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Don Pasqualino Di Stefano, prete bravo nei preliminari, Violenza sessuale ed usura: il fatto non sussiste

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view post Posted on 8/8/2008, 08:48
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Mascalucia DOC
Mi piace questa Pagina · 12 aprile 2014 ·

Un giovane Padre Pasqualino Armando Distefano. (GR)



Da un vecchio articolo di cronaca

http://test.ricerca.repubblica.it/repubbli...4/26/PA906.html

La stanza del vescovo diventa un'alcova Il parroco di Mascalucia sotto processo per violenza sessuale ed usura
il Tirreno — 26 aprile 1998 pagina -1 sezione: ALTRO


CATANIA _ Il parroco di Mascalucia (Catania), Armando Pasqualino Di Stefano, 63 anni, è accusato di violenza sessuale a tre giovani donne che frequentavano la sua chiesa e di usura. Avrebbe persino trasformato la «stanza del vescovo», storico ambiente di rappresentanza della parrocchia, in «alcova». Il prete ribalta le accuse ma il pm Flavia Panzano ha chiesto il rinvio a giudizio del sacerdote per atti di libidine violenta, violenza sessuale, usura. Udienza il 3 giugno. A sollevare il caso è stata una denuncia anonima di trenta pagine, in cui si ricostruivano le presunte debolezze della carne del parroco, ed il presunto giro di prestiti a tassi elevati. In particolare il parroco, tra il 1992 e il 1994, avrebbe prestato 300 milioni di lire a un giocatore d'azzardo, percependo tassi fra il 30 e il 144 per cento al mese. Le indagini sono state affidate ai carabinieri del nucleo operativo. L'accusa sostiene che il parroco «pressava» una studentessa e due giovani madri, e le ricompensava con «regalini» per rendere durature nel tempo le relazioni. Quando una delle madri ha detto «basta», il parroco l'avrebbe minacciata: informerò tuo marito, ti isolerò nella comunità parrocchiale _ le avrebbe detto _ violenterò te e le tue figlie. E dalle minacce sarebbe passato a vie di fatto: riuscito ad attirare ancora una volta la donna nella «sala del vescovo» _ prosegue l'accusa _ l'avrebbe legata al letto, costringendola a «subire» atti sessuali. Le intercettazioni ricostruiscono la trama dei rapporti dell'indagato: riferiscono, attraverso le intercettazioni, che ad una delle parti lese recalcitrante, padre Di Stefano, replicava: «Trova una scusa, vieni subito». La donna lo invitava ad attendere 24 ore, ma lui le replicava: «Domani no, ho una giornata piena di impegni: due funerali e una via crucis», nemmeno il tempo «per una cosa veloce». La studentessa, 20 anni, riferisce che i «rapporti non completi» con il parroco venivano ricompensati con cento o trecentomila lire, «semplici regalini», specifica la teste. Racconta la giovane anche di un certo imbarazzo, «in quei momenti» dava del lei al sacerdote che le dava del tu; poi ammette che l'imputato «era bravo nei preliminari e questo rendeva gradevole il rapporto». Lei gli chiese una volta come potesse conciliare abito talare e pulsioni sessuali, ed il suo parroco le replicò: «Il celibato discende da una decisione della Chiesa, ma Dio è sicuramente contrario».



www.elenconotizie.com/?azione=notizia&id=683277



Il magistrato parla di incontri con 3 donne e di usura. Lui replica: dimostrero che e tutto falso "Sesso nella stanza del vescovo" Catania, parroco sotto accusa
CATANIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La canonica trasformata in centrale dellusura, la "stanza del vescovo", camera destinata ad accogliere gli alti prelati di passaggio, divenuta unalcova.
E il sospetto che ha indotto la procura a chiedere il rinvio a giudizio di un sacerdote di 62 anni, padre Pasqualino Armando Di Stefano, parroco della chiesa madre di Mascalucia, centro alle falde dellEtna. Lui respinge le accuse e il 3 giugno al giudice delle udienze preliminari spieghera che e vittima di un doppio complotto, come fa intendere il suo avvocato, il deputato di An Enzo Trantino. I guai giudiziari di don Pasqualino sono nati da una lunga e dettagliata lettera anonima arrivata alla procura di Catania quasi due anni fa. Dentro ci sono accuse ben precise al sacerdote, che avrebbe concesso prestiti con tassi dinteresse dal 30 al 144 per cento. In particolare, viene citato il caso di un giocatore dazzardo che tra il 92 e il 94 avrebbe ricevuto dal sacerdote circa 200 milioni presto lievitati a quasi 300, e si racconta del suicidio dello zio del giocatore. Parte linchiesta e cosi, grazie anche a una serie di intercettazioni telefoniche, saltano fuori le avventure sessuali. Nellinchiesta sono finiti i nomi di tre donne che avrebbero avuto incontri proibiti con padre Pasqualino; due sono madri di famiglia, la terza e una studentessa di ventanni. Con qualcuna le relazioni erano consensuali, con altre no. Quando una delle donne sposate decise di troncare la relazione, avviata a quanto pare anche per aver contratto con lui debiti, il sacerdote - secondo le accuse - reagi con forza: "Informero tuo marito, ti isolero dalla comunita parrocchiale, violentero te e tua figlia". Avuto quindi un nuovo appuntamento con la donna, lavrebbe legata al letto e costretta a subire rapporti sessuali. Allaltra donna sposata, che per quel giorno non poteva incontrarlo nella "stanza del vescovo", avrebbe detto: "Trova una scusa, vieni subito". Alla richiesta della donna di rimandare di un giorno lappuntamento, questa sarebbe stata la risposta: "Domani no. Ho una giornata piena di impegni, due funerali e una via crucis. Non ci sarebbe il tempo nemmeno per una cosa veloce". Ce poi il racconto della studentessa, che con don Pasqualino avrebbe avuto solo "rapporti non completi, ricompensati con 100 o 300 mila lire".

La giovane ha raccontato al magistrato dei "semplici regalini" che riceveva per ogni incontro e dellimbarazzo che provava: "In quei momenti io gli davo del lei, mentre lui mi dava del tu. Era bravo nei preliminari e questo rendeva gradevole il rapporto". "Sono profondamente rattristato e costernato" commenta larcivescovo di Catania Luigi Bommarito, che ha sospeso la visita pastorale fisssata per il 29. "Il mio cliente ha respinto ogni addebito - spiega invece lavvocato Trantino -. Per quanto riguarda lusura e parte offesa di una insolvenza fraudolenta da parte di chi ha ricevuto il denaro, che avrebbe dovuto investire per suo conto. Per quanto riguarda le relazioni, ci sono molti parrocchiani che in tempi non sospetti hanno raccontato che la donna che lo accusa ha piu volte detto in giro che lo avrebbe rovinato se non lavesse riassunta nella radio locale della parrocchia. In un caso ha ammesso di avere avuto una relazione, ma con persona consenziente". Il sacerdote avrebbe detto al magistrato di aver subito le avances della donna e di avere ceduto solo quando le si presento davanti nuda. A Mascalucia ieri nessuno ha visto don Pasqualino; i suoi parrocchiani fanno quadrato: "Non e possibile, non ci crediamo", dicevano ieri mattina in molti, sacrestano compreso. Ma tutti quei soldi da dove arrivano? Colpo di scena: sono parte delleredita del suo predecessore, attualmente al centro di una complessa vicenda giudiziaria. Fabio Albanese

26-04-1998 - Interno

http://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archiv...html?ref=search
Sesso e usura: il paese si schiera col sacerdote

CATANIA - Una domenica tranquilla, come tante a Mascalucia, centro alle falde dell'Etna. Se non fosse per un tavolino, posto sul sagrato della chiesa, dove «un comitato spontaneo» raccoglie firme «per esprimere solidarietà e fiducia» a don Armando Pasqualino Di Stefano, 63 anni, indagato per avere trasformato la «stanza del vescovo», cioè la camera destinata ad accogliere gli alti prelati di passaggio, in alcova e per avere prestato soldi ad usura. La chiesa è piena di fedeli ed è normale. Ma è assente don Pasqualino, e questo non lo è. Così come il fatto che nessuno - tranne il difensore, Enzo Trantino - sappia dove si trovi, dove attenda l'evolversi di una situazione spinosa il sacerdote che sta sulla bocca di tutti. Ma se c'è chi raccoglie firme di solidarietà c'è anche chi, tra tante cautele, ammette. «In paese qualcosa `girava' sulla passione del padre per le donne, ma sull'usura niente», sostiene un giovane ventenne, che vuole mantenere l'anonimato. Sul versante dell'inchiesta emergono nuovi particolari. Il primo reato ipotizzato nei confronti di padre Di Stefano era stato l'usura, ma la perquisizione dei carabinieri ordinata dal sostituto Flavia Panzano fece trovare a casa del parroco materiali poco confacenti in quel luogo: un vibratore, giornali e videocassette porno. Durante le indagini i carabinieri si sono occupati anche del suicidio dello zio del giocatore d'azzardo al quale il sacerdote, secondo l'accusa, avrebbe prestato 300 milioni di lire con interessi mensili oscillanti tra il 30 e il 144% al mese. L'uomo si tolse la vita lanciandosi dal balcone nel maggio del 1992. La Procura ha comunque ritenuto di non collegare il suicidio al prestito ad usura.
27 aprile 1998

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...sse-ma-lui.html
Via il parroco a luci rosse ma lui si barrica in canonica
CATANIA - I magistrati della Procura di Catania lo hanno accusato di violenza sessuale e usura. è finito sotto processo e il suo "diretto superiore" lo ha rimosso dall' incarico. Ma lui non vuole saperne di obbedire. Anche se è un prete, e chi gli ha ordinato di lasciare la canonica è l' arcivescovo di Catania. è cominciata così la "guerra" tra padre Armando Pasqualino Distefano, parroco di Mascalucia, un paesino ai piedi dell' Etna, e l' arcivescovo Luigi Bommarito. Ma c' è di più. Dopo aver ricevuto il decreto arcivescovile che gli imponeva di lasciare la canonica il parroco ha preso carta e penna. E con una lettera circostanziata ha fatto ricorso al Vaticano e al Papa in persona. Tutto questo mentre davanti ai giudici del tribunale di Catania vanno avanti le udienze che lo vedono sul banco degli imputati, accusato di aver costretto a rapporti sessuali due giovani parrocchiane sposate e una studentessa, in cambio di piccoli regali. O di aver prestato trecento milioni a un giocatore d' azzardo a interessi che arrivavano anche al 140 per cento al mese. Gli incontri tra il parroco e le tre donne che lo hanno poi denunciato sarebbero avvenuti, secondo l' accusa, nella storica "stanza del vescovo", la sala di rappresentanza della chiesa madre arredata con velluti e mobili antichi. Agli atti dell' inchiesta anche diverse intercettazioni telefoniche. In una, ad esempio, don Pasqualino invita la studentessa a raggiungerlo al più presto. "Trova una scusa - è inciso sul nastro - e vieni subito da me, poi ho da celebrare un funerale". E mentre don Pasqualino attende fiducioso l' esito del ricorso alla Santa Sede i parrocchiani di Mascalucia sono tutti dalla sua parte. "Il vescovo vuole la guerra? E guerra sarà", dice una signora di mezza età. "Siamo certi che alla fine del processo emergerà l' innocenza di padre Pasqualino - le fa eco un anziano signore - ma fino ad allora lui non si muove da qui". Da qualche settimana nella chiesa madre di Mascalucia a celebrare messa è il nuovo parroco inviato dalla curia. Che va a dormire altrove. Padre Pasqualino rimane infatti nella "sua" canonica, dove già quando scoppiò lo scandalo si era barricato. Da quel quartier generale il prete si difende attaccando. "Le leggi della Chiesa - afferma - consentono il ricorso contro un vescovo presso l' autorità superiore. Ho ritenuto perciò di avvalermi di un mio diritto che non costituisce per nulla disobbedienza. Ho chiesto ripetutamente al vescovo di non interferire nella piena autonomia della magistratura, cui rinnovo la mia fiducia anche perché mi consentirà il diritto alla difesa negatomi finora nel processo di rimozione disposto dal vescovo. E voglio ricordare che anche nel mio caso vale la legge che considera un imputato non colpevole fino a sentenza definitiva. Mi sono attenuto al comportamento del cardinale di Napoli Michele Giordano che saggiamente, dall' inizio dell' inchiesta che l' ha coinvolto, ha affermato che lasciando Napoli avrebbe indotto tutti a pensare a una fuga e a una ammissione di colpevolezza". Ma il botta e risposta tra il prete e l' arcivescoco continua. "Da quando è scoppiato questo caso doloroso - ha detto Bommarito - ho tanto pregato per lui. Adesso riconosco che è urgente intensificare le mie preghiere".
di MICHELA GIUFFRIDA
25 marzo 2000

http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgen...UALE_232900.php
Archivio . AdnAgenzia . 2004 . 01 . 12
CRONACA
CATANIA: ASSOLTO PARROCO ACCUSATO DI USURA E VIOLENZA SESSUALE
Catania, 12 gen. (Adnkronos) - E' stato assolto ''perche il fatto non sussiste'', l'ex parroco di Mascalucia, Armando Pasquale Di Stefano, imputato per usura e violenza sessuale. Ad emettere la sentenza di assoluzione e' stata la seconda sezione penale del Tribunale di Catania. Il sacerdote era stato accusato di prestiti economici concessi a tassi usurari. L'inchiesta era partita da una denuncia anonima. Il sacerdote, sempre secondo l'accusa, avrebbe usato la 'stanza del vescovo' locale di rappresentanza della parrocchia, per incontri con tre donne che frequentavano la chiesa. La difesa del sacerdote ha sempre respinto le accuse.

Edited by GalileoGalilei - 27/1/2017, 05:17
 
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