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Ruviano (Caserta): Si celebra la “Festa dei cornuti”, quale autoflagellazione collettiva
giovedì 11 novembre 2010 di Domenico Esposito
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L’undici novembre, in onore di San Martino, nel comune di Ruviano, in provincia di Caserta, un gruppo di abitanti sfilerà per le strade, bardato da vistose corna sulla testa. Si tratta – è stato spiegato più volte negli ultimi trent’anni di vita della manifestazione – “di una sorta di autoflagellazione collettiva”.
L’evento è organizzato dalla locale “Associazione Cornuti Ruvianesi”, alcune centinaia di iscritti finora anche “forestieri”, il cui presidente è Franco Nicolella. A lui si deve la spiegazione del motivo della manifestazione: “E’ un momento di allegoria, ironia, spensieratezza e puro divertimento. Associazione – soggiunge - cresciuta negli anni, per l’arrivo di nuovi adepti, ogni anno in fila chi per cominciare il noviziato, chi per ricevere il battesimo e la conseguente patente di becco”.
CLUB DEI CORNUTI baphomet
Fin qui la notizia. Epperò Ruviano merita l’attenzione per essere stata argomento di riflessione in un convegno a Berlino, in Germania, del luglio 2005. L’importante occasione di studio del fenomeno di costume (che ebbe il battesimo a Genova una ventina di anni fa), la si deve alla professoressa Rita Giuliani, titolare della II Cattedra di Lingua e Letteratura russa nell’Università La Sapienza di Roma. E’ inoltre redattrice della rivista internazionale di studi russistici e rappresentante in Italia di “Vsemirnoe” slovo”, edizione russa di “Lettre Internationale”, membro della “Società Teatrale M. Bulgakov” di San Pietroburgo. Coordina il Dottorato di ricerca in Slavistica.
Frenetica l’attività di ricerca della Giuliani, la quale ha pubblicato più di quaranta volumi, e ha citato la Festa di Ruviano anche in russo in un volume uscito nel 2006 ad Orel (Federazione russa). Ricercatrice, la Giuliani è considerata monumento della cultura mondiale. A lei si deve la citazione, in un articolo, di una festa dei cornuti firmata dallo scrittore russo del 1900 Leonid Andreev. Fonte accreditata della ricercatrice è il giornalista Giuseppe Sangiovanni, dalla medesima citato in ogni circostanza. Attento osservatore, è proprietario anche del corredo fotografico.
Inoltre vi è traccia marcata della manifestazione di Ruviano in due studi pubblicati dall’Università di Padova.
In qualche riferimento, si accenna ad una molla che spinge gli abitanti a caldeggiare la festa: si tratterebbe di “Terapia” per allontanare lo spettro di “pesi” veri sulla fronte, per dribblare ed esorcizzare l’incombente pericolo. E’ l’anamnesi che serpeggia nel luogo.
La cronaca ha portato sugli altari altri episodi di rilievo. Nel maggio dello scorso anno (2009) gli ottomila abitanti di Ortonovo, paese della provincia di La Spezia hanno vissuto giornate d’incertezza all’insegna del sospetto: un volantino con numerosi nomi di abitanti, bollati come “cornuti” era stato fatto circolare. Se ne occuparono anche le autorità di polizia.
E’ tuttora chiaro il ricordo di un fenomeno che stava per avvelenare il mondo degli anchorman: le inchieste su tradimenti e su cornuti, commissionate tra gli anchorman medesimi e poi date in pasto alla stampa. Dicemmo: è meccanismo legato al bisogno di farsi pubblicità ad ogni costo.
RUVIANO - I CORNUTI
Il primo lancio avvenne di lunedì, il dieci luglio del 2000. Uno studio della “Miriam TomPonzi Investigation” andò in pasto agli italiani avidi di pettegolezzi e di riscontrare corna sulla testa del prossimo. Si apprese così che l’agenzia investigativa aveva analizzato trecento casi di tradimento, nei due anni precedenti. Risultato: gli uomini traditi dalla moglie reagirono più violentemente di quanto avrebbero fatto le donne in un’analoga situazione.
Lo studio non poteva allontanarsi dai rigidi schemi. Quindi le bassezze cui ricorrono i maschi traditi furono schematizzate: nel 35 per cento dei casi lesinano i soldi per vendetta; nel 20 per cento dei casi partono per un viaggio senza dare spiegazioni; nel 15 per cento dicono peste e… corna della moglie; nel 5 per cento dei casi la reazione è di maltrattamenti dei figli, di mutismo, di scatti d’ìra.
Un’ulteriore strizzata al campione ed apparve stridente un dato: nel 41 per cento dei casi, i manager e gli industriali si accaniscono contro la moglie, la sorvegliano con apparecchiature sofisticate.
Il lato umano, emerse a proposito delle lacrime versate dal 56 per cento degli uomini, rispetto al 44 per cento delle donne, nell’apprendere il tradimento. Il secondo lancio, sempre di lunedì, il ventiquattro luglio del 2000, allargò il ventaglio delle fonti. L’ ”Istituto marketing sociale” di Milano lanciò i risultati di un’inchiesta estesa a cinquanta agenzie investigative italiane. Ci sarebbe da chiedere come mai, due settimane dopo la TomPonzi (considerata un colosso, anche dopo la scomparsa del fondatore), altre 49 siano state interessate allo stesso argomento, quasi a volerlo approfondire (o dovremmo dire a voler sottolineare che vi sono altre agenzie investigative nel Paese del Bel Sole). Ma tralasciamo le perplessità che pur sono importanti.
La girandola di percentuali partì con un 19 per cento di richieste di sorveglianza, commissionate sia dagli anchorman che dalle anchorwoman (vale a dire sia dai divi che dalle dive). I conduttori di quiz sono a ruota con un 17 per cento. Due punti in meno, 15 per cento, hanno racimolato le vallette di quiz e varietà. Percentuale stimata alta – nel commento dei ricercatori - “se si considera la bellezza che caratterizza questa professione”. I “cabarettisti leggeri”, per la precisione il 12 per cento, è al terzo posto.
Abbiamo poi scoperto che soltanto l’8 per cento dei giornalisti di redazione (i cosiddetti “cuochi”, stirpe che non va in video) ha fatto sorvegliare la moglie. Gli inviati speciali dei telegiornali sono anche meno, il 4 per cento e i conduttori di documentari il 3 per cento.
L’inchiesta milanese è stata corredata dal solito numero perfetto di testimonianze: tre. In testa Miriam Ponzi, ha sostenuto: “non c’è dubbio sono gli anchorman i più traditi. Paradossalmente sono i belli, che curano il loro aspetto in modo maniacale (una settimana prima, lunedì 12 luglio 2000, era apparsa un’indagine del truccatore Franco Battaglia, svolta tra 50 colleghi della tv che denunciava: “giornalisti e conduttori ore al trucco, n.d.r.) e che nei momenti di relax non si possono concedere del tutto al proprio partner, a temere l’infedeltà. L’impegno costante che hanno per la propria immagine li espone a tradimenti ed insicurezza. Per questo – ha concluso - ci contattano in modo massiccio”.
Il testimonial “Enzo Petroni Investigazioni” ha sostenuto: “in generale sono più traditi i divi costretti continuamente a fare viaggi all’estero e le persone di successo molto impegnate”.
E “La Rosa investigazioni” ha osservato: “coloro i quali si accorgono di essere traditi sono persone molto sole, che non hanno un amico vicino e che possono essere anche molto famose”.
Correttezza vuole, in chiusura, di non esprimere alcuna opinione. Abbiamo troppo rispetto della autonomia e dell’intelligenza del lettore per violentarla con chiose scontate del tipo “come volevasi dimostrare”, oppure “alzi la mano chi non ha le corna”, con quel che segue. Ti è piaciuto l’articolo? Offrici un caffé! Sostieni Agorà Magazine! (È sufficiente essere iscritti a Paypal o avere una carta di credito, anche Postepay)
www.vivitelese.it/2010/11/sbarca-ne...uti-di-ruviano/Sbarca nel mondo ‘la festa dei cornuti’ di Ruviano
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Sbarca nel mondo la festa dei cornuti di Ruvianodi Maria Bartolo. Un virus che contagia sempre di più, tramite l’attesa Festa dei cornuti, celebrata da oltre 30 anni nel minuscolo comune casertano. Festa dei cornuti finita negli anni scorsi nella trasmissione di Raiuno, I Soliti Ignoti, in un programma di Retequattro, e recentemente, in un reportage pubblicato sul giornale nazionale Donna Più, dal giornalista freelance Giuseppe Sangiovanni, che ha proposto a diversi colleghi, con successo l’amicizia per i cornuti di Ruviano, su Facebook. Spicca l’adesione di due note giornaliste televisive.
Della festa dei cornuti, si è interessata anche la professoressa, Rita Giuliani , dell’Università La Sapienza di Roma, che ne ha parlato in un convegno a Berlino. Evento raccontato dalla stessa, in due volumi dell’Università di Padova e in Russia. Curioso e bizzarro rito, verosimilmente già presente in era pagana, celebrato l’undici novembre, in onore di S.Martino, noto protettore dei portatori d’aculei.
Tra pochi giorni, i cornuti doc, sfileranno per le strade del paese, con mastodontiche corna sulla testa. Evento organizzato dall’ Associazione Cornuti Ruvianesi, presieduta da Franco Nicolella, sodalizio, che conta, centinaia di soci anche oltre oceano. “E’ un momento di allegoria, ironia, spensieratezza e puro divertimento- racconta-il presidente Nicolella. Associazione cresciuta negli anni, per l’arrivo di nuovi adepti, ogni anno in fila chi per cominciare il noviziato, chi per ricevere il “battesimo” e la conseguente patente di becco. Cornuto è bello. I duemila abitanti del paesino casertano sono orgogliosi di esserlo- e l’undici novembre si ritroveranno, provenienti dall’intera penisola (qualcuno anche dall’America) – per festeggiare il loro patrono. Uniti dalle armi portate sulla testa, “mimetizzati” per gioco- con buona dose d’ironia. “Terapia” per allontanare lo spettro di “pesi” veri sulla fronte- per dribblare ed esorcizzare l’incombente pericolo: l’anamnesi di qualche “antropologo”del luogo. In passerella becchi di tutti i tipi- con corna lunghissime, personalizzate, tecnologiche. Goliardia, ironia, folklore- per valorizzare il “prodotto tipico ruvianese: le corna. Processione, inno, battesimo nuovi adepti, discorso del Presidente dell’Associazione, elencherà le dieci buone regole del cornuto doc.
Maria Bartolo