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Gli effetti reali della Brexit. Tutti gli indicatori economici negativi nel Regno UnitO, Peggiorano PIL, bilancia commerciale, inflazione, svalutazione della sterlina

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view post Posted on 22/6/2017, 16:20

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Peggiorano PIL, bilancia commerciale, inflazione, svalutazione della sterlina

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http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2017-...l?uuid=AElW6cjB

Com’è cambiata l’economia britannica un anno dopo il sì a Brexit
–di Riccardo Sorrentino 22 giugno 2017

Prima del voto sul Brexit, le previsioni erano terrificanti. Anche quelle della Bank of England. In molti hanno pensato che fossero strumentali, e puntassero a far vincere il remain. Non potevano invece che essere previsioni – o meglio scenari – di lungo periodo: le “vere” conseguenze non potranno che manifestarsi quando la Gran Bretagna sarà davvero uscita dall’Unione europea, e saranno applicate nuove regole sul commercio internazionale, sulla finanza, sulla libera circolazione dei lavoratori (soprattutto – vista la natura dell'economia britannica e di Londra in particolare - di quelli con elevate competenze). Anche adesso però, a distanza di un anno dal voto, qualche conseguenza si avverte, e non è piccola.

Lo stato della valuta


IL CALO DELLA STERLINA

La sterlina è calata, rapidamente. Il cambio effettivo, già in tendenza ribassista, ha perso il 6,8% il 24 giugno 2016, la seduta successiva al referendum. Un crollo colossale, se confrontato con la storia della valuta negli anni precedenti: la volatilità quotidiana (misurata dalla deviazione standard) era dello 0,5%. Non solo: la valuta da allora si è mossa lungo un valore medio strutturalmente più basso. Da quota 87,9 del 23 giugno, l’indice – una media del valore della sterlina verso le valute dei principali partner – è calato fino a un minimo di 73,8, con una flessione del 16% ma ha poi recuperato. Il 19 giugno era a quota 77,6, non lontana dalla media del periodo post-referendum.

Il deficit commerciale

CAMBIO ED EXPORT

I sostenitori del Brexit hanno salutato la flessione della sterlina – che riflette conti con l'estero in deficit - perché avrebbe reso le esportazioni più competitive. Non si può negare che un effetto ci sia stato: da giugno 2016 a maggio 2017 le vendite all'estero sono aumentate del 7 per cento.

CAMBIO E IMPORT


Il rialzo non è stato però sufficiente a ridurre il deficit commerciale. Le importazioni sono infatti aumentate dell'8%, e quindi non sono calate in termini reali, e i conti con l'estero non sono quindi migliorati. La Gran Bretagna è un importatore netto dalla fine del secolo scorso, un fatto probabilmente strutturale, vista la tenuta degli acquisti dall'estero in una fase di debolezza del cambio.

L’accelerazione dei prezzi

INFLAZIONE E CAMBIO
Base gennaio 2015 = 100
Inflazione annua (scala sinistra)
Cambio effettivo media mensile (scala destra)

L’aumento dei prezzi delle importazioni si è direttamente manifestato nell'andamento dell'inflazione. A giugno 2016 la Gran Bretagna era ancora in piena lowflation: l'indice segnava un incremento annuo del solo 0,8%, che pure rappresentava una discreta accelerazione dei prezzi rispetto allo 0,3% di un anno prima. Oggi l’inflazione britannica è al 2,7%, ben al di sopra dell'obiettivo della Bank of England, pari al 2%: la correlazione tra inflazione e cambio è piuttosto elevata (e ovviamente negativa). La Banca centrale, un anno fa, ha però deciso che i rischi sulla crescita fossero più rilevanti e ha tenuto tassi molti bassi: il costo ufficiale del credito è oggi allo 0,25% e l’orientamento della politica monetaria rischia di essere, semplicemente, sbagliato.

Stipendi e consumi in calo

SALARI REALI E VENDITE AL DETTAGLIO
Variazione annua
Vendite al dettaglio (media mobile trimestrale)
Salari reali (media mobile trimestrale)
2016
Feb
Mar
Apr
Mag
Giu
Lug
Ago
Set
Ott
Nov
Dic
2017
Feb
Mar
Apr
Mag
-2
-1
0
1
2
Il rialzo dell'inflazione ha determinato un forte rallentamento, e poi una flessione, dei salari reali. Si è così ridotto il potere di acquisto dei britannici. La flessione si è avvertita con un po' di ritardo, ma a gennaio 2017 le retribuzioni reali erano solo lo 0,6% (in termini di media mobile trimestrale) più alte rispetto a un anno prima (si era partiti, a giugno 2016, da un +1,8%). A febbraio l'incremento era ormai zero, ad aprile la flessione aveva raggiunto lo 0,6%. Non è una sorpresa, allora, trovare gli effetti di questa compressione dei redditi sulle vendite al dettaglio che – con molti “ma” – possono essere considerate una misura provvisoria dei consumi: tra gennaio e marzo c'è stata una contrazione, seguita da un modesto rimbalzo. Anche la più precisa, ma lenta, contabilità del pil mostra un rallentamento degli acquisti delle famiglie: +0,5% trimestrale a primavera e nell'estate 2016, +0,4% nell'autunno (ottobre-dicembre) e un deludente +0,2% tra gennaio e marzo. L’intero pil, nel primo trimestre di quest’anno è aumentato del solo 0,2%. È giusto chiedersi, a questo proposito, se l'aumento delle esportazioni registrato può giustificare il prezzo pagato in termini di minore potere d'acquisto delle famiglie: l'inflazione colpisce di più i meno abbienti…

La frenata dell’immobiliare

PREZZI DELLE CASE A LONDRA
Variazione annua. Media mobile trimestrale
Mar
Mag
Lug
Set
Nov
2016
Mar
Mag
Lug
Set
Nov
2017
Mar
2
4
6
8
10
12
14
La flessione della sterlina non ha certamente penalizzato la Borsa di Londra, ricca di aziende multinazionali che vedono i loro profitti all'estero in crescita per il solo deprezzamento del cambio. Dall'esito del referendum – che nell'immediato causò una flessione – l'indice FTse ha guadagnato il 22%. Non si può dire la stessa cosa per i prezzi delle case, anche se il settore trova continuamente impulso da tassi d'interesse piuttosto bassi. A giugno 2016 i prezzi crescevano dell'8,2%, ad aprile 2017 avevano rallentato al 5,6%. Non è questa, però, una frenata da sopravvalutare: appare in linea con l'andamento ciclico degli ultimi tre-quattro anni. Più impressionante è la flessione a Londra, che dopo l'uscita effettiva della Gran Bretagna dalla Ue potrebbe essere colpita da una “fuga” all'estero di lavoratori e di aziende.


IN DUBBIO LA VISITA DI TRUMP 21 giugno 2017
Brexit, Regina: priorità è trovare il miglior accordo possibile con l’Ue
Dal +10% annuo registrato a giugno 2016, i prezzi medi hanno rallentato fino 2,6%: un ritmo così basso non si registrava dal 2012. Si tratta di una media: a Westminster, per esempio, i prezzi sono in accelerazione da inizio anno, mentre nella City l'andamento appare piuttosto altalenante. Nelle altre zone nella capitale, il trend in frenata è più evidente. A livello nazionale, anche le costruzioni di nuove case private hanno rallentato, dopo un 2016 molto brillante (+13,2% l'incremento rispetto al 2015). Al di là del calo invernale, a marzo l'attività è aumentata del 7,4% annuo, ad aprile è calata dell'1,4%, la prima flessione dal 2013.
 
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Luigi Di Bari
view post Posted on 21/4/2018, 11:41




Brexit cambierà nel breve periodo geoeconomia ma poi torna normale sono molto informato su economia
 
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1 replies since 22/6/2017, 16:20   66 views
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