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Metodo Di Bella: l’elisir per tutti i mali (tranne che per i pazienti), 4 febbraio 2015

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Adriano Pacifici1
view post Posted on 26/1/2016, 20:10




Metodo Di Bella: l’elisir per tutti i mali (tranne che per i pazienti)
di [JD]


Oggi mi occupo di un “metodo” di cura di cui probabilmente tutti avrete sentito parlare: il metodo Di Bella.

Iniziamo dicendo che Luigi Di Bella, sulla carta, ha ottime referenze:

  1. laurea in medicina e chirurgia

  2. laurea in chimica

  3. laurea in farmacia

  4. specializzazione in fisiologia

  5. professore associato dell’università di Modena (fino all’84)

  6. capitano medico di complemento del Regio Esercito (nel ’41 e nel ’42)


Che dire? Un curriculum di tutto rispetto.
Peccato che abbia buttato tutto alle ortiche cercando di creare una cura al cancro.
Nel 1963 Di Bella inizia a lavorare al suo metodo, portandolo sui pazienti appena 4 anni dopo. Nel ’77 introduce la Somatostatina (o il suo analogo Octreodite) e nell’89 presenta ufficialmente il suo metodo asserendo di essere in grado di prevenire le metastasi.

A quel tempo la cura ha un costo enorme per i pazienti, poichè la somatostatina era un farmaco di fascia H, quindi non si potevano addebitare al SSN parte dei farmaci necessari al metodo.
Per questo motivo, nel ’96, l’AIAN (associazione di pazienti in cura da Di Bella) inizia a fare pressioni a media, opinione pubblica e magistrati per rendere gratuita la somatostatina. Quasi contemporaneamente, la CCN (Commissione Oncologica Nazionale) lo dichiara “privo di validazione scientifica”.
Ma oramai il danno è fatto: sotto le pressioni dell’AIAN, alcuni magistrati sanciscono sentenze in “favore” dei pazienti, facendo ottenere per alcuni di essi la fornitura gratuita dei farmaci necessari.

Rosy Bindi
(Ministro della Sanità in quegli anni) impone a Di Bella di consegnare le cartelle cliniche a prova del funzionamento del metodo, ma il medico si rifiuta e ne consegna ai carabinieri solo 4.
Nonostante le evidenti mancanze scientifiche e la riluttanza nel dimostrarle, nel ’98 viene autorizzata la sperimentazione per il metodo.
Sperimentazione che non andò MAI oltre la fase II, in quanto non vennero riscontrati effetti contro i tumori ma anzi, presentarono tossicità, peggioramento della malattia e morte dei pazienti.

Luigi Berlinguer
(Ministro dell’istruzione di quell’anno) dichiarò che il presupposto scientifico della sperimentazione era riscontrabile nell’allarme sociale che il tutto aveva creato.
Cosa mai ci sia di scientifico in un allarme sociale, lo sa solo lui.

Ma cosa veniva somministrato ai pazienti?
Anzitutto, il metodo subisce varie modifiche nel corso degli anni (Di Bella userà infatti più di 150 farmaci differenti, cosa assai sospetta per una “cura definitiva”), ma alla base si trovano sempre i seguenti componenti:

  1. Somatostatina o octreodite (utilizzata per il trattamento delle neoplasie neuro-endocrine o delle cisti e/o pseudocisti pancreatiche)

  2. Bromocriptina (agonista della dopamina, utilizzata ampiamente per trattare adenomi ipofisari, prolattino-secernenti e conseguente galattorrea)

  3. Ciclofosfamide (Antineoplastico largamente usato in ematologia per indurre eradicazione del midollo osseo in pazienti leucemici e consentire il successivo trapianto e, in passato, come potente immunosoppressore in alcuni disordini autoimmuni ma, nel caso del MdB, somministrato spesso a basso dosaggio, con conseguente nullo effetto terapeutico e rischio spiccato di comparsa di chemioresistenza)

  4. Melatonina+ Adenosina (brevetto, dove risulta inventore anche lo stesso Di Bella)

  5. Complesso multivitaminico (retinoidi, Vit E, C e D)

Questo però, ripeto, è il composto “base”, infatti a seconda del tumore trattato venivano associati differenti farmaci.

Ora parliamo di numeri.
Nel ’98 Di Bella permise la visione di tutte le cartelle cliniche a degli oncologi, i quali le analizzarono per fornire credito al metodo.
I risultati ottenuti dallo studio di 3076 casi analizzati sono i seguenti:

  1. in circa il 50% non si era nemmeno certi della presenza di un tumore

  2. nel 30% mancano i dati relativi alla sopravvivenza a seguito della terapia

Per gli ultimi 605 casi (il 20%) con dati relativi alla sopravvivenza:

  1. 248 avevano dati sicuri su diagnosi e trattamento

  2. di quei 248 casi, 244 hanno subito trattamenti convenzionali per curare i tumori e SOLTANTO 4 sono stati trattati completamente con il metodo Di Bella

Tutti e 4 morirono entro 3 anni dalla diagnosi che, guarda caso, rientra nella media di sopravvivenza di chi non subisce trattamenti medici.

Gli animi e le lotte per validare il metodo proseguono fino al 2005, a seguito di una nuova bocciatura da parte del Prof. Condorelli (Presidente del Consiglio Superiore di Sanità in quell’anno) che definì il metodo “non scientifico e non utile” e “non efficace e potenzialmente pericoloso”.

Ad oggi, i figli di Di Bella, continuano a lottare per far riconoscere il metodo e continuano a somministrarlo ad alcuni pazienti. Ma con delle novità: affermano di poter curare molte più malattie come Alzheimer, sclerosi multipla, epatite C, Parkinson e morbo di Crohn, più altre malattie autoimmuni e neurologiche.

Un’ultima cosa, però, va detta: alcuni dei singoli componenti presenti nel “composto base”, hanno effettivamente mostrato sia sperimentalmente che sull’uomo un’attività antitumorale (ma in maniera limitata, scostante o inesistente) per alcune forme della malattia, ma MAI tutte le sostanze mischiate. Di Bella ha pensato che bastasse metterle assieme per creare un farmaco funzionante, cosa completamente stupida e priva di logica.
Se una certa sostanza ha degli effetti (anche minimi), non per forza funziona in modo generale, ne tanto meno è sicuro che funzioni se associata ad altre sostanze; potrebbe infatti agire meglio con alcune sostanze o non funzionare affatto con altre.

In conclusione, Di Bella non ha usato sostanze inattive, ma ha preso delle sostanze attive per indicazioni terapeutiche sbagliate, fin troppo generiche e usate con dosaggi errati o addirittura insufficienti, minimizzando gli effetti collaterali (il che è un bene per la salute dei pazienti), ma minimizzando allo stesso tempo l’efficacia della cura stessa.

[JD]
 
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view post Posted on 1/2/2016, 12:52
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Quindi!!!!

???
 
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