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Un altro prete ingravida parrocchiana. Il vescovo lo caccia e lui protesta, ...dopo don Paolo Curtaz da Aosta, parroco del papa in vacanza

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GalileoGalilei
view post Posted on 23/8/2007, 13:55 by: GalileoGalilei
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http://espresso.repubblica.it/dettaglio-lo...-papa/1731529/6


Il parroco quarantenne protesta contro il celibato imposto ai sacerdoti.
Gli è stato impedito di celebrare la messa ma domani ci proverà
Il prete ha una compagna ed è papà

Monsignor Mattiazzo scopre il segreto di don Sante: se ne deve andare

Gelido confronto e secca smentita in Vescovado a Padova E’l’amore per una donna il segreto di don Sante. Una giovane donna dalla quale ha avuto un bimbo che da poco ha compiuto nove mesi. Il paese lo sa. Molti amici di don Sante, preti e laici, lo sanno. Ora lo sa anche il vescovo Antonio Mattiazzo. Il problema è che don Sante vuole continuare a fare il prete.

La segnalazione al vescovo è arrivata da una fonte sicura, una religiosa alla quale il sacerdote di Monterosso ha raccontato tutto fidando nell’amicizia. La suora ha obbedito prima alla Chiesa che all’Amicizia e si è confidata con monsignor Mattiazzo. Il vescovo ha deciso di non dar fiato allo scandalo. Non c’era già stato un altro parroco allontanato dai Colli in un contesto mai chiarito? Meglio evitare, dunque. Monsignor Mattiazzo ha convocato don Sante e gli ha chiesto se le voci giuntegli corrispondono alla verità. Don Sante ha negato ma al vecchio pastore il dubbio è rimasto e lo ha invitato prima a non celebrare più messa e poi a dimettersi, a lasciare la parrocchia. Don Sante ha detto no. Un colloquio di dieci minuti, secco e teso, e subito dopo il giovane prete si è ritrovato in strada, davanti alla sede del Vescovado.

Solo, ma non domo. Anzi, convinto di non aver compiuto nessun atto riprovevole e sicuro che è la regola ad essere sbagliata. Don Sante tiene duro. Ha continuato a celebrare la messa venerdì e sabato scorsi. Poi domenica è arrivato l’emissario del vescovo che ha letto ai parrocchiani stupefatti una lettera nella quale si chiarisce che il prete non sarà più dietro all’altare. Ieri il mattino l’ha scritto ed è successo il finimondo: telefonate, e-mail, sms. I parrocchiani hanno capito.

Mattiazzo non ha voluto emettere un provvedimento di interdizione, nelle prossime ore sarà probabilmente costretto a farlo: domani è giorno di festa a Monterosso con la solenne celebrazione che proprio don Sante dovrebbe officiare. Si chiude la sagra e il parroco non vuole mancare. Il vescovo è stato invitato, come da prassi, e ora la domanda è: che farà, ci andrà? Officerà lui la messa, impedendo così a don Sante di proseguire in quella che per il vescovo è ormai una provocazione o lascerà correre, considerando l’episodio come l’ultimo della carriera di un prete che ha scelto di andare contro corrente? A differenza dell’ex direttore dell’emittente cattolica Telechiara, don Ugo Moretto, che scomparve per diventare genitore assieme a una giornalista, il quale ha rinunziato ai voti, don Sante recalcitra. Resiste a tal punto che desidera interpretare la propria vicenda personale come una rappresentazione delle difficoltà nelle quali si dibattono i sacerdoti. Rivendica il diritto dei preti cattolici ad avere una famiglia, a sposarsi, ad avere figli. Sostiene che sono in molti a pensarla come lui, fra il clero e fra i cattolici. Ma tutti si zittiscono davanti alla gerarchia.

Don Sante tiene duro e chiarisce che dalla parrocchia se ne andrà solo se cacciato. Dalla metà di settembre si allontanerà per un periodo di ferie e al suo ritorno, quando scoccherà una data per lui simbolica, che ha già fissato e che ha condiviso solo con la compagna, proclamerà pubblicamente il suo fidanzamento. Rivelerà a tutti la relazione, rivendicherà il suo diritto ad amare non solo Dio. Lei, la compagna, è d’accordo. Don Sante non è propriamente un prete modello, per come lo intendono i più alti gradi della gerarchia ecclesiastica e molti suoi colleghi. Intende discutere dei temi del celibato e della castità, della pedofilia, della democrazia dentro la Chiesa e della somministrazione dei sacramenti ai separati. Ha voglia di urlare molte cose sulla gestione dei beni della Chiesa. A cominciare dall’ex Seminario di Tencarola, il quale versa in un vergognoso stato di abbandono a causa di negligenze riconducibili ai religiosi che l’avevano in custodia formale, senza averla mai esercitata fino alla denuncia di questo giornale. Vuole dirle, le dirà e non sembra rendersi conto della bufera che avrà inizio.

La Chiesa accetta tutto, purché avvenga in silenzio. Se don Sante si fosse dimesso e avesse accettato un temporaneo oblio, intorno a lui sarebbe scattata quella cintura di protezione che sempre viene fabbricata quando un prete decide di appendere la tonaca. Ma don Sante non coglie la contraddizione fra quel che programma per il futuro e quel «don» che ha scelto di farsi mettere davanti all’esistenza. La Regola, l’Obbedienza, non gli appartengono più. Sa che i suoi parrocchiani sono con lui e l’obiezione che un parroco non si elegge a furor di popolo, specie se ha una compagna e un figlio, non vuole sentirla. Chi gli ha parlato lo ha trovato irremovibile, caparbio.
Il suo segreto finisce qui, oggi, con queste righe che egli stesso ha offerto al mondo con l’orgoglio di chi lancia una sfida impossibile nella speranza che qualcuno la raccolga. O almeno lo aiuti a uscire dalla complessità in cui il destino lo ha cacciato.(23 agosto 2007)


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http://mattinopadova.repubblica.it/dettagl...one=EdRegionale


InviaVersione stampabileABANO / IL PARROCO DI MONTEROSSO NELLA BUFERA
"Troppe voci su don Sante, deve andare via"

Diktat di Mattiazzo, un delegato vescovile ha letto la lettera domenica durante la messa. Immediata reazione dei fedeli. Il sacerdote non ha alcuna intenzione di fare le valigie


ABANO. Dopo don Marino Ruggero un altro giovane parroco di una piccola comunità ai piedi degli Euganei è costretto a lasciare l'incarico contro la volontà dei fedeli. Il vescovo Antonio Mattiazzo ha invitato, infatti, don Sante Sguotti a rassegnare le dimissioni da parroco di Monterosso. Il quarantenne sacerdote, originario di Bagnoli di Sopra, nelle intenzioni del capo della Diocesi di Padova, dovrebbe lasciare la guida pastorale della parrocchia, che fa parte del vicariato di Abano (circa 780 anime), entro il 10 settembre prossimo. A comunicare ai fedeli di Monterosso la notizia della partenza di don Sante è stato incaricato domenica scorsa il delegato vescovile per il clero, monsignor Giuseppe Zanon.

Dall'altare della bella chiesetta di San Bartolomeo il prelato, giunto appositamente da Padova, ha letto una missiva firmata dal cancelliere vescovile don Tiziano Vanzetto. Missiva che non è stata ben accolta dalla stragrande maggioranza dei parrocchiani, che durante la celebrazione e più tardi sul sagrato ha duramente manifestato contro la decisione della Curia. Voci sull'allontanamento del parroco in paese si ricorrevano ormai da un paio di mesi. Non sono invece del tutto chiari i motivi che hanno indotto la Curia a chiedere perentoriamente a don Sante di dimettersi dall'incarico. A Monterosso alcuni parlano di pressioni da parte di un privato per arrivare ad acquistare a basso costo un terreno edificabile di proprietà della parrocchia dove costruirvi una villetta. Richiesta a cui don Sante ed i parrocchiani si stanno opponendo con tutti i mezzi. Ma c'è anche chi sostiene che c'è dell'altro, forse più importante del lotto di terra edificabile. «Era previsto per don Sante un normale avvicendamento se lui non avesse chiesto un incontro con il Vescovo informandolo che rinunciava a celebrare in parrocchia perché si sentiva delegittimato da voci diffuse sul suo conto», si legge nella lettera ai fedeli di Monterosso del cancelliere vescovile monsignor Vanzetto.



Di «lasciare l'incarico per certe voci» parla anche lo stesso parroco nel saluto che è stato pubblicato sulle prime pagine del dépliant che illustra il programma della nota «Festa del bigolo» in corso in questi giorni a Monterosso. Per ora don Sante non vuole svelare nulla su quelle «voci diffuse sul suo conto» che l'hanno indotto addirittura, lo scorso mese di giugno, a smettere di celebrare l'Eucarestia in chiesa. «Lasciamo che si concluda nel migliore dei modi la sagra di San Bartolomeo», si limita a dire il parroco, che per il 16 agosto scorso aveva concordato un incontro col Vescovo proprio per chiarire la vicenda, ma ha preferito non andarci e inviare invece a monsignor Mattiazzo una lettera. «Don Sante ha chiesto di tornare a celebrare a Monterosso, la risposta è negativa perché non sono cambiate le condizioni che l'avevano portato alla decisione di non celebrare», aggiunge nel comunicato il cancelliere vescovile che puntualizza, prima di invitare la comunità a pregare perché il Signore conceda di uscire presto da questa situazione di sofferenza, che il terreno edificabile di proprietà della parrocchia sulla questione dell'allontanamento di don Sante non c'entra nulla.
(22 agosto 2007)

Edited by GalileoGalilei - 23/8/2007, 18:23
 
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