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Truffa da 30 mln sulla beneficenza. Arrestato mons. Patrizio Benvenuti, Confiscati 9 mln a giudice della Sacra Rota: 300 anziani truffati. E c'è ancora chi crede che i preti facciano beneficenza

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Confiscati 9 mln a giudice della Sacra Rota: 300 anziani truffati. E c'è ancora chi crede che i preti facciano beneficenza



http://altoadige.gelocal.it/bolzano/cronac...?ref=hfaabzea-1

Bolzano ,una truffa immobiliare da 30 milioni del monsignore
Arrestato un alto prelato di origine argentina, denunciato un uomo d'affari. Le indagini sono partite dalla denuncia di una suora che abitava in Alto Adige

10 febbraio 2016


L'operazione Opus è condotta dalla Finanza
BOLZANO. Le Fiamme Gialle altoatesine hanno scoperto una maxi truffa milionaria a carattere transnazionale. E' stato arrestato un monsignore, ricercato un noto affarista e denunciate altre nove persone per una truffa di oltre 30 milioni di euro, riciclaggio ed evasione fiscale. Sono stati sequestrati beni per oltre dieci milioni. I fondi erano raccolti anche per fini di beneficenza. I truffati sono circa trecento.
L'indagine è stata innescata dalla denuncia alle Fiamme Gialle di una ex collaboratrice del prelato che, in buona fede, era stata nominata responsabile altoatesina di un “Trust” e riceveva inconsapevolmente posta commerciale e documenti.
I militari della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Bolzano hanno eseguito l’ordinanza cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di un alto prelato di origini argentine, in pensione, Monsignor Patrizio Benvenuti, di anni 64, residente alle Isole Canarie, il quale ha, tra l’altro, operato presso vari livelli del Tribunale Ecclesiastico alla Santa Sede in Vaticano e quale Secondo Cappellano Militare presso la Scuola di Telecomunicazioni delle Forze Armate gestita dalla Marina Militare a Chiavari (GE).
Il monsignore è stato arrestato,...
Il monsignore è stato arrestato, l'uomo d'affari è irreperebile

Sono in corso le operazioni di ricerca internazionale dell’affarista in campo immobiliare e finanziario di origini francesi, Christian Ventisette, di anni 54, stretto collaboratore del Monsignore, colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere e mandato di cattura internazionale in quanto irreperibile. Inoltre, sono stati effettuati sequestri di svariati immobili, documentazione e conti correnti bancari nonché effettuate perquisizioni in varie località in Italia e rogatorie internazionali in numerosi Paesi Europei.
Le indagini dell’operazione denominata “OPUS”, condotte dalle Fiamme Gialle altoatesine, su direzione della Procura della Repubblica di Bolzano, hanno fatto constatare come l’uomo di Chiesa e l’affarista fossero stati promotori e organizzatori di un’associazione a delinquere, attiva sul territorio nazionale ed estero, finalizzata alla commissione di svariati e ripetuti reati di truffa, riciclaggio e tributari, coinvolgendo persone e società collocate in Francia, Belgio, Svizzera, Lussemburgo, Stati Uniti e Italia.
I personaggi finiti sotto la lente...
I personaggi finiti sotto la lente della Guardia di Finanza
Oltre ai due, della associazione facevano parte altre nove persone che a vario titolo collaboravano all’attività illecita, segnalate all’Autorità Giudiziaria, mentre i “truffati” sono quasi trecento, prevalentemente residenti all’estero, per lo più in età avanzata, i quali, con la speranza di affidare i propri risparmi a persone esperte nei settori immobiliare e finanziario nonché animati dalla volontà di contribuire e aiutare la Fondazione umanitaria “Kepha”, capitanata dal prelato, versavano i propri soldi al sacerdote, che millantando inesistenti accreditamenti e collegamenti in Vaticano, ne carpiva la buona fede raccogliendo e facendo poi svanire complessivamente circa 30 milioni di euro, attraverso un articolato meccanismo di riciclaggio tra persone, società estere e italiane.
Le indagini sono scaturite da una denuncia di una ex collaboratrice del prelato, già suora, che si vedeva recapitare presso la propria abitazione in Alto Adige documenti bancari e non, riferiti ad un trust e una società di capitali, entrambi denominati “Opus” che, evidenziavano movimentazioni di denaro per centinaia di migliaia di euro e delle quali non sapeva darsi una spiegazione ma che erano in ogni caso a lei riconducibili almeno cartolarmente.
La religiosa infatti, aveva poi raccontato ai militari della Guardia di Finanza che, spinta dalla fiducia che riponeva nell’ecclesiastico, quando viveva con lui a Roma, aveva firmato alcuni contratti costitutivi, divenendo, tra l’altro, rappresentante legale della OPUS nella sede in Alto Adige, rimanendo così coinvolta nel procedimento fallimentare della società Kepha Invest in Belgio.
Sotto sequestro anche un parco...
Sotto sequestro anche un parco archeologico
La Fondazione Kepha si è vista recapitare richieste di escussione delle garanzie prestate per milioni di milioni di euro quando il Monsignore si era palesato come incapiente rispetto alle richieste degli investitori privati che a partire dal 2014 non si vedevano più corrispondere gli interessi sul capitale (inizialmente regolari, come è tipico nell’ormai noto meccanismo c.d. “Schema Ponzi”) né tantomeno restituire quanto investito.
L’attività d’indagine ha comportato per i militari della Guardia di Finanza l’esecuzione di perquisizioni, sequestri, analisi di conti, intercettazioni telematiche nonché il coordinamento con i Paesi Esteri interessati per tramite di Eurojust all’Aja, il tutto allo scopo di ricostruire il complesso truffaldino posto in essere dalla Fondazione Kepha in Italia, della Kepha Invest in Belgio nonché la condotta di ripulitura del denaro successiva svolta per mezzo di tante altre società e che ha trovato attuazione anche in Italia.
Le somme complessivamente sottratte agli investitori oggetto della truffa, oggetto della condotta riciclatoria e del reato di evasione fiscale sono state quantificate in circa 30 milioni di euro (che è il dato che emerge dal bilancio della società debitrice in Belgio) e il sequestro preventivo in forma per equivalente è stato disposto dall’Autorità Giudiziaria.In esecuzione di ciò, i Finanzieri hanno messo i sigilli per sequestro a “Villa Vittoria”, una lussuosa e antica dimora risalente nelle mura al 1465, a Piombino (LI), di proprietà della Fondazione Kepha del valore di circa 8 milioni di euro, utilizzata personalmente da Mons. Benvenuti.
Oltre alla villa, sempre di proprietà della Fondazione, è stato sequestrato un grande sito archeologico in Sicilia nel Centro Archeologico Museale di Triscina di Selinunte (TP), del valore di circa 850.000 euro; di proprietà della Icre Srl, società avente sede in Lussemburgo ma riferibile all’indagato latitante Ventisette, è stato sequestrato un immobile in Poggio Catino (RI) del valore di 530.000,00 euro e altri immobili e terreni a Poppi (AR) per il valore di 670.000,00 euro.
Nel mandato di arresto europeo è stato richiesto espressamente il sequestro anche di una villa considerevole in Corsica. Si segnala infine che è stato sottoposto a sequestro anche il sito della Fondazione Kepha ONLUS all’indirizzo www.kepha.eu. L’indagine della Guardia di Finanza punta quindi ad accertare i veri responsabili della sparizione del denaro affidato, soltanto per un equivoco, a chi in quel momento sembrava rappresentare un’istituzione come il Vaticano ma che in realtà ha alimentato soltanto i conti personali delle persone che ad oggi sono nel mirino della Procura della Repubblica di Bolzano.

www.tp24.it/2016/02/15/cronaca/cast...er-truffa/98001
15/02/2016 06:30:00
Castelvetrano e lo scandalo Kepha. Si difende il Monsignore arrestato per truffa
Prima dell’arresto di Monsignor Patrizio Benvenuti, avevamo già parlato dello scandalo Kepha e della sparizione di 30 milioni di euro. Oggi, l’alto prelato 64enne di origini argentine è accusato di truffa ai danni di più di 200 persone, prevalentemente belgi. Persone che non hanno affatto versato somme di denaro in beneficienza, ma investito in obbligazioni ad altissimo rendimento.
Soldi spariti già prima dell’ottobre 2014, quando esplose lo scandalo Kepha Invest in Belgio.
Ma di Kepha ce ne sono due. La Invest, per produrre utili, e la Onlus, fondazione senza scopo di lucro. L’una, ossatura economica dell’altra, ma presiedute sempre dallo stesso Benvenuti.

Qualche giorno fa, in Italia, la Guardia di finanza ha sequestrato in via preventiva anche la villa che fu di Elisa Bonaparte a Piombino ed il CAM (Centro Archeologico Museale) di Castelvetrano, nella borgata di Triscina di Selinunte, patrimoni della fondazione.
L’affarista 54enne Christian Ventisette, stretto collaboratore del monsignore, è invece latitante da un po’ e ricercato da un mandato di cattura internazionale.
Secondo la procura di Bolzano, il monsignore e l’affarista sarebbero stati «promotori e organizzatori di un’associazione a delinquere, attiva sul territorio nazionale ed estero, finalizzata alla commissione di svariati e ripetuti reati di truffa, riciclaggio e tributari, coinvolgendo persone e società collocate in Francia, Belgio, Svizzera, Lussemburgo, Stati Uniti e Italia».

In Italia però la sparizione dei 30 milioni, avvenuta più di un anno fa, non è mai diventata una notizia, fino all’inchiesta di Tp24 e, due giorni dopo, all’arresto di Monsignor Benvenuti. La vendita della Villa di Piombino e le difficoltà del CAM sono state invece ampiamente trattate dai media locali. Nel febbraio 2015 i giornali diffondevano le dichiarazioni di Benvenuti su un progetto per evitare la vendita della villa, affinché restasse come memoria storica della città di Piombino. Mentre nello scorso agosto veniva lanciata una raccolta fondi on line, finalizzata alla ripresa degli scavi archeologici del CAM. Un target di un milione di euro che però si chiuse racimolando soltanto 22 euro.

Intanto l’avvocato Giovanni Miceli, direttore del CAM ed uno dei difensori di Patrizio Benvenuti, ci ha inviato una nota che pubblichiamo integralmente:

“L’ampia risonanza mediatica verificatasi all'esito del "comunicato stampa" diramato dalla GDF di Brunico e relativo all’esecuzione dell’ordinanza del GIP di Bolzano con cui Don Patrizio Benvenuti è stato ristretto agli arresti domiciliari ci induce ad alcune precisazioni, attesa l’avvenuta fissazione dell’udienza per il riesame del 19 febbraio p.v. innanzi il Tribunale della libertà di Bolzano.
1) Non corrisponde assolutamente al vero la circostanza secondo la quale don Patrizio sarebbe stato fermato nell’atto di recarsi all'estero. In realtà don Patrizio ha sporto querela dettagliata ed articolata sui fatti per cui si procede fin dai primi mesi del 2014, quindi prima ancora della querela che ha originato il provvedimento e l'indagine oggi oggetto dell'attenzione dei media. Sin da subito don Patrizio si è messo a disposizione degli inquirenti e proprio dagli inquirenti romani si stava recando accompagnato dall'avv. Quercetani quando veniva raggiunto da una telefonata della GDF di Brunico che lo invitava a rientrare a Genova per essere poi sottoposto alla misura cautelare;
2) don Patrizio non si è mai occupato di amministrare o movimentare denaro. Ha invece dato vita alla Fondazione Kepha conferendo in essa, nel tempo, la sua eredità familiare (circa euro 500.000) mettendo quindi a disposizione tutti i propri beni a servizio della fondazione e quindi dei destinatari delle opere di questa; purtroppo l'incontro con il finanziere Christian Ventisette, presentatosi inizialmente quale benefattore disinteressato, ha condotto don Patrizio ad affidarsi (omettendo i dovuti controlli) completamente a questi, che organizzava, promuoveva e disponeva in totale autonomia e con la collaborazione di un nobiluomo belga di una raccolta di denaro “spacciata” dal Ventisette e dai suoi sodali come legittima forma di raccolta del risparmio garantita da pareri allegati al programma finanziario sottoscritti da primarie società di revisori di conti;
3) è stato dato ampio risalto al fatto che il sacerdote vivesse nel lusso, proprietario di ville quattrocentesche e centri museali. È' sufficiente una semplice visura nella conservatoria dei Registri Immobiliari per constatare come don Patrizio non possegga alcun bene immobile. La fondazione invece è proprietaria di Villa Vittoria a Piombino e del Campo Archeologico Museale a Triscina di Selinunte. Entrambi gli immobili sono stati acquistati dalla Fondazione per gli scopi della stessa con accensione di mutui ipotecari e con risorse donate a don Patrizio dai familiari di questi (oltre un milione di euro versati a mezzo bonifici e dunque tracciabili); a questo scopo furono gravate da ipoteca anche proprietà dei suoi stretti familiari.
4) la vicenda che ci occupa ha interessato, per iniziativa dello stesso don Benvenuti, il Procuratore del Re in Belgio già da due anni. In tutto questo tempo don Patrizio ha collaborato con la giustizia belga che ha spiccato un mandato di cattura internazionale contro Christian Ventisette mentre alcun provvedimento restrittivo della libertà personale è stato richiesto da quella Procura a carico del sacerdote italiano. Di ciò alcuna notizia è stata data da parte dei media italiani nonostante l'inchiesta belga abbia avuto pubblicità sui media di quei paesi già da molti mesi.
5) La figura di don Patrizio e il suo encomiabile operato sono messi in giusta luce dal suo “Stato di Servizio Militare” che abbraccia trent’anni di attività pastorale presso le Forze Armate d’Italia. Stato di Servizio elaborato dall’Autorità Militare e da quella Ecclesiastica.
Attendiamo perciò fiduciosi gli esiti della giustizia, certi che nelle opportune sedi sarà chiarita incontrovertibilmente la posizione di don Patrizio Benvenuti.

www.gazzettadiparma.it/news/italia-...-accusa-il.html

Monsignore arrestato: finanziere accusa il sacerdote
Dopo arresto a Madrid Christian Ventisette resta in carcere


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01 Marzo 2016 - 15:30
(ANSA) - BOLZANO, 1 MAR - Si difendono accusandosi a vicenda, il monsignor Patrizio Benvenuti e il faccendiere Christian Ventisette, coinvolti nell'inchiesta di una presunta truffa da 30 milioni di euro. Dopo l'arresto nei giorni scorsi a Madrid, Benvenuti è stato sentito oggi a Bolzano dal giudice Carlo Busato che ha convalidato l'arresto. Durante l'interrogatorio in tribunale, il faccendiere italo-francese avrebbe accusato il sacerdote di essere lui la mente dell'intera operazione, mentre il monsignore nelle scorse settimane aveva incolpato Benvenuti di essere stato "raggirato e tradito" da lui. Benvenuti ha rinunciato a presentare ricorso al tribunale del riesame e resta perciò in carcere.

www.dhnet.be/actu/faits/un-avocat-i...d70e80512d8bc18

Un avocat italien, premier condamné pour l’escroquerie Kepha
GILBERT DUPONT Publié le samedi 15 avril 2017 à 08h05 - Mis à jour le samedi 15 avril 2017 à 08h07


210
Avant le Belge, une Américaine avait été assassinée sur le chemin de Compostelle
FAITS DIVERSNous avons la liste de ceux vers qui les 250 victimes belges doivent se tourner: un Belge, des Italiens et trois Français corses.
Première décision judiciaire en Italie dans l’affaire Kepha, cette escroquerie présumée qui aurait fait 250 victimes principalement belges entre 2007 et 2014 pour un préjudice de 31,8 millions d’euros. La décision concerne un avocat de 40 ans suspecté d’avoir transféré vers les États-Unis (plus précisément, la Floride) des fonds en lien avec l’escroquerie partie de Belgique.

Moyennant trois conditions, le parquet italien a accepté de mettre fin aux poursuites visant maître Matteo C. : des aveux, 1 an de prison (dont 8 mois avec sursis) et 50.000 euros d’amende à verser au Trésor italien. L’avocat est le premier suspect condamné dans l’affaire Kepha.

Contactée hier après-midi, une victime belge, qui pleure toujours après son argent, nous confie qu’elle n’a pas été informée de cette décision intervenue à Bolzano.

Le parquet local l’a prise dans le cadre d’une procédure (de type transaction) propre au droit italien, qui permet à ceux qui collaborent à l’enquête et fournissent des renseignements jugés importants, d’obtenir plus rapidement l’extinction de l’action publique et d’ainsi échapper à l’épreuve du procès pénal.

Pour avoir aidé la justice et fourni des éléments accablant les deux suspects principaux, Matteo C. remplissait les conditions. L’avocat était classé suspect numéro 5 de l’escroquerie, là où le baron belge Christophe de Fierlant figure en troisième position.

Me Matteo C. a quitté Rome. Il développe maintenant ses nouvelles activités dans l’immobilier résidentiel à Miami.

Il dirigeait la MC Global Real Estate LLC ayant son siège au 605 Lincoln Road à Miami.

2.750.000 euros auraient transité via sa société. L’argent provenait de l’escroquerie montée chez nous autour de la société d’investissements immobiliers Kepha Invest dont le siège était avenue Général De Gaulle à Ixelles.

L’avocat condamné est aussi le neveu d’un des principaux suspects de l’affaire Kepha, l’Italo-Français de 54 ans Christian Ventisette suspecté d’avoir tout organisé.

Enfin, on connaît aussi ceux vers qui les victimes belges doivent se tourner. Outre le Belge de Fierlant déjà cité, le parquet italien vise monseigneur Patrizio Benvenuti, les Italiens Pandolfo Pandolfi et Fabio Pompei et les Français corses de Bastia et Ajaccio Etienne Benetrix, Vincent Watrelot et Pierre-Paul Filippi.

www.corriere.it/cronache/16_febbrai...34893b4a5.shtml
BOLZANO
Truffa su 30 milioni di beneficenza
In manette monsignore argentino
Accusato di una truffa ai danni di quasi 300 persone. Soldi alla fondazione del sacerdote finiti in giro di riciclaggio. La replica: «Contro di me solo menzogne»
di Alessandro Fulloni

Spariti nel nulla (o meglio: finiti in un giro di riciclaggio tutto da chiarire) 30 milioni di euro raccolti a metà tra beneficenza e investimenti finanziari. La Guardia di finanza di Bolzano ha arrestato un monsignore, Patrizio Benvenuti, 64 anni, origini argentine e doppio passaporto, accusato di una truffa ai danni di quasi 400 persone, prevalentemente residenti in Belgio (ma anche italiani e francesi) per lo più in età avanzata. Versavano i propri soldi al sacerdote, destinati alla sua fondazione umanitaria Kepha, che finivano però in un articolato meccanismo di riciclaggio tra persone, società estere e italiane. Sparsi in conti correnti tra Germania, Lussemburgo, Stati Uniti, Panama. Le Fiamme Gialle hanno sequestrato in via preventiva, tra l’altro, una lussuosa villa del Quattrocento a Piombino e un grande sito archeologico a Selinunte. Con mandato di cattura internazionale è ricercato l’affarista francese, Christian Ventisette, di 54 anni, stretto collaboratore del monsignore.

Pubbliche relazioni
Sia lui che Benvenuti si adoperavano per trovare - con un lavoro certosino di pubbliche relazioni - persone che finanziassero la fondazione. Soldi sia in beneficenza, ma anche, se non soprattutto, investiti con la speranza di rivederli restituiti con un interesse - era la promessa - attorno al 7 %. Danaro che avrebbe fruttato - erano le millanterie del prete e del suo collaboratore -grazie a operazioni nel settore immobiliare. Buona fede carpita raccontando anche di inesistenti accreditamenti in Vaticano. Ma quando qualcuno ha chiesto di poter rientrare dell'investimento, si è sentito rispondere che era impossibile. Insomma: una specie di «schema Ponzi» per nulla diverso da quello delle maggiori truffe finanziarie. Sono così scattate le prime denunce. Tanto in Belgio, dove risiede la maggior parte dei truffati, quanto in Italia. Le indagini condotte dagli investigatori coordinati dal colonnello Giulio Piller si sono avvalse di 7 rogatorie e della collaborazione degli «007» dell'Europol.

L'inchiesta partita dalla segnalazione di una suora
L'inchiesta è partita dalla segnalazione di una suora, ex collaboratrice del prelato. La religiosa aveva, infatti, ricevuto presso la propria abitazione in Alto Adige documenti bancari e non, riferiti ad un trust e una società di capitali, entrambi denominati Opus che, evidenziavano movimentazioni di denaro per centinaia di migliaia di euro e delle quali non sapeva darsi una spiegazione, ma che erano in ogni caso a riconducibili a lei. La suora aveva poi raccontato agli investigatori della Guardia di Finanza che, spinta dalla fiducia che riponeva nel monsignore - sino allo scorso anno cappellano militare in una base della Marina a Chiavari, e sempre in mezzo a numerose iniziative tra cui alcune a palazzo Barberini a Roma - quando lavorava con lui nella Capitale, aveva firmato alcuni contratti costitutivi, divenendo, tra l'altro, rappresentante legale della Opus nella sede in Alto Adige, rimanendo così coinvolta nel procedimento fallimentare della società Kepha Invest in Belgio.
Il tesoro sequestrato del monsignore
Al monsignore è stato sequestro un tesoro sconfinato. Un elenco che comprende ville, opere d'arte, addirittura un museo. Si comincia da Villa Vittoria, una lussuosa e antica dimora risalente nelle mura al 1465, a Piombino, di proprietà della Fondazione Kepha del valore di circa 8 milioni di euro, dove - per gli inquirenti - si era personalmente stabilito monsignor Benvenuti. «Sigilli» anche in un grande sito archeologico in Sicilia, nel Centro Archeologico Museale di Triscina di Selinunte (valore di circa 850.000 euro) di proprietà della Icre srl, società avente sede in Lussemburgo ma riferibile all'indagato latitante Ventisette. Sequestrato anche un immobile in Poggio Catino (nel Reatino) del valore di 530.000 euro e altri immobili e terreni a Poppi (Arezzo) per il valore di 670.000 euro. Nel mandato di arresto europeo è stato richiesto il sequestro anche di una villa considerevole in Corsica. È stato sottoposto a sequestro anche il sito web della Fondazione Kepha Onlus.
La difesa
«Questa ordinanza del giudice Schonsberg, è una colluvie di menzogne che, guarda caso, ricadono puntualmente su di me e su Pandolfo - risponde il monsignore arrestato in una nota diffusa dal «Comitato di sostegno internazionale a don Patrizio Benvenuti» - molte verità, ma talmente mischiate a bugie e falsità da perdere la globale visione della realtà dei fatti». «Come difendersi? Eppure mi hanno sempre insegnato e garantito che la verità prima o poi emerge in tutto il suo splendore. Voglio davvero sperarci», conclude la lunga nota.
@alefulloni
10 febbraio 2016 (modifica il 12 febbraio 2016 | 13:00)


www.lanazione.it/la-spezia/cronaca/...52?wt_mc=fbuser
Scoperta mega truffa gestita da un monsignore: confiscati beni per 9 milioni di euro
La procura di Bolano smaschera l’intrigo gestito da un giudice della Sacra Rota
di CORRADO RICCIPubblicato il 2 settembre 2017
Ultimo aggiornamento: 2 settembre 2017 ore 23:16
Guardia di finanza
Guardia di finanza
3 min
La Spezia, 3 settembre 2017 - DUE GROSSI complessi immobiliari appartenenti alla società spezzina Estate Mare srl a Montepertico, per un valore stimato in 9 milioni di euro, sono stati confiscati all’esito dell’azione penale promossa dalla procura di Bolzano, attraverso il pm Igor Secco che - con le indagini delegate alla Guardia di Finanza - ha smascherato una mega truffa ai danni di 300 risparmiatori, con parallela evasione fiscale monstre. Le vittime sono per lo più cittadini di origine belga; questi, dopo aver affidato i risparmi alla società lussemburghese Kepha Invest, si sono ritrovati a imprecare contro il tessitore primario dell’intrigo: un religioso di origini argentine che, quanto meno nelle loro convinzioni, avrebbe dovuto, con i soldi ricevuti, fare investimenti per traguardare utili da destinare ad opere di bene mentre, invece lì ha dilapidati o quanto gestiti badando a speculare, in danno loro e del fisco.

La beffa patrimonial/erariale è infatti contestata, fra gli altri, a monsignore Patrizio Benvenuti, già giudice della Sacra Rota, e al suo braccio operativo per lavori sporchi, il faccendiere di origini francesi, Cristhian Ventisette che (nell’ambito delle relazioni coltivate nel golfo, anche quando era colpito da mandato di cattura internazionale) aveva condotto le danze per rilevare - attraverso un labirinto societario riconducibile alla Kepha Invest - le quote di maggioranza della società spezzina Estare Mare srl.

MENTRE sull’alto prelato - prima dell’arresto, avvenuto nel febbraio 2016, in stretta relazione col cardinale Tarcisio Bertone - pende la richiesta di rinvio a giudizio per associazione per delinquere finalizzata alla truffa e all’evasione fiscale, l’altro ha chiesto di patteggiare la pena a 2 anni di reclusione; ciò in connessione al patteggiamento già chiesto e ottenuto, nell’ambito dell’applicazione delle norme sulla responsabilità amministrativa, dalla società spezzina (con sede legale in via Fontevivo) di cui il faccendiere, dal 2014, era il presidente-manovratore (in beffa dei soci di minoranza considerati dalla procura di Bolzano parti lese); la sanzione concordata con la procura di Bolzano ammonta a 56mila euro.

La resa ha intanto spianato la strada alla confisca dei beni, sulla via del recupero al patrimonio dello Stato delle risorse non incamerate per effetto delle evasioni fiscali. La confisca è scattata su un complesso residenziale di una decina di appartamenti al grezzo, valutato in 3 milioni di euro e su un’area edificabile già dotata di progetto per la realizzazione di case e box con valore stimato finale di 6 milioni. Uno scenario futuribile dunque e non attuale, con la rivalsa dello Stato ora proiettata a passare dalle complcazioni del giudizio di esecuzione, con la società posta in liquidazione

www.ansa.it/trentino/notizie/2017/0...acf1781616.html

Chiesto rinvio giudizio mons. Benvenuti
Arrestato nel 2016 per una serie di presunte truffe

BOLZANO
01 settembre 2017
16:57

BOLZANO, 1 SET - La procura di Bolzano ha chiesto il rinvio a giudizio per monsignor Patrizio Benvenuti, accusato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e violazione fiscale.
L'alto prelato, 65 anni, di origini argentine, era stato arrestato nel febbraio 2016 per una serie di presunte truffe in campo finanziario. Sarebbero circa 300 le vittime, tra cui numerosi altoatesini, per un valore complessivo di 30 milioni di euro. Il pm Igor Secco, titolare dell'inchiesta, ha chiesto il rinvio a giudizio anche per Etienne Benetrix, Fabio Pompei e Pandolfo Pandolfi, tutti accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa. A far partire l'inchiesta, nel 2014, fu un'ex suora dell'ordine della Santa Croce di Merano, ex collaboratrice del prelato.

www.dhnet.be/actu/faits/l-escroquer...d70fc627d77ba45
L’escroquerie Kepha jugée le 8 novembre en Italie
GILBERT DUPONT Publié le mardi 12 septembre 2017 à 13h55 - Mis à jour le mardi 12 septembre 2017 à 13h57


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L’escroc Gilbert Chikli arrêté
ABONNÉS Le coup de gueule du chef de la police de Liège après Standard-Charleroi: "J’en ai marre !"
FAITS DIVERSSix suspects dont un Belge comparaîtront à Bolzano pour cette escroquerie en Belgique qui a fait 250 victimes pour 35 millions d’euros entre 2007 et 2014
L’information est attendue par plus de 250 victimes belges du scandale Kepha. Le procès de l’escroquerie montée entre 2007 et 2014 autour de la société d’investissement immobilier résidentiel d’Ixelles Kepha Invest s.a. s’ouvrira en Italie, avec six inculpés cités à comparaître le 8 novembre prochain devant le tribunal pénal de Bolzano. L’information a pu nous être confirmée par l’avocat Claude Bontinck du seul suspect belge, le baron Christophe de Fierlant. Outre le baron de Fierlant, la justice italienne jugera l’homme d’église d’origine argentine Patrizio Benvenuti, l’Italien Pandolfo Pandolfi, le Français Christian Ventisette, l’avocat établi à Miami Matteo C. et le Français de 49 ans Etienne Benetrix. En aveux sur la matérialité des faits, de Fierlant nie l’intention délictueuse. Attendu depuis que le scandale a éclaté en octobre 2014, le procès est pour les victimes principalement belges l’étape obligée sur le chemin d’une éventuelle indemnisation. Éventuelle en effet : leurs avocats les ont déjà informées que l’espoir de récupérer de l’argent est mince et fragile, les procédures en Italie s’annonçant selon eux "ardues, coûteuses et sans garantie de réussite". Avec un procès en Italie, la crainte est que le fisc italien se serve en priorité, mette le grappin sur ce qui a pu être saisi et ne représenterait que le tiers du préjudice de l’escroquerie estimé à environ 35 millions d’euros.

Les 250 plaignants belges seront invités à remplir des procurations qui seront déposées le 8 novembre au tribunal de Bolzano. Prise de court par l’italienne, la justice belge n’a pas forcément dit son dernier mot. Depuis le 30 octobre 2014, l’affaire Kepha est parallèlement à l’instruction à Bruxelles chez le juge financier Michel Claise. Les 250 victimes belges s’adressaient à des intermédiaires à Bruxelles et en Wallonie que la justice italienne ne poursuit pas. Selon l’évolution du procès à Bolzano, le juge Claise pourrait ensuite s’intéresser à tous ces courtiers sans lesquels l’escroquerie était impossible.

Quant au seul Belge poursuivi en Italie, Me Bontinck rappelle que le baron de Fierlant, s’il a prêté une aide matérielle qu’il ne nie pas, n’a eu conscience à aucun moment de participer à une escroquerie tant celle-ci était bien conçue et paraissait avoir l’appui, pour ne pas dire la bénédiction, du Vatican.

Des six, le baron de Fierlant est le seul qui, toujours selon son avocat, s’est évertué à contribuer à indemniser les victimes, dans la mesure de ses moyens du moins. "C’est simple, soupire Me Claude Bontinck, mon client n’a plus rien. Il a dû vendre des propriétés. Cet homme a 47 ans et n’a plus rien […] Mais il tient à ce que chacun sache qu’il n’est pas un escroc. Il a d’ailleurs été le premier à dénoncer et porter plainte. Le baron de Fierlant ne savait pas."

Gilbert Dupont

www.ansa.it/trentino/notizie/2018/0...26604dce20.html

Caso mons. Benvenuti passa a Roma

Alto prelato fu arrestato nel 2016 con accusa di maxi truffa

BOLZANO
09 marzo 2018
17:48

(ANSA) - BOLZANO, 9 MAR - Si sposterà quasi interamente a Roma il procedimento a carico di monsignor Patrizio Benvenuti, accusato insieme ad altre tre persone di una maxi-truffa a danno di numerosi risparmiatori. Lo ha deciso il gup di Bolzano Walter Pelino in riferimento alla questione di competenza territoriale sollevata dalla difesa.
Il filone dell'associazione a delinquere finalizzata alla truffa, che riguarda l'alto prelato 66enne e gli altri tre imputati, sarà dunque trasmesso a Roma. Per quanto riguarda invece l'imputazione di autoriciclaggio, a carico del monsignore, se ne dovrà occupare la procura di Genova. A Bolzano, invece, rimarrà in piedi solo l'imputazione per false dichiarazioni. L'alto prelato, di origini argentine, era stato arrestato nel febbraio 2016 per una serie di presunte truffe in campo finanziario. Sarebbero circa 300 le vittime, tra cui numerosi altoatesini, per un valore complessivo di 30 milioni di euro. A far partire l'inchiesta, nel 2014, fu un'ex suora ed ex collaboratrice del prelato.

http://iltirreno.gelocal.it/piombino/crona...ioni-1.17241169
ESECUZIONE IMMOBILIARE A FINE MESE
Jindal interessato ad acquistare Villa Vittoria. L’ex dimora di Lucchini all’asta per 4 milioni
Fu comprata nel 2009 dalla fondazione Kepha, presieduta da don Benvenuti, arrestato nel 2016 con l’accusa di truffa
di Cristiano Lozito

12 settembre 2018

PIOMBINO. Villa Vittoria, la splendida residenza in Cittadella messa sotto sequestro nel febbraio 2016 nel giorno dell’arresto di monsignor Patrizio Maria Romano Benvenuti, accusato di una truffa da 30 milioni, a fine mese andrà all’asta: in realtà la notizia dell’esecuzione immobiliare attraverso gli annunci del Tribunale di Livorno ha fatto sì che eventuali acquirenti abbiano già potuto rivolgersi al delegato alla vendita, il commercialista Enrico Pecchia dello studio Audit.

Nei giorni scorsi, durante la sua visita in città accompagnato dal sindaco Massimo Giuliani, anche Sajjan Jindal avrebbe chiesto informazioni e poi visitato l’antica dimora, in vendita per poco più di 4 milioni, con un’offerta minima di 3 milioni, cioè il 75% del prezzo base.

Notizia circolata negli ambienti vicini alla fabbrica, e in quest’ottica rappresentata come un segno della solidità dei progetti di Jindal, intenzionato ad acquistare una casa in città. Ed effettivamente è difficile trovare in città una residenza di questo livello: a ridosso della chiesina realizzata da Andrea Guardi per conto degli Appiani, si affaccia sul mare. 856 metri quadri su tre piani, 24 camere, un ampio salone al piano terra, dalla terrazza e dal giardino il panorama sul golfo di Salivoli e sull’Elba.

La dimora è carica di storia: nel 1502 vi aveva abitato Leonardo da Vinci, chiamato a progettare e costruire le mura di cinta della villa. Agli inizi dell’Ottocento la fece restaurare e vi si stabilì Elisa Bonaparte Baciocchi, sorella di Napoleone. Nel secolo scorso e fino al 2009 Villa Vittoria invece ha ospitato prima i direttori della Magona, poi i vertici delle acciaierie. Quando Luigi Lucchini, nel 1993, acquistò l’ex Ilva, rilevò anche la villa e ne divenne l’ultimo proprietario.

Nel 2009 la villa fu acquistata dalla fondazione Kepha presieduta da monsignor Benvenuti, 66 anni, nato a Buenos Aires ma con madre campigliese e padre sanvincenzino. Il monsignore all’epoca spiegò di voler realizzare a Villa Vittoria un centro di formazione di eccellenza, di master post universitari e un ciclo di corsi di canto che in effetti videro protagonista Katia Ricciarelli. Poi qualche matrimonio, feste private, iniziative culturali.

Nel 2015 però don Benvenuti mise la casa in vendita, spiegando che la sua gestione era troppo costosa. Un anno dopo, l’arresto per una presunta truffa ai danni di anziani, per lo più francesi e belgi: insieme ad altri indagati don Benvenuti era accusato (il procedimento è ancora in corso) di aver raccolto 30 milioni

di euro sfruttando la credibilità del clero, investendo il denaro in società satellite per ottenere ville di lusso e mega stipendi. La villa di Cittadella era stata acquistata con un mutuo, la Kepha smise di pagarne le rate fino all’esecuzione immobiliare.


http://iltirreno.gelocal.it/piombino/crona...ioni-1.17244784
Jindal interessato a Villa Vittoria: l’ex dimora di Lucchini all’asta per 4 milioni
Fu comprata nel 2009 dalla fondazione Kepha, presieduta da don Benvenuti, arrestato nel 2016 con l’accusa di truffa
di Cristiano Lozito

13 settembre 2018
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Sajjan Jindal, neoproprietario della ex Lucchini (foto Paolo Barlettani)
PIOMBINO. Villa Vittoria, la splendida residenza in Cittadella messa sotto sequestro nel febbraio 2016 nel giorno dell’arresto di monsignor Patrizio Maria Romano Benvenuti, accusato di una truffa da 30 milioni, a fine mese andrà all’asta: in realtà la notizia dell’esecuzione immobiliare attraverso gli annunci del Tribunale di Livorno ha fatto sì che eventuali acquirenti abbiano già potuto rivolgersi al delegato alla vendita, il commercialista Enrico Pecchia dello studio Audit.

Nei giorni scorsi, durante la sua visita in città accompagnato dal sindaco Massimo Giuliani, anche Sajjan Jindal avrebbe chiesto informazioni e poi visitato l’antica dimora, in vendita per poco più di 4 milioni, con un’offerta minima di 3 milioni, cioè il 75% del prezzo base.

Notizia circolata negli ambienti vicini alla fabbrica, e in quest’ottica rappresentata come un segno della solidità dei progetti di Jindal, intenzionato ad acquistare una casa in città. Ed effettivamente è difficile trovare in città una residenza di questo livello: a ridosso della chiesina realizzata da Andrea Guardi per conto degli Appiani, si affaccia sul mare. 856 metri quadri su tre piani, 24 camere, un ampio salone al piano terra, dalla terrazza e dal giardino il panorama sul golfo di Salivoli e sull’Elba.

La dimora è carica di storia: nel 1502 vi aveva abitato Leonardo da Vinci, chiamato a progettare e costruire le mura di cinta della villa. Agli inizi dell’Ottocento la fece restaurare e vi si stabilì Elisa Bonaparte Baciocchi, sorella di Napoleone. Nel secolo scorso e fino al 2009 Villa Vittoria invece ha ospitato prima i direttori della Magona, poi i vertici delle acciaierie. Quando Luigi Lucchini, nel 1993, acquistò l’ex Ilva, rilevò anche la villa e ne divenne l’ultimo proprietario.

Nel 2009 la villa fu acquistata dalla fondazione Kepha presieduta da monsignor Benvenuti, 66 anni, nato a Buenos Aires ma con madre campigliese e padre sanvincenzino. Il monsignore all’epoca spiegò di voler realizzare a Villa Vittoria un centro di formazione di eccellenza, di master post universitari e un ciclo di corsi di canto che in effetti videro protagonista Katia Ricciarelli. Poi qualche matrimonio, feste private, iniziative culturali.

Nel 2015 però don Benvenuti mise la casa in vendita, spiegando che la sua gestione era troppo costosa. Un anno dopo, l’arresto per una presunta truffa ai danni di anziani, per lo più francesi e belgi: insieme ad altri indagati don Benvenuti era accusato (il procedimento è ancora in corso) di aver

raccolto 30 milioni di euro sfruttando la credibilità del clero, investendo il denaro in società satellite per ottenere ville di lusso e mega stipendi. La villa di Cittadella era stata acquistata con un mutuo, la Kepha smise di pagarne le rate fino all’esecuzione immobiliare. —


13 settembre 2018
 
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view post Posted on 3/6/2020, 06:31

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www.altoadige.it/cronaca/bolzano/r...ville-1.2021805

Risparmiatori truffati Vanno all’asta due ville
A denunciare il presunto raggiro fu un’ex suora meranese. Oltre duecento le parti lese Gli immobili, a La Spezia, vennero sequestrati alla «Estate mare srl» . L’istanza di una banca

di Mario Bertoldi
28 maggio 2019

Torna di attualità la presunta truffa da 30 milioni di euro addebitata ad un gruppo di faccendieri con coinvolgimento di monsignor Patrizio Benvenuti, un alto prelato per il quale la Procura della Repubblica (pubblico ministero Igor Secco) aveva chiesto due anni fa il rinvio a giudizio. Il procedimento penale, trasferito a Roma per competenza territoriale, è ancora in corso.

Il procedimento.

Nel frattempo però ai giudici bolzanini è rimasta la competenza per altri aspetti giudiziari della vicenda, tra cui il sequestro a suo tempo disposto (a titolo di garanzia) di due lussuose ville in provincia di La Spezia dal valore complessivo di 9 milioni di euro. Come noto la presunta maxi truffa, che venne scoperta grazie alle denunce partite negli ambienti religiosi dell’Alto Adige, provocò danni a circa 200 piccoli risparmiatori tra cui alcuni altoatesini. Come si ricorderà, l'inchiesta venne curata dalla Guardia di Finanza altoatesina in stretta collaborazione con le polizie di Francia, Belgio, Lussemburgo e Svizzera.

L'indagine prese le mosse da Brunico a seguito della denuncia dell'ex suor Donata, al secolo Agnese Colz di 75 anni, che dopo aver vissuto a Roma per anni come collaboratrice del monsignore, era tornata a vivere in Val Badia, a La Valle, dove la sorella ha un albergo. Gli indagati sono accusati di aver raccolto 30 milioni di euro sfruttando la credibilità del clero, investendo il denaro in società satellite per ottenere ville di lusso e stipendi da sogno.

Oltre all’alto prelato Patrizio Benvenuti (di cui ora si sta occupando come detto la magistratura romana), il presunto raggiro avrebbe coinvolto anche il finanziere Christian Ventisette, 57 anni di origine corse, amministratore delegato della «Estate mare srl».

L’asta.

All’epoca, Ventisette chiese di patteggiare due anni di reclusione ma sulla base del decreto legislativo 231 del 2001 (che disciplina la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche e delle associazioni) la magistratura bolzanina dispose la confisca delle due ville in questione di proprietà della società “Estate mare srl” che ora una delle banche creditrici intende mettere all’asta per rientrare dei finanziamenti a suo tempo concessi.

Della vicenda dovrà occuparsi la prossima settimana il giudice Emilio Schönsberg del tribunale di Bolzano che sembra intenzionato a dare il via libera alla procedura dopo aver verificato che i finanziamenti siano avvenuti in buona fede, dunque senza avere alcun sentore del giro truffaldino a suo tempo organizzato.

I danni.

Tra le vittime c’ è anche Agnese Colz, l’ ex suora dell'ordine della Santa Croce di Merano, che nell'estate del 2014 - spinta dal nipote insospettito - si presentò al comando della compagnia delle Fiamme gialle di Brunico. Nella sua denuncia la religiosa altoatesina raccontò tra l’altro di aver prestato all’alto prelato 35 mila euro per coprire le spese di ricevimenti con importanti personalità romane.

Edited by GalileoGalilei - 3/6/2020, 09:38
 
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view post Posted on 5/2/2022, 23:30

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https://www.dhnet.be/actu/faits/mega-escro...b50a6525b82de53

Méga escroquerie de l’affaire Kepha : le parquet veut juger Mr Benvenuti pour escroquerie
Faits divers


Gilbert Dupont
Abonnés Publié le 21-11-20 à 11h42 - Mis à jour le 21-11-20 à 11h43

Méga escroquerie de l’affaire Kepha : le parquet veut juger Mr Benvenuti pour escroquerie© D.R.
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Six renvois en correctionnelle demandés pour l’affaire Kepha qui a fait perdre 30 millions à 283 épargnants belges.

Le parquet de Bruxelles a requis le renvoi devant le tribunal correctionnel des auteurs présumés de la méga escroquerie montée pendant 14 ans en Belgique autour de la société d’investissement immobilier d’Ixelles, Kepha Invest SA.

Lors de l’audience devant la chambre du conseil qui clôturait l’instruction du juge Michel Claise, le parquet a demandé le renvoi en procès de : Monseigneur Patrizio Benvenuti, ecclésiastique de 67 ans en résidence à Rome ; du Florentin de 74 ans Pandolfo Pandolfi, directeur général et trésorier de la Fondation Kepha ; de l’homme d’affaires français de 58 ans Christian Ventisette, ainsi que de trois sociétés de droits italien et luxembourgeois, dont l’International Charity Real Instate et la Fondazione Kepha Onlus.

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Carne del negozio Kepha: il parquet per fare Mr Benvenuti per il negozio
Faits subacquei


Gilbert Dupont
Abbonamenti pubblicati dal 21-11-20 alle 11:42 - Oggi fino al 21-11-20 alle 11:43

Sei rimedi necessari per l'affare Kepha, che è costato tra 30 milioni e 283 belgi.

Il Parquet di Bruxelles sostiene che il tribunale correttivo del tribunale di primo grado della quattordicenne Ms. Escroquery Group in Belgio è responsabile della Employment Investment Company di Kexha, Kepha Invest SA.

Secondo la riunione del consiglio, che ha istituito l'istruzione del giovane Michel Claise, la parrocchia richiesta ha ricevuto: monsignor Patrizio Benvenuti, ecclesiastico di 67 anni nella residenza di Roma; di Florentin di 74 anni Pandolfo Pandolfi, Direttore Generale e Tesoriere della Fondazione Kepha; dell'imprenditore francese di 58 anni da Christian Ventisette, che sono le tre aziende farmaceutiche italiane e lussemburghesi, dell'International Charity Real Instate e della Fondazione Kepha Onlus.
 
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view post Posted on 9/2/2022, 10:01
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Se non si donassero quattrini alla Chiesa, allora non ci sarebbero nemmeno le truffe sulla beneficenza. Questo vale anche per le ONG
 
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