http://www.asca.it/news-PEDOFILIA__POLEMIC...41965-ORA-.html13-08-10
PEDOFILIA: POLEMICHE DOPO 'NO' DEL PAPA A DIMISSIONI 2 VESCOVI IRLANDA
(ASCA) - Roma, 13 ago - Non e' stata ricevuta positivamente in Irlanda e nel mondo cattolico anglosassone la decisione di papa Benedetto XVI di non accettare le dimissioni di due vescovi irlandesi citati dal rapporto Murphy sulle complicita' e le coperture dei preti pedofili nell'arcidiocesi di Dublino. A criticare la decisione del pontefice e' stato, da ultimo, America, settimanale dei Gesuiti e rivista di riferimento del cattolicesimo colto statunitense. ''Sta diventando davvero difficile capire che cosa pensino in Curia su questo tema'', scriveva ieri Kevin Clarke, in un articolo dal titolo ironico: ''Il papa s-dimette i vescovi irlandesi''.
I due presuli, mons. Eamonn Walsh e mons. Raymond Field, avevano rassegnato le loro dimissioni in dicembre nel pieno del divampare delle polemiche sugli abusi i in Irlanda, anche - riferiva la stampa - per le pressioni del loro 'superiore', l'arcivescovo di Dublino mons. Diarmuid Martin, in prima fila nello sforzo di pulizia e di trasparenza della Chiesa di fronte allo scandalo. Dopo quasi otto mesi di riflessione, papa Ratzinger ha deciso di non accettare pero' le loro dimissioni, mantenendoli nei loro incarichi. A comunicarlo - ai preti della diocesi, non direttamente ai due interessati - lo stesso mons.
Martin in una lettera circolare, pubblicata poi dal settimanale cattolico Irish Catholic.
In totale, erano cinque i presuli ancora in servizio chiamati in causa dal rapporto. Per due di questi, mons.
Donal Murray e mons. Jim Moriarty, papa Ratzinger ha accettato le dimissioni mentre mons. Martin Drennan, oggi vescovo di Galway, si e' sempre rifiutato di dimettersi. Le critiche mosse nei confronti di mons. Walsh e di mons. Field erano lievi, come ha ricordato oggi l'Irish Independent: Field e' vescovo ausiliare del 1997, quando lo scandalo stava gia' emergendo e la diocesi aveva gia' iniziato ad aggiornare la propria politica nei confronti dei preti pedofili, mentre Walsh e' stato lodato da numerose vittime per come si e' comportato con loro e non era coinvolto in nessun caso di copertura. Tuttavia, come per mons. Moriarty - le cui dimissioni sono state pero' accolte quest'anno -, la sua 'colpa' era quella di non essersi opposto alla mentalita' di protezione e omerta' nei confronti degli abusi che regnava nella curia di Dublino.
Malgrado questi dati, la reazione delle vittime di pedofilia dei preti e dei cattolici irlandesi e' stata estremamente negativa. ''La politica della Chiesa e' chiara come il fango'', ha scritto in un durissimo editoriale l'Irish Independent, mentre Andrew Madden, una delle prime vittime irlandesi di abusi che ha avuto il coraggio di denunciare, ha detto di non essere sorpreso dalla notizia.
Per la statunitense Snap, la piu' grande associazioni di vittime di pedofilia nella Chiesa, ''il papa ha messe il sale sulla ferita di migliaia di persone e di milioni di cattolici che si sentono traditi''. Un altro quotidiano, l'Herald, ha accusato il Vaticano senza mezzi termini di ''arroganza''.
Anche l'Irish Times non ha nascosto la perplessita' sulla decisione vaticana, soprattutto perche' e' arrivata 'tra le righe', senza un annuncio ufficiale, e senza una parola di spiegazione ad accompagnarla: dietro il rifiuto delle dimissioni ci sarebbe la volonta' di evitare un ''effetto domino'' perche' non sarebbero pochi i vescovi ancora in carica nella Chiesa irlandese con ''scheletri nell'armadio per la cattiva gestione di casi pedofilia''.
Per Garry O'Sullaivan, il direttore dell'Irish Catholic, la rivista che ha rivelato la notizia, ''il Vaticano non e' stata colpito favorevolmente dal mondo in cui mons. Martin e' andato in TV e ha chiesto agli altri vescovi di assumersi le loro responsabilita'. Non e' il modo in cui si fanno le cose a Roma''.
Le critiche piu' preoccupanti, mentre il Vaticano continua a mantenere il piu' assoluto silenzio sulla vicenda, sono quelle pero' che arrivano dall'interno del mondo cattolico.
Nel suo articolo, America si chiede com'e' possibile che anche uno ''sforzo tiepido'', come quello offerto dai due vescovi con le loro dimissioni, possa essere stato rifiutato da Roma. ''E' possibile che la Curia sia davvero cosi' insensibile alla rabbia e alla frustrazione del cattolico medio che, in tutto il mondo, sta cercando di capire la risposta della Chiesa ad anni si abusi sessuali da parte del clero sui bambini cattolici'? Non sembra possibile. E se non e' cosi' - conclude l'articolo -, se questa mossa rappresentata la strategia adottata dalla Curia per il futuro nella crisi pedofilia, allora si e' tentati di unirsi alla delusione di mons. Martin''.
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