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Arrestato per pedopornografia mons. Capella, diplomatico indagato in Canada, Santa Sede pretende l'impunità e lo nasconde a S. Pietro. Condannato a 5 anni nell'albergo Vaticano

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view post Posted on 17/9/2017, 17:26

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Santa Sede pretende l'impunità e lo nasconde a S. Pietro: non c'è estradizione. Condannato a 5 anni di prigione nell'albergo Vaticano



www.ilmessaggero.it/primopiano/vati...sa-3241220.html

Pedopornografia, Santa Sede indaga su diplomatico in Usa

La Santa Sede ha aperto un'indagine per pedopornografia nei confronti di un suo rappresentante diplomatico in servizio presso la nunziatura di Washington. Si tratta del consigliere di nunziatura monsignor Carlo Alberto Capella, di origine emiliana, fino al 2015 in servizio in Segreteria di Stato come officiale della Sezione per i Rapporti con gli Stati. In questa veste aveva partecipato alla sottoscrizione della Convenzione fiscale con lo Stato italiano. Il promotore di giustizia ha aperto il fascicolo dopo che lo scorso 21 giugno il Dipartimento degli Stati Uniti aveva notificato il possibile reato.

Attualmente il sacerdote indagato è stato richiamato in Vaticano, ospitato presso il Collegio dei Penitenzieri. Sull'indagine, ha rimarcato il portavoce Greg Burke, la Santa Sede mantiene il «massimo riserbo». Il reato di pedopornografia è previsto dalla Santa Sede nella legge numero VIII del 2013. La legge - che introduce modifiche al codice di diritto penale per diverse tipologie di reato, - tratta del reato di pedopornografia negli articoli 4, 10 e 11, che riguardano definizione del reato, atti di pedopornografia e detenzione di materiale pedopornografico.

«È una questione grave. Speriamo che la Santa Sede fornisca maggiori dettagli», ha commentato il capo della Conferenza episcopale americana, Cardinale Daniel DiNardo. «Non conosciamo tutti i fatti», ha aggiunto l'arcivescovo di Galverston-Houston, «ma ribadiamo che quando ci sono accuse simili occorre condurre un'inchiesta immediata, completa e trasparente in collaborazione con le autorità di polizia e prendendo passi immediati a tutela dei minori». La notizia delle indagini, pubblicata dal Vaticano in tarda mattinata, ha suscitato scalpore e sconcerto visto che si tratta di un prete non di secondo piano nella gerarchia della diplomazia vaticana, per giunta nella importante nunziatura presso gli Stati Uniti. Pubblicando la notizia dell'avvio dell'indagine, la Santa Sede conferma la linea di massima trasparenza sui casi di pedofilia del clero, decisa da Benedetto XVI e proseguito con altrettanta determinazione da papa Francesco.

Le fasi che hanno portato all'apertura del fascicolo e al richiamo in Vaticano del sacerdote indagato sono precisate dalla sala stampa vaticana: «Si rende noto - si legge in un comunicato - che il 21 agosto scorso il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d'America ha notificato, per via diplomatica, la possibile violazione delle norme in materia di immagini pedopornografiche da parte di un membro del corpo diplomatico della Santa Sede accreditato a Washington.

La Santa Sede, secondo la prassi adottata dagli Stati sovrani, ha richiamato il sacerdote in questione il quale si trova attualmente nella Città del Vaticano. Ricevute le informazioni dal governo statunitense, la Segreteria di Stato le ha trasmesse al Promotore di Giustizia del Tribunale vaticano. Il Promotore di Giustizia ha aperto un'indagine ed è stata già avviata una collaborazione a livello internazionale al fine di raccogliere elementi relativi al caso». La Santa Sede, infine, ricorda che, «come è previsto dalle leggi vigenti per tutte le istruttorie preliminari, le indagini del Promotore di Giustizia sono protette dal necessario riserbo istruttorio».
Venerdì 15 Settembre 2017 - Ultimo aggiornamento: 20:28

www.ilmessaggero.it/primopiano/vati...le-3241570.html
Scintille tra Usa e Vaticano, monsignore indagato per pedopornografia richiamato a Roma

di Franca Giansoldati
CITTÀ DEL VATICANO Scintille tra gli Stati Uniti e il Vaticano per l’imbarazzante caso di un diplomatico del Papa che lavora alla nunziatura di Washington. L’accusa formulata contro di lui è grave: detenzione di materiale pedo-pornografico. L’imputazione è stata formulata dal Dipartimento di Stato e notificata a Roma alla fine di agosto. Il monsignore in questione sarebbe entrato in possesso di fotografie e altre immagini, in violazione della Carta per la protezione dei bambini e dei ragazzi, in vigore negli Usa dal 2002. Naturalmente è tutto da verificare e così la risposta della Santa Sede alle accuse è stata immediata. Avvalendosi della prassi abitualmente adottata dagli Stati per il personale delle ambasciate, ha richiamato subito il monsignore a Roma, un po’ per capire i fatti ma anche per evitare il rischio di farlo finire sotto indagine dagli inquirenti statunitensi. Papa Bergoglio - informato di questa ennesima tegola sul servizio diplomatico d’Oltretevere già messo a dura prova dopo lo scandalo del nunzio polacco Wielosowski, morto improvvisamente in Vaticano mentre era in corso un processo per pedofilia - ha dato disposizioni ai magistrati di accertare in tempi rapidi la verità. Se le indagini vaticane risultassero positive il monsignore potrebbe essere rinviato a giudizio.

POCA TRASPARENZA
Un aspetto non secondario visto che i processi in Vaticano garantiscono sempre un maggiore controllo mediatico rispetto a quello che, invece, accadrebbe se il procedimento rimanesse negli Usa. Il cardinale americano Daniel Di Nardo ha chiesto alla Santa Sede di «fornire più dettagli. «Al momento non conosciamo i fatti; quando emergono simili accuse deve essere avviata una indagine immediata, approfondita e trasparente in collaborazione con le forze dell’ordine e devono essere prese misure immediate per proteggere i bambini». Quello che sembra mancare in Vaticano, nonostante gli sforzi di Francesco, è proprio la trasparenza. Tutto sarà da chiarire.

Il diplomatico in questione, Carlo Alberto Capella, 44 anni, in passato ha svolto servizio in Segreteria di Stato come minutante per le questioni italiane. Il suo nome figura tra i funzionari della delegazione che firmò con il Ministro dell’Economia, Padoan la convenzione Santa Sede-Italia in materia fiscale. In uno scarno comunicato vaticano si legge che è stata attivata dal Promotore di Giustizia «una collaborazione a livello internazionale» per raccogliere ogni elemento utile. Le ricerche avviate per fare luce su questo caso sono possibili grazie alle leggi introdotte da Benedetto XVI e da Francesco che, in due diversi passaggi, hanno inasprito le norme per contrastare il crimine della pedofilia.

Tra le novità introdotte nel corpo giuridico vaticano, anche l’introduzione del reato della pedopornografia. Nel 2013 Papa Francesco ha incluso nelle indagini anche «i legati pontifici ed il personale di ruolo diplomatico della Santa Sede», fino a quel momento esclusi. In particolare, con nella normativa viene definito «materiale pedopornografico» quale «qualsiasi rappresentazione di un minore, indipendentemente dal mezzo utilizzato, coinvolto in attività sessuali esplicite, reali o simulate, e qualsiasi rappresentazione di organi sessuali di minori a scopi prevalentemente sessuali»
Venerdì 15 Settembre 2017 - Ultimo aggiornamento: 16-09-2017 20:01

www.ilfattoquotidiano.it/2017/09/1...ington/3859483/
Pedopornografia, il Vaticano indaga su un membro dell’ambasciata a Washington
Pedopornografia, il Vaticano indaga su un membro dell’ambasciata a Washington
CRONACA
Si tratta di un consigliere diplomatico di 50 anni di Milano. La Santa Sede ha respinto la richiesta degli Usa di farlo processare in un tribunale americano, ha mantenuto l'immunità e ha fatto partire un processo con i giudici Oltretevere
di Francesco Antonio Grana | 15 settembre 2017
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Più informazioni su: Chiesa, Chiesa Cattolica, Papa Francesco, Pedofilia, Preti Pedofili, Stati Uniti, Washington
Un nuovo scandalo di pedofilia nel servizio diplomatico pontificio. “Il 21 agosto scorso – afferma un comunicato della Sala Stampa vaticana – il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America ha notificato, per via diplomatica, la possibile violazione delle norme in materia di immagini pedopornografiche da parte di un membro del corpo diplomatico della Santa Sede accreditato a Washington. La Santa Sede, secondo la prassi adottata dagli Stati sovrani, ha richiamato il sacerdote in questione il quale si trova attualmente nella Città del Vaticano. Ricevute le informazioni dal governo statunitense, – prosegue la nota – la Segreteria di Stato le ha trasmesse al Promotore di Giustizia del Tribunale vaticano. Il Promotore di Giustizia ha aperto un’indagine ed è stata già avviata una collaborazione a livello internazionale al fine di raccogliere elementi relativi al caso. Si ricorda che, come è previsto dalle leggi vigenti per tutte le istruttorie preliminari, le indagini del Promotore di Giustizia sono protette dal necessario riserbo istruttorio”.

Il sacerdote indagato, secondo quanto riferiscono fonti vaticane a ilfattoquotidiano.it, sarebbe monsignor Carlo Alberto Capella, consigliere di nunziatura, 50 anni, nato a Milano ma con origini emiliane, ordinato prete per l’arcidiocesi ambrosiana. Una tegola pesantissima per il nunzio a Washington, monsignor Christophe Pierre, che guida la rappresentanza pontificia negli Usa dall’aprile 2016. Il presule, infatti, è arrivato negli Stati Uniti mentre era in corso la rovente campagna elettorale per le elezioni presidenziali e la sfida tra Donald Trump e Hillary Clinton. Pierre ha ereditato il timone della nunziatura dalle mani di monsignor Carlo Maria Viganò, definito il “moralizzatore del Vaticano” per la sua lotta agli enormi sprechi economici messa in atto con determinazione nei due anni in cui ha ricoperto il ruolo di segretario generale del Governatorato dello Stato più piccolo del mondo. Un’opera che, come hanno rivelato i documenti pubblicati durante lo scandalo Vatileaks 1, si è scontrata con l’allora Segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, e ha costretto Benedetto XVI a spedire Viganò in punizione negli Usa.

Dalla Casa Bianca trapela grande soddisfazione per la celerità con cui nei sacri palazzi è stata subito presa sul serio la segnalazione che era stata fatta dal Dipartimento di Stato americano. Gli Usa avrebbero voluto, però, processare direttamente il sacerdote accusato. La Santa Sede, invece, ha preferito non togliere l’immunità diplomatica al prelato e indagarlo in Vaticano seguendo la nuova legge per i reati di pedopornografia approvata da Francesco nel 2013. Per il cardinale Daniel DiNardo, arcivescovo di Galveston-Houston e presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, “questa è una questione seria. Speriamo che la Santa Sede sarà disponibile a fornire più dettagli. Non conosciamo tutti i fatti, ma coerentemente con la nostra Carta (Charter for the protection of children and young people del 2002, ndr) ribadiamo che quando emergono simili accuse deve essere avviata un’indagine immediata, approfondita e trasparente in collaborazione con le forze dell’ordine e devono essere prese misure immediate per proteggere i bambini. La protezione dei bambini e dei giovani è la nostra responsabilità più sacra”.

Quello avvenuto a Washington non è il primo caso di pedofilia all’interno della diplomazia vaticana sotto il pontificato di Francesco. Nel 2015, infatti, era finito alla sbarra l’ex nunzio apostolico nella Repubblica Dominicana, l’arcivescovo polacco Jozef Wesoloski, morto mentre era in corso il processo penale vaticano nel quale era accusato di pedofilia e pedopornografia. Ma il presule, che era stato ordinato prima sacerdote e poi vescovo da Giovanni Paolo II, era già stato ridotto allo stato laicale sia in primo che in secondo grado nel processo canonico svolto dalla Congregazione per la dottrina della fede. Nel 2014, invece, Bergoglio aveva rimandato nella sua diocesi di origine, Taranto, l’allora numero due della nunziatura apostolica in Italia, monsignor Luca Lorusso, che aveva difeso l’ex prete romano Patrizio Poggi condannato in secondo grado dalla magistratura italiana per pedofilia.

Twitter: @FrancescoGrana

di Francesco Antonio Grana | 15 settembre 2017

Edited by pincopallino2 - 16/4/2021, 22:18
 
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view post Posted on 17/9/2017, 20:35

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http://gazzettadimodena.gelocal.it/modena/...iano-1.15862159

Pedopornografia: si indaga su un sacerdote nato a Carpi
Il Promotore di Giustizia del Vaticano ha richiamato mons. Carlo Alberto Capella Lavorava come diplomatico a Washington, era stato segnalato dal governo Usa
di Serena Arbizzi

17 settembre 2017

CARPI. È nato a Carpi Carlo Alberto Capella, il sacerdote indagato per “la possibile violazione delle norme in materia di immagini pedopornografiche” intorno al quale è scoppiato un nuovo scandalo che ha scosso il Vaticano.

Carlo Alberto Capella è diplomatico del Papa presso la nunziatura di Washington, ed è nato a Carpi il 18 luglio di cinquant’anni fa. L’accusa formulata contro di lui è grave: detenzione di materiale pedopornografico. “Il 21 agosto scorso – scrive un comunicato della sala stampa vaticana che affronta la vicenda – il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America ha notificato, per via diplomatica, la possibile violazione delle norme in materia di immagini pedopornografiche da parte di un membro del corpo diplomatico della Santa Sede accreditato a Washington. La Santa Sede, secondo la prassi adottata dagli Stati sovrani, ha richiamato il sacerdote in questione il quale si trova attualmente nella Città del Vaticano. Ricevute le informazioni dal governo statunitense, – continua il comunicato – la Segreteria di Stato le ha trasmesse al Promotore di Giustizia del Tribunale vaticano. Il Promotore di Giustizia ha aperto un’indagine ed è stata già avviata una collaborazione a livello internazionale al fine di raccogliere elementi relativi al caso. Si ricorda che, come è previsto dalle leggi vigenti per tutte le istruttorie preliminari, le indagini del Promotore di Giustizia sono protette dal necessario riserbo istruttorio”.

L’imputazione, quindi, è stata formulata dal Dipartimento di Stato americano e notificata a Roma alla fine dell’agosto scorso. Immediata la presa di posizione del Vaticano. Monsignor Carlo Alberto Capella sarebbe entrato in possesso di fotografie e altre immagini, in violazione della Carta per la protezione dei bambini e dei ragazzi, in vigore negli Usa dal 2002. Naturalmente è tutto da verificare e così la risposta della Santa Sede alle accuse è stata immediata.

Avvalendosi della prassi abitualmente adottata dagli Stati per il personale delle ambasciate, ha richiamato subito il monsignore a Roma, per ricostruire i fatti e fare piena luce sull’ipotesi di reato formulata dalle autorità americane nei confronti del sacerdote.

Papa Bergoglio - informato di questa ennesima tegola sul servizio diplomatico d’Oltretevere già messo a dura prova dopo lo scandalo del nunzio polacco Wielosowski, morto improvvisamente in Vaticano mentre era in
corso un processo per pedofilia - ha dato disposizioni ai magistrati di accertare in tempi rapidi la verità.

Sulla base degli esiti delle indagini monsignor Capella potrebbe essere rinviato a giudizio.
 
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view post Posted on 29/9/2017, 20:00

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Oltretevere hanno sempre la scappatoia pronta: "Immunità diplomatica; non abbiamo avuto la notifica"


Papa

http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/20...bd33b67a70.html

Pedofilia: Canada chiede arresto prete
Diplomatico è già stato richiamato da Washington in Vaticano

ROMA
29 settembre 2017
20:31

(ANSA) - ROMA, 29 SET - La polizia canadese ha emesso un mandato di arresto nei confronti del diplomatico della Santa Sede mons. Carlo Alberto Capella, che si trova in Vaticano dove è già indagato in un'indagine per pedopornografia dopo essere stato richiamato da Washington a inizio mese. La polizia di Windsor lo accusa di possesso e distribuzione di materiale pedopornografico, scaricato durante un soggiorno che il prete ha fatto in Canada a dicembre. In Vaticano, spiegano fonti qualificate, si è a conoscenza dell'esistenza del mandato di arresto ma al momento non risulta pervenuta alcuna richiesta ufficiale. In ogni caso, il prelato rimane ai "domiciliari" Oltretevere, in attesa che vengano fornite le prove dell'accusa fatta dalla polizia canadese. L'inchiesta in Canada è iniziata con una segnalazione del Centro nazionale di coordinamento contro lo sfruttamento dei bambini. Secondo quanto detto dalla diocesi di London (Ontario) il reato potrebbe essere stato fatto usando un "indirizzo di un computer di una chiesa locale".
 
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view post Posted on 1/10/2017, 08:22

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Santa Sede pretende l'impunità per il prete emiliano e lo nasconde a S. Pietro


capella

http://settegiorni.it/notizie-breaking-new...signor-capella/

30 settembre 2017 0 commenti.
Pedofilia: Mandato d’arresto per Monsignor Carlo Capella
Mandato d'arresto dal Canada per Monsignor Carlo Capella il sacerdote rhodense, accusato di pedopornografia, che rappresentava il Papa in America

Accuse dal Canada
La polizia di Windsor accusa il rhodense Monsignor Carlo Alberto Capella di possesso e distribuzione di materiale pedopornografico, scaricato durante un soggiorno in Canada a dicembre 2016.

Il comunicato della Polizia
Un comunicato della polizia informa che l’inchiesta è stata condotta sul web e sui siti internet coinvolti, dopo una segnalazione del Centro nazionale di coordinamento contro lo sfruttamento dei bambini.

Le indagini
Dall’indagine effettuata sembrerebbe che il sacerdote abbia scaricato e poi diffuso materiale di natura pedopornografica mentre visitava un luogo di culto a Windsor, in Ontario

Il Vaticano
Dal Vaticano informano che tra le mura leonine si è a conoscenza del mandato ma al momento non risulta pervenuta alcuna richiesta di arresto.
 
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view post Posted on 1/10/2017, 15:08

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http://www.thesocialpost.it/2017/10/01/man...edopornografia/


Di Gabriele Sebastiani1 Ottobre 2017 - 10:31Mandato d'arresto per diplomatico del Vaticano per possesso e distribuzione di pedopornografiaCarlo Alberto Capella avrebbe scaricato e distribuito materiale pedopornografico mentre si trovava in Canada lo scorso dicembre: ora su di lui accuse pesantissime e un mandato di arresto da parte della polizia d'oltreoceano. Nuovo scandalo nella Santa SedeCommentaCondividi
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Un nuovo scandalo si abbatte sul Vaticano: monsignor Carlo Alberto Capella, 50 anni, membro di alto livello della diplomazia della Santa Sede a Washington, si trova attualmente indagato per pedopornografia con tanto di mandato d’arresto emesso dalla polizia del Canada nei suoi confronti. Il religioso avrebbe infatti scaricato del materiale pedopornografico mentre si trovava in territorio canadese a fine 2016.
Mandato d’arresto per Monsignor Capella
La notizia prende piede da un comunicato della polizia di Windsor (Ontario) che informa di un’inchiesta partita dal web e che ha coinvolto vari siti internet dopo una segnalazione arrivata dal Centro Nazionale di coordinamento contro lo sfruttamento di minori. Stando alle indagini, Monsignor Capella avrebbe scaricato e anche diffuso del materiale pedopornografico mentre si trovava nella località dell’Ontario tra il 24 e il 27 dicembre del 2016.
La diocesi di London, comunità della stessa regione canadese, ha poi diffuso conferme a riguardo dopo aver ricevuto una richiesta di aiuto per le indagini dalla polizia, informando che Capella avrebbe usato un computer di una Chiesa locale per commettere il reato. Intanto dalla Santa Sede fanno sapere di essere venuti a conoscenza della del mandato di arresto del diplomatico, ma per ora, si fa sapere, non risultano essere arrivate richieste di fermo. Capella al momento, dopo il rientro dagli USA, si trova al Collegio dei Penitenzieri, a pochi passi da Casa Santa Marta, dove 2 anni fa Monsignor Jozef Wesolowski moriva poco prima dell’inizio del processo per pedofilia che lo riguardava.
Possesso e distribuzione di pedopornografia: le accuse per il diplomatico
Il caso di Capella era venuto alla luce lo scorso 15 settembre quando Giampiero Milano, il Promotore della Giustizia del Tribunale Vaticano, aveva scelto di dare il via a un’indagine dopo che il Dipartimento di Stato degli USA aveva informato Roma della “possibile violazione delle norme in materia di immagini pedopornografiche da parte di un membro del corpo diplomatico della Santa Sede accreditato a Washington”. La notificazione statunitense era datata 21 agosto, ma è stata resa nota quasi un mese più tardi: se inizialmente la stampa aveva parlato solo del reato di possesso di materiale pedopornografico, la polizia canadese, nel suo rapporto, specifica invece che Capella sarebbe colpevole della diffusione e distribuzione dello stesso. Il reato, secondo la legge vaticana, è punibile con un periodo di reclusione che va da 1 a 5 anni e multe tra i 2.500 e 50mila euro.

Il Dipartimento di Stato Americano aveva anche chiesto, secondo quanto riportato dalla Associated Press, di revocare l’immunità diplomatica per Capella, richiesta poi respinta pochi giorni dopo. Dal Vaticano invece si fa sapere che la Segreteria di Stato ha immediatamente trasmesso le informazioni a Giampiero Milano per far aprire un’indagine in merito, avvalendosi anche della collaborazione internazionale per far luce su un caso che ancora una volta crea molti imbarazzi tra le alte cariche di San Pietro.
 
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view post Posted on 4/10/2017, 10:46

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www.rhonews.com/news/cronaca/908596..._apostolico_usa

Dopo il mandato di arresto per monsignor Capella, il papa riceve il nunzio apostolico Usa
CRONACA / RHOmartedì 03 ottobre 2017203 Letture
Papa Francesco ha ricevuto ieri monsignor Christophe Pierre, nunzio apostolico negli Stati Uniti, nonché superiore di monsignor Carlo Alberto Capella, consigliere di nunziatura, indagato per pedopornografia. Il diplomatico, 50 anni - ordinato sacerdote nel '93 nell'arcidiocesi di Milano e circa vent'anni fa aveva prestato servizio a Rho, alla Parrocchia di San Vittore - è al momento in Vaticano dopo era stato richiamato da Washington a inizio mese. Il Canada ha emesso nei suoi confronti un mandato di arresto: Capella è accusato di possesso e distribuzione di materiale pedopornografico, scaricato durante un soggiorno in Canada.

La polizia di Windsor, hanno scritto i media, lo accusa di possesso e distribuzione di materiale pedopornografico, che sarebbe stato scaricato durante un soggiorno che il prete ha fatto in Canada tra il 24 e il 27 dicembre. L'inchiesta è stata condotta sul web e sui siti internet coinvolti, dopo una segnalazione del Centro nazionale di coordinamento contro lo sfruttamento dei bambini. Monsignor Capella avrebbe utilizzato «un computer in una Chiesa locale».

www.ontariopolicereports.com/2017/...raphy-offences/
Carlo Capella wanted on Canada-Wide warrant for child pornography offences
September 28, 2017481
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In February of 2017 the Windsor Police Service Internet Child Exploitation Unit (ICE) received information that originated from the Royal Canadian Mounted Police (RCMP) National Child Exploitation Coordination Centre (NCECC) indicating that a suspect in the city of Windsor had allegedly uploaded Child Pornography using a social networking website.
Members of the Windsor Police Service ICE Unit launched an investigation.
Investigators applied for and were granted judicial permission to review records related to the involved internet service provider address. Through investigation, it was determined that the alleged offences occurred between December 24 – 27, 2016.
Investigators believe that the offences occurred while the suspect was visiting a place of worship in Windsor, Ontario.
Investigators have determined that the suspect has returned to his residence in Italy.
The Child Pornography in question is not believed to have involved any local children.
A Canada-Wide arrest warrant has been issued for Carlo Capella, a 50-year-old male, for the charges of:
Access Child Pornography
Possess Child Pornography
Distribute Child Pornography
Capella has ties to the United States, Windsor, Ontario, Canada, and Italy.
The Windsor Police Service Internet Child Exploitation (ICE) Unit is a member of the Provincial Strategy to protect children from Sexual Abuse and Exploitation on the Internet. This project has been made possible by a grant from the Ministry of Community Safety and Correctional Services.
Anyone with information is asked to contact Windsor Police Service at 519-255-6700 ext. 4896, Crime Stoppers anonymously at 519-258-8477 (TIPS), or online at www.catchcrooks.com.

Pedofilia. Vaticano avverte i preti: "Ci spiano i computer"
Il suggerimento per non farsi scoprire. Ecco come hanno beccato il diplomatico mons Capella.


05-papa-i
Papa e cardinali

www.ilmattino.it/primopiano/vatican...la-3278506.html

Pedopornografia nella chiesa, summit alla Gregoriana: sul Vaticano pesa il caso Capella

di Franca Giansoldati

Città del Vaticano - Per ironia della sorte mentre alla Gregoriana si è aperto alla presenza del cardinale Pietro Parolin, un summit internazionale per discutere di come proteggere i bambini dai predatori che ogni giorno si scambiano in rete milioni di immagini di minori abusati, il Papa a Santa Marta da giorni è alle prese con un caso tanto imbarazzante, quanto ingombrante: un monsignore italiano ricercato in Canada per lo scambio di materiale pedo-pornografico ma al momento al sicuro in Vaticano grazie all’immunità diplomatica. Inutile dire che di questo caso nessuno vuole parlare. Un muro di gomma.

Il cardinale Parolin braccato dai cronisti si è limitato a dire che si tratta «di una vicenda dolorosissima, una prova grande per tutti quelli che sono coinvolti». Nei giorni scorsi il Canada ha spiccato un mandato di cattura dopo avere accertato che monsignor Carlo Alberto Capella, 51 anni - questo il nome del diplomatico indagato per pedopornografia - aveva scaricato del materiale porno da uno dei computer di una parrocchia canadese che lo ospitava per le vacanze di Natale l’anno scorso, durante il periodo 24-27 dicembre. Le stesse accuse gli sono state mosse anche dagli Stati Uniti, dove Capella fino ad agosto lavorava alla nunziatura di Washington. La Segreteria di Stato, però, invece che affrontare la questione, all’insegna della totale trasparenza, alle autorità statunitensi, ha scelto di ricorrere alla prerogativa concessa al personale diplomatico, richiamando immediatamente Capella a Roma, dove ora vive protetto in un palazzo vaticano, passeggiando ogni giorno nei giardini e ricevendo visite da amici e parenti. Una situazione decisamente imbarazzante anche per il Papa che ora si trova a dovere decidere il da farsi, in base al provvedimento canadese.

Il cardinale Parolin, sempre al convegno alla Gregoriana, ha aggiunto ai cronisti: «Ci sono indagini in corso, tutto è coperto da riserbo per proteggere le indagini e per la verità e la giustizia». Le indagini vengono fatte dai gendarmi e i magistrati vaticani hanno aperto un fascicolo. Impossibile per chiunque sapere altro anche se sull’intera vicenda, a livello di immagine, pesa come un macigno l’esempio coerente del cardinale australiano George Pell, accusato di pedofilia dal tribunale di Sydney e partito a giugno per l’Australia per essere presente al processo. Il cardinale in una conferenza stampa, alla vigilia del viaggio, aveva annunciato di avere volontariamente rinunciato all’immunità e allo status cardinalizio per potersi difendere meglio. «Sono innocente e lo dimostrerò». Come evolverà il caso Capella dipenderà anche da come Papa Francesco vorrà procedere. Al convegno internazionale per la protezione dei minori dai predatori del web, padre Hans Zollner, l'organizzatore, ha spiegato al Messaggero «che in tanti Stati come esempio la Germania, gli Stati Uniti o il Canada, ogni computer contenuto nelle strutture diocesane o parrocchiali viene monitorato».
Martedì 3 Ottobre 2017, 20:58 - Ultimo aggiornamento: 03-10-2017 21:42

Edited by pincopallino2 - 13/10/2017, 14:59
 
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view post Posted on 12/10/2017, 17:11

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La pedofilia è "cosa nostra". La mafia vaticana nasconde e protegge i monsignori dalla legge

capella

http://www.repubblica.it/vaticano/2017/10/...0-C8-P5-S1.8-T1

Il Vaticano nega al Canada l'estradizione del prete pedofilo della nunziatura di Washington
Monsignor Carlo Alberto Capella sarà processato nella Santa Sede. È accusato di aver scaricato e diffuso materiale pedopornografico mentre era in visita in Ontario

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12 ottobre 2017
486
Il Vaticano nega al Canada l'estradizione del prete pedofilo della nunziatura di Washington
Processato dal Vaticano e non dalla giustizia ordinaria. La Santa Sede ha negato al Canada l'estradizione di monsignor Carlo Alberto Capella, il funzionario della Nunziatura apostolica di Washington destinatario di un ordine di arresto da parte delle autorità di Ottawa per detenzione e diffusione di materiale pedopornografico. È l'Ansa a dare la notizia citando fonti interne al Vaticano secondo le quali il prelato è al momento in stato di restrizione in Vaticano, ospitato presso il Collegio dei Penitenzieri, lo stesso nel quale morì agli arresti domiciliari l'ex nunzio polacco Weselowski, coinvolto pure in un scandalo legato alla pedofilia.

Il Vaticano ha negato l'estradizione per Capella, opponendo l'immunità diplomatica in quanto il prelato era un membro di alto livello della nunziatura di Washington, negli Stati Uniti.

Il mandato di arresto emesso a suo carico da parte delle autorità canadesi si riferisce però a fatti avvenuti quando Capella era in Canada nel dicembre 2016, in visita a un luogo di culto a Windsor, in Ontario. Proprio la polizia di Windsor è titolare di un'inchiesta su un giro di pedopornografia su internet, in seguito a una segnalazione del Centro nazionale di coordinamento contro lo sfruttamento dei bambini. Secondo le accuse della polizia di Windsor, Capella ha utilizzato il computer della chiesa locale per scaricare e diffondere materiale pedopornografico.

Il nuovo scandalo sessuale emerge proprio mentre in Australia è in corso il processo contro il cardinale George Pell, la più alta carica vaticana mai coinvolta in un caso di pedofilia. In questo caso, su indicazione di papa Francesco, è stato deciso di sospendere il porporato da ogni incarico e di farlo rientrare in patria per partecipare al processo.
 
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view post Posted on 12/10/2017, 20:47

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http://www.repubblica.it/vaticano/2017/10/...filo-178075712/

"Vaticano nega estradizione a Monsignor Capella", ma la Santa Sede smentisce: "Nessuna richiesta"
Il prelato è accusato in Canada di aver scaricato e diffuso materiale pedopornografico mentre era in visita in Ontario. Perentorio Oltretevere: "Notizie false, l'indagine non è ancora terminata"

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12 ottobre 2017
903
"Vaticano nega estradizione a Monsignor Capella", ma la Santa Sede smentisce: "Nessuna richiesta"
L'Ansa cita fonti interne alla Santa Sede e sostiene che il Canada si è visto negare l'estradizione di monsignor Carlo Alberto Capella, ma in serata arriva la secca smentita del Vaticano: "In merito ad alcune notizie false uscite oggi riguardanti un membro del corpo diplomatico della Santa Sede richiamato dagli Stati Uniti, posso affermare che non c'è alcuna richiesta di estradizione arrivata dal Canada né nessun processo fissato in Vaticano; l'indagine richiede collaborazione internazionale e non è ancora terminata".

Capella, funzionario della Nunziatura apostolica di Washington, è destinatario di un ordine di arresto da parte delle autorità di Ottawa per detenzione e diffusione di materiale pedopornografico. Sempre secondo l'Ansa il prelato è al momento in stato di restrizione in Vaticano, ospitato presso il Collegio dei Penitenzieri, lo stesso nel quale morì agli arresti domiciliari l'ex nunzio polacco Weselowski, coinvolto pure in un scandalo legato alla pedofilia.

Il Vaticano, sostiene l'agenzia di stampa, ha negato l'estradizione per Capella opponendo l'immunità diplomatica, in quanto il prelato era un membro di alto livello della nunziatura di Washington, negli Stati Uniti.

Il mandato di arresto emesso a suo carico da parte delle autorità canadesi si riferisce a fatti avvenuti quando Capella era in Canada nel dicembre 2016, in visita a un luogo di culto a Windsor, in Ontario. Proprio la polizia di Windsor è titolare di un'inchiesta su un giro di pedopornografia su internet, in seguito a una segnalazione del Centro nazionale di coordinamento contro lo sfruttamento dei bambini. Secondo le accuse della polizia di Windsor, Capella ha utilizzato il computer della chiesa locale per scaricare e diffondere materiale pedopornografico.

Il nuovo scandalo sessuale emerge proprio mentre in Australia è in corso il processo contro il cardinale George Pell, la più alta carica vaticana mai coinvolta in un caso di pedofilia. In questo caso, su indicazione di papa Francesco, è stato deciso di sospendere il porporato da ogni incarico e di farlo rientrare in patria per partecipare al processo.
 
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view post Posted on 13/10/2017, 13:57

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http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/...5b02e58d8a.html

Santa Sede ​Pedofilia: per Capella si profila processo in Vaticano. "Nessuna richiesta estradizione dal Canada" Il funzionario vaticano, a quanto si è appreso, gode dell'immunità diplomatica


13 ottobre 2017 Il fascicolo penale a carico di monsignor Carlo Alberto Capella, il funzionario della Nunziatura di Washington destinatario di un ordine di arresto da parte delle autorità canadesi per detenzione e diffusione di materiale pedopornografico, resta in Vaticano e andrà avanti cercando di avvalersi anche della "collaborazione internazionale". Per lui, dunque - secondo quanto risulta all'Ansa - si profila un processo, ancora da fissare, nel tribunale d'Oltretevere. Sulla vicenda il direttore della Sala stampa vaticana, Greg Burke, ha precisato in serata che "non c'è alcuna richiesta di estradizione arrivata dal Canada". Mentre, per quanto riguarda lo stato dell'inchiesta, "nessun processo è fissato in Vaticano: l'indagine richiede collaborazione internazionale e non è ancora terminata". Il funzionario vaticano, a quanto si è appreso, gode tra l'altro dell'immunità diplomatica per gli eventuali reati commessi negli Stati Uniti, dove svolgeva le sue funzioni fino a che non è stato richiamato in Vaticano. Inoltre, tra la Santa Sede e il Canada non esiste un trattato di estradizione, e anche da ciò può dipendere l'assenza di notifiche giunte da quel Paese. In ogni caso, la volontà d'Oltretevere è che l'inchiesta vada avanti e che il diplomatico venga processato 'in casa'. La vicenda di mons. Capella è emersa il 15 settembre scorso quando si è venuto a sapere che il promotore di giustizia vaticano aveva aperto un fascicolo nei confronti del diplomatico in servizio presso la Nunziatura di Washington dopo che lo scorso 21 giugno il Dipartimento degli Stati Uniti aveva notificato il possibile reato. L'inchiesta a cui fa riferimento il mandato d'arresto delle autorità canadesi è iniziata con una segnalazione del Centro nazionale di coordinamento contro lo sfruttamento dei bambini del Rcmp (la polizia canadese). La polizia di Windsor lo accusa di possesso e distribuzione di materiale pedopornografico, scaricato durante un soggiorno che il prete ha fatto in Canada tra il 24 e il 27 dicembre. La diocesi di London, in Ontario, ha reso noto di aver ricevuto una richiesta di aiuto per l'indagine; assistenza che è stata data, in relazione alle possibili violazioni della legge sulla pornografia infantile fatte da mons. Capella usando un "indirizzo di un computer in una chiesa locale". Attualmente il sacerdote indagato, diplomatico di alto profilo, ex officiale della Sezione per i Rapporti con gli Stati, è in Vaticano, ospitato presso il Collegio dei Penitenzieri, e qui resterà in stato di restrizione in attesa del giudizio. Sulla vicenda che lo riguarda si era espresso con parole molto severe dieci giorni fa il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin parlando a margine del congresso internazionale "Child Dignity in the Digital World" sulla prevenzione degli abusi sui minori in Internet svoltosi all'Università Gregoriana. "È una vicenda dolorosissima, una prova grande per tutti quelli che sono coinvolti", aveva detto il porporato. "Stiamo trattando il caso con il massimo impegno, la massima serietà", aveva anche assicurato aggiungendo che il resto è coperto da "riserbo per proteggere le indagini e quindi per proteggere la verità e la giustizia".
 
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https://www.leggo.it/esteri/news/pedoporno...18-3654424.html

Pedopornografia, arrestato in Vaticano Monsignor Capella
CITTÀ DEL VATICANO - «Questa mattina, su proposta del Promotore di Giustizia, il giudice istruttore del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano ha emesso un mandato di cattura a carico di mons. Carlo Alberto Capella. Il provvedimento è stato eseguito dalla Gendarmeria Vaticana». Lo fa sapere una nota della Sala stampa vaticana.

«L'imputato - ragguaglia la nota - è detenuto in una cella della caserma del Corpo della Gendarmeria, a disposizione dell'autorità giudiziaria. L'arresto giunge al termine di un'indagine del Promotore di Giustizia. Il giudice istruttore ha ordinato il provvedimento sulla base dell'articolo 10, commi 3 e 5, della legge VIII del 2013» che persegue il reato di pedopornografia. Capella, funzionario della nunziatura di Washington, era destinatario di un ordine di arresto da parte delle autorità canadesi per detenzione e diffusione di materiale pedopornografico. Si trovava in stato di restrizione in Vaticano, ospitato presso il Collegio dei Penitenzieri. Stamani l'arresto da parte del Vaticano.

In particolare, il giudice istruttore del Tribunale vaticano ha disposto l'arresto di mons. Capella, accusato di detenzione e diffusione di materiale pedopornografico, in base all'art. 10, commi 3 e 5, della legge VIII del 2013 che punisce il reato di pedopornografia. Nel dettaglio, il comma 3 prevede che «chiunque con qualsiasi mezzo, anche per via telematica, distribuisce, divulga, trasmette, importa, esporta, offre, vende o detiene per tali fini materiale pedopornografico, ovvero distribuisce o divulga notizie o informazioni finalizzate all'adescamento o allo sfruttamento sessuale di minori, è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da euro duemilacinquecento a euro cinquantamila». Il comma 5 prevede che «nei casi previsti dai commi 3 e 4, la pena è aumentata ove il materiale sia di ingente quantità».

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/04/0...apella/4278242/

Vaticano, arrestato per possesso di pedopornografia l’ex consigliere a Washington monsignor Capella
Vaticano, arrestato per possesso di pedopornografia l’ex consigliere a Washington monsignor Capella
Le indagini erano iniziate il 21 agosto 2017 quando il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America notificò, per via diplomatica, al Vaticano la possibile violazione delle norme da parte di un membro del corpo diplomatico della Santa Sede

di Francesco Antonio Grana | 7 aprile 2018
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Monsignor Carlo Alberto Capella, l’ex consigliere diplomatico a Washington, è stato arrestato dalla Gendarmeria Vaticana. Su di lui pesa la pesante accusa di pedopornografia. “Questa mattina – si legge in un comunicato della Santa Sede – su proposta del Promotore di Giustizia, il Giudice Istruttore del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano ha emesso un mandato di cattura a carico di Mons. Carlo Alberto Capella. Il provvedimento è stato eseguito dalla Gendarmeria Vaticana. L’imputato – precisa ancora la nota – è detenuto in una cella della caserma del Corpo della Gendarmeria, a disposizione dell’autorità giudiziaria. L’arresto giunge al termine di un’indagine del Promotore di Giustizia”.

Era stato proprio Papa Francesco, pochi mesi dopo la sua elezione, a emanare norme penali più severe per chi si macchia di reati di pedofilia e pedopornografia. Le indagini su monsignor Capella sono iniziate il 21 agosto 2017 quando il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America ha notificato, per via diplomatica, al Vaticano la possibile violazione delle norme in materia di immagini pedopornografiche da parte di un membro del corpo diplomatico della Santa Sede accreditato a Washington.

“La Santa Sede – precisava una nota ufficiale – secondo la prassi adottata dagli Stati sovrani, ha richiamato il sacerdote in questione il quale si trova attualmente nella Città del Vaticano. Ricevute le informazioni dal governo statunitense, la Segreteria di Stato le ha trasmesse al Promotore di Giustizia del Tribunale vaticano. Il Promotore di Giustizia ha aperto un’indagine ed è stata già avviata una collaborazione a livello internazionale al fine di raccogliere elementi relativi al caso. Si ricorda che, come è previsto dalle leggi vigenti per tutte le istruttorie preliminari, le indagini del Promotore di Giustizia sono protette dal necessario riserbo istruttorio”.

Un mese dopo gli Stati Uniti, anche il Canada emise un mandato di arresto per monsignor Capella con l’accusa di possesso e distribuzione di materiale pedopornografico. Un comunicato della polizia di Windsor informò che l’inchiesta era stata condotta sul web dopo una segnalazione del Centro nazionale di coordinamento contro lo sfruttamento dei bambini. Dall’indagine era emerso il serio sospetto che Capella avesse scaricato e poi diffuso materiale di natura pedopornografica mentre visitava un luogo di culto in Ontario, nel periodo tra il 24 il 27 dicembre 2016. La diocesi di London, sempre in Ontario, confermò di aver ricevuto una richiesta di aiuto per l’indagine e che l’assistenza era stata fornita in relazione alle possibili violazioni della legge sulla pornografia infantile commesse da monsignor Capella.

In questi mesi, durante le indagini, il nome del prelato non era mai stato fatto ufficialmente dalla Santa Sede ma fonti vaticane avevano confermato a ilfattoquotidiano.it l’identità del diplomatico indagato. Nato a Milano ma con origini emiliane, Capella ha 50 anni ed è stato ordinato prete per l’arcidiocesi ambrosiana. In passato si era occupato dell’accordo in materia fiscale tra la Santa Sede e l’Italia. Dopo le accuse degli Stati Uniti e del Canada, il Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, dichiarò che si trattava di “una vicenda dolorosissima, una prova grande per tutti quelli che sono coinvolti”. Ora, dopo l’arresto, è inevitabile che Capella sarà processato dal Tribunale penale della Santa Sede.

Twitter: @FrancescoGrana
 
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Scoperto dalla polizia del Canada e fatto fuggire a Roma per non farlo processare in USA



http://www.repubblica.it/vaticano/2018/06/...izio-198559495/

Pedopornografia, rinviato a giudizio monsignor Capella
L'ex funzionario della nunziatura di Washington era stato arrestato il 7 aprile


09 giugno 2018
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Pedopornografia, rinviato a giudizio monsignor Capella
Monsignor Carlo Alberto Capella
CITTA' DEL VATICANO - L'ex funzionario della nunziatura di Washington, monsignor Carlo Alberto Capella, arrestato lo scorso 7 aprile, è stato rinviato a giudizio dal Tribunale vaticano per pedopornografia dopo la scoperta di una grande quantità di materiale in suo possesso. Il materiale sarebbe stato scaricato durante un soggiorno fatto in Canada tra il 24 e il 27 dicembre 2016. La diocesi di London, in Ontario, ha reso noto di aver ricevuto una richiesta di aiuto per l'indagine; assistenza che è stata data, in relazione alle possibili violazioni della legge sulla pornografia infantile fatte da monsignor Capella usando un "indirizzo di un computer in una chiesa locale".

La prima udienza del processo si svolgerà il 22 giugno prossimo. L'indagine per pedopornografia sul diplomatico della Santa Sede era culminata nell'arresto due mesi fa. La vicenda di monsignor Capella - che ha visto la collaborazione tra le autorità giudiziarie vaticane e nordamericane - è emersa il 15 settembre scorso quando si è appreso che il promotore di giustizia vaticano aveva aperto un fascicolo nei confronti del diplomatico in servizio alla Nunziatura di Washington dopo che il 21 giugno 2017 il Dipartimento Usa aveva notificato il possibile reato. In Canada era stato emesso un ordine di arresto a suo nome nel quadro di un'inchiesta iniziata con una segnalazione del Centro nazionale di coordinamento contro lo sfruttamento dei bambini del Rcmp (la polizia canadese).

Il Vaticano, nella nota, ricorda che "nella requisitoria del 30 maggio 2018 il Promotore di Giustizia, ritenendo sufficienti le prove acquisite, aveva chiesto che il giudice istruttore dichiarasse chiusa l'istruzione formale e disponesse con sentenza il rinvio a giudizio dell'imputato.

II giudice Istruttore, ritenuta la giurisdizione dell'Autorità giudiziaria vaticana - perché il reato contestato riguarda fatti commessi da un pubblico ufficiale, anche se all'estero - ha dichiarato chiusa l'istruzione formale e ha rinviato a giudizio Monsignor Capella, con provvedimento del 7 giugno" scorso.

II reato contestato a monsignor Capella, ricorda la Sala stampa vaticana, "è quello di pedopornografia nelle particolari fattispecie previste e punite dagli articoli 10 e 11 della legge n. VIII del 2013 (detenzione e scambio di materiale pedopornografico con l'aggravante dell'ingente quantità)".

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/06/0...grafia/4415313/

Vaticano, rinviato a giudizio monsignor Capella. Ex consigliere di Washington accusato di possesso di pedopornografia
Vaticano, rinviato a giudizio monsignor Capella. Ex consigliere di Washington accusato di possesso di pedopornografia
Monsignor Carlo Alberto Capella è stato rinviato a giudizio dal Tribunale vaticano. II reato contestato, ricorda la Sala stampa vaticana, è quello di detenzione e scambio di materiale pedopornografico con l’aggravante dell’ingente quantità

di Francesco Antonio Grana | 9 giugno 2018
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Monsignor Carlo Alberto Capella sarà processato dal Tribunale penale della Santa Sede per detenzione e scambio di materiale pedopornografico con l’aggravante dell’ingente quantità. Lo ha deciso il giudice istruttore vaticano che ha rinviato a giudizio l’ex consigliere della nunziatura a Washington “perché il reato contestato riguarda fatti commessi da un pubblico ufficiale, anche se all’estero”, ovvero negli Stati Uniti e in Canada. Norma quest’ultima voluta da Papa Francesco pochi mesi dopo la sua elezione al pontificato. Il processo inizierà il 22 giugno prossimo. Arrestato il 7 aprile 2018, Capella è attualmente detenuto in una cella all’interno della caserma della Gendarmeria Vaticana.

“Nella requisitoria del 30 maggio 2018 – si legge in un comunicato della Santa Sede – il promotore di giustizia, ritenendo sufficienti le prove acquisite, aveva chiesto che il giudice istruttore dichiarasse chiusa l’istruzione formale e disponesse con sentenza il rinvio a giudizio dell’imputato”. Richiesta accolta subito dal giudice che ha accertato anche la giurisdizione dell’Autorità giudiziaria vaticana nonostante i reati siano stati commessi Oltreoceano. Le indagini su monsignor Capella, infatti, sono iniziate il 21 agosto 2017 quando il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha notificato, per via diplomatica, al Vaticano la possibile violazione delle norme in materia di immagini pedopornografiche da parte del numero due della nunziatura di Washington. Per evitare che fosse arrestato e processato negli Usa, la Santa Sede ha immediatamente richiamato Capella a Roma aprendo un’indagine penale.


Appena un mese dopo la segnalazione degli Stati Uniti, anche il Canada ha emesso un mandato di arresto per il diplomatico con l’accusa di possesso e distribuzione di materiale pedopornografico. La polizia di Windsor ha affermato che l’inchiesta è stata condotta sul web dopo una segnalazione del Centro nazionale di coordinamento contro lo sfruttamento dei bambini. Dall’indagine è emerso il serio sospetto che Capella ha scaricato e poi diffuso materiale di natura pedopornografica mentre visitava un luogo di culto in Ontario, nel periodo tra il 24 il 27 dicembre 2016. La diocesi di London, sempre in Ontario, ha confermato di aver ricevuto una richiesta di aiuto per l’indagine e che l’assistenza è stata fornita in relazione alle possibili violazioni della legge sulla pornografia infantile commesse dal diplomatico vaticano.

Capella, a lungo in servizio a Roma, prima in Segreteria di Stato e poi nella nunziatura in Italia, non aveva mai destato alcun sospetto nei superiori e le gravissime accuse di pedopornografia sono state un fulmine a ciel sereno. Il processo che inizierà nelle prossime settimane, tra l’altro, si svolgerà proprio nel periodo in cui il Papa è alle prese con un altro dossier assai grave che riguarda la pedofilia del clero cileno. Francesco non si è ancora pronunciato sulle dimissioni presentate in massa da tutti i vescovi del Paese latinoamericano ricevuti in Vaticano proprio per fare chiarezza sulle gravi omissioni e sulle complicità che alcuni di essi hanno commesso per decenni coprendo i preti pedofili e spostandoli di parrocchia in parrocchia.


Quello cileno non è l’unico caso recente in tema di pedofilia all’interno della Chiesa cattolica. L’arcidiocesi di St. Paul e Minneapolis negli Stati Uniti ha dovuto versare ben 210 milioni di dollari destinati a un fondo per pagare i 450 sopravvissuti agli abusi sessuali su minori commessi per decenni da numerosi preti. Si tratta del secondo più grande risarcimento alle vittime della pedofilia sborsato dalla Chiesa cattolica. Il maggiore esborso, infatti, c’è stato nel 2007 quando l’arcidiocesi di Los Angeles ha dato 660 milioni di dollari alle 508 vittime. Ma non è tutto.

In Australia, dopo la condanna dell’arcivescovo Philip Wilson per aver coperto gli abusi di un sacerdote su alcuni minori, il Papa ha nominato un amministratore apostolico per guidare l’arcidiocesi di Adelaide. Si tratta del gesuita Gregory O’Kelly, vescovo di Port Pirie. Wilson, 67 anni, che si dichiara innocente e al quale è stato diagnosticato il morbo di Alzheimer alle prime fasi, rischia fino a due anni di reclusione. Tutto ciò mentre si attende, nelle prossime settimane, sempre in Australia, la sentenza del processo che vede imputato il cardinale George Pell. Ma questa volta non solo per aver coperto la pedofilia del suo clero, bensì per aver commesso lui stesso abusi sessuali su minori.
Twitter: @FrancescoGran

http://www.lastampa.it/2018/06/09/vaticani...FYM/pagina.html


Il Vaticano rinvia a giudizio monsignor Capella accusato di pedopornografia
Il 22 giugno prima udienza del processo a carico del diplomatico della Nunziatura a Washington, attualmente detenuto nella caserma della Gendarmeria dopo l’arresto dello scorso 7 aprile

Vaticano, rinviato a giudizio monsignor Carlo Alberto Capella accusato di pedopornografia






Pubblicato il 09/06/2018
Ultima modifica il 09/06/2018 alle ore 16:44
SALVATORE CERNUZIO
CITTÀ DEL VATICANO
II Tribunale vaticano ha rinviato a giudizio monsignor Carlo Alberto Capella, il prelato italiano consigliere di nunziatura accusato di pedopornografia e arrestato dalla Gendarmeria il 7 aprile scorso. Il processo a carico del diplomatico si terrà il prossimo venerdì 22 giugno, alle 15, fa sapere la Santa Sede in una nota in cui riferisce che il giudice istruttore ha provveduto a notificare la sentenza all’imputato, al suo avvocato e al Promotore di Giustizia, «a conclusione della fase istruttoria del procedimento in corso a suo carico».




Il Vaticano ricorda nel comunicato che «nella requisitoria del 30 maggio 2018 il Promotore di Giustizia, ritenendo sufficienti le prove acquisite, aveva chiesto che il giudice istruttore dichiarasse chiusa l’istruzione formale e disponesse con sentenza il rinvio a giudizio» di monsignor Capella.



Ritenuta quindi la giurisdizione dell’Autorità giudiziaria vaticana, dal momento che «il reato contestato riguarda fatti commessi da un pubblico ufficiale, anche se all’estero», il giudice ha dichiarato «chiusa» l’istruzione formale e ha rinviato a giudizio Capella, con provvedimento del 7 giugno 2018.



II reato contestato al 50enne Carlo Alberto Capella, ordinato sacerdote nel ’93 nell'arcidiocesi di Milano, in servizio presso la sezione per i rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato prima di divenire il numero tre nella Nunziatura Usa è quello di pedopornografia «nelle particolari fattispecie previste e punite dagli articoli 10 e 11» della legge numero VIII, ovvero «detenzione e scambio di materiale pedopornografico con l’aggravante dell’ingente quantità», sottolinea la nota della Santa Sede.



Si tratta della “nuova” legge promulgata da Papa Francesco con un Motu proprio dell’11 luglio 2013, con il quale Bergoglio ha stabilito che ricadono sotto la giursidizione del Tribunale vaticano «i legati pontifici ed il personale di ruolo diplomatico della Santa Sede». In particolare la legge in questione, recante “Norme complementari in materia penale”, dedica al tema della pedopornografia tre paragrafi: il 4 configura il reato, il 10 stabilisce le sanzioni per chi produce materiale pedopornografico e l’11 per chi lo detiene



Più nel dettaglio l’articolo 10 prevede che «chiunque, utilizzando un minore, realizza esibizioni pornografiche o produce materiale pedopornografico ovvero recluta o induce un minore a partecipare ad esibizioni pornografiche, è punito con la reclusione da 6 a 12 anni e con la multa da euro 25mila a euro 250mila». Stessa pena per «chi fa commercio del materiale pedopornografico», mentre per chiunque, «con qualsiasi mezzo, anche per via telematica, distribuisce, divulga, trasmette, importa, esporta, offre, vende o detiene per tali fini materiale pedopornografico» è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da euro 2.500 a euro 50mila.



In base all’articolo 11 è previsto inoltre che chi «si procura o consapevolmente detiene materiale pedopornografico, è punito con la reclusione fino a due anni e con la multa da euro 1500 a euro 10mila». E «la pena è aumentata ove il materiale sia di ingente quantità».



Il caso proprio di monsignor Capella. La sua vicenda inizia in Canada, dove il prelato era in vacanza: dalle indagini risulta che mentre visitava un luogo di culto a Windsor, in Ontario nel periodo tra il 24 il 27 dicembre 2016 aveva scaricato e condiviso una grossa quantità di materiale pedopornografico utilizzando, peraltro, un computer di una Chiesa locale.



Presto era partita una segnalazione del Centro nazionale di coordinamento contro lo sfruttamento dei bambini (negli Usa e in Canada la legge a tutela dei minori è particolarmente severa), che aveva dato il via ad una indagine condotta sul web e sui siti internet coinvolti.



Ad agosto 2017, il Dipartimento di Stato degli Usa aveva quindi inviato al Vaticano una notificazione per via diplomatica circa «la possibile violazione delle norme in materia di immagini pedopornografiche» da parte di un membro del corpo diplomatico della Santa Sede accreditato a Washington.



Il Vaticano non ha fatto attendere la sua risposta: a settembre il Pm Giampiero Milano aveva deciso di aprire un fascicolo sul caso. Inizialmente era stata mantenuta segreta l’identità del diplomatico ma presto fonti statunitensi avevano reso noto che si trattasse di un «senior member» (un membro di alto livello) dell’ambasciata vaticana a Washington. Le stesse fonti affermavano che il Dipartimento di Stato aveva chiesto ad agosto al Vaticano di rimuovere l’immunità diplomatica del funzionario, spiegando tuttavia che la richiesta era stata respinta tre giorni dopo. Ipotesi, questa, mai confermata.



Capella a inizio settembre era stato pertanto richiamato a Roma. Tra le mura leonine risiedeva nel Collegio dei Penitenzieri, lo stesso appartamento a pochi passi da Casa Santa Marta occupato dal polacco Jozef Wesolowski, nunzio nella Repubblica domenicana morto per problemi cardiaci prima che iniziasse il suo processo per pedofilia.



A fine mese la polizia del Canada aveva emesso un mandato di arresto per Capella con le accuse di «possesso e distribuzione di materiale pedopornografico». Dal Vaticano informavano che tra le mura leonine si era a conoscenza del mandato ma non risultava pervenuta alcuna richiesta di arresto.



L’ultimo atto della vicenda era stato l’arresto del monsignore il 7 aprile 2018, dopo un mandato di cattura emesso dal Tribunale vaticano su proposta del promotore di Giustizia. Il provvedimento è stato eseguito dalla Gendarmeria vaticana, nella cui caserma, in una cella, si trova attualmente detenuto il monsignore.
 
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view post Posted on 22/6/2018, 20:46

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"A causa di un senso di vuoto e inutilità guardavo materiale pedoporno"

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www.farodiroma.it/pedopornografia-a...responsabilita/

Pedopornografia. A processo in Vaticano monsignor Capella ammette le proprie responsabilità
By redazione - 22/06/2018

Un “conflitto interiore”. Cosi’ monsignor Alberto Capella, consigliere di nunziatura a Washington, ha descritto la propria esperienza di utilizzatore di immagini pedopornografiche nella prima udienza del processo che in Vaticano dovrà accertare le sue responsabilità per i gravissimi reati commessi attraverso Internet pc. Responsabilità che il sacerdote ha peraltro ammesso. “Provavo un senso di vuoto e inutilità, radicati nella mia vita interiore al punto da essere stati all’origine degli atti compulsivi di consultazione impropria di Internet, fino ad arrivare a fare cose che mai erano state oggetto del mio interesse”, ha raccontato in aula. “Ho sbagliato a sottovalutare la crisi che stavo attraversando. Ho sbagliato a pensare di poterla gestire da solo. Il contestio era nuovo. Amici o referenti non ne avevo. Ho cercato di far fronte con rimedi spirituali e di non far pesare il mio stato d’animo in nunziatura”.

Il diplomatico vaticano agiva attraverso un profilo Tumblr aperto ad aprile 2016 “per i più vari interessi”, prima di essere trasferito negli Stati Uniti, a giugno dello stesso anno. “Mi piacevano gli animali e alcune loro buffe espressioni”. Il conflitto interiole di cui racconta, è iniziato a inizio luglio e ha dato seguito alla ricerca di immagini “inappropriate di natura pedopornografica”. Le conversazioni private che intraprendeva con gli utenti con cui avveniva lo scambio del materiale erano “assolutamente triviali. I dialoghi – dice in aula – nascono e muoiono nel giro di poche volgari battute. A distanza di tempo ne rilevo la ripugnanza. Ma saper dare un nome alle crisi interiori nel momento stesso in cui una persona le vive non è facile”.

E’ prevedibile a questo punto un processo lampo, dopo la conferma in fase istruttoria di essere colpevole delle accuse di detenzione e diffusione di materiale pedopornografico.

Ora monsignor Capella rischia tre anni di carcere e si aggiunge l’aggravante dell’ingente quantità, che gli raddoppierebbe la pena (circostanza che la difesa sta cercando di scongiurare). Nel materiale pornografico acquisito, tra gli Stati Uniti e il Vaticano, ci sono tra i 40 e i 55 elementi che riguardano minorenni, tra foto, video e shotacon (fumetti manga). Tra questi, c’è anche un video che riprende un bambino molto piccolo in “atteggiamenti sessuali espliciti”, ha riferito Gianluca Gauzzi, ingegnere della gendarmeria che già si era occupato del caso Vatileaks 2 e che è stato chiamato a testimoniare in aula.

Il Collegio giudicante era costituito dal professor Giuseppe Dalla Torre, presidente, e dai giudici a latere
Venerando Marano Carlo Bonzano L’Ufficio del promotore di giustizia era rappresentato dal promotore, Gian Piero Milano, e dal promotore aggiunto, Roberto Zannotti.
Dopo la lettura del capo di imputazione da parte del Cancelliere, si è proceduto a valutare le eccezioni preliminari, tra cui la richiesta di due testimoni e l’acquisizione di una relazione psicologica.
L’udienza, terminata alle ore 17.40, è stata rinviata alle ore 10 di domani, sabato 23 giugno.
 
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view post Posted on 23/6/2018, 14:47

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Potrà raccontare le sue comode prigioni invece di quelle USA che ha evitato grazie ai monsignori

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Capella

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/06/2...grafia/4446200/

Vaticano, monsignor Capella condannato a 5 anni di carcere per pedopornografia
Davanti ai giudici della Santa Sede l’ex consigliere della nunziatura vaticana a Washington, accusato di detenzione e scambio di materiale pedopornografico con l’aggravante dell’ingente quantità, ha subito ammesso tutte le sue colpe. Il pm vaticano aveva chiesto una condanna a 5 anni e 9 mesi

di Francesco Antonio Grana | 23 giugno 2018
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Monsignor Carlo Alberto Capella è stato condannato a 5 anni e 5mila euro di multa per pedopornografia. Lo ha deciso il Tribunale penale vaticano, nella sentenza di primo grado, con un processo lampo di appena due giorni. Davanti ai giudici della Santa Sede l’ex consigliere della nunziatura vaticana a Washington, accusato di detenzione e scambio di materiale pedopornografico con l’aggravante dell’ingente quantità, ha subito ammesso tutte le sue colpe. Il pm vaticano aveva chiesto una condanna a 5 anni e 9 mesi di reclusione e 10mila euro di multa. Ai magistrati il diplomatico di 51 anni, nato a Milano ma con origini emiliane, ha in qualche modo cercato di giustificare il suo comportamento spiegando di essere entrato in una profonda crisi, “un conflitto interiore”, quando, il 23 giugno 2016, è stato trasferito da Roma, dove aveva lavorato a lungo prima in Segreteria di Stato e poi nella nunziatura in Italia, negli Stati Uniti.

Una giustificazione, arrivata in extremis e in modo a dir poco rocambolesco, per cercare di attenuare una condanna per reati gravissimi. “Mi ritrovo negli Stati Uniti – ha raccontato Capella ai giudici – senza entusiasmo, ma collaborativo. I primi quattro mesi sono stati piuttosto blandi. Provavo un senso di vuoto e inutilità”. E così comincia a usare il profilo su Tumblr, creato poche settimane prima per “amore degli animali e delle loro buffe espressioni”, per ricevere e inviare immagini, video e manga a contenuti pornografici, spesso con soggetti minorenni. Da qui inizia una vera e propria vita parallela. Sul social il diplomatico vaticano si fa chiamare “Doppiobibo” e richiede un target preciso: ragazzi tra i 13 e i 17 anni.

“Ho sbagliato – ha dichiarato Capella ai magistrati – a sottovalutare la crisi che stavo attraversando. Ho sbagliato a pensare di poterla gestire da solo. Il contesto era nuovo. Amici o referenti non ne avevo. Ho cercato di far fronte con rimedi spirituali e di non far pesare il mio stato d’animo in nunziatura”. Ma la situazione degenera sempre di più. Sul social il monsignore intraprende conversazioni private “assolutamente triviali”, come le definisce lui stesso davanti ai giudici che lo processano. “I dialoghi – prosegue Capella – nascono e muoiono nel giro di poche volgari battute. A distanza di tempo ne rilevo la ripugnanza. Ma saper dare un nome alle crisi interiori nel momento stesso in cui una persona le vive non è facile”.

Nel materiale acquisito, tra gli Stati Uniti e il Canada, dove sono stati compiuti i reati, e il Vaticano, ci sono tra i 40 e i 55 elementi che riguardano minorenni. Tra questi c’è anche un video che riprende un bambino molto piccolo in “atteggiamenti sessuali espliciti”, ha riferito ai magistrati Gianluca Gauzzi, ingegnere della Gendarmeria Vaticana che si era occupato anche del caso Vatileaks 2. Chiamato a testimoniare in aula, Gauzzi ha spiegato quanto sia complicato procurarsi materiale del genere in rete.

Ordinato prete nel 1993, i primi nove anni di sacerdozio monsignor Capella li dedica alla parrocchia di San Michele a Cantù, nell’arcidiocesi di Milano, dove gestisce un oratorio affollato di ragazzi. Con loro fa catechismo, campeggi e vacanze, e alcuni dei suoi giovani entrano in seminario. Nel 2001 il cardinale Carlo Maria Martini, all’epoca arcivescovo di Milano, gli chiede se è disponibile a entrare nel servizio diplomatico della Santa Sede. “Accettai volentieri e con gioia”, ricorda lo stesso Capella ai giudici ripercorrendo la sua vita sacerdotale. Iniziano le partenze: prima in India e poi a Hong Kong. Ma Capella viene presto chiamato a lavorare in Vaticano nella sezione per i rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato. Qui si occupa di importanti dossier economici: dall’antiriciclaggio al lavoro dell’Autorità di informazione finanziaria, fino al comitato bilaterale con la Commissione Europea sulla monetazione del Vaticano e all’accordo in materia fiscale tra la Santa Sede e l’Italia.

Richiamato in Vaticano il 21 agosto 2017 dopo le segnalazioni degli Stati Uniti e del Canada e poi arrestato dalla Gendarmeria il 7 aprile 2018, in questi mesi monsignor Capella è stato seguito da uno psichiatra e ha fatto uso di ansiolitici per dormire. “Il suo percorso non è stato sempre facile”, ha raccontato ai magistrati il medico Tommaso Parisi, spiegando che il monsignore ha avuto “momenti difficili”. In tutto questo tempo però, ha assicurato lo psichiatra, “si è dimostrato estremamente collaborativo e desideroso di conoscere meglio se stesso, incontrarsi con le sue emozioni per armonizzare la sua personalità, da uomo e da ecclesiastico”.

Twitter: @FrancescoGrana
 
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view post Posted on 16/4/2021, 21:14

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LORRAINE PACHO
Roma - 21 GENNAIO 2021 - 21:32 CET


Uno degli ultimi ad essere officiato è stato nel 2018 contro monsignor Carlo Alberto Capella, l'ex consigliere della Nunziatura di Washington condannato a cinque anni di carcere per detenzione e divulgazione di pornografia infantile, che d'altra parte è un reato relativamente penale. novità nell'ordinamento vaticano, da quando è stata introdotta da Papa Francesco nel 2013. Capella sta scontando una pena nelle celle della caserma della Gendarmeria Vaticana.
 
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13 replies since 17/9/2017, 17:26   4713 views
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