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Sindone. Nuovi studi confermano: è un imbroglio più di prima, La ridicola invenzione dell'uomo torturato e dei frammenti del feticcio medievale presi non si sa dove

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pincopallino1
view post Posted on 7/10/2023, 19:26 by: pincopallino1

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5 MOTIVI PER CUI E’ RAGIONEVOLE PENSARE CHE LA SINDONE DI TORINO SIA UN FALSO
1) Pur trattandosi di una reliquia che avrebbe avuto a che fare direttamente con Cristo, della Sindone di Torino non si ha la minima notizia per i primi tredici secoli dell’era cristiana. Solo nel 1353 fa la sua comparsa nella storia, quando il cavaliere Geoffroy di Charny la dona alla collegiata della chiesa di Lirey, senza però spiegare come ne sia entrato in possesso: l’evento è commemorato da un medaglione datato tra il 1356 e il 1370, ripescato nella Senna. Al 1389 risale invece la prima fonte scritta al riguardo, il cosiddetto “memoriale d’Arcis”: una lettera del vescovo di Troyes all’antipapa Clemente VII (all’epoca riconosciuto papa legittimo dai Francesi), in cui la Sindone viene presentata come un falso creato da un pittore del posto. Gli studiosi che sostengono l’autenticità della Sindone cercano di spiegare il silenzio dei 1300 anni precedenti sostenendo che la Sindone sia il Mandylion, una reliquia conservata a Edessa e poi a Costantinopoli; ma si trattava di un fazzoletto raffigurante solo il corpo di Cristo, per di più con gli occhi aperti, mentre sulla Sindone sono chiusi, quindi l’identificazione è molto tirata per i capelli.
2) La struttura della Sindone di Torino non è compatibile con i sudari finora ritrovati nell’area palestinese e risalenti al I secolo d.C., come la cosiddetta sindone di Akeldamà. Innanzitutto i sudari palestinesi hanno una trama a S, mentre la Sindone di Torino ha una trama a Z, la stessa attestata in un sudario medievale del XIV secolo ora conservato al Victoria and Albert Museum di Londra. Inoltre i sudari palestinesi erano composti da due teli, uno per avvolgere il corpo e un fazzoletto per coprire il viso, mentre la Sindone di Torino è un unico telo. Quindi o la Sindone è più tarda o chi l’ha fatta nel I secolo d.C. poteva vedere il futuro e copiare le mode funerarie dei secoli successivi.
3) Se la Sindone di Torino avesse davvero avvolto un corpo umano, questo dovrebbe presentare proporzioni distorte e un volto fortemente dilatato, in maniera molto simile a quanto si osserva nella celebre maschera di Agamennone. Il volto della Sindone non mostra questo effetto, circostanza compatibile con la possibilità che sia stato generato usando il bassorilievo di un volto poco pronunciato invece che un volto vero.
4) Sulla schiena dell'uomo avvolto nella Sindone di Torino sono presenti oltre un centinaio di segni di flagellazione, il che sarebbe compatibile col racconto evangelico. Ci sono però due piccoli problemi: il primo è che nessuno di questi segni sulla Sindone è accompagnato da rivoli di sangue, come ci si aspetterebbe da un uomo frustato; il secondo è che la disposizione dei segni è troppo simmetrica e regolare per essere frutto di un'effettiva flagellazione, nella quale i colpi venivano dati in maniera decisamente più casuale.
5) Nel 1988 è stato condotto sulla Sindone un esame al carbonio-14 che ha datato il telo a un periodo compreso fra il 1260 e il 1390, quindi compatibile con quanto riportato nel memoriale d’Arcis e con l’ipotesi che si tratti di un falso tardomedievale. Questo esame è stato condotto indipendentemente da tre laboratori. Non sono mancate le contestazioni, e in particolare c’è stato un biologo russo, Dmitri Kouznetsov, che ha proposto che la concentrazione di carbonio-14 nella Sindone sia stata alterata dall’incendio del 1532. Peccato che finora non sia stato scoperto nessun meccanismo fisico o chimico che alteri il carbonio-14 in relazione al calore o agli incendi. Anzi, Kouznetsov ha intascato fondi consistenti promettendo di dimostrare la cosa, ma poi non se ne è saputo più nulla: furbo lui ad arricchirsi, meno furbi coloro che gli hanno dato fiducia.
In foto: l'originale e il negativo del telo
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