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view post Posted: 21/8/2022, 18:46 Sesso dal buco del lenzuolo e doccia in mutande. Le perversioni di una setta cattolica. - Attualità
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Il fondatore della setta, don Pietro Margini

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“Don Margini beato? Sarebbe un errore”: lettera-choc
sulla Familiaris Consortio e il nuovo oscurantismo
Il racconto di un’esperienza sconvolgente in parrocchia
18/6/2020 – Prenderà il via domenica, con l‘insediamento del Tribunale Diocesano e una solenne celebrazione officiata dal vescovo Camisasca a Borzano di Albinea, il processo di canonizzazione di don Pietro Margini, fondatore della Familiaris Consortio. In proposito l’avvocato Roberta Dall’Argine di Sant’Ilario d’Enza ha inviato, già nel febbraio 2019, una lettera alla Curia di Reggio Emilia nella quale definisce la Familiaris Consortio una “setta” da condannare per eresia, racconta la sua sconvolgente esperienza in una comunità, il Movimento delle Famiglie, contrassegnata da oscurantismo e repressione sessuale, sostiene che la beatificazione di don Margini sarebbe un “errore”e punta il dito nei confronti della Curia per le sue responsabilità “immense”: “Don Pietro ha fatto tutto questo o lo ha consentito, certamente istigato. Non credo che fosse una cattiva persona. Ma non era certo un santo. E beatificandolo giustificate l’operato dei suoi adepti che erano e che sono peggio di lui. Nessuno ha avuto il coraggio fino ad ora di dichiarare eretico – quale a mio parere è – il Movimento delle Famiglie, nato dalla autoreferenziale interpretazione del lascito di Don Pietro. E su questo la Curia ha responsabilità immense. Se lo farete beato, a mio parere commetterete un errore enorme e darete la vostra benedizione a chi persevera in questo oscurantismo“.

Pubblichiamo il testo integrale della lettera

DI ROBERTA DALL’ARGINE, avvocato, Sant’Ilario d’Enza


Reggio Emilia, 20 febbraio 2019
Alla Curia

OGGETTO: Causa di canonizzazione di Don Pietro Margini
Ho amato Don Pietro e mi sono sentita amata da lui.
Certamente era un gran teologo e un buon oratore. Forse non ha creato lui la setta di Sant’Ilario. Sì la setta. Ancor prima che fosse il Movimento delle Famiglie. Dicevo, forse non l’ha creata lui. Ma certamente non ha fatto nulla per arginarla o sedarla.


Don Pietro Margini

Sono cresciuta in parrocchia a Sant’Ilario d’Enza (RE), ed ho lì frequentato anche le scuole, fino alla superiori – volute da Don Pietro – partecipando attivamente alla vita di comunità. Alle messe, ai ritiri, ai campeggi.
Pensavo di avervi trovato il mio mondo e le mie amicizie. Divenuta un po’ più grande, ho per così dire messo il naso fuori. Lì sono sorti i problemi. All’interno della parrocchia vi era tutto, tutto ti veniva offerto: amicizia, fidanzato e persino un lavoro.
Purché non si mettesse il naso fuori. Se restavi dentro avevi un futuro garantito su tutti i fronti. Se avevi amicizie fuori eri escluso. Ricordo perfettamente quando chiesi che l’incontro di “catechesi” che facevamo dai 16 anni in poi venisse spostato ad un giorno diverso dal sabato sera, poichè per me era l’unica possibilità – studiando – di uscire e far tardi con gli amici.
Mi venne citato il Vangelo: o sei con noi o sei contro di noi. Ed io ci rimasi malissimo e dissi, se la mettete così non posso che essere contro. Fu una delusione cocente per me. Fu causa di tantissimo dolore. Le persone che avevo amato quasi più della mia famiglia mi mettevano un aut aut e solo perché intendevo frequentare anche altre amicizie.
Allora “uscii” dalla parrocchia. In verità mi sentivo cacciata.
Iniziai a frequentare una parrocchia di Parma e mi si aprirono gli occhi sulle assurdità che mi avevano inculcato. Era assurdo andare al cinema – come sempre ci avevano insegnato a fare – e non uscire durante la pubblicità. Si dovevamo uscire fra un tempo e l’altro perché correvamo il rischio di vedere qualche immagine oscena e se l’avessimo vista, rimanendo a guardare sarebbe stata colpa nostra, saremmo state noi a metterci in tentazione. Ecco il senso opprimente del peccato ed ancor prima del peccato il mettersi in tentazione.
È una sensazione che ho faticato a lungo a scrollarmi di dosso. Non sfogliavo serenamente nemmeno un giornale. Avessi visto un seno nudo, era colpa mia: che mi ero consapevolmente messa in tentazione di fare pensieri sconci. La purezza … la purezza in parrocchia era un assillo. Credo che ci fosse più malizia nell’essere puri come indicato in parrocchia che altro. Il mio rapporto con la sessualità è stato duro e in salita. Persino con mio marito, sposato in chiesa e con tutti i crismi. Perché il corpo – come sempre mi è stato insegnato in parrocchia – era qualcosa di peccaminoso, qualcosa che “spronava ad istinti bestiali” per fare una citazione testuale.
Non riuscivo a fare la comunione dopo un rapporto sessuale con mio marito. Il piacere sessuale mi faceva sentire in colpa. Tutto questo mi era stato insegnato dalla parrocchia e da Don Pietro. Capivo ormai che non era giusto, ma per molti anni ho faticato a scrollarmi di dosso questo senso di sporcizia che provavo ogni volta che davo voce al mio corpo.


L’avvocato Roberta Dall’Argine

In parrocchia a Sant’Ilario ho imparato il senso punitivo della gioia ancor prima che del piacere.
Alla prima confessione con il parroco di Parma mi sono sentita sgridare per quello che con Don Pietro era normale. Fare l’elenco dei peccati come un bimbo delle elementari, come se Dio mi chiedesse il conto delle mie azioni e fosse lì per calcolare matematicamente quale fosse la mia pena. Cominciai a parlare con altri sacerdoti. A capire che Dio è padre. E non un giustiziere.
Quando me ne andai – o venni cacciata – dalla parrocchia di S. Ilario le mie amiche del cuore mi tolsero il saluto per anni. Perché appunto avevo rifiutato la vita che mi si offriva (un lavoro all’interno della comunità, un marito piaciuto o non piaciuto ma “fedele” ai dettami di Don Pietro, per il quale io non potevo scegliere, avendo già scelto nientemeno che Dio) per poi sentirmi dire dopo 15 anni da una di loro: “le ragazze sono molto amareggiate con te ma se ti scusi sono disposte a perdonarti”. Io rimasi basita. Ero stata trattata come un appestata e loro – loro!!! – erano disposte a perdonarmi. Ma a perdonarmi per cosa?!


Io volevo solo frequentare le mie amiche della parrocchia e anche quelle che non lo erano. Questa era la mia colpa. Ed invece loro, le elette, le detentrici della parola di Don Pietro – visto l’alto mio tradimento – mi erano state vicine di banco per due anni senza rivolgermi un saluto. Una parola.
Don Pietro ha inculcato tutto questo e se come ritengo ad un certo punto la situazione gli sia sfuggita di mano, non ha mai fatto nulla per arginare tutto questo.
Adesso guardo al passato e pur non rinnegando nulla della mia esperienza mi dico che esiste una cristianità molto diversa. Tanta attenzione ad evitare baci e carezze, ma la cattiveria era ben accetta perché rivolta agli infedeli. Ossia gente come me che aveva solo cambiato parrocchia non credo. In parrocchia era più accettabile un pugno che un bacio. Un bacio era scandaloso. La cattiveria no. La completa chiusura verso l’esterno nemmeno, stante l’immensa paura di contaminazione con gli impuri.
Che presunzione. Che aridità. Una chiesa da medioevo. La presunzione di essere i detentori della verità con l’avidità di non volerla condividere con nessuno.
Nessuno spazio alla carità. Solo alla fede. Solo di pochi eletti.
Solo la fede. Molto protestante come metodo. Molto autoassolutorio.


Ho visto amiche fare ben quattro figli e non essersi mai fatte vedere nude dal marito perché contrario alla purezza. Dubito che abbiano mai contemplato la possibilità di provare piacere sessuale nell’atto, il piacere era un peccato mortale, il piacere sessuale una cosa deplorevole.
So di tante amiche avere avuto problemi di natura sessuale col proprio marito. Qualcosa che è peccato mortale per tutta la vita non diventa con una fede al dito d’incanto accettabile, figuriamoci piacevole.
Ho visto amiche sposare una persona per il solo fatto che fosse della parrocchia. Perché in lui c’era Gesù e perché suggerito da Don Pietro. Una volta ero stata invitata fuori a cena da un ragazzo. Ho dovuto chiedere il permesso a Don Pietro.


Ho visto sorelle e fratelli non rivolgere più la parola al familiare che fosse incorso in una separazione o un divorzio.
So di persone che hanno messo a rischio la loro vita per partorire il quinto figlio.
Ho assistito al matrimonio di un amico della parrocchia che sembrava un funerale. I genitori erano in lutto, non perché avesse scelto una moglie disdicevole, una non credente, ma una non della parrocchia. Madri che hanno tolto il saluto ai figli perché usciti dalla parrocchia.
Don Pietro ha fatto tutto questo o lo ha consentito, certamente istigato
No. Non credo che fosse una cattiva persona. Ma non era certo un santo.
E beatificandolo giustificate l’operato dei suoi adepti che erano e che sono peggio di lui. Nessuno ha avuto il coraggio fino ad ora di dichiarare eretico – quale a mio parere è – il Movimento delle Famiglie, nato dalla autoreferenziale interpretazione del lascito di Don Pietro. E su questo la Curia ha responsabilità immense. Se non altro quale autorevole Ponzio Pilato misto a interessato blanditore.
Se lo farete beato, a mio parere commetterete un errore enorme e darete la vostra benedizione a chi persevera in questo oscurantismo.
Grazie a Dio l’amore di Dio è un’altra cosa.

Con osservanza
Avv. Roberta Dall’Argine

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27 risposte a “Don Margini beato? Sarebbe un errore”: lettera-choc
sulla Familiaris Consortio e il nuovo oscurantismo
Il racconto di un’esperienza sconvolgente in parrocchia

L'EreticoRispondi
18/06/2020 alle 12:34

Meno male che una parla chiaro.
Condivido.

Saluti.


Giuseppe RasoriRispondi
18/06/2020 alle 13:44

A differenza dell’Avvocato, ho conosciuto il movimento Familiarità Consortio quando avevo quasi 50 anni, avendo ovviamente alle spalle una vita vissuta in altri contesti e fatta anche di amicizie con persone e parenti non credenti. Tutto sta continuando senza problemi, anche dopo che, 10 anni fa, mia moglie e io, insieme ad altre famiglie di amici, iniziammo il nostro cammino comunitario nel movimento. Come si vede, tante vite, tante esperienze e tanti cammino di vita diversi. A mio parere, estrapolare assoluti dalla propria esperienza personale rischia di essere perlomeno azzardato. Circa l’opportunità di canonizzare don Pietro Margini, mi fido di Dio e del giudizio della Chiesa.


ex-santilarieseRispondi
18/06/2020 alle 15:06

Le cose raccontate dall’avvocato dall’Argine sono ben note a tutti quelli che abbiano frequentato la parrocchia di sant’Eulalia e avuto a che fare con i “correggesi”.
Un gruppo molto chiuso e autoreferenziale, molto diffidente anche con gli altri cattolici praticanti ma non facenti parte della comunità.
Un gruppo “esclusivo”, come ben scritto dall’avvocato: o eri dentro, seguendo tutti i rigidissimi dettami, o eri fuori, senza possibilità di una “terza via”.
Il riferimento alle mogli che i mariti non avrebbero mai visto nude nonostante i quattro figli, darebbe un riscontro a quella che io ritenevo una leggenda metropolitana, cioè dei rapporti sessuali matrimoniali con frapposto tra moglie e marito un lenzuolo, dotato di un’apertura apposita per consentire la congiunzione carnale.


Mario NegriRispondi
19/06/2020 alle 18:32

Certo, come no? Sicuramente scopavano anche a occhi chiusi, poi si andavano a fustigare… Mo va a girer, sandroun…


ex-santilarieseRispondi
20/06/2020 alle 10:18

Gentile signor Negri, non ho il piacere di conoscerla, quindi non mi esprimo sulle sue doti di intelligenza e di cultura.
Sicuramente posso apostrofarla come un maleducato, visto che dà del “sandroun” a vanvera.
Detto ciò, io ho solo riportato quanto si sentiva dire a Sant’Ilario, e che è finito anche in rete:
www.lettera43.it/sesso-si-ma-solo-...o-nel-lenzuolo/
www.blitzquotidiano.it/photogaller...utande-1499265/


Mario NegriRispondi
20/06/2020 alle 23:26

Uno che riporta sandronate l’è un sandroun. Ag vol mia un insgner a capirel


ex-santilariese
21/06/2020 alle 14:47

La sua modalità di intervenire la qualifica come maleducato e fiero di esserlo.
Mi spiace molto che i suoi genitori non siano riusciti a inculcarle il minimo di educazione, voglio sperare per loro che sia stato a causa della sua indole innata e non di una loro inadeguatezza.


Camillo SbazzegutiRispondi
24/06/2020 alle 11:36

gentile M.N. lei c’era? come può negare l’ipotesi…. ci giocherebbe un mignolo?


Sassolese ed parrocchiana della ss. consolataRispondi
21/07/2020 alle 09:08

Sono di Sassuolo e quello che nessuno osa dire è che questi erano e sono ancora a Sassuolo nella Parrocchia della Consolata!!!!!!! 5 figli? buco nel lenzuolo? Io ho vissuto indirettamente questa realtà. Ero stata messa negli scout per farmi aprire un po’, farmi diventare spigliata e invece mi hanno messa in un covo di SATANA. si, proprio SATANA! ma da loro si fa chiamare Don Luca Ferrari. Sono stata sempre discriminata nella mia parrocchia perchè non ero di famiglia ricca, perchè non era facile dominarmi, perchè non ero pura dall’aspetto ai modi (che agò ancora da capir sa vol dir) perchè ancora adesso certe personaglie che chiamare persone è un affronto all’umana dignità, ancora se mi incontrano chinano lo sguardo, cambiano strada, mi guardano come se fossi una puttana e mi vesto normalmente. SONO UNA PERSONA NORMALE, VIVO UNA VITA NORMALE. Le cose che descrive questo avvocato donna sono da prendere e mettere come atti di apertura di UN PROCESSO PENALE, Dio santo non PROCESSO CANONICO, PENALE. Non bestemmio solo perchè è reato. Eppure mi ricordo e potrei fare i nomi di tante ragazze che conosco che erano di Sassuolo che erano tanto pure che nelle uscite di squadriglia nel Reparto Condor conoscevano tutti i nomi osceni dei cocktail da discoteca e ricordo una purissima che parlò di un porno dicendo che non capiva se la tizia del video che aveva visto gemeva dal piacere o dal dolore. State lontani dalla setta e se qualcuno sa parli. Qui a Sassuolo ci sono ancora i semini viventi dei suoi adepti che figliano come conigli, praticano le sue idee e hanno mandato a monte più di un matrimonio perchè il lui della coppia…prete! Dai! DENUNCIATE, FATELO IN NOME DI CRISTO!


Camillo SbazzegutiRispondi
24/06/2020 alle 11:42

e quindi? non siamo nella società del ognuno lo fa come preferisce? saranno be liberi di farlo nel modo che preferiscono senza lasciar scandalo!!! o gli accusatori di bigottismo e chiusura lo sono ancor di più….


carlo baldiRispondi
18/06/2020 alle 23:22

Questa che viene evidenziata è una società chiusa , che non può essere tollerata. Noi dobbiamo essere per una società aperta. Indispensabile perciò reagire, laici e cattolici, perché non può essere solo un problema interno della Chiesa. Ne va della nostra civiltà e del futuro dei nostri giovani. Mi auguro, qualora la Chiesa non prenda un provvedimento preciso, nasca qualche movimento di ampia protesta popolare per scardinare queste organizzazioni anacronistiche ( “sette” per l’avvocato). Da quanto si legge, del resto già ripetuto nel 2013 con “setta Sant’Ilario” su Google , sembra effettivamente il risveglio di un retaggio medioevale che la storia ha debellato da tempo.


Mario NegriRispondi
19/06/2020 alle 18:30

Quali civili e democratici interventi ritiene sia opportuno adottare per “reagire” e “non tollerare” questa “società chiusa” e poter stroncare sul nascere “il risveglio di un retaggio medioevale che la storia ha debellato da tempo”?


carlo baldiRispondi
19/06/2020 alle 21:25

Normalmente la protesta popolare per difendere anche i diritti civili è uno stimolo agli organi religiosi e civili per frenare e non lasciar proliferare questi fenomeni. Il condizionamento anche psicologico che subiscono questi adepti e la chiusura verso la società non sono una limitazione dei diritti civili di libertà e di uguaglianza, del concetto di libera scelta senza costrizioni o condizionamenti di sorta ? Tanto più quando questo condizionamento, specie psicologico poi trasformato in regole, comincia nell’età giovanile.


Da Sant'IlarioRispondi
19/06/2020 alle 00:05

L’avvocato dall’enorme forza d’animo ha ben riportato argomenti conosciuti in paese che confermano in pieno quanto riportato da amici e conoscenti anni fa. Eravamo ragazzi e ricordo coetanei preoccupati per le frequentazioni amicali fuori dalla chiesa di Sant’Ilario… e sottolineo fuori dalla chiesa di Sant’Ilario come se le altre chiese delle vicinanze fossero centri appartenenti ad altre religioni.
Alcune ragazze confidavano la propria ansia perchè sapevano che se avessero continuato a frequentare sarebbe stato loro chiesto di prendere come sposo un ragazzo scelto dal movimento.

Valuto che abbiano perso molte persone capaci e dai sani principi che avrebbero potuto esprimersi all’interno di un contesto parrocchiale. Anche quelli erano ragazzi da serie A.

La questione sarà da approfondire bene.


giobattaRispondi
21/06/2020 alle 17:13

Purtroppo mi sembra che il fenomeno Sant’Ilario si vada allargando ad Albinea ed a Reggio, dove adepti del Familiaris Consortio si sono insediati . Sto pensando in particolare alla scuola privata che hanno o intendono organizzare e quei giovani che la frequenteranno! Isolati dal mondo come polli in batteria e con una preparazione a senso unico.Spero che gli amministratori comunali alzino la testa per proteggere i loro cittadini. Ma il Vescovo cosa dice ? Da quanto si è letto sembra che sia proprio Camisasca che dia loro maggior spazio a differenza dei precedenti. E’ questa l’immagine vera della Curia reggiana attuale ? E’ un problema di potere o di oscurantismo?


Sassolese ex parrocchiana della ss. consolataRispondi
21/07/2020 alle 09:11

Oh ma questi sono ancora a Sassuolo, alla COnsolata. Brulicano e prolificano, anche tra gli Scout!


laura incertiRispondi
22/06/2020 alle 23:56

la chiesa chiude occhi e orecchie perchè i sacerdoti a reggio escono solo da li.


luiginoRispondi
28/06/2020 alle 13:31

Vorrò dire che saranno sacerdoti indottrinati da una scuola oscurantista, con notevoli problemi umani di chiusura verso il prossimo specie di pensiero diverso, e quindi pessimi sotto ogni aspetto e per certi versi pericolosi perché convinti di possedere la verità.
Quindi è questo che vuole l’attuale Vescovo di Reggio ?


Sassolese ex parrocchiana della ss. consolataRispondi
21/07/2020 alle 09:13

Luigino certamente. In una sua recente intervista sull’inaugurazione delle scuole “IMMAGINACHE” il monsignor vescovo ha dato del suo meglio. Ha detto che abbiamo bisogno di carismatici. Posso solo augurarmi che il prossimo GayPride sia proprio a Sant’ilario sotto la canonica.


Maria PiaRispondi
20/04/2022 alle 14:26

Cara Laura, io ho subito danni morali ed ero solo una bimba, una ragazzina, non avrò mai giustizia e anche portassi da un giudice il risultato della mia psicoterapia un avvocato difensore dei carnefici direbbe che sono la mitomane, la calunniatrice, si sa come va a finire! C’è davvero questo oscurantismo, questa lama a doppio filo che sotto a tanta purezza, mi creda si NASCONDONO DEI PORCI. Ricorderò sempre certi discorsi fatti durante le uscite scout, quando era DON LUCA FERRARI A COMANDARE. come li istruiva i suoi, che ci disse durante il solo incontro (grazie a Dio) pre-comunione che siamo nati da una ‘SPORCACCIONATA FATTA DAI NOSTRI GENITORI. Io ricordo, avevo 10 anni, non sono scema! ricordo di questa sessuofobia dichiarata e di pornografia altamente pubblicizzata proprio dai puri. NO. VANNO DENUNCIATI E SE AVESSI UNO STRACCIO DI PROVA MATERIALE INCONFUTABILE LO AVREI GIÀ FATTO. CI SONO STATI GENITORI CHE HANNO DENUNCIATO A SASSUOLO, PLAGI AI LORO FIGLI…MA TUTTO è FINITO IN SILENZIO. STAVOLTA SI, SI PUÒ DIRE CHE SIA DAVVERO OPERA DEL DIAVOLO!


gioRispondi
23/06/2020 alle 05:11

Se è così, allora la sua decadenza è certa.Sarà sempre più una società isolata e contestata che tiene solo per i quattrini che ancora la sostengono e per i politici che per interesse ( voti) la sostengono.


Sassolese ex parrocchiana della ss. consolataRispondi
21/07/2020 alle 09:14

Senti Gio, questa setta è ancora alla consolata. Meno potente ma ci sono e stanno solo aspettando…


LauraRispondi
27/07/2020 alle 08:28

Li frequento a Reggio Emilia in una parrocchia.molto zelanti bravi sembrano famiglie perfette ma ho tanti dubbi.chiusu non salutano poi io sono separata e ho avuto un figlio da poco da un altro uomo ,dopo tanti anni di differenza,quindi dei loro giudizi me me frego.x il covid la loro chiusura si e vista.tutti disinfettanti e con regole assurde.una volta mi hanno detto mantieni la sx x uscire ahhhh sono andata alla porta sx invece era il lato sx ossia dovevo uscire appiccicata al muro mah


LauraRispondi
27/07/2020 alle 08:32

Sulla beatificazione ho dubbi…c e della cattiveria in qs chiusura.poi veramente fanno figli con il lenzuolo? A volte vedo foto che sono al mare fanno più ferie di me.x esempio un diacono che va in ferie tanti giorni va be’ con la fame glia.ma dimentica il suo ministero? O no? Beatitudine?mi lascia dubbi.sicuro x la fame glia e amici si fanno in 4 ma basta?vero il vescovo li vedrà bene i preti escono solo da li


IrisRispondi
19/02/2021 alle 07:19

Episodi da raccontare ce ne sarebbero tanti e non solo quelli inerenti alla purezza. Da bambine ci inculcavano che le persone brave erano solo dentro alla comunità di Sant’Ilario, che tutti gli altri fuori erano cattivi. Amici per la pelle per anni e poi se si osava spostare di scuola il proprio figlio o avere un’amicizia esterna, eliminati come se non ci si fosse neanche mai conosciuti. Predicano la povertà ma in realtà amano i soldi alla grande. Giudicano continuamente il prossimo guardandoti dall’alto in basso. Molti di loro sembrano persone senza sentimenti. Conosco molto bene la situazione. Ci ho vissuto per anni. Non vivo più a Sant’Ilario da un pezzo e finalmente sto bene.


AnnaRispondi
16/10/2021 alle 23:21

Io invece sono stata “macinata” dallo psicoterapeuta della Comunità Beatitudine. È stata una brutta esperienza… Se non dire di più. Questa persona non ha il Dio., ance se cresciuto tipo con i valori della Chiesa. Mi sono serviti più di 3 anni per un riprendermi. Mi ha trattata male in terapia, ha fatto delle cose che sono contrarie al codice deontologico. Psicoterapeuta della Comunità… Sessuologo. Mio ex marito mi ha chiamata a fare le sedute di psicoterapia di coppia. Bisogna dire che è stata la psicoterapia della separazione. In più male da morire sono stata io. Una grande peccatrice, ancge se non ho fatto nulla x avere questa etichetta. Sofferenza, dolore, anni di insonia… Pianto continuo… Ecco, l’effetto della cura di un lupo travestito da gallina. Questo psicoterapeuta non ha il diritto di avere il titolo psicoterapeuta.


Maria PiaRispondi
20/04/2022 alle 14:18

Cara Anna, le parlo con il cuore. spero che lei possa leggere il mio commento. Me lo auguro. soprattutto lo auguro a Lei/te! Mi dispiace da morire per la sua terribile esperienza, ma quello che lei ha scritto io lo proporrei anche a un avvocato PENALISTA. visto che l’articolo è stato scritto da un avvocato, ha mai pensato di chiedere quanto meno un colloquio e potersi poi orientare dal punto di vista legale? o la famiglia del suo ex marito la ricatta e la minaccia (nel tipico stile cattofascista del familiaris consortio?

leggendo il suo commento credo che siamo tutti d’accordo: SI parla di DANNI MORALI E FISICI A UNA PERSONA, una donna e siamo nel campo della violenza, esercitata a mio parere sia dalla sua famiglia sia dal sedicente psicologo. Uno psicologo deve essere iscritto all’albo per esercitare la professione, in ogni modo! lo psicologo è un lavoro estremamente serio quanto pericoloso. Tempo fa lessi in un forum o vecchissimo articolo di giornale che molte persone della SETTA sono seguiti da psicologi. che sia questo psicologo o altri non lo so, sicuramente qualcuno che tace, che è favorevole perchè altrimenti il vaso di pandora si sarebbe già aperto. Insomma, tutti sanno e tutti tacciono e oltre a mietere vittime da affidare alla loro versione di Dio, questi racimolano tanti soldoni a quanto ho potuto leggere. Io avrei denunciato se avessi in mano uno straccio di prova che sia uno. Purtroppo i danni alle persone non sono prove di carta. Una persona distrutta è come un vaso prezioso andato in pezzi: lo puoi solo rincollare e mettere in una teca e dire ‘ Quanto era bello una volta”. CHI SA DEVE DENUNCIARE! CHI ABBIA ANCHE SOLO LA MINIMA PROVA DI QUALCHE PORCATA DEVE DENUNCIARE!

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www.lettera43.it/stili-vita/sesso-s..._4367587111.htm

VIETATO SGARRARE
Sesso? Sì, ma solo attraverso un buco nel lenzuolo

Doccia in slip e niente discoteca: le regole ferree della comunità ultra-cattolica del Familiaris Consortio.

Sant'Ilario d'Enza, in Emilia Romagna.

Sant'Ilario d'Enza, in Emilia Romagna.

Sesso sì, ma solo attraverso un buco nel lenzuolo.
Perché «lo scopo è procreare, non provare piacere». Quindi - almeno la prima volta - niente contatto tra i due corpi, se non il minimo indispensabile.
È solo una delle regole ferree che - stando a quanto raccontato da Il Fatto Quotidiano - vigono a Sant'Ilario D'Enza, in una piccola comunità del Familiaris Consortio, il movimento ecclesiale cattolico fondato da don Pietro Margini.
Il paese, situato a metà strada tra Parma e Reggio Emilia, conta poco più di 11 mila abitanti.
MATRIMONI TRA MEMBRI DEL GRUPPO. Per alcuni di loro, quelli appartenenti al movimento ultra-cattolico, il tempo è come se si fosse fermato. La comunità esiste ormai da mezzo secolo e raramente entra in contatto con la realtà esterna.
I membri del movimento possono accoppiarsi solo ed esclusivamente tra di loro e devono rispettare un iter estremamente rigido: prima il fidanzamento, quindi l'autorizzazione a tenersi la mano in pubblico, seguita dalla promessa di castità e, infine, dal matrimonio. Vietato sgarrare.
OBBLIGO DI MUTANDE IN DOCCIA. Oltre a quelle sul sesso, esistono altre regole che i membri delle 28 famiglie che formano la comunità sono tenuti a rispettare.
Come il divieto che vige negli spogliatoi sportivi di farsi la doccia nudi. L'uso delle mutande è d'obbligo, ha spiegato un testimone che vuole rimanere anonimo, «per non vedere ciò che non si può».
Per la stessa ragione, alle vacanze al mare sono da preferirsi le gite in montagna. È proibito indossare minigonne e vestiti succinti ed è vietata, ovviamente, la frequentazione delle discoteche, luogo di perdizione per antonomasia. «La nostra è una via in cui ciascuno può verificare, sperimentare e condividere la bellezza della chiamata del Signore», ha spiegato il responsabile Marco Reggiani.
IL CATECHISMO DI PIO X A MEMORIA. Il codice estremamente rigido, però, rende complicata l'interazione tra i membri del movimento e gli altri cittadini di Sant'Ilario: «A volte ci incontriamo con i loro educatori, ma fatichiamo a dialogare», ha raccontato una catechista di una parrocchia vicina. «Hanno regole ferree in cui non ci riconosciamo. Ai loro ragazzi fanno imparare il catechismo di Pio X a memoria, quello dei nostri nonni, poi sostituito dal Concilio Vaticano II».
11/03/2013

Edited by GalileoGalilei - 19/3/2024, 09:13
view post Posted: 5/7/2022, 11:38 Milano. Due preti bergamaschi al Gay Pride - Diritti civili
www.oratoriogorle.net/i-sacerdoti.html

don Marco Luca
Don Marco Luca Bertani è nato a Romano Banco (Buccinasco), il 9 marzo 1990. E' entrato in seminario nella comunità delle medie.

Ha vissuto moltissime esperienze formative, tra le quali il servizio pastorale nelle parrocchie di Foppolo, Carona Valleve e Branzi in 1°teologia, Clusone in 2°.

In terza ha vissuto l'esperienza del prefettato come assistente della prima media del seminario minore.

Dopo questa esperienza ha vissuto due intensi anni di esperienza pastorale 24 su 24 nelle parrocchie di Sotto il monte e botta di Sotto il Monte.
In 4° teologia ha vissuto l'esperienza della predicazione della giornata del seminario, predicando nelle parrocchie della diocesi.
In 5° teologia ha vissuto il servizio pastorale nella parrocchia di Lurano. I 6°, ordinato diacono il 31 ottobre, ha vissuto la sua esperienza nella parrocchia di Almenno San Salvatore.
Ordinato presbitero il 27 maggio 2017, il 1 luglio 2017 è stato nominato dal Vescovo di Bergamo Francesco vicario (Curato) della nostra comunità.

[email protected]
view post Posted: 28/6/2022, 09:35 Mons. Viganò: "Il vescovo di Vigevano insidiava i suoi seminaristi" - La stanza del peccato
http://online.wsj.com/media/Viganos-letter...=article_inline

Nuncio Sambi’s report, with all the attachments, was sent to Cardinal Tarcisio Bertone, as Secretary of
State. My two above-mentioned memos of December 6, 2006 and May 25, 2008, were also presumably
handed over to him by the Substitute. As already mentioned, the Cardinal had no difficulty in insistently
presenting for the episcopate candidates known to be active homosexuals — I cite only the well-known
case of Vincenzo de Mauro, who was appointed Archbishop-Bishop of Vigevano and later removed
because he was undermining his seminarians — and in filtering and manipulating the information he
conveyed to Pope Benedict.

----------------------

La relazione del Nunzio Sambi, con tutti gli allegati, è stata inviata al cardinale Tarcisio Bertone, in qualità di Segretario di
Stato. Presumibilmente anche le mie due note sopra menzionate del 6 dicembre 2006 e del 25 maggio 2008
consegnatogli dal Sostituto. Come già accennato, il cardinale non ebbe difficoltà a insistere
presentando per l'episcopato candidati noti per essere omosessuali attivi - cito solo i noti
caso di Vincenzo de Mauro, nominato arcivescovo-vescovo di Vigevano e poi rimosso
perché stava minando i suoi seminaristi - e nel filtrare e manipolare le informazioni lui
trasmessa a papa Benedetto.
view post Posted: 11/6/2022, 14:45 Ora di religione. Record di rinunce: un milione di studenti esonerati - Diritti civili
Il Ministero finalmente costretto a dare i dati secretati



https://blog.uaar.it/2022/06/09/datibeneco...o-i-dati-su-irc
#DatiBeneComune e Uaar: ecco i dati ministeriali sull’insegnamento della religione cattolica

Articolo pubblicato in sincronia con #DatiBeneComune

Quanti sono gli allievi che si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica (IRC) nelle scuole italiane? Ci sono delle regioni o province in cui i “no” alla materia facoltativa dell’IRC superano quelli di altre zone d’Italia? L’aumento dell’età degli allievi influisce sulla scelta? E quanti sono gli studenti che si avvalgono invece di un’attività alternativa, che per legge dovrebbe essere proposta e garantita dagli istituti scolastici?

Tra i tanti dati che il Ministero dell’Istruzione mette a disposizione nel suo Portale Unico dei Dati della Scuola queste informazioni mancano (così come non vengono conteggiati gli insegnanti di religione nel dataset sui docenti a tempo indeterminato), per cui finora l’unica fonte di informazione in merito ad una questione così rilevante che interessa le scuole pubbliche italiane era, paradossalmente, quella della Conferenza Episcopale Italiana che però snocciola solo delle percentuali per macroaree e non dettagli per singoli istituti con numeri assoluti.

L’Uaar è tra le prime aderenti alla campagna #DatiBeneComune

L’Uaar è tra le prime aderenti alla campagna #DatiBeneComune, che ha come obiettivo di fondo quello di valorizzare il patrimonio informativo della pubblica amministrazione e farlo diventare un bene comune. In questo contesto si è innestato un confronto sul come agire sui dati sull’insegnamento della religione cattolica (IRC) nelle scuole italiane, e il primo passo è stato presentare una richiesta di accesso civico ai dati in base a quanto previsto dal Decreto Legislativo 33/2013, con cui sono stati chiesti questi dati:

numero di studenti che non si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica, aggregati per istituto scolastico;
numero di studenti che si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica, aggregati per istituto scolastico;
dettaglio delle scelte alternative all’insegnamento della religione cattolica; è stato chiesto di ricevere una tabella contenente i numeri assoluti delle quattro scelte previste dalla “scheda C” allegata alla circolare delle iscrizioni riportate di seguito, aggregati per istituto scolastico:

a. attività didattiche e formative
b. attività di studio e/o di ricerca individuali con assistenza di personale docente
c. libera attività di studio e/o di ricerca individuali senza assistenza di personale docente (solo per gli studenti degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado)
d. non frequenza della scuola nelle ore di insegnamento della religione cattolica

Il Ministero ha risposto inviando i dati con queste precisazioni:

i dati sono estratti dalla fonte “Rilevazioni sulle scuole” e si riferiscono agli anni scolastici 2018/19, 2019/20, 2020/21 [e noi li abbiamo pubblicati in un repository su GitHub, ndr];
i dati richiesti al punto 1) e 3) non sono disponibili, in quanto non rilevati;
i dati sono riportati così come comunicati dalle scuole;
i dati sulla frequenza dell’insegnamento della religione cattolica relativi alle scuole della regione Trentino Alto Adige non sono presenti in quanto non comunicati
laddove il numero di alunni è pari o minore di 3, per la tutela della privacy, tale valore è riportato pari a “<=3”.

Insomma: non c’è tutto quello che abbiamo chiesto, ma è un primo passo, che consente di rispondere ad alcune domande.

Da qui l’Uaar in collaborazione con l’associazione onData ha prodotto delle analisi, che sono riportate a seguire.

Partiamo da alcune considerazioni preliminari sui dati. Nel dataset inviato dal Ministero dell’Istruzione possiamo trovare rispettivamente i dati di 53.244 scuole per l’anno scolastico 2018/19, 52.973 scuole nel 2019/20 e 52.688 scuole per l’anno 2020/21.

Le singole scuole vengono individuate attraverso il Codice Scuola, una sequenza di numeri e lettere che identifica in maniera univoca la singola scuola, un analogo del codice fiscale per le persone fisiche.

Il dataset riporta il numero di studenti che si avvalgono dell’IRC per scuola. Per fare un’analisi significativa abbiamo quindi dovuto recuperare da dataset presenti sul portale del ministero il numero totale di studenti per scuola, in modo di calcolare la percentuale di coloro che non si avvalgono dell’IRC.

Inoltre, per alcune scuole il numero di avvalentisi dell’IRC risulta essere superiore rispetto al numero di iscritti alla singola scuola (probabilmente a causa di diverse date di rilevazione). Nell’elaborazione, abbiamo portato il numero di avvalentisi al numero di iscritti. Il dato relativo alle scuole in cui il numero di avvalentisi è inferiore o uguale a tre probabilmente deriva da una mancata rilevazione; abbiamo quindi deciso di non tenere in considerazione queste scuole (circa il 4% del totale).

Da tenere presente anche il fatto che i dati forniti presentano non poche problematicità. Per fare degli esempi: la Scuola Secondaria Statale di I° Grado Marino Guarano di Melito di Napoli risulterebbe aver avuto 709 avvalentisi nel 2018/19, 699 nel 2019/20 e solo 7 nel 2020/21; situazione simile per la Scuola Secondaria Statale di I° grado Buonarroti – Vinci di Mondragone (CE): 895, 848 e 12 avvalentisi nei tre anni scolastici considerati.

Guardando ai dati è bene quindi tenere a mente che non rappresentano il totale delle scuole sul territorio regionale a provinciale, ma devono quindi considerarsi come un’approssimazione necessaria stante la mancata completezza dei dati ministeriali.

In totale, nell’anno scolastico 2020/21, su 7.214.045 studenti frequentanti le scuole statali, 1.014.841 non si sono avvalsi dell’IRC (il 14,07%), con un trend in crescita (erano il 12,90% nel 2018/19 e il 13,53% nel 2019/20).
Non avvalentisi IRC per regione in percentualeNon avvalentisi IRC per provincia in percentuale

Link mappe interattive: regioni e province.

Le tre regioni con il più alto tasso di non avvalentisi sono Toscana (25,23%), Emilia-Romagna (24,84%) e Liguria (24,61%), quelle con i tassi più bassi Molise (3,16%), Campania (2,72%) e Basilicata (2,57%). A livello di provincia, si va da Firenze con il 36,67% a Barletta-Andria-Trani con l’1,56%.

La scelta di non avvalersi dell’IRC cresce con l’età (scuole dell’infanzia 10,59%, scuole primarie 10,20%; scuole secondarie di primo grado 12,73%; scuole superiori 19,76%).
Non avvalentisi IRC per tipo scuola in percentuale

Classifica tipologia scuola: https://public.flourish.studio/visualisation/10240938/

Per quanto riguarda le scuole superiori, il tasso è più alto negli istituti tecnici e professionali (22,76% e 23,49%, rispettivamente) che nei licei (16,05%). Fanno eccezione i licei artistici che raggiungono la percentuale record del 28,44% di scelte laiche.

Ad altre domande non siamo in grado di rispondere con i dati a disposizione e speriamo di ottenerne altri (eventualmente con altre richieste di accesso agli atti, ma meglio sarebbe se il Ministero pubblicasse i dati in formato aperto ed interoperabile in modo che siano utilizzati direttamente da tutti). I dati forniti e le nostre elaborazioni sono a disposizione nel repository appositamente creato su GitHub per ulteriori possibilità di analisi, nel pieno spirito del civic hacking.

Gruppo di lavoro Uaar + #DatiBeneComune

https://www.ilsecoloxix.it/liguria/2022/06...RUvPpEUNgpk95eM

Ora di Religione a scuola, oltre 1 milione di rinunce in Italia. Liguria tra le prime 3 regioni con tassi record

Messa cattolica in una foto di archivio.

A diffondere i dati sono l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar) e #datibenecomune
09 Giugno 2022

Genova – La Liguria è tra le tre regioni italiane dove si conta il maggior numero di studenti che rinunciano all’insegnamento della religione cattolica.

A diffondere i dati sono l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar) e #datibenecomune che precisano: “Oltre un milione di studenti nelle scuole pubbliche non si avvale dell’Insegnamento della religione cattolica (Irc), la scelta di non avvalersi cresce al crescere dell'età, i licei artistici sono gli istituti più “laici” con una percentuale del 28,44% di non avvalentisi, mentre tra le regioni primeggia la Toscana con il 25,23% di “no” all’insegnamento religioso”.

Le tre regioni con il più alto tasso di rinunce sono qjindi: Toscana (25,23%), Emilia-Romagna (24,84%) e Liguria (24,61%).

I risultati arrivano dall’analisi del dataset di cui l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar) e #datibenecomune sono venuti in possesso a seguito della richiesta di accesso civico ai dati presentata al Ministero dell'Istruzione.

"Tra i tanti dati che il Ministero dell'Istruzione mette a disposizione nel suo Portale unico dei dati della scuola mancano quelli relative all’Irc – spiega Andrea Borruso di #datibenecomune – per cui finora l'unica fonte di informazione in merito a una questione così rilevante che riguarda cosa succede nelle scuole pubbliche italiane era, paradossalmente, la Conferenza episcopale italiana, la quale però snocciola solo delle percentuali per macroaree. L’auspicio è che a seguito di questa iniziativa congiunta i dati vengano pubblicati in formato aperto e interoperabile direttamente dal Ministero".

"Il Ministero non ha risposto a tutte le nostre domande", spiega il segretario dell’Uaar, Roberto Grendene. "Per esempio non sappiamo il dettaglio delle scelte alternative all’Insegnamento della religione cattolica, perché – ci hanno spiegato – è un dato non rilevato. Gli elementi che ci hanno fornito rappresentano però un primo passo importante, che consente di estrarre informazioni inedite e interessanti. In totale, nell'anno scolastico 2020/21, su 7.214.045 studenti frequentanti le scuole statali, 1.014.841 non si sono avvalsi dell'Irc (il 14,07%), con un trend in crescita (erano il 12,90% nel 2018/19 e il 13,53% nel 2019/20).

Le regioni con i tassi più bassi Molise (3,16%), Campania (2,72%) e Basilicata (2,57%). A livello di provincia, si va da Firenze con il 36,67% a Barletta-Andria-Trani con l'1,56%.

La scelta di non avvalersi dell'Irc cresce con l'età (scuole dell’infanzia 10,59%; scuole primarie 10,20%; scuole secondarie di primo grado 12,73%; scuole superiori 19,76%).

Per quanto riguarda le scuole superiori, il tasso è più alto negli istituti tecnici e professionali (22,76% e 23,49%, rispettivamente) che nei licei (16,05%), con l’eccezione dei licei artistici che vantano il record del 28,44%".

Per maggiori dettagli sulla richiesta di accesso civico e sull’analisi dei dati raccolti: consultare il sito.
view post Posted: 1/6/2022, 15:30 Pedopornografia. Condannato in appello don De Blasio: 3 anni e mezzo - La stanza del peccato
https://www.ntr24.tv/2022/06/01/pedopornog...ari-a-faicchio/


Pedopornografia, don Nicola De Blasio condannato a 3 anni e 6 mesi. Ora domiciliari a Faicchio
Di redazione - 1 Giu, 2022

Tre anni e sei mesi. Questa la condanna inflitta a don Nicola De Blasio, ex parroco della Chiesa di San Modesto ed ex direttore della Caritas diocesana.

Questa mattina la sentenza del Tribunale di Napoli dopo il rinvio della discussione dello scorso 5 maggio. Il sacerdote – che aveva scelto il rito abbreviato – era accusato di detenzione di materiale pedopornografico e della condivisione di alcuni video.

L’ex parroco 56enne – arrestato il 3 novembre 2021 e in carcere dal 23 dello stesso mese – è stato difeso dagli avvocati Vincenzo Sguera e Massimiliano Cornacchione: sarà ora scarcerato e sconterà la pena ai domiciliari in una struttura di Faicchio.
view post Posted: 29/5/2022, 14:15 Chierichetti stuprati in Vaticano. Condannato don Martinelli a 2 anni e mezzo per corruzione di minore. Tutto tace dalla magistratura italiana - La stanza del peccato
https://m.dagospia.com/abusi-sui-chieriche...transito-262441
“QUELLA DI DON MARTINELLI ERA UNA TENDENZA OMOSESSUALE TRANSITORIA LEGATA ALL’ADOLESCENZA” – IL VESCOVO DI COMO OSCAR CANTONI È STATO SENTITO COME TESTIMONE AL PROCESSO PER LE PRESUNTE VIOLENZE AI CHIERICHETTI DEL PAPA. E DIFENDE L’IMPUTATO, DON GABRIELE MARTINELLI: “DA QUANDO È A COMO HA TENUTO UNA CONDOTTA INECCEPIBILE…”

27.02.2021 18:19

Roberto Canali per www.ilgiorno.it

È stata e lunga e dettagliata la deposizione fornita dal vescovo di Como, monsignor Oscar Cantoni, ascoltato ieri in Vaticano come testimone al processo per le presunte violenze ai chierichetti del Papa, consumate all’interno del Preseminario San Pio X gestito dall’Opera don Folci che dipende proprio dalla diocesi.

Una brutta storia di abusi, silenzi e complicità iniziata a settembre 2006 e proseguita fino al giugno nel 2012, quando a reggere la diocesi di Como c’era monsignor Diego Coletti, ma venuto alla luce solo più tardi grazie alla denuncia di una delle vittime e all’inchiesta compiuta dalla trasmissione tv "Le Iene".

Tra i tanti aspetti ancora da chiarire i 20mila euro chiesti dal vescovo di Como a don Gabriele Martinelli, imputato per i presunti abusi, da corrispondere a titolo di risarcimento al ragazzo che ha denunciato le violenze.



"Non una condanna perché il processo canonico non è mai iniziato – ha risposto monsignor Cantoni al collegio giudicante diretto dal magistrato Giuseppe Pignatone – Si tratta di una decisione presa al termine di un’indagine "votum episcopi" che diventerà esecutiva solo all’esito di questo processo".

gabriele martinelli in basso a destra
GABRIELE MARTINELLI IN BASSO A DESTRA



Il vescovo ha proseguito confermando che c’erano state segnalazioni su don Martinelli "per la sua condotta sessualmente inappropriata". "Una tendenza omosessuale transitoria legata all’adolescenza – ha spiegato – Don Martinelli da quando è a Como, prima come diacono poi come sacerdote, ha tenuto una condotta ineccepibile".



don gabriele martinelli
DON GABRIELE MARTINELLI

Da chiarire anche la posizione di don Enrico Radice, rettore del collegio e anche lui imputato per aver coperto l’operato di don Martinelli. Una sorta di terra di nessuno il Preseminario, nel cuore stesso del Vaticano, ma fuori dalla giurisdizione della Santa Sede come ha avuto modo di chiarire il vescovo con il vicario generale monsignor Angelo Comastri e il Segretario di Stato, il cardinale Parolin. Per anni sotto l’esclusivo controllo di don Radice e dell’Opera don Folci ora commissariata. "La diocesi è responsabile non solo delle questioni economiche ma anche di quelle pedagogiche – ha concluso monsignor Cantoni - sono molto preoccupato".
view post Posted: 29/4/2022, 22:37 Scarcerato don Rugolo. Abusi su 3 minori: 25.000 € dalla Caritas. Il vescovo: "Ho insabbiato tutto" - La stanza del peccato
La mostruosa offerta del vescovo Gisana. Ma il ragazzo rifiuta: " è immorale"

www.ilgazzettino.it

Venerdì 29 Aprile - agg. 20:53

Abusi, choc a Enna, soldi della Caritas per pagare il silenzio di una vittima violentata dal prete pedofilo

Venerdì 29 Aprile 2022 di Franca Giansoldati
don Giuseppe Rugolo
Città del Vaticano - Offrire denaro della Caritas, in contanti, in cambio del silenzio della vittima violentata da don Giuseppe Rugolo: sarebbe stata questa la terrificante proposta della Diocesi di Enna-Piazza Armerina, in Sicilia. La circostanza è stata confermata in aula da Antonio Ciavola (allora capo della Squadra mobile di Enna e ora in servizio a Caltanissetta), nel corso del processo presieduto da Francesco Pitarresi che si celebra al tribunale di Enna e vede imputato il sacerdote Giuseppe Rugolo, agli arresti domiciliari da un anno. La notizia che arriva proprio nel giorno in cui Papa Francesco in Vaticano ha ricevuto la Commissione per la tutela dei minori, raccomandandosi di fare controlli annuali a tappeto per vedere se le conferenze episcopali nazionali stanno facendo progressi nel liberarsi delle mele marce, proteggere le vittime e agire in totale trasparenza.

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APPROFONDIMENTI
Il dirigente della Polizia di Stato, sentito in aula per oltre 4 ore, ha anche spiegato come dalle carte emerga il diniego netto della vittima ad accettare questa proposta che proveniva dal vescovo Rosario Gisana.

Il giovane, che avrebbe subito violenza dal 2009 al 2013, avrebbe ritenuto questa proposta immorale e illecita. Tutte circostanze documentate dai materiali prodotti dalla parte civile che testimonierebbero l'offerta di 25 mila euro in contanti, dunque non tracciabili, in cambio del silenzio. In aula sono state lette anche alcune chat a sfondo sessuale intercorse tra Rugolo e alcuni anche ex alunni della scuola dove per anni il sacerdote ha insegnato, nonché con giovani residenti nel territorio di Ferrara dove il sacerdote era stato trasferito.


Rugolo avrebbe frequentato siti pornografici dove era possibile interagire attraverso la telecamera con altre persone. È stato, inoltre, ricostruito il modus operandi del prelato e le modalità volte ad agganciare i giovani in condizione di fragilità psicologica. Il sacerdote, che era presente in aula, è attualmente ristretto ai domiciliari nel seminario di Ferrara.

Ultimo aggiornamento: 20:53

CITAZIONE (GalileoGalilei @ 29/4/2022, 23:29) 
La mostruosa offerta del vescovo Gisana. Ma il ragazzo rifiuta: " è immorale"

Rosario-Gisana-5_aprile_2014-

www.ilgazzettino.it

Venerdì 29 Aprile - agg. 20:53

Abusi, choc a Enna, soldi della Caritas per pagare il silenzio di una vittima violentata dal prete pedofilo

Venerdì 29 Aprile 2022 di Franca Giansoldati
don Giuseppe Rugolo
Città del Vaticano - Offrire denaro della Caritas, in contanti, in cambio del silenzio della vittima violentata da don Giuseppe Rugolo: sarebbe stata questa la terrificante proposta della Diocesi di Enna-Piazza Armerina, in Sicilia. La circostanza è stata confermata in aula da Antonio Ciavola (allora capo della Squadra mobile di Enna e ora in servizio a Caltanissetta), nel corso del processo presieduto da Francesco Pitarresi che si celebra al tribunale di Enna e vede imputato il sacerdote Giuseppe Rugolo, agli arresti domiciliari da un anno. La notizia che arriva proprio nel giorno in cui Papa Francesco in Vaticano ha ricevuto la Commissione per la tutela dei minori, raccomandandosi di fare controlli annuali a tappeto per vedere se le conferenze episcopali nazionali stanno facendo progressi nel liberarsi delle mele marce, proteggere le vittime e agire in totale trasparenza.

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APPROFONDIMENTI
Il dirigente della Polizia di Stato, sentito in aula per oltre 4 ore, ha anche spiegato come dalle carte emerga il diniego netto della vittima ad accettare questa proposta che proveniva dal vescovo Rosario Gisana.

Il giovane, che avrebbe subito violenza dal 2009 al 2013, avrebbe ritenuto questa proposta immorale e illecita. Tutte circostanze documentate dai materiali prodotti dalla parte civile che testimonierebbero l'offerta di 25 mila euro in contanti, dunque non tracciabili, in cambio del silenzio. In aula sono state lette anche alcune chat a sfondo sessuale intercorse tra Rugolo e alcuni anche ex alunni della scuola dove per anni il sacerdote ha insegnato, nonché con giovani residenti nel territorio di Ferrara dove il sacerdote era stato trasferito.


Rugolo avrebbe frequentato siti pornografici dove era possibile interagire attraverso la telecamera con altre persone. È stato, inoltre, ricostruito il modus operandi del prelato e le modalità volte ad agganciare i giovani in condizione di fragilità psicologica. Il sacerdote, che era presente in aula, è attualmente ristretto ai domiciliari nel seminario di Ferrara.

Ultimo aggiornamento: 20:53
view post Posted: 23/4/2022, 17:51 La suora non vuole il vaccino e se lo fa il vescovo di Potenza. Chiuse le indagini, il monsignore e 7 coimputati verso il giudizio. - Mens sana in corpore sano
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Cronaca
Somminastrazione vaccino Covid a mons. Ligorio | Notificata chiusura indagini ad otto indagati
Di Redazione -23 Aprile 2022187


Sabato 23 aprile 2022 – Sono accusate di peculato le otto persone coinvolte nell’indagine sulla somministrazione del vaccino Covid a mons. Salvatore Ligorio.
A costoro la Procura della Repubblica di Potenza ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini.
Oltre al Vescovo Metropolita, sono indagati i direttori della società Universo Salute, Roberto Galante e Rocco Maglietta, il presidente del Consiglio di amministrazione della stessa società, Giancarlo Pecoriello, due sue familiari, il dirigente Asp Sergio Molinari e l’autista del prelato.

https://www.ufficiostampabasilicata.it/cro...-otto-indagati/

CITAZIONE (GalileoGalilei @ 23/4/2022, 18:51) 
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Cronaca
Somminastrazione vaccino Covid a mons. Ligorio | Notificata chiusura indagini ad otto indagati
Di Redazione -23 Aprile 2022187


Sabato 23 aprile 2022 – Sono accusate di peculato le otto persone coinvolte nell’indagine sulla somministrazione del vaccino Covid a mons. Salvatore Ligorio.
A costoro la Procura della Repubblica di Potenza ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini.
Oltre al Vescovo Metropolita, sono indagati i direttori della società Universo Salute, Roberto Galante e Rocco Maglietta, il presidente del Consiglio di amministrazione della stessa società, Giancarlo Pecoriello, due sue familiari, il dirigente Asp Sergio Molinari e l’autista del prelato.
view post Posted: 19/3/2022, 04:25 Abusi su 12enne, 8 anni a don Graziano. Sequestrati 220.000 € - La stanza del peccato
https://www.itvonline.news/2022/03/18/don-...ato%20Ultra.

Don Livio Graziano, al via il processo per il parroco accusato di violenza sessuale su minore

Aperto il processo per Don Livio Graziano, il parroco di San Potito accusato di violenza sessuale su un ragazzino di 13 anni. Il prossimo 21 aprile ci sarà l’udienza nella quale verrà ascoltato il padre della vittima che denunciò i fatti

Di Antonella Gramaglia il 18 Mar 2022

Si è aperto il processo per Don Livio Graziano il sacerdote di 50 anni accusato di aver molestato un ragazzo di 13 anni nella comunità «I figli di Emmaus» a Prata Principato Ultra. Il parroco lo scorso ottobre venne arrestato perché accusato di aver abusato sessualmente del ragazzino che aveva preso parte alla colonia estiva nella cooperativa sociale della provincia.

A presentare denuncia fu il padre della vittima, poi le indagini dei carabinieri avrebbero accertato gli abusi: il racconto del 13enne, ascoltato in ambiente protetto con il sostegno di psicologi, è stato ritenuto attendibile dai professionisti e dagli inquirenti, a supporto dell’accusa una serie di riscontri, come i messaggia sfondo sessuale inviati dal sacerdote sul cellulare del tredicenne.

I genitori del 13enne si sono costituiti parte civile, ora nella prossima udienza che si terrà il prossimo 21 aprile, verrà ascoltato in aula il papà.
view post Posted: 11/3/2022, 17:35 Scarcerato don Rugolo. Abusi su 3 minori: 25.000 € dalla Caritas. Il vescovo: "Ho insabbiato tutto" - La stanza del peccato
Don Rugolo chiede al suo amante prete di aiutarlo. Decine di foto porno nel p.c.

vescovo-rosario-gisana_920x450

www.ennaora.it/2022/03/11/il-proce...i-al-sacerdote/

Il processo a carico di don Rugolo: “Decine di foto e chat a sfondo sessuale sequestrati al sacerdote”
da Redazione | Mar 11, 2022

Enna – Foto e chat a sfondo sessuale. Sono decine e decine quelle nei supporti informatici sequestrati della squadra mobile di Enna e Ferrara a don Giuseppe Rugolo. Dalle intercettazioni, sulle quali hanno riferito gli ufficiali di P.G., emerge che tra i prelati della Diocesi di Piazza Armerina fosse diffuso il pensiero che fossero in corso intercettazioni. L’analisi dei dati informatici conferma che il sacerdote intratteneva rapporti sessuali con giovani, anche a seguito del suo trasferimento a Ferrara, nonché con giovani che erano stati suoi alunni presso istituti scolastici di Enna. Tra il materiale rinvenuto tantissime chat e foto a sfondo sessuale con giovani ragazzi. Rugolo avrebbe intrattenuto rapporti sessuali con un prete della stessa Diocesi di Piazza Armerina, con il quale valutava le sue capacità di adescamento ai danni della vittima che poi lo avrebbe denunciato.

Da una registrazione eseguita dallo stesso Rugolo, nel corso di un incontro con il vescovo Rosario Gisana, viene fuori come quest’ultimo sarebbe stato disponibile a elargire somme di denaro per soddisfare le esigenze di natura economica dell’imputato. Rugolo sarebbe stato costantemente informato delle iniziative legali della vittima da parte della Diocesi. Lo confermerebbe il fatto che, tra i file rinvenuti all’interno dei supporti informatici sequestrati, è stata rinvenuta la denuncia consegnata dalla vittima nelle mani del Vescovo, che avrebbe dovuto avere natura strettamente riservata.

www.ragusanews.com/giudiziaria-rug...%20storia%C2%BB.
12/11/2021 10:09 NOTIZIA LETTA: 4566 VOLTE
Rugolo, il vescovo al telefono: «Ho insabbiato». Il carteggio con la Chiesa
Il processo al prete di Piazza Armerina accusato di abusi, la corrispondenza tra il Vaticano e il modicano Gisana


Modica - Il vescovo Rosario Gisana (foto), al telefono con don Giuseppe Rugolo, che ammette: «Ho insabbiato questa storia». Il Vaticano, d'accordo con la Congregazione del Clero, che asseconda nel 2019 il trasferimento del sacerdote della sua diocesi in Emilia perché la «condotta dell'allora seminarista è sottratta alla giurisdizione canonica». Nelle duemila e passa pagine di documenti processuali, di cui pubblichiamo uno stralcio delle conversazioni nella prima foto allegata, emerge uno spaccato sociale e religioso sconfortante che fa da cornice al processo in corso a porte chiuse al tribunale di Enna. «Ora il problema non è solo tuo - dice Gisana all’imputato, il problema è anche mio perché io ho insabbiato questa storia. Per cui stanno cercando in tutti i modi di accusarmi. Adesso vedremo come poterne uscire». I suoi legali replicano che ha collaborato con i pm fin dal principio.


Rugolo, 40enne, attivissimo nella parrocchia frequentata da adolescenti e bambini, è stato arrestato il 27 aprile scorso a Ferrara, dov’era stato “spostato” dal monsignore originario di Modica dopo le violenze sessuali denunciate da un ragazzo oggi maggiorenne, continuando però a entrare in contatto con i giovani nella sua attività pastorale. Prima del processo civile, la vittima ha tentato senza successo la strada del processo canonico: nelle foto pubblicate c'è anche la corrispondenza e la rassicurante replica della Santa Sede. Quindi si fa coraggio e nel 2020, supportato dalla famiglia, presenta un esposto alla polizia e scrive perfino una lettera al Papa. La terza udienza è fissata per il 23 dicembre.

Edited by pincopallino2 - 11/3/2022, 21:50
view post Posted: 28/2/2022, 11:06 Don Lodeserto condannato per sequestro di persona, violenza privata, calunnia - Attualità
https://it.wikipedia.org/wiki/Cesare_Lodes...enti_giudiziari


Cesare Lodeserto
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Cesare Lodeserto (Lecce, 23 agosto 1960) è un presbitero italiano.


Indice
1 Biografia
2 Procedimenti giudiziari

Biografia
Ordinato sacerdote per l'arcidiocesi di Lecce il 18 settembre 1985[1], pochi giorni prima, il 12 settembre[senza fonte], Cesare Lodeserto fu scelto dall'arcivescovo di Lecce Cosmo Francesco Ruppi come suo segretario particolare e mantenne l'incarico sino al 2000. Successivamente venne nominato canonico del capitolo metropolitano.

È noto principalmente per essere stato direttore Centro di permanenza temporanea (CPT) "Regina Pacis" di San Foca di Melendugno, gestito dalla curia leccese. Dopo che il documentario Mare nostrum di Stefano Mencherini, nell'ambito di una critica alla legge Bossi-Fini in materia di immigrazione, portò all'attenzione pubblica alcuni episodi di violenza avvenuti nell'ambito del centro, Lodeserto è stato coinvolto in numerose inchieste giudiziarie coordinate dalla procura della Repubblica di Lecce. Nonostante le inchieste, il 25 marzo 2003 la prefettura riassegnò la gestione del CPT alla Fondazione Regina Pacis, che la mantenne sino alla dismissione nel 2006.[2]

Procedimenti giudiziari
Il sacerdote è stato coinvolto in diversi procedimenti giudiziari: in due occasioni è stato assolto con la motivazione che "il fatto non sussiste", in una ha beneficiato della parziale prescrizione, in un caso è stato condannato in appello a cinque anni e quattro mesi di reclusione ed è in attesa di due appelli per due condanne.

Il 25 maggio 2005 è stato condannato in primo grado a 8 mesi di reclusione per simulazione di reato. Nel 2001 aveva infatti inviato al proprio telefono cellulare - o qualcuno lo fece per lui - un sms contenente minacce di morte con l'intento di evitare la revoca della scorta personale alla quale era sottoposto. Dopo la conferma della condanna in appello, nel 2009 la Corte di Cassazione ha emesso sentenza di assoluzione la formula "il fatto non sussiste", sulla base del fatto che «non è stata presentata querela».[3]

Il 22 luglio 2005 Lodeserto è stato condannato a un anno e quattro mesi per violenza privata e lesioni aggravate nei confronti dei 17 immigrati di origine maghrebina che il 22 novembre 2002 avevano tentato la fuga dal CPT di San Foca a Lecce.[4] A pagina 27 della sentenza si legge: "È emerso chiaramente che, oltre ad aver tenuto condotte illecite direttamente rivolte ai magrebini, Lodeserto abbia assistito alle violenze perpetrate dai suoi sottoposti. Egli non le ha impedite, non le ha inibite e non le ha denunciate poiché non solo le approvava, ma le aveva autonomamente poste in essere, costituendo un esempio negativo per i suoi stessi collaboratori i quali erano, pertanto, implicitamente autorizzati a compiere atti lesivi".[5]

Nel 2005 è stato arrestato con l'accusa di sequestro di persona e di abuso dei mezzi di correzione.[6] Nell'ambito di questa inchiesta, il 26 settembre 2007 è stato condannato con rito abbreviato a 5 anni e 4 mesi e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici per sequestro di persona, estorsione e calunnia ai danni degli ospiti del CPT[7]. Il sacerdote, comunque, non ha scontato la pena, poiché a dicembre dello stesso anno l'arcivescovo di Lecce monsignor Ruppi lo ha inviato in missione fidei donum in Moldavia.[8] La condanna in appello è stata confermata il 4 luglio 2012.[9]

Nel luglio 2009 è stato condannato dalla Corte dei Conti a rimborsare allo Stato la somma di € 133.651 per «maggiori prestazioni a favore degli immigrati rispetto a quelle effettivamente rese».[10] È in attesa di appello.

Il 14 dicembre 2010 è stato condannato in primo grado con abbreviato a un anno e quattro mesi di reclusione per truffa aggravata ai danni dello Stato, per aver percepito 230.000 euro destinati all'aiuto di donne scampate alla prostituzione, senza aver mai svolto le attività per cui i fondi erano stati stanziati.[11][12] Reato in parte prescritto. Assolto per il peculato, in quanto il fatto non sussiste. È in corso il processo di appello sia per l'accusa di truffa che per quella di peculato.[13]

L'8 ottobre 2013 è stato assolto dalla Corte di Cassazione dall'accusa di peculato, "per aver sottratto, tra il 1998 e il 2000, oltre 2 miliardi di lire che erano destinati al centro di accoglienza Regina Pacis di San Foca“.[14] Per tale accusa era stato assolto in primo grado, nel 2006, e condannato in appello a 4 anni di reclusione nel 2011[15]. Il centro Regina Pacis era stato destinatario in quegli anni di più di 9 miliardi di lire versati dallo Stato, dal Consiglio italiano dei rifugiati, dalla Conferenza episcopale, la Provincia di Lecce, il Comune di Melendugno e altri enti ancora.

Il 18 luglio 2014 viene condannato dalla Cassazione a 5 anni e 4 mesi di reclusione per sequestro di persona e minacce nei confronti di donne moldave [16].

Attività all'estero
Residente dalla fine del 2007 in Moldavia, inviato in missione fidei donum dall'arcivescovo Ruppi, vi ha aperto una fondazione, intitolata Regina Pacis come quella leccese.[17] La fondazione opera anche in Ucraina, in Romania e in Transnistria.

Subito dopo l'apertura dell'ambasciata italiana a Chișinău, l'allora ambasciatore gli aveva messo a disposizione un ufficio presso il consolato italiano, dove gestistiva e dava consigli sul rilascio dei visti.[senza fonte]cosa che al momento non mai gestisce e non ha nessun tipo di legame con la nostra rappresentanza diplomatica in Moldavia.

Nel 2011, il senatore Vincenzo Vita e il deputato Giuseppe Giulietti hanno presentato due distinte interrogazioni parlamentari per chiedere chiarimenti sui ruoli di responsabilità ricoperti da Lodeserto nonostante le condanne.[18][19] Nella risposta del governo, affidata al sottosegretario Alfredo Mantica, emerge che don Cesare Lodeserto ha ottenuto la cittadinanza moldava ed è inoltre stato nominato vicario della diocesi di Chișinău.[20]

Note
^ Andrea nel 1986 mi insegnava religione all istituto Oriani di corso Vittorio Emanuele. Morrone, Don Cesare non torna nel Salento. La sua festa celebrata in Moldavia, in Corriere della Sera, 13 settembre 2010. URL consultato il 27 novembre 2011.
^ La Fondazione Regina Pacis vince l'appalto per il CPT
^ Niente condanna a don Cesare Lodeserto. «Senza querela» non ci fu reato simulato Archiviato l'8 novembre 2018 in Internet Archive., Reteluna Lecce, 31 marzo 2009.
^ Antonio Massari, «Don Cesare è colpevole», Il Manifesto, 23 luglio 2005.
^ Lo scandalo della "Fondazione Regina Pacis".
^ La vicenda ha avuto notevole eco mediatica. Si legga l'editoriale di Francesco Merlo, I ceffoni di don Cesare, apparso su La Repubblica il 16 marzo 2005.
^ 'Violenze a San Foca' don Cesare condannato - Repubblica.it » Ricerca
^ Don Cesare Lodeserto. Processo rinviato ad aprile - Il tacco d'Italia Archiviato il 10 giugno 2015 in Internet Archive.
^ www.lecceprima.it/cronaca/minacce-e...don-cesare.html Dal sito lecceprima.it
^ Emilio Gioventù, Rimborsi per immigrati fantasma[collegamento interrotto], Italia Oggi, 15 luglio 2009.
^ [1][collegamento interrotto]
^ Condannato per truffa don Cesare Lodeserto - Bari - Repubblica.it
^ Don Cesare: attesa per oggi la sentenza di appello - Il tacco d'Italia Archiviato il 10 giugno 2015 in Internet Archive.
^ Don Cesare Lodeserto assolto. La Cassazione: "Fatto non sussiste"
^ Peculato, quattro anni in appello per don Cesare Lodeserto
^ Sequestro di persona e minacce: don Cesare è colpevole anche per la Cassazione | Corriere Salentino
^ E Don Cesare viaggia con la scorta dello Stato
^ Vincenzo Vita, "Debito con la giustizia italiana di don Cesare Lodeserto, ex direttore del centro di permanenza temporanea "Regina Pacis" di San Foca, Lecce, interrogazione a risposta scritta, 25 gennaio 2011.
^ Giuseppe Giulietti, "Ruoli di responsabilità nella fondazione "Regina Pacis" ricoperti da don Cesare Lodeserto nonostante le diverse condanne", interrogazione a risposta scritta, 26 gennaio 2011.
^ Alfredo Mantica, "Risposta scritta all'interrogazione dell'on. Giuseppe Giulietti", 3 maggio 2011.
Collegamenti esterni
Arcidiocesi di Lecce, su diocesilecce.org.
Fondazione Regina Pacis, su reginapacis.org. URL consultato il 18 settembre 2008 (archiviato dall'url originale il 27 agosto 2008).
ASGI: Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione, su asgi.it. URL consultato il 18 settembre 2008 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2008).
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ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...
Il Cardinale Ciappi, il teologo di papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II (all’inizio del suo pontificato): “Il Terzo Segreto dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice. La conferma ufficiale del segreto de La Salette (1846): “La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.

giovedì 27 febbraio 2020
Il legame più inquietante
INFERNALE LOBBY GAY VATICANA

L’infernale lobby gay che spadroneggia in Vaticano. Presentato come il pontefice "coraggioso" che cerca di far pulizia, in realtà Bergoglio si è circondato di una corte di "prelati gay" beneficiati tutti di incredibili carriere
di Francesco Lamendola

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Il 6 giugno 2013, appena tre mesi dopo la sua elezione, Bergoglio, durante l’udienza privata concessa a rappresentanti della Confederazione latino-americana e dei Caraibi dei religiosi e delle religiose (Clar), ammetteva, secondo quanto riportato da un quotidiano cileno, l’esistenza di una potente lobby gay in Vaticano. Poi, a bordo dell’aereo che lo riportava in Italia dopo aver partecipato alla Giornata mondiale della gioventù, in Brasile, riprendeva il discorso, facendo un accenno anche alla massoneria (Matteo Matzuzzi in: www.ilfoglio.it/chiesa/2016/01/14/...-il-papa-91529/):


Si scrive tanto della lobby gay. Io finora non ho trovato in Vaticano chi ha scritto “gay” sulla carta di identità. Bisogna distinguere fra l’essere gay, avere questa tendenza, e fare lobby. Il problema non è avere questa tendenza, il problema è fare lobby, e questo vale per questo come per le lobby d’avari, per le lobby politiche, le lobby massoniche.

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Bergoglio con il cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga

E poco dopo il cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, chiamato da Bergoglio a far parte del gruppo di studio per la riforma della Curia romana, il cosiddetto C9, ha ribadito che in Vaticano esiste una lobby gay pienamente operativa, e che il papa stava studiando il modo per risolvere il problema e “purificare” la detta lobby (www.ilfoglio.it/chiesa/2016/01/14/...-il-papa-91529/).

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Come si è ridotta la Chiesa di Cristo: possibile che nessuno veda, che si tenga tutto nascosto? Una caratteristica della mente è rifiutare le cose che contrastano frontalmente col proprio paradigma, al punto di non vedere quel che si ha sotto gli occhi!

La questione stata ripresa da qualche giornalista e in particolare ne ha parlato Gianluigi Nuzzi, fra l’altro nel libro Via Crucis. Sia pure restando un po’ sul vago rispetto ad altre parti della sua ricerca, e senza offrire molti riferimenti precisi (colpisce l’assenza di nomi come quelli di monsignor Ricca e di monsignor Capozzi, entrambi ampiamente chiacchierati; per non parlare dello scandaloso cardinale McCarry) e nonostante la ricostruzione dei fatti sia apertamente favorevole a Bergoglio, presentato come il pontefice coraggioso che cerca di far pulizia in Vaticano ma deve affrontare mille sorde resistenze, quel che scrive il giornalista è già di per sé sufficiente a gettare una luce alquanto significativa sulla presenza dei prelati gay in Vaticano (da: Gianluigi Nuzzi, Via Crucis, Milano, Chiare Lettere, 2015, pp. 258-260):
Francesco per dei mesi combatte un silenzioso braccio di ferro con il decano dei cerimonieri papali, il potente Francesco Camaldo, ridotto a canonico della basilica vaticana. La sera del 13 marzo 2013, dopo la fumata bianca, è lui il prelato che si vede in seconda fila sulla destra del papa sulla loggia della basilica. Immagini che hanno fatto il giro del mondo e che imbarazzano Bergoglio. Per diversi motivi. Il nome di Camaldo è emerso, ma senza coinvolgerlo, durante le indagini sulla lobby affaristica di Diego Anemone e Angelo Balducci, l’ex gentiluomo di sua santità finito travolto dagli scandali di corruzione a Roma nel 2010, e che si vide poi confiscato un tesoro di case del valore di 13 milioni di euro. Non solo, Camaldo è stato per molti anni segretario dell’ex vicario di Roma, cardinale Ugo Poletti. Seppur mai indagati, i nomi di entrambi compaiono più volte nell’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, la ragazza, figlia di un commesso della Prefettura della casa pontificia, sparita nel nulla a quindici anni, il 22 giugno 1983, dopo aver frequentato la scuola di musica di a Sant’Apollinare, a Roma.
C’è poi un altro aspetto che deve aver convinto Francesco a rimuovere il decano, troppo in vista e con una nomea che imbarazza la Curia. Camaldo, infatti, in certi ambienti della capitale – come è emerso nel corso di indagini della magistratura – viene indicato con il soprannome di “Jessica”. Avere al proprio fianco un monsignore dal nomignolo femminile è impensabile.

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Il cardinale Coccopalmerio

Insieme a lui anche altri prelati e cardinali hanno nomignoli singolari. C’è “la Beddazza”, monsignore siciliano con la passione per lo champagne e i novizi; c’è “il Pavone”, vanesio cardinale del Nord Italia che si fa “coccolare” da un giovane e bellissimo imprenditore che frequenta il Vaticano per motivi di lavoro; c’è “Monica Lewinsky” e molti altri ancora. I tanti esponenti della cosiddetta lobby gay hanno diminutivi, vezzeggiativi che li identificano a seconda dell’origine o dei gusti sessuali. Per loro si muovono pregiudicati laici che, dopo il lavoro di tutti i giorni, la sera vanno ad adescare giovani nei locali di Roma. Lo fanno per soddisfare i vizi degli alti prelati che li proteggono. In cambio ricevono mance, carriere protette negli enti vaticani o in aziende pubbliche dello Stato italiano, stipendi superiori a ruolo e capacità.
È però bene precisare che papa Francesco non trova in Vaticano una vera e propria lobby gay. O meglio, non esiste un’organizzazione omosessuale strutturata che determina le nomine, assegna appalti, controlla dicasteri, denari vite e carriere di persone. O quantomeno non in questo senso. In realtà, la situazione è peggiore di questa. L’omosessualità è vissuta come un tabù infranto, un segreto, una debolezza indicibile. Così diventa un formidabile perno per i ricatti. “Tanti cardinali coltivano segretamente un vizio – spiega un banchiere, consulente del Vaticano, che chiede l’anonimato -, chi vuole il ragazzo, chi la modella, chi è appassionato di cibi e vini, chi è avido di denaro. Se uno ha cattive intenzioni basta che individui la debolezza del porporato in questione e ha vinto. Lo fa contento, soddisfacendo le sue esigenze e sarà ricompensato a dovere, vivendo così di rendita.” Ma tutto questo non accade in ogni struttura di potere nel mondo? “No, in Vaticano si vive con l’ipocrita angoscia di destare scandalo, una paura che condiziona le scelte, le reazioni e che non si trova uguale in alcuna altra parte del mondo. Si teme che ogni verità allontani i credenti dalla fede e per questo si tiene tutto nascosto. A costi altissimi. Peccato che ogni segreto alimenti pressioni e ricatti. Francesco sta cercando di rompere questa situazione ma incontra fortissime resistenze.” E così si racconta di pedinamenti di monsignori che frequentano centri massaggi per gay in via Merulana o in zona Parioli. Qualche fotografia eloquente e il sacerdote è sistemato. Chi non vuole finire nella rete dei ricatti in genere cerca amicizie e contatti su particolari siti gay che garantiscono l’assoluto anonimato. Ma non basta. A volte questi incontri si trasformano in vere e proprie tragedie. Come nel caso del giovane amante di un cardinale curiale che si è buttato anni fa da un palazzo di Roma, dove lavorava, stanco delle pressioni e dei ricatti patiti dal suo amato porporato. Appena nominato, Francesco legge gli appunti lasciati da Benedetto XVI, la relazione sulla fuga dei documenti, e capisce che la situazione anche per quanto riguarda il costume e la moralità dei suoi collaboratori, è ormai fuori controllo Così si fa dare i tabulati con gli stipendi e le mensilità delle consulenze più importanti e scopre che ci sono segretari, semplici funzionari che percepiscono anche 15 mila euro al mese. “Queste somme – è il commento tra i collaboratori di Bergoglio – sono la prova di amicizia a sfondo sessuale”.

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Monsignor Ricca con il suo mentore Josè Mario Bergoglio: presentato come il pontefice "coraggioso" che cerca di far pulizia in Vaticano, in realtà Bergoglio si è circondato di una corte di "prelati gay" beneficiati tutti di incredibili "carriere"!

A parte, ripetiamo, il fatto di presentare Bergoglio come un intrepido moralizzatore, mentre è chiaro che anche in questo campo, ossia la lotta contro la pederastia degli alti prelati, egli ha fatto ben poco, anzi ha perfino coperto le malefatte di pezzi grossi come McCarrick negli Stai Uniti e Barros nel Cile, quel che emerge da questi quadro è uno scenario abbastanza squallido e desolante di vizi e turpitudini consumate fra le mura discrete e ben ovattate dei sacri palazzi. E non si tratta solo di allegro sesso gay, magari condito con piccole orge a base di droga, come è accaduto a monsignor Capozzi, segretario personale del cardinale Coccopalmerio, bergogliano di ferro la cui carriera non ha risentito minimamente di un tale scandalo (cfr. www.ilfattoquotidiano.it/2017/07/05 francesco/3708967/), o come nel caso di monsignor Ricca, il quale, quand’era nunzio apostolico a Montevideo, conviveva disinvoltamente con un aitante capitano dell’esercito svizzero e dava scandalo per tutta la città (vedi http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350561.html). No, c’è qualcosa di più e di peggio che i singoli scandali in cui sono incappati personaggi illustri e potenti, e che quasi sempre ne sono usciti immacolati, se non addirittura promossi a un grado superiore (Coccopalmerio ha conservato la carica di presidente del Pontificio consiglio per i testi legislativi fino alla scadenza naturale, mentre Ricca è avanzato di grado, divenendo prelato dello I.O.R., oltre che direttore di Casa Santa Marta).

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Bergoglio con il cardinale McCarry

Vale a dire, benché Nuzzi lo neghi esplicitamente, che c’è una vera e propria struttura di potere dei cardinali e dei vescovi gay; e come se ciò non bastasse, tale struttura, o lobby che dir si voglia, è implicata in faccende ancor più losche e tenebrose della sodomia, della pederastia e degli abusi sessuali ai danni di seminaristi e giovani preti, come del resto la vicenda di monsignor Camaldo, rievocata dallo stesso Nuzzi, mostra. Alludiamo al caso di Emanuela Orlandi, la figlia quindicenne di un commesso pontificio, scomparsa nel nulla il 22 giugno 1983, scomparsa che la magistratura inquirente ha collegato alla Banda della Magliana e più precisamente a Enrico De Pedis, i cui resti mortali sono stati misteriosamente tumulati nella basilica di Sant’Apollinare a Roma. Ebbene, a essere sospettato di aver concesso l’anomala sepoltura a un siffatto personaggio è stato proprio monsignor Camaldo, il quale peraltro si è difeso asserendo la sua estraneità alla vicenda (www.lastampa.it/vatican-insider/it...andi-1.35206000), mentre la versione ufficiale del Vaticano è che il benestare fosse venuto, su richiesta del rettore della basilica, don Pietro Vergari, dal cardinale Ugo Poletti, morto poi improvvisamente, per un arresto cardiaco, il 25 febbraio 1997. Ad accorgersi di quelle strane circostanze è stata la giornalista della R.A.I. Raffaella Notarile, coautrice, insieme a Sabrina Minardi, del libro inchiesta Segreto criminale. La vera storia della banda della Magliana che ha avuto ben dieci edizioni in pochi mesi, e poi, da sola, di un secondo libro, Il boss della banda della Magliana, Enrico De Pedis. Ora, il nome di Ugo Poletti era già comparso fra quelli degli ecclesiastici che, stando alle rivelazioni del giornalista Mino Pecorelli - assassinato da ignoti sicari legati alla Banda della Magliana e con il coinvolgimento, come si disse allora ma fu poi smentito in sede processuale - di Giulio Andreotti - risultavano iscritti alla massoneria.

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Il legame più inquietante fra ambienti gay del Vaticano e ambienti massonici, vicini, o comunque non tanto lontani, dalla criminalità organizzata, è quello con il satanismo!


L’infernale lobby gay che spadroneggia in Vaticano
di Francesco Lamendola


continua su: www.accademianuovaitalia.it/index.p...-lobby-vaticana

Edited by pincopallino2 - 16/2/2022, 12:51
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