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CITAZIONE I gay e le ragioni degli altri... Come ho avuto modo di scrivere, le intimidazioni e le aggressioni di queste settimane hanno avuto, se non altro, il “merito” di riaprire il dibattito circa l’adozione di norme specifiche anti-omofobia. Ho già manifestato la mia preoccupazione circa il buon esito di tale dibattito. A questo punto, vorrei chiarire la mia posizione; e per farlo, debbo rifarmi alle ragioni di chi non auspica affatto l’introduzione di qualsiasi tutela della comunità glbt. Premesso che sono uso rispettare le idee di chi non la pensa come me, credo infatti che nel caso specifico vadano evidenziate alcune tare di fondo di certe argomentazioni. Per quanto riguarda la lotta all’omofobia ed alla violenza in particolare, chi osteggia anche la sola ipotesi di iniziative legislative afferma, in sintesi, che di norme anti-omofobiche non vi è alcun bisogno, perché il nostro ordinamento già contempla diverse fattispecie di reato riconducibili ad azioni e comportamenti lesivi dell’integrità e della dignità di ogni cittadino. Da ciò si fa discendere che l’introduzione di norme o aggravanti specifiche costituirebbe un intollerabile privilegio a vantaggio di una categoria che non perde occasione per imporre le proprie istanze ad un Paese che, si sostiene, in larga parte nemmeno le condivide. Ma è proprio così che stanno le cose? Arrivo a dire che questa visione del problema sarebbe condivisibile, se la comunità glbt fosse giunta al termine di un processo di emancipazione ed integrazione, che consentisse ai suoi componenti di non essere giudicati in base al proprio orientamento affettivo e sessuale e di poter vivere serenamente nella società. Purtroppo, non è così. Con buona pace di chi si sente in dovere di minimizzare sistematicamente ogni singolo atto discriminatorio o sopraffattorio di cui si abbia notizia, in Italia, si può rischiare l’integrità fisica e persino la vita per il solo fatto di non voler vivere come animali in riserva; si può essere derisi, esposti al bullismo fin sui banchi di scuola; si può essere cacciati di casa dai propri stessi genitori – sempre meglio che sopportare un inferno domestico, come purtroppo capita – allontanati dal padrone di casa, discriminati sul lavoro. Dunque, non è che i gay amino sentirsi una specie protetta, o addirittura una casta privilegiata, come strumentalmente insinuano i nostri detrattori. E’ che di un sostegno legislativo c’è davvero bisogno, sebbene sia effettivamente paradossale che per facilitare a gay, lesbiche, trans ecc. una vita normale in mezzo agli altri, occorrano misure di emergenza. E’ fondamentale farlo capire a tutti quegli Italiani che, a causa di vecchi luoghi comuni e di molta disinformazione, dichiarano di non essere contro gli omosessuali, ma di non capire cosa e perché abbiano da rivendicare. Naturalmente, i veri omofobi giocano su questo disorientamento; ma a ben guardare, la loro intolleranza è facile da identificare ed in quanto tale va denunciata. E’ necessario in special modo, quando essi lamentano che nel nostro Paese sia difficile esprimere le proprie opinioni in tema di omosessualità, se non si è gay o “gay friendly”, senza essere tacciati di razzismo, oscurantismo e così via. E siccome c’è chi ci crede, sarà meglio mettere in chiaro un paio di cose. Intanto, diciamo che con le idee altrui ci si può confrontare, ed anche scontrare. Ma non si vede come ciò sia possibile, quando dall’altra parte della barricata c’è gente che, a parole, proclama di non volerti ghettizzare, mentre in realtà ti può al limite tollerare, purché tu viva nel modo più defilato possibile la tua “penosa” condizione. Come si fa a ragionare con chi ti accusa di manie di protagonismo, di voler essere diverso a tutti i costi, e poi da diverso ti tratta? In una schermaglia con un tipico rappresentante di certe posizioni, avendo io affermato di credere nell’amore e nella fedeltà, mi sono sentito rispondere che i gay non sono capaci di provare amore, ma solo sentimenti effimeri e tormentati. Ebbene, io trovo ci sia poco da discutere con chi nega a milioni di suoi simili quella capacità di amare che è parte integrante della natura umana. O con chi spreca tempo ed energie nell’inutile tentativo di dimostrare le tare degli omosessuali; ed ometto volentieri i soliti triti esempi. Cito invece un cavallo di battaglia di certi tradizionalisti per forza: l’anticlericalismo blasfemo che sarebbe proprio dei gay, in particolare dei “militanti”. Perché è l’unico che merita un commento. Io non nego che certi eccessi si verifichino, per carità; e penso che siano deprecabili, perché la sensibilità religiosa altrui va rispettata. Ma alla gente in buona fede – non agli omofobi, specie quelli tanto impudenti da negare di esserlo – andrebbe ricordato che certi atti sono un’amara reazione verso una Chiesa Cattolica che sembra ormai scagliare i propri anatemi soprattutto contro gli omosessuali, nonché verso alti prelati che si oppongono al riconoscimento delle unioni civili gay perché tanto varrebbe, dicono, legalizzare anche la pedofilia. Anche il femminismo ha conosciuto accenti esagerati e controproducenti; ma nel complesso, senza il femminismo la condizione delle donne in Italia non sarebbe quella odierna, di sicuro migliorabile, ma nemmeno lontana parente di quella di solo pochi decenni fa. E fa male essere qualificati in blocco come dei senza-Dio, quando parecchi di noi vivono con convinzione, ma anche con sofferenza, la propria condizione di credenti. No, i nostri denigratori non sono disposti a lasciarci il minimo spazio. Cominciano, ad esempio, puntando il dito contro gli “esibizionismi sessuali” dei gay, ma poi si svelano, rivendicando il diritto a manifestare disgusto per il più piccolo gesto di affettività fra due persone. E che l’esibizionismo sia da censurare, sono d’accordo; ma è una questione di educazione e buon gusto, non di genere, tanti eterosessuali in calore non sanno dove stia di casa la decenza. Anche questo la gente disinformata dovrebbe essere aiutata a capire. Con gli omofobi, ogni sforzo è inutile, a loro non piace proprio come siamo, per questo, al di là di ogni falsa tolleranza, invocano la nostra più ampia invisibilità. E’ il solito “statevene a casa vostra, lontani da occhi sensibili”, condito da un già intimidatorio “sennò, non vi lamentate delle conseguenze”. A questa gente, non serve spiegare che la nostra non è una società confessionale, ma laica, e che il riconoscimento di alcuni diritti basilari dei gay non mette affatto in gioco i loro, al pari dei loro valori e delle loro tradizioni, di cui si dimostrano peraltro pessimi difensori. E’ inutile spiegarglielo, perché l’intolleranza e il rifiuto del diverso sono marchiati a fuoco nel loro DNA. Ma è essenziale spiegarlo a tutti gli altri, cioè a coloro che non ci apprezzano perché non ci conoscono e non capiscono cosa vogliamo davvero. E oltre che essenziale, è anche terribilmente urgente, se si vuole evitare che chi oggi si limita a dire: “Io non ce l’ho contro gli omosessuali, ma…” finisca per farsi incantare dalle sirene di chi alimenta l’odio omofobo, di quei cattivi maestri che hanno la sfrontatezza di deplorare la violenza che aizzano ogni giorno e che, continuando di questo passo, potrebbe generare atti irreparabili. Giovanni Armeno, militante del C.C.O. Mario Mieli di Roma Fonte: Queerworld |