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Truffa ed estorsione, 6 anni in appello a don Morini, tutto escort e cocaina. Confiscati 737.000 €., Prescrizione e vescovo aiutano il seminfermo don Euro. Con l'8 x 1000 avete fatto tanto

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Massa Carrara, sacerdote si spacciava per magistrato al suo amante


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www.ilfattoquotidiano.it/2015/05/16...acanza/1690596/
Massa Carrara, sacerdote si spacciava per giudice: “Sesso e cocaina in vacanza”

Un 34enne napoletano ha trasmesso una serie di mail alla curia e al giornale 'La Nazione'. Il prete sosteneva di essere un facoltoso magistrato: hotel a cinque stelle, alberghi di lusso, droga e ragazzi per serate a luci rosse
di F. Q. | 16 maggio 2015 COMMENTI (148)

Più informazioni su: Cocaina, Massa Carrara, Prostituzione, Sacerdote, Sesso
Serate e vacanze a base di sesso, cocaina e molti contanti. Protagonista sarebbe un prete della diocesi di Massa Carrara e Pontremoli, che però si presentava come magistrato, accusato da una serie di mail trasmesse al giornale online toscano La Nazione e alla Curia vescovile, che ha aperto un’indagine interna.

Il mittente delle mail, che si è firmato e ha anche indicato un recapito telefonico, sarebbe un 34enne napoletano che ha raccontato nei dettagli di “hotel a cinque stelle, alberghi di lusso, cocaina e ragazzi” con cui il sacerdote trascorreva le serate “a luci rosse“. Alcuni dei protagonisti – è scritto nelle mail – sarebbero “fidanzati” che cambiano nel tempo, altri giovani partner occasionali, tutti a pagamento, con cui divertirsi e a cui venivano offerti viaggio, centro benessere, cena e pernottamento.

L’autore della mail sostiene – secondo quanto riportato da La Nazione – di essere stato lui stesso un “accompagnatore” del reverendo: “Ho avuto rapporti sessuali con quest’uomo nel 2013 e nel 2015 e solo recentemente ho appreso che si tratta di un sacerdote. Con me si è sempre spacciato per un facoltoso magistrato in vacanza a Napoli, dove io risiedo. E quando andavamo al ristorante tutti lo conoscevano, il che mi ha fatto pensare che fosse un cliente abituale”. Secondo i racconti del 34enne, il prete spendeva molti contanti ostentando ricchezza che, sospetta, “potrebbe essere stata finanziata dagli ignari fedeli, con le loro offerte”.

Il vescovo Giovanni Santucci ha invitato tutta la comunità alla preghiera e ha dichiarato: “Il rammarico è unanime. Su questa vicenda dovrà essere fatta al più presto chiarezza per il bene di tutti”. La mail di accusa concludeva: “Ho scoperto la sua vera identità pochi giorni fa perché mi ha telefonato dall’apparecchio della parrocchia per dirmi di essere disposto ad aiutarmi a trovare un lavoro. In cambio mi chiedeva di essere ‘carino’ con lui”. Secondo indiscrezioni trapelate dalla diocesi – riferisce l’Ansa -, il 34enne napoletano potrebbe essere un escort e le mail potrebbero rappresentare una vendetta alle bugie del sacerdote.



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di F. Q. | 16 maggio 2015

www.lanazione.it/massa-carrara/sera...-prete-1.958987

Serate e vacanze con sesso e cocaina: si spaccia per giudice, ma è un prete
Massa, un ‘ex’ rivela particolari scabrosi in una mail. La diocesi avvia un’indagine
di Valentina Conte
La sede della Curia, a Massa La sede della Curia, a Massa
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Massa, 16 maggio 2015 - Serate e vacanze a base di sesso e cocaina. Il protagonista? Un prete della diocesi di Massa Carrara e Pontremoli. La segnalazione, molto circostanziata e ricca di particolari scabrosi, è contenuta in una serie di mail indirizzate alla Curia vescovile e in copia alla Nazione. Solo accuse e veleni anonimi? Non proprio. Le mail portano una firma, cioè un nome e un cognome, e un numero di telefono. I fatti ovviamente devono essere accertati. La Curia, però, ha dato l’impressione, pur senza sbilanciarsi, e tanto meno uscire dal riserbo che la vicenda impone, di prendere molto sul serio la denuncia, aprendo una vera e propria indagine interna. Il primo passo è ascoltare la versione del parroco, fino a ieri non rintracciabile. Al di là dello sdegno per quegli appuntamenti hard tenuti da un uomo di Chiesa, c’è il sospetto di chi denuncia la vicenda che a «finanziare questa bella vita possano essere stati gli ignari fedeli, con le loro offerte». Lo scenario descritto è decisamente poco consono a un parroco: hotel a cinque stelle, alberghi di lusso, cocaina, e ragazzi con cui trascorrere la serata che diventa, ben presto, a luci rosse. Alcuni dei protagonisti – è scritto nelle mail – sarebbero ‘fidanzati’ che cambiano nel tempo; altri giovani partner occasionali, tutti rigorosamente a pagamento, con cui divertirsi e a cui viene offerto tutto: il viaggio, il centro benessere, la cena, il pernottamento. E' stato un trentaquattrenne, ex presunto ‘accompagnatore’ del reverendo, a raccontare tutto al nostro giornale e alla Curia e lo ha fatto dopo aver scoperto che quell’uomo con cui aveva avuto una relazione è un prete. «Ho avuto rapporti sessuali con quest’uomo nel 2013 e nel 2015 – racconta l’uomo – e solo recentemente ho appreso che si tratta di un sacerdote: con me si è sempre spacciato per un facoltoso magistrato in vacanza a Napoli, dove io risiedo. E quando andavamo al ristorante tutti lo conoscevano, il che mi ha fatto pensare che fosse un cliente abituale». Sesso, droga e tanti soldi in contanti che il sacerdote, sempre stando alla testimonianza dell’uomo, avrebbe portato in un borsello che non abbandonava mai. «Spendeva in modo compulsivo, solo per il gusto dell’ostentazione. Ora so che è un prete e mi chiedo come potesse contare su una simile quantità di denaro... Ho scoperto la sua vera identità pochi giorni fa perché mi ha telefonato dall’apparecchio della parrocchia per dirmi di essere disposto ad aiutarmi a trovare un lavoro. In cambio mi chiedeva di essere ‘carino’ con lui...».

di Valentina Conte

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Massa Carrara, sacerdote si spacciava per giudice: “Sesso e cocaina in vacanza”
Massa Carrara, sacerdote si spacciava per giudice: “Sesso e cocaina in vacanza”
Cronaca
Un 34enne napoletano ha trasmesso una serie di mail alla curia e al giornale 'La Nazione'. Il prete sosteneva di essere un facoltoso magistrato: hotel a cinque stelle, alberghi di lusso, droga e ragazzi per serate a luci rosse
di F. Q. | 16 maggio 2015 COMMENTI (148)

Più informazioni su: Cocaina, Massa Carrara, Prostituzione, Sacerdote, Sesso
Serate e vacanze a base di sesso, cocaina e molti contanti. Protagonista sarebbe un prete della diocesi di Massa Carrara e Pontremoli, che però si presentava come magistrato, accusato da una serie di mail trasmesse al giornale online toscano La Nazione e alla Curia vescovile, che ha aperto un’indagine interna.

Il mittente delle mail, che si è firmato e ha anche indicato un recapito telefonico, sarebbe un 34enne napoletano che ha raccontato nei dettagli di “hotel a cinque stelle, alberghi di lusso, cocaina e ragazzi” con cui il sacerdote trascorreva le serate “a luci rosse“. Alcuni dei protagonisti – è scritto nelle mail – sarebbero “fidanzati” che cambiano nel tempo, altri giovani partner occasionali, tutti a pagamento, con cui divertirsi e a cui venivano offerti viaggio, centro benessere, cena e pernottamento.

L’autore della mail sostiene – secondo quanto riportato da La Nazione – di essere stato lui stesso un “accompagnatore” del reverendo: “Ho avuto rapporti sessuali con quest’uomo nel 2013 e nel 2015 e solo recentemente ho appreso che si tratta di un sacerdote. Con me si è sempre spacciato per un facoltoso magistrato in vacanza a Napoli, dove io risiedo. E quando andavamo al ristorante tutti lo conoscevano, il che mi ha fatto pensare che fosse un cliente abituale”. Secondo i racconti del 34enne, il prete spendeva molti contanti ostentando ricchezza che, sospetta, “potrebbe essere stata finanziata dagli ignari fedeli, con le loro offerte”.

Il vescovo Giovanni Santucci ha invitato tutta la comunità alla preghiera e ha dichiarato: “Il rammarico è unanime. Su questa vicenda dovrà essere fatta al più presto chiarezza per il bene di tutti”. La mail di accusa concludeva: “Ho scoperto la sua vera identità pochi giorni fa perché mi ha telefonato dall’apparecchio della parrocchia per dirmi di essere disposto ad aiutarmi a trovare un lavoro. In cambio mi chiedeva di essere ‘carino’ con lui”. Secondo indiscrezioni trapelate dalla diocesi – riferisce l’Ansa -, il 34enne napoletano potrebbe essere un escort e le mail potrebbero rappresentare una vendetta alle bugie del sacerdote.



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di F. Q. | 16 maggio 2015

http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/...roco-1.11438660

La Curia di Massa: chiarezza e subito sulle accuse al parroco
Un giovane accusa un parroco apuano di aver partecipato a festini con droga e ragazzi in alberghi di lusso
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PARROCO
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17 maggio 2015
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Il vescovo Giovanni Santucci
Il vescovo Giovanni Santucci
MASSA. Chiarezza, e subito. Il vescovo Giovanni Santucci non ha dubbi sulla necessità di far presto a fare luce su quanto denunciato alla Curia e al giornale La Nazione, tramite mail, da un trentaquattrenne napoletano: un prete della nostra provincia protagonista di festini con cocaina e sesso con giovani. Il tutto in un contorno di alberghi e ristoranti di lusso, spese a piene mani. La scena, anzi le scene a Napoli.

Il giovane, che si firma con nome e cognome , ha allegato file di video e foto al suo racconto. Che sa di outing: lui stesso è protagonista a Napoli di quel giro di ragazzi di vita, lui stesso dice di avere avuto rapporti sessuali con il prete nel 2013 e nel 2015. Perché allora oggi e solo oggi la sua denuncia? Forse a far scattare la molla è l’aver scoperto che quell’uomo con il quale il giovane era stato non era, come lui credeva, un magistrato, un giudice facoltoso, ma un parroco, un uomo di Chiesa. E il sospetto poi che tutta quella esibizione di ricchezza, di cui lui aveva anche in parte goduto, avrebbe potuto provenire dalle tasche dei fedeli.

La scoperta che l’uomo frequentato era un prete, scrive il giovane, è recente: il parroco lo ha contattato telefonicamente chiedendogli di rivederlo e dicendosi disposto a darsi da fare per trovagli un lavoro se lui fosse stato carino con lui.

Il giovane rifacendo il numero telefonico si è sentito rispondere da una parrocchia. E dopo averci pensato un po’ su ha deciso di avvertire del fatto la Curia. Accuse pesanti per un servitore della Chiesa: sesso con giovani, assunzione di droghe, spese folli.

Sulle quali il vescovo e i suoi collaboratori intendono fare subito chiarezza. Il parroco, ora fuori sede, è stato comunque già contattato telefonicamente e quanto pare ha negato gran parte degli addebiti (sesso e droga). In ogni caso è stato convocato per gli approfondimenti del caso.

«Il rammarico è unanime per una vicenda scabrosa, sulla quale dovrà essere fatta, al più presto, chiarezza per il bene di tutti - dice una nota della Curia - Il Vescovo e i suoi collaboratori hanno avviato un procedimento per accertare la fondatezza delle accuse contestate e l'attendibilità dei fatti riportati, ed assumere, nel caso, i provvedimenti necessari, secondo le disposizioni della Chiesa».

Voglia di far chiarezza dunque ma non giustizia sommaria: i fatti vanno accertati, bisogna agire con rapidità ma anche nel rispetto della persona.

«Profondamente addolorato, il Vescovo, pastore dell'intera Diocesi, chiede a tutti di pregare perché, in questo momento di prova, la fede e la speranza non vengano meno, e allo stesso tempo ringraziare il Signore perché ogni giorno, i sacerdoti si spendono, generosamente, a servizio della gente, per annunciare il Vangelo e per essere vicino a chi è nel bisogno», conclude la nota dell Curia.

Ancora da valutare, pare di capire, gli eventuali aspetti legali penali della vicenda ovvero se nei fatti raccontati, se veri, si configurano anche reati. E in tal caso bisognerà attivare la magistratura ordinaria.

Intanto, in attesa del colloquio-interrogatorio pare certo che nè oggi nè fino a quando non sarà chiarita la vicenda il parroco dirà Messa. L’intenzione è di procedere con celerità, fermezza e chiarezza per non lasciare intollerabili zone d’ombra.

Edited by pincopallino2 - 16/6/2023, 21:52
 
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view post Posted on 17/11/2015, 14:36
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Sequestrato tesoretto a don Euro per truffa a parrocchiani. Protetto, ospitato e nascosto dalla Curia.

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http://tv.fanpage.it/a-le-iene-un-prete-ga...sumere-cocaina/


A Le Iene un prete gay che si finge giudice per fare sesso e assumere cocaina
Nina Palmieri racconta la storia di un prete che intrattiene relazioni con degli escort trovati su Internet, ai quali offre cene di lusso, notti in hotel a cinque stelle, regali e droga.
LE IENENEWSVIDEO 17 NOVEMBRE 2015 00:27 di D.S.



Nella puntata del 16 novembre de "Le Iene", Nina Palmieri ha raccolto la testimonianza di Angelo, un giovane escort che un giorno ha ricevuto una strana proposta da un suo collega. Gli è stato chiesto di partecipare ad un'orgia con un facoltoso giudice.

Angelo accetta di incontrarlo. Gli incontri con lui trascorrono all'insegna di cene costose, hotel a cinque stelle e droga. La trasmissione manda in onda un video che vede il "giudice" intento a sniffare cocaina (vedi foto in alto). Agli incontri seguivano messaggi decisamente spinti.

Quest'uomo vanta amicizie con famiglie molto note e dice ad Angelo di volergli offrire un lavoro importante. Il ragazzo a questo punto si insospettisce e inserisce su Internet il numero di cellulare del suo cliente. Così, scopre la sua vera identità.

Si tratta di un prete. Angelo va su tutte le furie. È convinto che la ricchezza sperperata dall'uomo, altro non siano che le offerte che i fedeli danno alla Chiesa nel tentativo di aiutare chi è meno fortunato. Chiama la Curia e denuncia l'accaduto. Riceve, così, delle velate minacce dal sacerdote che continua a professarsi giudice e afferma che lo farà finire in galera.

Nonostante la denuncia, però, la situazione del prete non cambia più di tanto. Continua, infatti, a contattare degli escort tra cui alcuni amici di Angelo. Il ragazzo informa Nina Palmieri che, con uno stratagemma, lo raggiunge vestita da giudice per intervistarlo. All'inizio l'uomo nega di essere un sacerdote. L'inviata de "Le Iene" gli spiega che è inutile negare perché lei ha fatto tutte le verifiche per accertare la sua identità. Il prete, allora, inizia a cedere. Innanzitutto precisa di non essere un parroco, perché non ha più una parrocchia.

Dice di sentirsi solo e di non essere mai stato fortunato. Confessa anche di avere dei sensi di colpa per la sua vita sessuale. Svela che prima di diventare prete era eterosessuale e aggiunge "è stata la vita nella chiesa a cambiarmi". Si è detto, tuttavia, convinto che essere sacerdote sia la strada giusta per lui. Infine, ha assicurato a Nina Palmieri che le avrebbe dimostrato che i soldi spesi sono suoi e non trafugati dalla chiesa. Al momento di fornire le prove di ciò che diceva, però, si è dileguato.

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http://tv.fanpage.it/

www.peoplexpress.it/2015/11/17/le-i...ressione-video/

Le Iene: Nina smaschera un prete ad alta trasgressione VIDEO
Posted By peoplexpress on nov 17, 2015 in SPETTACOLO, VIDEO |
Un Giudice facoltoso che andava a cercare escort, che frequentava gli ambienti più in di Roma e Napoli, i ristoranti più costosi ed i locali non per tutti. Nel corso della puntata del 16 novembre de Le Iene, Nina, ha smascherato questo personaggio, che presentandosi come un giudice conduceva una vita da riccone. A smascherare il finto giudice c’è voluto un ragazzo che da escort lo ha frequentato per diverso tempo. Il personaggio in questione non era un giudice ma bensì un prete che utilizzava i soldi delle elemosine dei fedeli per fare la bella vita.
le-iene-nina-videoNina lo ha intervistato, lui dapprima ha smentito, poi ha confessato, dicendo che dalla scomparsa del padre ha avuto questa debolezza, la solitudine del suo ambiente lo ha fatto cambiare. Il Prete e Nina si sono fatti una promessa, giustificare che i soldi sperperati erano i suoi, dopo la stretta di mano e qualche sms mandato alla Iena qualche giorno dopo, del prete nessuna traccia.
Per vedere il servizio del prete ad alta trasgressione a Le Iene del 16 novembre 2015

Edited by GalileoGalilei - 10/11/2016, 18:15
 
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www.peoplexpress.it/2016/02/07/le-i...-offerte-video/

Le Iene: Servizio Nina “Un Prete a luci rosse con i soldi delle offerte” VIDEO
Posted By peoplexpress on Feb 7, 2016 in PRIMO PIANO, SPETTACOLO, VIDEO |


A Le Iene di domenica 7 febbraio 2016, la Iena Nina Palmieri, è tornata a parlare di quel famoso Prete che si spacciava per un facoltoso giudice che andava in giro a spendere soldi in alberghi di lusso, grandi ristoranti e locali a luci rosse. Nina ha smascherato Don Luca, e soprattutto, la Iena ha scoperto che lui utilizzava i soldi della le-iene-nina-preteParrocchia. Il servizio de Le Iene riprende quello di Nina Palmieri dello scorso 16 novembre 2015: “Un Giudice facoltoso che andava a cercare escort, che frequentava gli ambienti più in di Roma e Napoli, i ristoranti più costosi ed i locali non per tutti. Nina, ha smascherato questo personaggio, che presentandosi come un giudice conduceva una vita da riccone. A smascherare il finto giudice c’è voluto un ragazzo che da escort lo ha frequentato per diverso tempo. Il personaggio in questione non era un giudice ma bensì un prete che utilizzava i soldi delle elemosine dei fedeli per fare la bella vita. Nina lo ha intervistato, lui dapprima ha smentito, poi ha confessato, dicendo che dalla scomparsa del padre ha avuto questa debolezza, la solitudine del suo ambiente lo ha fatto cambiare. Il Prete e Nina si sono fatti una promessa, giustificare che i soldi sperperati erano i suoi, dopo la stretta di mano e qualche sms mandato alla Iena qualche giorno dopo, del prete nessuna traccia. Per rivedere il video de Le Iene del servizio “Un Prete a Luci Rosse con i soldi delle offerte” clicca qui.

http://www.televisionando.it/articolo/le-i...ta-live/154119/
Ore 22:50 – Fabio Volo paragona Padre Pio a Elton John e il Giubileo a Sanremo. Vediamo un nuovo servizio di Nina Palmieri dedicato a Don Luca, il prete con un ricco portafogli habitué di escort. Sembra sia tornato in azione. La iena ne parla con alcuni fedeli che, fiduciosi della buona volontà del sacerdote, gli avrebbero consegnato delle offerte a fin di bene, tanto che il prete si è guadagnato il nome di Don Euro. Intanto i suoi parrocchiani si sono dimessi in massa.

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Francesco Mangiacapra
Francesco Mangiacapra e nonostante ciò, risulta ancora essere PARROCO: www.webdiocesi.chiesacattolica.it/.../bd_dioc...
Diocesi di MASSA CARRARA - PONTREMOLI - CHIESA CATTOLICA ITALIANA - ANNUARIO DIOCESANO
Diocesi di MASSA CARRARA - PONTREMOLI - CHIESA CATTOLICA ITALIANA - ANNUARIO DIOCESANO
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Parrocchia
CANIPAROLA S. ANTONIO DA PADOVA
Indirizzo: Via Caniparola - CANIPAROLA, 54035 FOSDINOVO (MS)
Tel: 0187-673160
Zona Pastorale : COMUNE DI AULLA
Decanato : VICARIATO DI AULLA

Gli Incaricati
REV.SAC GIANLUCA MORINI Parroco Emerito
REV.SAC MICHELE BIGI AMMINISTRATORE PARROCCHIALE
 
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Domenica 21 febbraio appuntamento sotto casa del vescovo

Fiaccolata a casa del vescovo: «Condanni gli abusi»
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Esplode il caso del sacerdote «a luci rosse» già trasferito. In Lunigiana i fedeli sono in rivolta e in Curia il vicario si è dimesso.
di ANDREA LUPARIA
Indagini sul finto sacerdote Indagini sul finto sacerdote
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Massa, 14 febbraio 2016 - Domenica 21 alle 10.30 i fedeli delle parrocchie di Caniparola e Fossone - e zone limitrofe - si riuniranno sotto la sede della Curia Vescovile di Massa per una fiaccolata. La clamorosa iniziativa è stata decisa per chiedere al vescovo Giovanni Santucci «di prendere una netta posizione, con una condanna pubblica, su quanto accaduto negli anni scorsi nelle parrocchie di Caniparola e Fossone». Nel mirino, c’è il contestatissimo prete «a luci rosse»

A lanciare l’iniziative sono stati, a Caniparola, alcuni genitori e diversi ragazzi. Tutti, o quasi, cattolici praticanti, che proprio per questo hanno atteso prima di uscire allo scoperto. Speravano nell’intervento del loro vescovo. E ancora adesso, nella lettera che hanno scritto, spiegano che «l’intento della fiaccolata è pacifico, non vuole essere una manifestazione contro la Chiesa ma, al contrario, un gesto di fede da parte di tutte le persone che credono che la Chiesa stessa debba fortemente condannare gli abusi e non debba continuare a coprirli e a tacere». Nel testo gli organizzatori sollecitano gli abitanti della zona «ad estendere la partecipazione a tutte le famiglie e a coinvolgere bimbi e ragazzi affinchè la voce da far sentire al Vescovo sia corale e trasversale». Il programma prevede il raduno presso la sede della Curia di Massa in via Francesco M. Zoppi 14, dove risiede Santucci. E tutti i partecipanti sono invitati a portare con sè una candela da tenere accesa e depositare innanzi alla sede della Curia «con la speranza di sollecitare monsignore a fare finalmente luce sulla vicenda».

Una storia che i fedeli di Caniparola e Fossone definiscono «triste e già nota a molti e segnalata alla Curia da anni». Cosa succederà adesso? Intanto c’è da rilevare un dato, che può essere collegabile a quanto sta accadendo o no. Nei giorni scorsi don Luca Filippi, vicario da tanti anni della Diocesi di Massa Carrara Pontremoli, si è dimesso. Impossibile, per adesso, conoscere i motivi che l’hanno spinto a lasciare l’incarico. Può essere lo scandalo trattato dal nostro giornale lo scorso anno e riproposto recentemente da «Le Iene», ma possono esserci anche altri motivi. La sola certezza è che il vicario, pur rimanendo in servizio come sacerdote a tutti gli effetti, ha lasciato l’incarico di «braccio destro» del vescovo. Il nome del sostituto si saprà, a quanto pare, domani.

E a proposito di preti che sono andati via, a Caniparola e Fossone rimpiangono ancora il parroco che c’era una volta: «Lui quando chiedeva soldi per i bisognosi, poi affiggeva un cartello in parrocchia dove indicava, dettagliamente, le spese sostenute e i beneficiari. Una bella abitudine che il suo sostituto ha abbandonato. E ora non riusciamo a trovare i registri delle entrate e delle uscite della nostra chie

di ANDREA LUPARIA
 
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http://iltirreno.gelocal.it/massa/cronaca/...rdia-1.12974440

Parroco a luci rosse, la diocesi: "Non lo stiamo proteggendo, stiamo applicando la medicina della misericordia"
La curia di Massa-Carrara interviene a dieci giorni dall'ultimo servizio delle Iene sul prete che faceva la bella vita tra escort, hotel di lusso e cocaina spacciandosi per un giudice: "L’atteggiamento del vescovo è stato ispirato da un senso di paternità spirituale"

17 febbraio 2016

MASSA-CARRARA. "L’atteggiamento del vescovo è stato ispirato da un senso di 'paternità spirituale' che è lo specifico del suo ruolo di 'pastore' e che si estende a tutti i fedeli della diocesi a lui affidati, e, in particolare, verso i sacerdoti, suoi principali 'collaboratori' nella delicata missione di annunciare il Vangelo". La diocesi di Massa-Carrara Pontremoli interviene sul caso del parroco a luci rosse , che faceva la bella vita tra escort, hotel di lusso e cocaina spacciandosi per un giudice. Il tutto fino alla denuncia di uno degli escort, un 34enne napoletano, ai quotidiani nazionali con tanto di selfie e screenshot dei messaggi.
La diocesi adesso risponde, a distanza di dieci giorni dall'ultimo servizio delle Iene, con un comunicato stampa, in cui spiega: "Nessuna volontà di copertura, come hanno suggerito alcune fantasiose ricostruzioni, ha determinato le risoluzioni che, volta per volta, si sono rese necessarie, bensì la certezza evangelica che di fronte al 'fratello che sbaglia', la condotta della Chiesa deve essere orientata ad applicare la 'condanna del peccato' e la 'medicina della misericordia'. Il caso - si legge ancora nel comunicato - era stato preso in esame dal vescovo, monsignor Giovanni Santucci e dai suoi collaboratori già nell’estate del 2015. In quell’occasione, dopo gli accertamenti necessari, sono state avviate le procedure previste dalla normativa ecclesiastica, per rimuovere tempestivamente il sacerdote dall’incarico pastorale e allontanarlo dalla parrocchia. È stato altresì disposto, secondo quanto stabilito dalle norme canoniche, di collocarlo in una residenza provvisoria, di proprietà della diocesi, in attesa di successivi chiarimenti sulla sua posizione e sulle responsabilità degli atti commessi".
La diocesi fa sapere poi che il vescovo nelle prossime settimane incontrerà "personalmente e pubblicamente i fedeli coinvolti per un confronto franco e chiarificatore".
"Suscita rammarico, tuttavia - si legge ancora - rilevare come alcune prese di posizione, scaturite per lo più dal 'sentito dire', anziché facilitare l’accertamento della verità, rispettando le persone coinvolte, abbiano alimentato un clima di diffidenza nei confronti della chiesa locale e dei suoi vertici. Perciò, al fine di fugare ogni dubbio, il vescovo e i suoi collaboratori, invitano, chi fosse a conoscenza di fatti o circostanze, relative al caso in questione, in cui si ravvisassero gli estremi di violazione dell’ordinamento legale, a riferire, quanto prima, alle autorità giuridiche civili o ecclesiastiche, ciascuna per le proprie competenze".
Auspicano, infine, che, per il bene di tutta la Diocesi, si possa giungere, nelle sedi appropriate, che non sono né la piazza né lo spazio mediatico, alla definitiva chiarezza e alla riparazione dello scandalo e della sofferenza arrecata a persone e comunità parrocchiali.
 
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HOMELUCCA - VERSILIA << INDIETRO I fedeli contro don Luca Franceschini: in decine alla manifestazione davanti alla sede della curia 21 febbraio 2016 12:46Attualità Massa Un momento della manifestazione Decine di persone hanno partecipato stamani davanti alla sede della curia di Massa (Massa Carrara) a una manifestazione pacifica promossa contro un ex parroco della Lunigiana, accusato dai fedeli di chiedere soldi in nome della chiesa ma che poi avrebbe usato per se stesso. I manifestanti hanno incontrato sulla scalinata del Duomo di Massa don Luca Franceschini, delegato per gli affari generali della diocesi di Massa Carrara e Pontremoli. I manifestanti hanno mostrato passi del Vangelo e uno striscione con su scritto ‘errare humanum est, perseverare diabolicum, coprire imperdonabile’. “E’ nostro preciso compito ascoltare queste persone e scusarci con loro se non lo abbiamo fatto prima”, “chiediamo perdono a questi fedeli se hanno sofferto, se si sentono traditi dalla chiesa e se per colpa delle nostre lungaggini interne non siamo ancora riusciti a far piena chiarezza sulla questione”. E’ quanto ha detto don Luca Franceschini, delegato per gli affari generali della diocesi di Massa Carrara e Pontremoli, che insieme a don Cesare Benvenuti, vicario generale del vescovo, ha incontrato i partecipanti alla manifestazione promossa da fedeli contro un ex parroco della Lunigiana, accusato di utilizzare i soldi delle offerte a scopi personali. “Mi si chiede se smetterà di nuocere ad altre comunità del territorio: la mia risposta – spiega don Franceschini – è che al momento non fa più il parroco e non lo farà finché non avremo concluso le indagini interne per accertare possibili responsabilità. Mi sento di rassicurare tutti i fedeli che al momento questo prete è lontano da qualsiasi attività parrocchiale, suppongo dirà messa come facciamo tutti, ma in solitudine e per se stesso”. Tra le testimonianze fatte dai manifestanti a don Franceschini c’è chi ha affermato che l’ex parroco “dal pulpito diceva che c’erano anziani che non mangiavano da giorni e ci chiedeva di portare la spesa in parrocchia, ma nessuno riceveva mai nulla”, e mamme che hanno raccontato che volevano “costruire un parco giochi fuori dalla chiesa per i nostri bambini e raccoglievamo offerte facendo feste e aste, lui ci chiese sempre di dargli tutto il ricavato e noi genitori perdemmo molti soldi, senza veder realizzato il parco”. C’è stato chi ha sostenuto che “le benedizioni in casa, le messe per i defunti, e anche i funerali, era tutto diventato pagamento, non più ad offerta”. I parrocchiani si sono definiti truffati: “Ci fidavamo di lui, poi abbiamo visto che veniva allontanato da tutte le parrocchie in cui andava. Si era sparsa la voce; smettemmo di aiutarlo. Ci ha fatto del male”.

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Curia sotto assedio per la verità su don Euro


Duecento cittadini ha partecipato alla protesta silenziosa per chiedere alla Diocesi una ferma condanna del parroco a luci rosse
MASSA — "Errare è umano, perseverare è diabolico ma coprire è imperdonabile": queste parole, scritte con vernice rossa su un grande striscione, riassumono i sentimenti delle decine di persone che, sfidando il maltempo, hanno partecipato alla fiaccolata 'a candele spente' contro la Curia di Massa. I manifestanti, che dopo aver sfilato in corteo si sono radunati davanti alla sede della Diocesi, vorrebbero che il vescovo prendesse una netta posizione di condanna pubblica di tutti i fatti di cui è accusato don Luca Morini, commessi durante gli anni in cui è stato parroco delle parrocchie di Caniparola e Fossone. Incarico da cui è attualmente sospeso.
Ad oggi la Curia non ha preso nessun altro provvedimento contro il sacredote, accusato di aver truffato i fedeli speculando sulle offerte e sperperandole in incontri a luci rosse a base di sesso e alcol. Una drammatica vicenda portata alla ribalta da un servizio della trasmissione tv Le iene.
Durante la manifestazione, un delegato della Diocesi, don Luca Franceschini, ha parlato con i fedeli spiegando che, attualmente, don Morini non ha alcun incarico ufficiale anche se continua ad essere un prete. Poi ha preso in consegna le candele spente con l'impegno di consegnarle al vescovo e di riportargli le istanze dei parrocchiani.
"Lo scopo è stato sostanzialmente raggiunto - hanno poi dichiarato i fedeli in una nota – Anche se la Chiesa non ridurrà don Luca Morini allo stato laicale, la sua identità è irreversibilmente compromessa dallo scandalo, e sarà impossibile per lui ritornare in gioco nel balletto dei cambi di parrocchia che la Curia ha ordito sino ad oggi per avallare il suo operato".
"Adesso vogliamo le dimissioni del vescovo Monsignor Santucci - si legge ancora nella nota - Nessuno crede alla storia della medicina della misericordia e il suo atteggiamento è forse più grave di quello di don Morini".
 
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CRONACA
Fiaccolata sotto la Curia di Massa: gli indignati contro don Euro c’erano, ma il vescovo no

domenica, 21 febbraio 2016, 17:24

di vinicia tesconi
Il vescovo l’ha fatto ancora. Stamani all’incontro con i fedeli indignati per la vicenda di don Euro che si erano dati appuntamento sotto la Curia di Massa non si è presentato e ha mandato il nuovo vicario don Cesare Benedetti e un altro prete in sua rappresentanza.

Era stato proprio il vescovo Santucci, pochi giorni fa, in un comunicato ufficiale ad invitare le persone coinvolte in questa vicenda a rivolgersi direttamente a lui o ad altri padri spirituali ribadendo l’assoluta disponibilità sua e degli altri preti ad accogliere le lamentele di tutti. Quale occasione migliore di stamani poteva, dunque, esserci, per aprire le braccia ai molti parrocchiani che hanno subito truffe ed abusi morali da parte di Don Euro e per mostrar loro la disponibilità della chiesa a seguire la via della chiarezza e dell’onestà?

Evidentemente il vescovo non ha ritenuto abbastanza impellente il problema visto che ha preferito non scendere in via Zoppi ma seguire i movimenti della piazza da qualche finestrella in alto della Curia perché tra la versione del vicario che lo voleva a celebrar messa ad Altagnana in sostituzione del parroco indisposto - che tuttavia, sano e vegeto ha officiato nella sua chiesa stamani e non ha mai avuto sentore che dovesse esserci il vescovo - e quella dell’altro sacerdote che lo collocava in un non precisabile altrove per impegni pregressi, l’idea più attendibile è quella che se ne fosse rinchiuso nelle sue stanze. Anche perché fino a ieri pomeriggio, secondo fonti attendibilissime, si trovava lì, incerto tra una lettera di dimissioni e una proposta in extremis all’organizzazione della fiaccolata nel cui piatto c’era l’apertura di un’inchiesta su don Morini entro due settimane in cambio della sospensione della manifestazione.

Offerta recapitata, peraltro, con toni assai più intimidatori che di contrattazione. Di fronte all’intenzione di non fermare la fiaccolata monsignor Santucci non ha trovato di meglio che non presentarsi. Spiegare a quel centinaio di parrocchiani esasperati presenti stamani e alle migliaia di persone che hanno mostrato il loro sdegno per la storia in questione, che non c’è alcun intento di copertura da parte della chiesa nei confronti dei comportamenti illegali e immorali di Don Morini, cercando l’ennesima via di fuga mal sorretta da scuse penose è un’acrobazia mentale da circo che si addice, in effetti, ai tratti salienti della vicenda ma che insulta ancora una volta l’intelligenza e la fede di chi è sceso in piazza e di chi esige giustizia e chiarezza. I manifestanti hanno mostrato cartelloni e striscioni ed hanno rievocato , pur provenendo da parrocchie diverse, ricordi identici sullo squallore della condotta sacerdotale di Don Euro: avido, sfrontato, imbroglione e assenteista.

Tutti con lo stesso stupore, tutti con la stessa amarezza per esser stati colpiti facendo leva sulla loro pietà cristiana. Tutti con la stessa rabbia per non essere mai stati ascoltati prima. E alla fine, nemmeno oggi. Le candele spente portate dai manifestanti sono adagiate sullo scalino della curia. Non sono tantissime ma basterebbero, se accese, a dissipare un po’ le tenebre che sembrano esserci dietro quel portone.
 
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santoantonio
view post Posted on 22/2/2016, 18:08




vi dovete vergognare per le balle le modalita' e in giudizio forzato .libera chiesa in libero stato ma non libera calunnia senza freno.
 
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view post Posted on 22/2/2016, 18:16
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Che calunnia? Questa è sostanzialmente una rassegna stampa.
 
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view post Posted on 22/2/2016, 22:03
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Aperta inchiesta su don Euro dalla Procura della Repubblica

lunedì, 22 febbraio 2016, 20:59

di vinicia tesconi
Adesso non sarà più solo un problema della chiesa la condotta immorale di Don Luca Morini, ma anche dello stato perchè tutti gli elementi emersi in questa spinosa vicenda verranno passati al vaglio dal nucleo investigativo dei carabinieri di Massa Carrara ai quali è stata affidata l’indagine dalla Procura della Repubblica.

E’ di stasera, infatti, il comunicato con il quale il pubblico ministero Alessandra Conforti, titolare del fascicolo, ha confermato l’apertura dell’inchiesta. Si tratta, nello specifico, di un’indagine di carattere esplorativo, cioè volta a rintracciare eventuali elementi indispensabili all’individuazione dell’ipotesi di reato.

Gli investigatori hanno già cominciato ad esaminare i filmati relativi alla vicenda pubblicati dai vari media, dopodiché passeranno ad esaminare tutti gli articoli apparsi sui quotidiani e ad ascoltare chi li ha redatti.

La manifestazione di ieri mattina sotto la Curia di Massa ha attirato ancora più attenzione sulle moltissime azioni scorrette compiute da Don Euro nel suo lungo sacerdozio. Le candele portate dagli indignati di Don Euro, ignorate dalla chiesa, adesso saranno accese dalla giustizia. E si farà luce, finalmente.
 
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view post Posted on 15/3/2016, 09:03
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CRONACA
Il sacerdote... degli anelli

lunedì, 14 marzo 2016, 14:58

di vinicia tesconi
Per approfittarsi della fede di una malata terminale ci vuole davvero tanto pelo sullo stomaco e chi è capace di far questo, oggettivamente, può essere in grado di fare qualunque cosa. Ma Don Euro ne ha fatte talmente tante e tanto gravi che quasi diventa difficile stupirsi ancora di fronte alle testimonianze di chi quelle cose le ha vissute sulla sua pelle. Le malefatte di Don Luca Morini spuntano ogni giorno come funghi da quando la sua condotta infame è stata svelata prima dalle Iene e poi dalla stampa locale e non. Pian piano, le molte persone che sono state truffate e ferite dal suo comportamento prendono coraggio ed escono dal silenzio per raccontare le loro storie che aggiungono particolari sempre più vergognosi alla vicenda del prete mangiasoldi. A parlare stavolta è il signor Vittorio Andreani, abitante nella parrocchia di Caniparola che ha assistito negli ultimi due anni al lento ed inesorabile calvario della malattia di sua moglie il cui triste epilogo si è compiuto nello scorso ottobre.

“Mia moglie era molto credente e molto devota alla Madonna – ricorda il signor Andreani – e due anni fa aveva fatto un voto per ottenere una grazia da Maria. Aveva superato due grossi interventi ma il suo destino era segnato. All’epoca del fatto, poco meno di un anno fa, era già ridotta pelle e ossa e non aveva più la forza nemmeno di uscire di casa. Don Morini venne a trovarci dopo una delle sue tante assenze ed io lo informai che i medici le avevano dato solo pochi mesi di vita. Lui raccontò di essere stato in ritiro a Medjugorje per concedersi un momento di riflessione religiosa e allora lei gli parlò del voto fatto alla Madonna e del suo desiderio di poterlo compiere fino in fondo. Mia moglie aveva promesso di donare alla Madonna di Megjugorje un’anello molto prezioso e molto voluminoso in oro massiccio con una pietra preziosa di grande dimensione che possedeva da moltissimi anni. Don Euro colse subito la palla al balzo dicendole che sapeva di un suo confratello che era in procinto di andare a Medjugorje e che quindi, l’anello poteva darlo a lui “se si fidava” , e lui avrebbe provveduto a farlo portare al santuario bosniaco. Per mia moglie fu una specie di raggio di speranza e senza avere dubbi mise l’anello in un pacchettino e lo affidò con infiniti ringraziamenti al prete. Dopo qualche giorno Don Euro, incrociato per caso in paese si limitò a dirmi “Tutto fatto!” e poi non sapemmo più nulla fin quando, dopo qualche mese, venne fuori la storia delle Iene e tutti scoprimmo che razza di soggetto era il nostro parroco”. Anche la moglie del signor Andreani seppe la verità su Don Euro e si disperò per la sorte toccata a quel suo anello che rappresentava il simbolo della sua fede. Non è molto difficile immaginare che l’anello sia andato dappertutto fuorché a Medjugorje ma è davvero problematico riuscire a credere che si sia potuto ingannare così crudelmente una moribonda. Il signor Andreani ricorda che Don Euro, appena subentrato a Don Adriano, parroco amatissimo e di grande onestà, mandato in pensione dalla Curia, cominciò subito a lamentarsi di bollette e debiti stratosferici avuti in eredità dal suo predecessore dei quali, tuttavia, nessuno, anche tra i frequentatori più assidui della sacrestia, aveva mai avuto sentore. I mesi successivi alla denuncia delle Iene il signor Andreani non ha potuto seguire gli sviluppi della vicenda a causa del definitivo aggravarsi della moglie ma oggi che la storia è arrivata finalmente alla luce è deciso a testimoniare contro il suo ex parroco che ha compiuto un’azione di vero sciacallaggio nei confronti di sua moglie. “ La cosa che mi ferisce di più – conclude il signor Andreani – è pensare a che fine avrà fatto quell’anello. Non per il suo valore oggettivo ma per quello che significava per mia moglie.”
 
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view post Posted on 7/4/2016, 18:21
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Prete a luci rosse, l’escort: “Sono stato dai Carabinieri e mi hanno preso a verbale”
Post on: 7 aprile 2016 Redazione Web
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NAPOLI – Il “caso” don Euro, al secolo Luca Morini, il prete di Massa col “vizietto” del sesso, che per pagare il gigolo’ usava i soldi delle offerte dei fedel – vicenda questa che dopo il servizio de Le Iene è rimbalzato sulla stampa toscana – va avanti. “Questa mattina – racconta Francesco Mangiacapra – sono stato dai Carabinieri e mi hanno verbalizzato. Ho detto loro quanto comunque avevo già detto sia ai giornalisti del programma televisivo che a quelli dei giornali”. Massimo riserbo da parte degli inquirenti sulle indagini, e poco o nulla trapela. Sulla vicenda del prete a luci rosse, dopo la protesta dei fedeli sulle scale del Duomo di Massa a suon di striscione “Errare umanum est, coprire imperdonabile”, i Carabinieri avevano acquisito i vari video delle Iene, e quanto riferito dai vari parrocchiani sui soldi che il sacerdote si faceva, spendendoli, invece che in “missioni umanitarie”, e in beneficenza, in pranzi, cene, viaggi, soggiorni in hotel di lusso ed escort. ( LEGGI ANCHE: Parroco a luci rosse, striscioni e protesta al Duomo di Massa: “Errare umanum est, coprire imperdonabile” ). Nel programma dei colleghi di Mediaset, il prete di Massa, che per gli approcci via internet con i gigolo’ si fingeva magistrato, venne “sgamato” in situazione che dire imbarazzanti è un eufemismo. Tutta la storia, squallida, come si ricorderà, nacque da una “denuncia” fatta dal gigolo’ Napoli, che insospettito, insospettito aveva inviato una lettera alla Curia di Massa. Il sacerdote, stando a quanto emerso, al momento è sospeso dal suo operato pastorale e vivrebbe in un bell’appartamento non lontano dai luoghi dove fino a poco tempo fa era parroco. L’appello a denunciare e “stop” all’omertà da parte di Francesco, fatto tempo addietro ( LEGGI ANCHE: Prete hard, parla l’escort che ha denunciato don Euro … ), è rinnovato anche oggi.
 
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view post Posted on 21/4/2016, 14:43
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CRONACA
Sussurri e grida dalla curia: don Euro se ne va in pensione?

giovedì, 21 aprile 2016, 05:11

di vinicia tesconi
Riposo anticipato per sollevare dalle incombenze affaticanti del sacerdozio: è la soluzione definitiva che sembrerebbe essere stata raggiunta dalla chiesa nei confronti di Don Luca Morini, il sacerdote che per anni aveva usato (e sollecitato) le donazioni di carità dei fedeli per condurre una, neanche tanto, segreta vita di lussi tra locali a cinque stelle ed accompagnatori d’alto bordo.

Il silenzio tetragono della Curia di Massa ha concesso qualche piccola indiscrezione secondo la quale l’ormai famoso Don Euro starebbe meditando sulla sua condotta immorale, sollevato dagli obblighi religiosi, ma non più sospeso “a diviniis”, condizione che gli era stata imposta in prima battuta, quando la notizia sulla sua doppia vita è diventata di pubblico dominio.

Sembra che l’allegro prelato sia adesso “in quiescenza” - secondo una definizione attribuibile al vescovo Santucci - che fa pensare più ad una fase di remissione di una terribile malattia che alla condizione di pensionamento, anche perché don Euro non ha nessuno dei requisiti richiesti dalle normative ecclesiastiche.

Secondo il Fondo di previdenza del Clero, che è stato istituito dall’Inps ma che non è stato toccato dal decreto “salva vita” del Governo Monti, un prete può andare in pensione a 65 anni di età – se ha quarant’anni di attività contributiva – oppure a 68 anni, ma con almeno vent’anni di contribuzione. Nemmeno la pensione di invalidità è contemplabile per don Euro perché, se è vero che viene riconosciuta anche ai preti che si trovano ridotti allo stato laicale o esonerati dalle funzioni di ministro di culto, è però necessaria la certificazione di malattia o di difetto fisico o mentale che non è mai stata attribuita al parroco libertino.

I mormorii che provengono dalla Curia non si allontanerebbero di un millimetro dalla linea che il vescovo ha mostrato di seguire dall’inizio di tutta la vicenda e che sembra improntata ad un inspiegabile volontà di coprire costantemente le malefatte di Don Morini cercando di smentire o di mettere a tacere ogni voce. Nessun furto di offerte, nessuna lamentela di parrocchiani, nessun tentativo da parte delle molte persone che si sono dette truffate da don Euro di avere un colloquio privato col vescovo per metterlo al corrente della situazione.

Nessuna lettera contenente tutto il dossier sulle abitudini extra clericali di don Luca Morini - foto, video, registrazioni audio e documenti scritti - mai arrivata in Curia o in Vaticano. Direbbero le voci.

Unico sostegno a queste teorie di innocenza sarebbe il pesante screditamento della fonte principale di questo materiale - l’escort napoletano che ha denunciato don Euro prima alla Chiesa e poi ai giornali - in virtù delle sue origini geografiche e del lavoro da lui svolto. Escort che, tuttavia, è in grado, di produrre la ricevuta di ritorno della raccomandata contenente tutto il materiale su don Morini, inviata nel maggio 2015 sia alla Curia massese sia al Cardinale Stella in Vaticano.

Altri sussurri più sostanziosi tenterebbero addirittura di insegnare che su “certe cose”, tipo quelle che riguardano un prete che fa festini gay a luci rosse, è comunque meglio mantenere il silenzio e che ciò che è uscito sui giornali è solo frutto di bugie o di condanne assegnate senza confronto e senza appello. E proprio il silenzio sembra restare la difesa migliore trovata dal vescovo Santucci che avrebbe ribadito la sua volontà a non voler ricevere rappresentanti della stampa per trattare del caso di Don Euro. Sussurri dalle panche della cattedrale. Grida, probabilmente, da parte dei moltissimi indignati di Don Euro che poco più di un mese fa marciarono ai piedi della grande scalinata del Duomo di Massa. Anche quelli non pervenuti, secondo le voci dell’interno della chiesa.

http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/c...12/N.2_2011.pdf

ANNIVERSARI DI ORDINAZIONE …MARZO

20 marzo 1993: Don Luca Morini, Parroco di Montignoso-S.Eustachio

http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2016/02...ort_lussi.shtml

09 febbraio 2016
Coca, escort e lussi: sospeso “don Euro”

Vera identità del sacerdote: Luca Morini, classe 1961, nato a Vecchiano in provincia di Pisa. Risulta essere ancora parroco emerito. In realtà dopo il suo ultimo incarico a Caniparola e Fosdinovo tra novembre 2012 e giugno 2015, è stato “messo in ghiacciaia” dalla Curia vescovile di Massa, che lo protegge in attesa di redenzione.
 
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CRONACA
Il sacerdote... degli anelli

lunedì, 14 marzo 2016, 14:58

di vinicia tesconi
Per approfittarsi della fede di una malata terminale ci vuole davvero tanto pelo sullo stomaco e chi è capace di far questo, oggettivamente, può essere in grado di fare qualunque cosa. Ma Don Euro ne ha fatte talmente tante e tanto gravi che quasi diventa difficile stupirsi ancora di fronte alle testimonianze di chi quelle cose le ha vissute sulla sua pelle. Le malefatte di Don Luca Morini spuntano ogni giorno come funghi da quando la sua condotta infame è stata svelata prima dalle Iene e poi dalla stampa locale e non. Pian piano, le molte persone che sono state truffate e ferite dal suo comportamento prendono coraggio ed escono dal silenzio per raccontare le loro storie che aggiungono particolari sempre più vergognosi alla vicenda del prete mangiasoldi. A parlare stavolta è il signor Vittorio Andreani, abitante nella parrocchia di Caniparola che ha assistito negli ultimi due anni al lento ed inesorabile calvario della malattia di sua moglie il cui triste epilogo si è compiuto nello scorso ottobre.

“Mia moglie era molto credente e molto devota alla Madonna – ricorda il signor Andreani – e due anni fa aveva fatto un voto per ottenere una grazia da Maria. Aveva superato due grossi interventi ma il suo destino era segnato. All’epoca del fatto, poco meno di un anno fa, era già ridotta pelle e ossa e non aveva più la forza nemmeno di uscire di casa. Don Morini venne a trovarci dopo una delle sue tante assenze ed io lo informai che i medici le avevano dato solo pochi mesi di vita. Lui raccontò di essere stato in ritiro a Medjugorje per concedersi un momento di riflessione religiosa e allora lei gli parlò del voto fatto alla Madonna e del suo desiderio di poterlo compiere fino in fondo. Mia moglie aveva promesso di donare alla Madonna di Megjugorje un’anello molto prezioso e molto voluminoso in oro massiccio con una pietra preziosa di grande dimensione che possedeva da moltissimi anni. Don Euro colse subito la palla al balzo dicendole che sapeva di un suo confratello che era in procinto di andare a Medjugorje e che quindi, l’anello poteva darlo a lui “se si fidava” , e lui avrebbe provveduto a farlo portare al santuario bosniaco. Per mia moglie fu una specie di raggio di speranza e senza avere dubbi mise l’anello in un pacchettino e lo affidò con infiniti ringraziamenti al prete. Dopo qualche giorno Don Euro, incrociato per caso in paese si limitò a dirmi “Tutto fatto!” e poi non sapemmo più nulla fin quando, dopo qualche mese, venne fuori la storia delle Iene e tutti scoprimmo che razza di soggetto era il nostro parroco”. Anche la moglie del signor Andreani seppe la verità su Don Euro e si disperò per la sorte toccata a quel suo anello che rappresentava il simbolo della sua fede. Non è molto difficile immaginare che l’anello sia andato dappertutto fuorché a Medjugorje ma è davvero problematico riuscire a credere che si sia potuto ingannare così crudelmente una moribonda. Il signor Andreani ricorda che Don Euro, appena subentrato a Don Adriano, parroco amatissimo e di grande onestà, mandato in pensione dalla Curia, cominciò subito a lamentarsi di bollette e debiti stratosferici avuti in eredità dal suo predecessore dei quali, tuttavia, nessuno, anche tra i frequentatori più assidui della sacrestia, aveva mai avuto sentore. I mesi successivi alla denuncia delle Iene il signor Andreani non ha potuto seguire gli sviluppi della vicenda a causa del definitivo aggravarsi della moglie ma oggi che la storia è arrivata finalmente alla luce è deciso a testimoniare contro il suo ex parroco che ha compiuto un’azione di vero sciacallaggio nei confronti di sua moglie. “ La cosa che mi ferisce di più – conclude il signor Andreani – è pensare a che fine avrà fatto quell’anello. Non per il suo valore oggettivo ma per quello che significava per mia moglie.”
 
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