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Truffa ed estorsione, 6 anni in appello a don Morini, tutto escort e cocaina. Confiscati 737.000 €., Prescrizione e vescovo aiutano il seminfermo don Euro. Con l'8 x 1000 avete fatto tanto

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GalileoGalilei
view post Posted on 18/2/2016, 09:47 by: GalileoGalilei
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Parroco a luci rosse, la diocesi: "Non lo stiamo proteggendo, stiamo applicando la medicina della misericordia"
La curia di Massa-Carrara interviene a dieci giorni dall'ultimo servizio delle Iene sul prete che faceva la bella vita tra escort, hotel di lusso e cocaina spacciandosi per un giudice: "L’atteggiamento del vescovo è stato ispirato da un senso di paternità spirituale"

17 febbraio 2016

MASSA-CARRARA. "L’atteggiamento del vescovo è stato ispirato da un senso di 'paternità spirituale' che è lo specifico del suo ruolo di 'pastore' e che si estende a tutti i fedeli della diocesi a lui affidati, e, in particolare, verso i sacerdoti, suoi principali 'collaboratori' nella delicata missione di annunciare il Vangelo". La diocesi di Massa-Carrara Pontremoli interviene sul caso del parroco a luci rosse , che faceva la bella vita tra escort, hotel di lusso e cocaina spacciandosi per un giudice. Il tutto fino alla denuncia di uno degli escort, un 34enne napoletano, ai quotidiani nazionali con tanto di selfie e screenshot dei messaggi.
La diocesi adesso risponde, a distanza di dieci giorni dall'ultimo servizio delle Iene, con un comunicato stampa, in cui spiega: "Nessuna volontà di copertura, come hanno suggerito alcune fantasiose ricostruzioni, ha determinato le risoluzioni che, volta per volta, si sono rese necessarie, bensì la certezza evangelica che di fronte al 'fratello che sbaglia', la condotta della Chiesa deve essere orientata ad applicare la 'condanna del peccato' e la 'medicina della misericordia'. Il caso - si legge ancora nel comunicato - era stato preso in esame dal vescovo, monsignor Giovanni Santucci e dai suoi collaboratori già nell’estate del 2015. In quell’occasione, dopo gli accertamenti necessari, sono state avviate le procedure previste dalla normativa ecclesiastica, per rimuovere tempestivamente il sacerdote dall’incarico pastorale e allontanarlo dalla parrocchia. È stato altresì disposto, secondo quanto stabilito dalle norme canoniche, di collocarlo in una residenza provvisoria, di proprietà della diocesi, in attesa di successivi chiarimenti sulla sua posizione e sulle responsabilità degli atti commessi".
La diocesi fa sapere poi che il vescovo nelle prossime settimane incontrerà "personalmente e pubblicamente i fedeli coinvolti per un confronto franco e chiarificatore".
"Suscita rammarico, tuttavia - si legge ancora - rilevare come alcune prese di posizione, scaturite per lo più dal 'sentito dire', anziché facilitare l’accertamento della verità, rispettando le persone coinvolte, abbiano alimentato un clima di diffidenza nei confronti della chiesa locale e dei suoi vertici. Perciò, al fine di fugare ogni dubbio, il vescovo e i suoi collaboratori, invitano, chi fosse a conoscenza di fatti o circostanze, relative al caso in questione, in cui si ravvisassero gli estremi di violazione dell’ordinamento legale, a riferire, quanto prima, alle autorità giuridiche civili o ecclesiastiche, ciascuna per le proprie competenze".
Auspicano, infine, che, per il bene di tutta la Diocesi, si possa giungere, nelle sedi appropriate, che non sono né la piazza né lo spazio mediatico, alla definitiva chiarezza e alla riparazione dello scandalo e della sofferenza arrecata a persone e comunità parrocchiali.
 
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