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Don Lodeserto condannato per sequestro di persona, violenza privata, calunnia, Libero dopo 2 anni di affidamento in prova, fugge in Moldavia. Doveva scontare 5 anni e 4 mesi ma se l'è cavata con l'indulto

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GalileoGalilei
view post Posted on 13/8/2009, 19:07 by: GalileoGalilei
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Rimborsi per immigrati fantasma
PRIMO PIANO
Di Emilio Gioventù


Il caso di monsignor Lodeserto, avrebbe gonfiato il numero delle presenze dei clandestini


Ex direttore del Cpt di Lecce condannato dalla Corte dei conti

L'immigrazione clandestina è un affare. È questo il succo della sentenza della Corte dei conti, sezione giurisdizionale per la Puglia, che condanna monsignor Cesare Lodeserto a rimborsare allo Stato 133.651 euro, la metà di quanto richiesto dal procuratore, avuti per «maggiori prestazioni a favore degli immigrati rispetto a quelle effettivamente rese».

Nel mondo dell'immigrazione Lodeserto non è proprio uno sconosciuto: condannato (pena sospesa) nel 2005 per simulazione di reato; condannato per violenza privata e lesioni aggravate nei confronti di 17 immigrati che nel novembre 2002 avevano tentato la fuga dal Cpt di San Foca a Lecce; arrestato nel 2005 con l'accusa di sequestro di persona e di abuso dei mezzi di correzione. Il monsignore, che l'arcivescovo di Lecce ha spedito in Moldavia, all'epoca dei fatti contestati dalla Corte dei Conti, ovvero nel biennio 1999-2000, era direttore del centro di prima accoglienza per immigrati «Regina Pacis» con sede a Meledugno in provincia di Lecce. Ebbene, a detta del procuratore regionale pugliese che ha portato il monsignore davanti alla Corte dei conti, ci sarebbero «irregolarità» nella modalità con la quale Lodeserto avrebbe provveduto «a rendicontare il numero dei cittadini extracomunitari, elemento che, in base al rapporto convenzionale in essere, determinava l'ammontare complessivo dei compensi spettanti al centro». Già, perché il Cpt «Regina Pacis» incassava rimborsi dal ministero dell'Interno, che all'epoca dei fatti era guidato da Giorgio Napolitano prima e da Rosa Russo Jervolino poi, in base a precise convenzioni rinnovate di volta in volta.

In pratica, dal raffronto dei dati numerici è emerso che nel 1999 la differenza tra il totale delle presenze fornito dall'ufficio immigrazione della questura e quello presentato dal direttore del «Regina Pacis» era di 9.390, mentre nel 2000 era di 6.294 per somme «indebitamente percepite da Lodeserto» pari a un totale di circa 517 milioni di lire ovvero 267.303,60 euro. In pratica, sentenzia la Corte dei conti che «per entrambi gli anni 1999 e 2000 il numero di immigrati assistiti dichiarato nei prospetti mensili predisposti al centro di accoglienza è risultato superiore al numero di presenze riportate sui prospetti predispositi dalla questura competente». Nulla ha potuto, invece, la corte dei conti in merito all'altra contestazione avanzata nei confronti del monsignore: ovvero il trasferimento di parte dei rimborsi dal conto corrente della curia arcivescovile a conti risalenti allo stesso monsignore, «trattandosi oramai di denaro di proprietà del soggetto privato che non risulta sottoposto a vincolo di destinazione una volta che è transitato dall'amministrazione (il ministero dell'Interno, ndr) ed è entrato nella disponibilità dell'ente. Ovvero, essendo la onlus un ente privato, «ciò che importa all'amministrazione pubblica, in sostanza, è l'espletamento delle prestazioni pattuite». Quindi la richiesta del procuratore della sezione regionale della corte dei conti non può essere accolta. Così come del resto non è stata accolta la prescrizione alla quale si era appellato il monsignore perché i fatti contestati sono emersi a seguito di ulteriori indagini e controlli.
 
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