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Messina. Denuncia abusi in seminario e lo cacciano., Ex seminarista cita la diocesi per risarcimento danni.

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view post Posted on 3/11/2021, 21:16

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Ex seminarista cita la diocesi per risarcimento danni.

Messina. Denuncia abusi in seminario e lo cacciano.

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Il vescovo di Messina Accolla

www.messinatoday.it/cronaca/chiesa...1101.1630010843

Graziella Lombardo
03 novembre 2021 11:43


“Ho svelato abusi sessuali dei preti, mi hanno buttano fuori dal seminario”: la storia che fa tremare la Diocesi
Una citazione in sede civile rischia di aprire uno squarcio su torbidi intrecci vissuti all’ombra delle sagrestie. L'udienza il 18 novembre. L'arcivescovo: “Tutta la vicenda è all'attenzione nel giusto modo e nelle sedi opportune”


Un aspirante prete buttato fuori dal seminario, un passato di abusi sessuali vissuti in silenzio e una citazione in sede civile che rischia di aprire uno squarcio, l’ennesimo, su torbidi intrecci vissuti all’ombra delle sagrestie.

Sono gli ingredienti della storia che approderà il 18 novembre al tribunale di Messina.

La storia di Davide, nome di fantasia per tutelare la privacy, pronto ad affrontare una lunga e delicata battaglia giudiziaria pur di tornare in seminario e completare il suo percorso.

Il seminario è un luogo di cui tutti sanno l’esistenza, ma pochi conoscono meccanismi ed atmosfere. Immensi corridoi, stanze semplici dal sapore antico, stipate biblioteche e grandi saloni dove vivono, studiano e riflettono coloro che vogliono diventare preti. E’ in queste stanze, al seminario San Pio X di Giostra, che Davide muove i primi passi nel 2006 con la partecipazione alle settimane vocazionali e formalmente dal 2014, per coronare un sogno che è suo ma anche della sua famiglia. Una famiglia profondamente cattolica, praticanti convinti, che per tutta la sua giovane vita si sono sforzati di spiegargli che della Chiesa ci si può fidare. Anzi, ci si deve fidare. E la Chiesa si deve difendere, anche quando sembra indifendibile.

Ci ha creduto Davide. Una mosca rara in tempo di crisi delle vocazioni che vede solo 1804 seminaristi in tutta Italia, il 28 per cento in meno nei dieci anni che vanno dal 2009 al 2019. Ci ha creduto fino a quando, in una fredda giornata di dicembre del 2020, non lo hanno mandato via con un decreto di sospensione temporanea nonostante le riconosciute “capacità pastorali” e nessuna problematica o segnalazione che abbia potuto “sminuire il discernimento vocazionale”. Inutile chiedere, invocare, pregare. La strada è segnata. Amen. Una decisione che – si legge nell’atto di citazione – è stata preceduta senza alcun preavviso, appena un mese prima, dalla comunicazione a tutti i seminaristi dell’avvenuta sospensione per “motivi gravi”.

Le ragioni? Sono destinate a saltare fuori alla prima udienza fissata il 18 novembre davanti al giudice del Tribunale di Messina, dove il giovane ha citato in sede civile la Diocesi con il suo legale rappresentante, l’arcivescovo monsignor Giovanni Accolla. Davide, rappresentato dall’avvocato Massimo Maiorana, ritiene di essere stato ingiustamente allontanato e di essere vittima due volte. Prima per aver subito abusi in silenzio e poi per aver osato togliersi quel peso confidandolo, inconsapevole di quello che si sarebbe scatenato: “tutto quello che si dice al padre spirituale – è la tesi di Davide - dal buongiorno alla buonanotte, è come se fosse detto in confessione”.

Ma così non è andata e quella confidenza ha dovuto ripeterla ancora, portare le prove, e infine rispondere a una domanda che lo ha spiazzato: “Contro questi preti, cosa vuoi usare? Il diritto canonino o il vangelo?”. Davide ha scelto il vangelo, come sempre. Ma quel vangelo non potrà predicarlo da prete perché gli è stato fatto il foglio di via.

“Un provvedimento – spiega l’avvocato nell’atto di citazione – che ha immediatamente prodotto i suoi malefici effetti poiché la gente del paese lo ha ingiustamente etichettato, marchiato e continuamente diffamato ledendo la buona reputazione ed il nome anche della sua famiglia, causando così un grave danno anche all’attività economica lavorativa della famiglia stessa, si precisa altresì che il padre di Davide ricopriva cariche pubbliche ed ha dovuto rinunciare alla carriera politica”.

“Sono stato punito e ancora non so perché”, spiega con amarezza a MessinaToday. “Puoi andare dove vuoi, mi è stato detto, in un altro seminario. Ma senza una lettera di presentazione dell’arcivescovo io non posso andare da nessun altra parte. Ho chiesto perché mi hanno fatto questo. Ma l’unica risposta è stata che sono capitato nel periodo sbagliato, perché vent’anni fa la Chiesa era interessata solo a mafia e fatti di mafia, ora è ossessionata solo dalla violenze e dagli abusi sessuali. Quindi si deve difendere in tutti i modi, anche da me che per quello che ho vissuto rappresento un potenziale pericolo. I preti di cui ho riferito però restano al loro posto”.

Allora perché ostinarsi a tornare in seminario? “Perché so di avere la vocazione e di voler servire il signore, se tutti noi ci tiriamo indietro, lasciamo la chiesa solo nelle mani degli sciacalli”. Ed è con questa convinzione che Davide si è costituito in sede civile. Nessuna denuncia, anche se ora non si escludono risvolti di carattere penale.

“E’ una vicenda molto delicata – conferma l’avvocato Massimo Maiorana - Dall’evoluzione istruttoria può accadere di tutto. Temo di non poter evitare di procedere anche penalmente”. Anche perchè nell’atto di citazione non si fa segreto di quali siano stati i motivi reali dell’allontanamento, secondo la difesa del seminarista.

“Occorre affrontare in modo chiaro e privo da qualsiasi pregiudizialità – si legge nell’atto - quali sono stati i veri motivi che hanno portato allontanamento del seminarista il quale, in realtà, si è rifiutato di piegarsi alle pressioni di carattere sessuale di cui è stato oggetto da parte di altri presbiteri appartenenti alla diocesi e, come effettivamente minacciato dagli stessi, è stato punito per avere tentato di denunciare tali abusi agli organi superiori che invece di prendere provvedimenti ai danni degli abusatori hanno eliminato in radice il problema allontanando l’oggetto del contendere, il seminarista”.

A supporto della tesi, risultano agli atti, messaggi inviati nelle chat telefoniche (“limitandoci per buongusto solo a quelli che si possono mostrare”, scrive il legale), quale prova inconfutabile dell’avvenuto abuso che comunque sarebbe stato riconosciuto anche dai vertici della Diocesi che hanno preso atto di “una ricca documentazione di materiale inquietante riguardante sacerdoti del nostro presbiterio” messa a disposizione “non come materiale di ricatto, bensì di riscatto”.

Un riscatto che ora Davide vuole portare avanti fino in fondo.

L'Arcivescovo tramite l'Ufficio per le comunicazioni sociali della Diocesi rassicura che tutta la vicenda è all'attenzione nel giusto modo e nelle sedi opportune.

http://www.messinaora.it/notizia/2018/01/1...-messina/100167
Padre Alessandro Lo Nardo nuovo Rettore del Seminario Arcivescovile di Messina
16 GENNAIO 2018


Padre Alessandro Lo Nardo parroco di Santa Marina, Lingua e Valdichiesa, tra qualche settimana lascerà l’isola di Salina dopo ben diciassette anni di presenza per prestare iol suo servizio alla Chiesa quale Rettore del Seminario di Messina.

Da sempre vicino ai giovani, lo ricordiamo assistente spirituale del Gruppo Scout di Ganzirri negli anni che hanno preceduto l’Ordinazione Sacerdotale, avrà il delicato compito di accogliere le vocazioni e renderle mature e consapevoli al servizio sacerdotale.

Ad annunciare la decisione è stato lo stesso Arcivescovo Mons. Giovanni Accolla, nella ricorrenza della festa del Seminario, durante la celebrazione dei Primi Vespri.
“Don Alessandro, originario di Lipari, alunno di questo Seminario dal 1996 al 2000, è attualmente parroco delle comunità di Maria SS. Addolorata e S. Bartolomeo in S. Maria Salina e di Maria SS. del Terzito in Valdichiesa. Vicario foraneo delle Isole Eolie e canonico della Concattedrale S. Bartolomeo, è anche direttore della Casa di Riposo Maria SS. del Terzito in Valdichiesa – Salina, vicepresidente dell’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero e segretario del Consiglio Presbiterale.
Succede a Mons. Cesare Di Pietro, dallo scorso 15 agosto Vicario Generale dell’Arcidiocesi, che ha guidato il Seminario Arcivescovile dal 2010 fino ad oggi”. (Pal.Ma)

Edited by pincopallino2 - 27/11/2021, 21:22
 
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view post Posted on 4/11/2021, 08:32
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Questo seminarista va premiato in modo esemplare. È il vescovo che ha fatto la figura del pover'uomo. I seminari sono la trappola obbligata dei giovani. Il nonnismo gay
 
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view post Posted on 21/11/2021, 21:36

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https://www.lecodelsud.it/messina-molestie...me-risarcimento

Messina. Molestie sessuali a seminarista, che viene allontanato dopo la denuncia e chiede 1,5 mln come risarcimento 0
BY LA REDAZIONE | 19 NOVEMBRE 2021CRONACA
Un ex seminarista cita in giudizio la Diocesi di Messina e ieri si è svolta l’udienza, rinviata a maggio 2022, per valutare la richiesta di risarcimento danni inoltrata dall’aspirante prete. Se accolta nella sua totalità, il giovane intascherebbe un milione e mezzo di euro per essere stato allontanato dal seminario Arcivescovile San Pio X di Giostra, a Messina.

L’ex seminarista, a suo dire venne cacciato dopo 13 anni di internato perché aveva segnalato di avere subito molestie e abusi sessuali, perpetrati nel tempo, all’interno della struttura religiosa, da parte di alcuni religiosi.

Abusi, respinti dal molestato, dei quali – sostiene il suo legale – avrebbe portato prova documentale all’Arcivescovo Monsignor Accolla. Per tutta risposta – a detta della difesa del giovane – sarebbe stato cacciato dal seminario.

Di rimando, i legali della Curia ritengono che non sia competenza del Tribunale ordinario decidere sulla delicata vicenda, ma di quello ecclesiastico, dunque la gestione della ‘patata bollente’ dovrebbe passare al Vaticano.

Il 5 maggio la prossima udienza.

https://messina.gazzettadelsud.it/articoli...4-9c5affd33be8/

“Ho subito avances sessuali in Seminario”. Causa contro la Curia di Messina che risponde
di Nuccio Anselmo — 19 Novembre 2021
I retroscena della causa contro la Curia intentata da un 37enne che voleva diventare sacerdote dopo il suo ”licenziamento”: ieri l’udienza. I legali della Diocesi: allontanato per mancanza di vocazione, accuse infondate
Messina, Cronaca
È stato “licenziato” dalla Curia dopo 13 anni di seminario, ha visto improvvisamente crollare tutti i suoi sogni d’indossare per sempre la tonaca, e adesso chiede un milione e mezzo di risarcimento, intentando una causa civile contro l’arcivescovo di Messina, monsignor Giovanni Accolla.
C’è tutta questa vicenda tra le carte dell’udienza, e sono ancora soltanto le prime depositate, che ieri mattina s’è tenuta davanti al giudice della prima sezione civile del Tribunale Milena Aucelluzzo. La quale dopo aver fissato una serie di termini per il deposito di atti tra le parti, che decorre dal 20 dicembre, ha rinviato tutti al prossimo 5 maggio.
Ma le acque sono parecchio agitate nel mondo ecclesiale messinese e questa storia rischia di finire dritta dritta in Vaticano, anche perché la tesi del seminarista è molto chiara: il suo allontanamento è dovuto esclusivamente al fatto che non si è piegato alle ripetute avances sessuali ricevute da più sacerdoti.

Ieri mattina il legale che assiste il 37enne seminarista, l’avvocato Massimo Maiorana, ha ufficialmente depositato l’atto di citazione, mentre la Curia ha risposto con la comparsa di costituzione e risposta prodotta dagli avvocati Gianluca Gullotta e Francesco Marcellino. Due documenti importanti, che raccontano una storia dipanatasi per mesi, e che oltre all’evolversi dei fatti puntano su aspetti giuridici ben precisi: se l’avvocato Maiorana riferisce una serie di fatti gravi accaduti al suo assistito e perdipiù documentabili, e parla tra l’altro di evidente “culpa in vigilando” dell’arcivescovo su quanto accadeva in seminario, dall’altro lato gli avvocati Gullotta e Marcellino pongono in via preliminare una questione di incompetenza del giudice italiano ad occuparsi di questi fatti, il cosiddetto “difetto di giurisdizione”, poi replicano alle accuse del seminarista e spiegano anche che da parte dell’arcivescovo è assurdo pensare ad una “culpa in vigilando”.

Il 37enne, scrive il suo legale, «... è stato impegnato nella formazione seminarista presso il Seminario Arcivescovile S. Pio X di Messina dal 15.11.2006 con la partecipazione alle settimane vocazionali e formalmente dal 2014 fino al 9.12.2019 (ben 13 anni)». Da quella data cominciò tutto, prima con la sospensione temporanea “per motivi gravi”, e poi a dicembre dello stesso anno con la defenestrazione finale. Nell’atto depositato dall’avvocato Maiorana si parla di «infondato quanto spropositato provvedimento», posto che il 37enne «non è stato sottoposto ad alcun esame critico, senza che fossero valutate le possibili soluzioni alternative all’espulsione». Poi il legale entra nel vivo della questione: «... ed allora a questo punto occorre affrontare in modo chiaro e privo da qualsiasi pregiudizialità quali sono stati i veri motivi che hanno portato all’allontanamento del seminarista, il quale, in realtà si è rifiutato di piegarsi alle pressioni di carattere sessuale di cui è stato oggetto da parte di altri presbiteri appartenenti alla diocesi e, come effettivamente minacciato dagli stessi, è stato punito per avere tentato di denunciare tali abusi agli organi superiori, che invece di prendere provvedimenti ai danni degli abusatori hanno eliminato in radice il problema allontanando l’oggetto del contendere, il seminarista». Il legale parla poi dei fatti accaduti «... come documentato dai messaggi inviati nelle chat telefoniche, che si versano in atti quale prova inconfutabile dell’avvenuto abuso (limitandoci per buongusto a quelli che si possono mostrare)».

La risposta dei legali della Curia
A queste pesanti accuse ribattono nella loro comparsa gli avvocati Gullotta e Marcellino con una serie di considerazioni. Per esempio: «L’Istituzione formativa di cui il... era allievo ha ritenuto di sospendere il percorso seminariale dello stesso invitandolo a lavorare sulla “verifica delle motivazioni vocazionali, sulla analisi della maturità affettiva, sul discernimento dell’autenticità delle relazioni, sulla carente fiducia verso le istituzioni formative, sull’approfondimento della verità, sull’autoreferenzialità che ha prodotto carente docilità”».
Poi c’è la spiegazione dell’allontanamento definitivo: «Le successive e definitive dimissioni - scrivono gli avvocati Gullotta e Marcellino - poi sono state adottate per le seguenti ragioni: “comportamenti non conformi alla Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis; mancanza di docilità alle indicazioni dell’arcivescovo e dell’équipe formativa; mancanza di fiducia verso le istituzioni formative”».
Secondo i due legali poi «... a rendere ulteriormente infondata e pretestuosa la domanda attorea è anche il fatto che la stessa sia totalmente sguarnita di allegazioni probatorie legate al percorso seminariale e volte a contestare le ragioni poste a fondamento dei provvedimenti adottati dall’Istituzione seminariale. Invece, l’attore pone, a sostegno delle sue ragioni, il discredito delle Istituzioni e di coloro ai quali è affidato il governo della Chiesa locale e, seguendo il filo conduttore che lo aveva condotto prima a non riporre fiducia e rispetto nell’equipe formativa del Seminario, tanto da rendere necessario il continuo e paterno intervento dell’Arcivescovo per espressa richiesta del seminarista, giunge a notificare un atto di citazione in cui anche i gesti di cura e attenzione ricevuti da S.E.R. l’Arcivescovo vengono artatamente strumentalizzati e fatti assurgere a prova di fatti, in verità mai riportati né nei dialoghi né negli scambi epistolari».
Ecco un altro passaggio dell’atto dei due legali: «Ben ci si avvede che la dimensione nella quale si collocano tutte le condotte poste in essere dal ..., fino a giungere a promuovere un’azione risarcitoria nei confronti dell’Arcidiocesi per perdita di chance, non è quella di chi intraprende un percorso volto a “donare la vita al Signore”. Come auspicato da Sua Eccellenza in una missiva certamente dolorosa e sofferta da parte del Vescovo e impropriamente prodotta in giudizio da parte attrice».

Scollo Giuseppa 19-11-2021 - 13:55:37
Mio fratello quando era ragazzino frequentava la chiesa e voleva fare il prete una volta ha aperto una porta per errore e trova il prete in intimità con una donna lui raccontò a un'altro prete cosa aveva visto e lui stesso gli consigliò di restare fuori dalla chiesa
Rispondi

Nicolò D'Agostino 19-11-2021 - 18:29:33
Che oggi sia una storia di dolore per la Chiesa in tutte le Sue componenti, clericali e laiche, è logico e visibile.
Il problema è se c'è un "ieri" che ha fatto scaturire quest'"oggi".
Se c'è questo "ieri" è il caso che chi ha responsabilità gerarchiche spazzi quest'"oggi".
Lasciamo tutto "al tempo" che è sempre la strada della Verità.
Rispondi

Teti 21-11-2021 - 01:50:48
Il Vescovo sapeva e come al solito ha preferito punire "la vittima" . Non poteva cacciare i suoi "amici" visto che lui stesso li ha scelti. Non ammetterebbe mai di aver sbagliato.
 
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view post Posted on 21/1/2022, 10:11

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https://messina.gazzettadelsud.it/articoli...2-2c6cec7eb5d2/

Messina, il seminarista rinuncia alla causa contro la Curia
di Nuccio Anselmo — 21 Gennaio 2022
Il 37enne che voleva diventare sacerdote l’aveva intentata dopo il suo “licenziamento” dall’Istituto S. Pio X. Aveva citato l’arcivescovo Accolla denunciando di aver subito avances sessuali da diversi preti

La cerniera di quella borsa piena di carte, messaggi e foto che fece vedere all’arcivescovo il 13 giugno del 2020, e che lo stesso arcivescovo in una lettera definì «materiale inquietante», rimarrà chiusa. Perché l’ex seminarista “licenziato” dopo aver denunciato di aver subito avances sessuali da parte di diversi preti di Messina ha rinunciato alla causa civile che aveva intentato contro la Curia e l’arcivescovo Giovanni Accolla chiedendo un milione e mezzo di euro di risarcimento.
Lo ha fatto attraverso un atto scritto che il suo nuovo legale di fiducia, l’avvocato romano Laura Sgrò, patrocinante nella Città del Vaticano e alla Sacra Rota, ha depositato in questi giorni nella cancelleria del giudice della prima sezione civile Milena Aucelluzzo.

Tecnicamente si tratta di un atto di rinuncia agli atti del giudizio previsto dall’artico 306 del codice di procedura civile, che in pratica spazza via tutto, chiude definitivamente il contenzioso senza un nulla di fatto.
La storia del 37enne aspirante sacerdote “licenziato” dalla Curia dopo 13 anni di seminario era finita sui media non più tardi di un mese addietro, e aveva fatto il giro del Paese fino ad arrivare in Vaticano.
La tesi del seminarista era molto chiara: il suo allontanamento dopo 13 anni di onorato servizio era dovuto esclusivamente al fatto che non si era piegato alle ripetute avances sessuali ricevute da più sacerdoti dell’Arcidiocesi di Messina, alcuni dei quali ricoprono ancora oggi incarichi di prestigio, e aveva denunciato tutto a monsignor Accolla.
 
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view post Posted on 26/2/2022, 19:48
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Il Papa ha dichiarato guerra ai preti pedofili, alla omertà nella Chiesa, alla tolleranza. Questa sarebbe la rivoluzione nella chiesa? Grande Papa. Ma vatteloapijànderculo
 
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