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Le confessioni di Marco Pannella

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view post Posted on 4/5/2008, 06:47
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LE CONFESSIONI DI MARCO PANNELLA: "SONO IL FROCIO DELLA POLITICA"
03/05/2008
3 Mag. - Ad aprire la porta è un ragazzo sulla ventina. Faccia pulita, sorriso pudico, occhialetto intellettuale: una via di mezzo tra un Francesco Rutelli d'antan, Giovanni Negri e Daniele Capezzone. Ma c'è San Nicola a fare da piantone in casa Pannella, a due passi da Fontana di Trevi.
Una statua del santo di Bari a grandezza (quasi) naturale, con tanto di mitra e pastorale da vescovo, proprio nell'ingresso del più anticlericale degli anticlericali d'Italia. «Questa non è casa mia ma di Mirella Parachini, la donna della mia vita», precisa il leader radicale, sepolto sotto tonnellate di libri, giornali, fotocopie e rassegne stampa nel suo studiolo-cucina-mansarda-salotto profumato d'incen so, dove sta preparando l'As semblea dei mille, che si tiene in questi giorni a Chianciano. Circondato da pile di piatti, caffettiere, spremiagrumi e da tutta la chincaglieria di famiglia e di flâneur dei mercatini dell'usato a Bruxelles, che lui passa al setaccio nei tempi morti della sua routine di europarlamentare. Ma il pezzo forte della collezione è un arazo di seta trapuntato d'oro che gli ha regalato il Dalai Lama.
Mi spiega perché uno che di nome fa Giacinto si fa chiamare Marco?
"Ho saputo che mi chiamavo Giacinto in quarta elementare, quando arrivai a Roma, nel 1938. Fino a quel momento al Montessori di Teramo mi avevano sempre chiamato Marco.
Ma lei si chiama Marco o Giacinto?
"All'anagrafe sono registrato come Marco Giacinto. Quando arrivai a Roma, in una classe di quaranta persone, per un disguido burocratico furono registrati un Pannella Giacinto e un Pannella Marco. Quando all'appello mi chiamavano Giacinto, io non rispondevo mai. Mentre nella realtà abruzzese, dove le famiglie si conoscevano tra loro e le classi erano composte da poche persone, non c'era bisogno di fare l'appello, e io sono sempre stato Marco".
Chi è che si chiamava Giacinto, suo nonno?
"No, un mio prozio che era già morto da tre anni quando io sono nato, nel 1939".
Marco Pannella ha origini lericali?
"Macchè clericale. Mio zio era laicissimo".
Un prete laico?
"Laico-liberale. Era un interventista, un finissimo letterato".
Com'era lei da piccolo?
"Secondo lei, a quasi cent'anni, io mi metto a parlare di Pannella bambino?".
La cosa offende il suo ego?
"Mi annoia. Neanche se mi paga".
E della guerra è disposto a parlare gratis?
"Ricordo bene di aver sentito lungo il corso di Pescara dalle radioline sparate a tutto volume dai Gruppi universitari fascisti l'annuncio in diretta di Mussolini che era scoppiata la guerra"
Che rapporto aveva con i suoi genitori?
"Mio padre Leonardo era una persona molto riservata e molto seria, ma altrettanto tenera. Ho avuto un ottimo rapporto con lui. Ma anche con Mia madre Ande e con altre figure femminili di zie e contadine che hanno costellato la mia infanzia, che ho trascorso tra Teramo e Pescara".
Sua madre era svizzera. Che tipo era?
"Una donna che parlava solo la sua lingua e portava i capelli corti in un paese dove tutte li avevano ancora raccolti nella crocchia. Una donna all'avanguardia. Ci volle tutta la sua abilità per far venire la pedagoga Maria Montessori a Teramo, dove fondò la sua scuola. Mel suo desiderio di perfezione, mia madre mi fece andare a scuola a cinque anni. E alla fine delle elementari, che coincise con il nostro trasferimento a Roma, mi fece saltare un anno".
Ciò nonostante silaurò in Giurisprudenza col minimo dei voti a Urbino con una tesi che non aveva scritto neanche lei.
"Eh, già".
Chi era l'autore della tesi?
"Una coperativa di illustri amici che scrisse questa tesi sull'articolo 7 della Costituzione sul rapporto Stato Chiesa".
Furono loro ad iniettarle il virus anticlericale?
"Il tema mi appassionava già a 17 anni. Ma essendo io molto impegnato in politica e non avendo tempo di studiare, una serie di miei compagni di lotte liberali -Paolo Ungari, Gian Piero Orsello...- si occuparono di redigere mezzi capitoli di questa tesi".
Sfido, lei passava tutto il suo tempo con l'Unione goliardica italiana
"Era una cosa molto seria, contemporaneamente c'era il mio impegno nella sinistra liberale".
Scusi, ma lei prima non era stato monarchico?
"Erano i repubblicani con tre narici che mi accusavano di essere monarchico".
Perché?
"Perché mi aveva molto convinto la posizione di Benedetto Croce, che aveva fondato il Partito Liberale e faceva parte del Comitato di liberazione nazionale, il quale sosteneva che, in Europa, gli Stati monarchici e non quelli repubblicani hanno resistito al fascismo e al comunismo. Difendevo i monarchici quando venivano attaccati dalla polizia, ma anche i repubblicani".
Ma si sentiva liberale?
"Non è che mi sentivo, ero schedato. A 15 anni andai in via Frattina 89, la sede del Pli, e mi iscrissi".
Come si divertiva ai tempi?
"Andavamo a fare a sassate in piazza Bologna, giocavamo all'artiglio al campetto dell'Aniene".
L'artiglio?
"Una squadretta che si era formata a Villa Ricotti, tra piazza Bolona, il verano e Tiburtina, dove c'era uno dei primi campetti. Credo ci sia ancora..."
In un'intervista a Playboy del 1975 ha raccontato che il suo primo amore si chiamava Adria.
"Sepolta tra queste carte ci deve essere una sua lettera. Io avevo sette anni e mezzo, lei doveva averne quattro o cinque. Giocavamo spesso assieme, anche con sua sorella Paola. Un giorno scomparvero. Mi fu detto che erano ebree e che erano state costrette a fuggire dalle leggi razziali".
Recentemente, in una lezione che ha tenuto al Campidoglio, ha dichiarato: "Io sono il frocio ufficiale della politica.
"Stavo elencando tutte le nostre nequizie, perché ciascuno ricordasse bene atraverso quali lotte e di chi il nostro Paese è mutato".
Suonava come un outing
"A 80 anni faccio outing?"
Hai visto mai...
Attacco di tosse convulsa
Pannella, lei è frocio o no?
"L'ho detto, io sono il frocio uffiuciale della politica"
Eppure Francesco Cossiga avrebbe tanto voluta vederla maritato. Si era pure offerto di farle da testimone per convincela a convolare con la gineologa Mirella Parachini, la sua compagna storica
"Sì, perché conosceva bene Mirella e sapeva che eravamo molto felici. Era poco più di una battuta, la sua, ma l'ha fatta sempre"
Perché non si è sposato? Il matrimonio è una scelta radicale.
"Non ho mai avuto bisogno di essere originale, io. Stabilimmo che stavamo molto bene assieme, anche senza la carta assicurativa del matrimonio"
In che rapporti è oggi con la Parachini?
"Da tre-quattro anni siamo felicissimamente all'opposto dei separati in casa"
Uniti fuori casa?
"Più o meno. Dopo decenni di convivenza abbiamo capito che eravamo seduti in questa relazione. E poichè abbiamo stessi interessi e impegni, abbiamo deciso di mantenere un ottimo rapporto ma molto autonomo"
Se dovesse definire il vostro rapporto oggi?
"Un rapporto di amore civile. Non "romantico", "amore o morte" e tutte quelle stronzate lì. Con la conferma di quanto ragione e moralità, libertà e responsabilità vivano e si sostengano a vicenda"
Considera ancora Mirella la donna della sua vita?
"Direi di sì. All'inizio di marzo di quest'anno si è compiuo il 35esimo anniversario del nostro primo incontro, quando lei arrivò qui a 19 anni. Mirella non è solo la donna, è la persona della mia vita"
Vero che ha ancora le chiavi di casa sua?
"Certo che le ha ancora, anche perché è sua la casa in cui abito"
Non ha mai desiderato un figlio?
"Ne abbiamo discusso spesso dicendo che quando avessimo ritenuto il momento giusto per vivere con una terza persona, dedicandogli tutto ciò che va dedicato a un bambino, lo avrenno fatto"
Ma non lo avete fatto
"No, e non mi pare ci siano miei figli sparsi per il mondo"
E oggi non le pesa non essere padre nè nonno?
"No. Non c'è bisogno di avere un legame di sangue per avere un rapporto filiale e paterno"
A proposito di "figli", le attribuiscono la "sindrome di Crono": pare che le sue creature lei le divori. Smentisca tutti e ci dica a chi è più legato, se ai suoi figli emigrati nel centrodestra o a quelli che ora si tovano nel cenrosinistra.
"Se i miei figli sono mangiati, digeriti e poi..., non posso sapere dove sono"
Dunque lo ammette, li ha mangiati
"Divorati. Tutt'al più possono gallegiare sull'acqua come materia organica"
Cha rapporto ha con Rutelli oggi?
"Ogi non so dove sta. Credo sia un po' avvilito, forse all'estero, ma non troppo lontano"
Rutelli è il primo che ha storto il naso sull'ingresso dei Radicali nel Pd. L'ha perdonato?
"Che c'entra il pedono? In politica posso approvare o disapprovare una scelta, ma non perdonarla o no. Il rapporto umano è un'altra cosa"
Qundi lei con Daniele Capezzone oggi è in ottimi rapporti
"Il mondo è vario, ci sono milioni di persone, non c'è nessuna necessità che io abbia rapporti con Capezzone".
Si è pentito di averlo spinto così tanto nel partito?
"No, affatto. Quando individuo un valore in una persona nuova, che abbia 80 anni o 15, ne faccio tesoro. Tanto più che oggi si è mostrato molto opportuno questo mio modo di agire: adesso tutti lo conoscono meglio e lui conosce meglio se stesso"
Emma Bonino è l'unico "figlio" che lei non ha mangiato. Come mai?
"Perché continuiamo a credere nelle stesse cose che ci fanno vivere moralmente"
Quando lei fu vicino a morire, nel 1998, al Policlinico Umberto I, tra gli altri c'era anche Cossiga al suo capezzale. Cosa visiete detti?
"Gli promisi: "Ti porterò le arance", perché gli ho sempre detto che merita di andare in galera per le sue nequizie politiche e le sue responsabilità"
Cos'ha provato a trovarsi a tu per tu con la morte?
"Una grande serenità. Provo un sentimento di profonda amicizia nei confronti della morte"
Però lei l'ha spesso sfidata usando il suo corpo come strumento di lotta politica. Quanti giorni di sciopero della fame e della seta pensa di aver fatto nella vita?
"Non ne ho nessuna idea. Ma noi nella non violenza rischiamo la vita contro la morte, di un popolo, di una città, di un uomo condannato inutilmente..."
Il suo primo sciopero della fame?
"Sugli Champs-Elysees con l'anarchico Louis Lecoin, nel 1962, contro la guerra d'Algeria"
"Lei è noto per essere una buona forchetta. Come fa in quei giorni a resistere ai morsi della fame?
"Se uno è convinto, non c'è tantazione. Se invece s'incazza e dice "chi me lo fa fare" mangerebbe pure il legno del tavolino, ma non per fame, per rabbia e rivolta. Non mi manca il cibo quando sono in sciopero, tant'è che cucino e m'incazzo se gli altri non mangiano. Nel digiuno quello che manca è la convivialiyà e gli odori. Basta non farsi mancare queste cose".
Quante canne si è fatto nella vita?
"A me l'erba non interessa. Io fumo quantità industriali di tabacco. E' questa la mia droga".
Con tutti questi vizi, una virtù ce l'avrà?
"La pazienza"
Chi la conosce la definisce "Cinico, spregiudicato e paraculo". Si riconosce?
"Assolutamente"
Come mai un anticlericale come lei ha finito con l'innamorarsi di Papa Wojtyla?
"C'era uno strano vescovo polacco che ottenne l'autorizzzione per venire a Roma e gli venne la curiosità di conoscere quello strano uomo politico che le notti, anche digiunando, stava lì ore e ore in tv, su Canale 66"
Secondo lei, carol Wojtyla la notte si metteva a sentire in tv i comizi di Pannella?
"No secondo me. E' stato lui a dirmelo: "Prima ancora del mio pontificato, io la vedevo e l'ascoltavo di notte"
Quando glielo disse?
"Quando venne in Campidoglio, una volta eletto Papa. Lui salutò tutti i consiglieri comunali e giunto davanti a me disse..."
Dio ce l'ha dato e guai a chi me lo tocca
"E ogni volta che ci siamo rivisti da allora..."
Quante?
"Almeno due volte, testimone Rutelli, Wojtyla esordiva "Prima ancora del mio pontificato...". Io lo stoppavo subito: "Santità, me l'ha già detto, lo so. Scusi, eh": E, contravvenendo al galateo, me ne andavo. Da vigliacco, perché temevo che gli altri consiglieri potessero pensare che ero io a voler attaccare bottone colPapa. Mentre lui mi teneva la mano tra le sue, sentii quel tremore inconfondibile e mi accorsi subito del suo Parkinson. C'era un rapporto molto posiivo con lui. Infatti dissi "Magari uno solo dei nostri, berlinguer e compagni, avesse un decimo della sua integrità, compattezza e umanità"
Lei ha passato una vita a combattere i comunisti per poi finire tra le braccia di D'Alema e Veltroni
"Il Pd da trent'anni è il nostro obiettivo. C'erano già nel '90 le liste "Pannella per il Partito democratico". In Italia il Pd l'abbiamo inventato noi radicali"
Scusi, ma un radicale, anticomunista, ghandiano, liberale come lei, che ci sta a fare nel Pd?
"Quello che ho sempre fatto: lotto per le mie idee. A parte il fatto che io non sto nel Pd"
Lei no, perché non l'hanno voluta Veltroni & Co.. Ma in quale partito sono stati eletti i nove parlamentari radicali?
"Partecipano con uno statuto autonomo al gruppo parlamentare del Pd: cinque femminucce e quattro maschietti. Nel nostro partito non c'è il problema delle quote rosa. le quote azzurre semmai dovremmo istituire: siamo un matriarcato permanente"
La sua politica nasce con una polemica con Palmiro Togliatti, nel '59, quando i radicali non accettarono di fare gli indipendentisti di sinistra nel Pci e ora si ritrova a fare l'indipendente nel Pd
"A parte che io non ci sono. Ma i nove costituiscono una delegazione radicale che gode di totale autonomia. Non c'è nessun rapporto tra il radicale e il democratico. Abbiamo voluto fare, come nel 2006, una nostra lista nella coalizione di centosinistra"
Nonostante tutte le umiliazioni che ha subito dal Pd, che non le ha permesso di concorrere alle primarie, non le ha concesso l'apparentamento e nemmeno di candidarsi nelle loro liste, mentre alla Bonino sì?
"E che lo devo prendere come uno sgarbo personale? Potrei esserne lieto, invece, perché si vede che di me hanno paura. Nel Pd temono la nostra presenza, infatti hanno concesso a Di Pietro di stare in coalizione e non a noi"
E lei per spirito di sopravvivenza si è piegato alle loro condizioni
"L'ho fatto per non dargli partita vinta, perché il loro vero obiettivo era farci fuori. Invece noi abbiamo accettato quello che ritenevamo non avremmo mai accettato, cioé farci eleggere nelle loro liste"
I candidati radicali hanno sempre avuto una forte valenza simbolica: Leonardo Sciascia incarnava l'antimafia, Tortora la lotta alla malagiustizia. Cosa rappresentano i nove radicali eletti con il Pd?
"Di quei nove fa parte una persona che si chiama Emma Bonino, o sbaglio?"
E' l'unica personalità, alla quale però molti rinfacciano di essere diventata troppo governativa.
"Solo chi cresce e cambia è una persona viva"
Il suo testimonial alla Manifestazione dei mille di Chianciano è Mauro Del Bue
"Embè?"
Siamo passati dal Pannella di Sciascia, Tortora e Pasolini al Pannella di Del Bue?
"Pensi un po' che tragedia"
Per i radicali, sembra di sì. Come mai il vostro è un partito in cui c'è solo gente che se ne va? Quando siete confluiti nell'Unione siete riusciti a fare scappare pure Platinette...
"Tutti sanno che noi possiamo avere uno o due eletti alle elezioni e quindi essere candidati da noi è un atto di generosità. Se Platinette si è candidata con noi sarà stato d'accordo allora"
Perché lei che è stato uno dei primi a dialogare con Berlusconi nel 1994 contro la "gioiosa machina da guerra di Occhetto", nel 2006 decise di far vincere Prodi riconfermando il suo appoggio alla sinistra alle ultime politiche?
"Da radicale, sono andato a soccorrere dei "buoni a niente" che erano perdenti e perduti. Ho cercato di dare un po' di alternanza tra le mafie del potere, perché anche questa sinistra è di regime"
Non sarà piuttosto che Prodi le ha legato le mani a novembre 2007 rinnovando la convenzione governativa a radioradicale per trasmettere le sedute parlamentari, che ha prorogato per tre anni a 10 milioni di euro l'hanno?
"Le convenzioni a Radioradicale sono state difese da tutti e più a destra che a sinistra, quindi Prodi non c'entra. Questo accade da 25 anni e accadrà ancora col nuovo governo"
Ne è proprio sicuro?
"Radioradicale non è mai stata in discussione"
Di chi è e a chi andrà il patrimonio dei radicali?
"E' della società della quale io detengo la maggior parte delle azioni"
Chi sarà l'erede?
"Entro pochissimo faremo le noistre fondazioni"
Vi siete battuti, con tanto di referendum, contro il finanziamento pubblico deipartiti, di cui però ora anche voi usufruite: 4 milioni di euro l'anno
"Abbiamo lottato trent'anni rinunciando al finanziamento pubblico. Ma abbiamo dovuto constatare che tutti i partiti sono associati per delinquere nelle sedi tecniche, dove fanno passare il finanziamento per il rimborso e o moltiplicano per diedi"
E quindi vi siete rassegnati a intascare anche voi i soldi del contribuente
"Non abbiamo una vocazione al suicidio. Oggi noi non possiamo rinunciare al finanziamento pubblico, sennò se lo spartiscono i ladri. In più, loro hanno mediaset, noi no. perché questi partiti del finanziamento pubblico sono anche quelli che si spartiscono gratis gli spazi televisivi"
Pannella, ma non sarà ora di andare in pensione?
"Mi ritengo in vacanza dall'1 gennaio al 31 dicembre, da sempre. E che faccio? Mi metto in vacanza perenne dalle vacanze? Sarei un bello stonzo"
Insiste a non voler uscire di scena nonostante voi radicali da anni non riusciate più a mettere piede in Parlamento con le vostre forze
"Perchè mai dovrei smettere di fare quello che più amo nella vita?"
Ma non è stanco di raccogliere firme per i referendum che vengono puntualmente bocciati dalla Corte Costituzionale o dagli astenuti?
"Mi pare che adesso i referendum siano molto di moda. Pure Grillo si è messo a raccogliiere firme. No, io non sono stanco di questo"
E di cosa?
"Io lotto contro la Corte costituzionale ch rappresenta la peggiore cupola della mafiosità partitocratica. per questo ha fatto fuori 40 referendum. Sono stufo di dover tollerare l'assenza di democrazia e la presa per il culo nei confronti della gente"
L'aggettivo radicale oggi viene associato alla sinistra massimalista, la Emma nazionale ormai è la Marcegaglia, in più, Fausto Bertinotti ha scippato la leadership dei non violenti in Italia. Pannella, è in crisi di copyright?
"La sinistra massimalista è scomparsa dalle istituzioni e Bertinotti è fuori dal Parlamento"
Se è per questo anche lei non è più nel Parlamento italiano da svariati decenni. Dica una cosa radicale
"Non posso, l'imbarazzo della scelta è eccessico. La dica Lei" (Barbara Romano)

 
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