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Amazzonia. Rimosso il vescovo che voleva le diaconesse, Il missionario novarese Ciocca Vasino sostituito dal padovano Nicoletto

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Sono pronto ad ordinare donne diacono se il sinodo lo suggerisce ed il Papa lo autorizza
Di Sabino Paciolla|Ottobre 15th, 2019|Categorie: Chiesa, Church, News|Tag: Diaconato femminile, Sinodo Amazzonia|1 Commento
Sulla questione del diaconato femminile ecco alcune voci dal sinodo amazzonico. Un vescovo presente al Sinodo dell’Amazzonia dice di essere pronto ad ordinare donne diacono se il sinodo lo suggerisce ed il Papa lo autorizza. Ce ne parla Hannah Brockhaus nel suo articolo pubblicato sul Catholic News Agency. Eccolo nella mia traduzione.

Dom Adriano Ciocca Vasino, vescovo di São Félix, Brasile. (Credit Daniel Ibanez-CNA)

Un vescovo che partecipa al Sinodo vaticano dell’Amazzonia ha detto sabato che ordinerà le donne nelle sue comunità come diaconi se l’idea è raccomandata dal Sinodo e permessa da Papa Francesco.

Il vescovo Dom Adriano Ciocca Vasino della prelatura di São Félix, Brasile, ha detto il 12 ottobre, ci sono donne nella sua comunità che hanno già una formazione teologica, e “sanno che se questo sinodo, con il permesso del papa, apre la possibilità del diaconato per le donne…. le ordinerò io”.

Ciocca è intervenuto ad una conferenza stampa che si è svolta durante il Sinodo dei vescovi vaticani sulla regione pan-amazzonica, un incontro dal 6 al 27 ottobre sulla vita e il ministero della Chiesa nella regione.

Il vescovo ha descritto ai giornalisti un modello di formazione che usa nella prelatura di São Félix, con una scuola teologica aperta sia agli uomini che alle donne.

Dopo il completamento del corso quadriennale, agli uomini che desiderano diventare sacerdoti viene chiesto di trascorrere diversi anni di vita e di lavoro nella comunità locale, dopodiché vengono considerati per l’ordinazione come diaconi o sacerdoti, anche su raccomandazione della comunità in cui vivono.

L’idea che le donne possano essere ordinate o nominate in qualche modo come diacone nella Chiesa è in discussione da quando Papa Francesco ha nominato una commissione per studiare la questione nel 2016. La Chiesa insegna come definitivo che solo gli uomini possono essere ordinati sacerdoti o vescovi, ma alcuni teologi suggeriscono che le donne sono state ordinate diaconi nei primi secoli della Chiesa.

Altri teologi affermano che l’ordinazione è un sacramento riservato agli uomini, e che mentre le donne potrebbero essere incaricate con qualche forma di “diaconato”, una parola greca che significa “servizio”, il loro incarico non sarebbe sacramentale.

In maggio, Papa Francesco ha detto ai giornalisti che alcuni membri della commissione vaticana hanno concluso che il “diaconato femminile” storico era diverso dal ruolo dei diaconi maschi, ciò perché non includeva l’ordinazione sacramentale.

“Per esempio, le formule dell’ordinazione femminile diaconale finora trovate, secondo la commissione, non sono le stesse per l’ordinazione di un diacono maschio e sono più simili a quella che oggi sarebbe la benedizione abbaziale di una badessa”, ha detto.

Il papa ha aggiunto che altri membri della commissione ritengono che ci fosse “una formula da diacono femminile”, ma non è chiaro se si trattasse o meno di un’ordinazione sacramentale.

Un diacono permanente del Brasile, Francisco Andrade de Lima, ha detto ai giornalisti che non è contrario all’idea di diaconi donne, ma che ritiene che la questione debba essere pensata in termini di vocazioni, piuttosto che semplicemente come una potenziale soluzione a un problema.

Secondo il briefing del 12 ottobre, il tema della formazione è importante per la Chiesa in Amazzonia.

La formazione adeguata dei sacerdoti e dei laici è una grande sfida nella regione, ha detto il vescovo Rafael Cob García del vicariato di Puyo, Ecuador.

Cob ha detto di pensare che la chiave per l’evangelizzazione in Amazzonia sia l’inculturazione e la comprensione della realtà vissuta. Ha anche sottolineato che l’approccio all’evangelizzazione nelle città deve essere molto diverso da quello adottato nelle zone più remote.

Per avere “una Chiesa dal volto amazzonico”, si devono trovare nuovi percorsi di formazione e di evangelizzazione, ha detto. Per una Chiesa dal volto amazzonico, ha notato, si ha bisogno anche di vocazioni provenienti dalle comunità locali, ma la sfida principale in questo momento è la mancanza di formatori e di una buona formazione a livello locale.

Interrogato sull’importanza dell’evangelizzazione rispetto all’importanza di proteggere le comunità indigene minoritarie da cattivi attori esterni, Cob ha detto che entrambe sono importanti, ma che queste comunità minoritarie, come tutti, hanno il diritto di conoscere la missione salvifica di Cristo.

Hanno bisogno di essere evangelizzate in modo diretto, ha detto, indicando il mandato missionario della Chiesa di portare Cristo a tutti gli uomini.

Cob ha anche detto che c’è bisogno di proteggere gli indigeni dalle multinazionali “avide” che entrano in uno spazio senza preoccuparsi degli abitanti di quello spazio. Le loro vite sono minacciate da questo, ha affermato.

https://sdnews.it/il-missionario-novarese-...o-di-sao-felix/

il MONTE ROSA | Diocesi

Il missionario novarese dom Ciocca Vasino ha dato le dimissioni da vescovo di São Félix
Andrea Gilardoni | 13 Marzo 2024
Il vescovo missionario in Brasile dom Ciocca Vasino
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Papa Francesco ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Prelatura Territoriale di São Félix in Brasile del vescovo di origine valsesiana dom Adriano Ciocca Vasino. Ne dà notizia il bollettino della Santa Sede di oggi.

Il vescovo è impegnato al servizio della Chiesa brasiliana da 45 anni: aveva iniziato la sua esperienza come fidei donum nel 1979 come parroco a Arapina, nell’allora diocesi di Petrolina (oggi diocesi di Salgueiro).

«Grazie dom Adriano – si legge in una nota ufficiale della Conferenza episcopale brasiliana – per la tua dedizione alla Chiesa nel nostro Paese. Hai tradotto nella tua vita, come discepolo missionario, il principio che la missione è lo stile della Chiesa e di ogni battezzato che cerca di amare Gesù Cristo e la Comunità».

Nato l’8 luglio del 1949 a Borgosesia, Dom Ciocca Vasino ha frequentato il Corso di Filosofia presso il Seminario Filosofico e Teologico San Gaudenzio, a Novara e quello di Teologia presso lo Studentato Teologico San Zeno, a Verona. L’8 settembre 1974 è stato ordinato sacerdote dal vescovo di Novara Aldo Del Monte. Il suo primo incarico è stato nella sua terra di origine, la Valsesia, come coadiutore di Grignasco, sino alla partenza per il Brasile.

Dopo il periodo come parroco ad Arapina (dal 1979 al 1989) è stato parroco di Petrolina, con cura pastorale dell’area rurale del municipio di Petrolina e della parrocchia di Afrânio (1989-1992); vicario della parrocchia di Petrolândia per la regione di Vila Jatobá, nella diocesi di Floresta (1993-1997); vicario della parrocchia di Petrolândia e Coordinatore di Pastorale della diocesi di Floresta (1998-1999).
Nominato vescovo di Floresta il 3 marzo 1999 da papa Giovanni Paolo II, è stato consacrato il 2 maggio successivo, dal vescovo di Itabuna Czeslaw Stanula, con co-consacranti il vescovo di Petrolina Paulo Cardoso da Silva e quello di Novara Renato Corti.

Nel 2012 papa Benedetto XVI lo ha nominato vescovo prelato di di São Félix, diocesi dello stato nel Nordest del Mato Grosso, nella parte centro occidentale del Paese.

A succedere a dom Ciocca Vasino sarà il fidei donum Lucio Nicoletto, scerdote originario di Padova, in Brasile dal 2005 e dal 2019 vicario generale della diocesi di Roraima.

https://www.difesapopolo.it/Diocesi/Storia...Lucio-Nicoletto
Storia di conflitti per la terra. Ecco la Prelatura di São Felix do Araguaia, nello stato del Mato Grosso, dove sarà vescovo don Lucio Nicoletto
La Prelatura di São Felix do Araguaia, nello stato del Mato Grosso, ha un’estensione di 155 mila chilometri quadrati e 180 mila abitanti

Storia di conflitti per la terra. Ecco la Prelatura di São Felix do Araguaia, nello stato del Mato Grosso, dove sarà vescovo don Lucio Nicoletto
23/03/2024
La Prelatura di São Félix do Araguaia si trova nel Nordest del Mato Grosso. Si estende su 155 mila chilometri quadrati e si trova tra i fiumi Araguaia e Xingu. I Comuni più grandi sono Confresa (40 mila abitanti), Vila Rica e Querência (entrambi 30 mila). Il territorio è pianeggiante e attraversato da diversi fiumi, i più grandi dei quali sono: il Rio das Mortes, lo Xavantino, il São João, il Tapirapé, affluenti del fiume Araguaia. Presenta anche alcuni rilievi, come la Serra do Roncador, che separa i bacini fluviali della regione. Attualmente il territorio è quasi completamente disboscato al di fuori della terra indigena dello Xingu, lasciando il posto a estesi pascoli per il bestiame e, negli ultimi anni, alla coltivazione di soia e mais.

La popolazione
La popolazione è di circa 180 mila abitanti. Poiché il territorio è una frontiera agricola, proviene da tutte le parti del Brasile, evidenziando l’immigrazione dei nord-orientali, a partire dagli anni Trenta, e quella dei gauchos, abitanti dello stato del Rio Grande del Sud, discendenti in maggioranza da immigrati italiani e tedeschi, dalla metà degli anni Ottanta. La regione è abitata anche da numerose popolazioni indigene: Kalapalo, Kuikuro, Kaiapó, Kaiabí, Juruna, nella parte occidentale,; Karajá, Tapirapé, Javaé, Xavante, Kanela e Krenak nella parte orientale. C’è grande diversità linguistica e culturale tra i diversi popoli. La regione è stata abitata fin da prima dell’arrivo dei bianchi da diverse nazioni indigene ed era in gran parte accompagnata dai padri Domenicani. Solo a partire dai primi decenni del secolo scorso iniziarono le migrazioni dal Nordest, in fuga dalle ricorrenti siccità. Si stabilirono lungo il fiume Araguaia, convivendo con gli indigeni senza troppe tensioni. Il territorio era ricoperto di foreste e la situazione cominciò a cambiare solo dopo la dittatura militare, che ebbe come una delle sue bandiere l’occupazione dell’Amazzonia con il motto “Per un popolo senza terra, una terra senza popolo”. In realtà, i militari hanno diviso il territorio tra poche persone, creando enormi fattorie e ignorando gli indigeni. Ciò provocò numerosi conflitti, molti dei quali sanguinosi. Fu nel 1968 che a São Félix do Araguaia arrivò padre Pedro Casaldáliga.

La prelatura
Il 13 maggio 1969, con la bolla pontificia Quo commodius, fu eretta la Prelatura di São Félix e padre Casaldáliga fu ordinato vescovo nel 1971. Lui e l’équipe pastorale si schierarono presto in difesa degli indigeni e degli invasori, provocando la reazione degli agricoltori latifondisti e dei militari al potere. Padre Casaldáliga, il giorno della sua ordinazione episcopale, pubblicò la lettera pastorale Una Chiesa dell’Amazzonia in conflitto con il latifondo, che suscitò grande scalpore a livello nazionale. L’atteggiamento profetico della Prelatura finì per diventare un riferimento per uno stile di Chiesa fermamente dalla parte dei piccoli e coraggiosa nel denunciare gli abusi dei potenti. Padre Casaldáliga rimase alla guida della Prelatura fino al 2005; nel 2006 gli successe dom Leonardo Steiner, che rimase fino al 2011. Nel 2012, dom Adriano Ciocca Vasino ha assunto la pastorale della Prelatura. In quegli anni sono state create nuove parrocchie ed è stato possibile avere un aumento sostanziale di agenti pastorali. La Prelatura ne contava complessivamente 36, 12 dei quali avevano tra 70 e 90 anni e solo 7 sacerdoti, tutti religiosi tranne uno. Dalla fondazione si sono succeduti due vescovi religiosi – dom Pedro Casaldàliga, claretiano, e dom Leonardo Steiner, francescano – e per ultimo un diocesano, dom Adriano Ciocca Vasino, già sacerdote fidei donum della diocesi di Novara, Italia.

La società
Negli ultimi dieci anni la regione ha subito una trasformazione che è ancora in corso. Considerata una frontiera agricola nell’arco meridionale dell’Amazzonia, si assiste a un’accelerazione della deforestazione e a un’avanzata inarrestabile dell’agrobusiness, sostituendo l’allevamento bovino, espellendo progressivamente i piccoli proprietari terrieri e minacciando i territori indigeni. Le infrastrutture sono ancora piuttosto precarie e l’agrobusiness controlla l’economia, la politica, l’informazione, l’istruzione... La Prelatura rimane l’unica istituzione critica di fronte alla realtà. L’alfabetizzazione supera il 90 per cento, ma solo una minoranza della popolazione legge facilmente e la grammatica e la sintassi scritta sono molto scarse. Nel territorio sono attualmente presenti diverse università private di dubbia qualità, tanto che per studi più qualificati i giovani partono per città più grandi fuori territorio. A Confresa sta nascendo il campus dell’Università Cattolica del Mato Grosso.

La Prelatura
mappa-Brasile
La Prelatura di São Félix do Araguaia è stata eretta il 13 maggio 1969. Il primo vescovo, ordinato nel 1971, fu padre Pedro Casaldáliga. A lui si sono succeduti dom Leonardo Steiner (francescano) e dom Adriano Ciocca Vasino (fidei donum della diocesi di Novara, Italia).

15 le parrocchie della prelatura. In programma la nascita di altre tre.

9 i sacerdoti diocesani incardinati. Tre quelli provenienti da altre Diocesi. L’età media dei sacerdoti è di 46 anni

5 i teologi presenti: tre hanno terminato gli studi e fanno il tirocinio, due stanno ancora studiando.

Laici e laiche sono attivi nell’animare le comunità che ogni domenica non riescono a celebrare l’eucaristia per la mancanza di preti.

Fonte: Prelatura di São Felix do Araguiaia.
 
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