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Oggi 11 novembre, san Martino, patrono dei cornuti, A Ruviano (CE) si festeggiano le corna dell'abbondanza, rito dionisiaco dei raccolti e della vinificazione

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view post Posted on 9/11/2007, 15:48
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A Ruviano (CE) si fa la festa ai mariti delle sante donne di chiesa

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09/11/2007


Un antico rito per scongiurare l’imbarazzante e temuto...fardello ed ecco anche quest’anno puntuale il ritorno di uno degli appuntamenti più originali e curiosi di Terra di Lavoro (e sicuramente anche dell’intero Paese) tra folclore, divertimento, enogastronomia e turismo. Parliamo della caratteristica, allegra e coinvolgente «festa dei cornuti» di Ruviano, un evento in programma domenica prossima nella tradizionale giornata dell’11 novembre dedicata a San Martino, e che ha reso famoso in tutta Italia nel corso degli ultimi anni il piccolo e vivace centro del medio Volturno. A organizzare la festa di domenica pomeriggio come sempre l’Acr (associazione cornuti ruvianesi), un club che conta un centinaio di iscritti. CAPUTI A PAG. 38

ILDEBRANDO CAPUTI Un antico rito per scongiurare l’imbarazzante e temuto...fardello ed ecco anche quest’anno puntuale il ritorno di uno degli appuntamenti più originali e curiosi di Terra di Lavoro (e sicuramente anche dell’intero Paese) tra folclore, divertimento, enogastronomia e turismo. Parliamo della caratteristica, allegra e coinvolgente «festa dei cornuti» di Ruviano, un evento in programma domenica prossima nella tradizionale giornata dell’11 novembre dedicata a San Martino, e che ha reso famoso in tutta Italia nel corso degli ultimi anni il piccolo e vivace centro del medio Volturno. «Alla processione dei “cornuti” di Ruviano – sottolinea Lucio Maffeo, uno dei principali animatori della manifestazione – partecipano annualmente migliaia di turisti e persone provenienti non solo dalla provincia di Caserta e dalla Campania ma da ogni parte d’Italia. È un appuntamento decisamente originale all’insegna delle tradizioni di un tempo, del divertimento e della goliardia e che contagia in breve tempo tutti i presenti, caratterizzato soprattutto da un lungo e festoso corteo composto anche da intere famiglie che attraversa tra canti e musica, le vie dell’intero paese. Al termine poi per tutti degustazione di piatti e prodotti tipici, come una squisita pasta e fagioli, e un buon bicchiere di vino locale». A organizzare la festa di domenica pomeriggio come sempre l’Acr (associazione cornuti ruvianesi), un club che conta un centinaio di iscritti anche a livello internazionale, tra cui anche single e diversi giovani. «La nostra associazione – continua il segretario dell’Acr, Lucio Maffeo – ha recuperato e portato avanti un’antica tradizione da sempre al centro del folclore ruvianese. Da circa trent’anni ormai abbiamo uno statuto regolarmente registrato, soci finanche a Treviso e negli Stati Uniti, una tessera speciale ed uno stendardo ufficiale con su raffigurato un cervo con due poderose corna ramificate. Riservato esclusivamente ai soci poi che festeggiano il decennale di iscrizione un medaglione artistico, tematico, da indossare durante il corteo, mentre tra le novità di quest’edizione la cerimonia in forma pubblica dell’ammissione dei nuovi soci, generalmente una decina ogni anno». Ad aprire la caratteristica processione per le vie di Ruviano naturalmente i soci dell’associazione con il tipico costume dell’evento e tutti contraddistinti da un copricapo dalla inconfondibili forme: «Il corteo – evidenzia Maffeo – ormai segue un rituale ben preciso. In testa troviamo il presidente della nostra associazione, Paolo Nicolella, seguito da alcuni figuranti che rappresentano San Martino, il monaco e il chierichetto, poi i soci e i simpatizzanti, e infine turisti e pubblico. La manifestazione si chiude, come tradizione, in segno di ulteriore scongiuro, con l’incendio in un falò di un fantoccio cornuto».

Immagini delle passate edizioni della «festa dei cornuti», a Ruviano

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Ruviano (CE). Cornuti e felici. L’associazione locale dei cornuti, unica in Italia, festeggia nel giorno di San Martino, il 26° anniversario dalla fondazione.

Servizio di Rosario Lavorgna

cornuti

L’11 novembre di ogni anno è gran festa a Ruviano, un piccolo paese in provincia di Caserta, asceso alla ribalta della cronaca nazionale per una iniziativa unica nel nostro Paese: l’associazione locale dei cornuti. Ebbene sì, stiamo parlando proprio di loro, delle vittime della fedifragia al femminile. E’ ovvio che nel caso dei molti Ruvianesi iscritti al mitico club trattasi solo di corna in senso lato, ma chi a domanda non risponde o si cela dietro sarcastici non comment, si resta inevitabilmente col dubbio.
Anche quest’anno, nel giorno dedicato a San Martino, protettore della ‘categoria’ (da cosa debba proteggerli non si è capito ancora) le strade del piccolo borgo casertano si sono riempite di gioia, di corna e di musica, con sfilate dal sapore carnascialesco, quasi carioca, con in testa il presidente del club, con enormi corna da cervo, fino al “cornuto municipale”, il sindaco del paesino che ha pensato bene di addobbare le sue corna con il tricolore, onde confondersi con gli altri gioiosi cerbiatti.
Una manifestazione unica nel suo genere che ad ogni edizione attrae l’attenzione e la curiosità di tanta, veramente tanta gente.


Ruviano, il paese dei cornuti.
Una leggenda, divenuta “realtà”, alla fine degli anni settanta, quando alcuni giovani pieni di entusiasmo ed ardenti d’amore per la terra natia, vollero dare seguito alla leggenda, tramandata da secoli di generazione, in generazione. Per diventare cornuti doc! Una presa di coscienza sulla necessità di difendere il “marchio”-in via d’estinzione. Per non dimenticare il curioso e bizzarro rito, verosimilmente già presente in era pagana, nel minuscolo paesino della provincia di Caserta: interrotto negli anni anche per lunghi periodi, e di tanto in tanto ripreso - che ormai da un quarto di secolo (XXVI edizione) - si celebra puntualmente ogni anno. Tutto iniziò come uno scherzo. Il cupo mese di novembre. Si riunirono, si dettero da fare, spesero la loro baldanza giovanile, ma anche i pochi spiccioli che avevano da parte, affrontarono diffidenze ed incredulità, freddezze ed assenteismi, decisi a celebrare la Festa dei Cornuti – collocata l’undici novembre, in onore di S.Martino, noto protettore dei portatori d’aculei. Andò tutto per il meglio. Sfilando coraggiosamente in processione per le strade del paese, con mastodontiche corna sulla testa, in una sorta di “autoflagellazione collettiva”. Furono premiati da applausi e da lodi esterne- ma anche dalla soddisfazione interna che la coscienza del bene regala agli uomini di buona volontà. RIUNITI IN ASSOCIAZIONE E fu sull’eco del successo della festa, che l’anno dopo i cornuti organizzati, diventati per l’occasione una ventina, tornarono all’assalto. Decisi a dare soluzione di continuità alla tradizionale festa. La fine dell’estate di quell’anno fu il preludio alla nascita di un’associazione. L’ACR: Associazione Cornuti Ruvianesi. “Nata con lo scopo di far valere i propri diritti, per alleviare le sofferenze delle persone colpite dalla sindrome dei bernoccoli, per aiutarle in modo corretto sul piano neuro-riabilitativo, tramite un sereno confronto con le altre vittime”- sottolinea divertito uno dei soci fondatori. Associazione cresciuta negli anni, per l’arrivo di nuovi adepti, ogni anno in fila per ricevere il “battesimo” e la conseguente patente di becco. CORNUTI D’ITALIA A RACCOLTA Cornuto è bello. I duemila abitanti del paesino casertano sono orgogliosi di esserlo- e l’undici novembre di ogni anno si ritrovano, provenienti dall’intera penisola (qualcuno anche dall’America) - per festeggiare il loro patrono, sfilando in processione, con gioia e “speranza”- con tanto di stendardo, santo, monaco, chierichetto e presidente – tutti in costume tipico, accompagnati dalla banda per cantare il caratteristico inno dei cornuti: processione che si conclude l’incendio del fantoccio di pezza, naturalmente munito di grossi aculei. Uniti dalle armi portate sulla testa, “mimetizzati” per gioco- con buona dose d’ironia. “Terapia” per allontanare lo spettro di “pesi” veri sulla fronte- per dribblare ed esorcizzare l’incombente pericolo: l’anamnesi di qualche “antropologo”del luogo. In passerella becchi di tutti i tipi- con corna lunghissime, personalizzate, tecnologiche. LA PROCESSIONE Goliardia, ironia, folklore- per valorizzare il “prodotto tipico ruvianese. Le corna Processione, inno, battesimo nuovi adepti, discorso del Presidente dell’Associazione, che ha elencato le dieci buone regole del cornuto doc. Per finire, tutti cornuti e contenti al ristorante, per una cena esclusiva. L’ingresso riservato solo a persone con carico pendente sulla testa, previa esibizione certificato- cornuto-doc, “attestato precedentemente dalle divertite consorti”. Rimaste a casa a “produrre” il prodotto tipico locale! Ruviano, patria dei cornuti. A quando la festa nazionale? Festa terapizzante per milioni d’italiani spesso alle prese con il fastidiosissimo peso sulla testa: un buon metodo per alleviare il doloroso carico pendente! (Giuseppe Sangiovanni)

13.11.05

Edited by pincopallino1 - 12/11/2023, 07:11
 
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pusher93
view post Posted on 10/11/2008, 18:58




bellissima festa ce si terrà domani... chi può non deve perdere l' occasione di andare a Ruviano!!!
 
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view post Posted on 11/11/2008, 12:08
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Anche quest'anno a Ruviano ci sarà la Festa dei Cornuti.

http://www.casertanews.it/public/articoli/...81109055855.htm

Domenica 9 Novembre 2008

Tutto pronto per la Festa dei Cornuti
FOLCLORE | Ruviano – Tutto pronto a Ruviano per l'ormai famosissima festa dei Cornuti in programma martedì 11 novembre, giorno dedicato al loro protettore San Martino, su iniziativa dell'ACR, Associazione Cornuti Ruvianesi, presieduta da Franco Nicolella. Nel rispetto di una consolidata tradizione i goliardici festeggiamenti prevedono alcune fasi salienti, che richiamano giornalisti, fotografi e televisioni anche dall'estero, per partecipare alla processione degli adepti, con in testa il sindaco, tante altre autorità e professionisti, tutti accomunati da visdtosissime e ramificate corna sulla fronte, assistere al rituale propedeutico all'ammissione di nuovi soci, all'incendio di un fantoccio e, dulcis in fundo, per partecipare ad una cena in un noto locale della zona. Molte donne seguono il rituale attraverso le ante socchiuse di finestre e balconi, quasi si vergognassero dei loro uomini "cornuti", ma tante altre, soprattutto forestiere, si aggregano al corteo, sono in lista per l'ammissione al sodalizio e baciano con orgoglio il cordone del "priore" allorché - previo giuramento - riescono ad ottenere l'agognata affiliazione. Un pomeriggio diverso, quindi, da non perdere, anche perché tutti hanno la possibilità di chiudere la serata in bellezza degustando prodotti tipici locali innaffiati con l'ottimo vino pallagrello delle amene colline rajanesi.

Fonte : Teleradio News
 
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V.S.GAUDIO
view post Posted on 23/1/2010, 21:19




Esiste IL TEST DEI CORNUTI, elaborato, sulla scorta della Tavola delle Corna dell'utopista Charles Fourier, teorico del "Nuovo Mondo Amoroso":dal "cornuto ottimista" al "cornuto cosmopolita", dallo "smaliziato" o "misantropo" al "cornuto stregato", dal "cornuto d'urgenza" al "cornuto beffardo", da quello "bigotto" al "cornuto trombetta", dal "cornuto sordido" a quello "ortodosso", dal "portabandiera" al "trascendentale"; per tutti i gusti e le tendenze. L'autore è VUESSE GAUDIO. E' stato pubblicato da "Linus" sul n.9, setembre 1993.
V.S.GAUDIO
 
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V.S.GAUDIO
view post Posted on 27/1/2010, 17:07




ANCORA SUL TEST DEI CORNUTI di VUESSE GAUDIO
Charles Fourier, come ogni utopista che si rispetti, non vedeva di buon grado il matrimonio e la famiglia. L'ottava "spiacevolezza" della vita coniugale è la cornificazione, che Fourier definisce "un incidente increscioso giacché ci fa spremere le meningi alla ricerca di tutte le precauzioni per sfuggirla, nonostante la certezza che ha lo sposo, prima del matrimonio, di subire la stessa sorte che ha imposto agli altri".Nella sua "tavola analitica" 76 cornuti;nel Test non li abbiamo potuto considerare tutti, per ragioni di spazio, comunque, grazie ai due simboli dominanti, era(è) possibile verificare una doppia valenza: ad esempio, i due stessi simboli dominanti potevano correlare sia il "cornuto di nascosto" che quello "miracolato", sia il "coccolato" che il "grandioso", oppure l'"accelerante" e l'"ottimista", l'"indaffarto" e il "salutista", lo "smaliziato" e il "misantropo", il "cornuto reciproco" e il "coalizzato", l'"ortodosso" e l'"abbarbicato", un cornuto che non viene scoraggiato da nessun affronto o oltraggio:qualunque scandalo abbia commesso sua moglie, va a implorarla con umiltà; se sua moglie scappa venti volte, venti volte va a riprendersela, versando lacrime di gioia. Un cornuto di vocazione.
V.S.GAUDIO
 
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view post Posted on 11/11/2010, 11:50
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www.agoramagazine.it/agora/spip.php?article12250

COSTUME
Ruviano (Caserta): Si celebra la “Festa dei cornuti”, quale autoflagellazione collettiva

giovedì 11 novembre 2010 di Domenico Esposito

Lettori unici di questo articolo: 176
L’undici novembre, in onore di San Martino, nel comune di Ruviano, in provincia di Caserta, un gruppo di abitanti sfilerà per le strade, bardato da vistose corna sulla testa. Si tratta – è stato spiegato più volte negli ultimi trent’anni di vita della manifestazione – “di una sorta di autoflagellazione collettiva”.

L’evento è organizzato dalla locale “Associazione Cornuti Ruvianesi”, alcune centinaia di iscritti finora anche “forestieri”, il cui presidente è Franco Nicolella. A lui si deve la spiegazione del motivo della manifestazione: “E’ un momento di allegoria, ironia, spensieratezza e puro divertimento. Associazione – soggiunge - cresciuta negli anni, per l’arrivo di nuovi adepti, ogni anno in fila chi per cominciare il noviziato, chi per ricevere il battesimo e la conseguente patente di becco”.

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CLUB DEI CORNUTI baphomet

Fin qui la notizia. Epperò Ruviano merita l’attenzione per essere stata argomento di riflessione in un convegno a Berlino, in Germania, del luglio 2005. L’importante occasione di studio del fenomeno di costume (che ebbe il battesimo a Genova una ventina di anni fa), la si deve alla professoressa Rita Giuliani, titolare della II Cattedra di Lingua e Letteratura russa nell’Università La Sapienza di Roma. E’ inoltre redattrice della rivista internazionale di studi russistici e rappresentante in Italia di “Vsemirnoe” slovo”, edizione russa di “Lettre Internationale”, membro della “Società Teatrale M. Bulgakov” di San Pietroburgo. Coordina il Dottorato di ricerca in Slavistica.

Frenetica l’attività di ricerca della Giuliani, la quale ha pubblicato più di quaranta volumi, e ha citato la Festa di Ruviano anche in russo in un volume uscito nel 2006 ad Orel (Federazione russa). Ricercatrice, la Giuliani è considerata monumento della cultura mondiale. A lei si deve la citazione, in un articolo, di una festa dei cornuti firmata dallo scrittore russo del 1900 Leonid Andreev. Fonte accreditata della ricercatrice è il giornalista Giuseppe Sangiovanni, dalla medesima citato in ogni circostanza. Attento osservatore, è proprietario anche del corredo fotografico.

Inoltre vi è traccia marcata della manifestazione di Ruviano in due studi pubblicati dall’Università di Padova.

In qualche riferimento, si accenna ad una molla che spinge gli abitanti a caldeggiare la festa: si tratterebbe di “Terapia” per allontanare lo spettro di “pesi” veri sulla fronte, per dribblare ed esorcizzare l’incombente pericolo. E’ l’anamnesi che serpeggia nel luogo.

La cronaca ha portato sugli altari altri episodi di rilievo. Nel maggio dello scorso anno (2009) gli ottomila abitanti di Ortonovo, paese della provincia di La Spezia hanno vissuto giornate d’incertezza all’insegna del sospetto: un volantino con numerosi nomi di abitanti, bollati come “cornuti” era stato fatto circolare. Se ne occuparono anche le autorità di polizia.

E’ tuttora chiaro il ricordo di un fenomeno che stava per avvelenare il mondo degli anchorman: le inchieste su tradimenti e su cornuti, commissionate tra gli anchorman medesimi e poi date in pasto alla stampa. Dicemmo: è meccanismo legato al bisogno di farsi pubblicità ad ogni costo.

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RUVIANO - I CORNUTI

Il primo lancio avvenne di lunedì, il dieci luglio del 2000. Uno studio della “Miriam TomPonzi Investigation” andò in pasto agli italiani avidi di pettegolezzi e di riscontrare corna sulla testa del prossimo. Si apprese così che l’agenzia investigativa aveva analizzato trecento casi di tradimento, nei due anni precedenti. Risultato: gli uomini traditi dalla moglie reagirono più violentemente di quanto avrebbero fatto le donne in un’analoga situazione.

Lo studio non poteva allontanarsi dai rigidi schemi. Quindi le bassezze cui ricorrono i maschi traditi furono schematizzate: nel 35 per cento dei casi lesinano i soldi per vendetta; nel 20 per cento dei casi partono per un viaggio senza dare spiegazioni; nel 15 per cento dicono peste e… corna della moglie; nel 5 per cento dei casi la reazione è di maltrattamenti dei figli, di mutismo, di scatti d’ìra.

Un’ulteriore strizzata al campione ed apparve stridente un dato: nel 41 per cento dei casi, i manager e gli industriali si accaniscono contro la moglie, la sorvegliano con apparecchiature sofisticate.

Il lato umano, emerse a proposito delle lacrime versate dal 56 per cento degli uomini, rispetto al 44 per cento delle donne, nell’apprendere il tradimento. Il secondo lancio, sempre di lunedì, il ventiquattro luglio del 2000, allargò il ventaglio delle fonti. L’ ”Istituto marketing sociale” di Milano lanciò i risultati di un’inchiesta estesa a cinquanta agenzie investigative italiane. Ci sarebbe da chiedere come mai, due settimane dopo la TomPonzi (considerata un colosso, anche dopo la scomparsa del fondatore), altre 49 siano state interessate allo stesso argomento, quasi a volerlo approfondire (o dovremmo dire a voler sottolineare che vi sono altre agenzie investigative nel Paese del Bel Sole). Ma tralasciamo le perplessità che pur sono importanti.

La girandola di percentuali partì con un 19 per cento di richieste di sorveglianza, commissionate sia dagli anchorman che dalle anchorwoman (vale a dire sia dai divi che dalle dive). I conduttori di quiz sono a ruota con un 17 per cento. Due punti in meno, 15 per cento, hanno racimolato le vallette di quiz e varietà. Percentuale stimata alta – nel commento dei ricercatori - “se si considera la bellezza che caratterizza questa professione”. I “cabarettisti leggeri”, per la precisione il 12 per cento, è al terzo posto.

Abbiamo poi scoperto che soltanto l’8 per cento dei giornalisti di redazione (i cosiddetti “cuochi”, stirpe che non va in video) ha fatto sorvegliare la moglie. Gli inviati speciali dei telegiornali sono anche meno, il 4 per cento e i conduttori di documentari il 3 per cento.

L’inchiesta milanese è stata corredata dal solito numero perfetto di testimonianze: tre. In testa Miriam Ponzi, ha sostenuto: “non c’è dubbio sono gli anchorman i più traditi. Paradossalmente sono i belli, che curano il loro aspetto in modo maniacale (una settimana prima, lunedì 12 luglio 2000, era apparsa un’indagine del truccatore Franco Battaglia, svolta tra 50 colleghi della tv che denunciava: “giornalisti e conduttori ore al trucco, n.d.r.) e che nei momenti di relax non si possono concedere del tutto al proprio partner, a temere l’infedeltà. L’impegno costante che hanno per la propria immagine li espone a tradimenti ed insicurezza. Per questo – ha concluso - ci contattano in modo massiccio”.

Il testimonial “Enzo Petroni Investigazioni” ha sostenuto: “in generale sono più traditi i divi costretti continuamente a fare viaggi all’estero e le persone di successo molto impegnate”.

E “La Rosa investigazioni” ha osservato: “coloro i quali si accorgono di essere traditi sono persone molto sole, che non hanno un amico vicino e che possono essere anche molto famose”.

Correttezza vuole, in chiusura, di non esprimere alcuna opinione. Abbiamo troppo rispetto della autonomia e dell’intelligenza del lettore per violentarla con chiose scontate del tipo “come volevasi dimostrare”, oppure “alzi la mano chi non ha le corna”, con quel che segue. Ti è piaciuto l’articolo? Offrici un caffé! Sostieni Agorà Magazine! (È sufficiente essere iscritti a Paypal o avere una carta di credito, anche Postepay)

www.vivitelese.it/2010/11/sbarca-ne...uti-di-ruviano/

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Sbarca nel mondo ‘la festa dei cornuti’ di Ruviano
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Sbarca nel mondo la festa dei cornuti di Ruvianodi Maria Bartolo. Un virus che contagia sempre di più, tramite l’attesa Festa dei cornuti, celebrata da oltre 30 anni nel minuscolo comune casertano. Festa dei cornuti finita negli anni scorsi nella trasmissione di Raiuno, I Soliti Ignoti, in un programma di Retequattro, e recentemente, in un reportage pubblicato sul giornale nazionale Donna Più, dal giornalista freelance Giuseppe Sangiovanni, che ha proposto a diversi colleghi, con successo l’amicizia per i cornuti di Ruviano, su Facebook. Spicca l’adesione di due note giornaliste televisive.

Della festa dei cornuti, si è interessata anche la professoressa, Rita Giuliani , dell’Università La Sapienza di Roma, che ne ha parlato in un convegno a Berlino. Evento raccontato dalla stessa, in due volumi dell’Università di Padova e in Russia. Curioso e bizzarro rito, verosimilmente già presente in era pagana, celebrato l’undici novembre, in onore di S.Martino, noto protettore dei portatori d’aculei.

Tra pochi giorni, i cornuti doc, sfileranno per le strade del paese, con mastodontiche corna sulla testa. Evento organizzato dall’ Associazione Cornuti Ruvianesi, presieduta da Franco Nicolella, sodalizio, che conta, centinaia di soci anche oltre oceano. “E’ un momento di allegoria, ironia, spensieratezza e puro divertimento- racconta-il presidente Nicolella. Associazione cresciuta negli anni, per l’arrivo di nuovi adepti, ogni anno in fila chi per cominciare il noviziato, chi per ricevere il “battesimo” e la conseguente patente di becco. Cornuto è bello. I duemila abitanti del paesino casertano sono orgogliosi di esserlo- e l’undici novembre si ritroveranno, provenienti dall’intera penisola (qualcuno anche dall’America) – per festeggiare il loro patrono. Uniti dalle armi portate sulla testa, “mimetizzati” per gioco- con buona dose d’ironia. “Terapia” per allontanare lo spettro di “pesi” veri sulla fronte- per dribblare ed esorcizzare l’incombente pericolo: l’anamnesi di qualche “antropologo”del luogo. In passerella becchi di tutti i tipi- con corna lunghissime, personalizzate, tecnologiche. Goliardia, ironia, folklore- per valorizzare il “prodotto tipico ruvianese: le corna. Processione, inno, battesimo nuovi adepti, discorso del Presidente dell’Associazione, elencherà le dieci buone regole del cornuto doc.

Maria Bartolo

 
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http://www.casertanews.it/public/articoli/...01120052350.htm

La tv censura e il prete benedice la processione dei cornuti
di Giuseppe Sangiovanni
Sabato 20 Novembre 2010
FOLCLORE | Ruviano
- La Festa dei cornuti di Ruviano spaventa i super pagati dirigenti di una nota tv nazionale, che verosimilmente temono di perdere la poltrona, dando il placet per la realizzazione di servizi sulla goliardica Festa dei cornuti di Ruviano. Televisione moralista, paradossalmente interessatissima alla d'Addario, Noemi, Ruby, e alla "iperattiva" prostata di Berlusconi. Tv che ha censurato per ben tre volte negli ultimi anni, la festa dei becchi, che si tiene puntualmente da 33 anni nel minuscolo comune casertano.Tre trasmissioni, prima interessate, hanno detto no alla realizzazione di servizi riguardanti il curioso e divertente evento. In una occasione, sfumata addirittura la diretta con un noto programma televisivo della domenica. Programmisti registi et autori stoppati da dirigenti, che hanno imposto il niet! Una grande lezione ai dirigenti della televisione, l'hanno impartita anche quest'anno, il sindaco, Roberto Cusano, il medico del paese, noto cardiologo, Ferdinando Petrazzuoli, il farmacista, Pietro La Prova e dulcis in fundo, il parroco, (Ha benedetto i cornuti. Disponibile il divertente video) che con grande ironia e goliardia hanno sfilato con costume e corna in testa per le strade del minuscolo borgo. "E' un momento di allegoria, ironia, spensieratezza e puro divertimento, racconta scherzando il presidente dell'Associazione Cornuti Ruvianesi, Paolo Nicolella. "Associazione nata con lo scopo di far valere i propri diritti, per alleviare le sofferenze delle persone colpite dalla sindrome dei bernoccoli, per aiutarle in modo corretto sul piano neuro-riabilitativo, tramite un sereno confronto con le altre vittime".
Associazione cresciuta negli anni, per l'arrivo di nuovi adepti, ogni anno in fila chi per cominciare il noviziato, chi per ricevere il "battesimo" e la conseguente patente di becco.

GRANDE IRONIA
Cornuto è bello. I duemila abitanti del paesino casertano sono orgogliosi di esserlo, e l'undici novembre di ogni anno si ritrovano, provenienti dall'intera penisola, qualcuno anche dall'America, per festeggiare il loro patrono, San Martino, sfilando in processione, con gioia e "speranza"- con tanto di stendardo, santo, monaco, chierichetto e presidente: tutti in costume tipico, accompagnati dalla banda per cantare il caratteristico inno dei cornuti. Processione che si conclude con l'incendio del fantoccio di pezza, naturalmente munito di grossi aculei. Uniti dalle armi portate sulla testa, "mimetizzati" per gioco. "Terapia" per allontanare lo spettro di "pesi" veri sulla fronte, per dribblare ed esorcizzare l'incombente pericolo: l'anamnesi di qualche "antropologo"del luogo. Suggestivo il momento in cui più di un novizio, f richiesta di ammissione tra i veterani dopo ben nove anni di noviziato, per essere ammessi finalmente al singolare sodalizio. Un evento che contagia, infatti, la passione per le corna, richiama a Ruviano tantissimi spettatori anche da tutto il Centro Sud. "Un fenomeno antropologico di grande spessore-rileva Paolo Pinello- che questa tv si ostina a sottovalutare". La Festa dei Cornuti di Ruviano è diventat oggetto di ricerca e studio da parte della professoressa Rita Giuliani, titolare alla Sapienza di Roma della II Cattedra di Lingua e Letteratura russa. Non uno dei tanti docenti universitari italiani, ma un monumento della cultura mondiale: membro della redazione della rivista internazionale di studi russistici e rappresentante in Italia di "Vsemirnoe" slovo", edizione russa di "Lettre Internationale". Cornuti ruvianesi finiti, per merito della Professoressa Giuliani in un articolo sulla descrizione di una "festa dei cornuti" fatta da un grande scrittore russo dell'inizio del 900: Leonid Andreev. News e immagini, della Festa dei Cornuti di Ruviano, proposte dalla stessa Giuliani in un convegno a Berlino nel luglio 2005, oggetto di discussione. Evento approdato in due testi, uno, dell'Università di Padova, l'altro, in russo in un volume uscito nel 2006 ad Orel (Federazione russa). "Trovo curioso-dice rincarando la dose Pinello-questo modus operandi di questa tv nazionale, per ben tre volte interessata all'evento, e che per tre volte ha fatto inspiegabilmente marcia indietro. La Festa dei cornuti di Ruviano, "cattivo esempio", con rischio di "emulazione", le sexy ballerine-eroine senza veli nelle fiction, invece, che ci propina questa tv( pudica a intermittenza) sono catalogate come erotismo "igienico". Scelte editoriali schizofreniche e contraddittorie. Finge di scandalizzarsi per La Festa di Ruviano, e dall'altra parte propone continui passaggi in tv di fondoschiena , tette e tormentoni di cronaca. Cosa c'è di più pornografico della politica e della televisione italiana? Meglio parlare dei politici che vanno a troie e viados! Il male è nella Festa dei Cornuti di Ruviano?

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view post Posted on 11/11/2011, 11:31
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Tutto pronto in paese per la 34esima edizione della Festa dei Cornuti
Venerdì 11 Novembre 2011
PUBBLICITÀ
EVENTI - Ruviano - Tutto pronto in paese per la 34esima edizione della Festa dei Cornuti - Casertanews.it
EVENTI | Ruviano
- È tutto pronto in paese per la 34esima edizione della Festa dei Cornuti in programma per domani in occasione della Festa di San Martino, santo protettore dei portatori d'aculei. Al grido di "Cornuto è bello", il piccolo centro di Ruviano si trasformerà per una giornata nella capitale d'Italia delle teste pesanti provenienti da ogni parte della penisola, per celebrare degnamente una tradizione ultradecennale che quest'anno cade in una data speciale qual è l'11/11/11. Non mancheranno gli immancabili sfottò e la necessaria goliardia a fare da contorno ad un rituale ormai sacro che prevede alle ore 17,30 il raduno presso la tana dei cornuti nei pressi di piazza Roma con l'inserimento di un nuovo rito appositamente pensato per omaggiare al meglio questa edizione speciale, ovvero l'alzabandiera del Cornuto. Mezz'ora più tardi ci sarà l'esibizione del gruppo folkloristico "Aria nova" prima di dare il via, alle 19, alla processione nel centro storico cittadino capeggiata dal presidente dell'associazione Paolo Nicolella, dal sindaco Roberto Cusano e dagli oltre 20 saggi che compongono il Gran Consiglio dei Cornuti, che culminerà nel tradizionale incendio del Cornutotem, il fantoccio con le corna, in piazza Nuova dove saranno allestiti gli stand gastronomici per un succulento itinerario tra prodotti tipici locali rigorosamente offerti dall'associazione dei cornuti ruvianesi, il tutto innaffiato dal prelibato vino novello ovviamente del cornuto. Ad animare la serata un ospite d'eccezione, il noto cantante Luca Sepe insieme ad altre bellissime sorprese.
(articolo letto 77 volte)


http://www.casertanews.it/public/articoli/...sta-cornuti.asp

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FutureLoop foundation
view post Posted on 13/11/2011, 18:14




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San Martino, oggi è la festa dei cornuti. Ecco perché
Tre le ipotesi in ballo
Pubblicato il 11 novembre 2017
Ultimo aggiornamento: 11 novembre 2017 ore 12:34 2 Voti
San Martino, la festa dei cornuti
San Martino, la festa dei cornuti
3 min
Giosuè Carducci
San Martino, la poesia. Testo e curiosità
Bagno in mare a novembre a Napoli (Olycom)
Estate di San Martino, la leggenda del caldo a novembre
Roma, 11 novembre 2017 - Bentrovati a San Martino, e buona festa dei cornuti a tutti. Già, perché se tanti associano l'11 novembre alla celebre 'estate di San Martino', non tutti sanno che oggi è anche la ricorrenza che omaggia i mariti traditi. Con buona pace di Martino, vescovo di Tours che proprio in questa data viene celebrato dalla Chiesa cattolica.

La poesia di San Martino, testo e curiosità

CENNI STORICI - San Martino nacque a Sabaria, nell'attuale Ungheria, intorno al 316. Divenne vescovo di Tours, esercitando il suo ministero nella Gallia del tardo Impero Romano. Morì l'8 novembre, ma fu seppellito 3 giorni dopo, esattamente l'11 novembre, data in cui il calendario lo ricorda. Nei primi secoli dopo Cristo, la Francia risentiva ancora dell'influenza dei riti pagani celtici, e in particolare il 'capodanno' che si celebrava a inizio novembre. San Martino, fra i primi santi non martiri proclamati dalla Chiesa, è considerato il protettore di soldati e viaggiatori, tanto da essere il patrono dell’Arma della Fanteria dell’Esercito Italiano. E allora perché, nei secoli, all'11 novembre è stata associata la festa dei 'cornuti'?

Tre le ipotesi in ballo. Attorno a quella data, si tenevano solitamente diverse fiere di bestiame. Ecco quindi il nesso con le corna degli animali, oppure, più calzante, con le tante mogli che rimanevano a casa, mentre i mariti si recavano alla fiera.

La seconda teoria narra che i riti pagani sopracitati del 'capodanno celtico' prevedesso festeggiamenti senza freni, con i tradimenti che diventavano prassi. Dodici giorni di celebrazioni che terminavano, guarda caso, proprio a ridosso dell'11 novembre.

C'è poi un'ultima ipotesi, secondo cui la data, e più precisamente le cifre 11 ricorderebbero le corna. Da qui il nome di 'festa dei cornuti'.

Sono numerose le iniziative in giro per l'Italia. E più di 100 i comuni in tutta Italia a ricordare il patrono. Tra i comuni che festeggiano i 'cornuti' ci sono Ruviano (Caserta), Nepi (Viterbo), Roccagorga (Latina), Grottammare (Ascoli Piceno), Pescasseroli (L'Aquila), San Valentino in Abruzzo Citeriore (Pescara), Santarcangelo (Rimini), Fare San Martino (Chieti) e tante altre.

Infine, una curiosità: nelle feste pagane i mariti traditi erano presi di mira, scattava una caccia simulata e loro diventavano 'cervi'.
 
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A Ruviano (CE) si fa la festa ai mariti delle sante donne di chiesa

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A Ruviano (CE) si fa la festa ai mariti delle sante donne di chiesa

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view post Posted on 11/11/2022, 11:16

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https://casertasera.it/2022/11/05/ruviano-...-sera-su-rai-1/
RUVIANO, L’ASSOCIAZIONE DEI CORNUTI RUVIANESI QUESTA SERA SU RAI 1
Posted on 5 Novembre 2022 by Redazione in Alto casertano // 0 Comments


ASCOLTA L'ARTICOLO
Clara Riccio. Ruviano. Oggi, 5 novembre, una delegazione dell’ACR, Associazione Cornuti Ruvianesi, sarà ospite del programma televisivo di Rai 1 “ITALIA SÌ”, condotto da Marco Liorni, in onda dalle 16:00 alle 18:45, un programma “people show” in cui le persone si raccontano, evidenziando le varie sfaccettature delle province italiane. A raccontare la storia della festa più goliardica, allegra e colorata dell’Alto Casertano, intonando l’immancabile inno, sarà il presidente dell’ACR, Paolo Nicolella, insieme ai soci Giovanni Pasqualino Petrazzuoli, Stefano Di Sorbo, Fulvio e Martino Cusano, Gianni Urbano, Franco Mastroianni, Luigi Coppola, Enzo Riccio e Sergio Civitella. Già nel primo pomeriggio, nel bellissimo borgo di Ruviano, guidato dal sindaco Angelo Coppola, sarà presente una troupe televisiva della RAI, accolta dal presidente della Pro Loco Raiano, Pasquale Di Meo e dalla comunità ruvianese. Protagonista assoluta, quindi, questa 44esima edizione della Festa dei Cornuti che si svolgerà venerdì 11 novembre grazie all’impegno dei suoi membri e alla collaborazione delle associazioni locali. Dopo lo stop causato dalla pandemia, la festa più attesa dell’anno riprenderà e questa volta lo farà con le luci della ribalta.




https://www.vistanet.it/napoli/2022/10/13/...igiose-campane/


Festa dei Cornuti di Ruviano, la più pagana di tutte le feste religiose campane
Fino a qualche anno fa anche i “cornuti” avevano una loro festa, ricadeva nel giorno del loro patrono: San Martino, l’11 di novembre. Ruviano, nel Casertano, si animava di una divertente e canzonatoria processione di uomini provvisti di corna. Con canti, balli e vino si celebrava il periodo della vendemmia e si riviveva del rito pagano del ringraziamento agli dei per il raccolto. Qui il racconto di una delle feste più spassose di tutte.


13 Ottobre 2022 10:58 Concetta Celotto
Festa dei Cornuti di Ruviano, la più pagana di tutte le feste religiose campane.

Fino a qualche anno fa anche i “cornuti” avevano una loro festa, ricadeva nel giorno del loro patrono: San Martino, l’11 di novembre. Ruviano, nel Casertano, si animava di una divertente e canzonatoria processione di uomini provvisti di corna. Con canti, balli e vino si celebrava il periodo della vendemmia e si riviveva del rito pagano del ringraziamento agli dei per il raccolto. Qui il racconto di una delle feste più spassose di tutte.



Eh, sì! Anche i cornuti hanno la loro festa, o meglio avevano, dato che da qualche anno la Regione Campania ha purtroppo deciso di tagliare fondi pubblici a questa come ad altre feste. Ma cosa e dove accadeva? Raccontiamone la storia. Accadeva a Ruviano, piccolo paese del Casertano, popolato da non più di duemila anime, il giorno di San Martino, l’11 novembre. Chi sono i cornuti? Ma sì, proprio quelli che sono stati traditi da mogli e fidanzate e che con notevole ironia e rassegnazione in occasione della festa, si davano a balli e canti. Uno di questi è l’Inno dei Cornuti , che così recita: “Quann ven San Martin nuj facimm stu casin, di curnut Iss è ‘o patron, gloria, onore e devozion. Nuj pa via cantamm allerament, chi nun ven è nu fetent, se cred ca nun ten nient, invece ten nu caric pendent”.



Il coro dava sfogo all’allegria , mentre la folla in strada si divertiva e l’atmosfera si riscaldava con i balli. Il clou della festa era quando partiva il corteo, a cui si partecipava in costume e con vistose corna portate sul capo, con una banda musicale che cadenzava il ritmo e suonava l’Inno dei Cornuti. L’evento conclusivo della festa era l’incendio di un grosso fantoccio di pezza, ovviamente dotato di corna, tra il giubilo generale. Celebrazione non tutta laica, comunque, dato che quella di San Martino, il protettore delle “povere vittime” di adulterio, è una ricorrenza che cade nel periodo della vendemmia, in cui già in età pagana si soleva festeggiare per ringraziare le divinità per il buon raccolto e i frutti della terra.



Come per tante altre feste, vi era una singolare commistione tra sacro e profano, tra il laico e il religioso. Lo storico romano Sulpicio Severo, nel suo “Vita di Martino”, riporta l’episodio di un soldato romano tradito dalla moglie e convinto proprio da San Martino a perdonarla e a tornare da lei. Chiare e preponderanti comunque le radici pagane di questa festa, di carattere essenzialmente dionisiaco, di spirito bacchico e godereccio. Ma, per venire ad anni molto più recenti, ricordiamo come nacque questa festa. Fu sul finire degli anni ’70, che un gruppo di ragazzi, memori delle antiche tradizioni, e vogliosi di far rinascere i vecchi riti, patrimonio storico e culturale del proprio paese, decisero di onorare il giorno di San Martino come da generazioni la leggenda narra.



Si racconta che una sera, dopo una cena a base di carne di montone, animale dotato di un gran paio di corna, i giovani ruvianesi decisero di sfilare per le strade deserte del paese, sfidando il giudizio della gente, con copricapo dotati di vistose protuberanze, a mo’ di corna.



Vista l’immediata simpatia che riscossero tra le gente, da allora la festa dei Cornuti si teneva ogni anno, con grande successo di pubblico. Con la speranza che ritorni a ricevere le sovvenzioni e a essere rimessa in vita quanto prima.

 
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view post Posted on 12/11/2023, 07:02

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La festa di San Martino in Abruzzo, un trionfo di folclore e tradizioni
San Martino, tra vino, corna, zucche, pizze e falò, è una festa che propone un complesso di elementi rituali, dove tutto finisce in gloria
di Fausto D'Addario | 11 Novembre 2023 @ 06:00

L’AQUILA – L’11 novembre si festeggia San Martino di Tours, soldato, monaco e vescovo, frequentemente rappresentato nell’atto di dividere con la spada il suo mantello militare e darlo a un povero che tremava per il freddo. In Abruzzo come in tutta Italia, il giorno di San Martino è ovunque un trionfo di folclore e tradizioni: tra il 10 e l’11 novembre, complici le brume d’autunno, sfilate e scampanacciate si snodano tra zucche e corna, serenate goliardiche vengono intonate a mariti infelici o traditi, ragazzi e bambini vanno di casa in casa in chiassose compagnie di questua. E poi tutto poi finisce sontuosamente tra salsicce, pizze, castagne e vino novello. San Martino è il giorno che chiude Capetièmpe, il capotempo o capodanno abruzzese aperto con la ricorrenza di Ognissanti e dei defunti, con i riti propiziatori e purificatori del 1 e 2 novembre.

Il San Martino della cultura abruzzese è piuttosto il risultato della fusione di diverse figure, al confine tra realtà, religioni e mito: il santo monaco e vescovo di Tours, un altro santo dello stesso nome, che fu eremita e operatore di prodigi di origine calabrese, giunto con i suoi compagni in Abruzzo, il dio cavaliere degli inferi e del rinnovamento della natura di tradizione celtica, che portava una mantellina corta (l’Ungheria, terra celtica, era la patria di San Martino) e il dio Dioniso o Bacco del pantheon greco-romano. Un santo dai molti volti, il cui multiforme aspetto si ritrova nella densità simbolica dei riti, che si articolano su quattro elementi: la celebrazione del vino, la presenza di zucca e corna, il rumore apotropaico delle processioni e l’offerta dei doni ai giovani.

Il Bacco cristiano: ogni mosto diventa vino

San Martino era ed è innanzitutto la festa del vino, che compiva il tempo della vendemmia e della vinificazione e inaugurava l’anno nuovo con generose bevute e mense imbandite. In provincia dell’Aquila a Raiano si diceva: ‘N Zante Martëine, ggira la canne e prëue le uëine (a San Martino, gira la canna e prova il vino). Per l’Abruzzo il brindisi con il vino novello era di rito in tutti i paesi dove si produceva il vino e in generale San Martino era sinonimo di abbondanza: da qui il saluto benaugurale, quando si arrivava nei luoghi in cui si preparava il pane, il mosto, l’olio, il sapone: Sande Martine! E se una casa era piena di ogni ben di Dio, si esclamava: Ce sta lu Sande Martine! Alcuni aspetti dei riti e delle tradizioni hanno fatto pensare a delle parentele con Bacco e alla festa dei saturnali: Bacco era il dio legato al vino e alle celebrazioni orgiastiche e falloforiche e spesso veniva rappresentato anche con le corna. San Martino è diventato suo malgrado il Bacco cristiano e abruzzese: sul nostro territorio il passaggio da una religione all’altra non è stato mai netto gli adattamenti hanno permesso di non recidere i fili dei culti tradizionali.

Di processioni, zucche e corna

A San Martino le tradizioni abruzzesi prevedevano anche zucche e corna: allontanandosi parecchio dalla figura storica venerata dalla Chiesa, Martino è diventato il patrono della forza vitale e il protettore dei cornuti, che di quella forza forse mancavano. L’immagine delle corna esprimeva già in antico l’idea di forza e potenza, nonché di abbondanza: pensiamo alla cornucopia colma di frutti dei Romani. Per questo alla vigilia della festa il 10 novembre si portavano le corna in processione per il paese, per augurare a tutti un’annata ricca e feconda; fermarsi sulla porta del marito tradito significava reintegrare quel valore depotenziato a causa dell’adulterio. il santo diventava colui che proteggeva la forza vitale e i cornuti che ne mancavano. Queste processioni si svolgevano in alcuni paesi dell’aquilano, come a Balsorano, ma soprattutto nel pescarese. Proprio a San Valentino in Abruzzo Citeriore il cuore della festa di San Martino è una sfilata dal sapore goliardico, nel corso della quale gli uomini, indossando cappelli dotati di paia di corna ben in vista, sfilano allegramente tra canti e scherzi portando per il paese la cosiddetta reliquia, un simbolo fallico coperto da un velo, accompagnata dall’ultimo uomo sposato.

Un altro rito prevedeva la preparazione delle checòcce, le zucche. La notte di San Martino i ragazzi si davano da fare a intagliare le zucche, ricavandone naso, occhi e bocca e un foro, che permetteva di introdurre una candela accesa. A Sulmona e Raiano le zucche così illuminate e spettrali venivano poste agli angoli più bui dei vicoli per spaventare i passanti, che credevano di trovarsi di fronte a fantasmi o scheletri. A Pratola si svogleva anche un ballo in piazza attorno a i fantasme, una sorta di spaventapasseri, la cui testa era costituita da una zucca cornuta. Anche a Bugnara venivano messe sulla zucca due corni di ariete o bue. Scene da Halloween, che davano al fantoccio un tratto più vicino alla Commemorazione dei defunti. Nella Marsica la processione più pittoresca che si ricordi era quella di Ortucchio: la vigilia di San Martino i giovani, come un vero saturnale, andavano in giro con una zucca infilata su un palo, al grido di: “Viva San Martino, Viva le corna!“. Ad Anversai ragazzi trascinavano per le strade del paese dei bidoni vuoti legati tra di loro, che formavano un lungo e rumoroso serpentone. A Scannola sfilata prevedeva campanacci e ferraglie in processione dietro la zucca e ci si fermava alla casa dell’ultima sposa dell’anno, che offriva doni, come dolci, frutta e vino: un rito di fertilità, dove la sposa era figura della terra fecondata. Anzi la stessa zucca, dalle curve rigonfie come il grembo di una donna incinta, diventava simbolo di fecondità con i suoi tanti semi. A Pettorano la processione era simile: i giovani andavano in corteo dietro ad un fantoccio vestito e imbottito di paglia, con una zucca cornuta e illuminata a far da testa. Anche qui scampanacciate e fracasso di vecchi ferri; la sfilata rallentava in corrispondenza dell’uscio dei vedovi, dei risposati, dei mariti traditi, dove si intensificava lo strepito. La zucca era poi fatta a pezzi e il fantoccio dato alle fiamme, come fosse un capro espiatorio.

Le zucche di San Martino, cornute o a appese a un palo, volevano augurare abbondanza a tutta la comunità e fertilità alle donne. Il frastuono provocato dalle ferraglie e dai campanacci serviva a spaventare e a scacciare gli spiriti malvagi, liberando i luoghi da presenze demoniache: San Martino è stato anche uno dei più famosi esorcisti del suo tempo e per tutto il Medioevo la sua tomba fu meta di pellegrinaggi, luogo di guarigioni e miracoli; in Abruzzo era invocato negli scongiuri contro il malocchio, come in questa formula pettoranese: Sante Martine che via da la Francia, vide ponte chemmà n’ange: pajja roscia, pajja ‘mbossa, fèmmena superbiosa, uèmmene umane, Sante Martine, leva ste’ male (San Martino che vieni dalla Francia, vedi appunto come mi angoscia: paglia rossa, paglia bagnata, donna superba, uomini umani, San Martino togli questo male). Sono le virtù di esorcista ad essere richiamate nel baccano delle processioni dell’10 e 11 novembre.

Le pizze con i quattrini

Ragazzi e bambini tornano in protagonisti nell’usanza di preparare la pizza con i soldi, diffusa in tanti paesi dell’aquilano. La pizza con i quattrini era un miscuglio di farina gialla, noci, fichi secchi, miele e anche mosto cotto; il tutto veniva fritto in padella e dopo la cottura le donne nascondevano abilmente qualche monetina che, guarda un po’, finiva nelle fette riservate ai fanciulli. Un’altra versione prevedeva la preparazione di un ciambellone. La gioia per il ritrovamento delle monete era un segno di buon auspicio per il felice andamento dei raccolti per l’anno successivo, ma anche la caparra data i morti per ingraziarseli e per ringraziarli in anticipo dell’aiuto che avrebbero dato ai semi. I bambini di casa, premiati con le monete nascoste nella pizza, erano il tramite tra la dimensione terrena e quella ultraterrena, il mondo dell’eterno ritorno alla giovinezza divina, che passa attraverso i morti.

A Scanno tutto finisce in glorie

Tra le feste di San Martino quella di Scanno ha una tradizione particolare: le glorie, cioè l’accensione dei falò. Già un mese prima della festa i bambini del paese cominciano a raccogliere il legname nei boschi e, insieme agli uomini, in un andirivieni festoso, lo accatastano fino a costituire tre pire, corrispondenti alle tre frazioni di Scanno. Alla vigila della festa le pire così allestite arrivano intorno ai 20-25 metri, facendo a gara a chi innalza la gloria più elevata e a quella che brucia più a lungo, in una sfida dove, alla fine, sono tutti vincitori. Intorno alle glorie si improvvisano canti, balli e abbondanti libagioni in un clima di spensieratezza collettiva. I falò vengono accesi quando ormai è già buio, al suono della campana che segna l’Ave Maria, tra esultanze e invocazioni a San Martino. Il rito delle glorie fa parte di quelle cerimonie di purificazione e rinnovamento, dove il fuoco è utilizzato come elemento liturgico e simbolo della potenza del sole, in un momento incertezze quale è l’inverno e l’inizio dell’anno agrario. La consegna del tizzone bruciato alla sposa novella di ogni rione e l’offerta di donativi alimentari richiama i rituali della fecondità già visti.

Sono tradizioni che riaccendono luci e camini spenti da tempo. Sono tradizioni che i genitori tramandano ai figli sin da piccoli e tutto questo fa ben sperare per il futuro del nostro passato.

Edited by pincopallino2 - 16/11/2023, 09:10
 
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view post Posted on 16/11/2023, 09:09

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Rionero Sannitico: successo e numeri in crescita per la festa dei cornuti.
Pubblicato: 13-11-2023

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Rionero Sannitico.L'associazione Rio & Venti in collaborazione e con il patrocinio del comune ha promosso in paese sabato 11 novembre ma tradizionale festa dedicata a San Martino e ai "cornuti". Centro storico e zone principali del paese allietate da un gruppo folk e dal passaggio della processione festosa del protagonista assoluto della serata con un vistoso copricapo in testa , naturalmente con delle corna ben vistose. Rito tradizionale nato per festeggiare San Martino che nel corso degli anni i rioneresi hanno contribuito a fare crescere. Numerose le presenze registrate sabato nel comune molisano. Stand gastronomici presi d'assalto e tanto divertimento per tutti.
 
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