Laici Libertari Anticlericali Forum

Gli atei visti dai credenti, (e del cosiddetto 'confronto')

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Alessandro Baoli
view post Posted on 7/4/2011, 09:34




Stati Uniti, il 13 aprile sarà il primo “Ask An Atheist Day”

Il prossimo 13 aprile negli Stati Uniti sarà la prima giornata nazionale “Ask an Atheist”, “Domanda a un ateo”. Si tratta della proposta della Secular Student Alliance (vedi sotto, ndr ) per sconfiggere gli stereotipi sull’ateismo e incoraggiare un dialogo civile tra credenti e non credenti. Tutti i gruppi affiliati alla Secular Student Alliance sono stati invitati (1) a partecipare: con volantini, manifesti, e adesivi da portare addosso, cercheranno di incoraggiare le persone a farsi avanti e far loro domande sulla “vita laica”.
(1) www.secularstudents.org/askanatheistday
Silvia Righini

www.uaar.it/news/2011/04/06/stati-u...an-atheist-day/


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Scuole USA: nonostante le discriminazioni, i gruppi atei sono in crescita

Anche nelle zone più conservatrici degli Stati Uniti d’America, la cosiddetta Bible Belt, si stanno formando nuovi gruppi scolastici di studenti atei: lo ha reso noto la Secular Student Alliance*. La SSA, un’organizzazione nazionale no-profit che supporta gli studenti non religiosi, ha rivelato un primo successo nei suoi sforzi di promuovere la formazione di club atei nelle scuole superiori statunitensi: solo nell’ultimo mese ben cinque nuovi gruppi scolastici si sono affiliati alla SSA, contro i dodici gruppi dei primi quattro anni di attività, per un totale di più di 200 soci.
L’associazione sostiene che i teenager atei abbiano serie difficoltà sia nel rapporto con il personale della scuola sia con i loro genitori ed è perciò importante che possano incontrarsi e confrontarsi con persone che la pensano come loro. Nel cercare di formare questi gruppi però gli studenti si scontrano spesso con i pregiudizi delle amministrazioni scolastiche e delle comunità. In particolare è difficile trovare insegnanti disposti a fare da consigliere per il club nelle aree più conservatrici perché i docenti temono che questo si possa ripercuotere sulle loro carriere. La mancanza di un insegnante consigliere viene spesso usata come pretesto dalle scuole per negare il permesso di formazione del gruppo, anche se questo è in aperto contrasto con la legge statunitense.
“Sebbene la legge sia chiaramente dalla nostra parte preferiremmo ottenere l’accettazione da parte della società piuttosto che una vittoria legale” ha affermato August Brunsman, il direttore della SSA. “Vogliamo dimostrare che le persone che non credono non devono essere qualcosa di cui aver paura”.
* www.secularstudents.org/node/3536
Tommaso Marchioni

www.uaar.it/news/2011/02/05/scuole-...-sono-crescita/
 
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Alessandro Baoli
view post Posted on 10/5/2011, 13:36




Visti da loro
Stefano Marullo*

Nel suo ultimo contributo (1) Bruno Gualerzi, adamantino come sempre, ha voluto dare conto di quanto sia ovvio che gli atei si interessino a dio e al clero. Capovolgendo le cose, non dovrà apparire stucchevole come anche i credenti si interessino all’ateismo e ai loro alfieri. Chi vorrà prendersi la briga di consultare i vecchi manuali di teologia potrà sorprendersi di come la voce “Ateismo” sia ampiamente presente. A dirla tutta, a guardare taluni dizionari di teologia, l’argomento è trattato con una dovizia inconsueta e, fatto salvo il pregiudizio sull’erroneità di fondo, il pensiero ateo è presentato con soddisfacente completezza.
Più di recente, Concilium, rivista internazionale di teologia, ha scelto come titolo monografico del numero 4/2010, il seguente: Atei: di quale Dio?
La prima domanda che sorge spontanea è perché il punto di vista ateo dovrebbe interessare un credente. Ad essa sembra rispondere Andrés Torres Queiruga, professore di filosofia della religione all’università di Santiago di Compostela, che esordisce così: “Iniziando il Proslogion, sant’Anselmo si stupiva del fatto che, pur essendo noi creati da Dio, ci costi poi tanto conoscerlo. Come credenti, stupisce ancora di più: come è possibile l’ateismo? Soprattutto l’ateismo moderno”. L’avverbio usato – soprattutto – non è una casuale nuance. Tutti i dotti interventi su Concilium sembrano ignorare l’ateismo classico e si chiedono se sia mai esistito veramente nell’antichità e ove ce ne fossero le tracce non sarebbe che minoritario quindi trascurabile. L’ateismo contemporaneo è invece analizzato e dibattuto, se, come ebbe a dire Paolo VI, rappresenta quale fenomeno di massa “il principale problema del nostro tempo”. Perlomeno nelle società occidentali.
Una delle accuse mosse – ma qui davvero niente di nuovo sotto il sole quanto a debolezza argomentativa – è quella secondo cui dopo il collasso del blocco sovietico sia venuto meno quella che viene considerata una sorta di “cornice istituzionale” all’ateismo e il vuoto derivante da questa deflagrazione è stato soppiantato da quello che viene individuato come “nuovo ateismo”, ad opera in particolare, dell’apparizione di libri ed autori di successo che hanno portato nella sfera pubblica la questione. Segnatamente vengono indicati come i “quattro cavalieri dell’Apocalisse”: Sam Harris, Cristopher Hitchens, Richard Dawkins e Daniel Dennet. Gli ultimi due sono destinatari degli strali di Alister E. McGrath, personaggio eclettico, biofisico molecolare con un passato di ateismo alle spalle che si è poi dedicato agli studi storici e teologici – è considerato uno dei maggiori specialisti britannici della Riforma protestante – il quale bolla quello di Dawkins e Dennet come nuovo “scientismo” figlio di un datato positivismo scientifico caratteristico della fine del XIX secolo. In particolare viene attaccata la teoria del meme elaborata da Richard Dawkins ancora nel 1976, che sarà utile richiamare. Ne Il gene egoista il celeberrimo biologo, divenuto un’icona dell’ateismo mondiale, sostiene che esiste un’analogia tra evoluzione biologica ed evoluzione culturale: entrambe hanno bisogno di un replicatore, il gene nel primo caso, il meme nel secondo. L’idea di Dio è per Dawkins un esempio eccellente di meme che si è installato nel cervello, non supportata da alcuna legittimazione in termini intellettuali. Dennet ha ripreso la teoria del meme, come una sottospecie di virus. McGrath ritiene quella del meme un assunto indimostrabile – riconoscendo che la comunità scientifica è divisa a riguardo – un po’ come la più “filosofica” monade, che ha a che fare più con la fede che con la scienza – interessante questo transfert con attribuzione all’ateo di una fideistica credenza da parte di un credente che reclama la scientificità delle deduzioni. Il paradosso, nell’articolo di McGrath, è che dopo aver inveito contro Dawkins e Dennet, accusati di “speculazione metafisica” – laddove il metodo scientifico “è religiosamente neutrale”; un lapsus per dire “agnostico”? – l’autore conclude con queste parole: “La retorica del nuovo ateismo dipende in non piccola misura dal suo pubblico che manca di una familiarità di prima mano con i credo e le pratiche religiose, e soprattutto dai colleghi scienziati che hanno dimestichezza con i temi della fede [...] decisivo il loro ruolo nel poter e voler difendere e, soprattutto, spiegare la fede ai loro pari nell’ambito professionale”. C’è una lacerante contraddizione nel rifiutare l’uso che l’ateismo fa della scienza contro la religione, per poi appellarsi agli scienziati per spiegare la religione!
Toni più concilianti quelli di Torres Queiruga che scrive: “L’ateismo non obbedisce a capriccio o malizia: poggia su valori reali […] non è solo pericolo, può esser anche supporto e kairṓs salvifico”. Parole davvero coraggiose per un teologo, ribadite con grande fermezza: “Se per morale si intende la determinazione dei contenuti, questi appartengono alla realizzazione umana in quanto tale: credenti e atei, dobbiamo tutti praticare delle condotte e riprovarne delle altre, senza che in linea di principio debbano esserci delle differenze”.
Non mancano, finanche, voci “fuori dal coro” come il contributo di André Comte-Sponville, filosofo ateo francese, che elabora una sorta di ateismo “aperto”, ricettivo di valenze “religiose” e considerato come un genere speciale di spiritualità.
Emerge, infine, da una parte la considerazione che la pluralizzazione dell’ateismo in molti rivoli – per i non credenti segno di ricchezza – rappresenti un sintomo di debolezza e un segnale non secondario di una critica ad intra che potrebbe demolire l’intero edificio, dall’altra la consapevolezza che, in fondo, l’affermazione dell’ateismo moderno non è altro che un modo diverso di parlare di Dio.

* Laureato in Storia, ha compiuto studi di teologia e filosofia. Redattore della rivista “Non Credo”, è socio attivo del Circolo UAAR di Padova

(1) http://www.uaar.it/news/2011/05/01/gli-ate...-dio-del-clero/

www.uaar.it/news/2011/05/09/visti-da-loro/
 
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Alessandro Baoli
view post Posted on 30/5/2011, 07:24




Gli atei “che scherzano” e quelli “che non scherzano”

Bruno Gualerzi*

Questa distinzione, manco a dirlo, la si deve a quel Gianfranco Ravasi che ha istituito un ‘Cortile dei Gentili’ per avere accesso al quale occorre essere in possesso dell’attestato di ‘atei che non scherzano’, ultima versione, questa, per indicare gli atei ‘doc’, proclamati tali dal Ravasi stesso. Di tutto ciò si è già ampiamente dato notizia e discusso nel blog, ma la lettura di un articolo apparso sull’ultimo numero de l’Espresso dove il nostro è titolare di una rubrica fissa corredata del suo bel faccione prelatizio, si presta a qualche ulteriore considerazione.
In quell’articolo si riportano alcune citazioni attribuite ad atei famosi, quasi tutti regolarmente morti da tempo… e in ogni caso i soli degni, in quanto famosi, di entrare, per lo meno ‘in spirito’, nel Cortile. Le riporto per trarne poi alcune considerazioni.
Camus: “Come è possibile essere santi senza Dio?”
Cioran: “Mi sono sempre aggirato attorno a Dio come un delatore: incapace di invocarlo, l’ho spiato… Il campo visivo del cuore è: il mondo, più Dio, più il Nulla, cioè tutto”. E poi, sempre Cioran, infliggendo, dice il Ravasi, una frustata a lor teologi: “Quando si ascolta Bach, si vede nascere Dio.”
Il poeta Caproni: “la morte è un trapasso. Certo: dal sangue al sasso”, il quale Caproni aveva anche scritto una preghiera dell’ateo: “Ah, mio Dio, mio Dio/. / Perchè non esisti?… Dio onnipotente, cerca / (sforzati) a furia di insistere / almeno di esistere”.
Flaiano: avendo raccontato di Gesù che incontra il padre di una ragazza handicappata il quale gli intima “non voglio che tu la guarisca, ma che la ami”, gli risponde: “In verità vi dico: quest’uomo mi ha chiesto ciò che io veramente posso dare!”
E infine il filosofo Hume: “Gli errori della filosofia sono sempre ridicoli, quelli della religione sempre pericolosi”. Pericolosi, ma evidentemente non ridicoli.
A questo punto Ravasi dice di risparmiarci Marx, Nietzsche, Gramsci, Gould ecc. dando per scontato che ci sarebbe da pescare parecchio anche tra loro.
Prima considerazione. Questi autori – va da sé, scrittori, pensatori, scienziati di indiscusso prestigio – tirano sì in ballo dio, e in modo innegabilmente suggestivo, ma non credo che si sarebbero mai riconosciuti, se non come espediente narrativo, speculativo o direttamente polemico, in una qualche istituzione religiosa, storica. Istituzione religiosa alla quale appartiene invece totalmente, ‘anima e corpo’, mons. Ravasi… il quale può speculare fin che vuole sulle manifestazioni di religiosità di questi autori, ma non potrà mai far compiere loro il salto che separa nettamente religiosità e religione istituzionalizzata, e che denota una distanza irriducibile tra lui e loro.
Seconda considerazione. Queste frasi, per quanto inequivocabile sia il loro contenuto se prese a sé, si prestano a qualsiasi interpretazione una volta estrapolate dal loro contesto. Per cui, in un determinato contesto, il loro ateismo, magari proprio ‘costruito’ su quanto citato, assumerebbe ancora maggior consistenza e maggior forza.
Terza – e per me più importante rispetto alle due precedenti – considerazione. Cosa traspare da queste citazioni anche prese alla lettera? Una sorta di ‘desiderio di dio’ che (ed è qui che vuol poi arrivare col solito gesuitismo Ravasi) ne farebbe dei veri atei, quelli ‘che non scherzano’… ma veri atei perchè in sostanza (un teologo è capace di questo ed altro)… non sono veri atei! Sono dei credenti che non sanno di esserlo (ah se i vari Ravasi avessero potuto trovarsi al loro capezzale nel momento del trapasso!), e che perciò potrebbero (e quelli come loro attualmente possono) essere ammessi d’autorità nel Cortile perchè con loro si troverebbe un punto d’incontro
Che non si trova invece con gli ‘atei che scherzano’. E chi sarebbero? Per Ravasi quelli che… o non si sono mai confrontati con dio, oppure, avendolo magari fatto, non l’hanno saputo ascoltare e capire. Ma questi potrebbero ancora essere atei rispettabili, mentre proprio non sono degni del titolo di ateo, “gli esponenti – sono parole sue – di quell’ateismo popolare dello sberleffo irreligioso”… insomma quelli, per altro già bollati come folkloristici, che magari sono vicini all’UAAR.
Lascio perdere adesso l’ironia che si potrebbe fare – e già fatta da tanti sul blog – su questo ‘ateismo popolare’ (così poco aristocratico, così maleducato, ruspante sì… quindi certamente proprio di un animale da cortile, nel senso di aia contadina… ma non certo da Cortile dei Gentili!), e vorrei fare invece un’ultima considerazione: su questo benedetto ‘desiderio di Dio’. I vari Ravasi, e i credenti in genere, capiranno mai che esiste anche un desiderio, e molto forte, molto profondo quale che sia il modo di esprimerlo (’popolarmente’, sulla base di un sano e robusto buon senso, oppure ‘aristocraticamente’, rimarcandone l’inaccettabile assurdità), di LIBERARSI DI DIO? Che – a parte i casi fortunati di quanti non hanno mai avuto bisogno di liberarsene perchè non gli è mai stato imposto – sono poi la maggioranza dei, questi sì, VERI ATEI che si sono liberati di dio, non perchè questo dio li avrebbe costretti alla responsabilità morale, a fare i conti con la propria coscienza, a dare un senso alla propria esistenza, ma, al contrario, perchè quel senso e le sue conseguenze finalmente l’hanno trovato in se stessi senza cercarlo in qualche ‘aldilà’. Capiranno mai quale senso di libertà – di vera libertà, quella che si può veramente meritare e godere perchè spesso dovuta ad un conquista non facile – comporta il poter vivere senza l’ingombrante presenza di un dio che chiaramente è solo frutto, appunto, di un desiderio dovuto alla paura? Paura di una condizione umana che si vuole esorcizzare disprezzando magari chi questa paura non l’ha rimossa, ma l’ha guardata in faccia senza cercare fughe consolatorie. Quali allora i veri atei e quali gli atei fasulli?
E infine, quale dialogo, dentro o fuori dai cortili? L’unico dialogo possibile è quello fra chi vive in una dimensione di religiosità dovuta al forte sentimento del mistero dell’esistenza e quindi si pone le cosiddette domande esistenziali, ma non si riconoscerà mai in quelle istituzioni i cui sacerdoti dicono di credere, o vogliono far credere, di aver trovato la risposta definitiva… e quanti questa liberazione – doloroso o meno che sia stato il conquistarla – la stanno già vivendo.
* Insegnante di storia e filosofia in pensione e socio UAAR

http://www.uaar.it/news/2011/05/30/gli-ate...-non-scherzano/
 
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Alessandro Baoli
view post Posted on 1/6/2011, 13:52




Benedetto XVI e la nuova evangelizzazione verso “i distratti e gli insensibili”

Ricevendo oggi in udienza i partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, guidato da mons. Rino Fisichella, Benedetto XVI ha tenuto loro un discorso* tutto centrato sulle modalità dell’annuncio del cristianesimo nella società contemporanea. “Gli sviluppi della secolarizzazione hanno lasciato pesanti tracce anche in Paesi di tradizione cristiana”, ha constatato il papa: “la crisi che si sperimenta porta con sé i tratti dell’esclusione di Dio dalla vita delle persone, di una generalizzata indifferenza nei confronti della stessa fede cristiana, fino al tentativo di marginalizzarla dalla vita pubblica”. Se, nei decenni passati, “era ancora possibile ritrovare un generale senso cristiano che unificava il comune sentire di intere generazioni, cresciute all’ombra della fede che aveva plasmato la cultura”, oggi, ha continuato il pontefice, “si assiste al dramma della frammentarietà che non consente più di avere un riferimento unificante; inoltre, si verifica spesso il fenomeno di persone che desiderano appartenere alla Chiesa, ma sono fortemente plasmate da una visione della vita in contrasto con la fede”. Per questi motivi la Chiesa, ha esortato il papa, “è chiamata a compiere una nuova evangelizzazione”: serve “un rinnovato vigore per convincere l’uomo contemporaneo, spesso distratto e insensibile”, e occorre “intensificare l’azione missionaria per corrispondere pienamente al mandato del Signore”. In particolare, è a suo dire “importante far comprendere che l’essere cristiano non è una specie di abito da vestire in privato o in particolari occasioni, ma è qualcosa di vivo e totalizzante”. E dunque “non si potrà dimenticare che lo stile di vita dei credenti ha bisogno di una genuina credibilità, tanto più convincente quanto più drammatica è la condizione di coloro a cui si rivolgono”.

Raffaele Carcano

* http://press.catholica.va/news_services/bu...05.2011&lang=it

http://www.uaar.it/news/2011/05/30/benedet...li-insensibili/
 
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Alessandro Baoli
view post Posted on 10/6/2011, 06:09




“Civiltà cattolica” e il “neoateismo”

L’ultimo numero del periodico La Civiltà Cattolica contiene un articolo del gesuita Giandomenico Mucci su Il neoateismo. Dall’abstract* disponibile online si evince che, per il religioso, “esiste oggi, e va di moda, un ateismo che strumentalizza i risultati delle scienze sperimentali come supporto alle sue tesi precostituite”: Tale ateismo è “un ateismo non dotto, che si affida all’improntitudine e all’allegra impreparazione di alcuni suoi apostoli attivi in campo mediatico”, e inoltre “un ateismo aggressivo e polemico con i credenti, che pretende di soverchiare con argomenti empirici e populistici, come se tutti gli scienziati fossero atei, come se chi vive e partecipa della cultura contemporanea non sarebbe uomo compiuto se non fosse ateo”. Secondo Mucci esiste anche un’altra moda, quella di “rafforzare il pregiudizio ateistico con le scienze, l’antropologia, la psicanalisi, distorte dal loro campo d’indagine e usate per esprimersi in un ambito nel quale sono incompetenti”. Tuttavia, ammonisce l’autore, “il neoateismo tiene in troppo poco conto il fatto che esistono moltissimi scienziati, antropologi, psicanalisti che sono credenti: il che significa che l’opzione per credere o per non credere ha radici diverse dalla scienza”.
Raffaele Carcano

* http://www.laciviltacattolica.it/it/quader.../il-neoateismo/

www.uaar.it/news/2011/06/10/civilta-cattolica-neoateismo/
 
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Alessandro Baoli
view post Posted on 27/6/2011, 18:03




Per i leaders evangelici il secolarismo è una minaccia più forte dell’islam

Il centro di ricerche Pew Forum on Religion and Public Life ha condotto un’indagine tra i leaders evangelici (1) di tutto il mondo, incontratisi a Città del Capo il 10 ottobre 2010, i cui risultati sono parzialmente riassunti da Voice of America News (2). Emergono vari dati interessanti, tra i quali quello sulla percezione che hanno del secolarismo, ritenuto una minaccia per la comunità evangelica più forte dell’influenza dell’Islam (71% contro 47%); al secondo posto il consumismo e i beni materiali (67%), al terzo il sesso e la violenza nella cultura popolare (59%). Le seguenti tabelle riassumono bene alcuni altri aspetti presi in considerazione dal sondaggio.
Daniele Stefanini

(1) http://www.pewforum.org/Christian/Evangeli...nt-Leaders.aspx
(2) http://www.voanews.com/english/news/religi...-124364574.html

http://www.uaar.it/news/2011/06/27/per-lea...rte-dell-islam/
 
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Alessandro Baoli
view post Posted on 4/7/2011, 17:14




Timeo catholicos et dona ferentes

Giulio Cesare Vallocchia*

Virgilio nell’ Eneide, Libro II, faceva dire a Lacoonte che temeva i Danai, soprattutto se portavano doni. E’ venuto forse il momento per gli atei di temere i gerarchi cattolici dal momento che in troppi si interessano ad allacciare rapporti amichevoli con loro ? Dopo il cardinale Ravasi iniziatore di un tentativo di dialogo con il suo “Cortile dei Gentili” è ora il cardinale Bertone a formulare avances, come leggiamo su l’Avvenire (vedi sotto, ndr). Ricordiamo subito che entrambi i cardinali non pensano assolutamente a contatti con l’UAAR , l’unica Associazione di Atei e Agnostici attivamente presente in Italia, e neppure con rappresentanti dell’ Unione Internazionale Etico-Umanistica (consulente ufficiale di ONU, UNESCO, UNICEF e Consiglio d’Europa), ma solo con atei o agnostici di propria scelta e possibilmente “devoti” se non a Dio almeno al potere rappresentato dal loro sistema religioso.
Dobbiamo subito chiederci se questa iniziativa del cardinale Bertone sia in qualche modo concordata e allineata con quella già sperimentata dal Ravasi nel quadro di una strategia vaticana di cordiale appeasement con scienziati e intellettuali non credenti, ovvero si tratti soltanto di concorrenza fra due cardinali rampanti in cerca di prestigiosi riconoscimenti internazionali ai fini della propria personale carriera ecclesiastica. Ma se si tratta di una strategia complessiva e unitaria dobbiamo trarre una conclusione molto confortante. Pur non essendo l’UAAR, e nemmeno i suoi referenti internazionali, i destinatari di tanto inaspettato interesse al dialogo possiamo ipotizzare che l’avanzata del secolarismo sia talmente preoccupante da spingere le più alte gerarchie vaticane a stabilire almeno un “entente cordiale” con prestigiose personalità atee, purché accuratamente selezionate secondo la convenienza del momento. Grandi progressi rispetto ad epoche in cui quei rapporti erano tenuti dalla Santa Inquisizione ai margini di roghi fiammeggianti.
* Curatore del sito No God.

www.uaar.it/news/2011/07/04/timeo-catholicos-dona-ferentes/
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Incontro interreligioso di Assisi, Bertone:
«Confronto anche con non credenti»

Il confronto con i non credenti avrà un posto importante nel raduno interreligioso convocato dal Papa ad Assisi il prossimo 27 ottobre. Lo sottolinea il cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato vaticano, in un suo intervento sull'incontro pubblicato sull'Osservatore Romano. Parlando del primo incontro indetto ad Assisi nel 1986 da Giovanni Paolo II, delle sue ragioni e del suo significato, Bertone si sofferma poi sul nuovo raduno indetto da Benedetto XVI, da una parte in scia con quello del predecessore, dall'altra ricco di elementi di novità, legati anche al mutato contesto storico-sociale.

E in proposito il porporato indica come "scelta qualificante quella di invitare ad Assisi anche alcune personalità del mondo della scienza e della cultura che si definiscono non religiose. E ciò non solo per il fatto che la costruzione della pace è una responsabilità di tutti, credenti e non credenti. Più profondamente, siamo convinti che la posizione di chi non crede, o fatica a credere, possa svolgere un ruolo salutare per la religione in quanto tale, per esempio nell'aiutare a evidenziarne possibili degenerazioni o inautenticità. Tracce di questo illuminismo rettamente inteso - afferma Bertone - sono presenti nella stessa tradizione biblica, fortemente critica verso modalità di culto che non avvicinano, ma allontanano da Dio".
http://www.avvenire.it/Chiesa/assisi+berto...54152830000.htm
 
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Alessandro Baoli
view post Posted on 11/7/2011, 09:58




Osservatorio cristiano attacca la Federazione Umanista Europea

Il documento sulla religione nella società presentato dalla EHF, la Federazione Umanista Europea [ci cui fa parte anche l'UAAR], nell’ambito del progetto Religare, sostenuto dall’UE, sembra aver irritato l’Osservatorio sull’intolleranza e la discriminazione contro i cristiani in Europa (precedentemente conosciuto come l’Osservatorio sulla cristianofobia), che ha inviato a Religare una presunta confutazione. In realtà il loro testo è offensivo, ignora quasi tutti i nostri argomenti e travisa gravemente le nostre opinioni. Si può leggere – con l’evidenziazione degli abusi e con i nostri commenti – sul sito della EHF.
David Pollock, presidente EHF
Il documento dell’osservatorio è stato commentato favorevolmente nei giorni scorsi da padre John Flynn sul sito Zenit – Il mondo visto da Roma.

http://www.uaar.it/news/2011/07/08/osserva...anista-europea/
 
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Alessandro Baoli
view post Posted on 31/8/2011, 07:09




USA, fanatici cristiani chiedono registro pubblico degli atei

I blogger laici americani denunciano la proposta di un gruppo di estremisti cristiani per la creazione di un registro degli atei, ispirato esplicitamente a quelli esistenti per gli stupratori o i membri del Ku Klux Klan. L’idea ricorda piuttosto le liste di medici abortisti, che hanno ispirato numerosi attentati, o le liste di proscrizione per gli ebrei.
Tom Willis del gruppo creazionista “Creation Science Association” ha anche argomentato l’esclusione degli atei dal voto e dalle cariche pubbliche.
Flavio Pietrobelli

http://www.uaar.it/news/2011/08/30/usa-fan...ico-degli-atei/
 
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Haxeln
view post Posted on 6/9/2011, 10:36




CITAZIONE (Alessandro Baoli @ 31/8/2011, 08:09) 
USA, fanatici cristiani chiedono registro pubblico degli atei

I blogger laici americani denunciano la proposta di un gruppo di estremisti cristiani per la creazione di un registro degli atei, ispirato esplicitamente a quelli esistenti per gli stupratori o i membri del Ku Klux Klan. L’idea ricorda piuttosto le liste di medici abortisti, che hanno ispirato numerosi attentati, o le liste di proscrizione per gli ebrei.
Tom Willis del gruppo creazionista “Creation Science Association” ha anche argomentato l’esclusione degli atei dal voto e dalle cariche pubbliche.
Flavio Pietrobelli

www.uaar.it/news/2011/08/30/usa-fan...ico-degli-atei/

ecco questa è effettivamente una cavolata
 
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Alessandro Baoli
view post Posted on 15/9/2011, 09:44




Firenze, arcivescovo Betori: “Cultura egemone vuole allontanare l’uomo da Dio”

L’arcivescovo di Firenze, mons. Giuseppe Betori, durante l’omelia di ieri per la festa della natività di Maria nella cattedrale di Santa Maria del Fiore, ha attaccato la “cultura oggi egemone” che “la cui pretesa secolarista vorrebbe proprio condurci a vivere come se Dio non ci fosse”. “Sentire Dio partecipe della storia degli uomini” oggi è “tutt’altro che scontato e trova ostacoli”, proprio per questo. “L’uomo di oggi è assalito dal timore che la presenza di Dio possa essere troppo invasiva della sua autonomia”, sostiene il prelato, e che quindi “per salvare la libertà dell’uomo occorra allontanare Dio dal suo orizzonte di comprensione della vita e di costruzione della civiltà”.
Valentino Salvatore

http://www.uaar.it/news/2011/09/09/firenze...are-uomo-da-di/
 
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Alessandro Baoli
view post Posted on 29/9/2011, 06:34




Avvenire: “Atei e agnostici in crescita, spaventati da nuova evangelizzazione e Cortile dei Gentili”

Un commento odierno su Avvenire, dal titolo Chi ha paura del Cortile?, prende atto del fatto che “il numero di atei, di agnostici o più direttamente di persone per le quali la religione è una cosa estranea sta crescendo anche in Paesi tradizionalmente cattolici come l’Italia”. Viene citata una ricerca commissionata dalla rivista Il Regno, in cui si nota che soprattutto i giovani dopo il 1981 “sono tra gli italiani più estranei a un’esperienza religiosa” e quella condotta dall’Osservatorio socio-religioso del Triveneto.
Secondo Avvenire, la creazione del ‘Cortile dei Gentili’ e la rinnovata attenzione di Benedetto XVI nei confronti dei non credenti, susciterebbero “una reazione di spavento”, addirittura di “paura”, “terrore” tra atei e agnostici. “Spavento di fronte all’idea di una nuova evangelizzazione”, nel “cogliersi ‘oggetto’ di missione”, nel “vedersi costretti a rinunciare alla propria libertà di pensiero e di volontà”. A molti non credenti la Chiesa appare “come una sorta di esercito che va all’assalto di coloro che sono da essa lontani e che intende riportarli in una specie di stato di minorità mentale”. Queste idee sono “riconducibili all’ancora vigente sistema intellettuale illuministico” e anche “effetto di una corrente di pensiero particolarmente critica nei confronti del sistema ecclesiale”, che “scrive e dice di tutto pur di dipingere il cattolicesimo ai limiti del caricaturale”.
“Tuttavia” ammette Avvenire “non possiamo escludere una quota di responsabilità da parte nostra nella costruzione di questa immagine molto diffusa di Chiesa, capace appunto di suscitare spavento”.
Valentino Salvatore

www.uaar.it/news/2011/09/28/avvenir...le-dei-gentili/
 
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Alessandro Baoli
view post Posted on 29/9/2011, 08:12




Benedetto XVI in Germania: “Agnostici in ricerca meglio dei fedeli di routine”

Durante l’omelia pronunciata ieri (25 settembre, ndr)davanti ai fedeli presso la spianata dell’aeroporto di Friburgo, Benedetto XVI ha parlato tra l’altro del problema della teodicea e del dubbio in materia di fede. Di fronte “a tutte le cose terribili che avvengono oggi nel mondo” ci sono teologi i quali “dicono che Dio non possa essere affatto onnipotente”, ha iniziato Ratzinger. Per rispondere a ciò, il papa ha sostenuto che Dio è sì “onnipotente”, ma “ha posto un limite al suo potere, riconoscendo la libertà delle sue creature”.
Citando poi una parabola del Vangelo, ne ha tradotto il senso in questo modo: gli “agnostici, che a motivo della questione su Dio non trovano pace” e “le persone che soffrono a causa dei peccati e hanno desiderio di un cuore puro” sono “più vicini al Regno di Dio di quanto lo siano i fedeli ‘di routine’, che nella Chiesa vedono ormai soltanto l’apparato, senza che il loro cuore sia toccato da questo, dalla fede”.
Il papa da una parte ha espresso “profonda gratitudine” per quanti si impegnano nella Chiesa e nelle sue “istituzioni sociali e caritative”. Ma dall’altra ha invitato i fedeli ad interrogarsi se operano “nello spirito dell’insegnamento di Gesù”. Ha esortato inoltre all’”unità” di sacerdoti e fedeli cattolici, perché solo così “la Chiesa in Germania supererà le grandi sfide del presente e del futuro e rimarrà lievito nella società”. Ma anche all’”umiltà”, “virtù che nel mondo di oggi e, in genere, di tutti i tempi, non gode di grande stima”, ha aggiunto.
Valentino Salvatore

http://www.uaar.it/news/2011/09/26/benedet...eli-di-routine/
 
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Alessandro Baoli
view post Posted on 8/10/2011, 11:14




Card. Piacenza ai sacerdoti: “Secolarizzazione e ateismo succhiano sangue al cristianesimo”

Nel suo intervento dal titolo Il sacerdote nel secolo XXI il prefetto per la Congregazione per il clero card. Mauro Piacenza, ha attaccato “la secolarizzazione, lo gnosticismo, l’ateismo nelle sue varie forme” che “stanno riducendo sempre più lo spazio del sacro” e “succhiando il sangue ai contenuti del messaggio cristiano”.
Secondo il prelato, il cui intervento è stato pubblicato anche sull‘Osservatore Romano, “gli uomini delle tecniche e del benessere, la gente caratterizzata dalla febbre dell’apparire, avvertono un’estrema povertà spirituale” e sono “vittime di grave angoscia esistenziale”, “incapaci di risolvere i problemi di fondo della vita spirituale, familiare e sociale”. La cultura “più diffusa” è “dominata e impregnata dal dubbio sistematico e dal sospetto verso tutto ciò che riguarda la fede, la ragione, la religione, la legge naturale”. In un panorama morale dove regnano “confusione”, “disordine” e “anarchia”, “l’uomo si fa creatore del bene e del male”, ha sostenuto il cardinale, “concentra egoisticamente l’attenzione su di sé”, “alla norma morale sostituisce il proprio desiderio e ricerca il proprio interesse”. “La sana dottrina”, ma “anche la documentazione storica ci dimostrano che la Chiesa è in grado di resistere a tutti gli attacchi”, ha aggiunto, “a tutti gli assalti che possono essere sferrati contro di essa dalle potenze economiche e culturali”.
Valentino Salvatore

http://www.uaar.it/news/2011/10/04/card-pi...-cristianesimo/
 
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Alessandro Baoli
view post Posted on 19/10/2011, 10:56




Assisi, il ‘Cortile dei gentili’ invita anche Grayling

In vista dell’incontro interreligioso ad Assisi del prossimo 27 ottobre, Benedetto XVI ha invitato anche alcuni atei nel suo ‘Cortile dei Gentili’. Si tratta della psicanalista e filosofa francese Julia Kristeva, il professore di filosofia alla UCLA Remo Bodei, il messicano Guillermo Hurtado, tra i fondatori della rivista Dìanoia e il filosofo Anthony Clifford Grayling, promotore del New College of the Humanities a Londra.
Prima di lanciare il progetto del ‘Cortile dei Gentili’, il card. Gianfranco Ravasi, presidente per il Pontificio consiglio per la cultura, aveva definito l’UAAR “folcloristica”. Ma ha invitato Grayling, presidente della British Humanist Association e socio onorario della National Secular Society. Entrambe associazioni che rappresentano i non credenti in Gran Bretagna e aderiscono all’IHEU (International Humanist and Ethical Union), organizzazione che riunisce le realtà atee e agnostiche e di cui fa parte proprio l’UAAR. Lo stesso Grayling, noto per il suo attivismo sul fronte laico, è stato anche uno dei relatori al convegno In un mondo senza Dio organizzato dall’UAAR lo scorso maggio a Genova.
Valentino Salvatore

http://www.uaar.it/news/2011/10/18/assisi-...anche-grayling/

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Ravasi fa il methòrios, ma ben armato di teologia e Vangelo

Giulio Cesare Vallocchia*

Su Il Sole-24 Ore (vedi sotto, ndr) leggiamo una presentazione del libro di prossima uscita “Il Cortile dei Gentili” a cura del suo stesso autore, Gianfranco Ravasi, plenipotenziario pontificio per il dialogo con gli atei. Elegante, colta, ricca di citazioni ma soprattutto diplomatica la paginetta di esaltazione con cui Ravasi elogia il ruolo di “methòrios” che si è assegnato, vale a dire di “osservatore” sul confine che separa il mondo dei credenti in una (nel suo caso) immaginaria entità soprannaturale e quello degli atei e agnostici o solo dubbiosi sul variegato mondo del paranormale.
Nobile l’intento se la prassi seguita fosse quella neutralità del “methorios”, l’osservatore che sta sul confine, forte dei sui princìpi ma disposto a metterli in discussione nel dialogo con quelli che stanno al di là. Non è proprio così nel caso del Ravasi che scrive: “Ponendomi per congruenza sul territorio del credere a cui appartengo, vorrei solo evocare la ricchezza che questa regione rivela nei suoi vari panorami ideali. Pensiamo al raffinato statuto epistemologico della teologia come disciplina dotata di una sua coerenza, alla visione antropologica cristiana elaborata nei secoli…”.
Nel suo articolo, di fatto, accredita alla sola teologia (la scienza del nulla fondata sulle favole, secondo il nostro punto di vista) e al Vangelo del cristianesimo inventato da Paolo di Tarso e poi arricchito di fantasiose invenzioni dai suoi epigoni, il ruolo di fonte indiscutibile di verità eterna, assoluta, immodificabile. Se il Cortile dei Gentili, il luogo ideale che su stimolo di Benedetto XVI dovrebbe essere deputato all’incontro fra cattolici e non credenti, sarà solo l’arena in cui Ravasi ascolta interlocutori che, nelle due o tre occasioni già verificatesi, sono stati scelti fra quelli che, pur non credenti, appaiono meno critici e comunque non ostili rispetto al presunto “magistero” della chiesa cattolica, difficilmente potrà avere un ruolo diverso da quello svolto dagli insegnanti dell’ora di religione a scuola.
Abbia il coraggio, Ravasi, di chiamare a discutere gli intellettuali liberi da qualsiasi forma di devozione e poi potremo apprezzare anche quel ruolo di “methòrios” che rivendica al riparo della sua indefettibile fede nella teologia cristiana.
* Curatore del sito No God.

http://www.uaar.it/news/2011/10/17/ravasi-...ologia-vangelo/


Il divino, una passione atea

Gianfranco Ravasi

Interrogarsi sul significato ultimo dell'esistere non coinvolge, certo, lo scettico sardonico e sarcastico che ambisce solo a ridicolizzare asserti religiosi. Tra l'altro, uno che di ateismo s'intendeva, come il filosofo Nietzsche non esitava a scrivere nel Crepuscolo degli dei (1888) che «solo se un uomo ha una fede robusta, può indulgere al lusso dello scetticismo». Neppure il razionalista, avvolto nel manto glorioso della sua autosufficienza conoscitiva, vuole correre il rischio di inoltrarsi sui sentieri d'altura della sapienza mistica, secondo una grammatica nuova che partecipa del linguaggio dell'amore, che è ben diverso dalla spada di ghiaccio della pur importante ragione pura. Né è interessato a questo dialogo l'ateo confessante che, sulla scia dello zelo ardente del marchese de Sade della Nouvelle Justine (1797), presenta il suo petto solo al duello: «Quando l'ateismo vorrà dei martiri, lo dica: il mio sangue è pronto!».
L'incontro tra credenti e non credenti avviene quando si lasciano alle spalle apologetiche feroci e dissacrazioni devastanti e si toglie via la coltre grigia della superficialità e dell'indifferenza, che seppellisce l'anelito profondo alla ricerca, e si rivelano, invece, le ragioni profonde della speranza del credente e dell'attesa dell'agnostico. Ecco perché si è voluto pensare da parte del Pontificio Consiglio della Cultura a un «Cortile dei Gentili», sulla scia di una sollecitazione di Benedetto XVI durante un suo discorso rivolto alla Curia romana nel dicembre 2009. Lasciamo da parte la denominazione storica che ha solo una funzione simbolica, evocando l'atrio che nel tempio di Gerusalemme era riservato ai «gentili», i non ebrei in visita alla città santa e al suo santuario. Fermiamoci, invece, sul suo aspetto tematico, così come lo fa balenare Dagerman.
Uno degli intellettuali ebrei più aperti del I secolo d.C., Filone di Alessandria, artefice di un dialogo tra ebraismo ed ellenismo – quindi secondo i canoni di allora, tra fedeli jahvisti e pagani idolatrici –, definiva il sapiente con l'aggettivo methórios, ossia colui che sta sulla frontiera. Egli ha i piedi piantati nella sua regione, ma il suo sguardo si protende oltre il confine e il suo orecchio ascolta le ragioni dell'altro.
Per attuare questo incontro ci si deve armare non di spade dialettiche, come nel duello tra il gesuita e il giansenista del film La via lattea (1968) di Buñuel, ma di coerenza e rispetto: coerenza con la propria visione dell'essere e dell'esistere, senza slabbramenti sincretistici o sconfinamenti fondamentalistici o approssimazioni propagandistiche; rispetto per la visione altrui alla quale si riservano attenzione e verifica. Si è, invece, incapaci di ritrovarsi su quel confine tra i due cortili simbolici del tempio di Sion, l'atrio dei gentili e quello degli israeliti, quando ci si arrocca solo in difesa dei propri idoli. Nell'Adolescente (1875) Dostoevskij, sia pure con la passione del credente, li identificava con chiarezza. Da un lato, infatti, affermava che «l'uomo non può esistere senza inchinarsi...
Si inchinerà, allora, a un idolo di legno o d'oro, o del pensiero... o di dèi senza Dio». D'altro lato, però, riconosceva che vi sono «alcuni che sono davvero senza Dio, solamente fanno più paura degli altri, perché vengono col nome di Dio sulle labbra». Ecco la tipologia comune a coloro che non si fermeranno a dialogare su quella frontiera: chi è convinto di aver già in sé tutte le risposte e di doverle solo imporre. Questo, però, non significa che ci si presenta soltanto come mendicanti, privi di qualsiasi verità o concezione della vita. Ponendomi per congruenza sul territorio del credere a cui appartengo, vorrei solo evocare la ricchezza che questa regione rivela nei suoi vari panorami ideali. Pensiamo al raffinato statuto epistemologico della teologia come disciplina dotata di una sua coerenza, alla visione antropologica cristiana elaborata nei secoli, all'investigazione sui temi ultimi della vita, della morte e dell'oltrevita, della trascendenza e della storia, della morale e della verità, del male e del dolore, della persona, dell'amore e della libertà; pensiamo anche al contributo decisivo offerto dalla fede alle arti, alla cultura e allo stesso ethos dell'Occidente.
Questo enorme bagaglio di sapere e di storia, di fede e di vita, di speranza e di esperienza, di bellezza e di cultura è posto sul tavolo di fronte al «gentile» che potrà, a sua volta, imbandire la mensa della sua ricerca e dei suoi risultati per un confronto.
Da un simile incontro non si esce mai indenni, ma reciprocamente arricchiti e stimolati. Sarà un po' paradossale, ma potrebbe essere vero quello che Gesualdo Bufalino scriveva nel suo Malpensante (1987): «Solo negli atei sopravvive oggigiorno la passione per il divino».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
il cortile dei gentili
Sarà in libreria dal 19 ottobre Il Cortile dei gentili (Donzelli, Roma, pagg. 150, € 16,50) che, con la prefazione di Ivano Dionigi, raccoglie i contributi di Gianfranco Ravasi (di cui pubblichiamo in questa pagina uno stralcio), Julia Kristeva, Sergio Givone, Massimo Cacciari, Augusto Barbera, Vincenzo Balzani, Giuliano Amato. Il «Cortile dei gentili» approda domani pomeriggio (alle 17) a Firenze al Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio con un incontro dal titolo «Umanesimo e bellezza ieri e oggi». Creato dal cardinale Gianfranco Ravasi in risposta all'invito di Benedetto XVII, il Cortile dei gentili ha l'intento di stimolare e raccogliere riflessioni di credenti e atei.

http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/201...81550_PRN.shtml
 
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