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Preti ricattati. Diocesi di Torino nella bufera

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view post Posted on 7/8/2007, 18:32







Cronaca
Ricattava due sacerdoti, arrestato
A suo dire, religiosi avevano chiesto prestazioni sessuali
postato 3 ore fa da ANSA


(ANSA) - TORINO, 7 AGO - Una storia di estorsione ai danni di due sacerdoti di Torino ha portato all'arresto un giovane di 24 anni , Salvatore Costa. Negli interrogatori, ammesso le estorsioni che durerebbero da circa due anni, ma ha anche aggiunto che i due religiosi avevano chiesto piu' volte a lui e ad alcuni suoi amici prestazioni sessuali. Le indagini sono iniziate dopo la denuncia di uno dei due religiosi, l'economo del prestigioso liceo salesiano Val Salice di Torino



http://notizie.alice.it/notizie/search/ind...=feed&pmk=HPfad
 
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view post Posted on 7/8/2007, 18:43
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Notizia analoga alla precedente, quella di don Michele Tagliafierro da Caserta, sedotto e ricattato: https://laici.forumcommunity.net/?t=8196384



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http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/c.../4086girata.asp


Ricattava due sacerdoti



TORINO
Una storia di estorsione ai danni due sacerdoti di Torino ha portato nei giorni scorsi all’arresto di un giovane con piccoli precedenti penali, Salvatore Costa, 24 anni, ora in carcere alle Vallette.

Costa, difeso dagli avvocati torinesi Del Fiume, De Sensi e De Bartolo, ha ammesso le estorsioni, che durerebbero da circa due anni, ma ha anche aggiunto che i due religiosi avevano chiesto più volte a lui e ad alcuni suoi amici prestazioni sessuali.

Sulle indagini, condotte dal pubblico ministero Cristina Bianconi di Torino e dai carabinieri, c’è uno stretto riserbo. Sono iniziate dopo la denuncia di uno dei due religiosi, l’economo del prestigioso liceo salesiano Val Salice di Torino. Per quanto è dato sapere, pare che il ragazzo fosse riuscito a farsi dare dai due sacerdoti diverse migliaia di euro a forza di ricatti da 800-1.000 euro per volta. Ma alla fine, nel luglio scorso, l’economo dell’istituto Val Salice non ce l’ha più fatta e ha chiesto aiuto ai carabinieri. È così emerso che un secondo prete veniva ricattato da Costa, il responsabile dell’Ufficio Celebrazioni Liturgiche della Diocesi torinese presso la Chiesa di San Lorenzo.

Non è ancora chiaro dove e come si siano conosciuti il ragazzo e i due sacerdoti, nè se i due religiosi si frequentassero. Pare però che il ragazzo non frequenti nè comunità, nè parrocchie.
 
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view post Posted on 7/8/2007, 19:15
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Dunque dal sito dei salesiani Valsalice di Torino risulta che l’economo sarebbe il “prof. don Alloisio Luciano”: http://www.liceovalsalice.it/liceo/liceo.php?con=figure.php

L'altro prete risulta essere "mons. Mario Vaudagnotto", responsabile dell'ufficio liturgico della diocesi presso la chiesa di San Lorenzo

Edited by GalileoGalilei - 8/8/2007, 09:04
 
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view post Posted on 8/8/2007, 08:21
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Uno dei preti coinvolti è l'economo del liceo più prestigioso di Torino in cui hanno studiato, tra gli altri, il card., Bertone, il procuratore Caselli e i giornalisti Marco Travaglio e Giorgio Tosatto

http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/c.../4090girata.asp
Il liceo di Bertone e del giudice Caselli



In quella scuola, sulla collina torinese, studiò anche il Segretario di Stato vaticano
GIOVANNA FAVRO
TORINO
Com’è diverso, quel mondo di miserie e di violenze che s’è abbattuto sull’economo, dal mondo che si schiude dietro il grande cancello del Valsalice. Un mondo che da quelle accuse non è stato sfiorato, sporcato, nemmeno per un soffio, una briciola.
L’indirizzo, viale Thovez 37, è lo stesso da più di cent’anni, a due passi dal centro della città e già immerso nel verde della collina torinese, fra strade tranquille in cui si aprono le ville dell’alta borghesia e dell’aristocrazia subalpina.
Dietro al cancello c’è la salitella con la tomba in cui è stato sepolto per un periodo san Giovanni Bosco, che fondò la scuola acquistando l’edificio nel 1879. In pochi istanti s’arriva al cortile pavimentato di porfido, con le colonne che formano un loggiato elegante: un ingresso monumentale, ma anche un campo da pallone, con le porte. È tutta qui, forse, la chiave della scuola: studio severo, tradizione e cultura, ma abbinati alla spiritualità dell’oratorio salesiano, fatta anche di sport, di amicizia, di allegria. Negli edifici costruiti a «U» intorno al cortile ci sono la chiesa, il glorioso museo di storia naturale fondato da don Bosco e 31 aule grandi e luminose, con ciò che serve a un moderno liceo scientifico e classico, abbinato a due sezioni di scuola media: laboratori, aule multimediali, teatro. E poi i campi sportivi, le stanze dei salesiani.
Oggi gli allievi sono circa 800. Figli e figlie di ricchi vestiti da cabinotti, ma anche rampolli di estrazione più umile, con i genitori che, per pagare i 3 mila euro di retta, fanno sacrifici su sacrifici. Di sicuro, le 5 mila persone che hanno studiato qui, hanno imparato molto più che un cumulo di nozioni. Un volto noto dall’eloquio tagliente come Marco Travaglio, ad esempio, parla della sua ex scuola con grande tenerezza: «Ci ho lasciato il cuore. Là ho incontrato i preti meno bigotti che abbia mai conosciuto. Persone di altissimo livello professionale». Ripensa ai palazzi disposti a «U», al museo con i minerali: «Ogni tanto ci vado ancora, anche se i miei professori non ci sono più. Ci andavo già da piccolo: hanno frequentato quell’oratorio anche mio padre e mio nonno».
Ha studiato al Valsalice anche l’arcivescovo Tarcisio Bertone. Sono ex allievi Giancarlo Caselli, l’umanista Guido Davico Bonino, Giorgio Tosatti e l’ex rettore dell’Università Rinaldo Bertolino, che era capitano della squadra di calcio. «Valsalice - dice quest’ultimo - m’ha dato una dimensione di serietà, di formazione profonda e rigorosa. Le lezioni di don Perissinotto mi spinsero verso l’inglese in anni in cui si studiavano solo le lingue morte».
Gli ex allievi ricordano le sfide di pallone e la rivalità con i ragazzi del San Giuseppe, il «SanGip» dei padri giuseppini. Ricordano giornate di studio duro, chini sui libri, ma anche pomeriggi di sole e di risate. La storia dell’economo, con il loro liceo non c’entra davvero niente. Non trova posto un nesso con la scuola negli atti giudiziari, e nemmeno nel cuore.




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http://www.repubblica.it/2007/08/sezioni/c...-sacerdoti.html

Il Valsalice al centro di una inchiesta su presunti abusi sessuali di sacerdoti cattolici

Ai religiosi chiesto denaro in cambio del silenzio. Un giovane arrestato per estorsione

Torino, preti accusati di pedofilia
Uno è economo di un istituto salesiano
Interrogato monsignor Vaudagnotto, stretto collaboratore del cardinale


di SARAH MARTINENGHI e PAOLO GRISERI


TORINO - Ha vissuto per anni di elemosina, prostituzione e ricatti. E chiedeva soldi ai preti in cambio del suo silenzio. L'arresto di Salvatore Costa, torinese di 24 anni, con l'accusa di estorsione nei confronti di monsignor Mario Vaudagnotto (responsabile dell'ufficio liturgico della diocesi presso la chiesa di San Lorenzo), e nei confronti di don Luciano Alloisio, (economo dell'istituto scolastico salesiano Valsalice), è al centro di una nuova inchiesta giudiziaria su presunti abusi sessuali che coinvolge sacerdoti cattolici.

Il giovane arrestato ha raccontato di aver avuto per anni rapporti sessuali con i preti e anche con un terzo parroco della provincia di Torino. Le sue dichiarazioni hanno portato all'iscrizione dell'economo nel registro degli indagati con accuse pesantissime: pedofilia e induzione alla prostituzione di minorenne, aggravata dall'abuso di potere. "Conosco Don Alloisio dal 1997, avevo 15 anni quando abbiamo cominciato ad avere rapporti sessuali. E i nostri incontri sono continuati negli anni, fino a poco tempo fa" accusa Costa.

Il prete, difeso dagli avvocati Fulvio e Nicola Gianaria, nega ogni accusa e ha sporto querela per calunnia nei confronti del giovane: "In questo procedimento noi siamo la parte offesa, vittima di continue estorsioni" hanno spiegato i legali. Gli inquirenti stanno vagliando ora la posizione di padre Vaudagnotto: "Con lui ho avuto rapporti sessuali a cominciare dal 2000, quando avevo 18 anni" ha affermato il ragazzo. "Chiedeva soldi per pagare le bollette, e si è inventato tutto" ha replicato il monsignore.

Quando l'hanno arrestato in flagranza, la prima volta, era l'8 luglio: Costa aveva appena estorto 2000 euro a don Alloisio. Dopo aver sborsato somme di denaro per mesi, oltre 10 mila euro, per non far trapelare nulla, l'economo, in attesa di assumere un altro incarico a Roma, aveva deciso di denunciare ai carabinieri i ricatti subiti da anni. Sono nate così le indagini, e il fascicolo è stato affidato al procuratore aggiunto Pietro Forno, e ai pm Cristina Bianconi e Manuela Pedrotta.

Salvatore Costa è stato intercettato e filmato mentre riceveva e intascava il denaro dal salesiano. Ma quando il ragazzo ha visto i carabinieri si è difeso, e ha rovesciato tutte le accuse nei confronti del prete. Le sue dichiarazioni sono apparse credibili e due giorni dopo i suoi avvocati, Geo Dal Fiume, Roberto De Sensi e Davide De Bartolo, hanno ottenuto la scarcerazione. Ma una volta tornato in libertà Costa ha continuato il giro delle chiese e il gioco dei ricatti. "Voglio 800 euro, altrimenti mi rivolgerò ai giornali e racconterò tutto" diceva ogni volta a Don Alloisio. La procura a quel punto ha chiesto e ottenuto dal gip Emanuela Gai un ordine di custodia cautelare: il primo agosto Costa è tornato in cella.

Interrogato dal giudice, il ragazzo ha ampliato il suo racconto e spiegato la sua verità: "Sono sposato e padre di due bambini, chiedo soldi nelle chiese per tirare avanti, ma ogni tanto faccio qualche lavoretto come idraulico. Devo pagare l'affitto e le bollette, e mi prostituisco con i preti da quando ero minorenne. Ho conosciuto Don Alloisio nel 1997 quando frequentavo la Fondazione Fratelli Dimenticati, in via Longarina 4 a Torino, e proprio in quella sede avevo rapporti sessuali con lui. Mi risulta che lui frequentasse anche altri ragazzi, in particolare romeni che si vendono in via Cavalli".

La casa del salesiano è stata perquisita e gli inquirenti hanno trovato una serie di strani biglietti, con scritto "Non ho mai avuto rapporti sessuali con Don Alloisio", oppure "Mi sono inventato tutto", recanti la firma di Salvatore Costa. Il ragazzo ha spiegato che firmava i biglietti ogni volta che riceveva denaro, come "ricevuta" del suo silenzio. Nel bagno del sacerdote è stata ritrovata un'ingente somma di denaro: il prete l'ha giustificata spiegando che si trattava di denaro dell'istituto Val Salice che lui amministrava economicamente. I soldi non sono stati posti sotto sequestro, ma gli è stato prelevato un computer il cui contenuto è al vaglio degli inquirenti.

(8 agosto 2007) Torna su



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http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/p.../4089girata.asp



8/8/2007 (8:5) - ACCUSE DI MOLESTIE AL PRETE

Ricattato per gli abusi
il salesiano confessa




"Ho avuto rapporti sessuali con minorenni, ma fuori dalla scuola"
LODOVICO POLETTO
TORINO

Il prete e il ragazzino si erano incrociati di notte dieci anni fa. Uno era poco più che cinquantenne. L’altro di anni ne aveva quindici ma aveva già i modi e le parole di chi è cresciuto sulla strada e grazie alla strada riesce anche a campare. Uno si presentava stretto nel suo clergyman nero. L’altro nei jeans elasticizzati portati come li portavano allora i ragazzini di via Cavalli, a Torino. Uno era timoroso, riservato, come si si addice ad un sacerdote, ad un salesiano. L’altro era sfrontato: perché, dieci anni fa, quando navigavi dalle parti di via Cavalli, la strada dei ragazzi che la notte vendevano il corpo per comperarsi le Nike o i Levi’s 101, ci dovevi saper fare.

Dieci anni dopo la storia è molto diversa. Quel prete, don Luciano Alloisio (da un paio di settimane in Vaticano), ha fatto carriera nel mondo salesiano, è diventato economo dell’istituto Valsalice, una delle più prestigiose scuole ed istituzioni religiose della città. Il ragazzo, Salvatore Costa, adesso ha 24 anni, ha lasciato la strada, ha due figli piccoli e una compagna. Campa come può, ha qualche precedente per furti. All’inizio di luglio i carabinieri lo arrestano: è accusato di aver ricattato quel sacerdote. Voleva farsi consegnare 30 mila euro. C’è riuscito soltanto in parte. S’è fatto dare quattro o cinque mila euro in tutto. Ai carabinieri del reparto operativo, e al pm Cristina Bianconi, Costa racconta una storia di abusi sessuali. Dice che a 15 anni è stato violentato da don Alloisio. E che con lui ha avuto altri rapporti omosessuali nei due anni successivi. La storia ha dell’incredibile. I militari cercano riscontri. Costa torna libero dopo pochi giorni. E quasi subito ci riprova. Chiede altri soldi a don Alloisio: 2000 euro perché deve campare. Perché deve mantenere i figli, perché non ha i soldi per fare la spesa. Il prete che lo aveva denunciato la prima volta torna dai carabinieri. Al maresciallo della stazione barriera Piacenza spiega che sì, lui è un sacerdote ma qualche anno prima ha sbagliato. Ha avuto rapporti sessuali con ragazzini che frequentavano via Cavalli. Ma con Costa mai. L’autoaccusa del sacerdote cambia le carte in tavola. Costa, è vero, torna in carcere, accusato ancora una volta di estorsione. Ma anche il sacerdote finisce nei guai: contro di lui c’è un’accusa di violenza sessuale. Per di più su minore.

Una storia di dieci anni fa. Quando don Alloisio ancora si occupava, in qualità di direttore, della fondazione «Fratelli dimenticati». Lì, tra le mura di quella casa in via Chanoux, racconta Salvatore Costa, ci sarebbe stata la violenza. Don Alloisio, assistito dagli avvocati Fulvio e Nicola Gianaria, nega. Niente violenza. Niente di niente, quando Salvatore era poco più che adolescente. Costa, però, va avanti nel suo racconto. Assistito dagli avvocati Geo Dal Fiume, Davide De Bartolo e Roberto De Sensi, parla di rapporti consumati anche più avanti nel tempo. Quando don Alloisio aveva già traslocato sulla collina di Torino. Costa insiste: «Ho chiesto del denaro perché non sapevo proprio come fare per campare. Sono un poveraccio. E quello da me voleva del sesso». Don Alloisio, davanti ai pm Cristina Bianconi ed Emanuela Pedrotta, racconta di aver dato del denaro a Costa. «A più riprese» spiega. Ma sesso mai. E tra il disperato e lo sconcertato racconta che a casa conserva anche una serie di lettere che lo confermano. I carabinieri del nucleo operativo le trovano. Sono delle specie di ricevute, ma con liberatoria. C’è scritto: «Io, Salvatore, non ho mai avuto rapporti sessuali con don Luciano».

A questo punto il ricattatore non si ferma più nei suoi racconti. Ai carabinieri e ai magistrati racconta la sua biografia di ragazzo di strada. Tira in ballo un prete che ora vive e lavora in un’altra provincia piemontese e un altro sacerdote, don Mario Vaudagnotto, settantenne parroco della seicentesca chiesa di San Lorenzo e cerimoniere della Curia. Dice: «Anche con lui ho fatto del sesso. Ma ero già maggiorenne. E anche da lui mi sono fatto dare dei soldi minacciando di raccontare tutto». Perché? «Io sono un poveraccio che non sa come campare. Che ha bisogno di mangiare e a cui nessuno dà un lavoro». Nel fascicolo dell’inchiesta ci sono già montagne di carte. Ci sono verbali di perquisizioni e controlli. E ci sono anche intercettazioni telefoniche. Confermano che Salvatore Costa era un ricattatore. Confermano che era in gravi difficoltà economiche per via dei figli piccoli, delle spese per la casa. Un giorno, al telefono con la compagna, è chiaro: «Conosco un prete omossessuale. Vedrai che che da quello riesco a ricavarci qualcosa».



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http://espresso.repubblica.it/dettaglio-lo...-loro/1713050/6


Coinvolti nella vicenda l´economo del Valsalice e uno dei più stretti collaboratori dell´arcivescovo
La Curia e i preti sotto accusa
"Dobbiamo pregare per loro"
Paolo Griseri
Sarah Martinenghi
La denuncia del giovane: "Violentato quando ero minorenne" Il comunicato è scarno e lascia trasparire in poche righe tutta l´amarezza della diocesi torinese per una vicenda che coinvolge uno dei sacerdoti che da più tempo collaborano con i vertici della Curia e una delle scuole cattoliche di maggior prestigio della città. Bruciano le accuse di Salvatore Costa, il ventiquattrenne arrestato perché ricattava due preti minacciandoli di rivelare di aver subito da loro violenza sessuale. Si teme l´effetto mediatico di un´indagine che potrebbe essere solo all´inizio. Si immaginano le ricadute sull´attività dei tanti sacerdoti che operano nel territorio della diocesi.
Così, nel primo pomeriggio, i vertici della chiesa cattolica torinese rompono il silenzio e producono un breve comunicato congiunto insieme all´Ispettoria salesiana del Piemonte: «In merito alle notizie di stampa circa una presunta estorsione operata da un uomo ventiquattrenne ai danni di due sacerdoti - si legge - ci rimettiamo con fiducia all´operato della magistratura inquirente, esprimendo nel contempo vicinanza di preghiera nei confronti dei due sacerdoti chiamati in causa, nella speranza che la loro posizione possa essere chiarita al più presto».
Il comunicato dunque non entra nel merito delle accuse, della loro fondatezza o della natura ricattatoria delle minacce. Sottolinea che l´autore dell´estorsione è «un uomo ventiquattrenne». Evita accuratamente di prendere posizione sull´operato della magistratura che proprio in queste ore sta proseguendo nell´inchiesta. Esprime «vicinanza di preghiera» ai due preti e si augura che tutto si concluda per il meglio.
La figura di don Luciano Alloisio, l´economo di Valsalice, è tra quelle che spiccano nell´organigramma dell´istituto gestito dai salesiani sulla collina torinese. E quella di monsignor Vaudagnotto, il cerimoniere delle liturgie più importanti della diocesi, ha da decenni un ruolo di rilievo in Curia. Vengono così coinvolte la maggiore congregazione della città e una figura di vertice in via Arcivescovado. Questo spiega il silenzio amareggiato del cardinale, la sua decisione di non commentare ulteriormente in attesa di comprendere meglio gli sviluppi dell´inchiesta. E, allo stesso modo, spiega il silenzio dei salesiani che nelle scorse settimane avevano già provveduto ad allontanare don Alloisio da Torino. Anche solo per un motivo prudenziale.

Il mondo cattolico torinese è dunque in attesa di capire. Pronto ad esprimere, già nei prossimi giorni, solidarietà ai sacerdoti se si riveleranno davvero vittime di un odioso ricatto ma anche ad assumere un atteggiamento diverso se si scoprirà che quel ricatto era fondato su episodi effettivamente avvenuti.

La stessa prudenza che ieri caratterizzava l´atteggiamento dei magistrati inquirenti. «Dobbiamo stare attenti a non cadere nell´errore di creare mostri, di crocifiggere delle persone e poi dover fare marcia indietro», ammoniva ieri il procuratore aggiunto Pietro Forno che coordina l´inchiesta. «Spesso le minacce possono anche essere infondate e vanno comunque verificate a fondo», aggiungeva il procuratore capo Marcello Maddalena. Ma in corso Vittorio la prudenza ha anche altre motivazioni: «Siamo in una fase molto delicata dei riscontri - spiegava un pm - e qualsiasi dettaglio pubblicato sui giornali può rischiare di rovinare il nostro lavoro». Già nelle prossime ore comunque i pm dovrebbero compiere altri atti importanti.

(08 agosto 2007)



 
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http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronach...te_torino.shtml

Il ricattatore ha fatto un altro nome: un prete più giovane degli altri due Abusi, coinvolto un terzo sacerdote L'inchiesta di Torino sull'estorsione sta portando alla luce alcuni casi di sospette violenze sessuali.

Indagato anche don Vaudagnotto



Monsignor Mario Vaudagnotto (Ansa)
TORINO - Ci sarebbe un terzo sacerdote coinvolto nella storia di estorsione che ha portato all'arresto del 24enne Salvatore Costa e all'accusa di abusi sessuali che sarebbero stati compiuti da due salesiani torinesi, Don Luciano Alloisio, economo del collegio Valsalice di Torino e attualmente trasferito in Vaticano, alla pontificia università e don Mario Vaudagnotto, parroco della centralissima chiesa di San Lorenzo del capoluogo piemontese, su dei giovani. Il terzo prete sarebbe più giovane degli altri due.

IL RICATTATORE - A fare il suo nome è stato lo stesso Costa, all'epoca dei fatti minorenne e tuttora in carcere, le cui dichiarazioni sono vagliate con cautela dai magistrati. «Avevo bisogno di soldi per pagare le spese di casa e crescere le mie bambine», ha detto il giovane agli inquirenti per giustificare le richieste di denaro. «La sua convivente, una casalinga, aiutata economicamente dalla sua famiglia - ha detto il difensore di Costa, l'avvocato Roberto De Sensi - era all'oscuro di tutto. Conosceva i suoi trascorsi di quando era minore e più volte era finito a chiedere aiuti in oratori e fondazioni religiose, ma non la sua decisione di procurarsi denaro in questo modo». E che Costa fosse davvero disperato lo dimostrerebbe il fatto che ha reiterato il reato anche dopo essere uscito una prima volta di prigione a metà luglio. Il giovane dovrebbe essere interrogato nuovamente dai magistrati nei prossimi giorni. «Il mio assistito ha sicuramente compiuto un reato, un reato anche grave - aggiunge De Sensi - e ne risponderà, ma è giusto che vengano messi tutti i puntini sulle "i" e che se vi sono responsabilità, di altro genere, vengano accertate».

INDAGATO - Nel frattempo si è appreso che don Mario Vaudagnotto, il secondo religioso coinvolto nelle indagini, è stato iscritto al registro degli indagati e che la Curia torinese sta cercando per lui un legale. Don Vaudagnotto fino ad ora è stato sentito come teste. Molto provato e più volte caduto nello sconforto e in crisi di pianto, don Vaudagnotto ha detto: «Mi rimetto alla magistratura e ho la speranza che questa triste storia termini presto».
08 agosto 2007
 
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http://www.gaynews.it/view.php?ID=74897

TORINO. RICATTATORE ACCUSA TERZO RELIGIOSO
Si allarga l'inchiesta della magistratura di Torino sui sacerdoti coinvolti in una storia di ricatti subiti e di presunta violenza sessuale
mercoledì 08 agosto 2007 , di ansa

VIOLENZA SESSUALE: RICATTATORE ACCUSA TERZO RELIGIOSO /ANSA

SI ALLARGA L'INCHIESTA DELLA MAGISTRATURA DI TORINO (ANSA) - TORINO, 8 AGO - Si allarga l'inchiesta della magistratura di Torino sui sacti coinvolti in una storia di ricatti subiti e di presunta violenza sessuale. Salvatore Costa, 24 anni, il giovane sbandato in galera per estorsione nei loro confronti, ha tirato in ballo anche un terzo religioso, oltre a don Luciano Alloisio, salesiano torinese di 63 anni, e a monsignor Mario Vaudagnotto, 70 anni, direttore dell'Ufficio celebrazioni liturgiche della diocesi.

Si tratta di un sacerdote di 40 anni, don Nino F., che ha iniziato la sua carriera religiosa nella congregazione dei Servi di Maria la stessa che regge la Basilica di Superga. Anche lui avrebbe conosciuto Costa quando era ancora minorenne. Per guadagnarsi da vivere il giovane si vendeva per pochi spiccioli in via Cavalli, a Torino, fra i ragazzi di strada, o commetteva qualche piccolo furto.

 
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view post Posted on 9/8/2007, 09:16
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http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/c.../4103girata.asp


Dai Servi di Maria
al servizio in Duomo

+ Abusi sessuali Coinvolto un terzo prete
MULTIMEDIA
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Bufera al Valsalice per abusi sessuali





Don Nino Fiori, un insospettabile quarantenne in clergyman


L.P.
TORINO
Ha quarant’anni, un aspetto elegante, è sempre vestito in clergyman. Ha un piglio da sacerdote di città, da uomo religioso, ma anche teologicamente preparatissimo. Insomma, proprio un moderno e insospettabile sacerdote. Eccolo qui don Nino Fiori, religioso che compie il suo ministero al Duomo di Torino e che ha iniziato la sua carriera nella congregazione dei Servi di Maria. La stessa che regge, tra le altre cose, anche la Basilica di Superga, uno dei simboli della Torino cattolica.
Riservato, don Nino è il terzo sacerdote chiamato in causa da Salvatore Costa. Ne ha parlato nel corso dell’ultimo interrogatorio. «Con lui è stata la prima volta in assoluto: all’epoca avevo soltanto 14 anni: Lui era poco più vecchio di me», ha raccontato. Parole dette in fretta davanti al magistrato. Poi, subito dopo, Costa non ha retto, ha avuto un cedimento di nervi e hanno dovuto accompagnarlo via.
Don Nino Fiori da qualche giorno non è presente in Duomo. «È in vacanza, lontano da Torino», dice chi risponde al telefono. E manca anche il rettore della chiesa che custodisce il «Sacro Lino»: farà ritorno a Torino soltanto dopo il 20 di agosto. «Una vacanza prevista e programmata da tempo, non un allontanamento improvviso», tengono a precisare fonti vicine alla chiesa torinese.
Dalla Curia, invece, sulla vicenda di don Fiori non arriva nulla, né precisazioni né commenti. E valgono anche oggi le parole dei comunicati ufficiali emessi l’altro giorno: «Abbiamo piena fiducia nei magistrati e siamo vicini nella preghiera ai sacerdoti». Questa la linea, fine delle spiegazioni ufficiali. Restano tante voci e tanti pettegolezzi, nessuna però trova conferme ufficiali.
Arrivano, invece, parole di difesa nei confronti di don Luciano Alloisio. Il sacerdote viene difeso a spada tratta dalla congregazione salesiana torinese. «Tutta la vicenda è partita da un atto di carità», afferma in mattinata il vicario provinciale dei salesiani don Sergio Bellini. Che, comunque, tiene a puntualizzare: «Gli avvocati dovranno tutelare anche l’immagine della congregazione».
 
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http://www.repubblica.it/2007/08/sezioni/c...-ricattati.html

Le indagini di carabinieri e procura sul caso di Salvatore Costa
Minaccie d'estorsione per altri tre religiosi in Lombardia, Puglia e Liguria
Violenza sessuale a Torino
i sacerdoti ricattati erano sei

TORINO - Sono sei i sacerdoti, di varie località italiane, che compaiono nell'inchiesta su Salvatore Costa, il ventiquattrenne torinese arrestato con l'accusa di avere estorto del denaro a due religiosi minacciando, in caso contrario, di rivelare storie di rapporti sessuali. Il numero è stato ricavato da carabinieri e magistrati, incrociando verbali di interrogatorio e brogliacci di intercettazioni telefoniche.

Ai nomi dei tre religiosi finora emersi, se ne devono dunque aggiungere altri tre, per il momento non identificati. Il primo - secondo quanto si è appreso in ambienti investigativi - è a Magenta (Milano), dove Costa si era recato a luglio nei giorni precedenti al suo arresto. "Sto 'facendomi' un prete", è quanto ha detto in una telefonata intercettata.

Il secondo emerge da una telefonata in cui una conoscente dice che il giovane era in Puglia per prendere contatto con un sacerdote. La presenza del terzo, invece, è stata indicata da una testimone: la donna ha riferito agli inquirenti di avere ospitato Costa in casa sua nel 2003, in Liguria, e di averlo sentito vantarsi di essere l'autore di piccole truffe e di un'estorsione ai danni di un prete ligure.

Costa, difeso dagli avvocati Geo Dal Fiume, Roberto De Sensi e Davide de Bartolo, per ora risponde di due tentativi di ricatto: il primo ai danni di don Luciano Alloisio, amministratore dell'istituto salesiano Valsalice, a sua volta indagato per induzione alla prostituzione (lo assistono gli avvocati Fulvio e Nicola Gianaria) dopo aver ammesso frequentazioni con ragazzi maggiorenni; il secondo al canonico don Mario Vaudagnotto, in servizio alla chiesa di San Lorenzo, che ha ricevuto un avviso di garanzia per violenza sessuale (è difeso dall'avvocato Luigi Chiappero).

Il ventiquattrenne, conosciuto nelle parrocchie e negli enti caritatevoli della diocesi per la sua prassi di elemosinare somme di denaro per il suo sostentamento, ha chiamato in causa anche un terzo religioso, padre Nino Fiori, che opera nel Duomo di Torino. Costa ha detto che con lui, undici anni fa, ebbe il suo primo rapporto sessuale.

(9 agosto 2007)

http://espresso.repubblica.it/dettaglio-lo...-caso/1715474/6

La magistratura tra due fuochi: da un lato le pressioni della Curia dall´altro le accuse di parzialità
"La vittima in cella, loro liberi"
Preti indagati, scoppia il caso
Paolo Griseri
Il legale del ricattatore attacca la Procura. Inchiesta secretata Bufera sull´indagine dei preti pedofili. La Procura annuncia la secretazione dell´inchiesta mentre l´avvocato Geo Dal Fiume, difensore di Salvatore Costa, mette in dubbio la «laicità» dei magistrati. Nello stesso giorno in cui raddoppia il numero dei sacerdoti a titolo diverso coinvolti nell´inchiesta, il Palagiustizia si trova tra due fuochi. Stretto tra le discrete pressioni degli ambienti cattolici, che non gradiscono la pubblicità data a una vicenda certamente imbarazzante per la Curia, e la necessità di non utilizzare due pesi e due misure nei confronti dei ricattatori e dei sacerdoti.
Il comunicato di Geo Dal Fiume, storico principe del foro torinese, è stringato ma molto duro. Il legale di Costa premette che siamo in presenza «di scrocchi plurimi che si basano sulla effettività delle frequentazioni di giovani e giovanissimi da parte di pastori impuri». La prova di quanto sia veritiero il racconto degli accusatori è, secondo Dal Fiume, nello stesso comportamento dei sacerdoti: «La facilità nell´ottenere danaro procede dalla effettività di azioni nefaste e perciò stesso da nascondere. Soccombendo, appunto, al peso delle richieste balorde. Insomma - prosegue il legale - una recidivanza ad alimentazione vicendevole da intreccio di devianze reciproche». E se le devianze sono reciproche, l´avvocato chiede conto alla magistratura del suo comportamento: «La perequazione trattamentale è, allo stato, esigenza primaria di credibilità istituzionale, oltre lo specifico, nei quartieri alti della terzietà laica nella resa di giustizia». Insomma, il pari trattamento tra ricattatori e sacerdoti accusati di pedofilia sarebbe la prova della laicità della magistratura torinese. Ma se è così, sembra insinuare Dal Fiume, perché il ricattatore Costa è in carcere e i sacerdoti accusati di abusi sui minori sono in libertà?
La prima risposta, di merito, la dà, a caldo proprio Cristina Bianconi, il pm che conduce l´indagine: «Le accuse rivolte da Costa ai sacerdoti sono molto gravi. Ma prima di procedere è necessario verificare se si tratta di fatti realmente accaduti». Il procuratore capo, Marcello Maddalena reagisce all´attacco di Dal Fiume: «L´avvocato Dal Fiume può stare certo che la laicità dello Stato è fermamente difesa». Perché dunque Costa è in carcere e i sacerdoti sono a piede libero? «Forse perché il cliente dell´avvocato Dal Fiume ha qualche recidiva. Era stato arrestato all´inizio di luglio, è stato rimesso in libertà ed è tornato a ricattare. E poi va ricordato che la denuncia da cui è partita l´indagine l´ha fatta un sacerdote che denunciava un ricatto, non il ricattatore». Anche Maddalena invita alla prudenza: «Prima di dare per certi reati di cui sono accusate persone sottoposte a un ricatto, è necessario verificare con puntualità come si sono svolti i fatti».
Prudenza dettata anche dalle delicatezza delle indagini e dal rischio che la diffusione di informazioni non verificate possa rovinare la reputazione delle persone coinvolte. Per questo la Procura ha deciso ieri la secretazione degli atti: «Abbiamo deciso di farlo - spiega Maddalena - perché in questi casi una notizia non precisa può causare danni irreparabili. Lo facciamo sempre quando ci troviamo di fronte a vicende tanto delicate. Se un padre viene accusato di abusi sui figli, ad esempio, la secretazione è d´obbligo. Se un giorno si scoprisse che quel padre non ha commesso gli atti di cui è accusato non ci sarebbe più modo di riabilitarlo agli occhi del mondo e, soprattutto, nei confronti del figlio. Il danno sarebbe irreparabile». Da ieri dunque tutti i verbali di interrogatorio dei protagonisti della vicenda non sono più divulgabili. (10 agosto 2007)Torna indietro

Edited by GalileoGalilei - 25/6/2014, 06:53
 
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L´INTERVISTA



L´amico dell´arrestato: "Mi raccontò le violenze subite da bambino, voleva farla pagare a certi preti"



"Facevamo il giro delle chiese e Salvatore usciva con i soldi"



"Una volta padre Nino lo ha minacciato per strada: diceva di avere un fratello poliziotto"



GABRIELLA COLARUSSO



di paolo griseri

Il supertestimone ha quarant´anni, la barba e un lungo codino di capelli neri. Non ce l´ha con tutti i preti «ma solo con quelli che hanno fatto i bastardi». Con lui e il suo amico Salvatore Costa «che era in casa mia fino alla sera prima dell´arresto».





Con Salvatore Costa, Gregorio ha condiviso gli ultimi due anni di vita «e il racconto di come ci è capitato, da ragazzini, di essere violentati da un adulto». «L´adulto che ha violentato me era uno sconosciuto incontrato a Porta Nuova. Avevo dodici anni. Quello che ha abusato di Salvatore era padre Nino Fiori. Salvatore aveva 14 anni. Era solo, la madre era in Sicilia. Ha chiesto aiuto al prete che lo ha fatto salire in casa sua, gli ha dato cena e l´ha portato a trascorrere la notte nel suo letto a una piazza e mezza».

Non è la prima volta che Gregorio racconta questo abisso. Lo ha già fatto nei giorni scorsi di fronte agli inquirenti. Riferisce particolari precisi, fa nomi. Alcuni già emersi nell´inchiesta, altri finora sconosciuti. Non diremo i nomi dei preti finora estranei all´indagine, ci limiteremo a riferire i fatti che li riguardano.

Quando ha incontrato Salvatore Costa?

«Lo conoscevo da tempo ma abbiamo cominciato a frequentarci davvero due anni fa. Quando ci siamo raccontati le nostre storie».

Che cosa le ha raccontato Salvatore?

«Che quando era un ragazzo era disperato. La madre viveva al Sud, il padre aveva una vita disordinata. Lui aveva bisogno di soldi, girava a Moncalieri, vicino alla chiesa. È lì che ha incontrato padre Nino. Era un prete giovane. Gli ha promesso di aiutarlo, gli ha offerto la cena con quel che è seguito. Salvatore aveva quattordici anni».

Da allora Salvatore non ha più incontrato padre Nino?

«Lo ha rivisto quando è arrivato a fare il viceparroco in Duomo. Ma ormai Salvatore era adulto e aveva deciso di ricattare i preti che gli avevano fatto del male. Soprattutto padre Nino e don Luciano Alloisio. Una volta padre Nino lo ha incontrato per la strada. Gli ha detto: ‘Stai attento, Salvatore, ho un fratello poliziotto´».

Perché Salvatore ricattava don Alloisio?

«Perché quando aveva quindici anni il prete aveva avuto un rapporto con lui. In quel periodo don Luciano viveva in via Chanoux, alla Fondazione dei fratelli dimenticati. Gli dava dei soldi. Poi, una volta, lo ha fatto salire sulla sua auto e lo ha molestato».

Da quanto tempo Salvatore ha cominciato a ricattare don Luciano?

«Negli ultimi anni, perché aveva bisogno di soldi. Gli telefonava in continuazione, gli diceva ‘Dammi i soldi o racconto tutto´ e l´altro pagava. Arrivavano botte di 400-500 euro. Una volta Salvatore ne ha chiesti 800, l´altro gliene ha dati la metà, Salvatore ha protestato e il prete è tornato in casa per prendere quel che mancava».

Ricattava così anche monsignor Vaudagnotto?

«Sì, ma io di monsignor Vaudagnotto non posso che parlare bene. Ha aiutato tante persone, ha aiutato anche me. Don Mario è una persona tormentata. Secondo me Salvatore lo ha preso in giro, gli ha fatto credere che quando era successo qualcosa tra di loro aveva meno di diciotto anni ma non era vero. Lo faceva per avere soldi. Vaudagnotto nell´ultimo anno ha speso tutto quel che aveva. Non so se sapesse davvero che Salvatore era minorenne quando era successo. Comunque pagava. Alla fine Salvatore lo ha costretto a scrivere una lettera a don Luciano perché pagasse lui che i soldi sapeva dove trovarli».

Salvatore chiedeva soldi anche ad altri preti?

«Certe volte lo accompagnavo in macchina per le chiese della provincia. Lui entrava e dopo un quarto d´ora usciva con 100-200 euro, anche di più. Non so che cosa facesse, ma andava così».

L´ha accompagnato anche fuori dal Piemonte?

«Io non l´ho mai accompagnato. Ma so che spillava soldi a un frate di Sanremo con cui aveva avuto un rapporto. Lo minacciava e l´altro pagava. Per fare più in fretta andava in un phone center di Sanremo e trasferiva i soldi con il sistema che usano gli immigrati».

Perché rivolgersi ai preti?

«Perché pagano e hanno paura. È capitato anche a me. Un parroco che oggi guida una chiesa del centro di Torino ha cercato di palpeggiarmi alla fine della confessione. Mi faceva lavorare nella parrocchia dove si trovava allora. Ma mi dava due soldi. Così aveva creduto che fossi disponibile a qualche prestazione extra. Io ho detto di no e mi ha cacciato dalla chiesa».

Ha fatto il nome di questo sacerdote agli inquirenti?

«Certo, perché penso che sia giusto che si sappia quali sono i sacerdoti che fanno queste cose».

 
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Il card. Poletto acccusa la Stampa:

http://www.oecumene.radiovaticana.org/it1/...lo.asp?c=149651


14/08/2007 14.43.03



L'intervento del cardinale Poletto sulla vicenda dei presunti abusi sessuali di alcuni sacerdoti nel torinese

“Amarezza per le accuse, ma anche piena stima nei confronti dei sacerdoti torinesi”. Così l’arcivescovo del capoluogo piemontese, il cardinale Severino Poletto, in un messaggio riferito alla recente indagine giudiziaria su estorsioni e reati a sfondo sessuale che vede coinvolti anche alcuni sacerdoti. Il porporato, nel messaggio che verrà letto domani in tutte le chiese e comunità dell’arcidiocesi, ribadisce piena fiducia nella magistratura ed invita la comunità “ad esercitare il retto discernimento per rimanere nell’equilibrata valutazione delle situazioni”. Massimiliano Menichetti lo ha intervistato:


R. – E’ una settimana in cui tutti i giorni le nostre comunità, sui giornali nazionali ma anche sulle pagine locali di questi giornali, sono martellate dalle notizie intorno a questo tema; ho ritenuto che una nuova parola dell’arcivescovo, più articolata, animata da fede e da speranza, fosse necessaria. La solennità dell’Assunta mi sembrava l’occasione propizia per parlare ai miei fedeli, chiedendo appunto ai sacerdoti di leggere questo messaggio durante tutte le Messe di domani.


D. – Vicende giudiziarie che vedono coinvolti sacerdoti in episodi di corruzione e reati a sfondo sessuale: lei cosa dice?


R. – Io ribadisco due cose: primo, che la magistratura nella quale riponiamo fiducia, deve fare il suo lavoro e faccia il suo lavoro. Allora, io invito i miei fedeli ad usare un discernimento ispirato dallo Spirito per rimanere in una equilibrata valutazione delle situazioni. Non dobbiamo insinuare o lasciare che si infiltri nella mente della gente questo virus di sospettare che queste piaghe, se ci fossero – tutta cosa da dimostrare – siano piaghe di molti.


D. – Lei sostiene anche che se venissero dimostrate colpevolezze, bisognerà prenderne atto:


R. – Sì. Se si dimostrerà che il comportamento di qualche sacerdote non è stato coerente con la sua vocazione, allora dovremo prendere atto con amarezza e con la preghiera che questo ha dato scandalo nella comunità ed ha arrecato un danno alle vittime. Ma prenderemo atto di questo quando sarà dimostrato.


D. – Secondo lei, c’è in un certo qual modo una sorta di aggressione alla Chiesa, in questo periodo?


R. – Posso confidarle l’amarezza di aprire tutte le mattine il giornale e di vedere due-tre pagine e insistentemente la foto di un mio sacerdote, tutti i giorni: questa è un’amarezza. Quindi, che poi sia un’insistenza o un’aggressione mediatica, io non mi permetto di usare questa espressione. Dico che però il vedere tutti i giorni queste cose, dico: ma possibile che ci sia materia quotidiana per riempire due pagine di giornale?


D. – Nella seconda parte del suo messaggio c’è lo spunto forte di vicinanza a tutti i preti che testimoniano il Vangelo quotidianamente ...


R. – Sento l’esigenza di affermare con convinzione tutta la mia stima nei più di mille preti che abbiamo a Torino tra diocesani e religiosi, e lo faccio con la serenità di chi sa che è sotto gli occhi di tutti la testimonianza quotidiana di dedizione, di fede, di carità, di servizio alle comunità che i nostri preti hanno. Per cui, questa nostra città e questa nostra diocesi hanno dovere di riconoscenza e sanno quanto la città stessa, quindi anche il mondo cosiddetto non-credente ha ricevuto dal clero torinese. Questo è il messaggio forte che intendo dare: la fiducia nei preti!
 
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Vorrei sapere che c'entrano queste decantate pubbliche virtù "di integrità morale e di schietta umanità" dei preti di Valsesia decantate da Bertone e Caselli con le accuse di violenza sessuale su minori e induzione alla prostituzione.

Da sempre tra i più intransigenti moralisti convivono vizi privati e pubbliche virtù.

Un ridicolo tentativo di condizionare le indagini



http://notizie.alice.it/notizie/politica/2...o,13011716.html



PRETI PEDOFILI/ BERTONE: INQUIRENTI FACCIANO LUCE SU EPISODI TORINO

Istituto Valsalice fiore all'occhiello storia educativa torinese


Città del Vaticano, 18 ago. (Apcom) - Il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, e Gian Carlo Caselli, procuratore generale presso la corte d'appello di Torino, difendono l'Istituto educativo Valsalice di Torino, "messo sotto le lenti di ingrandimento per un episodio in corso di accertamento", e cioè le accuse di abusi sessuali rivolte a un sacerdote.

"Siamo ex-allievi di questo Istituto, un fiore all'occhiello della storia educativa di Torino - scrivono Bertone e Caselli in una nota congiunta che sarà pubblicata nel prossimo numero di 'Famiglia Cristiana' - e lasciando alle istanze competenti di far luce su ciò che è veramente accaduto, vogliamo ricordare i begli anni trascorsi al Valsalice, tra lo studio serio e formativo in un virtuoso circuito tra cultura classica e tradizione cristiana, e con lo sforzo comunitario di formazione integrale della persona nella libertà e nella socialità. Abbiamo avuto dei professori competenti - sottolineano Bertone e Caselli - e totalmente dediti alla missione educativa, modelli di integrità morale e di schietta umanità".

Il porporato e il procuratore generale di TOrino, ricordano di aver "sperimentato l'efficacia di uno splendido progetto educativo che mira alla costante ricerca dell'equilibrio fra forma fisica, mentale e spirituale, una visione tridimensionale che è sommamente valida anche per la nostra società dilacerata". "I nostri educatori - scrivono - ci hanno insegnato che l'ispirazione cristiana può operare incisivamente nei diversi spazi dell'esistenza quotidiana: nella famiglia, nella scuola, nel lavoro, nella vita pubblica, senza complessi d'inferiorità che intimidisce; ma anche senza complessi di superiorità che giudica senza amore".

"Crediamo che gli educatori del Valsalice, Salesiani e Collaboratori laici - concludono - siano anche oggi costruttori di robuste personalità, animati da amore per la vita, responsabilità per il futuro, testimoni di speranza. A tutte le famiglie diciamo: abbiate fiducia nel metodo educativo salesiano, collaborate con gioia nell'opera d'arte dell'educazione, con il cuore di don Bosco: 'Basta che siate giovani perché io vi ami!'".
 
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view post Posted on 20/8/2007, 17:37
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http://www.tendenzeonline.info/apcom/view....0820_000093.xml




PRETI PEDOFILI, BERTONE: DA MEDIA DISEGNO FALSO E VERGOGNOSO

Roma, 20 ago. (Apcom) - "In qualche momento sembra ci sia un disegno" preciso e anche "una falsificazione" nel modo in cui la stampa italiana ed europea dipinge la Chiesa cattolica e i fatti di cronaca che la interessano, come nel caso dell'inchiesta a Torino su presunte violenze sessuali di religiosi: un modo di fare, quello dei media, "vergognoso e mistificante" e "da condannare assolutamente". A sostenerlo, intervistato da Radio Vaticana, è il cardinale di Stato vaticano Tarcisio Bertone.

Per Bertone la maggiore attenzione dei media alla cronaca giudiziaria che interessa uomini di chiesa, piuttosto che alle opere di testimonianza e missione nel mondo, "è un modo falsificante di presentare la Chiesa, come un solo frammento nella grande Cappella Sistina restaurata, che è uno splendore e che ha riacquistato i colori originali di Michelangelo, specialmente il grande affresco del Giudizio Universale. Ci sono dei ritagli di affresco che hanno mantenuto il colore rovinato, viziato dalle candele, dai secoli, dalle celebrazioni. Quindi, ci sono dei ritagli, dei rettangoli oscuri. Se uno puntasse la telecamera per riprendere la Cappella Sistina su questo angolo oscuro e non lo puntasse sullo splendore della Cappella Sistina, sarebbe una falsificazione. Anche quella è Cappella Sistina, certamente, ma non è il grande capolavoro".

"La Chiesa - sottolinea il cardinale - è un grande capolavoro di Dio e degli uomini e delle donne di Chiesa, dei giovani, di milioni di uomini e donne di Chiesa, nel passato della sua storia gloriosa e nell'attualità di un volume immenso di bene che la Chiesa produce in ogni parte del mondo. Ed io devo dire che nella esperienza che ho come segretario di Stato, ricevo presidenti, capi di governo di tutti gli Stati, anche non a maggioranza cristiana, Stati musulmani che riconoscono il bene che fa la Chiesa, il volume di carità sociale che svolge la Chiesa in ogni nazione".

Per questo il modo dei media "di presentare la Chiesa, di chiunque sia, o qualunque sia l'intenzione o la colpa, è un modo mistificatore, non presenta la vera Chiesa, la vera Chiesa cattolica, la vera Chiesa di Cristo".

"Mentre ero negli Stati Uniti - ricorda poi il segretario di Stato vaticano - mi hanno informato che per una settimana su un giornale italiano è comparso un istituto educativo, che ha una grande tradizione educativa, per un fatto che è tutto da accertare, che è in mano alla magistratura, e appariva come un istituto dove si commettono chissà quali delitti. Questa è una falsificazione. Per una settimana, sul giornale o al telegiornale, vedere sempre le linee, l'architettura di questo istituto - conclude Bertone su Radio Vaticana - è veramente vergognoso e mistificante. E' da condannare assolutamente
 
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Arammigu
view post Posted on 20/8/2007, 18:16




CITAZIONE (GalileoGalilei @ 20/8/2007, 18:37)
http://www.tendenzeonline.info/apcom/view....0820_000093.xml




".

"La Chiesa - sottolinea il cardinale - è un grande capolavoro di Dio e degli uomini e delle donne di Chiesa, dei giovani, di milioni di uomini e donne di Chiesa, nel passato della sua storia gloriosa e nell'attualità di un volume immenso di bene che la Chiesa produce in ogni parte del mondo. Ed io devo dire che nella esperienza che ho come segretario di Stato, ricevo presidenti, capi di governo di tutti gli Stati, anche non a maggioranza cristiana, Stati musulmani che riconoscono il bene che fa la Chiesa, il volume di carità sociale che svolge la Chiesa in ogni nazione".

non so se ridere o piangere!...storia gloriosa? :huh:
 
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Ashmael
view post Posted on 20/8/2007, 18:21




Meglio ridere...figurati una cardinalessa che strilla al complotto come una Massima D'alemina qualsiasi!
 
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Ashmael
view post Posted on 20/8/2007, 18:39




D'altra parte è pur vero che cui sono missionari che si prodigano per aiutare chi soffre nel Terzo mondo, parroci (èpochi alti prelati, che sorpresa...) che lottano contro la criminalità organizzata pagando di persona, sacerdoti integerrimi (e io ne ho conosciuti, al liceo) che non si sarebbero mai sognati di fare certe porcate. Non bisogna buttare via, come dicono gli americani, il bambino con l'acqua del bagno. Occorre esigere dalla chiesa che faccia chiarezza ed abbia un atteggiamento onesto e severo nei confronti delle proprie mele marce.
 
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29 replies since 7/8/2007, 18:32   5092 views
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