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Diocesi di Sorrento e Ischia. Parrocchiani e Comune difendono diritto di patronato, Privilegio popolare medievale di 21 parrocchie (15 in Italia) schiacciato dalla diocesi che fa orecchie da mercante

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view post Posted on 17/9/2014, 06:27
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Privilegio popolare medievale schiacciato dalla diocesi che fa orecchie da mercante

basilica

http://piano200.wordpress.com/2014/09/16/s...-sembran-pochi/


SE 3000 GIORNI VI SEMBRAN POCHI!
settembre 16, 2014mimmo cinque
Venite gente vuota, facciamola finita, voi preti che vendete a tutti un’ altra vita;
se c’è, come voi dite, un Dio nell’ infinito, guardatevi nel cuore, l’ avete già tradito
(Francesco Guccini)

“Non c’è chi non veda l’urgenza di un grande ricupero di moralità personale
e sociale, di legalità. Sì, urge un ricupero di legalità!”
(Giovanni Paolo II)

Can. 523 – Fermo restando il disposto del can. 682, §1, la provvisione dell’ufficio di parroco spetta al Vescovo diocesano; essa avviene mediante libero conferimento, a meno che qualcuno non abbia il diritto di presentazione o di elezione.
(Codice di diritto canonico)
basilica 30 giugno 2006, eran circa le ore 20.00, don Arturo veniva ordinato Vescovo e lasciava la guida della Parrocchia di San Michele Arcangelo. Al momento in cui questo post viene pubblicato, le ore 20 del 16 settembre 2014, sono trascorsi 3000 giorni da allora. 3000 giorni in attesa di eleggere il nuovo parroco, 3000 giorni di violazione del Diritto Canonico, 3000 giorni in cui si protrae la reggenza “provvisoria” dell’amministratore parrocchiale don Pasquale che ormai ha perso ogni forma di legittimità trasformandosi in una negazione dei nostri diritti, il tutto nel silenzio della Curia e del diretto interessato. In questi 3000 giorni a noi si è aggiunta la parrocchia di Mortora anch’essa in attesa da troppo tempo di esercitare un suo diritto e presto si aggiungerà Meta. Proprio grazie agli amici di Meta la battaglia per esercitare il diritto di giuspatronato ha ripreso vigore, una battaglia per rivendicare un diritto per troppo tempo negato dalla Curia e dagli Amministratori Parrocchiali di Piano e Mortora i quali col loro silenzio si rendono complici del tentativo perpetrato prima dal Vescovo Cece ed ora dal Vescovo Alfano di far cadere nell’oblio una prerogativa secolare del nostro popolo che non è nella disponibilità della Curia o del Vaticano ma a cui solo tutti noi potremmo rinunciare e questo, con tutto il rispetto, se lo possono tranquillamente scordare.

In questi giorni si sta creando un comitato interparrocchiale di persone che vogliono difendere le nostre tradizioni e tramandarle ai posteri, in primis il giuspatronato. Persone che amano il loro paese e disposte a percorrere ogni via per far valere i propri diritti. Sarebbe bello che anche dagli altari si levasse la richiesta al nostro Vescovo di indire SUBITO le elezioni per il parroco a Piano e Mortora ma, tranne una lodevole eccezione, ci troviamo di fronte ad un muro di gomma. I nostri Amministratori Parrocchiali tentano di nascondersi dietro il dovere di obbedienza al loro Vescovo dimenticando che di fronte ad una situazione di grave irregolarità come questa che stiamo vivendo da 3000 giorni sarebbe loro dovere rifiutarsi di continuare ad occupare un ruolo di potere non loro e chiedere di essere legittimati attraverso regolari elezioni. Credo che ormai l’attesa si sia fatta troppo lunga ed i tentativi di scipparci un nostro diritto troppo plateali per consentirci il lusso di utilizzare termini più morbidi, è ormai tempo di chiamare le cose con il loro nome e di percorrere tutte le vie per salvaguardare il diritto conquistato dai nostri avi.

Edited by pincopallino2 - 19/8/2017, 18:34
 
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http://www.sorrentopress.it/vescovo-alfano...e-parroco-meta/

Il vescovo Alfano apre all’elezione del parroco di Meta

Pubblicato il 12 ottobre 2014 by Francesca Vanacore in Meta
chiesa-del-lauro
META. La decisione definitiva arriverà dopo un confronto con il consiglio pastorale diocesano. Monsignor Francesco Alfano ha preso tempo, ma non esclude la possibilità di indire le elezioni dei parroci di Meta, Piano e Mortora. È quanto emerso durante un incontro tenutosi venerdì pomeriggio tra l’arcivescovo di Sorrento-Castellammare di Stabia ed i fedeli di Meta che reclamano il rispetto del loro diritto di patronato, cioè il privilegio di eleggere direttamente la propria guida spirituale. “Voglio capire e approfondire i termini della questione prima di prendere una decisione definitiva – ha detto l’arcivescovo durante il confronto –. Consulterò il consiglio pastorale per trovare una soluzione condivisa”.

La parrocchia di Santa Maria del Lauro, intanto, continuerà a essere guidata da don Gennaro Starita, nonostante abbia ormai raggiunto il limite d’età di 75 anni. “Per il momento – ha concluso monsignor Alfano – il parroco di Meta è ancora lui”. Da parte loro, i fedeli hanno ribadito la volontà di eleggere direttamente la massima autorità spirituale del paese.

“Noi metesi – hanno sottolineato alcuni dei partecipanti al vertice con l’arcivescovo – abbiamo conquistato il diritto di patronato grazie al duro lavoro dei nostri antenati che si accollarono le spese per la costruzione della chiesa. Non intendiamo perdere un privilegio riconosciuto alla nostra comunità dal lontano 1207”. Durante il faccia a faccia, pur ribadendo la volontà di andare alle urne, i fedeli metesi hanno fatto chiarezza sulla possibile nomina di un amministratore parrocchiale anche per Meta: dovrà rimanere in carica per il tempo strettamente necessario a indire le elezioni e, soprattutto, dovrà trattarsi di un sacerdote nato e battezzato in città. Indicazioni che restringono il novero dei candidati a don Franco De Pasquale, don Daniele Pollio, don Modestino Capodilupo, don Antonio Soldatini, don Salvatore Rossi e monsignor Angelo Castellano.
 
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view post Posted on 26/10/2014, 06:48
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http://www.sorrentopost.com/elezione-parro...interno-chiesa/

Elezione del parroco? Dio ci liberi da una campagna elettorale tra preti o da nuove futili dispute all’interno della Chiesa
Scritto da: Salvatore Foggiano 25 ottobre 2014

In questi giorni molti hanno parlato della questione dello “Jus Patronatus” presente in alcune parrocchie della nostra Diocesi, mentre Sorrento Post, sia per rispetto alla scelta che dovrà compiere il nostro Arcivescovo (nella foto, ndr) sia per il rispetto del popolo che ne chiede l’applicazione,non è voluto entrare nella discussione (se non con un articolo di spiegazione).
Adesso, però, non voglio e non posso, sottrarmi al dibattito (dopo che tutti hanno parlato ed espresso le loro idee).
Lo strumento dello “Jus Patronatus” fu introdotto dal Pontefice Alessandro III per darsi la possibilità di concedere privilegi ad alcuni nobili che si accollavano il restauro di chiese o monasteri, ma specificando bene che era da intendere come “Jus Spirituali Annexum” la qual formula non contemplava affatto il diritto di elezione da parte di laici, finché col tempo fu abolito definitivamente da Paolo VI nel 1969 con il Motu proprio “Ecclesiae Sanctae” documento che affermava anche la necessità di rivedere le convenzioni(che escludeva dall’abolizione) tra S.Sede e privati o Enti,tanto è vero che nel nuovo codice di Diritto Canonico del 1983 non vi è traccia dello “Jus Patronatus”.
Quanto detto finora può bastare per dire che sono contrario allo “Jus Patronatus” fosse solo per un motivo giuridico, ma c’è di più.
A mio avviso i fedeli delle parrocchie interessate devono lasciare all’Arcivescovo la decisione su quale parroco designare alla guida delle loro parrocchie, in quanto da un punto di vista strettamente spirituale, la vera scelta la compie lo Spirito Santo il quale attraverso la decisione del Vescovo invia l’uomo giusto al posto giusto (è chiaro che c’è un discernimento profondo nella preghiera del capo della Diocesi nell’interpretare la volontà Divina).
Con questo non voglio dire che l’assemblea del popolo non deve contare nulla, anzi, dico loro che tale “diritto” deve viverlo come uno stimolo continuo ad un confronto ed ascolto incessante con i chierici sia su aspetti quotidiani che sulle grandi domande, senza fare sconti, ma fidandosi della saggezza millenaria dell’episcopato cattolico e del loro Vescovo che è in linea diretta il discendente dei Santi Apostoli.
Facendo questo e superando una volta per tutte tale “diritto” si eviterà in futuro di assistere (Dio ce ne liberi) a campagne elettorali di preti che si metterebbero automaticamente l’uno contro l’altro o a dispute e ferite profonde nella Chiesa come già in passato avvenuto, basti ricordare il caso della lite di Rosano (1203) tra le monache Benedettine del convento di Santa Maria di Rosano, le quali avevano eletto la propria madre superiore ed il conte Egidio che rivendicava il diritto di elezione della suddetta; scontro che durò fino al 1209,cioè ben sei anni,e risolta solo grazie all’intervento di Innocenzo III.
Salvatore Foggiano
 
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view post Posted on 29/10/2014, 17:17
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http://www.caprinews.org/articolo/146212/m...per-le-elezioni

28/10/2014
Meta Sorrento raccolta di firme per le elezioni del parroco



Meta Sorrento raccolta di firme per le elezioni del parroco a monsignor Francesco Alfano di indire l’elezione del parroco. Una petizione porta a porta che coinvolge tutte le strade e le piazze di Meta. I fedeli rivendicano la possibilità di eleggere la guida spirituale della comunità di Santa Maria del Lauro, come avviene dal lontano 1207. “Durante l’incontro che abbiamo avuto nel seminario diocesano di Vico Equense – spiegano i sostenitori dell’iniziativa -, il vescovo si era impegnato a consultare il consiglio dei presbiteri ed a comunicarci le sue decisioni sul futuro della parrocchia. A distanza di oltre due settimane, però, ancora non si sa se i fedeli potranno scegliere il proprio pastore o se dovranno accettare un amministratore parrocchiale calato dall’alto”. Nella raccolta delle firme si potrà contare anche sull’appoggio di alcuni professionisti. Si tratta del commercialista Antonio Russo e della cardiologa Marialaura Gargiulo. Nei loro studi, infatti, sarà possibile sottoscrivere l’apposito modulo. Per il resto ci si affida al passaparola ed all’impegno dei metesi che risiedono negli altri Comuni della penisola sorrentina. Nei prossimi giorni, intanto, potrebbe arrivare anche il supporto di altri comitati e associazioni. Gli attivisti del movimento puntano a raccogliere tra le 900 e le mille sottoscrizioni da sottoporre poi all’arcivescovo. A quel punto, nelle loro intenzioni, monsignor Alfano dovrà sciogliere ogni riserva e fare chiarezza sul futuro della parrocchia di Meta: affidarla a un amministratore parrocchiale nominato dalla Curia, oppure andare alle urne, consentendo ai fedeli di eleggere il successore di don Gennaro Starita? Nel frattempo si registrano mobilitazioni anche a Piano di Sorrento, dove i difensori del diritto di patronato hanno già ottenuto l’appoggio delle confraternite locali: i rappresentanti di Morte e Orazione e dei Luigini hanno rivolto un appello all’arcivescovo per l’elezione dei parroci di San Michele Arcangelo e di Santa Maria di Galatea. Per il momento, comunque, non si rilevano reazioni da parte dell’arcivescovo. Dagli uffici della Curia non trapela nulla sulle prossime mosse di monsignor Alfano. Nel frattempo, il dibattito sul diritto di patronato monopolizza l’attenzione anche sui social network. Su Facebook sono attivi due gruppi: “Jus Patronatus in penisola sorrentina” e “Subito elezioni del parroco di Piano”. L’obiettivo è di alimentare il movimento d’opinione che sostiene l’elezione diretta dei parroci da parte dei fedeli. Una facoltà riservata a sole 21 comunità religiose in tutto il mondo, di cui sette in costiera: oltre quella di Santa Maria del Lauro a Meta, godono del privilegio le parrocchie di San Michele Arcangelo, della Santissima Trinità e di Santa Maria di Galatea a Piano, quella di Santa Maria delle Grazie di Trasaella e dei Santi Prisco e Agnello a Sant’Agnello e quella di Santa Maria di Casarlano a Sorrento.
 
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http://www.sorrentopost.com/meta-jus-patro...vo-tace-ancora/

Meta: “Jus Patronatus” si o no? I fedeli vogliono il voto, ma il Vescovo tace ancora
Scritto da: Salvatore Esposito 10 gennaio 2015

META. Sono mesi ormai che circolano per Meta voci su di un imminente pensionamento per sopraggiunti limiti di età di Don Gennaro Starita, l’amato Parroco della Basilica di Santa Maria del Lauro.
Ecco perché lo scorso Settembre, anche noi di Sorrento Post, trattammo delle proteste che molti fedeli metesi organizzarono sui social e sulla stampa della Penisola Sorrentina in relazione alla problematica dell’ “elezione del Parroco”. Infatti, quella di Meta è una di quelle parrocchie che beneficiano dello Jus Patronatus, cioè l’antico diritto dei fedeli di eleggere il proprio Parroco, nato come diritto di un feudatario su una chiesa o convento che fossero stati eretti sulla sua proprietà terriera.
Dopo mesi di proteste ed appelli, il Vescovo Francesco Alfano non ha ancora deciso se “concedere o meno” questo diritto. Alcune voci confermano che il Monsignore sarebbe contrario a questa possibilità, perché mettere in competizione dei preti come se fossero dei politici è considerato dal capo della Diocesi un retaggio medievale da superare. Ma le proteste continuano. Adesso i fedeli del comune della costiera hanno anche raccolto oltre 400 firme da presentare al prelato perché si esprima a favore del voto dei fedeli.
I possibili scenari
Sulla successione di Don Gennaro sono di fatto ipotizzabili due possibili scenari: se il Vescovo deciderà per la nomina di un amministratore parrocchiale, il favorito alla successione è l’attuale vice parroco Don Francesco Guadagnulo; se prevale l’ipotesi dell’elezione lo scenario sarebbe molto più complesso e tutto sarebbe messo in discussione, aprendo così diverse possibilità di scelta.
Piano di Sorrento
Intanto la protesta si allarga e si estende anche nel vicino comune di Piano di Sorrento, dove i difensori del diritto di patronato si sono organizzati con diversi gruppi di protesta su Facebook ed hanno ottenuto anche l’appoggio delle confraternite locali.
La Storia
In Penisola Sorrentina le chiese che godono di questo antico privilegio sono 7 e sono: una a Sorrento (Santa Maria di Casarlano), due a Sant’Agnello (Santa Maria delle Grazie a Trasaella e S. Prisco ed Agnello), tre a Piano di Sorrento (la Chiesa di Santa Maria a Mortora, la chiesa della SS. Trinità a Trinità e la Basilica di San Michele Arcangelo) ed una appunto a Meta (Santa Maria del Lauro).
In tutto il mondo invece sono 21, ma sono anni che questa tradizione sembra non si voglia più applicare nonostante le numerose proteste dei fedeli; e pare possa essere addirittura dimenticata cadendo così nell’oblio della storia.
La storia del Diritto di Patronato come istituzione giuridica risale al Medioevo e fu concesso da papa Alessandro III nel XII secolo per premiare quei fedeli che si accollavano la spesa per la costruzione della parrocchia.
In passato il diritto al voto era limitato per censo fra i nominativi designati dal Capitolo della Basilica di San Giovanni in Laterano di Roma, poi era l’amministratore a suggerire i nomi. Successivamente la responsabilità di indicare tali nominativi passò all’arcivescovo di Castellammare di Stabia-Sorrento.
A partire dal 1974, solo i capi famiglia avevano diritto al voto ma dal 1992 la votazione diventò a suffragio universale, estendendo tale privilegio a tutti i battezzati maggiorenni, sia donne che uomini.
Uno degli ultimi parroci ad essere eletto è stato Don Arturo Aiello nella Basilica di San Michele Arcangelo di Piano di Sorrento. Dopo la nomina di questi a Vescovo di Teano, l’ Arcivescovo Felice Cece, nominò come amministratore parrocchiale di Piano di Sorrento Don Pasquale Irolla, interrompendo così una millenaria tradizione ecclesiastica.
 
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Parrocchia di Santa Maria Maddalena: La Santa Sede riconosce positivamente il diritto di Patronato ed invita alla riappacificazione, il Vescovo nicchia
Alla Parrocchia dedicata al Sacro Cuore e a Santa Maria Maddalena Penitente, costruita nel 1898; Della parrocchia di Casamicciola, situata prima del terremoto del 28 luglio 1883 al Maio, s’ignora l’anno della fondazione. L’unica data precisa è quella del 1540, anno in cui il vescovo d’Ischia, Monsignor Agostino Falivenia da Giffoni (1534-1548), più noto come Agostino Pastineo, concede il diritto di giuspatronato all’Università e agli uomini del Casale di Casamicciola, perché hanno, con propri beni, riedificata e ampliata la primitiva chiesetta (forse una cappella) quasi del tutto in rovina. L’antica piccola chiesa era dedicata a San Severino e già fungeva da parrocchia. Per impulso del parroco di allora, Don Bartolomeo Monte, l’università e la popolazione del casale di Casamicciola concorrono nella riedificazione, nell’ampliamento e nella decorazione della nuova chiesa, al posto della piccola e fatiscente. Ancora ora l’Ente locale contribuisce economicamente alla Parrocchia e questo è un dato di fatto, quel che si cela poi dietro i meccanismi e i progetti della nomina del Parroco è altra cosa. In merito e sulla contrapposizione del Consiglio Comunale di Casamicciola ed il Vescovo, a seguire il ricorso, con la richiesta d’intervento inviata alla santa Sede dal Comune, si è espresso direttamente il Vaticano che ha inviato lo scorso Febbraio una nota. Nota con la quale, riferendosi alla questione sorta intorno alla nomina del nuovo parroco della chiesa di Santa Maria Maddalena, invita ad una riappacificazione delle parti alle quali si Consiglia un nuovo incontro.
La nota datata 31 gennaio 2012 è stata indirizzata al vescovo Strofaldi e al Comune, invita le parti ad un nuovo dialogo e ad addivenire ad una forma di riconciliazione entro dieci giorni dalla ricezione della missiva. Nella nota in un certo senso si accettano le ragioni comunali riconoscendo il diritto di patronato, ritenuto un fattore molto positivo, dando valore alla formulazione della terna all’interno della quale va individuato il nome del nuovo parroco da insediare. Lo ricordiamo il motivo del contendere è proprio il diritto secondo il quale la parrocchia viene amministrata da un parroco scelto in seno ad una terna di nomi proposti dai consiglieri comunali di Casamicciola Terme.Il Vescovo Strofaldi, invece, ha impugnato i nomi proposti dagli amministratori casamicciolesi (don Gino Ballirano, don Antonio Angiolini, don Giuseppe Nicolella), imponendo la sua scelta unilaterale e non negoziabile: don Gaetano Pugliese. I dieci giorni come è facilmente intuibile sono scaduti l’incontro non c’è stato e come ultimo atto relativo del suo mandato il sindaco D’Ambrosio ha inviato comunicazione a Roma sulla mancata conciliazione. Sul caso Parrocchia si è così fermi a metà febbraio. Mentre Don Gaetano Pugliese svolge il suo mandato vescovile avendo anche fissato la sua residenza alla Sentinella.

Ida Trofa
Casamicciola Terme

http://31.195.168.118/extranet/egov/pdf/gm201000253.pdf
 
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Parrocchia. Direttamente dal Vaticano arriva la nomina di Don Gino. D’Ambrosio: Avevamo visto bene…
Ida Trofa | Da Roma, sede Vaticana è giunta la nota ufficiale che conferma la valenza del Diritto di Patronato, attestando di fatto la bontà e la giustezza degli atti amministrativi redatti dall’Ente Locale, relativamente alla attuazione del diritto di patronato sulla Parrocchia di Santa Maria Maddalena e la relativa azione legale, di forza messa in essere con il ricorso avverso la nomina vescovile di Don Gaetano Pugliese, che nei fatti non aveva risposto alle indicazioni ed ai nomi portati avanti dal consiglio comunale casamicciolese. Don Gino, ora, è a tutti gli effetti Parroco di Casamicciola Terme. Dunque il Vescovo di Ischia non ha potuto che accettare la decisione e di fatto si è data ragione al comune che nel merito della questione patronato aveva nominato un legale, l’avvocato Gullo, esperto vaticanista.

Il Vescovo dando seguito alla missiva ha nominato Don Gino Ballirano, Parroco di Santa Maria Maddalena spostandolo da Sant Antonio. Il provvedimento, come dicevamo, a seguire il decreto giunto direttamente da Roma e la scelta obbligata avendo don Antonio Angiolini rifiutato l’invito per motivi personali e don Giuseppe Nicolella ottenuto già ottenuto altro incarico.

Soddisfazione dal sindaco uscente D’Ambrosio: “Il dispositivo, di cui abbiamo avuto notizia solo oggi che conferma la valenza del Diritto di Patronato sulla Parrocchia di piazzetta Funno, ci rende orgogliosi, perché attesta la bontà degli atti amministrativi e della nostra azione. Il Dispositivo con cui Don Gino viene confermato nel ruolo di Parroco di Santa Maria Maddalena mette la parola fine ad una lunga questione. Poi in futuro non preclude la possibilità ai nuovi amministratori di ridiscutere la questione del Patronato assumendo tutte le decisioni ritenute opportune, tra cui la rinuncia del diritto!”

Anche se il sindaco parla di atto a chiusura di una lunga questione, il silenzio del Vescovo Strofaldi, un silenzio assordante, pesante, fa presagire a tutto fuorché alla conclusione della spinosa vicenda!
 
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view post Posted on 5/10/2015, 20:59
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LUNEDÌ 5 OTTOBRE 2015

ELEZIONI POPOLARI DEL PARROCO di Ciro Ferrigno
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12109895_426432520896959_2160763349999636530_oVoglio condividere questo breve scritto pubblicato oggi sul profilo Facebook di Ciro Ferrigno, inutile dire che condivido in pieno quanto lui scrive, sono certo che tutti noi saremo pronti a correre in soccorso della Nostra Basilica in caso di bisogno, come già avvenne in occasione del sisma del 1980. Forse noi non saremo all’altezza dei nostri padri che edificarono questo tempio, di certo gli ultimi Vescovi e gli ultimi sacerdoti della nostra Parrocchia non sono all’altezza dei loro predecessori che custodirono e preservarono le nostre tradizioni ivi compresa quella dell’elezione del Parroco (Domenico Cinque)

Un paese, perché sia tale, ha bisogno di strade, case e palazzi, almeno di una piazza, punto di aggregazione, di un luogo che sia casa di Dio e di un edificio che serva per il governo della comunità. Nella Planities dell’alto Medioevo non mancavano le case, al centro di vasti frutteti, piccoli agglomerati rurali abitati da contadini ed operai al servizio dei proprietari terrieri, in genere nobili e ricche famiglie o monasteri sorrentini. La strada Minervia che collegava il nostro territorio con quello stabiese si inerpicava su per le colline equane, superava la sella di Alberi e scendeva a Meta per l’attuale Petrale. Costruita forse in epoca arcaica, era finalizzata a raggiungere dapprima il Santuario dedicato al culto delle Sirene e poi quello della Dea Minerva, sacra a Greci e Romani, tempio che sorgeva all’estremità del Promontorium Minervae, oggi Punta della Campanella. Erano molteplici, nella Planities, i sentieri e le stradine che collegavano i vari caseggiati, per lo più sorti in prossimità dell’importante acquedotto del Formiello, che garantiva la presenza dell’acqua potabile. Sussistevano nuclei di collina, come la vetusta Sant’Agostino, poi Galatea e Litemo o rivieraschi, dove erano attive la pesca ed il collegamento con la non lontana Napoli, da sempre punto focale del Golfo.
Almeno tre erano i templi di epoca greco-romana, che punteggiavano il territorio della Planities, in un triangolo sacro, destinato a rimanere tale nei secoli a venire. Uno era dedicato a Venere e nei suoi pressi sarebbe comparsa la Madonna ad una contadina che pascolava il suo armento, presso un albero di alloro. Un altro dedicato a Galatea, la divinità marina, sarebbe diventato il primo centro di devozione mariana del territorio e la prima parrocchia della Planities. Un terzo, quello forse dedicato ad Apollo, è da collocare dove sarebbe stata edificata l’attuale Basilica di San Michele, centro e casa di Dio a Carotto. È veramente emozionante pensare che luoghi di culto come il Santuario della Madonna del Lauro e la Basilica di San Michele insistano su aree considerate sacre, praticamente da sempre! Non Galatea, che fu distrutta dai Saraceni e riedificata più a valle, nell’attuale Mortora. Gli antichissimi fabbricati, passati dal culto pagano a quello cristiano, con l’innalzamento della Croce, diventarono il centro di gravità degli abitati, destinati ad espandersi nel tempo. A Carotto furono tre famiglie a farsi carico della cura del nuovo tempio: Cacace, Maresca e Massa, che conservarono a lungo il patronato sulla chiesa, con l’annesso diritto di presentare il parroco. Successivamente, con atto del Notaio Giovan Ferrante Maresca del 5 marzo 1559, il patronato fu esteso a tutto il popolo, con l’obbligo di concorrere alle spese per il decoro della chiesa ed al mantenimento del Parroco pro-tempore con una dote adeguata, eleggendolo in una terna di nomi proposta dall’Arcivescovo di Sorrento.
Sono sette le parrocchie che hanno il Diritto di Patronato nelle elezioni popolari del parroco: la già citata San Michele, poi Trinità, Santa Maria di Galatea, Santi Prisco ed Agnello a Sant’Agnello, Santa Maria delle Grazie a Trasaella e Santa Maria di Casarlano a Sorrento. Tale diritto è documentato in un testo degli inizi del XVI secolo, da cui si evince chiaramente che la prerogativa già vantava radici plurisecolari. Nel resto d’Italia le altre parrocchie che conservano questo antico Diritto sono: Traversella e San Giorgio a Chieri in Piemonte, Guastalla Roli in Emilia, Cravate in Lombardia e poi Pompei, Barano d’Ischia, San Ciro a Portici e Secondigliano a Napoli.
Negli ultimi decenni gli Arcivescovi di Sorrento–Castellammare hanno avocato a sé la nomina dei parroci, ignorando questo antichissimo Diritto del popolo. È un vero peccato perché viene cancellata un’antica e cara tradizione, collaborando, in tal modo, alla massificazione ed alla globalizzazione del vivere, piaghe del nostro tempo. L’elezione popolare di un parroco era un evento per la comunità chiamata alle urne e spesso meritava attenzione ed articoli anche sulla stampa nazionale. Perché avviene tutto questo? Certamente è un segno dei tempi: troppi partecipano poco e male alla vita della comunità parrocchiale e si fanno vivi solo per ricevere i Sacramenti.
Ancora alla fine del Settecento, per costruire la chiesa della Madonna di Rosella si mobilitò il popolo e chi non poteva contribuire finanziariamente, offriva le proprie braccia ed il proprio lavoro fisico. È presumibile che ciò sia avvenuto per tutte le nostre chiese, dalla Madonna del Lauro a San Michele, dalla Trinità a Sant’Agnello e che lo jus di eleggere il proprio parroco sia stato, per i nostri antichi, il premio alle loro fatiche ed ai loro sacrifici. Non veniamo noi, oggi, considerati più degni dei meriti dei nostri padri? E, in caso di bisogno, non dovremmo sentirci più tenuti a rimettere in piedi, pietra su pietra una nostra chiesa danneggiata da una calamità? Insomma, non dobbiamo più ritenere la nostra chiesa la casa di Dio ma anche un po’ la nostra casa?
Il racconto del lunedì di Ciro Ferrigno

PUBBLICATO DA DOMENICO CINQUE A 16:50

Edited by GalileoGalilei - 26/2/2017, 20:33
 
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http://www.voce.it/it/articolo/1/chiesa/bl...dice-il-sindaco

In base a un giureconsulto del 1446
Bloccato il nuovo parroco di Rolo proposto dal Vescovo di Carpi. La scelta spetta a noi, dice il Sindaco

Il 5 novembre il Consiglio chiamato a deliberare da una terna

Il Vescovo della Diocesi di Carpi, sotto la quale ricade anche Rolo, ha dovuto bloccare sabato sera la nomina del sacerdote congolese don Jean-Marie Vianney a parroco della parrocchia della cittadina reggiana. Il motivo? In base a un antico giureconsulto risalente al 1446 girato al Comune di Rolo da un lascito testamentario dei conti Sessi nel 1776, la scelta – all'interno di una rosa di tre nominativi presentati dal Vescovo – compete alla Comunità di Rolo, dunque, al Consiglio comunale. Il Vescovo pensava di avere già individuato il nome del sacerdote? Niente da fare: il sindaco Fabrizio Allegretti intende rispettare la prassi dei tre nomi e della scelta finale spettante al Consiglio, convocato per la sera del 5 novembre. Anche perché esistono precisi e concreti motivi per attenersi alla procedura consacrata dalla storia.
Nelle foto, don Jean-Marie Vianney, il sindaco Fabrizio Allegretti e il Vescovo di Carpi
 
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http://curiosandomagazine.it/professionist...ne-del-parroco/

Autore: Gianluca Castellano
Meta: Nomina di un amministratore parrocchiale. Abolizione del diritto millenario all’elezione del parroco

nov 20, 2015

Meta: Nomina di un amministratore parrocchiale. Abolizione del diritto millenario all’elezione del parroco
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La comunità cattolica metese è in fibrillazione.

Cos’è successo?

E’ successo che il vescovo Mons Francesco Alfano ha raccolto le dimissioni, non troppo di buon grado rassegnate dall’ormai ex parroco Don Gennaro Starita, ed ha conferito la carica di amministratore parrocchiale a Don Francesco Guadagnuolo (già vice parroco).

Benchè 75 anni sia una bella età, non si comprende come possa essere considerata vincolante quale età massima per fare il parroco, quando poi tale limite trova tante proroghe per vescovi e cardinali, in particolare i cardinali fino ad 80 anni possono partecipare al Conclave. Fatto sta che molti fedeli sono in subbuglio, in quanto per la parrocchia di Meta (poi vedremo le altre) vige un privilegio datato 1206, formalizzato nel Codice di diritto canonico, secondo cui è diritto dei metesi eleggere la massima autorità spirituale del paese.

Ragion per cui è stato dato vita ad un Comitato per la difesa del “Diritto al patronato”, con polemica aperta verso la Curia accusata non troppo velatamente di dimissioni imposte all’ex parroco. La protesta approderà in Vaticano, con una petizione di 500 firme.

Ma perché poi tanto clamore?

Il privilegio dell’elezione diretta del parroco, è tale solo in 21 parrocchie nel mondo, di cui 9 in Italia e di queste ben 7 in Penisola Sorrentina. Quindi oltre alla Basilica si S.M. del Lauro, vi è la Chiesa patronale di S. Michele Arcangelo (Piano di Sorrento), di Mortora, la Chiesa dei SS. Prisco e Agnello (Sant’agnello), la Chiesa di S.Maria delle Grazie in Trasaella, Chiesa della Trinità, Chiesa di S. Maria di Casarlano, tutte ormai rette da amministratori parrocchiali.

Vi chiederete, da dove nasceva questo privilegio?

Nasceva dall’organizzazione della Chiesa, che agli inizi dell’anno 1000, aveva individuato delle confraternite estaurite, intorno alle quali si organizzava la fede. Per capire cosa fossero le chiese estaurite (o staurite) non serve cercare sul vocabolario, non si troverebbe nulla. Il diritto delle chiese estaurite di eleggere loro stesse il “Jus patronatus”, nasce in quanto tali chiese erano sorrette ed organizzate dall’aristocrazia del posto che si faceva carico (anche tramite la raccolta fondi) di tutte le spese per la costruzione e/o ampliamento delle chiese, per cui ai capi famiglia di questa aristocrazia territoriale venne concesso il diritto di eleggere il parroco.

Ovviamente il diritto al voto era per pochi, all’inizio solo ai rappresentanti delle famiglie aristocratiche, poi negli anni è stato esteso a tutti i capi famiglia di sesso maschile. Bisognerà arrivare al 1992 per sancire il suffragio universale con diritto al voto di tutti i maggiorenni, maschi e femmine, che fossero battezzati. Come si vede, un diritto millenario, raccolto nel diritto canonico e che per la Basilica di S. M. del Lauro vige dal 1206, ovvero fin dai tempi in cui vi era una piccola chiesetta al posto della grande Basilica attuale.

Perché allora la Curia ha da tempo cambiato rotta cercando di abolire queste tradizioni?

Qualche motivo c’è, ovvero le convulse campagne elettorali dei candidati parroci che poco hanno di cristiano, anche la considerazione che tale privilegio è statuito esclusivamente a nati e battezzati a Meta.

Ebbene, con gli ospedali, chi nasce più a Meta?

Nessuno, per cui bisognerebbe modificare qualcosa nel meccanismo. Certo però che 1000 anni di storia non possono essere cancellati di colpo. La Curia nomina amministratori parrocchiali non potendoli chiamare parroci. Ma di fatto è così per tutte le parrocchie del “Jus Patronatus” con buona pace dei fedeli, della chiesa aperta, del diritto canonico e delle tradizioni millenarie.

L’ultima parola al Vaticano.
 
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http://www.agorainforma.it/trenta-anni-lul...ne-del-parroco/

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META
Trenta anni fa l’ultima elezione del parroco
Prescritto il diritto di patronato per i metesi?

by agora informa 26 febbraio 2017, 10:58 0



La Parrocchia di Santa Maria del Lauro ha goduto finora del privilegio di eleggere il proprio parroco: i fedeli venivano chiamati alle urne e potevano esprimere la loro preferenza tra una terna di sacerdoti presentati dal vescovo. Questo antico privilegio (diritto di patronato) era riconosciuto a sette parrocchie della Penisola Sorrentina: Meta (Santa Maria del Lauro), Piano di Sorrento (San Michele, Trinità, Mortora), Sant’Agnello (SS. Prisco e Agnello e Trasaella), Casarlano.

Erano le Chiese dette “Estaurite” che avevano l’obbligo di provvedere al mantenimento del culto e alla manutenzione dell’edificio sacro.

Il diritto dei fedeli di eleggere il parroco e di presentarlo al vescovo perché gli fosse conferita l’istituzione canonica era legato all’origine e alla storia stessa delle sette chiese. Meta, inoltre, il 22 ottobre 1849 aveva ricevuto la visita di Pio IX che il 1° ottobre 1851 aveva eretto il Clero di Meta ad Insigne Collegiata comprendente ventiquattro Canonici, compresi due Dignitari (Primicerio e Decano), un Teologo e dieci Eddomadari. La dignità di Primicerio si univa a quella di Parroco che assumeva così il nome di “Primicerio-parroco”.

A Meta l’ultima elezione del parroco si è avuta l’8 marzo 1987 (trentanni fa) allorché si trattò di scegliere il successore di don Gennarino Porzio, che aveva lasciato volontariamente l’ufficio di parroco per motivi che sono rimasti senza una plausibile spiegazione. In questo caso a contendersi la nomina furono don Antonio Soldatini e don Gennaro Starita, mentre don Antonino Maresca svolse il ruolo di candidato “cuscinetto”.

Don Antonio Soldatini, considerato l’intellettuale del gruppo, laureato in filosofia, sembrava favorito ma il popolo scelse don Gennaro Starita, più popolare, che risultò eletto al termine di una “campagna elettorale” avvincente e non priva di qualche polemica. Alle elezioni parteciparono per la prima volta anche le donne, cosa che destò qualche rimostranze da parte di un certo elettorato maschile piuttosto conservatore.

Don Gennaro, ottimo amministratore, è rimasto alla guida della Basilica di S. Maria del Lauro fino a novembre 2015 quando è stato ufficialmente pensionato, avendo superato i 75 anni d’età. Prima la nomina era a vita. Ma in pensione, nel senso classico del termine, non è andato perché è rimasto attivo come rettore della Cappella di Pontemaggiore e con altri incarichi (continua a celebrare Messa alla Cappella di Casa Starita e del Cimitero). Don Antonio Soldatini (classe 1945), dopo essere stato parroco di Seiano, è attualmente rettore della Cappella della SS. Annunziata (S. Lucia) di Meta e ha continuato a insegnare fino al collocamento in pensione Religione al Liceo classico di Meta.

Ora il diritto di patronato, non sempre ben visto dai vescovi, è caduto definitivamente in prescrizione tra la quasi totale indifferenza dei fedeli. Così il vescovo Mons Francesco Alfano ha accolto le dimissioni di Don Gennaro Starita e ha conferito il 16 settembre 2015 la carica di amministratore parrocchiale a Don Francesco Guadagnuolo (già vice parroco). Sic transit gloria mundi…







Intervista a Gianluca Castellano



Storia dell’antico privilegio

Quando nasce, come si consolida e perché si sta perdendo il diritto di patronato





Nel 2015 è stato formato un Comitato per la difesa del “Diritto al patronato”, con polemica aperta verso la Curia accusata non troppo velatamente di dimissioni imposte all’ex parroco. La protesta è approdato in Vaticano, con una petizione di 500 firme. Della storia e sulle implicazioni di questo diritto ne parliamo con Gianluca Castellano che ha studiato a fondo la questione.

Cosa è il diritto di patronato ?

Il privilegio dell’elezione diretta del parroco, è tale solo in 21 parrocchie nel mondo, di cui 9 in Italia e di queste ben 7 in Penisola Sorrentina. Quindi oltre alla Basilica si S.M. del Lauro, vi è la Chiesa patronale di S. Michele Arcangelo (Piano di Sorrento), di Mortora, la Chiesa dei SS. Prisco e Agnello (Sant’Agnello), la Chiesa di S.Maria delle Grazie in Trasaella, Chiesa della Trinità, Chiesa di S. Maria di Casarlano, tutte ormai rette da amministratori parrocchiali.

Da dove nasceva questo privilegio?

Nasceva dall’organizzazione della Chiesa, che agli inizi dell’anno 1000, aveva individuato delle confraternite estaurite, intorno alle quali si organizzava la fede. Per capire cosa fossero le chiese estaurite (o staurite) non serve cercare sul vocabolario, non si troverebbe nulla. Il diritto delle chiese estaurite di eleggere loro stesse il “Jus patronatus”, nasce in quanto tali chiese erano sorrette ed organizzate dall’aristocrazia del posto che si faceva carico (anche tramite la raccolta fondi) di tutte le spese per la costruzione e/o ampliamento delle chiese, per cui ai capi famiglia di questa aristocrazia territoriale venne concesso il diritto di eleggere il parroco.

Ovviamente il diritto al voto era per pochi, all’inizio solo ai rappresentanti delle famiglie aristocratiche, poi negli anni è stato esteso a tutti i capi famiglia di sesso maschile. Bisognerà arrivare al 1992 per sancire il suffragio universale con diritto al voto di tutti i maggiorenni, maschi e femmine, che fossero battezzati. Come si vede, un diritto millenario, raccolto nel diritto canonico e che per la Basilica di S. M. del Lauro vige dal 1206, ovvero fin dai tempi in cui vi era una piccola chiesetta al posto della grande Basilica attuale.

Perché allora la Curia ha da tempo cambiato rotta cercando di abolire queste tradizioni?

Qualche motivo c’è, ovvero le convulse campagne elettorali dei candidati parroci che poco hanno di cristiano, anche la considerazione che tale privilegio è statuito esclusivamente a nati e battezzati a Meta.

Ebbene, con gli ospedali, chi nasce più a Meta?

Nessuno, per cui bisognerebbe modificare qualcosa nel meccanismo. Certo però che 1000 anni di storia non possono essere cancellati di colpo. La Curia nomina amministratori parrocchiali non potendoli chiamare parroci. Ma di fatto è così per tutte le parrocchie del “Jus Patronatus” con buona pace dei fedeli, della chiesa aperta, del diritto canonico e delle tradizioni millenarie.



In sette parrocchie della Diocesi di Sorrento, precisamente: S. Maria del Lauro di Meta, S. Michele Arcangelo, SS. Trinità, S. Maria di Galatea – Mortora in Piano di Sorrento, SS. Prisco ed Agnello di Sorrento, S. Maria delle Grazie – Trasaella in S. Agnello di Sorrento, S. Maria di Casarlano in Sorrento, i fedeli di sesso maschile che hanno raggiunto la maggiore età e vivono ed hanno la residenza nella rispettiva parrocchia, eleggono il proprio parroco, quando la sede è vacante per morte o dimissione del titolare. Nel corso dell’ultima elezione del parroco della Basilica di S. Maria del Lauro di Meta, avvenuta l’8 marzo 1987, il diritto di voto è stato esteso anche alle donne che celebravano la loro festività civile.



Le parrocchie della diocesi di Sorrento che conservano il diritto di eleggere il proprio parroco, furono tutte estaurite per cui è inevitabile pensare che il diritto di patronato sia fondato proprio su questa caratteristica delle sette chiese.

Ma che cosa si voleva indicare attribuendo questa qualifica ad una chiesa?

La risposta ci viene offerta dall’etimologia del termine “estaurita”, e dalle caratteristiche concrete che avevano le chiese che erano chiamate estaurite.



Le estaurite erano tenute a provvedere la chiesa, nella quale si trovavano, del necessario per il culto. I sacerdoti efficienti venivano infatti soddisfatti dagli amministratori di esse. Si preoccupavano della manutenzione delle chiese loro affidate.

Per l’attuazione di questi fini avevano bisogno di persone fisiche come loro organi, gli estauriti. Essi erano gli uomini del casale o del rione o della comunità in cui avevano sede. Questi ne costituivano l’organo direttivo, ma non le governavano direttamente. A ciò delegavano una o più persone, le quali col nome di maestri, “li compatroni”, di governatori e di economi trattavano gli affari dell’estaurite a cui erano preposti.

Lauro Gargiulo
 
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view post Posted on 28/2/2017, 08:36
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http://www.positanonews.it/articolo/317424...nque-protestare

Penisola sorrentina, diritto di patronato finito nell’oblio. In pochi con Domenico Cinque a protestare
di Redazione -27 febbraio 20170
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Ne abbiamo parlato su Positanonews sei anni fa poi l’anno successivo ritorna in auge la notizia del mancato diritto di patronato, cioè la mancata possibilità di eleggersi i parroci, come esisteva prima in Penisola Sorrentina, Domenico Cinque, impiegato comunale e molto interessato alla cultura del suo paese, da carottese doc, ha attaccato , di nuovo, duramente don Pasquale Irolla “Non sei il mio parroco”, ma intanto il Vescovo Francesco Alfano , della Arcidiocesi di Castellammare di Stabia – Sorrento, ha già deciso nei fatti, per lui è un retaggio medievale e un limite al potere di scelta vescovile, oltre ad essere , per lui, deleterio mettere a fare competizione politica i preti . A Meta dopo Don Gennaro si è proceduta alla nomina di un amministratore parrocchiale, l’attuale vice parroco Don Francesco Guadagnulo
In Penisola Sorrentina le chiese che godono di questo antico privilegio sono 7 e sono: una a Sorrento (Santa Maria di Casarlano), due a Sant’Agnello (Santa Maria delle Grazie a Trasaella e S. Prisco ed Agnello), tre a Piano di Sorrento (la Chiesa di Santa Maria a Mortora, la chiesa della SS. Trinità a Trinità e la Basilica di San Michele Arcangelo) ed una appunto a Meta (Santa Maria del Lauro).
In tutto il mondo invece sono 21, ma sono anni che questa tradizione sembra non si voglia più applicare nonostante le numerose proteste dei fedeli; e pare possa essere addirittura dimenticata cadendo così nell’oblio della storia.
La storia del Diritto di Patronato come istituzione giuridica risale al Medioevo e fu concesso da papa Alessandro III nel XII secolo per premiare quei fedeli che si accollavano la spesa per la costruzione della parrocchia.
In passato il diritto al voto era limitato per censo fra i nominativi designati dal Capitolo della Basilica di San Giovanni in Laterano di Roma, poi era l’amministratore a suggerire i nomi. Successivamente la responsabilità di indicare tali nominativi passò all’arcivescovo di Castellammare di Stabia-Sorrento.
A partire dal 1974, solo i capi famiglia avevano diritto al voto ma dal 1992 la votazione diventò a suffragio universale, estendendo tale privilegio a tutti i battezzati maggiorenni, sia donne che uomini.
Uno degli ultimi parroci ad essere eletto è stato Don Arturo Aiello nella Basilica di San Michele Arcangelo di Piano di Sorrento. Dopo la nomina di questi a Vescovo di Teano, l’ Arcivescovo Felice Cece, nominò come amministratore parrocchiale di Piano di Sorrento Don Pasquale Irolla, interrompendo così una millenaria tradizione ecclesiastica.
 
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view post Posted on 22/5/2017, 11:48

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http://www.ildispariquotidiano.it/it/lagne...lascia-fiaiano/

PRIMOPIANOL’annuncio ufficiale di Lagnese: «Don Emanuel Monte lascia Fiaiano»
ByRedazione WebPosted on Mag 21, 2017
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Chiesa. Lo ha annunciato sabato sera il Vescovo durante la messa delle cresime

Lo abbiamo scritto mesi fa e, così come avevamo scritto di giovani a casa del parroco di Forio scrivendo la verità, anche per l’esodo di Don Emanuel dalla parrocchia di Fiaiano è tutto pronto. E questa volta non è la gola profonda del Dispari nella Diocesi che parla, ma il Vescovo Lagnese in prima persona. Dopo la messa delle cresime che si è svolta ieri sera a Fiaiano, l’ex parroco di Vitulazio prendendo spunto dal Vangelo di ieri ha comunicato alla comunità che dopo 13 anni il parroco li lascerà.

Non sappiamo le reazioni dei credenti di Fiaiano, ma sappiamo cosa sta accadendo a Forio, alla parrocchia di San Sebastiano che hanno già un diavolo per capello non solo per le accuse gravi che un padre, R.D.R., ha rivolto al loro parroco, ma proprio perché a breve arriverà il nuovo prete.

Prima di procedere e capire anche il ruolo di Francesco Del Deo, è bene fare una precisazione importante che serve a capire l’ambiente in quale si andrà “operare”. Useremo un paragone per nulla attinenti al caso, ma che serve come metafora per comprendere i ruoli. Fate finta che Don Emanuel Monte sia un fascistone storico e la parrocchia di Forio un circolo comunista della vecchia Emilia Romagna. Ecco, se Don Emanuel arriva a Forio, sarà questo il mix.

Nelle settimane scorse, i credenti di Forio hanno chiesto al sindaco di Forio, proprio per evitare che Don Emanuel arrivasse a Forio, di iniziare un violento braccio di ferro contro le decisioni (se ci saranno) di Pietro Lagnese di invocare il diritto di patronato e di imporre alla Chiesa un parroco gradito sia all’amministrazione che alla comunità. E, questa richiesta che il sindaco avrebbe accettato di fare, ha fermato – almeno fino ad oggi – proteste più vibranti e clamorose.

Forio vive una fase calda, proprio come dicevamo molto tempo fa. Don Pasquale Mattera, oggi coinvolto in questa vicenda al limite del penale con la storia di R.D.R. ha da tempo fatto sapere che non vuole più restare a Forio e che gradirebbe la parrocchia di Fontana. Le “misure” della canonica a Fontana sarebbero già state prese.

Quando avverrà il cambiamento? La data dovrebbe essere il 14 giugno, ma in questa Diocesi turbolenta con un Vescovo impegnato in una quanto mai poco credibile “operazione pulizia” non si può mai sapere.

La lezione di Filippo Strofaldi con il “Diritto di Patronato” a Casamicciola è ancora vivente su quanti ricordano la vicenda che, in maniera indegna, vide protagonista il vecchio vescovo della Diocesi di Ischia. Si ripeterà a Forio. Don Emanuel Monte, espressione di grido del movimento focolarino isolano, lascia la sua parrocchia, e già questa notizia basta ad agitare gli animi di molti sulla nostra isola. Ne vedremo delle belle.

 
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view post Posted on 18/8/2017, 10:55

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www.ilmattino.it/napoli/cronaca/san...98-2619509.html

Sant'Agnello, il parroco si dimette
era stato eletto dai fedeli nel 1998

di Ciriaco M. Viggiano
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SANT'AGNELLO. Era uno degli ultimi parroci eletti direttamente dai fedeli, secondo un diritto che sette comunità ecclesiali della penisola sorrentina conservano da più di 800 anni. Ora, però, don Natale Pane dice addio alla parrocchia dei Santi Prisco e Agnello di cui era il responsabile dal 1998. «Motivi di salute»: ecco perché il 69enne sacerdote ha deciso di rassegnare le dimissioni.

A sostituire don Natale Pane sarà don Francesco Iaccarino, fino a ieri alla guida della parrocchia di Santa Maria di Galatea in Mortora, a Piano di Sorrento. Iaccarino resterà in carica come amministratore parrocchiale visto che, nelle comunità che godono del privilegio di eleggere la propria guida spirituale, il titolo di parroco spetta solo ed esclusivamente ai sacerdoti scelti dai fedeli a suffragio universale e diretto. Iaccarino, dunque, reggerà la parrocchia dei Santi Prisco e Agnello col titolo di amministratore fino alle eventuali elezioni. Il posto di Iaccarino a Mortora sarà preso da don Rito Maresca, 36 anni, ex parroco di Massa Lubrense e per lungo tempo insegnante presso il pontificio seminario campano interregionale di Posillipo.

L'addio di don Natale Pane riaccende i riflettori sul diritto di patronato, cioè sul diritto di elezione diretta dei parroci che spetta a 21 parrocchie in tutto il mondo. Tra queste, ben sette si trovano in penisola sorrentina: quella di Santa Maria del Lauro, a Meta; quelle di San Michele Arcangelo, di Trinità e di Mortora, a Piano di Sorrento; quelle di Trasaella e dei Santi Prisco e Agnello, a Sant'Agnello; quella di Casarlano, a Sorrento. Nonostante il diritto di patronato sia ancora formalmente riconosciuto dal Codice di diritto canonico, negli ultimi tempi la Curia sorrentino-stabiese ha manifestato la tendenza a sostituire i parroci dimissionari con amministratori parrocchiali, evitando così di indire le elezioni: è quello che è successo a Meta, dove l'arcivescovo Alfano ha nominato amministratore don Francesco Guadagnuolo al posto di don Gennaro Starita, eletto dai fedeli nel 1987 e posto in quiescenza per sopraggiunti limiti di età.

In difesa del diritto di patronato, negli anni scorsi, alcuni fedeli metesi diedero vita a un movimento che raccolse persino centinaia di firme per chiedere alle autorità ecclesiastiche di indire le elezioni per la successione a don Gennaro Starita. Così, tuttavia, non andò. Attualmente, in penisola sorrentina, resta un solo parroco eletto direttamente dai fedeli: si tratta di don Marino De Rosa, alla guida della parrocchia di Trinità dal 2007, quando i membri della sua comunità ecclesiale lo scelsero al termine di una "campagna elettorale" senza esclusione di colpi che creò più di un imbarazzo alla Curia sorrentino-stabiese.
Martedì 15 Agosto 2017, 16:21 - Ultimo aggiornamento: 15-08-2017 16:21
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www.sorrentopress.it/don-natalino-p...di-santagnello/

Don Natalino Pane si dimette da parroco di Sant’Agnello

Pubblicato il 15 agosto 2017 by Max in Sant'Agnello
chiesa-sant'agnello
SANT’AGNELLO. Don Natalino Pane lascia la parrocchia dei Santi Prisco e Agnello. Il 69enne sacerdote ha deciso di rassegnare le dimissioni per motivi di salute dall’incarico che ricopriva dal 1998. Era uno degli ultimi parroci eletti direttamente dai fedeli, in base al diritto di patronato che sette comunità ecclesiali della penisola sorrentina conservano da più di 800 anni.

A sostituire don Natale Pane sarà don Francesco Iaccarino, fino a ieri alla guida della parrocchia di Santa Maria di Galatea di Mortora, a Piano di Sorrento. Iaccarino ricoprirà l’incarico di amministratore parrocchiale visto che, nelle comunità che godono del privilegio di eleggere la propria guida spirituale, il titolo di parroco spetta solo ed esclusivamente ai sacerdoti scelti dai fedeli a suffragio universale e diretto.

Don Francesco Iaccarino, quindi, reggerà la parrocchia dei Santi Prisco e Agnello fino alle eventuali elezioni. Nel frattempo a Mortora arriverà don Rito Maresca, ex parroco di Massa Lubrense che negli ultimi anni ha insegnato presso il pontificio seminario campano interregionale di Posillipo.

L’addio di don Natalino Pane riaccende i riflettori sul diritto di patronato che spetta a 21 parrocchie in tutto il mondo. Tra queste, ben sette si trovano in penisola sorrentina: Santa Maria del Lauro, a Meta; San Michele Arcangelo, Trinità e Mortora, a Piano di Sorrento; Trasaella e Santi Prisco e Agnello, a Sant’Agnello; Casarlano, a Sorrento.


Nonostante il diritto di patronato sia ancora formalmente riconosciuto dal Codice di diritto canonico, negli ultimi tempi la Curia sorrentino-stabiese ha manifestato la tendenza a sostituire i parroci dimissionari con amministratori parrocchiali, evitando così di indire le elezioni. E’ quanto accaduto a Meta, dove l’arcivescovo Francesco Alfano ha nominato amministratore don Francesco Guadagnuolo al posto di don Gennaro Starita, eletto dai fedeli nel 1987 e posto in quiescenza per sopraggiunti limiti di età. Ma, nonostante una petizione dei fedeli che raccolsero centinaia di firme per chiedere nuove elezioni, la posizione della Curia non è mutata.

Attualmente, in penisola sorrentina, resta un solo parroco eletto direttamente dai fedeli: si tratta di don Marino De Rosa, che guida la parrocchia di Trinità, a Piano di Sorrento, dal 2007, quando i membri della sua comunità ecclesiale lo scelsero al termine di una accesa campagna elettorale.
 
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