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Preti ricattati. Diocesi di Torino nella bufera

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GalileoGalilei
view post Posted on 10/8/2007, 10:32 by: GalileoGalilei
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http://www.repubblica.it/2007/08/sezioni/c...-ricattati.html

Le indagini di carabinieri e procura sul caso di Salvatore Costa
Minaccie d'estorsione per altri tre religiosi in Lombardia, Puglia e Liguria
Violenza sessuale a Torino
i sacerdoti ricattati erano sei

TORINO - Sono sei i sacerdoti, di varie località italiane, che compaiono nell'inchiesta su Salvatore Costa, il ventiquattrenne torinese arrestato con l'accusa di avere estorto del denaro a due religiosi minacciando, in caso contrario, di rivelare storie di rapporti sessuali. Il numero è stato ricavato da carabinieri e magistrati, incrociando verbali di interrogatorio e brogliacci di intercettazioni telefoniche.

Ai nomi dei tre religiosi finora emersi, se ne devono dunque aggiungere altri tre, per il momento non identificati. Il primo - secondo quanto si è appreso in ambienti investigativi - è a Magenta (Milano), dove Costa si era recato a luglio nei giorni precedenti al suo arresto. "Sto 'facendomi' un prete", è quanto ha detto in una telefonata intercettata.

Il secondo emerge da una telefonata in cui una conoscente dice che il giovane era in Puglia per prendere contatto con un sacerdote. La presenza del terzo, invece, è stata indicata da una testimone: la donna ha riferito agli inquirenti di avere ospitato Costa in casa sua nel 2003, in Liguria, e di averlo sentito vantarsi di essere l'autore di piccole truffe e di un'estorsione ai danni di un prete ligure.

Costa, difeso dagli avvocati Geo Dal Fiume, Roberto De Sensi e Davide de Bartolo, per ora risponde di due tentativi di ricatto: il primo ai danni di don Luciano Alloisio, amministratore dell'istituto salesiano Valsalice, a sua volta indagato per induzione alla prostituzione (lo assistono gli avvocati Fulvio e Nicola Gianaria) dopo aver ammesso frequentazioni con ragazzi maggiorenni; il secondo al canonico don Mario Vaudagnotto, in servizio alla chiesa di San Lorenzo, che ha ricevuto un avviso di garanzia per violenza sessuale (è difeso dall'avvocato Luigi Chiappero).

Il ventiquattrenne, conosciuto nelle parrocchie e negli enti caritatevoli della diocesi per la sua prassi di elemosinare somme di denaro per il suo sostentamento, ha chiamato in causa anche un terzo religioso, padre Nino Fiori, che opera nel Duomo di Torino. Costa ha detto che con lui, undici anni fa, ebbe il suo primo rapporto sessuale.

(9 agosto 2007)

http://espresso.repubblica.it/dettaglio-lo...-caso/1715474/6

La magistratura tra due fuochi: da un lato le pressioni della Curia dall´altro le accuse di parzialità
"La vittima in cella, loro liberi"
Preti indagati, scoppia il caso
Paolo Griseri
Il legale del ricattatore attacca la Procura. Inchiesta secretata Bufera sull´indagine dei preti pedofili. La Procura annuncia la secretazione dell´inchiesta mentre l´avvocato Geo Dal Fiume, difensore di Salvatore Costa, mette in dubbio la «laicità» dei magistrati. Nello stesso giorno in cui raddoppia il numero dei sacerdoti a titolo diverso coinvolti nell´inchiesta, il Palagiustizia si trova tra due fuochi. Stretto tra le discrete pressioni degli ambienti cattolici, che non gradiscono la pubblicità data a una vicenda certamente imbarazzante per la Curia, e la necessità di non utilizzare due pesi e due misure nei confronti dei ricattatori e dei sacerdoti.
Il comunicato di Geo Dal Fiume, storico principe del foro torinese, è stringato ma molto duro. Il legale di Costa premette che siamo in presenza «di scrocchi plurimi che si basano sulla effettività delle frequentazioni di giovani e giovanissimi da parte di pastori impuri». La prova di quanto sia veritiero il racconto degli accusatori è, secondo Dal Fiume, nello stesso comportamento dei sacerdoti: «La facilità nell´ottenere danaro procede dalla effettività di azioni nefaste e perciò stesso da nascondere. Soccombendo, appunto, al peso delle richieste balorde. Insomma - prosegue il legale - una recidivanza ad alimentazione vicendevole da intreccio di devianze reciproche». E se le devianze sono reciproche, l´avvocato chiede conto alla magistratura del suo comportamento: «La perequazione trattamentale è, allo stato, esigenza primaria di credibilità istituzionale, oltre lo specifico, nei quartieri alti della terzietà laica nella resa di giustizia». Insomma, il pari trattamento tra ricattatori e sacerdoti accusati di pedofilia sarebbe la prova della laicità della magistratura torinese. Ma se è così, sembra insinuare Dal Fiume, perché il ricattatore Costa è in carcere e i sacerdoti accusati di abusi sui minori sono in libertà?
La prima risposta, di merito, la dà, a caldo proprio Cristina Bianconi, il pm che conduce l´indagine: «Le accuse rivolte da Costa ai sacerdoti sono molto gravi. Ma prima di procedere è necessario verificare se si tratta di fatti realmente accaduti». Il procuratore capo, Marcello Maddalena reagisce all´attacco di Dal Fiume: «L´avvocato Dal Fiume può stare certo che la laicità dello Stato è fermamente difesa». Perché dunque Costa è in carcere e i sacerdoti sono a piede libero? «Forse perché il cliente dell´avvocato Dal Fiume ha qualche recidiva. Era stato arrestato all´inizio di luglio, è stato rimesso in libertà ed è tornato a ricattare. E poi va ricordato che la denuncia da cui è partita l´indagine l´ha fatta un sacerdote che denunciava un ricatto, non il ricattatore». Anche Maddalena invita alla prudenza: «Prima di dare per certi reati di cui sono accusate persone sottoposte a un ricatto, è necessario verificare con puntualità come si sono svolti i fatti».
Prudenza dettata anche dalle delicatezza delle indagini e dal rischio che la diffusione di informazioni non verificate possa rovinare la reputazione delle persone coinvolte. Per questo la Procura ha deciso ieri la secretazione degli atti: «Abbiamo deciso di farlo - spiega Maddalena - perché in questi casi una notizia non precisa può causare danni irreparabili. Lo facciamo sempre quando ci troviamo di fronte a vicende tanto delicate. Se un padre viene accusato di abusi sui figli, ad esempio, la secretazione è d´obbligo. Se un giorno si scoprisse che quel padre non ha commesso gli atti di cui è accusato non ci sarebbe più modo di riabilitarlo agli occhi del mondo e, soprattutto, nei confronti del figlio. Il danno sarebbe irreparabile». Da ieri dunque tutti i verbali di interrogatorio dei protagonisti della vicenda non sono più divulgabili. (10 agosto 2007)Torna indietro

Edited by GalileoGalilei - 25/6/2014, 06:53
 
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