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Padre Fedele Bisceglie assolto anche in Cassazione, sospeso e non reintegrato. Le telefonate: "Dormi nuda"?, Stupro su suor Gaetana Alesci: religiosa inattendibile anche in altro processo

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GalileoGalilei
view post Posted on 2/4/2007, 09:52 by: GalileoGalilei
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Dopo la sentenza della Casssazione che aveva annullato la scarcerazione di Padre Fedele e il deposito davanti al GIP del video porno sequestrato in un p.c. del convento, dal titolo "Il diavolo in convento", di nuovo arrestato Padre Fedele Bisceglia




http://www.ansa.it/opencms/export/site/not...2136088703.html




2007-04-02 10:28
Padre Fedele, frate torna agli arresti domiciliari
CATANZARO - Torna agli arresti domiciliari padre Fedele Bisceglia, il sacerdote finito in manette nel gennaio dello scorso anno con l'accusa di avere violentato una suora. La decisione è stata presa dal Tribunale della libertà di Catanzaro che ha rigettato il ricorso che era stato presentato dai difensori di padre Fedele per la revoca della misura cautelare. Anche il segretario di padre Fedele, Antonio Gaudio, cui vengono contestate le stesse accuse mosse al frate e finito in manette nel gennaio del 2006 insieme a lui, torna agli arresti domiciliari.

Il Tribunale della libertà di Catanzaro ha deciso in sede di riesame dopo che la Corte di cassazione aveva annullato la precedente decisione presa dal collegio di accogliere i ricorsi proposti dai difensori per la revoca della misura cautelare della detenzione domiciliare disposta, nel momento dell'arresto, nei confronti di padre Fedele e del suo segretario. La Suprema Corte aveva così rinviato gli atti al Tribunale della libertà perché si pronunciasse nuovamente sui ricorsi proposti dai difensori. Secondo la Cassazione, tra l'altro, contrariamente a quanto aveva sostenuto il Tribunale della libertà, la testimonianza con la quale la suora che avrebbe subito la violenza sessuale ha accusato padre Fedele e Gaudio è da considerarsi attendibile.


http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=167076

Padre Fedele, agli atti anche un film porno


di Redazione - mercoledì 28 marzo 2007, 07:00
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da Catanzaro



«Non sono un diavolo e non avrei mai potuto commettere i reati di cui vengo accusato. La mia vita ormai è distrutta, ma io prego affinché la suora e tutti coloro che mi hanno infangato possano convertirsi». Così ieri, a Catanzaro, padre Fedele Bisceglia ha ribadito la sua innocenza ai giudici del Tribunale della libertà. Il frate è accusato con il suo segretario, Antonio Gaudio, di violenza sessuale nei confronti di una suora.

L’udienza del Riesame è stata fissata dopo che, nei mesi scorsi, la Cassazione aveva annullato con rinvio una precedente decisione del Tribunale della libertà di Catanzaro, con la quale i due indagati furono scarcerati. Nella prima decisione i giudici del Riesame ritennero che la suora non era attendibile. Ieri, però, il sostituto procuratore della Repubblica di Cosenza, Claudio Curreli, ha depositato dei nuovi documenti d’accusa, tra cui dei fotogrammi di un film porno dal titolo Il diavolo in convento, e la trascrizione di una intercettazione ambientale. I fotogrammi sono stati tratti da un film trovato su un computer sequestrato nell’Oasi francescana al momento dell’arresto di padre Fedele e di Gaudio. Nel film ci sono scene relative a un rapporto sessuale fra un uomo e una donna. Secondo il resoconto degli agenti di polizia, nel video la donna avrebbe un saio nero e delle calze corte, e l’immagine dell’uomo non sarebbe quella di padre Fedele. Gli investigatori ritengono invece che la figura maschile possa essere compatibile con quella di Antonio Gaudio. Secondo i difensori, invece, il film sarebbe stato scaricato da internet e non avrebbe nessun legame con le presunte violenze alla suora.

Al termine dell’udienza, i giudici del Riesame hanno concesso a padre Fedele di intervenire: «Ho settant’anni - ha detto il frate -. Che cosa me ne faccio, ormai, della mia vita infangata? Non ho mai abusato di nessuno, ho solo aiutato i poveri». Poi, fuori dal palazzo di giustizia, padre Fedele ha incontrato alcuni ospiti dell’Oasi, la struttura di accoglienza di Cosenza da lui fondata, e non è riuscito a trattenersi: «Ho dato la mia vita per i poveri dell’Africa - ha detto in lacrime -. Quando penso a loro mi viene da piangere, perché non posso più aiutarli. Le sofferenze che provo mi aiuteranno ad andare avanti, perdono tutti».
 
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