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Preti ricattati. Diocesi di Torino nella bufera

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GalileoGalilei
view post Posted on 8/8/2007, 08:21 by: GalileoGalilei
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Uno dei preti coinvolti è l'economo del liceo più prestigioso di Torino in cui hanno studiato, tra gli altri, il card., Bertone, il procuratore Caselli e i giornalisti Marco Travaglio e Giorgio Tosatto

http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/c.../4090girata.asp
Il liceo di Bertone e del giudice Caselli



In quella scuola, sulla collina torinese, studiò anche il Segretario di Stato vaticano
GIOVANNA FAVRO
TORINO
Com’è diverso, quel mondo di miserie e di violenze che s’è abbattuto sull’economo, dal mondo che si schiude dietro il grande cancello del Valsalice. Un mondo che da quelle accuse non è stato sfiorato, sporcato, nemmeno per un soffio, una briciola.
L’indirizzo, viale Thovez 37, è lo stesso da più di cent’anni, a due passi dal centro della città e già immerso nel verde della collina torinese, fra strade tranquille in cui si aprono le ville dell’alta borghesia e dell’aristocrazia subalpina.
Dietro al cancello c’è la salitella con la tomba in cui è stato sepolto per un periodo san Giovanni Bosco, che fondò la scuola acquistando l’edificio nel 1879. In pochi istanti s’arriva al cortile pavimentato di porfido, con le colonne che formano un loggiato elegante: un ingresso monumentale, ma anche un campo da pallone, con le porte. È tutta qui, forse, la chiave della scuola: studio severo, tradizione e cultura, ma abbinati alla spiritualità dell’oratorio salesiano, fatta anche di sport, di amicizia, di allegria. Negli edifici costruiti a «U» intorno al cortile ci sono la chiesa, il glorioso museo di storia naturale fondato da don Bosco e 31 aule grandi e luminose, con ciò che serve a un moderno liceo scientifico e classico, abbinato a due sezioni di scuola media: laboratori, aule multimediali, teatro. E poi i campi sportivi, le stanze dei salesiani.
Oggi gli allievi sono circa 800. Figli e figlie di ricchi vestiti da cabinotti, ma anche rampolli di estrazione più umile, con i genitori che, per pagare i 3 mila euro di retta, fanno sacrifici su sacrifici. Di sicuro, le 5 mila persone che hanno studiato qui, hanno imparato molto più che un cumulo di nozioni. Un volto noto dall’eloquio tagliente come Marco Travaglio, ad esempio, parla della sua ex scuola con grande tenerezza: «Ci ho lasciato il cuore. Là ho incontrato i preti meno bigotti che abbia mai conosciuto. Persone di altissimo livello professionale». Ripensa ai palazzi disposti a «U», al museo con i minerali: «Ogni tanto ci vado ancora, anche se i miei professori non ci sono più. Ci andavo già da piccolo: hanno frequentato quell’oratorio anche mio padre e mio nonno».
Ha studiato al Valsalice anche l’arcivescovo Tarcisio Bertone. Sono ex allievi Giancarlo Caselli, l’umanista Guido Davico Bonino, Giorgio Tosatti e l’ex rettore dell’Università Rinaldo Bertolino, che era capitano della squadra di calcio. «Valsalice - dice quest’ultimo - m’ha dato una dimensione di serietà, di formazione profonda e rigorosa. Le lezioni di don Perissinotto mi spinsero verso l’inglese in anni in cui si studiavano solo le lingue morte».
Gli ex allievi ricordano le sfide di pallone e la rivalità con i ragazzi del San Giuseppe, il «SanGip» dei padri giuseppini. Ricordano giornate di studio duro, chini sui libri, ma anche pomeriggi di sole e di risate. La storia dell’economo, con il loro liceo non c’entra davvero niente. Non trova posto un nesso con la scuola negli atti giudiziari, e nemmeno nel cuore.




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http://www.repubblica.it/2007/08/sezioni/c...-sacerdoti.html

Il Valsalice al centro di una inchiesta su presunti abusi sessuali di sacerdoti cattolici

Ai religiosi chiesto denaro in cambio del silenzio. Un giovane arrestato per estorsione

Torino, preti accusati di pedofilia
Uno è economo di un istituto salesiano
Interrogato monsignor Vaudagnotto, stretto collaboratore del cardinale


di SARAH MARTINENGHI e PAOLO GRISERI


TORINO - Ha vissuto per anni di elemosina, prostituzione e ricatti. E chiedeva soldi ai preti in cambio del suo silenzio. L'arresto di Salvatore Costa, torinese di 24 anni, con l'accusa di estorsione nei confronti di monsignor Mario Vaudagnotto (responsabile dell'ufficio liturgico della diocesi presso la chiesa di San Lorenzo), e nei confronti di don Luciano Alloisio, (economo dell'istituto scolastico salesiano Valsalice), è al centro di una nuova inchiesta giudiziaria su presunti abusi sessuali che coinvolge sacerdoti cattolici.

Il giovane arrestato ha raccontato di aver avuto per anni rapporti sessuali con i preti e anche con un terzo parroco della provincia di Torino. Le sue dichiarazioni hanno portato all'iscrizione dell'economo nel registro degli indagati con accuse pesantissime: pedofilia e induzione alla prostituzione di minorenne, aggravata dall'abuso di potere. "Conosco Don Alloisio dal 1997, avevo 15 anni quando abbiamo cominciato ad avere rapporti sessuali. E i nostri incontri sono continuati negli anni, fino a poco tempo fa" accusa Costa.

Il prete, difeso dagli avvocati Fulvio e Nicola Gianaria, nega ogni accusa e ha sporto querela per calunnia nei confronti del giovane: "In questo procedimento noi siamo la parte offesa, vittima di continue estorsioni" hanno spiegato i legali. Gli inquirenti stanno vagliando ora la posizione di padre Vaudagnotto: "Con lui ho avuto rapporti sessuali a cominciare dal 2000, quando avevo 18 anni" ha affermato il ragazzo. "Chiedeva soldi per pagare le bollette, e si è inventato tutto" ha replicato il monsignore.

Quando l'hanno arrestato in flagranza, la prima volta, era l'8 luglio: Costa aveva appena estorto 2000 euro a don Alloisio. Dopo aver sborsato somme di denaro per mesi, oltre 10 mila euro, per non far trapelare nulla, l'economo, in attesa di assumere un altro incarico a Roma, aveva deciso di denunciare ai carabinieri i ricatti subiti da anni. Sono nate così le indagini, e il fascicolo è stato affidato al procuratore aggiunto Pietro Forno, e ai pm Cristina Bianconi e Manuela Pedrotta.

Salvatore Costa è stato intercettato e filmato mentre riceveva e intascava il denaro dal salesiano. Ma quando il ragazzo ha visto i carabinieri si è difeso, e ha rovesciato tutte le accuse nei confronti del prete. Le sue dichiarazioni sono apparse credibili e due giorni dopo i suoi avvocati, Geo Dal Fiume, Roberto De Sensi e Davide De Bartolo, hanno ottenuto la scarcerazione. Ma una volta tornato in libertà Costa ha continuato il giro delle chiese e il gioco dei ricatti. "Voglio 800 euro, altrimenti mi rivolgerò ai giornali e racconterò tutto" diceva ogni volta a Don Alloisio. La procura a quel punto ha chiesto e ottenuto dal gip Emanuela Gai un ordine di custodia cautelare: il primo agosto Costa è tornato in cella.

Interrogato dal giudice, il ragazzo ha ampliato il suo racconto e spiegato la sua verità: "Sono sposato e padre di due bambini, chiedo soldi nelle chiese per tirare avanti, ma ogni tanto faccio qualche lavoretto come idraulico. Devo pagare l'affitto e le bollette, e mi prostituisco con i preti da quando ero minorenne. Ho conosciuto Don Alloisio nel 1997 quando frequentavo la Fondazione Fratelli Dimenticati, in via Longarina 4 a Torino, e proprio in quella sede avevo rapporti sessuali con lui. Mi risulta che lui frequentasse anche altri ragazzi, in particolare romeni che si vendono in via Cavalli".

La casa del salesiano è stata perquisita e gli inquirenti hanno trovato una serie di strani biglietti, con scritto "Non ho mai avuto rapporti sessuali con Don Alloisio", oppure "Mi sono inventato tutto", recanti la firma di Salvatore Costa. Il ragazzo ha spiegato che firmava i biglietti ogni volta che riceveva denaro, come "ricevuta" del suo silenzio. Nel bagno del sacerdote è stata ritrovata un'ingente somma di denaro: il prete l'ha giustificata spiegando che si trattava di denaro dell'istituto Val Salice che lui amministrava economicamente. I soldi non sono stati posti sotto sequestro, ma gli è stato prelevato un computer il cui contenuto è al vaglio degli inquirenti.

(8 agosto 2007) Torna su



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http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/p.../4089girata.asp



8/8/2007 (8:5) - ACCUSE DI MOLESTIE AL PRETE

Ricattato per gli abusi
il salesiano confessa




"Ho avuto rapporti sessuali con minorenni, ma fuori dalla scuola"
LODOVICO POLETTO
TORINO

Il prete e il ragazzino si erano incrociati di notte dieci anni fa. Uno era poco più che cinquantenne. L’altro di anni ne aveva quindici ma aveva già i modi e le parole di chi è cresciuto sulla strada e grazie alla strada riesce anche a campare. Uno si presentava stretto nel suo clergyman nero. L’altro nei jeans elasticizzati portati come li portavano allora i ragazzini di via Cavalli, a Torino. Uno era timoroso, riservato, come si si addice ad un sacerdote, ad un salesiano. L’altro era sfrontato: perché, dieci anni fa, quando navigavi dalle parti di via Cavalli, la strada dei ragazzi che la notte vendevano il corpo per comperarsi le Nike o i Levi’s 101, ci dovevi saper fare.

Dieci anni dopo la storia è molto diversa. Quel prete, don Luciano Alloisio (da un paio di settimane in Vaticano), ha fatto carriera nel mondo salesiano, è diventato economo dell’istituto Valsalice, una delle più prestigiose scuole ed istituzioni religiose della città. Il ragazzo, Salvatore Costa, adesso ha 24 anni, ha lasciato la strada, ha due figli piccoli e una compagna. Campa come può, ha qualche precedente per furti. All’inizio di luglio i carabinieri lo arrestano: è accusato di aver ricattato quel sacerdote. Voleva farsi consegnare 30 mila euro. C’è riuscito soltanto in parte. S’è fatto dare quattro o cinque mila euro in tutto. Ai carabinieri del reparto operativo, e al pm Cristina Bianconi, Costa racconta una storia di abusi sessuali. Dice che a 15 anni è stato violentato da don Alloisio. E che con lui ha avuto altri rapporti omosessuali nei due anni successivi. La storia ha dell’incredibile. I militari cercano riscontri. Costa torna libero dopo pochi giorni. E quasi subito ci riprova. Chiede altri soldi a don Alloisio: 2000 euro perché deve campare. Perché deve mantenere i figli, perché non ha i soldi per fare la spesa. Il prete che lo aveva denunciato la prima volta torna dai carabinieri. Al maresciallo della stazione barriera Piacenza spiega che sì, lui è un sacerdote ma qualche anno prima ha sbagliato. Ha avuto rapporti sessuali con ragazzini che frequentavano via Cavalli. Ma con Costa mai. L’autoaccusa del sacerdote cambia le carte in tavola. Costa, è vero, torna in carcere, accusato ancora una volta di estorsione. Ma anche il sacerdote finisce nei guai: contro di lui c’è un’accusa di violenza sessuale. Per di più su minore.

Una storia di dieci anni fa. Quando don Alloisio ancora si occupava, in qualità di direttore, della fondazione «Fratelli dimenticati». Lì, tra le mura di quella casa in via Chanoux, racconta Salvatore Costa, ci sarebbe stata la violenza. Don Alloisio, assistito dagli avvocati Fulvio e Nicola Gianaria, nega. Niente violenza. Niente di niente, quando Salvatore era poco più che adolescente. Costa, però, va avanti nel suo racconto. Assistito dagli avvocati Geo Dal Fiume, Davide De Bartolo e Roberto De Sensi, parla di rapporti consumati anche più avanti nel tempo. Quando don Alloisio aveva già traslocato sulla collina di Torino. Costa insiste: «Ho chiesto del denaro perché non sapevo proprio come fare per campare. Sono un poveraccio. E quello da me voleva del sesso». Don Alloisio, davanti ai pm Cristina Bianconi ed Emanuela Pedrotta, racconta di aver dato del denaro a Costa. «A più riprese» spiega. Ma sesso mai. E tra il disperato e lo sconcertato racconta che a casa conserva anche una serie di lettere che lo confermano. I carabinieri del nucleo operativo le trovano. Sono delle specie di ricevute, ma con liberatoria. C’è scritto: «Io, Salvatore, non ho mai avuto rapporti sessuali con don Luciano».

A questo punto il ricattatore non si ferma più nei suoi racconti. Ai carabinieri e ai magistrati racconta la sua biografia di ragazzo di strada. Tira in ballo un prete che ora vive e lavora in un’altra provincia piemontese e un altro sacerdote, don Mario Vaudagnotto, settantenne parroco della seicentesca chiesa di San Lorenzo e cerimoniere della Curia. Dice: «Anche con lui ho fatto del sesso. Ma ero già maggiorenne. E anche da lui mi sono fatto dare dei soldi minacciando di raccontare tutto». Perché? «Io sono un poveraccio che non sa come campare. Che ha bisogno di mangiare e a cui nessuno dà un lavoro». Nel fascicolo dell’inchiesta ci sono già montagne di carte. Ci sono verbali di perquisizioni e controlli. E ci sono anche intercettazioni telefoniche. Confermano che Salvatore Costa era un ricattatore. Confermano che era in gravi difficoltà economiche per via dei figli piccoli, delle spese per la casa. Un giorno, al telefono con la compagna, è chiaro: «Conosco un prete omossessuale. Vedrai che che da quello riesco a ricavarci qualcosa».



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http://espresso.repubblica.it/dettaglio-lo...-loro/1713050/6


Coinvolti nella vicenda l´economo del Valsalice e uno dei più stretti collaboratori dell´arcivescovo
La Curia e i preti sotto accusa
"Dobbiamo pregare per loro"
Paolo Griseri
Sarah Martinenghi
La denuncia del giovane: "Violentato quando ero minorenne" Il comunicato è scarno e lascia trasparire in poche righe tutta l´amarezza della diocesi torinese per una vicenda che coinvolge uno dei sacerdoti che da più tempo collaborano con i vertici della Curia e una delle scuole cattoliche di maggior prestigio della città. Bruciano le accuse di Salvatore Costa, il ventiquattrenne arrestato perché ricattava due preti minacciandoli di rivelare di aver subito da loro violenza sessuale. Si teme l´effetto mediatico di un´indagine che potrebbe essere solo all´inizio. Si immaginano le ricadute sull´attività dei tanti sacerdoti che operano nel territorio della diocesi.
Così, nel primo pomeriggio, i vertici della chiesa cattolica torinese rompono il silenzio e producono un breve comunicato congiunto insieme all´Ispettoria salesiana del Piemonte: «In merito alle notizie di stampa circa una presunta estorsione operata da un uomo ventiquattrenne ai danni di due sacerdoti - si legge - ci rimettiamo con fiducia all´operato della magistratura inquirente, esprimendo nel contempo vicinanza di preghiera nei confronti dei due sacerdoti chiamati in causa, nella speranza che la loro posizione possa essere chiarita al più presto».
Il comunicato dunque non entra nel merito delle accuse, della loro fondatezza o della natura ricattatoria delle minacce. Sottolinea che l´autore dell´estorsione è «un uomo ventiquattrenne». Evita accuratamente di prendere posizione sull´operato della magistratura che proprio in queste ore sta proseguendo nell´inchiesta. Esprime «vicinanza di preghiera» ai due preti e si augura che tutto si concluda per il meglio.
La figura di don Luciano Alloisio, l´economo di Valsalice, è tra quelle che spiccano nell´organigramma dell´istituto gestito dai salesiani sulla collina torinese. E quella di monsignor Vaudagnotto, il cerimoniere delle liturgie più importanti della diocesi, ha da decenni un ruolo di rilievo in Curia. Vengono così coinvolte la maggiore congregazione della città e una figura di vertice in via Arcivescovado. Questo spiega il silenzio amareggiato del cardinale, la sua decisione di non commentare ulteriormente in attesa di comprendere meglio gli sviluppi dell´inchiesta. E, allo stesso modo, spiega il silenzio dei salesiani che nelle scorse settimane avevano già provveduto ad allontanare don Alloisio da Torino. Anche solo per un motivo prudenziale.

Il mondo cattolico torinese è dunque in attesa di capire. Pronto ad esprimere, già nei prossimi giorni, solidarietà ai sacerdoti se si riveleranno davvero vittime di un odioso ricatto ma anche ad assumere un atteggiamento diverso se si scoprirà che quel ricatto era fondato su episodi effettivamente avvenuti.

La stessa prudenza che ieri caratterizzava l´atteggiamento dei magistrati inquirenti. «Dobbiamo stare attenti a non cadere nell´errore di creare mostri, di crocifiggere delle persone e poi dover fare marcia indietro», ammoniva ieri il procuratore aggiunto Pietro Forno che coordina l´inchiesta. «Spesso le minacce possono anche essere infondate e vanno comunque verificate a fondo», aggiungeva il procuratore capo Marcello Maddalena. Ma in corso Vittorio la prudenza ha anche altre motivazioni: «Siamo in una fase molto delicata dei riscontri - spiegava un pm - e qualsiasi dettaglio pubblicato sui giornali può rischiare di rovinare il nostro lavoro». Già nelle prossime ore comunque i pm dovrebbero compiere altri atti importanti.

(08 agosto 2007)



 
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