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Irlanda. Arcivescovi protessero preti pedofili per 35 anni

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view post Posted on 12/8/2010, 09:42
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http://www.ilpost.it/2010/08/11/il-vatican...covi-irlandesi/

Respinte le dimissioni di due vescovi irlandesi


I due vescovi erano accusati di avere coperto gli abusi in Irlanda
Il rapporto Ryan raccontava gli orrori e le sevizie cui erano sottoposti i bambini negli istituti controllati da ordini religiosi
11 agosto 2010 | Mondo

L’arcivescovo di Dublino Diarmuid Martin ha comunicato che il Vaticano ha respinto le dimissioni dei due vescovi ausiliari Eamonn Walsh e Ray Field Dublin, accusati di avere coperto gli abusi di pedofilia compiuti nelle istituzioni cattoliche in Irlanda negli anni novanta. La decisione del Vaticano segna un duro colpo per l’arcivescovo Martin, che è impegnato per fare piena luce sullo scandalo sui preti pedofili che travolse la Chiesa irlandese nel 2009, con la pubblicazione del rapporto Ryan.

Il rapporto era stato pubblicato nel maggio del 2009 dopo una lunga inchiesta condotta da una commissione governativa irlandese sugli abusi compiuti da rappresentanti della Chiesa Cattolica a partire dal 1936. E raccontava gli orrori e le sevizie a cui erano sottoposti i bambini negli istituti gestiti e controllati da ordini religiosi: maltrattamenti, violenze sessuali, abusi sistematici, e un costante clima di terrore. Le testimonianze raccolte nelle 3.500 pagine pubblicate in 5 volumi descrivevano nei dettagli gli abusi subiti.

«Uno guardava mentre l’altro abusava sessualmente di me, poi si davano il cambio. Ogni volta che finiva mi picchiavano. Quando lo raccontai al mio sacerdote durante la confessione, disse che ero un bugiardo. Non ne parlai più»

«Dovevo andare nella sua stanza ogni volta che voleva. Dovevo andare lì e masturbarlo. Una volta non lo volli fare e allora un altro mi prese e mi tenne fermo per farmi picchiare. Mi picchiarono con una mazza e poi mi bruciarono le dita»


Un secondo rapporto – il cosiddetto rapporto Murphy, pubblicato sei mesi dopo - aveva poi ulteriormente chiarito il ruolo della Chiesa irlandese nella copertura degli abusi. Dai documenti emergeva che i vertici della Diocesi di Dublino erano preoccupati esclusivamente di evitare lo scandalo e le possibili richieste di risarcimento: dietro ogni sacerdote pedofilo c’era la figura di almeno un vescovo che sapeva. Tra questi, appunto, i due vescovi Walsh e Dublin. All’inizio entrambi respinsero le accuse, poi annunciarono le dimissioni la vigilia di Natale dello stesso anno. Ora potranno tornare a svolgere regolarmente le loro funzioni.
 
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view post Posted on 13/8/2010, 19:08
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http://www.asca.it/news-PEDOFILIA__POLEMIC...41965-ORA-.html

13-08-10
PEDOFILIA: POLEMICHE DOPO 'NO' DEL PAPA A DIMISSIONI 2 VESCOVI IRLANDA


(ASCA) - Roma, 13 ago - Non e' stata ricevuta positivamente in Irlanda e nel mondo cattolico anglosassone la decisione di papa Benedetto XVI di non accettare le dimissioni di due vescovi irlandesi citati dal rapporto Murphy sulle complicita' e le coperture dei preti pedofili nell'arcidiocesi di Dublino. A criticare la decisione del pontefice e' stato, da ultimo, America, settimanale dei Gesuiti e rivista di riferimento del cattolicesimo colto statunitense. ''Sta diventando davvero difficile capire che cosa pensino in Curia su questo tema'', scriveva ieri Kevin Clarke, in un articolo dal titolo ironico: ''Il papa s-dimette i vescovi irlandesi''.

I due presuli, mons. Eamonn Walsh e mons. Raymond Field, avevano rassegnato le loro dimissioni in dicembre nel pieno del divampare delle polemiche sugli abusi i in Irlanda, anche - riferiva la stampa - per le pressioni del loro 'superiore', l'arcivescovo di Dublino mons. Diarmuid Martin, in prima fila nello sforzo di pulizia e di trasparenza della Chiesa di fronte allo scandalo. Dopo quasi otto mesi di riflessione, papa Ratzinger ha deciso di non accettare pero' le loro dimissioni, mantenendoli nei loro incarichi. A comunicarlo - ai preti della diocesi, non direttamente ai due interessati - lo stesso mons.

Martin in una lettera circolare, pubblicata poi dal settimanale cattolico Irish Catholic.

In totale, erano cinque i presuli ancora in servizio chiamati in causa dal rapporto. Per due di questi, mons.

Donal Murray e mons. Jim Moriarty, papa Ratzinger ha accettato le dimissioni mentre mons. Martin Drennan, oggi vescovo di Galway, si e' sempre rifiutato di dimettersi. Le critiche mosse nei confronti di mons. Walsh e di mons. Field erano lievi, come ha ricordato oggi l'Irish Independent: Field e' vescovo ausiliare del 1997, quando lo scandalo stava gia' emergendo e la diocesi aveva gia' iniziato ad aggiornare la propria politica nei confronti dei preti pedofili, mentre Walsh e' stato lodato da numerose vittime per come si e' comportato con loro e non era coinvolto in nessun caso di copertura. Tuttavia, come per mons. Moriarty - le cui dimissioni sono state pero' accolte quest'anno -, la sua 'colpa' era quella di non essersi opposto alla mentalita' di protezione e omerta' nei confronti degli abusi che regnava nella curia di Dublino.

Malgrado questi dati, la reazione delle vittime di pedofilia dei preti e dei cattolici irlandesi e' stata estremamente negativa. ''La politica della Chiesa e' chiara come il fango'', ha scritto in un durissimo editoriale l'Irish Independent, mentre Andrew Madden, una delle prime vittime irlandesi di abusi che ha avuto il coraggio di denunciare, ha detto di non essere sorpreso dalla notizia.

Per la statunitense Snap, la piu' grande associazioni di vittime di pedofilia nella Chiesa, ''il papa ha messe il sale sulla ferita di migliaia di persone e di milioni di cattolici che si sentono traditi''. Un altro quotidiano, l'Herald, ha accusato il Vaticano senza mezzi termini di ''arroganza''.

Anche l'Irish Times non ha nascosto la perplessita' sulla decisione vaticana, soprattutto perche' e' arrivata 'tra le righe', senza un annuncio ufficiale, e senza una parola di spiegazione ad accompagnarla: dietro il rifiuto delle dimissioni ci sarebbe la volonta' di evitare un ''effetto domino'' perche' non sarebbero pochi i vescovi ancora in carica nella Chiesa irlandese con ''scheletri nell'armadio per la cattiva gestione di casi pedofilia''.

Per Garry O'Sullaivan, il direttore dell'Irish Catholic, la rivista che ha rivelato la notizia, ''il Vaticano non e' stata colpito favorevolmente dal mondo in cui mons. Martin e' andato in TV e ha chiesto agli altri vescovi di assumersi le loro responsabilita'. Non e' il modo in cui si fanno le cose a Roma''.

Le critiche piu' preoccupanti, mentre il Vaticano continua a mantenere il piu' assoluto silenzio sulla vicenda, sono quelle pero' che arrivano dall'interno del mondo cattolico.

Nel suo articolo, America si chiede com'e' possibile che anche uno ''sforzo tiepido'', come quello offerto dai due vescovi con le loro dimissioni, possa essere stato rifiutato da Roma. ''E' possibile che la Curia sia davvero cosi' insensibile alla rabbia e alla frustrazione del cattolico medio che, in tutto il mondo, sta cercando di capire la risposta della Chiesa ad anni si abusi sessuali da parte del clero sui bambini cattolici'? Non sembra possibile. E se non e' cosi' - conclude l'articolo -, se questa mossa rappresentata la strategia adottata dalla Curia per il futuro nella crisi pedofilia, allora si e' tentati di unirsi alla delusione di mons. Martin''.

asp/mcc/ss
 
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Vincenzo Laudani
view post Posted on 16/8/2010, 13:57




Il papa non si smentisce e dimostra la sua idiozia. Poi si chiedono perché nessuno ha più fiducia nella chiesa...
 
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view post Posted on 12/11/2010, 16:38
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http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=124...a_le_interviste

POL - Irlanda, al via visita apostolica. E il Vaticano vieta le interviste
Visitatori diocesi possono incontrare le vittime degli abusi, ma non ricevere denunce. Prima fase da chiudere entro Pasqua 2011

Irlanda, al via visita apostolica. E il Vaticano vieta le interviste
Roma, 12 nov (Il Velino) - Al via la vista apostolica alle diocesi, seminari e case religiose in Irlanda, in seguito allo scandalo degli abusi commessi sui minori da sacerdoti e religiosi, annunciata nel marzo 2010 con una lettera del Papa e messa a punto nei mesi successivi. In una nota, il Vaticano spiega le modalità di svolgimento di questa prima parte dell’indagine, che dovrà “essere completata possibilmente entro la Pasqua del 2011”, per permettere lo studio dei risultati da parte della Santa Sede “durante il mese di maggio”. Dopodichè sarà “discusso un piano per il futuro”, che la Santa Sede riferirà “con un apposito comunicato” al tempo opportuno. Una volta completata la visita e “dopo aver studiato tutto il materiale presentato” la Santa Sede “renderà nota una sintesi complessiva dei risultati della visita”. Almeno per questa prima fase – si raccomanda – “attesa la delicata natura della materia in oggetto e a motivo del rispetto per le persone coinvolte, i visitatori manterranno grande riservatezza e non concederanno interviste”. Tra le indicazioni più importanti quella che prevede che i visitatori delle quattro arcidiocesi – cardinale Cormac Murphy-O’Connor per Armagh; cardinale Seán P. O’Malley per Dublino; monsignor Thomas C. Collins per Cashel and Emly; padre Terrence T. Prendergast, per Tuam – possanno “incontrare quanti sono stati profondamente feriti da abusi e vogliono essere incontrati ed ascoltati, iniziando dalle vittime stesse e dalle loro famiglie”.

Queste persone - si raccomanda - saranno ricevute “nella stessa maniera paterna con cui il Santo Padre, Papa Benedetto XVI, in più occasioni ha ricevuto e ascoltato quanti hanno subito il terribile crimine di abuso”. Per “assicurare la riservatezza, tutti coloro che vogliono scrivere ai visitatori dovranno indirizzare la corrispondenza a loro nome, utilizzando l’indirizzo postale della nunziatura apostolica. Al fine di facilitare l’accesso a quanti si vogliano incontrare con loro, ciascuna arcidiocesi comunicherà la residenza dei rispettivi visitatori. D’intesa con ciascun visitatore, verrà comunicata la loro disponibilità, i giorni in cui sono già occupati e quelli ancora disponibili per incontri con le varie persone”. Non è invece previsto denunciare nuovi casi ai visitatori. Per questo è necessario ricorrere alle modalità previste dalle diocesi stesse e fare riferimento ad esse: “È importante segnalare che non è previsto che ai visitatori siano indirizzate denunce di casi nuovi o vecchi di abusi. Se ce ne fossero, esse devono essere riportate ai rispettivi ordinari o superiori maggiori, che hanno il dovere di informare l’autorità civile ed ecclesiastica competente, in conformità con le vigenti leggi civili ed ecclesiastiche”.

La nota del Vaticano puntualizza che la visita “verificherà se i rapporti reciprocamente esistenti fra le varie componenti della Chiesa locale, i seminari e le comunità religiose, siano tali da sostenerle nel cammino di profondo rinnovamento spirituale” della Chiesa in Irlanda. Essa ha anche l’obiettivo di “verificare l’efficacia delle procedure seguite al presente nel rispondere ai casi di abuso e delle forme di assistenza attualmente offerte alle vittime”. La visita – continua la nota – “non sarà un’indagine circa casi individuali di abuso, né un processo per giudicare eventi del passato” e “non interferirà in alcun modo con l’ordinaria attività delle autorità giudiziarie, né con l’attività delle Commissioni di inchiesta stabilite dal Parlamento irlandese, né con il lavoro di qualsiasi autorità legislativa che abbia competenza nel campo della prevenzione dell’abuso sui minori”. Essa, infine, “non intende sostituirsi alla legittima autorità dei vescovi locali o dei superiori religiosi, che mantengono la propria responsabilità nella gestione dei casi di abuso”.

Vengono quindi delineate le modalità con cui si svolgerà ognuna delle tre visite (alle arcidiocesi, ai seminari, alle case religiose). Quanto alle arcidiocesi i visitatori verificheranno il funzionamento delle linee guida del documento “Safeguarding Children, Standards and Guidance Document for the Catholic Church in Ireland”. I visitatori “potranno anche incontrare i vescovi della Provincia ecclesiastica” mentre “dovranno sentire, oltre all’ordinario del luogo” tutti i responsabili della Curia diocesana e dei Tribunali ecclesiastici e “soprattutto, i responsabili, a livello diocesano e parrocchiale, dell’Ufficio di protezione e prevenzione degli abusi”. Chiunque – sacerdoti e laici – può chiedere ci essere ricevuto. Si raccomanda poi che ciascuna arcidiocesi “organizzi una celebrazione penitenziale o qualche altro raduno simile, alla presenza del visitatore”.

Quanto ai seminari, il visitatore apostolico, monsignor Timothy M. Dolan, arcivescovo di New York, “assistito da alcuni chierici”, “esaminerà tutti gli aspetti della formazione sacerdotale” e “condurrà colloqui individuali con tutti i membri dell’equipe formativa, con tutti i seminaristi e, laddove possibile, con le altre parti normalmente coinvolte nella vita del seminario”. Inoltre “sarà data la possibilità ad ogni formatore e studente di esprimere la propria opinione sul Seminario mediante una dichiarazione firmata” e “sarà data l’opportunità di un colloquio individuale a ciascun sacerdote che abbia concluso gli studi nei precedenti tre anni”. Quanto alle case religiose, la visita in questa prima fase consisterà nella “risposta ad un questionario che cerca informazioni circa il coinvolgimento degli Istituti in casi di abusi, la risposta offerta alle vittime, e l’osservanza dei protocolli contenuti in ‘Safeguarding Children, Standards and Guidance Document for the Catholic Church in Ireland’”. I visitatori “si incontreranno in seguito per valutare le risposte al questionario. Essi quindi faranno delle raccomandazioni alla Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica circa i passi successivi da intraprendere nel contesto della visita”.

(ban) 12 nov 2010 12:46
 
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view post Posted on 13/12/2010, 10:29
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http://www.uaar.it/news/2010/12/13/santa-s...preti-pedofili/

La Santa Sede “offesa e risentita” dall’inchiesta irlandese sui preti pedofili

Da alcuni documenti riservati provenienti dalle ambasciate USA, resi pubblici recentemente da Wikileaks, si apprende che la Santa Sede, come riportato anche dai quotidiani Guardian e Washington Post, si sentirebbe “offesa dalla mancanza di rispetto e di protezione di cui il governo irlandese ha dato prova nelle inchieste” riguardanti i numerosissimi reati di pedofilia commessi dal clero cattolico irlandese, e la successiva sistematica copertura assicurata dalle gerarchie ecclesiastiche. La Chiesa, che ha spesso usato lo status vaticano di immunità diplomatica in quanto stato estero per coprire i reati ascritti ai sacerdoti, imputa alle autorità la mancanza di rispetto per la sovranità vaticana. Sono infatti stati interrogati anche personaggi ecclesiastici di alto rango, incluso il Nunzio Apostolico in Irlanda. Il Vasticano si risente perché il governo irlandese “non si è intromesso a dirigere la Commissione Murphy”, incaricata di occuparsi di questa inchiesta. Per contro, il Vaticano non ha mai fornito alcuna risposta ufficiale agli interrogativi della Commissione, accusando invece alcuni esponenti dell’opposizione di approfittare dello scandalo per avvantaggiarsi politicamente. L’inchiesta ha portato alle dimissioni di 4 dei 5 vescovi accusati, mentre il quinto ha rifiutato di ritirarsi, causando nell’opinione pubblica irlandese enorme risentimento, dovuto anche al fatto che l’inchiesta, che sinora ha riguardato solo l’Arcidiocesi di Dublino, verrà estesa anche alle altre diocesi e porterà quasi certamente alla scoperta di nuovi abusi.
Di recente, il Segretario di Stato vaticano, Card. Bertone ha scritto all’Ambasciata Irlandese richiedendo che l’inchiesta passi solo attraverso i canali diplomatici tramite rogatoria internazionale. Il governo irlandese sinora non ha ulteriormente insistito nel chiedere risposta alle domande scaturite dall’inchiesta, ufficialmente a causa del fatto che questa procedura non sia stata fino ad ora utilizzata.

Florasol Accursio
 
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view post Posted on 17/12/2010, 18:43
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http://www.ilpost.it/2010/12/17/pedofilia-...walsh-vaticano/

Vaticano e Irlanda: vi dice niente?
Le autorità ecclesiastiche sapevano che Tony Walsh era un prete pedofilo, ma ci misero 16 anni per allontanarlo
17 dicembre 2010 | Mondo
vaticano

Quando in Vaticano si scoprì che Tony Walsh era un prete pedofilo, le autorità ecclesiastiche chiesero al prelato di ritirarsi per almeno dieci anni in un monastero, ma non fecero altro per denunciare il caso o espellere Walsh dalla comunità Cattolica. Le rivelazioni sull’ennesimo caso di pedofilia nella Chiesa in Irlanda sono contenute nel diciannovesimo capitolo del Murphy Report, il rapporto che venne preparato nel novembre del 2009 dalla Commissione d’inchiesta che si occupò dello scandalo dei preti pedofili nel paese.

Il capitolo in questione non era ancora stato resto noto perché lo scorso anno Walsh era sotto processo. Il 6 dicembre scorso, Tony Walsh è stato condannato a sedici anni di carcere per aver abusato sessualmente di tre minorenni tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta.

I membri della Commissione che hanno scritto il rapporto criticano le autorità ecclesiastiche e quelle irlandesi per come fu gestito il caso Walsh. Stando alla ricostruzione contenuta nel capitolo, dopo aver constatato che nel corso di 15 anni il prete aveva abusato sessualmente di alcuni minorenni, le massime cariche della Chiesa in Irlanda decisero di spostare il prete in un monastero per evitare possibili nuovi scandali. Preti, canonici, monsignori, vescovi e l’arcivescovo di Dublino erano a conoscenza del problema, spiega la BBC.

Il tentato stupro di un ragazzino nella toilette di un pub a Dublino nel maggio del 1994 portò infine al suo allontanamento. Walsh cerò di assalire l’adolescente dopo che aveva assistito al funerale di suo nonno, mentre le autorità ecclesiastiche a Roma discutevano su come dovesse essere affrontato il problema. Le indagini sulla sua condotta iniziarono nei primi anni Novanta, ma stando al rapporto Walsh si oppose a tutti i gradi del processo messo in piedi dalla Chiesa.

Il processo canonico per scomunicare Walsh e spretarlo iniziò nel gennaio del 1992, a quasi un anno di distanza dal momento in cui le autorità ecclesiastiche decisero di procedere contro il prete. La richiesta di ridurre Walsh allo stato laicale fu inviata a Roma nel 1993, ma il prelato fece appello e il Vaticano decise di accogliere le sue promesse. Per ottenere la sua estromissione ci vollero alcune lettere inviate dall’arcivescovo di Dublino direttamente al Papa.

Walsh fu ridotto allo stato laicale nel 1996 a sedici anni di distanza dalle prime proteste per alcuni casi sospetti di pedofilia. Ottenne una liquidazione pari a diecimila euro, ma continuò a presentarsi in giro come prete.

Stando alle cifre del rapporto, almeno quaranta persone lamentarono di esser state vittime di abusi sessuali da parte di Walsh. L’arcivescovo di Dublino dal 1972 al 1984, Dermot Ryan, non avrebbe condotto le dovute indagini e gli accertamenti necessari né su Walsh né su altri preti accusati di pedofilia. Nel rapporto si parla anche di condotta «inaccettabile» da parte di due ufficiali di polizia, che nel 1990 e nel 1992 avrebbero ricevuto alcune segnalazioni senza avviare nessuna indagine.
 
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view post Posted on 21/3/2011, 09:32
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Preti pedofili, dai vescovi irlandesi nove milioni alle vittime
Donato De Sena

*

20 marzo 2011

I prelati vogliono riconquistare la fiducia persa: “Chiediamo umilmente che ci venga data questa opportunità”, dicono

Nove milioni di sterline (oltre 10 milioni di euro) alle vittime di abusi compiuti dagli uomini di Chiesa. E’ questo l’impegno assunto dai vescovi cattolici irlandesi, intenti a mettere a punto alcune iniziative volte a riparare al crollo della fiducia nei loro confronti dopo anni di rivelazioni scomode per la loro immagine.

LETTERA DEI VESCOVI – E’ attraverso una lettera di 16 pagine che la Conferenza dei vescovi cattolici irlandesi ripercorre la linea indicata dal cardinale Sean Brady, arcivescovo di Armagh, per provare a riparare i danni causati dagli scandali. I prelati intendono finanziare un’agenzia Verso la Guarigione e il Rinnovamento per assistere le vittime di violenze, e le loro famiglie, che vivono in Irlanda, Irlanda del Nord, Gran Bretagna. Si parla di formazione per la protezione dei ragazzi, cooperazione con le forze di polizia, servizi sociali, sostegno spirituale per le vittime che hanno perso la fede a causa del loro calvario.

RIPRISTINARE LA FIDUCIA – Brady ha dichiarato: “A causa dei gravi abusi, molti hanno perso la loro fede in Dio e la Chiesa è stata profondamente danneggiata”. “Quando si abusa di un bambino si verifica un colossale crollo della fiducia – ha aggiunto – Se chi abusa è un prete o un religioso il tradimento è ancora più grande”. “La cattiva gestione degli abusi da parte delle autorità ha aggravato il danno. Mentre continuiamo nel nostro cammino di rinnovamento, la Chiesa decide di riparare alla mancanza di fiducia che si è verificata. Chiediamo umilmente che ci venga data questa opportunità”, ha spiegato ancora il vescovo.

IL SILENZIO DELL’ARCIVESCOVO – La relazione è stata messa a punto ad un anno dalla lettera senza precedenti di Benedetto XVI, nella quale il Pontefice chiedeva scusa alle vittime di abusi fisici e sessuali verificatisi in Irlanda. Nel testo si chiede una visita apostolica di diocesi cattoliche e di ordini religiosi. Brady è stato uno degli uomini di Chiesa maggiormente messo sotto pressione dai media, dopo che emerso che aveva taciuto su un prete pedofilo, il defunto padre Brendam Smyth, per più di un decennio, pur essendo a conoscenza degli abusi sessuali da lui compiuti. Sono due i rapporti ufficiali che hanno rivelato decenni di stupri e violenze sessuali compiuti in Irlanda da uomini di Chiesa. Le relazioni parlano di attività “ossessivamente” nascoste dalle gerarchie ecclesistiche.


http://www.giornalettismo.com/archives/118...i-alle-vittime/
 
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Notizia del 13/07/2011 - 20:17
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IRLANDA
Esce un dossier shock sulle coperture di abusi di pedofilia nella Chiesa

Articolo


DUBLINO - Una nuova bufera si abbatte sulla Chiesa irlandese con la pubblicazione di un rapporto che riferisce di numerosi casi di copertura di abusi sessuali su minori nella diocesi di Cloyne, nella Contea sud-orientale di Cork, nel periodo dal 1996 al 2009.

Ad essere direttamente chiamata in causa è una figura che in passato operò anche in Vaticano, l'allora vescovo di Cloyne mons. John Magee, fattosi da parte nel 2009 (Benedetto XVI ne accettò le dimissioni il 24 marzo 2010) e in passato segretario personale di ben tre Papi, Paolo VI, Giovanni Paolo I, nonchè Giovanni Paolo II all'inizio del pontificato.

Il rapporto pubblicato oggi, che consta di 400 pagine, elaborato dalla Commissione di indagine sulla diocesi di Cloyne su come furono trattate le accuse contro 19 preti, evidenzia le mancanze nel riferire le denunce dei loro abusi alla polizia. E sostiene che il vescovo Magee, oggi 75/enne, non può evitare le sue "responsabilità dando la colpa ai sottoposti", che non avrebbero riferite le segnalazioni di abusi (in tutto le vittime sarebbero state almeno 40) alle autorità pubbliche. In nessun caso, comunque, i preti sotto accusa vennero rimossi. Vengono anche riferite le "preoccupazioni" che ci furono sulla "interazione" tra lo stesso mons. Magee e un ragazzo di 17 anni, aspirante al sacerdozio.

La Chiesa irlandese, già al centro di una "visita apostolica" ordinata da Benedetto XVI, dopo la pubblicazione del rapporto ha già espresso dolore e rammarico. Il primate d'Irlanda, cardinale Sean Brady, ha detto che oggi è un altro "giorno nero nella storia della risposta dei vertici della Chiesa al grido dei bambini abusati da uomini del clero". "I risultati di questo rapporto confermano che gravi errori di giudizio sono stati commessi e che ci sono stati serie carenze di leadership - ha aggiunto -. Questo è deplorevole e totalmente inaccettabile".

Il rapporto Cloyne, che è stato diffuso dal ministro della Giustizia Alan Shatter e dal ministro per l'Infanzia Frances Fitzgerald, e che subito ha suscitato forte scalpore sui media irlandesi e britannici, sostiene che la risposta della diocesi alle accuse di abusi sessuali nel periodo dal 1996 al 2008 fu "inadeguato e inappropriato". Definisce un "fatto rimarchevole" che il vescovo Magee avesse avuto "poco o nullo interesse" nell'affrontare i casi di preti pedofili sacerdoti fino al 2008 e che avesse fino a un certo punto "distaccato se stesso dalla gestione quotidiana dei casi di abusi sessuali sui minori". "Il vescovo Magee era a capo della diocesi e non poteva evitare le sue responsabilità dando la colpa ai sottoposti che egli aveva del tutto mancato di dirigere e sorvegliare", spiega il dossier.

La Commissione - riferisce la Bbc - spiega che si era al corrente di circa 40 persone che potrebbero essere state vittime di abusi di preti nella diocesi, e tutte le denunce tranne due vennero da persone che erano già adulte quando le fecero. Il rapporto dice anche che tra il 1995 e il 2005 ci furono 15 denunce contro il clero che avrebbero dovuto essere inoltrate. La mancanza più grave è il non aver riferito i due casi in cui le presunte vittime erano ancora minori al momento della denuncia. Viene spiegato che nulla venne comunicato a una diocesi vicina quando un prete che si era dimesso in seguito alle denunce vi si trasferì. Comunque, in nessun caso la diocesi rimosse preti contro cui erano state mosse delle accuse.

Per quanto riguarda poi quella che viene chiamata "interazione" tra mons. Magee e un ragazzo di 17 anni, il dossier riferisce che secondo l'adolescente, che contemplava il suo ingresso nel sacerdozio, "il comportamento del vescovo verso di lui, che non lo aveva turbato all'epoca, era, riflettendoci, inquietante". Comunque, il rapporto dice anche che il caso era stato trattato "con appropriatezza".




http://www.tio.ch/aa_pagine_comuni/articol...sito=1&idtipo=2
 
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view post Posted on 21/7/2011, 13:34
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L’Irlanda attacca il Vaticano
Il premier Enda Kenny ha duramente criticato la Chiesa per non aver preso misure adeguate contro i preti pedofili
«Lo stupro e la tortura di bambini venivano minimizzati o gestiti internamente per salvaguardare il primato dell'istituzione»
21 luglio 2011
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Il premier irlandese Enda Kenny ha attaccato duramente il Vaticano in un discorso al Parlamento, accusandolo di non aver preso misure adeguate per fermare gli abusi sessuali dei preti cattolici sui minori. Kenny si è basato sui risultati di un rapporto pubblicato la scorsa settimana, in cui è emerso che il Vaticano aveva cercato di coprire gli abusi avvenuti nella diocesi di Cloyne dal 1996 al 2009.

Secondo il rapporto il vescovo John Magee, a capo della diocesi di Cloyne dal 1987, non aveva adottato misure sufficienti per risolvere il problema nella propria diocesi esponendo così i bambini a nuovi potenziali abusi. Il suo comportamento era allineato alle richieste del Vaticano che nel 1997 aveva inviato un documento ai vescovi dell’Irlanda per indurli a non denunciare i casi di pedofilia nella Chiesa alle forze di polizia e a gestire internamente i casi di abuso contro i minori, stabilendo punizioni per i possibili colpevoli. Lo scandalo ha portato alle dimissioni di Magee, avvenute lo scorso marzo.

Kenny ha detto che il rapporto tra la Chiesa cattolica e lo stato irlandese non potrà più essere lo stesso e ha accusato il Vaticano di elitismo, narcisismo, e di essere fuori dalla realtà: «Lo stupro e la tortura di bambini venivano minimizzati o gestiti internamente per salvaguardare il primato dell’istituzione, il suo potere, la sua posizione e reputazione». Il premier ha anche ammesso le colpe dello Stato per non aver protetto adeguatamente i bambini e ha aggiunto che il governo proporrà delle nuove misure in cui i «bambini saranno al primo posto» .

Il leader dell’opposizione Michael Martin si è detto d’accordo con il premier e ha ricordato che già nel 2009, dopo la pubblicazione del rapporto Murphy sui tentativi della Chiesa di coprire gli abusi nella diocesi di Dublino, il Vaticano aveva preferito concentrarsi sugli interessi della Chiesa anziché cooperare pienamente nell’indagine del governo.

Il reverendo Federico Lombardi, che dirige l’ufficio stampa della Santa Sede, ha detto che alcune critiche alla Chiesa sono esagerate e che «dimostrano una scarsa consapevolezza di quel che il Vaticano ha fatto per aiutare a risolvere il problema». Il ministro della Giustizia irlandese ha criticato le sue parole definendole «un’uscita infelice e in malafede».

www.ilpost.it/2011/07/21/lirlanda-attacca-il-vaticano/

irlanda1
 
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Alessandro Baoli
view post Posted on 21/7/2011, 20:52




Pedofilia, Irlanda: il primo ministro attacca in parlamento il Vaticano

Il premier irlandese Enda Kenny, intervenendo in parlamento a proposito del rapporto sulla diocesi di Cloyne (cfr. Ultimissima del 15 luglio), ha accusato il Vaticano di non aver fatto quanto in suo potere per impedire gli abusi sessuali da parte di religiosi, operando inoltre per ostacolare le inchieste avviate. Kenny confida tuttavia che la giustizia prevarrà: “la legge non può fermarsi davanti a una tonaca”, ha sostenuto. E’ possibile rivedere il suo intervento sul sito della televisione irlandese.
Charlie Flanagan (leader del gruppo parlamentare del Fine Gael, lo stesso partito di Kenny) ha nel frattempo chiesto, scrive RTE, l’espulsione del nunzio papale, sempre in seguito alla diffusione dell’ultimo rapporto. Una sintesi del Cloyne Report è disponibile sul sito del militante ateo Michael Nugent.
L’arcivescovo di Dublino Diamund Martin, riporta BBC News, ha a sua volta dichiarato di provare “vergogna” per gli errori della Chiesa, sostenendo inoltre che, in Vaticano e nelle diocesi irlandesi, sono all’opera gruppi che cercano di depotenziare le misure prese per prevenire gli abusi sessuali su minori.
Raffaele Carcano

http://www.uaar.it/news/2011/07/21/pedofil...mento-vaticano/
 
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perlanaturale
view post Posted on 22/7/2011, 14:23





PEDOFILIA: DURE ACCUSE DEL PREMIER IRLANDESE AL VATICANO


(ASCA-AFP) - Dublino, 20 lug - Il pimo ministro irlandese

Enda Kenny ha accusato il Vaticano di ''disfunzione,

disconnessione e elitarismo'' per non aver affrontato a

dovere lo scandalo degli abusi sessuali commessi dai preti

pedofili. Le critiche sono state formulate nel corso di un

dibattito parlamentare sul rapporto uscito la scorsa

settimana che ha accusato la Chiesa Cattolica romana di aver

reagito in modo inappropriato davanti alle accuse di abusi

nei confronti di 19 esponenti religiosi nella diocesi di

Cloyne, nel sud dell'Irlanda.

Davanti al Dail, camera bassa del Parlamento irlandese,

Kenny ha detto che il rapporto ''ha evidenziato il tentativo

della Santa Sede di bloccare un'inchiesta in uno Stato

sovrano, democratico e repubblica non piu' di tre anni fa,

non trent'anni fa''.

Secondo il premier, ''il Cloyne fa emergere la

disfunzione, la disconnessione e l'elitarismo che dominano la

cultura del Vaticano. Lo stupro e la tortura di bambini sono

stati minimizzati per sostenere, invece, il primato delle

istituzioni, il suo potere e la sua reputazione''.





http://it.notizie.yahoo.com/pedofilia-dure...-155500865.html
 
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Alessandro Baoli
view post Posted on 25/7/2011, 12:36




CITTA' DEL VATICANO
Irlanda, Santa Sede reagisce alle accuse
Preti pedofili a Cloyne, richiamato il nunzio


Dopo la pubblicazione del rapporto della commissione d'inchiesta sugli abusi sessuali ai danni di minori nella diocesi a sud del paese e a seguito della accuse lanciate in Parlamento dal premier Kenny ("Vaticano ha incoraggiato a tacere"), Monsignor Giuseppe Leanza richiamato per consultazioni

CITTA' DEL VATICANO - La Segreteria vaticana ha richiamato il nunzio apostolico in Irlanda, monsignor Giuseppe Leanza, per consultazioni a seguito della pubblicazione, il 13 luglio scorso, del rapporto della commissione d'inchiesta del governo di Dublino sugli abusi ai danni di minori commessi da sacerdoti della diocesi di Cloyne, a sud del paese. La Segreteria di Stato e altri dicasteri vaticani dovranno mettere a punto una risposta ufficiale alle richieste provenienti dal governo irlandese circa il coinvolgimento del Vaticano nella copertura e insabbiamento di casi di abusi sessuali commessi da esponenti dal clero irlandese.

Si tratta della prima risposta del Vaticano al durissimo atto d'accusa pronunciato mercoledi scorso in Parlamento dal premier irlandese Enda Kenny, secondo cui "il rapporto della commissione ha evidenziato il tentativo della Santa Sede di bloccare un'inchiesta in uno Stato sovrano, democratico e Repubblica non più di tre anni fa, non trent'anni fa".

Alle parole del premier aveva replicato padre Lombardi, direttore della sala stampa vaticana. "La Santa Sede risponderà opportunamente alla domanda posta dal Governo irlandese a proposito del Rapporto sulla diocesi di Cloyne". Il religioso aveva anche richiamato tutti a dibattere la vicenda con la massima obiettività, in modo da contribuire alla causa che deve stare maggiormente a cuore a tutti, cioè la salvaguardia dei bambini e dei giovani e il rinnovamento di un clima di fiducia e collaborazione a questo fine, nella Chiesa e nella società, come auspicato dal Papa nella sua Lettera ai cattolici dell'Irlanda".

A sua volta, l'arcivescovo di Dublino Diarmuid Martin aveva respinto con forza le accuse lanciate dal premier irlandese, sottolineando che nella diocesi di Cloyne sono state ignorate le norme del 2001, volute dall'allora cardinale Ratzinger, dunque dal Papa attuale.

Mercoledì scorso, davanti al Dail, la camera bassa del Parlamento irlandese, il premier Kenny aveva apertamente accusato il Vaticano di "disfunzione, disconnessione e elitarismo", per aver incoraggiato i vescovi a non denunciare gli abusi da parte di 19 esponenti religiosi della diocesi di Cloyne alle autorità ufficiali, secondo quanto affermato dalla commissione d'inchiesta nel suo rapporto. Kenny non aveva usato mezzi termini. La vicenda di Cloyne, aveva affermato in Parlamento, "fa emergere la disfunzione, la disconnessione e l'elitarismo che dominano la cultura del Vaticano. Lo stupro e la tortura di bambini sono stati minimizzati per sostenere, invece, il primato delle istituzioni, il suo potere e la sua reputazione".

Alla pubblicazione del rapporto, prima che Kenny pronunciasse il suo atto d'accusa, padre Lombardi si era già espresso, garantendo la volontà della Santa Sede di accertare la verità e una sua pronta risposta alle rivelazioni su Cloyne. In attesa di quella risposta, il gesuita aveva ricordato "gli intensi sentimenti di dolore e di riprovazione espressi dal Papa in occasione del suo incontro con i vescovi irlandesi, convocati in Vaticano l'11 dicembre del 2009 proprio per affrontare insieme la difficile situazione della Chiesa in Irlanda alla luce del Rapporto sull'Arcidiocesi di Dublino, allora recentemente pubblicato. Il Papa parlava allora apertamente di 'sconcerto e vergogna' per 'i crimini odiosi'".

Padre Lombardi aveva richiamato in proposito che "proprio in seguito a tale incontro, e a uno successivo del 15 e 16 febbraio 2010, il Papa ha pubblicato la sua nota e ampia Lettera ai Cattolici dell'Irlanda, del 19 marzo successivo, in cui si trovano le espressioni più forti ed eloquenti di partecipazione alle sofferenze delle vittime e delle loro famiglie, come pure di richiamo alle terribili responsabilità dei colpevoli e alle mancanze di responsabili della Chiesa nei loro compiti di governo o di sorveglianza. Una delle azioni concrete seguite alla Lettera del Papa è la visita apostolica alla Chiesa in Irlanda, articolata nelle visite alle quattro archidiocesi, ai seminari e alle Congregazioni religiose, visita i cui risultati sono in uno stadio avanzato di studio e di valutazione".

(25 luglio 2011)
http://www.repubblica.it/esteri/2011/07/25...95/?ref=HREC1-4
 
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64less
view post Posted on 3/9/2011, 17:09




Roma, 3 set. (TMNews) - Il Vaticano non ha intralciato le indagini delle autorità a proposito dei casi di abusi sessuali nella diocesi di Cloyne, in Irlanda. E' quanto ha risposto la Santa Sede a Dublino a proposito del rapporto relativo agli episodi contestati nella diocesi irlandese.

"La Santa Sede non ha ostacolato le indagini e condivide i profondi sentimenti di rabbia e frustrazione manifestati pubblicamente a fronte di ciò che è emerso con il Cloyne Report, e che ha trovato espressione nel discorso dell'onorevole Enda Kenny, primo Ministro (Taoiseach), tenuto alla Camera dei deputati (Dßil Éireann) il 20 luglio 2011", si legge nella nota.

"In particolare, è infondata l'accusa che la Sede Apostolica abbia tentato 'di ostacolare un'Inchiesta in una Repubblica sovrana e democratica, appena tre anni fa, non trent'anni fa'. Del resto, un portavoce governativo, quando è stato interrogato in merito, ha chiarito che l'onorevole Kenny non si riferiva ad alcun episodio specifico. Del resto, le accuse di ingerenza da parte della Santa Sede sono smentite dai molti rapporti che pure vengono utilizzati per criticarla".

"Quei rapporti - prosegue il Vaticano - lodati per la loro esaustiva investigazione degli abusi sessuali e del modo in cui essa è avvenuta, non forniscono prove che la Santa Sede abbia interferito negli affari interni dello Stato irlandese o, addirittura, sia stata implicata nell'ordinaria gestione delle diocesi irlandesi o delle congregazioni religiose circa i problemi degli abusi sessuali. Piuttosto, ciò che colpisce di questi rapporti e delle numerose informazioni sulle quali sono basati è la mancanza di documentazione a supporto di tali accuse".

"La Santa Sede - si legge ancora - desidera riaffermare, anzitutto, il proprio orrore verso i crimini di abuso sessuale che sono avvenuti in quella diocesi; è profondamente addolorata e si vergogna per le terribili sofferenze che le vittime e le loro famiglie hanno dovuto sopportare nella Chiesa di Gesù Cristo, un luogo dove ciò non deve mai accadere".


FONTE: www.tmnews.it/web/sezioni/top10/20110903_150513.shtml
 
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