Laici Libertari Anticlericali Forum

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view post Posted: 18/2/2020, 15:13 Rissa in chiesa tra parrocchiani e neocatecumenali. Si contendevano gli idoli da adorare - Attualità
La religione adoratrice di feticci scatena le più assurde superstizioni sugli oggetti sacri

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http://www.foggiatoday.it/cronaca/rissa-ch...hWI48zYC3AOrAog

Foggia, rissa sfiorata alla Chiesa di Sant'Antonio da Padova: "Giù le mani dal crocifisso"

Si sfiora la rissa in Chiesa, zuffa tra parrocchiani e neocatecumenali (che vogliono la corona misterica): "Giù le mani dal crocifisso"

La croce non si tocca, nervi tesi nella chiesa di Sant'Antonio da Padova a Foggia. Sfiorata la rissa. La Corona Misterica "opera non gradita. Il parroco propone un referendum, bocciato dal Comitato Giù le mani dal Crocifisso.
Mariangela Mariani
18 febbraio 2020 10:03

Nella chiesa di Sant’Antonio da Padova di via Smaldone a Foggia stavano arrivando alle mani. Lunedì sera si è sfiorata la rissa. Il Cristo con una mano libera dai chiodi perché ha vinto la morte ora sembra intimare l’alt, fermi tutti, davanti a una incredibile bagarre divampata in un luogo sacro, ai piedi della croce.

Non c’è feeling tra la comunità parrocchiale e il movimento neocatecumenale, gruppo che segue un diverso percorso spirituale, seppure inquadrato nel cattolicesimo e nella formazione cristiana. I nervi sono tesi, gli animi esacerbati. Dopo due anni, si ripropone la Corona Misterica della discordia, progetto iconografico di dieci metri per dodici, che spodesta il crocifisso.

Un centinaio di fedeli hanno partecipato all’assemblea pubblica convocata dal parroco, Padre Roberto Nesta, che percepiti i malumori ha provato a cercare un compromesso. Ha proposto un referendum, bocciato sonoramente dal Comitato Giù le mani dal Crocifisso.

Secondo quanto riferito ai parrocchiani, il costo dell’opera si aggirerebbe intorno ai 60mila euro, con l'aggravio delle spese di montaggio. “Il Mistero non si riduce alla morte”, ha replicato il frate francescano, nel tentativo di convincere i parrocchiani dell'opportunità di adottare altri simboli e inserire la grande pala d'altare. Quando l’assemblea è agli sgoccioli, volano parole grosse, le luci si spengono ma il parapiglia continua fuori. Fra' Roberto si ritira nelle sue stanze, poi esce per riprendere i fedeli. Cose dell'altro mondo.

Domenica, dopo la messa, era partito il volantinaggio del Comitato spontaneo "Giù le mani dal crocifisso", ripristinato in tutta fretta non appena circolata la voce degli imminenti lavori. Nella nota informativa distribuita si leggeva: "A qualche tempo di distanza dal tentativo finito male di imporre un'opera non gradita, non condivisa dal consiglio preposto e per di più molto costosa, il parroco, con la benedizione di non si sa bene chi, torna a parlare di rimuovere/spostare il crocifisso dalla sua sede a favore di un'opera pio sogno di pochi eletti". Il volantino scoraggiava le offerte dei fedeli durante la celebrazione. "L'opera stride fortemente con l'architettura minimalista della chiesa edificata ispirandosi alla Cappella di Notre-Dame du Haut di Le Corbusier".

Il crocifisso dovrebbe essere rimosso dal centro dell'abside per lasciare spazio alla Corona Misterica con le icone di Kiko Arguello, iniziatore del Cammino Neocatecumenale. È complicato immaginare una diversa collocazione della croce, considerato il suo peso. La chiesa è opera del progettista Davide Pacanowski, allievo del maestro del Novecento Le Corbusier.

La Commissione di Arte Sacra e di Beni Culturali (composta da mons. Antonio Sacco, Vicario Episcopale del Settore Culto, Giovanni Frisenna, Direttore dell’Ufficio Liturgico e Santificazione, Maria Concetta Fuiano, consulente, e dall'architetto Antonio Ricci, Direttore dell’Ufficio Tecnico e per i Beni Culturali ed Ecclesiastici) nel dicembre 2018 ha formulato una serie di osservazioni: "Bisogna domandarsi se il grande dipinto (10 mt×12 mt) non distolga l’attenzione dal naturale centro della celebrazione che è l’altare. Inoltre va considerato che lo sfondo dorato dell’icona, diventerebbe il colore predominante dell’abside. Il rischio maggiore potrebbe essere quello di far cadere in secondo piano l’altare".

La struttura architettonica, destinata all'Ordine dei Frati Minori, è caratterizzata da tratti essenziali e linee semplici e da una copertura a guscio. La Commissione dell'Arcidiocesi di Foggia-Bovino ha rilevato, inoltre, che "nel tempo sono stati realizzati numerosi interventi occasionali, molti dei quali compiuti a gusto personale senza richiedere né il permesso, né tantomeno il parere a questa Commissione e all’Ordinario Diocesano. Si pensi al ciclo di icone (battistero, tabernacolo, san Francesco, santa Chiara) e alla collocazione della statua della Vergine Maria in una nicchia. In questo modo si è caduta in quella frammentarietà e disorganicità dell’apparto iconografico dell’aula liturgica che la normativa CEI chiede di evitare".

L'autorevole parere - negativo - della Commissione Diocesana, non vincolante considerato che ci sarebbe il benestare del Vescovo, conforta la tesi dei parrocchiani, convinti che lentamente la chiesa sia stata smantellata per lasciare spazio ai simboli neocatecumenali. Tant'è che il Comitato Giù le mani dal Crocifisso è nato per la salvaguardia di tutte le opere architettoniche e artistiche della Chiesa. La comunità parrocchiale è convinta che il progetto finale preveda la trasformazione della chiesa in una tenda neocatecumenale.

Le parole del parroco, che ha ripetuto "Non c'è democrazia nella Chiesa", hanno contribuito ulteriormente a contrariare i fedeli, che si sono svegliati amareggiati con questa frase in testa. La Chiesa non è sicuramente democrazia, è ben più che democrazia è la loro risposta. "Non confondiamo l'obbedienza, soprattutto quella francescana, col sottostare acriticamente a qualsivoglia autorità della Chiesa". I fedeli sono arrivati anche a invocare le dimissioni del parroco, il suo sogno non è il loro: "Deve domandarsi se non stia diventando forse lui stesso una presenza scomoda".
view post Posted: 18/2/2020, 15:07 Belìce. Si invocano i santi per la pioggia - Mens sana in corpore sano
Forse il loro Dio preferisce il sacrificio umano di qualche prete

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Nella foto l’inizio della processione.



https://belicenews.it/attualita/poggioreal...OLIbHl5xYB_9yAU

Valle del Belice, in diversi comuni si ricorre all’aiuto dei “Santi” per invocare l’arrivo della pioggia. Processione a Poggioreale
17 Febbraio 2020 / Attualità / di: Mariano Pace

Immagine articolo: Valle del Belice, in diversi comuni si ricorre all’aiuto dei “Santi” per invocare l’arrivo della pioggia. Processione a Poggioreale

In diversi comuni della Valle del Belice, ricadenti nelle tre province di Trapani, Palermo ed Agrigento, non piove ormai da due mesi abbondanti. E adesso si ricorre all’aiuto dei “Santi” invocando l’arrivo della pioggia. E’ accaduto venerdì’ sera a Gibellina, con la celebrazione della Santa Messa propiziatoria nella Chiesa Madre San Nicola di Bari. Ed ieri pomeriggio a Poggioreale.

Qui, nel cuore del Belice, sono stati portati in processione, in un’ora e 30 minuti: :il Santissimo Crocifisso e Sant’Antonio da Padova, protettore di Poggioreale. La partenza è avvenuta dalla Chiesa Madre. Presenti anche numerosi fedeli provenienti dai centri vicini del Belice. Le due statue sono state portate in processione dai fedeli per le principali vie del paese.

“Anche noi oggi vogliamo imitare-ha sottolineato il parroco Padre Giovanni Butera- i nostri Padri per chiedere di avere il dono da Dio che è l’acqua, bene prezioso. Non per niente San Francesco la chiamava “sorella acqua”. Anticamente, per implorare l’arrivo della pioggia si mettevano in pratica alcune liturgie penitenziali. “Specialmente in questo periodo-prosegue il parroco di Poggioreale-con l’acqua che serviva per fare sviluppare il frumento, legumi, far crescere l’erba da dare a mangiare agli animali”.

A fine processione si sono registrati gli interventi del parroco Padre Giovanni Butera e dell’assessore comunale Giuseppe Labita. L’altro momento solenne è stato rappresentato dalla cerimonia di “Benedizione delle Campagne”, invocando l’intercessione di Sant’Antonio da Padova, Protettore di Poggioreale.

In contemporanea, con la processione del SS.Crocifisso e Sant’Antonio da Padova si sono mobiliati a Poggioreale anche le donne che non hanno potuto partecipare alla processione. Infatti, le stesse, all’interno delle rispettive abitazioni, nell’eseguire i servizi domestici, hanno recitato veri e propri “rosari” in dialetto. Tra questi: ”Signuruzzu chiuviti chiuviti ca l’arvoliddi su morti di siti. Mannatini una bona senza lampi e senza trona”.

A Poggioreale, l’ultima processione di Santi per fare venire giù pioggia a “catinelle” venne effettuata nel 2001. Allora vennero portate a “spalla” dai fedeli ben otto Santi. “Se non si è credenti in Dio non si può essere agricoltore-precisa Giuseppe Lombardo, coltivatore diretto di Poggioreale nonchè presidente della locale sezione Coldiretti-Perché noi della campagna siamo nelle mani del Padre Eterno. Non a caso, infatti, la Coldiretti ormai da molti anni organizza la Giornata del Ringraziamento”. Dunque un legame indissolubile tra Creatore e creature.

“I nostri padri-continua Giuseppe Lombardo-recitavano tante preghiere mentre lavoravano i propri terreni. Principalmente nelle fasi della mietitura, semina e raccolto. E ad inizio lavoro gridavano: ”nel nome di Dio mentre a fine lavoro: ”Viva Maria”. Poggioreale, come del resto altri centri della Valle del Belice, vive esclusivamente di agricoltura. E questo lunghissimo periodo di “siccità” sta creando forti preoccupazioni e notevoli allarmismi tra gli operatori del settore agricolo. “Se non piove- affermano in coro-entro i prossimi 15 giorni dovremmo dire addio per quest’anno al frumento e ai foraggi”.

Intanto, secondo prime stime, i danni saranno davvero incalcolabili per il frumento, gli ortaggi, i vigneti, i frutteti. Senza acqua, si contano i danni anche per la zootecnia venendo a mancare l’indispensabile mangiare per gli animali. Ne risente anche la fauna, presente lungo le sponde del fiume Belice. “E senza pioggia-prosegue il presidente Lombardo-nessun agricoltore rischia di mettere a dimora nuovi impianti di vigneti”.

Quasi “spettrale” la visione dei campi e dei terreni dell’area del Belice. Tutto è arido, con i semi che non riescono a germogliare. E al “danno si aggiungerebbe la beffa”. Perché pare potrebbero scattare anche, nell’intera isola, speculazioni sul prezzo del fieno per alimentare gli animali. Problemi per la mancanza dell’acqua anche per la diga Mario Francese. Non piovendo si mette fortemente a rischio l’erogazione dell’acqua, necessaria a consentire agli agricoltori di potere irrigare le rispettive colture.

In quest’ottica, il 18 febbraio è previsto, a Palermo, un incontro tra amministratori comunali di Poggioreale, rappresentanti di categoria e il Commissario del Consorzio di Bonifica Palermo 2 Secondo la Coldiretti Nazionale anche nella zona del Belice, così come nel resto della Sicilia, i cambiamenti climatici con i periodi di siccità stanno sconvolgendo i cicli delle diverse colture creando problemi nel calendario della raccolta e nella disponibilità dei prodotti sui mercati.
view post Posted: 4/2/2020, 12:39 Prostituzione minorile. Don Lesmo salvato dalla prescrizione per 11 giorni. E la diocesi non lo spreta - La stanza del peccato
Cassazione: colpevole ma non punibile. In appello condannato a 1 anno e 10 mesi.

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www.ilfattoquotidiano.it/2020/02/0...erdote/5694628/

GIUSTIZIA & IMPUNITÀ
Milano, prete condannato perché pagava un 16enne per fare sesso: la Cassazione conferma, ma la prescrizione salva il sacerdote
Milano, prete condannato perché pagava un 16enne per fare sesso: la Cassazione conferma, ma la prescrizione salva il sacerdote
Tra il 2009 e il 2011, stando a quanto ricostruito nel corso del processo, il parroco ha pagato venti volte una cifra tra i 150 e i 250 euro a un minorenne tossicodipendente per fare sesso. Ma per un "flipper" procedurale, i reati sono prescritti nonostante la colpevolezza del sacerdote sia stata accertata in tre gradi di giudizio

di F. Q. | 4 FEBBRAIO 2020
I 20 atti sessuali di prostituzione minorile sono ritenuti accertati dal giudice per l’udienza preliminare, dai giudici dell’Appello e perfino dalla Cassazione. Eppure i reati per i quali è stato processato da don Paolo Alberto Lesmo, per un ‘cavillo’ tecnico, sono prescritti e quindi resteranno impuniti. Tra il 2009 e il 2011, stando a quanto ricostruito nel corso del processo, il parroco della chiesa di S.Marcellina ed ex decano di Milano-Baggio avrebbe più volte – venti i casi – pagato una cifra tra i 150 e i 250 euro a un minorenne tossicodipendente per fare sesso.

L’inchiesta del pm Giovanni Polizzi parte nel 2013 quando la psicologa del giovane, alla quale si era rivolto dopo aver tentato il suicidio, raccoglie le sue confidenze. E nel racconto ecco la storia della chat con “Alberto” che, come racconta Il Corriere della Sera, il 16enne associa agli atti sessuali a pagamento con il parroco – e insegnante a scuola del fratello minore – di 48 anni. Il sacerdote prova ad annacquare il racconto del giovane problematico, ma il pubblico ministero indaga e gli elementi raccolti vengono giudicati sufficienti dal gup Gennaro Mastrangelo per condannare don Paolo Alberto Lesmo a 1 anno e 10 mesi con rito abbreviato per “prostituzione minorile”, senza attenuanti generiche e senza sospensione condizionale della pena.

Una sentenza di colpevolezza che viene confermata anche in appello nel 2018. Il prete fa ricorso in Cassazione. Nel 2019 la Suprema Corte respinge due (responsabilità e attenuanti) dei tre motivi, ma accoglie il terzo che boccia come “illogica”, spiega sempre il Corriere, la motivazione del diniego della sospensione condizionale della pena (per “mancata resipiscenza”) visto che nel frattempo il sacerdote è stato sospeso dal ministero e vive in una comunità di sostegno psicologico. A questo punto, sotto il profilo giuridico, si innesca un flipper che fa scattare la prescrizione: si forma infatti “un valido rapporto di impugnazione” al momento della sua presentazione, “e quindi consente di rilevare” adesso “la prescrizione del reato” che è “maturata” l’1 luglio 2018, undici giorni dopo la sentenza d’appello emessa il 20 giugno 2018.
view post Posted: 3/2/2020, 17:56 Abusi su fratellini, a processo don Gilioli ed ex seminarista: "Penso a te durante le omelie" - La stanza del peccato
https://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca...mene-1.38413027

«Ho fatto tutto quello che potevo per accertare la verità sulla vicenda Fu un sacerdote a parlarmene»

M. T. 02 Febbraio 2020

prato. «Io, fin dal primo momento, ho fatto il mio dovere, aprendo immediatamente un’inchiesta canonica. Adesso la magistratura è al lavoro per accertare la verità. Ma stento a credere alle accuse che vengono mosse nei confronti dei nove religiosi».

L’ex vescovo di Prato, monsignor Franco Agostinelli, dice di aver fatto tutto quello che era nelle sue possibilità per scoprire se davvero i membri della ex associazione di fedeli “I Discepoli dell’Annunciazione”, guidati da don Giglio Maria Gilioli, avessero davvero abusato di quei due giovani che, all’epoca dei fatti, avevano 10 e 15 anni. Ma precisa anche che lui, a quelle accuse nei confronti di don Giglio e i suoi, non ci crede.

«Certo – precisa l’ex vescovo di Prato – nel tempo ci sono stati, da parte della ex associazione, problemi di carattere disciplinare e, per questo, è stata soppressa dalla Santa Sede per atteggiamenti di diffidenza e distacco nei confronti dell’autorità diocesana. Ma da qui a dire che si tratti di un gruppo di pedofili c’è un abisso».

Quando chiediamo a monsignor Agostinelli perché non abbia accompagnato lui stesso i due fratelli in Procura per denunciare le presunte molestie, lui risponde: «Non appena siamo venuti a conoscenza del racconto dei ragazzi, abbiamo immediatamente avviato il nostro iter, che prevede l’apertura di un’inchiesta canonica. Abbiamo inviato la segnalazione alla Congregazione per la dottrina della fede e poco dopo è iniziato il processo canonico».

Ma, secondo quanto precisato da monsignor Agostinelli, avrebbe saputo delle presunte violenze non in prima persona, bensì per «interposta persona».

«Furono un sacerdote di Prato e un frate francescano a riferirmi quanto i due giovani avevano loro raccontato. E da lì ci mettemmo subito al lavoro. Era il giugno dello scorso anno», sottolinea.

«Ribadisco, comunque, che credo nell’innocenza di don Giglio e degli altri. I miei dubbi sulla dottrina che predicavano sono un’altra cosa», conclude l’ex vescovo di Prato. Quegli stessi dubbi che, poco più di un mese fa, hanno portato alla soppressione dell’ex associazione di fedeli “I Discepoli dell’Annunciazione” con motivazioni messe nero su bianco dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata della Santa Sede. —
view post Posted: 21/1/2020, 09:36 Prete denuncia altro prete per orge e droga in chiesa. Scomunicato a mezzo stampa - La stanza del peccato
https://www.paesenews.it/?p=181475&fbclid=...t6jYIs9Th_3Oa1w

21/1/2020 Alife – La Chiesa delle prepotenze, prete cacciato e umiliato. Ma il Vaticano sbugiarda i vescovi Di Cerbo e Piazza. Scatta la denunc…
https://www.paesenews.it/?p=181475&fbclid=...t6jYIs9Th_3Oa1w 1/2
Alife – La Chiesa delle prepotenze, prete cacciato e umiliato. Ma il
Vaticano sbugiarda i vescovi Di Cerbo e Piazza. Scatta la denuncia
alla Procura
 La redazione  16 Gennaio 2020  Cronaca, Le piu lette
ALIFE – Un prete della Diocesi di Alife, cacciato e “scomunicato” solo via web dall’allora vescovo Valentino
Di Cerbo, umiliato e scacciato dall’attuale vescovo Orazio Piazza. Il parroco, è stato costretto a denunciare
tutto alla Procura della Repubblica. Tutto potrebbe essere una ennesima conferma che la chiesa, spesso,
non perde occasione per agire nel modo diametralmente opposto a ciò che viene predicato. (guarda il
video con l’intervista al prete)
Quella subita da Don Salvatore appare un’autentica ingiustizia, soprattutto dopo la certificazione da parte
del Vaticano che l’azione messa in campo dall’ex vescovo Di Cerbo fu illegittima.
Il Vaticano, infatti, ha sancito che “Don Salvatore appartiene alla diocesi di Alife”, ma la Curia fa orecchio
da mercante. Il reverendo don Salvatore Zagaria continua nella sua lotta per veder riconosciuti i propri
diritti di sacerdote cattolico romano. Dopo svariati colloqui in Vaticano è arrivato il riconoscimento da
parte della Congregazione per la Vita Consacrata e per le Società di Vita Apostolica, a mezzo del suo
sottosegretario, P. Paciolla che don Salvatore Zagaria deve ritenersi incardinato nella diocesi di Alife
Caiazzo. (guarda il video con l’intervista al prete)
Quindi don Salvatore non è stato mai incardinato come nell’Ordine di San benedetto né tantomeno è stato
mai scomunicato. Né tantomeno è stato avviata nei suoi confronti una indagine previa per un qualche
delitto canonico a lui addebitabile, in assenza di alcun contraddittorio instaurato nei suoi confronti. In
questi anni il reverendo ha sempre mantenuto un profilo basso, di filiale e reverenziale obbedienza alla
Chiesa di cui è figlio ed alle sue autorità, pur essendo stato privato della possibilità di esercitare il proprio
ministero nella propria diocesi ed essendo stato escluso dal Sostentamento clero. Il tutto mentre scandali

21/1/2020 Alife – La Chiesa delle prepotenze, prete cacciato e umiliato. Ma il Vaticano sbugiarda i vescovi Di Cerbo e Piazza. Scatta la denunc…
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più o meno sopiti di ben altra disdicevole condotta sessuale sono stati sopiti e nascosti allo scandalo dei
fedeli. (guarda il video con l’intervista al prete)
Ma di fronte a tale palese e riconosciuta rettitudine il sacerdote ha ricevuto dalle autorità ecclesiastiche
locali solo silenzi, nonostante ripetuti colloqui coi vescovi locali ed i loro collaboratori, anche a mezzo dei
propri avvocati, Mauro Iavarone e Sergio Cavaliere, ed alle richieste di chiarimenti di fronte all’ingiustizia
di uno scomunicato stampa diffamatorio, che è solo in una comunicazione mediatica, ma in nessun atto. Il
sacerdote continua la sua battaglia per la verità e la giustizia. E continua a reclamare i suoi diritti anche di
fonte a disdicevoli pubblici episodi che lo hanno costretto a cautelarsi davanti alla Procura della
Repubblica. (guarda il video con l’intervista al prete)
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Alife Casapesenna Prete scomunicato con un comunicato stampa vescovo denunciato

view post Posted: 26/11/2019, 18:32 Abusi su bimbi sordi. Tribunale di Verona rifiuta estradizione di don Eliseo Primati, ricercato in Argentina - La stanza del peccato
http://espresso.repubblica.it/attualita/20...izione-1.341216

L'Argentina condanna i preti pedofili ma l’Italia rifiuta l’estradizione
Abusi sui bambini sordi dell’istituto Provolo: 42 anni di carcere per un sacerdote veronese. Ma i giudici di Venezia rigettano la richiesta argentina di arrestare un altro religioso italiano, scappato a Verona. E filmato dall’Espresso
DI PAOLO BIONDANI E ANDREA TORNAGO

'Argentina condanna i preti pedofili, ma l'Italia nega l'estradizione del ricercato: un religioso che è sfuggito all'arresto scappando a Verona, dove vive libero e indisturbato.

Dall’altra parte del mondo, la magistratura argentina ha pronunciato ieri una sentenza storica. Per la prima volta un’autorità giudiziaria ha condannato due sacerdoti dell’Istituto Provolo, che ha la casa madre a Verona, per una serie di abusi e violenze sessuali commessi tra il 2005 e il 2016 su vittime minorenni: bambini sordi, spesso orfani, che vivevano nell'educandato di Mendoza. Una sentenza pesante, che conferma la gravità dei fatti attribuiti ai religiosi della Compagnia di Maria, la congregazione vaticana che gestisce l'istituto Provolo: 45 anni di reclusione per il prete argentino Horacio Corbacho, 42 anni per il sacerdote veronese Nicola Corradi, che del centro di Mendoza è stato anche direttore. Condannato a 18 anni anche il giardiniere della scuola, il 57enne Armando Gómez.

I tre imputati sono stati arrestati nel novembre 2016. Don Corradi ha poi ottenuto i domiciliari per motivi di salute. All'arresto è invece sfuggito un altro religioso veronese, Eliseo Pirmati, accusato di violenza sessuale aggravata, atti osceni e corruzione di minorenni in un procedimento collegato, che riguarda un'altra sede del Provolo in Argentina.

Esclusivo: don Eliseo Pirmati, il prete ricercato per pedofilia gira indisturbato per Verona
Il religioso, colpito da un ordine di arresto in Argentina per lo scandalo che ha travolto le sedi sudamericane dell’istituto Provolo per bambini sordi, risiede serenamente in Italia. L'Espresso l'ha incontrato mentre si recava a messa

Un'inchiesta giornalistica dell'Espresso ha rivelato che il religioso italiano, dopo i primi arresti in Argentina, è tornato a Verona, sfuggendo così al successivo mandato di cattura. Nel giugno scorso Pirmati è stato filmato dall'Espresso mentre andava a messa e poi rientrava nella sede centrale del Provolo a Verona, dove ha un alloggio. Sull'inchiesta argentina, ha detto solo: «Non so niente». Quindi i giudici argentini hanno presentato alle autorità italiane una formale richiesta di estradizione, trasmessa l’8 ottobre scorso ai magistrati di Venezia. Qui, dieci giorni dopo, la Procura generale ha rigettato la domanda argentina, come risulta dal provvedimento, datato 18 ottobre 2019, di cui l'Espresso ha ottenuto copia.

Preti pedofili impuniti: il caso Spotlight italiano
Un sacerdote italiano latitante. Decine di religiosi accusati di orribili abusi su bimbi sordi nell'istituto Provolo di Verona. Si riaccende lo scandalo svelato dall’Espresso. Che era stato prontamente insabbiato
Un no mitigato da una richiesta di «informazioni supplementari», che in futuro potrebbe portare a una decisione diversa, almeno in teoria. Nell'atto di rigetto, il sostituto procuratore generale Maristella Cerato scrive che «la documentazione pervenuta risulta carente di alcuni elementi essenziali», previsti dalla Convenzione di estradizione tra Italia e Argentina siglata nel 1992. I dati mancanti o incompleti riguardano l'esatta identificazione del ricercato, la precisa qualificazione giuridica delle accuse, la data di emissione degli atti giudiziari trasmessi in Italia e l'epoca di commissione dei reati, che è fondamentale per calcolare la prescrizione: il termine di scadenza dei reati, che in base alla legge italiana (ora modificata) potrebbe garantire l'impunità per le accuse più remote, anche in caso di accertata colpevolezza.

Le condanne argentine riguardano abusi sistematici su bambini minorenni, dai 5 ai 17 anni, spesso orfani o con genitori molto poveri. Il collegio presieduto dal giudice Carlos Díaz ha ordinato di assicurare la massima diffusione della sentenza anche nella lingua dei segni, in cui è stato tradotto in simultanea l’intero dibattimento iniziato il 5 agosto scorso. Tra gli altri indagati, in due procedimenti diversi ma collegati, compaiono anche una suora e undici dipendenti civili dell’istituto Provolo di Mendoza. E decine di altri accusati nella sede di La Plata.

Noi vittime dei preti pedofili
Decine di bambini e ragazzi sordi violentati e molestati in un istituto di Verona fino al 1984. E dopo decenni di tormenti, gli ex allievi trovano la forza di denunciare gli orrori. Ma molti dei sacerdoti sono ancora lì

Le pesanti condanne in Argentina e lo stop italiano all'estradizione, almeno temporaneo, approfondiscono ancora di più il solco tra due nazioni con grandi legami storici. In Argentina il caso Provolo è considerato uno dei più gravi scandali di pedofilia nella Chiesa cattolica. In Italia il caso fu scoperchiato solo da un'inchiesta dell'Espresso firmata da Paolo Tessadri, che raccolse le prime testimonianze, videoregistrate, di decine di vittime. La successiva istruttoria eccelesiastica, però, si è chiusa senza alcuna condanna. E la magistratura veronese ha dovuto archiviare tutte le accuse per prescrizione. Gli atti della lacunosa istruttoria vaticana, recuperati l'anno scorso dall'Espresso, mostrano che i vertici del Provolo si limitavano a trasferire da una sede all'altra i religiosi accusati da diverse vittime. Tra loro, spicca proprio don Corradi, che fu spostato negli anni Settanta da Verona in Argentina, dove secondo la sentenza di ieri ha ricominciato ad abusare dei bambini. Una trama che ricorda il caso Spotlight, il film sullo scandalo dei preti pedofili americani svelato da un'inchiesta giornalistica del Boston Globe.
26 novembre 2019

Edited by pincopallino1 - 27/10/2023, 15:07
view post Posted: 21/11/2019, 21:23 Morto in California don Tiziano Miani, prete pedofilo di Pordenone - La stanza del peccato


Father Jim's (aka Tiziano Miani) 90th...March 26, 2017
34 visualizzazioni
•17 feb 2019
view post Posted: 20/11/2019, 14:44 La crisi del matrimonio religioso: nel 2022 solo 82.451. Ulteriore calo nei primi mesi del 2023 - Attualità
Matrimoni religiosi in Italia
1931: 268.820
1936: 312.037
1941: 269.650
1948: 378.642
1950: 347.793
1955: 358.679
1960: 381.512
1963: 414.652
1965: 393.981
1970: 386.589
1975: 342.467
1980: 282.999
1985: 256.911
1990: 266.084
1991: 257.555
1992: 255.355
1993: 248.111
1994: 235.990
1995: 232.065
1996: 222.086
1997: 220.351
1998: 219.581
1999: 215.743
2000: 214.255
2001: 192.558
2002: 192.006
2003: 186.489
2004: 169.637
2005: 166.431
2006: 162.364
2007: 163.721
2008: 156.031
2009: 144.384
2010: 137.075
2011: 124.443
2012: 122.297
2013: 111.545
2014: 108.054
2015: 106.333
2016: 107.873
2017: 96.572
2018: 97.596



Statistiche sul matrimonio civile
1931: 1,6%
1936: 1,4%
1941: 1,5%
1948: 1,66%
1951: 2,43%
1956: 2,17%
1961: 1,56%
1966: 1,24%
1967: 1,22%
1968: 1,42%
1969: 1,71%
1970: 2,26%
1971: 3,85%
1976: 9,42%
1981: 12,72%
1986: 14,16%
1989: 16,70%
1990: 17,01%
1991: 17,47%
1992: 18,25%
1993: 17,91%
1994: 19,07%
1995: 19,98%
1996: 20,29%
1997: 20,66%
1998: 21,59%
1999: 23,04%
2000: 24,67%
2001: 27,07%
2002: 28,89%
2003: 29,39%
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view post Posted: 19/11/2019, 17:57 Il vescovo di Alessandria e il peccato contro natura - ...Ridi che ti passa!
Gli effetti nefasti del sesso anale sui coniugi. Sui preti e seminaristi invece nessun problema

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Il fumetto Contro natura

Da una lettera ai fedeli scritta dal vescovo di Alessandria Nicolao Milone il 20 febbraio 1945.

Mentre nel nord Italia impazzava la guera civile e si consumavano le immani tragedie della II guerra mondiale e dello sterminio dei campi di concentramento, il vescovo si soffermava sui peccati di Adamo ed Eva, sull'arca di Noè e sui peggiori peccati che possa commetere l'uomo, tra i quali il peccato contro natura, usato dai coniugi per fini anticoncezionali. Questo per spiegarci l'origine del male.

Nel cumulo di cazzate sparate da questo vescovo (che ancora nel 1943 datava le sue lettere con l'era fascista), c'è quella che è la giusta punizione divina contro il peccato contro natura: la morte del figlio unico.


Tutto questo per spiegare ai cittadini di Alessandria che se la guerra si portava i loro figli era perché avevano la colpa di aver fatto sesso anale e che il suo Dio tanto buono non faceva che attuare una specie di legge del contrappasso.



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Lettera Pastorale

per la Quaresima 1945

di S. E. Mons. Nicolao Milone

Per grazia di Dio e della Santa Sede Apostolica

Vescovo di Alessandria e Conte

Abbate dei SS. Pietro e Dalmazzo






il perchè del dolore





Al Venerabile Clero

ed ai dilettissimi figli della città e della diocesi

salute e benedizione nel Signore




Il peccato di Adamo

Riconosciamo prima di tutto questa grande verità. Il dolore che tanto tormenta e tanto strazia la nostra vita qui su questa terra non ha propriamente fin dal suo principio Iddio per autore, il quale, avendo creato l’uomo, nella sua bontà infinita non ha avuto certamente l’intenzione di metterlo in questo mondo a soffrire.

Leggiamo infatti nelle prime pagine della Sacra Scrittura che quando Iddio creò il primo uomo, Adamo, e la prima donna, Eva, li collocò nel Paradiso terrestre, il luogo cioè di delizie, Paradisum voluptatis, come lo chiama il sacro testo, dove il dolore e le afflizioni non sarebbero mai venuti a tormentarli. Sono stati essi i nostri primi genitori che in castigo del loro peccato si meritarono di essere scacciati da questo posto di felicità.

Voi tutti conoscete quale sia stato questo peccato. “Mangia pure, aveva detto il Signore ad Adamo, di tutti i frutti del Paradiso terrestre, ma non toccare quelli dell’albero della scienza del bene e del male che si trova in mezzo del Paradiso: nel giorno in cui ne mangerai, morrai”. Cedendo alla istigazione del demonio, Adamo ed Eva, si sono cibati del frutto proibito contro l’espresso comando di Dio.

E qui notate, o Fratelli e Figliuoli, la gravità di quel loro peccato; non soltanto di un peccato di disubbidienza a Dio, ma un peccato di ribellione al suo comando; fu ancora un peccato di superbia, perché mangiando di quel frutto, aspiravano ad essere come Iddio, secondo quello che aveva loro detto il demonio: “Eritis sicut dii”: “Sarete come tanti dei”; un peccato di infedeltà, perché non cedettero a Dio, ma al demonio, un peccato di golosità, perché Eva spiccò il frutto vedendolo bello e giudicandolo gustoso, per cui ne mangiò essa e ne porse pure ad Adamo a mangiare.

S. Agostino aggiunge che questo peccato è anche stato un peccato di malignità verso Dio e lo deduce dalle parole con cui Adamo ha cercato di scusarsi. Come sapete, Eva si scusò sul serpente: “Serpens decepit me”: “Il serpente mi ha ingannata” (Gen 3, 15). Adamo si scusò su di Eva non solo, ma al giusto rimprovero del Signore rispose: “Mulier, quam dedisti mihi sociam, dedit mihi de ligno et comedi”: “Il frutto che ho mangiato me lo diede la donna che Voi stesso mi avete data per compagna” (Gen 3, 12): quasi dicesse: “Vedete, o Signore quale sorta di compagna mi avete messo al fianco a tentarmi: se me ne aveste data un’altra meno tentatrice, io non avrei prevaricato”. Invece di chiamare perdono del suo peccato, vorrebbe farne risalire la colpa a Dio stesso.

Ma Iddio, giustamente sdegnato di quel peccato cacciava i nostri primi genitori dal Paradiso terrestre, li condannava a guadagnarsi con il sudore della fronte, a lavorare la terra convertita per causa loro in triboli e spine e li assoggettava alla morte ed alle tante afflizioni e miserie che l’accompagnano.

Se adunque al presente noi sulla terra siamo provati dalle tribolazioni è perché siamo figli di un padre che da se stesso si è messo sulla strada del dolore; imperocché, come Adamo ci avrebbe trasmesso la sua vita beata e felice se non si fosse macchiato col peccato e così, commessa la colpa, ci ha trasmesso invece le miserie e le afflizioni a cui venne condannato, precisamente come il ricco signore, che ha dilapidato tutto il suo vistoso patrimonio, non lascia ai suoi figliuoli che povertà e miseria.

Il peccato di Adamo, ecco dunque la prima causa del dolore.

Tuttavia, o Fratelli e Figliuoli, non facciamo tanto presto a gettare su Adamo ed Eva, i nostri primi genitori, tutta la causa del dolore che affligge la nostra vita: il dolore ha un’altra causa a noi ben più vicina e che dal più al meno tutti quanti ci riguarda. Questa causa sono:

b) i nostri peccati

Si legge nella Sacra Scrittura che quando i figli del Patriarca Giacobbe, venuti in Egitto per comperare il grano, si videro trattati aspramente, considerati come spie e come tali rinchiusi in carcere, ripensando al fratello Giuseppe che essi avevano venduto e che era stato condotto schiavo in Egitto, andavano ripetendosi l’uno all’altro: “Merito haec patimur, quia peccavimus, in fratrem nostrum”: “Con ragione noi soffriamo tutto questo, perché peccammo contro il nostro fratello: è per questo motivo che venne sopra di noi questa tribolazione”: “Idcirco venit super nos ista tribulatio” (Gen 42, 21).

Sono queste parimenti le parole che ben soventi devono ripetere i peccatori fra le strette del dolore: “Merito haec patimur”, con ragione dobbiamo soffrire questo, perché abbiamo peccato contro il nostro fratello, Gesù: siamo noi stessi la causa del nostro dolore.

Sì, o Fratelli e Figliuoli, tanti mali che affliggono la vita dell’uomo sulla terra non è propriamente Iddio che li manda, ma è l’uomo che se li fabbrica da se stesso: coi suoi peccati, con le sue mancanze, colla negligenza dei suoi doveri, coi suoi sbagli a bella posta, coi suoi disordini è egli stesso la causa dei suoi dispiaceri, delle sue disgrazie, delle sue malattie, delle sue afflizioni: è egli medesimo che semina di spine il sentiero di sua vita. Perché dunque lagnarsi di Dio nelle sue afflizioni, o non piuttosto incolparsi da se stesso?

Così ad esempio, quella che adesso tanto piange e si lamenta di Dio è una giovane sposa, la quale alla corona di rose con cui è stata incoronata nel giorno del suo sposalizio, si è vista sostituire ben presto una corona di spine per opera del compagno stesso di sua vita, che non soltanto si mostra freddo ed indifferente con lei, ma l’insulta di continuo, la maltratta, le manca persino di fedeltà. Povera sposa, sei veramente da compiangere! Ma perché adesso pigliartela per questo contro Dio? Anzi Iddio nella sua bontà ti aveva avvisata per mezzo dei tuoi genitori, per mezzo di quella persona amante del tuo vero bene che quello sposo non faceva per te perché senza fede e senza cuore: ma tu, spinta dalla passione, hai fatto nessun caso di quegli avvisi e col pretesto di essere già maggiorenne, hai voluto fare da te, sei andata avanti nella relazione ed hai finito di sposarlo. Perché adunque adesso te la prendi con Dio, che non voleva il tuo matrimonio? Prendila invece con te stessa e dì pure: “Mea culpa”: “La colpa è tutta mia”.

Così pure questa che ora tanto piange in silenzio e vive in angoscia ognor crescente è una giovane disgraziata che, cedendo al suo seduttore e da lui abbandonata, vede avvicinarsi il giorno in cui non potrà più tenere nascosto il suo fallo e verrà da tutti conosciuta la perdita del suo onore. Sì, figliuola sei proprio da compiangere: ma qual colpa ne ha Iddio della tua disgrazia? Ti troveresti adesso in queste pene, se avessi ubbidita la tua mamma che ti voleva ritirata in casa e che ti aveva proibite certe cattive compagnie?

Ancora, quelli che ora cotanto si affliggono sono due vecchi genitori i quali dalla loro famiglia, invece di aiuto e di rispetto, non ricevono che noncuranza, abbandono, maltrattamenti, disprezzo. Sì anche voi siete molto da compiangere nella vostra età avanzata: ma, se quando i vostri figli erano ancora in tenera età aveste cercato di allevarli nel santo timor di Dio, se da voi, invece di una cristiana educazione non avessero avuto che cattivi esempi, vi trovereste forse in così dolorose condizioni? Proprio vero quel che dice il proverbio: “Chi semina vento, raccoglie tempesta”, e voi nel cuore dei vostri teneri figli non solo non avete sparsa la buona semente, ma lasciativi liberamente germogliare i rovi e le spine.

Da ultimo colui che adesso tanto soffre e si lamenta è un povero infelice che, fornito un giorno di mezzi più che sufficienti alla vita, si trova al presente nella più squallida miseria, perché tutto ha scialacquato nei divertimenti, nel gioco, nei bagordi, nei vizi. Sì, o miserabile, anche tu in questo momento sei da compiangere; ma perché prendertela contro Dio che ti aveva dato il necessario e non piuttosto contro di te stesso, che hai tutto dissipato?

Il dolore adunque è molte volte una conseguenza del peccato, per cui basterebbe schivare questo per andare esente da quello; ben soventi però è un giusto castigo di Dio.

Iddio, Giustizia Infinita, non può sempre restare impassibile all’offesa che gli vien fatta col peccato. Se tante volte dissimula coll’uomo peccatore per dargli tempo al pentimento, “dissimulas peccata hominum propter poenitentiam”, come vien detto a Dio nel libro della sapienza (Sap 11, 24): qualche volta però dà mano al castigo, e il castigo è sempre causa di dolore. La Sacra Scrittura ne contiene tanti esempi a conferma.

Ai tempi di Noè, Dio sommerse nelle acque del diluvio tutti gli abitanti della terra, perché “omnis caro corruperat viam suam”: “tutti si erano abbandonati ad una vita corrotta” (Gen 6, 12). Fece discendere il fuoco dal cielo ad incenerire Sodoma e Gomorra, città della Pentapoli, per le tante disonestà che in esse si commettevano. Colpì di una schifosa lebbra Maria, la sorella di Mosè, per aver mormorato contro suo fratello. Aprì una voragine nella terra da ingoiare Core, Datan e Abiron per la loro ribellione ed incenerì con un fuoco divoratore i duecento cinquanta loro seguaci. Fulminò di morte subitanea Oza per aver mancato del debito rispetto all’arca santa. Punì Davide per la sua vanagloria con una terribile pestilenza che in soli tre giorni fece ben settantamila vittime. Castigò terribilmente Gerusalemme colla sua totale distruzione e colla dispersione come schiavi dei suoi abitanti per l’orrendo deicidio commesso.

La stessa cosa dobbiamo dire nella Nuova Legge: Iddio punisce coi castighi dolorosi le offese che si fanno a Lui. Se molte volte il peccatore può ripetere: “Peccavi, et quid mihi accidit triste?”: “Ho peccato, e che cosa mi è accaduto di male?” (Eccli 5, 4), è perché una mano pietosa ha trattenuto il braccio della divina Giustizia già pronto pel castigo. Noi sappiamo quale sia questa mano pietosa: è la mano dei Santi, nostri intercessori presso Dio; è quella specialmente di Maria SS. Madre di misericordia e Rifugio dei peccatori, come Lei stessa ci ha fatto conoscere.

Comparendo infatti là sulle montagne della Salette a Melania e Massimo, diceva loro, che quando il popolo non si fosse convertito, Ella sarebbe stata costretta a lasciar libero il braccio al suo Divin Figlio, giustamente irritato per le tante offese che riceve. Per questo raccomandava la penitenza, come pure raccomandava la penitenza, comparendo tanto a Lourdes come a Fatima, quale preservazione dei giusti castighi in causa del peccato.

Parlando di questi castighi, debbo ancora accennare a quei peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio, e che Iddio il più delle volte punisce.

Questi peccati, come avete studiato nel Catechismo, sono quattro, di cui il primo è l’omicidio volontario. In un tempo in cui pur troppo! si moltiplicano le uccisioni e in molti va scomparendo quel ribrezzo naturale che giustamente si è sempre provato per i fatti di sangue, è necessario proclamarlo altamente che solo Iddio e la sua suprema autorità, come ministra di Dio, hanno diritto di morte sugli uomini. Nessun altro può arrogarsi questo diritto e chi lo facesse andrebbe incontro al giusto castigo di Dio, tra cui quello ben noto: “Qui gladio ferit, gladio perit”: “Chi di spada ferisce, di spada perisce”.

Il secondo è il peccato impuro contro natura, e, senza parlare di altre nefandezze disoneste, di questo peccato si rendono colpevoli non pochi coniugi, che vorrebbero raccogliere tutte le rose del loro stato di vita senza punto averne le spine, per cui nei loro vicendevoli rapporti non si regolano conforme alle leggi stabilite da Dio. Con deliberato proposito vogliono il figlio unico: ma questo figlio unico sarà loro tolto da Dio o per malattia o per causa di guerra o di altro accidente ed essi si troveranno soli nella loro vecchiaia con il focolare domestico deserto. Piangeranno allora, verseranno amare lacrime, ma tutto inutilmente, perché non vi potranno rimediare.

Il terzo è l’oppressione dei poveri. Anche questo peccato ha uno speciale castigo da parte di Dio, perché il povero rappresenta il Figlio stesso di Dio, Gesù, il quale ha espressamente dichiarato nel Vangelo che ritiene come fatto a sé ciò che si fa all’ultimo dei poveri. “Quamdiu fecistis uni ex his fratribus meis minimis, mihi fecistis » : « Ogni volta che avete fatto qualche cosa ad uno dei più piccoli di questi miei fratelli, l’avete fatto a me » (Mt 25, 40). E oppressione del povero è anche il vederne, come si suol dire, a borsa nera, perché, mentre con essa si favorisce il ricco, si mette il povero nella impossibilità di acquistare il necessario.

Il quarto e ultimo è il defraudare la mercede agli operai. Chi commette questo peccato si merita parimenti un castigo speciale, perché per l’operaio questa mercede rappresenta il frutto dei suoi sudori, coi quali secondo il comando di Dio deve procacciarsi il pane per la vita: “In sudore vultus tui vesceris pane”: “Mangerai il pane col sudore della tua fronte” (Gen 3, 15). Siano perciò le benvenute tutte le disposizioni legislative della pubblica autorità con cui viene assicurata all’operaio la mercede che gli spetta senza pericolo di essere defraudata.

Il dolore infine ha ancora una terza causa, la quale, invece della giustizia di Dio, ci fa conoscere tutta la sua bontà a nostro riguardo: questa causa è il nostro maggior bene


Alessandria, 20 Febbraio 1945

† Nicolao Milone, Vescovo

Sac. Alessandro Benzi, Segretario
view post Posted: 16/11/2019, 19:15 Gallinaro (FR): 14 indagati per truffa e riciclaggio tra i santoni della nuova Arca di Gerusalemme - Attualità
https://www.ciociariaoggi.it/news/cronaca/...iegati-comunali

Blitz al Bambinello: 14 indagati per truffa tra seguaci e impiegati comunali
Gallinaro - Da stamattina sono state effettuate decine di perquisizioni nelle case dei "fedeli" della Nuova Chiesa Cristiana di Gerusalemme e impiegati del Comune. Blitz in 4 regioni

10/10/2019 13:09

Sarebbero quattordici, fra seguaci della Nuova Chiesa Cristiana di Gerusalemme ed impiegati del Comune di Gallinaro, le persone iscritte nel registro degli indagati in seguito ad un'indagine della Procura di Cassino. Per tutti il reato contestato sarebbe quello di truffa. E, stando alle indiscrezioni circolate, potrebbe essere collegato alla gestione del "santuario" del Bambinello.

A tal fine dall'alba di questa mattina sono in corso perquisizioni domiciliari nelle abitazioni di seguaci del gruppo e di persone comunque vicine allo stesso, oltre che di impiegati comunali. Perquisizioni che hanno visto impegnati decine di mezzi e di uomini dell'Arma dei carabinieri che hanno esteso la loro attività in quattro regioni, partendo ovviamente da Gallinaro, dove ha sede il "santuario", e dalla vicina Atina, per poi portarsi anche in Emilia, Valle d'Aosta e Campania.

https://www.ciociariaoggi.it/news/cronaca/...UVnCV_O-SiZDG-E

Truffa del "Bambinello": il Pontefice Samuele sotto torchio per tre ore
Gallinaro - Il capo della Nuova Gerusalemme interrogato dal magistrato. Tra i legali anche Giulia Bongiorno. Intanto le indagini proseguono serrate e non si escludono altri sviluppi
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Carmela Di Domenico

16/11/2019 10:13

Non poteva passare inosservato, non tanto perché finito al centro di una delle più complesse (e blindatissime) indagini della procura di Cassino sulla "Nuova Gerusalemme". Quanto per quella presenza, senza nulla togliere all'altro legale che lo ha "scortato" - né per preparazione né per fama - addirittura della senatrice e avvocato di andreottiana memoria, Giulia Bongiorno.
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Che la procura di Cassino stesse continuando ad ascoltare gli indagati finiti nell'inchiesta aperta sulla gestione delle offerte da parte della "Nuova Gerusalemme" (con un'operazione interforze) non era difficile immaginarlo: l'inchiesta, affatto chiusa, ha coinvolto quindici persone, in tutta la provincia di Frosinone.

Ma l'ingresso in tribunale di Samuele Morcia, insieme ai suoi legali Attilio Turchetta e Giulia Bongiorno, è stata la prova dell'incessante attività. Poco dopo le 9 Samuele, il quarantasettenne nato a Parma ma domiciliato a Gallinaro e ritenuto il pontefice della "Chiesa cristiana Cattolica Nuova Gerusalemme", ha varcato le porte del tribunale di piazza Labriola e ha lasciato il palazzo solo dopo le 13.30.

Quindi, presumibilmente, avrà risposto alle domande degli inquirenti per almeno tre ore: il tempo necessario per spiegare le sue verità. Top secret, ovviamente, cosa abbia riferito. Bocche serratissime sugli accertamenti in atto nell'ambito del nuovo filone che lo scorso 10 ottobre ha portato ad iscrivere nel registro degli indagati diversi professionisti per differenti ipotesi di reato - dal riciclaggio al falso - finalizzate alla truffa.

Il blitz interforze era scattato al sorgere del sole: decine e decine di perquisizioni tra Gallinaro e Atina, all'Arca (il tempio costruito dai fedeli della Chiesa Cristiana Universale della Nuova Gerusalemme, che venerano il Bambinello di Gallinaro) e nelle abitazioni dei seguaci o di persone ritenute a vario titolo vicine all'ente di culto, riconosciuto tale dal Consiglio di Stato nel 2018. Poi le analisi anche su pc, telefoni e sistemi informatici per arrivare alla verità. Si lavora senza sosta.
view post Posted: 14/11/2019, 23:00 Don Paolo Biasi, condannato per pedofila, trasferito a far il catechismo. Vaticano: "è innocente" - La stanza del peccato
https://www.veronafedele.it/Chiesa/Trasfer...ne-tra-il-clero


Trasferimenti e nomine tra il clero

Pubblichiamo le notizie ufficiali della Cancelleria vescovile sulle nomine e i trasferimenti tra il clero veronese
Parole chiave: Trasferimenti (1), Nomine (3), Clero (1)
12/11/2019

nomine del 30 giugno 2019

BIASI don Paolo è trasferito dall’ufficio di Parroco di Cherubine all’ufficio di Parroco (c. 517) di Dossobuono.
view post Posted: 12/11/2019, 21:02 I preti abusano dei minori. Paolo Brosio: "E chi se ne frega" - La stanza del peccato
Molto più interessante raccontare frottole sulla Madonna

I preti abusano dei minori. Paolo Brosio: "E chi se ne frega"

brosio-1200-690x362

https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/11/1...1bs4sOLS1Pk5oeI

Live Non è la D’Urso, Paolo Brosio: “Preti che abusano di minori? Chi se ne frega di questi casi”

È stato questo il tema su cui si è dibattuto lunedì sera nell'ultima puntata di "Live - Non è la D'Urso"
di F. Q. | 12 Novembre 2019

Sesso e Chiesa. È stato questo il tema su cui si è dibattuto lunedì sera nell’ultima puntata di “Live – Non è la D’Urso“: in studio c’era da una parte chi accusava il Vaticano di nascondere gli episodi di abusi su minori e di suore e preti che praticano sesso consenziente, mentre dall’altra c’era chi lo difendeva a spada tratta come Paolo Brosio. Proprio quest’ultimo, preso dalla discussione, ha fatto una considerazione che gli è costato un duro rimprovero da parte della conduttrice, Barbara D’Urso.

Il dibattito si è aperto con lo scandalo dei due casi di suore incinte in Sicilia e poi è proseguito con Serena Grandi che ha raccontato ancora una volta quanto le è accaduto da bambina, quando il prete della sua parrocchia la costringeva a baciare una sua amica. Barbara D’Urso è intervenuta per sottolineare che non si poteva generalizzare estendendo il discorso a tutta la Chiesa ma che si trattava solo di casi isolati ma è stata interrotta da Manuela Villa: “Per paura dei preti i genitori non portano più i propri figli all’oratorio“, ha detto la showgirl.

Al che Paolo Brosio ha fatto un salto sulla sedia mentre gli altri ospiti davano ragione alla Villa continuando a parlare di abusi sui minori e poi è sbottato: “Chi se ne frega di questi casi, gli oratori sono pieni di gente per bene“, parole forti, che hanno fatto calare il gelo in studio scatenando la dura reazione della conduttrice ma anche di Vladimir Luxuria ed Elenoire Casalegno: “È gravissimo quello che dici, è per gente che la pensa come te che dice chi se ne frega che anni dopo anni si nascondono soprusi su bambini e donne“.

Ma la questione non è finita qui. Ripresa la discussione, Paolo Brosio è tornato poi alla carica: “Io non sono mica scemo, ho capito il tuo gioco! Parli solo delle cose negative“, ha detto rivolgendosi alla D’Urso. “Nemmeno io sono scema – gli ha replicato subito la conduttrice – Tu stai facendo un discorso fine a se stesso, portandolo completamente dalla tua parte. Io non sto parlando in generale e lo sai bene. Sono molto religiosa, vado in chiesa, ho sempre un rosario con me e non mi vergogno di dirlo. L’ho detto per quattro volte che non stiamo parlando in generale ma di notizie di cronaca. Sei insopportabile!”, ha concluso Barbara D’Urso.
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view post Posted: 31/10/2019, 22:19 S. Agata (ME). Suora va in ospedale e scopre di essere incinta - La stanza del peccato
Speriamo non faccia una brutta fine, se la cacceranno dal convento.
1227 replies since 26/2/2019