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Un altro prete ingravida parrocchiana. Il vescovo lo caccia e lui protesta, ...dopo don Paolo Curtaz da Aosta, parroco del papa in vacanza

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GalileoGalilei
view post Posted on 28/8/2007, 10:43 by: GalileoGalilei
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Tensione mista a emozione nelle parole di don Sante dopo aver ammesso la paternità

«L’affetto fa piacere, ma cerco di restare distaccato»

Mattiazzo, l’altra sera, aveva inviato il cancelliere vescovile per vigilare sulla celebrazione ABANO. «Avete visto anche voi, la chiesa era strapiena. Quando a una celebrazione c’è tanta gente fa tanto piacere. Cosa provo? In questo momento cerco di rimanere distaccato sia da chi mi osanna che da chi invece mi critica. Un po’ di tensione c’è, è normale. Ma sono tranquillo». Don Sante Sguotti è al suo posto in canonica, a curare l’organizzazione della sagra. La sua voce lascia trasparire una leggera emozione.

L’unica novità, rispetto agli altri giorni, è che con lui c’è una ragazza, «arruolata» per filtrare le continue chiamate al suo cellulare. Sono passate solo ventiquattr’ore dalla celebrazione in onore del patrono San Bartolomeo, nel corso della quale don Sante ha confessato dall’altare di non essere stato sincero con i parrocchiani, nascondendo loro di essere genitore di un bimbetto di un anno. Una celebrazione limitata alla liturgia della parola (ha preferito non consacrare l’Eucarestia per evitare il braccio di ferro con monsignor Mattiazzo), durante la quale è stato tenuto d’occhio da don Tiziano Vanzetto, cancelliere vescovile, firmatario della lettera della Curia che invita il parroco a dare le dimissioni entro il 10 settembre. L’alto prelato era nelle ultime file, in mezzo ai tanti fedeli.

Se l’aspettava don Sante il «controllo» da parte dei suoi superiori, che in questi giorni non si sarebbero mai fatti vivi con lei? «Su questo particolare preferisco non dire nulla. Anche perché il cancelliere vescovile io non l’ho visto. Finita la messa non è passato dalla canonica», risponde. Le 800 firme raccolte in due giorni dai parrocchiani e presentate in Curia perché resti a Monterosso sono una dimostrazione di grande apprezzamento dell’operato del sacerdote in questi otto anni di pastorale.


Una tale solidarietà se l’aspettava? «Queste manifestazioni di solidarietà fanno sempre piacere, è normale. Ma non è qualcosa di assoluto, può essere la risposta di un momento. Io del resto ho sempre lasciata libera la gente di farsi un’opinione, non ho cercato di trascinare nessuno, né di pormi a paladino di chissà quale battaglia», osserva il sacerdote. I giovani della parrocchia stanno dimostrando il loro affetto per il «don» in svariati modi. Con gli striscioni contro la scelta della Curia appesi ovunque intorno alla chiesa, con lo slogan sulle magliette «don Sante è mio padre».

Che effetto le fanno queste attestazioni? «Mi hanno sorpreso, non mi aspettavo questo tipo di risposta dai ragazzi. Probabilmente riconoscono di aver ricevuto del bene», afferma don Sante che sembra essersi ormai rassegnato a rispettare la volontà del Vescovo di astenersi dal celebrare l’Eucarestia.

Ad occuparsi in via provvisoria delle messe nella parrocchia di Monterosso, da quanto si è saputo, saranno i salesiani di Monteortone e i missionari della Sma di Feriole. Per quanto riguarda il futuro di don Sante, pare certo che il destino del parroco-papà sia altrove, lontano dalla canonica e dall’altare. Una scelta obbligata, anche se a Monterosso urlano: «è stato un privilegio averti come parroco, siamo orgogliosi di te».(26 agosto 2007)
 
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