una guerra che si consuma ogni anno scolastico, da quando l’ora di religione cattolica è diventata facoltativa. Una guerra in cui la gerarchia cattolica non si rassegna, anzi proprio non riesce a digerire il fatto che sempre più alunni, anche cattolici, decidano di non frequentare l’ora di religione a scuola. Ma invece di chiedersi come mai gli alunni fuggono (senza scomodare la teologia dei massimi sistemi, se stiamo insieme ci sarà un perché, diceva una vecchia canzone. A maggior ragione, il perché c’è pure quando si scappa!), gerarchia e docenti di religione la colpa la trovano solo negli altri. Nella società laica brutta, cattiva, materialista; nei ragazzi di oggi, superficiali e vuoti, che preferiscono avere un’ora libera invece di stare meditare sulla Bibbia. Scelte di comodo, insomma, da beceri idioti, ignoranti e privi di spessore culturale, destinati, proprio per questa colpevole mistura di valori incerti e pelandronaggine conculcata, a ricercare un’ora di libertà gratuita per poter seguire le loro più perfide inclinazioni, cioè fumare nei corridoi o sbaciucchiarsi con le compagne di scuola. Una gioventù fatalmente a rischio per il futuro, perché capace un domani di uscire e andare a tirare sassi dai cavalcavia o sterminare le famiglie per avere l’eredità subito. Questa è infatti, in soldoni, l’immagine che dà dei ragazzi non frequentati il prof. Alberto Giannino, autore di una lettera aperta che all’inizio dell’anno è stata indirizzata agli alunni della Diocesi di Milano che avevano deciso di non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica. Il docente, tanto per chiarire, ci va giù duro con questi suoi alunni mancati: “Hai preferito - con la tua scelta - la libera uscita dalla scuola che ti consente una "vacanza" durante quest'ora in cui puoi andare al bar, al parco della scuola a fumare una sigaretta, oppure andare da Mc Donald's a fare uno spuntino. Cioè, mentre i tuoi compagni sono in classe col docente di religione a svolgere una lezione culturale sulla Bibbia, il libro che permea la civiltà occidentale da millenni, tu hai scelto il disimpegno scolastico che io considero altamente diseducativo, e fai altro.” Se questo è l’incipit, vien da ragionare, altro che quei poveretti se la danno a gambe. Ma non è che l’inizio, appunto, perché ce n’è per tutti :“Il contesto culturale odierno non vi aiuta di certo a credere in Dio: a scuola vi insegnano che non si può dimostrare l'esistenza Dio perchè non si vede, non si sente e non si tocca. L'empirismo vuole questo e, quindi, dubitate della sua esistenza. Lo stesso vale per i dogmi: quello trinitario, cristologico e mariologico. E sulla morale: quante volte abbiamo sentito dire: tutto è relativo. Non a caso, papa Benedetto XVI , parla di "dittatura del relativismo" la quale mette in discussione certezze e verità religiose. Ecco allora che ha ragione il nostro Fedor Dostoevskij quando afferma nel suo ultimo romanzo "I fratelli Karamanzov": "Senza Dio tutto diventa lecito." E, non a caso, certi episodi di cronaca nera che riguardano i giovanissimi, avvengono proprio perchè hanno eliminato Dio dal loro orizzonte.” Già, e pazienza se Pietro Maso che sterminò i genitori non risulta avesse mai perso da piccolo un’ora di dottrina, e i due fidanzatini di Novi Ligure fossero tranquilli frequentatori delle parrocchie. No, la società va a rotoli perché a scuola si spiega l’empirismo e perché i docenti (gli altri, ovviamente) parlano solo delle ombre nella luminosa storia della Chiesa, come “l'Inquisizione, le Crociate, la vendita delle indulgenze, il nepotismo, la simonia, il caso Galileo e il povero Giordano Bruno, che essi trattano ampiamente in classe nelle loro lezioni denigrando la Chiesa”. Quando si dice che uno si va a fissare sulle bazzecole, insomma…Ma la lettera, evidentemente, non ha sortito gli effetti dovuti, e viene da domandarsi il perché, visti i suoi toni tanto cristianamente concilianti. Così si è arrivati, per lo meno in Veneto, alle carte da bollo. La prossima mossa che potrà essere, il rastrellamento casa per casa?