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Cantù. Ex catechista apre negozio di vestiti islamici, Dal cattolicesimo alle donne a capo coperto il passo è breve

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view post Posted on 30/9/2019, 11:27

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Dal cattolicesimo alle donne a capo coperto il passo è breve

Dal cattolicesimo alle donne a capo coperto il passo è breve



https://www.huffingtonpost.it/entry/addio-...4b00d6905996978

Addio a stoffe pesanti, ruvide e nere. Nella prima boutique di abbigliamento islamico in Italia
Fatima Asmaa Paciotti (all’anagrafe Maria Teresa) racconta ad Huffpost com'è nata l'idea di aprire il negozio. “È arrivata anche un’assessora leghista a darmi il benvenuto”
DiElisabetta Invernizzi
14/09/2019 12:52pm CEST | Updated September 14, 2019
Elisabetta Invernizzi
ELISABETTA INVERNIZZI
Elisabetta Invernizzi
Musulmane, ma eleganti e ben vestite. Addio a stoffe pesanti, ruvide e nere e agli abiti “da vecchietta”. Se è vero che le donne, secondo il Corano, devono lasciare scendere la veste sotto le caviglie, “chi ha detto che devono essere brutte?”.

Apre con queste premesse la prima boutique di abbigliamento islamico in Italia. A Cantù, in provincia di Como, dove la Lega, alle ultime elezioni, ha eletto il proprio sindaco senza nemmeno passare dal ballottaggio e da dove l’ex sottosegretario al Ministero dell’Interno, Nicola Molteni, è partito a suon di battaglie contro l’uso del velo nei luoghi pubblici. Oggi, nella prestigiosa via Matteotti, nasce un negozio di alta moda per le donne che non rinunciano ai precetti religiosi, ma allo stesso tempo cercano eleganza e stile.

L’idea è di Fatima Asmaa Paciotti (all’anagrafe Maria Teresa), 55 anni, imprenditrice. Italiana convertita all’Islam nel 2005 – “dopo un attento studio dei testi sacri di ogni religione” -, ha iniziato a vendere gli abiti muslim friendly sulla sua pagina Facebook, che ora conta 33mila iscritti, e oggi ha realizzato il suo sogno.

Un sogno di quasi 90 metri quadri e centinaia di abiti colorati dove oltre la porta in vetro si apre un mondo a tinte pastello. Il profumo di gelsomino invade ogni cosa. Il glicine delle pareti e delle tende tratteggia un mondo delicato tutto al femminile mentre i suoni arabeggianti accompagnano tra stender e mobili d’antiquariato i primi visitatori. “Benvenuti al Fatima shop”.

Niente è lasciato al caso perché “questa è una boutique, non un bazar”. A partire dall’arredamento, in stile shabby chic, con mobili e specchi provenienti da varie parti del mondo. Dietro al bancone, un’antica biglietteria indiana, c’è Fatima, forte accento romano e un sorriso incorniciato dal velo e un trucco perfetto.

“Entrare nel mio negozio è un’esperienza sensoriale”. Non sono solo i vestiti a impreziosire la boutique, ci sono i profumi, rigorosamente alcool free, provenienti da Gedda, in Arabia Saudita: dalla vaniglia rosa al muschio nero, “quello che usava il profeta Muhammad”.

E non può mancare il Corano, in due edizioni, ben in vista su un mobile in teak ancora vuoto, che ospiterà i niqab, il velo integrale che lascia scoperti solo gli occhi. “Se le sorelle decidono di indossarlo, devono avere la libertà di farlo. Voglio che nel mio negozio tutti trovino quello che cercano”, spiega Fatima, che per tre anni ha indossato il niqab tra insulti e polemiche, rischiando persino di essere investita da un uomo che le ha poi gridato di “tornare al suo Paese”.

Ma Fatima, che vive a Cantù dal 1993, è convinta che il suo negozio sia “un arricchimento per la città”. In pochi giorni ha vinto le diffidenze dei negozianti della via: “Erano preoccupati che portassi caciara, e che invadessi la via di gente che mangia cous cous per strada”. Poi, quando hanno visto il negozio, si sono ricreduti. E, ricorda, “è arrivata anche un’assessora leghista a darmi il benvenuto”.

Ma com’è nata l’idea? “Quando, qualche anno fa, ho scelto di vestirmi come una donna musulmana, trovavo solo abiti di scarsa qualità e pure costosi: duravano poco e a volte erano scomodi”, spiega Fatima mentre studia le luci e posiziona le lampade in rame nel negozio. Un bisogno, quello di vestiti belli e di pregio, “condiviso da molte donne come me”. Del resto, “come dice il profeta Muhammad: Dio è bello e ama la bellezza”. Così è nato il Fatima shop. Una boutique halal di alto livello, con uno spazio per gli shooting con le modelle.

Tanti i capi. Dalle felpe lunghe per le ragazze agli abiti tradizionali per le signore, “come quelli che indossavano le donne ai tempi del profeta”. E se “le sorelle più anziane si vestono solo in nero, e non c’è verso di fare provare loro qualcos’altro”, le giovani li chiedono colorati. “Il bordeaux fa tendenza”, ma ci sono anche khimar (il mantello che copre dalla testa in giù) blu e viola, e qua è là compare anche qualche abito scollato in oro “per le feste in casa”.

I tessuti, in microfibra e cotone, assicura Fatima, “sono freschi, leggeri e resistenti”. Vengono da Arabia Saudita, Marocco, Egitto. “Adesso vanno molto i modelli turchi”. E tra le clienti ci sono anche diverse ragazze non musulmane che “si innamorano dei colori e dei disegni così diversi da quelli a cui sono abituate”. Dai pantaloni larghi del Jilbab - “quelli di Aladdin” – alle felpe colorate che arrivano fino al ginocchio, passando per le vesti interamente in pizzo. Come la lunga tunica blu esposta in vetrina, confezionata da profughi siriani, che cattura l’attenzione di tutte le donne che passano. Ma anche degli anziani che scrutano i ricami e, incuriositi, sbirciano dentro al negozio: qualcuno storce il naso, e se ne va indignato.

Tante le trame e tutte diverse. Ma quanto costano? “Per un abito elegante si arriva a spendere fino a 300 euro, per quelli più tradizionali si parte dai 35”, spiega Fatima, che annuncia presto la creazione di una nuova linea di abiti da sposa.

Non solo donne. Nella boutique c’è spazio pure per l’abbigliamento maschile. “Tanti uomini mi chiedono di pensare anche a loro, e non solo alle mogli”. E così, ecco spuntare sui manichini mantelle e abiti tradizionali: dai modelli marocchini, eleganti, con i profili oro per le feste, a quelli tunisini, color sabbia e con le tasche chiuse dove tenere le monete “quando ci si inginocchia a pregare”.

E poi c’è anche la linea bambino. E gli accessori: tappeti per le preghiere, fasce per i capelli, turbanti con perline e brillanti, candele decorate a mano. Per tutti i gusti perché, conclude la titolare, “Fatima shop vuole essere un punto di riferimento per tutti, fratelli e sorelle musulmani d’Italia”.

https://www.dailymuslim.it/moda-islamica-i...iana-musulmana/
Moda Islamica Italiana, a settembre la prima “Boutique” Halal di alto livello creata da un’italiana musulmana
03/08/2019 di Redazione

Non sarà un semplice negozio di abbigliamento islamico, ma una vera e propria Boutique Halal di altissimo livello, che non ha pari in Italia, infatti gli standard qualitativi, non verranno applicati solo ai servizi e prodotti offerti, ma anche all’arredamento interno. I locali saranno arredati in stile Shabby Chic, offrendo al visitatore un’esperienza sensoriale, tramite la filodiffusione (con relativo pagamento alla Siae) dei Nasheed, mentre profumi e colori decoreranno l’ambiente, insomma un negozio di classe per una clientela selezionata. La titolare è un’imprenditrice musulmana Fatima Asmaa Paciotti, proprietaria di Fatima Shop, una delle prime attività online ed una delle maggiori boutiques di abbigliamento e accessori per musulmani che si trovano in rete. L’apertura della prima Boutique Italiana di Abbigliamento Islamico “Fatima Shop Boutique”, è prevista per il 1 settembre a Cantù (Co) in Via G.Matteotti n.29, che risulta essere una delle vie più prestigiose della Città, riservando addirittura: “Un omaggio per tutti e tutte coloro che in quel giorno faranno visita alla boutique“.

L’ambiente di Fatima Shop Boutique, sarà talmente raffinato che la direzione ci fa un appunto:

“Una raccomandazione ci sentiamo di farla: per la conformazione dei locali , l’arredamento elegante e delicato come la bellezza e la particolarità che lo contraddistingue, le vetrine ampie che non hanno una chiusura che ne impedisca l’accesso dall’interno, l’ambiente non è adatto ai giochi dei bambini.
Per questo, chiediamo ai genitori che dovessero portare con sé i propri figli , di tenerli per mano durante tutto il tempo di permanenza all’interno dei locali della boutique. Una volta entrati, vi renderete conto della motivazione della nostra raccomandazione.
Vi aspettiamo numerosi in sha Allah ..Pregate per noi, abbiamo tanto tanto bisogno del sostegno di tutte le vostre preghiere!
Assalamu alaykum wa rahmatullahi wa barakatuhu!”.

L’avviamento di questa attività, è la realizzazione di un sogno per colei che inizio a vendere i suoi abiti usati “non islamici” su una pagina creata ad hoc, ed a fornire abiti adeguati a coloro che avevano cambiato modo di vestire. Fatima Asmaa inizio a cercare per sé e per qualche sorella, abiti all’estero (poiché all’epoca era estremamente difficile procurarne di buona qualità), tramite siti sicuri e di buon livello, in modo da poter condividere le spese di spedizione. Molte donne conoscendo l’affidabilità di Fatima Asmaa, chiesero di poter far arrivare abiti anche per loro, trasformando di fatto la pagina in punto di riferimento per le donne che avevano bisogno di abbigliamento che non riuscivano a reperire in Italia, e allo stesso tempo disfarsi dei loro capi di abbigliamento non graditi o diventati troppo piccoli, facendo così guadagnare qualcosina a queste sorelle. Con il passare del tempo, le richieste aumentarono notevolmente e si iniziò a mettere a disposizione anche qualche modello fra cui scegliere fra quelli che risultavano più graditi al mondo femminile musulmano, tanto da indurre la proprietaria, a trasformare la pagina da “Hobby” a “lavoretto on line”, rispettando pienamente le leggi italiane, infatti Fatima Asmaa registrò la sua azienda ottenendo una Partita Iva e una posizione nel Registro delle Imprese, diventando la bellissima realtà che tutti conosciamo.

http://cantu.quicomo.it/negozio-abbiagliam...slam-cantu.html
Cantù, la prima "Boiutique Halal" | Apre il negozio di alta moda per donne musulmane: quando e dove

La musulmana (ma italianissima) Fatima apre a Cantù la prima boutique di moda islamica
Inaugurazione del negozio il 1 settembre nella prestigiosa via Matteotti

Redazione
04 agosto 2019 08:58
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Ebbene sì, proprio a Cantù - cuore della Brianza leghista - aprirà la prima boutique halal di alta moda: un negozio interamente dedicato all'abbigliamento musulmano che non ha praticamente eguali in Italia. L'idea è di Fatima Asmaa Paciotti, un'italiana musulmana che da anni si è avvicinata al mondo della moda per così dire "islamica", prima attraverso un'attività di acquisto e vendita on-line, poi con la realizzazione di un vero e proprio negozio.

Il negozio
Fatima Shop Boutique apre nella prestigiosa via Matteotti, al civico 29, nel cuore della zona più bella del centro canturino. L'inaugurazione è prevista per il 1 settembre 2019.

Il negozio si presenterà in stile shabby chic con finiture di alta qualità e pregio. Una musica musulmana in filodiffusione e un'adeguata profumazione completeranno il tocco di "alta moda" che si respirerà nel punto vendita di Fatima. Vestiti e accessori forse non proprio alla portata di tutte le tasche ma certamente il negozio si presta a diventare un punto di riferimento in provincia di Como per tutte quelle donne di religione islamica alla ricerca di ultime novità in fatto di moda, restando sempre nel rispetto di tutte le regole dettate dall'Islam.

Una sfida all'insegna della moda
"Dato che viviamo in un paese non islamico - spiega Fatima - non sempre sul lavoro le donne musulmane possono recarsi abbigliate in maniera islamicamente corretta . Per questo cerchiamo in tutti i modi, anche per promuovere e facilitare una convivenza pacifica con tutti gli abitanti delle nostre città, a prescindere dal credo religioso, di aiutare le donne alle quali sia richiesto un abbigliamento diverso per poter lavorare, tentando di conciliare le regole basilari della nostra religione (ad esempio quella di non mostrare le forme del corpo o quella di coprire il capo) con la cultura del Paese in cui viviamo".

Italianissima
Fatima, all'anagrafe Maria Teresa, è una romana doc che si è trasferita a Cantù dopo che il marito, anche lui italiano, ha trovato lavoro a Milano. "Io sono italiana - racconta la signora Paciotti - e quindi conosco molto bene la cultura italiana. Per questo motivo nella nostra boutique si potrà trovare anche abbigliamento non propriamente islamico ma che possa essere più adatto per una donna che non vuol mostrare il proprio corpo, di un paio di jeans o di una gonna corta o attillata con magliette succinte come una seconda pelle. Si troveranno quindi anche completi con pantaloni morbidi che non fascino il corpo, tuniche, bluse e maglie che siano più lunghe di quelle che di solito troviamo nei negozi di abbigliamento italiani. Abbiamo molte clienti non musulmane che acquistano da noi completi, gonne, abiti da sera, turbanti e foulard e siamo felici di convivere in pace con tutti perché l’islam quello vero (e non quello delle tv) vuole la pace, la serena convivenza con tutti, accogliere ed essere accolti. Questo ciò che viviamo nella vita di ogni giorno e che vorremmo continuare a vivere anche attraverso il nostro lavoro".
 
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