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Il fondatore della setta, don Pietro Margini www.reggioreport.it/2020/06/don-mar...-loscurantismo/ “Don Margini beato? Sarebbe un errore”: lettera-choc sulla Familiaris Consortio e il nuovo oscurantismo Il racconto di un’esperienza sconvolgente in parrocchia 18/6/2020 – Prenderà il via domenica, con l‘insediamento del Tribunale Diocesano e una solenne celebrazione officiata dal vescovo Camisasca a Borzano di Albinea, il processo di canonizzazione di don Pietro Margini, fondatore della Familiaris Consortio. In proposito l’avvocato Roberta Dall’Argine di Sant’Ilario d’Enza ha inviato, già nel febbraio 2019, una lettera alla Curia di Reggio Emilia nella quale definisce la Familiaris Consortio una “setta” da condannare per eresia, racconta la sua sconvolgente esperienza in una comunità, il Movimento delle Famiglie, contrassegnata da oscurantismo e repressione sessuale, sostiene che la beatificazione di don Margini sarebbe un “errore”e punta il dito nei confronti della Curia per le sue responsabilità “immense”: “Don Pietro ha fatto tutto questo o lo ha consentito, certamente istigato. Non credo che fosse una cattiva persona. Ma non era certo un santo. E beatificandolo giustificate l’operato dei suoi adepti che erano e che sono peggio di lui. Nessuno ha avuto il coraggio fino ad ora di dichiarare eretico – quale a mio parere è – il Movimento delle Famiglie, nato dalla autoreferenziale interpretazione del lascito di Don Pietro. E su questo la Curia ha responsabilità immense. Se lo farete beato, a mio parere commetterete un errore enorme e darete la vostra benedizione a chi persevera in questo oscurantismo“. Pubblichiamo il testo integrale della lettera DI ROBERTA DALL’ARGINE, avvocato, Sant’Ilario d’Enza Reggio Emilia, 20 febbraio 2019 Alla Curia OGGETTO: Causa di canonizzazione di Don Pietro Margini Ho amato Don Pietro e mi sono sentita amata da lui. Certamente era un gran teologo e un buon oratore. Forse non ha creato lui la setta di Sant’Ilario. Sì la setta. Ancor prima che fosse il Movimento delle Famiglie. Dicevo, forse non l’ha creata lui. Ma certamente non ha fatto nulla per arginarla o sedarla. Don Pietro Margini Sono cresciuta in parrocchia a Sant’Ilario d’Enza (RE), ed ho lì frequentato anche le scuole, fino alla superiori – volute da Don Pietro – partecipando attivamente alla vita di comunità. Alle messe, ai ritiri, ai campeggi. Pensavo di avervi trovato il mio mondo e le mie amicizie. Divenuta un po’ più grande, ho per così dire messo il naso fuori. Lì sono sorti i problemi. All’interno della parrocchia vi era tutto, tutto ti veniva offerto: amicizia, fidanzato e persino un lavoro. Purché non si mettesse il naso fuori. Se restavi dentro avevi un futuro garantito su tutti i fronti. Se avevi amicizie fuori eri escluso. Ricordo perfettamente quando chiesi che l’incontro di “catechesi” che facevamo dai 16 anni in poi venisse spostato ad un giorno diverso dal sabato sera, poichè per me era l’unica possibilità – studiando – di uscire e far tardi con gli amici. Mi venne citato il Vangelo: o sei con noi o sei contro di noi. Ed io ci rimasi malissimo e dissi, se la mettete così non posso che essere contro. Fu una delusione cocente per me. Fu causa di tantissimo dolore. Le persone che avevo amato quasi più della mia famiglia mi mettevano un aut aut e solo perché intendevo frequentare anche altre amicizie. Allora “uscii” dalla parrocchia. In verità mi sentivo cacciata. Iniziai a frequentare una parrocchia di Parma e mi si aprirono gli occhi sulle assurdità che mi avevano inculcato. Era assurdo andare al cinema – come sempre ci avevano insegnato a fare – e non uscire durante la pubblicità. Si dovevamo uscire fra un tempo e l’altro perché correvamo il rischio di vedere qualche immagine oscena e se l’avessimo vista, rimanendo a guardare sarebbe stata colpa nostra, saremmo state noi a metterci in tentazione. Ecco il senso opprimente del peccato ed ancor prima del peccato il mettersi in tentazione. È una sensazione che ho faticato a lungo a scrollarmi di dosso. Non sfogliavo serenamente nemmeno un giornale. Avessi visto un seno nudo, era colpa mia: che mi ero consapevolmente messa in tentazione di fare pensieri sconci. La purezza … la purezza in parrocchia era un assillo. Credo che ci fosse più malizia nell’essere puri come indicato in parrocchia che altro. Il mio rapporto con la sessualità è stato duro e in salita. Persino con mio marito, sposato in chiesa e con tutti i crismi. Perché il corpo – come sempre mi è stato insegnato in parrocchia – era qualcosa di peccaminoso, qualcosa che “spronava ad istinti bestiali” per fare una citazione testuale. Non riuscivo a fare la comunione dopo un rapporto sessuale con mio marito. Il piacere sessuale mi faceva sentire in colpa. Tutto questo mi era stato insegnato dalla parrocchia e da Don Pietro. Capivo ormai che non era giusto, ma per molti anni ho faticato a scrollarmi di dosso questo senso di sporcizia che provavo ogni volta che davo voce al mio corpo. L’avvocato Roberta Dall’Argine In parrocchia a Sant’Ilario ho imparato il senso punitivo della gioia ancor prima che del piacere. Alla prima confessione con il parroco di Parma mi sono sentita sgridare per quello che con Don Pietro era normale. Fare l’elenco dei peccati come un bimbo delle elementari, come se Dio mi chiedesse il conto delle mie azioni e fosse lì per calcolare matematicamente quale fosse la mia pena. Cominciai a parlare con altri sacerdoti. A capire che Dio è padre. E non un giustiziere. Quando me ne andai – o venni cacciata – dalla parrocchia di S. Ilario le mie amiche del cuore mi tolsero il saluto per anni. Perché appunto avevo rifiutato la vita che mi si offriva (un lavoro all’interno della comunità, un marito piaciuto o non piaciuto ma “fedele” ai dettami di Don Pietro, per il quale io non potevo scegliere, avendo già scelto nientemeno che Dio) per poi sentirmi dire dopo 15 anni da una di loro: “le ragazze sono molto amareggiate con te ma se ti scusi sono disposte a perdonarti”. Io rimasi basita. Ero stata trattata come un appestata e loro – loro!!! – erano disposte a perdonarmi. Ma a perdonarmi per cosa?! Io volevo solo frequentare le mie amiche della parrocchia e anche quelle che non lo erano. Questa era la mia colpa. Ed invece loro, le elette, le detentrici della parola di Don Pietro – visto l’alto mio tradimento – mi erano state vicine di banco per due anni senza rivolgermi un saluto. Una parola. Don Pietro ha inculcato tutto questo e se come ritengo ad un certo punto la situazione gli sia sfuggita di mano, non ha mai fatto nulla per arginare tutto questo. Adesso guardo al passato e pur non rinnegando nulla della mia esperienza mi dico che esiste una cristianità molto diversa. Tanta attenzione ad evitare baci e carezze, ma la cattiveria era ben accetta perché rivolta agli infedeli. Ossia gente come me che aveva solo cambiato parrocchia non credo. In parrocchia era più accettabile un pugno che un bacio. Un bacio era scandaloso. La cattiveria no. La completa chiusura verso l’esterno nemmeno, stante l’immensa paura di contaminazione con gli impuri. Che presunzione. Che aridità. Una chiesa da medioevo. La presunzione di essere i detentori della verità con l’avidità di non volerla condividere con nessuno. Nessuno spazio alla carità. Solo alla fede. Solo di pochi eletti. Solo la fede. Molto protestante come metodo. Molto autoassolutorio. Ho visto amiche fare ben quattro figli e non essersi mai fatte vedere nude dal marito perché contrario alla purezza. Dubito che abbiano mai contemplato la possibilità di provare piacere sessuale nell’atto, il piacere era un peccato mortale, il piacere sessuale una cosa deplorevole. So di tante amiche avere avuto problemi di natura sessuale col proprio marito. Qualcosa che è peccato mortale per tutta la vita non diventa con una fede al dito d’incanto accettabile, figuriamoci piacevole. Ho visto amiche sposare una persona per il solo fatto che fosse della parrocchia. Perché in lui c’era Gesù e perché suggerito da Don Pietro. Una volta ero stata invitata fuori a cena da un ragazzo. Ho dovuto chiedere il permesso a Don Pietro. Ho visto sorelle e fratelli non rivolgere più la parola al familiare che fosse incorso in una separazione o un divorzio. So di persone che hanno messo a rischio la loro vita per partorire il quinto figlio. Ho assistito al matrimonio di un amico della parrocchia che sembrava un funerale. I genitori erano in lutto, non perché avesse scelto una moglie disdicevole, una non credente, ma una non della parrocchia. Madri che hanno tolto il saluto ai figli perché usciti dalla parrocchia. Don Pietro ha fatto tutto questo o lo ha consentito, certamente istigato No. Non credo che fosse una cattiva persona. Ma non era certo un santo. E beatificandolo giustificate l’operato dei suoi adepti che erano e che sono peggio di lui. Nessuno ha avuto il coraggio fino ad ora di dichiarare eretico – quale a mio parere è – il Movimento delle Famiglie, nato dalla autoreferenziale interpretazione del lascito di Don Pietro. E su questo la Curia ha responsabilità immense. Se non altro quale autorevole Ponzio Pilato misto a interessato blanditore. Se lo farete beato, a mio parere commetterete un errore enorme e darete la vostra benedizione a chi persevera in questo oscurantismo. Grazie a Dio l’amore di Dio è un’altra cosa. Con osservanza Avv. Roberta Dall’Argine Be Sociable, Share! sulla Familiaris Consortio e il nuovo oscurantismo Il racconto di un'esperienza sconvolgente in parrocchia - www.reggioreport.it/2020/06/don-mar...rantismo/" data-url="http://www.reggioreport.it/2020/06/don-margini-beato-sarebbe-un-errorelettera-sulla-familiaris-consortio-e-loscurantismo/" class="twitter-share-button" data-count="horizontal">TweetShare 27 risposte a “Don Margini beato? Sarebbe un errore”: lettera-choc sulla Familiaris Consortio e il nuovo oscurantismo Il racconto di un’esperienza sconvolgente in parrocchia L'EreticoRispondi 18/06/2020 alle 12:34 Meno male che una parla chiaro. Condivido. Saluti. Giuseppe RasoriRispondi 18/06/2020 alle 13:44 A differenza dell’Avvocato, ho conosciuto il movimento Familiarità Consortio quando avevo quasi 50 anni, avendo ovviamente alle spalle una vita vissuta in altri contesti e fatta anche di amicizie con persone e parenti non credenti. Tutto sta continuando senza problemi, anche dopo che, 10 anni fa, mia moglie e io, insieme ad altre famiglie di amici, iniziammo il nostro cammino comunitario nel movimento. Come si vede, tante vite, tante esperienze e tanti cammino di vita diversi. A mio parere, estrapolare assoluti dalla propria esperienza personale rischia di essere perlomeno azzardato. Circa l’opportunità di canonizzare don Pietro Margini, mi fido di Dio e del giudizio della Chiesa. ex-santilarieseRispondi 18/06/2020 alle 15:06 Le cose raccontate dall’avvocato dall’Argine sono ben note a tutti quelli che abbiano frequentato la parrocchia di sant’Eulalia e avuto a che fare con i “correggesi”. Un gruppo molto chiuso e autoreferenziale, molto diffidente anche con gli altri cattolici praticanti ma non facenti parte della comunità. Un gruppo “esclusivo”, come ben scritto dall’avvocato: o eri dentro, seguendo tutti i rigidissimi dettami, o eri fuori, senza possibilità di una “terza via”. Il riferimento alle mogli che i mariti non avrebbero mai visto nude nonostante i quattro figli, darebbe un riscontro a quella che io ritenevo una leggenda metropolitana, cioè dei rapporti sessuali matrimoniali con frapposto tra moglie e marito un lenzuolo, dotato di un’apertura apposita per consentire la congiunzione carnale. Mario NegriRispondi 19/06/2020 alle 18:32 Certo, come no? Sicuramente scopavano anche a occhi chiusi, poi si andavano a fustigare… Mo va a girer, sandroun… ex-santilarieseRispondi 20/06/2020 alle 10:18 Gentile signor Negri, non ho il piacere di conoscerla, quindi non mi esprimo sulle sue doti di intelligenza e di cultura. Sicuramente posso apostrofarla come un maleducato, visto che dà del “sandroun” a vanvera. Detto ciò, io ho solo riportato quanto si sentiva dire a Sant’Ilario, e che è finito anche in rete: www.lettera43.it/sesso-si-ma-solo-...o-nel-lenzuolo/ www.blitzquotidiano.it/photogaller...utande-1499265/ Mario NegriRispondi 20/06/2020 alle 23:26 Uno che riporta sandronate l’è un sandroun. Ag vol mia un insgner a capirel ex-santilariese 21/06/2020 alle 14:47 La sua modalità di intervenire la qualifica come maleducato e fiero di esserlo. Mi spiace molto che i suoi genitori non siano riusciti a inculcarle il minimo di educazione, voglio sperare per loro che sia stato a causa della sua indole innata e non di una loro inadeguatezza. Camillo SbazzegutiRispondi 24/06/2020 alle 11:36 gentile M.N. lei c’era? come può negare l’ipotesi…. ci giocherebbe un mignolo? Sassolese ed parrocchiana della ss. consolataRispondi 21/07/2020 alle 09:08 Sono di Sassuolo e quello che nessuno osa dire è che questi erano e sono ancora a Sassuolo nella Parrocchia della Consolata!!!!!!! 5 figli? buco nel lenzuolo? Io ho vissuto indirettamente questa realtà. Ero stata messa negli scout per farmi aprire un po’, farmi diventare spigliata e invece mi hanno messa in un covo di SATANA. si, proprio SATANA! ma da loro si fa chiamare Don Luca Ferrari. Sono stata sempre discriminata nella mia parrocchia perchè non ero di famiglia ricca, perchè non era facile dominarmi, perchè non ero pura dall’aspetto ai modi (che agò ancora da capir sa vol dir) perchè ancora adesso certe personaglie che chiamare persone è un affronto all’umana dignità, ancora se mi incontrano chinano lo sguardo, cambiano strada, mi guardano come se fossi una puttana e mi vesto normalmente. SONO UNA PERSONA NORMALE, VIVO UNA VITA NORMALE. Le cose che descrive questo avvocato donna sono da prendere e mettere come atti di apertura di UN PROCESSO PENALE, Dio santo non PROCESSO CANONICO, PENALE. Non bestemmio solo perchè è reato. Eppure mi ricordo e potrei fare i nomi di tante ragazze che conosco che erano di Sassuolo che erano tanto pure che nelle uscite di squadriglia nel Reparto Condor conoscevano tutti i nomi osceni dei cocktail da discoteca e ricordo una purissima che parlò di un porno dicendo che non capiva se la tizia del video che aveva visto gemeva dal piacere o dal dolore. State lontani dalla setta e se qualcuno sa parli. Qui a Sassuolo ci sono ancora i semini viventi dei suoi adepti che figliano come conigli, praticano le sue idee e hanno mandato a monte più di un matrimonio perchè il lui della coppia…prete! Dai! DENUNCIATE, FATELO IN NOME DI CRISTO! Camillo SbazzegutiRispondi 24/06/2020 alle 11:42 e quindi? non siamo nella società del ognuno lo fa come preferisce? saranno be liberi di farlo nel modo che preferiscono senza lasciar scandalo!!! o gli accusatori di bigottismo e chiusura lo sono ancor di più…. carlo baldiRispondi 18/06/2020 alle 23:22 Questa che viene evidenziata è una società chiusa , che non può essere tollerata. Noi dobbiamo essere per una società aperta. Indispensabile perciò reagire, laici e cattolici, perché non può essere solo un problema interno della Chiesa. Ne va della nostra civiltà e del futuro dei nostri giovani. Mi auguro, qualora la Chiesa non prenda un provvedimento preciso, nasca qualche movimento di ampia protesta popolare per scardinare queste organizzazioni anacronistiche ( “sette” per l’avvocato). Da quanto si legge, del resto già ripetuto nel 2013 con “setta Sant’Ilario” su Google , sembra effettivamente il risveglio di un retaggio medioevale che la storia ha debellato da tempo. Mario NegriRispondi 19/06/2020 alle 18:30 Quali civili e democratici interventi ritiene sia opportuno adottare per “reagire” e “non tollerare” questa “società chiusa” e poter stroncare sul nascere “il risveglio di un retaggio medioevale che la storia ha debellato da tempo”? carlo baldiRispondi 19/06/2020 alle 21:25 Normalmente la protesta popolare per difendere anche i diritti civili è uno stimolo agli organi religiosi e civili per frenare e non lasciar proliferare questi fenomeni. Il condizionamento anche psicologico che subiscono questi adepti e la chiusura verso la società non sono una limitazione dei diritti civili di libertà e di uguaglianza, del concetto di libera scelta senza costrizioni o condizionamenti di sorta ? Tanto più quando questo condizionamento, specie psicologico poi trasformato in regole, comincia nell’età giovanile. Da Sant'IlarioRispondi 19/06/2020 alle 00:05 L’avvocato dall’enorme forza d’animo ha ben riportato argomenti conosciuti in paese che confermano in pieno quanto riportato da amici e conoscenti anni fa. Eravamo ragazzi e ricordo coetanei preoccupati per le frequentazioni amicali fuori dalla chiesa di Sant’Ilario… e sottolineo fuori dalla chiesa di Sant’Ilario come se le altre chiese delle vicinanze fossero centri appartenenti ad altre religioni. Alcune ragazze confidavano la propria ansia perchè sapevano che se avessero continuato a frequentare sarebbe stato loro chiesto di prendere come sposo un ragazzo scelto dal movimento. Valuto che abbiano perso molte persone capaci e dai sani principi che avrebbero potuto esprimersi all’interno di un contesto parrocchiale. Anche quelli erano ragazzi da serie A. La questione sarà da approfondire bene. giobattaRispondi 21/06/2020 alle 17:13 Purtroppo mi sembra che il fenomeno Sant’Ilario si vada allargando ad Albinea ed a Reggio, dove adepti del Familiaris Consortio si sono insediati . Sto pensando in particolare alla scuola privata che hanno o intendono organizzare e quei giovani che la frequenteranno! Isolati dal mondo come polli in batteria e con una preparazione a senso unico.Spero che gli amministratori comunali alzino la testa per proteggere i loro cittadini. Ma il Vescovo cosa dice ? Da quanto si è letto sembra che sia proprio Camisasca che dia loro maggior spazio a differenza dei precedenti. E’ questa l’immagine vera della Curia reggiana attuale ? E’ un problema di potere o di oscurantismo? Sassolese ex parrocchiana della ss. consolataRispondi 21/07/2020 alle 09:11 Oh ma questi sono ancora a Sassuolo, alla COnsolata. Brulicano e prolificano, anche tra gli Scout! laura incertiRispondi 22/06/2020 alle 23:56 la chiesa chiude occhi e orecchie perchè i sacerdoti a reggio escono solo da li. luiginoRispondi 28/06/2020 alle 13:31 Vorrò dire che saranno sacerdoti indottrinati da una scuola oscurantista, con notevoli problemi umani di chiusura verso il prossimo specie di pensiero diverso, e quindi pessimi sotto ogni aspetto e per certi versi pericolosi perché convinti di possedere la verità. Quindi è questo che vuole l’attuale Vescovo di Reggio ? Sassolese ex parrocchiana della ss. consolataRispondi 21/07/2020 alle 09:13 Luigino certamente. In una sua recente intervista sull’inaugurazione delle scuole “IMMAGINACHE” il monsignor vescovo ha dato del suo meglio. Ha detto che abbiamo bisogno di carismatici. Posso solo augurarmi che il prossimo GayPride sia proprio a Sant’ilario sotto la canonica. Maria PiaRispondi 20/04/2022 alle 14:26 Cara Laura, io ho subito danni morali ed ero solo una bimba, una ragazzina, non avrò mai giustizia e anche portassi da un giudice il risultato della mia psicoterapia un avvocato difensore dei carnefici direbbe che sono la mitomane, la calunniatrice, si sa come va a finire! C’è davvero questo oscurantismo, questa lama a doppio filo che sotto a tanta purezza, mi creda si NASCONDONO DEI PORCI. Ricorderò sempre certi discorsi fatti durante le uscite scout, quando era DON LUCA FERRARI A COMANDARE. come li istruiva i suoi, che ci disse durante il solo incontro (grazie a Dio) pre-comunione che siamo nati da una ‘SPORCACCIONATA FATTA DAI NOSTRI GENITORI. Io ricordo, avevo 10 anni, non sono scema! ricordo di questa sessuofobia dichiarata e di pornografia altamente pubblicizzata proprio dai puri. NO. VANNO DENUNCIATI E SE AVESSI UNO STRACCIO DI PROVA MATERIALE INCONFUTABILE LO AVREI GIÀ FATTO. CI SONO STATI GENITORI CHE HANNO DENUNCIATO A SASSUOLO, PLAGI AI LORO FIGLI…MA TUTTO è FINITO IN SILENZIO. STAVOLTA SI, SI PUÒ DIRE CHE SIA DAVVERO OPERA DEL DIAVOLO! gioRispondi 23/06/2020 alle 05:11 Se è così, allora la sua decadenza è certa.Sarà sempre più una società isolata e contestata che tiene solo per i quattrini che ancora la sostengono e per i politici che per interesse ( voti) la sostengono. Sassolese ex parrocchiana della ss. consolataRispondi 21/07/2020 alle 09:14 Senti Gio, questa setta è ancora alla consolata. Meno potente ma ci sono e stanno solo aspettando… LauraRispondi 27/07/2020 alle 08:28 Li frequento a Reggio Emilia in una parrocchia.molto zelanti bravi sembrano famiglie perfette ma ho tanti dubbi.chiusu non salutano poi io sono separata e ho avuto un figlio da poco da un altro uomo ,dopo tanti anni di differenza,quindi dei loro giudizi me me frego.x il covid la loro chiusura si e vista.tutti disinfettanti e con regole assurde.una volta mi hanno detto mantieni la sx x uscire ahhhh sono andata alla porta sx invece era il lato sx ossia dovevo uscire appiccicata al muro mah LauraRispondi 27/07/2020 alle 08:32 Sulla beatificazione ho dubbi…c e della cattiveria in qs chiusura.poi veramente fanno figli con il lenzuolo? A volte vedo foto che sono al mare fanno più ferie di me.x esempio un diacono che va in ferie tanti giorni va be’ con la fame glia.ma dimentica il suo ministero? O no? Beatitudine?mi lascia dubbi.sicuro x la fame glia e amici si fanno in 4 ma basta?vero il vescovo li vedrà bene i preti escono solo da li IrisRispondi 19/02/2021 alle 07:19 Episodi da raccontare ce ne sarebbero tanti e non solo quelli inerenti alla purezza. Da bambine ci inculcavano che le persone brave erano solo dentro alla comunità di Sant’Ilario, che tutti gli altri fuori erano cattivi. Amici per la pelle per anni e poi se si osava spostare di scuola il proprio figlio o avere un’amicizia esterna, eliminati come se non ci si fosse neanche mai conosciuti. Predicano la povertà ma in realtà amano i soldi alla grande. Giudicano continuamente il prossimo guardandoti dall’alto in basso. Molti di loro sembrano persone senza sentimenti. Conosco molto bene la situazione. Ci ho vissuto per anni. Non vivo più a Sant’Ilario da un pezzo e finalmente sto bene. AnnaRispondi 16/10/2021 alle 23:21 Io invece sono stata “macinata” dallo psicoterapeuta della Comunità Beatitudine. È stata una brutta esperienza… Se non dire di più. Questa persona non ha il Dio., ance se cresciuto tipo con i valori della Chiesa. Mi sono serviti più di 3 anni per un riprendermi. Mi ha trattata male in terapia, ha fatto delle cose che sono contrarie al codice deontologico. Psicoterapeuta della Comunità… Sessuologo. Mio ex marito mi ha chiamata a fare le sedute di psicoterapia di coppia. Bisogna dire che è stata la psicoterapia della separazione. In più male da morire sono stata io. Una grande peccatrice, ancge se non ho fatto nulla x avere questa etichetta. Sofferenza, dolore, anni di insonia… Pianto continuo… Ecco, l’effetto della cura di un lupo travestito da gallina. Questo psicoterapeuta non ha il diritto di avere il titolo psicoterapeuta. Maria PiaRispondi 20/04/2022 alle 14:18 Cara Anna, le parlo con il cuore. spero che lei possa leggere il mio commento. Me lo auguro. soprattutto lo auguro a Lei/te! Mi dispiace da morire per la sua terribile esperienza, ma quello che lei ha scritto io lo proporrei anche a un avvocato PENALISTA. visto che l’articolo è stato scritto da un avvocato, ha mai pensato di chiedere quanto meno un colloquio e potersi poi orientare dal punto di vista legale? o la famiglia del suo ex marito la ricatta e la minaccia (nel tipico stile cattofascista del familiaris consortio? leggendo il suo commento credo che siamo tutti d’accordo: SI parla di DANNI MORALI E FISICI A UNA PERSONA, una donna e siamo nel campo della violenza, esercitata a mio parere sia dalla sua famiglia sia dal sedicente psicologo. Uno psicologo deve essere iscritto all’albo per esercitare la professione, in ogni modo! lo psicologo è un lavoro estremamente serio quanto pericoloso. Tempo fa lessi in un forum o vecchissimo articolo di giornale che molte persone della SETTA sono seguiti da psicologi. che sia questo psicologo o altri non lo so, sicuramente qualcuno che tace, che è favorevole perchè altrimenti il vaso di pandora si sarebbe già aperto. Insomma, tutti sanno e tutti tacciono e oltre a mietere vittime da affidare alla loro versione di Dio, questi racimolano tanti soldoni a quanto ho potuto leggere. Io avrei denunciato se avessi in mano uno straccio di prova che sia uno. Purtroppo i danni alle persone non sono prove di carta. Una persona distrutta è come un vaso prezioso andato in pezzi: lo puoi solo rincollare e mettere in una teca e dire ‘ Quanto era bello una volta”. CHI SA DEVE DENUNCIARE! CHI ABBIA ANCHE SOLO LA MINIMA PROVA DI QUALCHE PORCATA DEVE DENUNCIARE! www.lettera43.it/stili-vita/sesso-s..._4367587111.htm VIETATO SGARRARE Sesso? Sì, ma solo attraverso un buco nel lenzuolo Doccia in slip e niente discoteca: le regole ferree della comunità ultra-cattolica del Familiaris Consortio. Sant'Ilario d'Enza, in Emilia Romagna. Sant'Ilario d'Enza, in Emilia Romagna. Sesso sì, ma solo attraverso un buco nel lenzuolo. Perché «lo scopo è procreare, non provare piacere». Quindi - almeno la prima volta - niente contatto tra i due corpi, se non il minimo indispensabile. È solo una delle regole ferree che - stando a quanto raccontato da Il Fatto Quotidiano - vigono a Sant'Ilario D'Enza, in una piccola comunità del Familiaris Consortio, il movimento ecclesiale cattolico fondato da don Pietro Margini. Il paese, situato a metà strada tra Parma e Reggio Emilia, conta poco più di 11 mila abitanti. MATRIMONI TRA MEMBRI DEL GRUPPO. Per alcuni di loro, quelli appartenenti al movimento ultra-cattolico, il tempo è come se si fosse fermato. La comunità esiste ormai da mezzo secolo e raramente entra in contatto con la realtà esterna. I membri del movimento possono accoppiarsi solo ed esclusivamente tra di loro e devono rispettare un iter estremamente rigido: prima il fidanzamento, quindi l'autorizzazione a tenersi la mano in pubblico, seguita dalla promessa di castità e, infine, dal matrimonio. Vietato sgarrare. OBBLIGO DI MUTANDE IN DOCCIA. Oltre a quelle sul sesso, esistono altre regole che i membri delle 28 famiglie che formano la comunità sono tenuti a rispettare. Come il divieto che vige negli spogliatoi sportivi di farsi la doccia nudi. L'uso delle mutande è d'obbligo, ha spiegato un testimone che vuole rimanere anonimo, «per non vedere ciò che non si può». Per la stessa ragione, alle vacanze al mare sono da preferirsi le gite in montagna. È proibito indossare minigonne e vestiti succinti ed è vietata, ovviamente, la frequentazione delle discoteche, luogo di perdizione per antonomasia. «La nostra è una via in cui ciascuno può verificare, sperimentare e condividere la bellezza della chiamata del Signore», ha spiegato il responsabile Marco Reggiani. IL CATECHISMO DI PIO X A MEMORIA. Il codice estremamente rigido, però, rende complicata l'interazione tra i membri del movimento e gli altri cittadini di Sant'Ilario: «A volte ci incontriamo con i loro educatori, ma fatichiamo a dialogare», ha raccontato una catechista di una parrocchia vicina. «Hanno regole ferree in cui non ci riconosciamo. Ai loro ragazzi fanno imparare il catechismo di Pio X a memoria, quello dei nostri nonni, poi sostituito dal Concilio Vaticano II». 11/03/2013 Edited by GalileoGalilei - 19/3/2024, 09:13 |