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Arrestato per pedopornografia mons. Capella, diplomatico indagato in Canada, Santa Sede pretende l'impunità e lo nasconde a S. Pietro. Condannato a 5 anni nell'albergo Vaticano

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pincopallino2
view post Posted on 17/9/2017, 17:26 by: pincopallino2

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Santa Sede pretende l'impunità e lo nasconde a S. Pietro: non c'è estradizione. Condannato a 5 anni di prigione nell'albergo Vaticano



www.ilmessaggero.it/primopiano/vati...sa-3241220.html

Pedopornografia, Santa Sede indaga su diplomatico in Usa

La Santa Sede ha aperto un'indagine per pedopornografia nei confronti di un suo rappresentante diplomatico in servizio presso la nunziatura di Washington. Si tratta del consigliere di nunziatura monsignor Carlo Alberto Capella, di origine emiliana, fino al 2015 in servizio in Segreteria di Stato come officiale della Sezione per i Rapporti con gli Stati. In questa veste aveva partecipato alla sottoscrizione della Convenzione fiscale con lo Stato italiano. Il promotore di giustizia ha aperto il fascicolo dopo che lo scorso 21 giugno il Dipartimento degli Stati Uniti aveva notificato il possibile reato.

Attualmente il sacerdote indagato è stato richiamato in Vaticano, ospitato presso il Collegio dei Penitenzieri. Sull'indagine, ha rimarcato il portavoce Greg Burke, la Santa Sede mantiene il «massimo riserbo». Il reato di pedopornografia è previsto dalla Santa Sede nella legge numero VIII del 2013. La legge - che introduce modifiche al codice di diritto penale per diverse tipologie di reato, - tratta del reato di pedopornografia negli articoli 4, 10 e 11, che riguardano definizione del reato, atti di pedopornografia e detenzione di materiale pedopornografico.

«È una questione grave. Speriamo che la Santa Sede fornisca maggiori dettagli», ha commentato il capo della Conferenza episcopale americana, Cardinale Daniel DiNardo. «Non conosciamo tutti i fatti», ha aggiunto l'arcivescovo di Galverston-Houston, «ma ribadiamo che quando ci sono accuse simili occorre condurre un'inchiesta immediata, completa e trasparente in collaborazione con le autorità di polizia e prendendo passi immediati a tutela dei minori». La notizia delle indagini, pubblicata dal Vaticano in tarda mattinata, ha suscitato scalpore e sconcerto visto che si tratta di un prete non di secondo piano nella gerarchia della diplomazia vaticana, per giunta nella importante nunziatura presso gli Stati Uniti. Pubblicando la notizia dell'avvio dell'indagine, la Santa Sede conferma la linea di massima trasparenza sui casi di pedofilia del clero, decisa da Benedetto XVI e proseguito con altrettanta determinazione da papa Francesco.

Le fasi che hanno portato all'apertura del fascicolo e al richiamo in Vaticano del sacerdote indagato sono precisate dalla sala stampa vaticana: «Si rende noto - si legge in un comunicato - che il 21 agosto scorso il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d'America ha notificato, per via diplomatica, la possibile violazione delle norme in materia di immagini pedopornografiche da parte di un membro del corpo diplomatico della Santa Sede accreditato a Washington.

La Santa Sede, secondo la prassi adottata dagli Stati sovrani, ha richiamato il sacerdote in questione il quale si trova attualmente nella Città del Vaticano. Ricevute le informazioni dal governo statunitense, la Segreteria di Stato le ha trasmesse al Promotore di Giustizia del Tribunale vaticano. Il Promotore di Giustizia ha aperto un'indagine ed è stata già avviata una collaborazione a livello internazionale al fine di raccogliere elementi relativi al caso». La Santa Sede, infine, ricorda che, «come è previsto dalle leggi vigenti per tutte le istruttorie preliminari, le indagini del Promotore di Giustizia sono protette dal necessario riserbo istruttorio».
Venerdì 15 Settembre 2017 - Ultimo aggiornamento: 20:28

www.ilmessaggero.it/primopiano/vati...le-3241570.html
Scintille tra Usa e Vaticano, monsignore indagato per pedopornografia richiamato a Roma

di Franca Giansoldati
CITTÀ DEL VATICANO Scintille tra gli Stati Uniti e il Vaticano per l’imbarazzante caso di un diplomatico del Papa che lavora alla nunziatura di Washington. L’accusa formulata contro di lui è grave: detenzione di materiale pedo-pornografico. L’imputazione è stata formulata dal Dipartimento di Stato e notificata a Roma alla fine di agosto. Il monsignore in questione sarebbe entrato in possesso di fotografie e altre immagini, in violazione della Carta per la protezione dei bambini e dei ragazzi, in vigore negli Usa dal 2002. Naturalmente è tutto da verificare e così la risposta della Santa Sede alle accuse è stata immediata. Avvalendosi della prassi abitualmente adottata dagli Stati per il personale delle ambasciate, ha richiamato subito il monsignore a Roma, un po’ per capire i fatti ma anche per evitare il rischio di farlo finire sotto indagine dagli inquirenti statunitensi. Papa Bergoglio - informato di questa ennesima tegola sul servizio diplomatico d’Oltretevere già messo a dura prova dopo lo scandalo del nunzio polacco Wielosowski, morto improvvisamente in Vaticano mentre era in corso un processo per pedofilia - ha dato disposizioni ai magistrati di accertare in tempi rapidi la verità. Se le indagini vaticane risultassero positive il monsignore potrebbe essere rinviato a giudizio.

POCA TRASPARENZA
Un aspetto non secondario visto che i processi in Vaticano garantiscono sempre un maggiore controllo mediatico rispetto a quello che, invece, accadrebbe se il procedimento rimanesse negli Usa. Il cardinale americano Daniel Di Nardo ha chiesto alla Santa Sede di «fornire più dettagli. «Al momento non conosciamo i fatti; quando emergono simili accuse deve essere avviata una indagine immediata, approfondita e trasparente in collaborazione con le forze dell’ordine e devono essere prese misure immediate per proteggere i bambini». Quello che sembra mancare in Vaticano, nonostante gli sforzi di Francesco, è proprio la trasparenza. Tutto sarà da chiarire.

Il diplomatico in questione, Carlo Alberto Capella, 44 anni, in passato ha svolto servizio in Segreteria di Stato come minutante per le questioni italiane. Il suo nome figura tra i funzionari della delegazione che firmò con il Ministro dell’Economia, Padoan la convenzione Santa Sede-Italia in materia fiscale. In uno scarno comunicato vaticano si legge che è stata attivata dal Promotore di Giustizia «una collaborazione a livello internazionale» per raccogliere ogni elemento utile. Le ricerche avviate per fare luce su questo caso sono possibili grazie alle leggi introdotte da Benedetto XVI e da Francesco che, in due diversi passaggi, hanno inasprito le norme per contrastare il crimine della pedofilia.

Tra le novità introdotte nel corpo giuridico vaticano, anche l’introduzione del reato della pedopornografia. Nel 2013 Papa Francesco ha incluso nelle indagini anche «i legati pontifici ed il personale di ruolo diplomatico della Santa Sede», fino a quel momento esclusi. In particolare, con nella normativa viene definito «materiale pedopornografico» quale «qualsiasi rappresentazione di un minore, indipendentemente dal mezzo utilizzato, coinvolto in attività sessuali esplicite, reali o simulate, e qualsiasi rappresentazione di organi sessuali di minori a scopi prevalentemente sessuali»
Venerdì 15 Settembre 2017 - Ultimo aggiornamento: 16-09-2017 20:01

www.ilfattoquotidiano.it/2017/09/1...ington/3859483/
Pedopornografia, il Vaticano indaga su un membro dell’ambasciata a Washington
Pedopornografia, il Vaticano indaga su un membro dell’ambasciata a Washington
CRONACA
Si tratta di un consigliere diplomatico di 50 anni di Milano. La Santa Sede ha respinto la richiesta degli Usa di farlo processare in un tribunale americano, ha mantenuto l'immunità e ha fatto partire un processo con i giudici Oltretevere
di Francesco Antonio Grana | 15 settembre 2017
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Più informazioni su: Chiesa, Chiesa Cattolica, Papa Francesco, Pedofilia, Preti Pedofili, Stati Uniti, Washington
Un nuovo scandalo di pedofilia nel servizio diplomatico pontificio. “Il 21 agosto scorso – afferma un comunicato della Sala Stampa vaticana – il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America ha notificato, per via diplomatica, la possibile violazione delle norme in materia di immagini pedopornografiche da parte di un membro del corpo diplomatico della Santa Sede accreditato a Washington. La Santa Sede, secondo la prassi adottata dagli Stati sovrani, ha richiamato il sacerdote in questione il quale si trova attualmente nella Città del Vaticano. Ricevute le informazioni dal governo statunitense, – prosegue la nota – la Segreteria di Stato le ha trasmesse al Promotore di Giustizia del Tribunale vaticano. Il Promotore di Giustizia ha aperto un’indagine ed è stata già avviata una collaborazione a livello internazionale al fine di raccogliere elementi relativi al caso. Si ricorda che, come è previsto dalle leggi vigenti per tutte le istruttorie preliminari, le indagini del Promotore di Giustizia sono protette dal necessario riserbo istruttorio”.

Il sacerdote indagato, secondo quanto riferiscono fonti vaticane a ilfattoquotidiano.it, sarebbe monsignor Carlo Alberto Capella, consigliere di nunziatura, 50 anni, nato a Milano ma con origini emiliane, ordinato prete per l’arcidiocesi ambrosiana. Una tegola pesantissima per il nunzio a Washington, monsignor Christophe Pierre, che guida la rappresentanza pontificia negli Usa dall’aprile 2016. Il presule, infatti, è arrivato negli Stati Uniti mentre era in corso la rovente campagna elettorale per le elezioni presidenziali e la sfida tra Donald Trump e Hillary Clinton. Pierre ha ereditato il timone della nunziatura dalle mani di monsignor Carlo Maria Viganò, definito il “moralizzatore del Vaticano” per la sua lotta agli enormi sprechi economici messa in atto con determinazione nei due anni in cui ha ricoperto il ruolo di segretario generale del Governatorato dello Stato più piccolo del mondo. Un’opera che, come hanno rivelato i documenti pubblicati durante lo scandalo Vatileaks 1, si è scontrata con l’allora Segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, e ha costretto Benedetto XVI a spedire Viganò in punizione negli Usa.

Dalla Casa Bianca trapela grande soddisfazione per la celerità con cui nei sacri palazzi è stata subito presa sul serio la segnalazione che era stata fatta dal Dipartimento di Stato americano. Gli Usa avrebbero voluto, però, processare direttamente il sacerdote accusato. La Santa Sede, invece, ha preferito non togliere l’immunità diplomatica al prelato e indagarlo in Vaticano seguendo la nuova legge per i reati di pedopornografia approvata da Francesco nel 2013. Per il cardinale Daniel DiNardo, arcivescovo di Galveston-Houston e presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, “questa è una questione seria. Speriamo che la Santa Sede sarà disponibile a fornire più dettagli. Non conosciamo tutti i fatti, ma coerentemente con la nostra Carta (Charter for the protection of children and young people del 2002, ndr) ribadiamo che quando emergono simili accuse deve essere avviata un’indagine immediata, approfondita e trasparente in collaborazione con le forze dell’ordine e devono essere prese misure immediate per proteggere i bambini. La protezione dei bambini e dei giovani è la nostra responsabilità più sacra”.

Quello avvenuto a Washington non è il primo caso di pedofilia all’interno della diplomazia vaticana sotto il pontificato di Francesco. Nel 2015, infatti, era finito alla sbarra l’ex nunzio apostolico nella Repubblica Dominicana, l’arcivescovo polacco Jozef Wesoloski, morto mentre era in corso il processo penale vaticano nel quale era accusato di pedofilia e pedopornografia. Ma il presule, che era stato ordinato prima sacerdote e poi vescovo da Giovanni Paolo II, era già stato ridotto allo stato laicale sia in primo che in secondo grado nel processo canonico svolto dalla Congregazione per la dottrina della fede. Nel 2014, invece, Bergoglio aveva rimandato nella sua diocesi di origine, Taranto, l’allora numero due della nunziatura apostolica in Italia, monsignor Luca Lorusso, che aveva difeso l’ex prete romano Patrizio Poggi condannato in secondo grado dalla magistratura italiana per pedofilia.

Twitter: @FrancescoGrana

di Francesco Antonio Grana | 15 settembre 2017

Edited by pincopallino2 - 16/4/2021, 22:18
 
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