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Biblioteca dei Girolamini. Libri antichi rubati. Arrestato don Sandro Marsano, Trovati 11 libri a casa sua. Indagata collaboratrice di Dell'Utri

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GalileoGalilei
view post Posted on 7/3/2013, 06:48 by: GalileoGalilei
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http://www.larena.it/stories/dalla_home/47...o_era_a_verona/

06.03.2013


Furto di libri antichi,
il bottino era a Verona

IL SACCHEGGIO DEI GIROLAMINI. Dei quattromila libri trafugati, per un valore di venti milioni di euro, più della metà erano in riva all'Adige in attesa di essere trasferiti. In Zai e in centro erano custoditi la maggior parte dei preziosi volumi. Il pm: decisivo il ruolo del prete che favorì l'accesso incontrollato al patrimonio

L'interno della biblioteca dei Girolamini di Napoli, che contiene un patrimonio di libri antichi e preziosi
L'interno della biblioteca dei Girolamini di Napoli, che contiene un patrimonio di libri antichi e preziosi

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Verona. Saccheggio della biblioteca dei Girolamini: da quella che fu la spoliazione sistematica di un patrimonio librario del valore stimato di 20 milioni di euro sono circa quattromila i libri recuperati. Poco più della metà erano custoditi a Verona: 1.095 volumi e parti di essi (815 opere a stampa e 7 manoscritte) erano nel box intestato a Marco Ceriani in via Pacinotti, altri 791 erano in un appartamento di via Spallanzani e 259 in un locale di pertinenza di un'abitazione in via Giovanni della Casa. IL CROCEVIA. A Verona il deposito principale, veronesi quattro imputati e lo stesso Marino Massimo De Caro, l'ex direttore nonché l'ideatore di quello che i pm napoletani definiscono «mirato programma di smembramento, mutilazione, sistematico danneggiamento e illecito sfruttamento economico del patrimonio librario raccolto nella biblioteca statale oratoriale», viveva in una villa alla Biondella. E lì venne arrestato nel maggio 2012 sulla base della prima ordinanza di custodia cautelare. Ne seguirono altre due e alcuni giorni fa a 14 persone sono stati notificati gli avvisi di conclusione indagine per la terza ordinanza: a tutte è stata contestata, seppur con ruoli differenti, l'associazione per delinquere «finalizzata alla commissione di delitti contro l'ordine pubblico, la pubblica amministrazione, i beni culturali e il patrimonio, stabilmente organizzata in funzione della sottrazione e dell'impossessamento illecito di antichi volumi, manoscritti e parti di essi». E in 166 pagine i pubblici ministeri di Napoli, Antonella Serio, Michele Fini e Ilaria Sasso del Verme, descrivono ruoli e comportamenti adottati da ognuno nel saccheggio alla biblioteca dei Girolamini. A Napoli il saccheggio, a Verona il principale «centro di smistamento» per l'Italia e per l'estero. CRESCENDO ROSSINIANO. All'inizio De Caro fu indagato per peculato e poi arrestato insieme ad altre 6 persone (e per questo reato i pm hanno chiesto il giudizio immediato, gli imputati scelto i riti alternativi e il processo si sta per chiudere davanti al gup di Napoli Egle Pilla), un mese dopo la seconda ordinanza di custodia cautelare, emessa il 7 giugno: nove gli indagati e a tutti venne contestato il vincolo associativo. In ottobre una nuova ordinanza di custodia e nuovi indagati: oltre al gruppo «storico» si aggiunsero padre Sandro Marsano, Luca Cableri (che garantiva la collocazione dei volumi sul mercato antiquario, italiano ed estero, che curò il trasporto di 600 volumi alla casa d'aste Zisska & Schauer di Monaco), Maurizio Bifolco (garante per la collocazione dei volumi sottratti, assicurò la commercializzazione clandestina dei beni, nascose 600 dei volumi più rari) e infine il veronese Stephane Delsalle (chiamato in causa da De Caro e indicato come colui che gli indicava i volumi di particolare pregio, che lo aiutava a selezionare i testi più preziosi e che lo aveva aiutato a a sottrarre volumi in biblioteche pubbliche e private). LE PRESSIONI E IL SACERDOTE. Ma in quest'ultimo «filone», assodato il comportamento di De Caro, su tutti spicca il ruolo del sacerdote nominato Conservatore della Biblioteca con decreto dirigenziale dell'8 febbraio 2012 che procurò a De Caro la nomina a direttore «violando i criteri e i limiti previsti dalla Convenzione di affidamento della biblioteca alla Congregazione oratoriana dell'Ordine di San Filippo Neri». Fu lui a favorire «l'accesso incontrollato alle sale destinate alla conservazione del patrimonio librario a persone estranee ma selezionate dal De Caro», sempre padre Marsano si occupò della «preventiva neutralizzazione dei sistemi di videosorveglianza» e per i pm napoletani partecipò «alla ripartizione degli ingenti profitti della successiva commercializzazione dei beni sottratti ricevendo 50.000-60.000 euro nonché venendo tenuto indenne da ogni spesa di viaggio e alloggio in occasione dei trasferimenti organizzati dal De Caro sia in Italia sia all'estero». Non denunciò le sparizioni e cercò di nascondere le «appropriazioni illecite già effettuate». Fu lui a ordinare ai custodi di spegnere il sistema di videosorveglianza e quando costoro, insospettiti dalle richieste di ingressi in biblioteca fuori da orari e giorni stabiliti, chiamarono al ministero per sapere come comportarsi, si sentirono rispondere di attenersi a quanto stabiliva il direttore. Cioè Marino Massimo De Caro. Che ebbe totale libertà d'azione. E di sottrarre libri preziosi. Il PECULATO E L'ESPORTAZIONE. Il peculato si riferisce alle cessioni di libri, non tutti devono rispondere del reato che affonda le radici nell'appropriazione di un bene appartenente a un ente pubblico da parte di chi, in ragione del proprio incarico, può averne disponibilità. E quei libri, ma soprattutto i più preziosi furono venduti in Italia e all'estero, non solo alla casa d'aste tedesca ma anche alla libreria Scheler di Parigi. Molti di questi erano di interesse storico di livello tale da necessitare l'autorizzazione anche solo per circolare. Si tratta di «Ramusio, Navigationi.. Venezia 1559, 1563, 1564», «Belon, De Aquatilibus.. Parigi 1553», «Belon, Observation de plusieurs singularitès. Parigi 1554» e «Hamilton, Campi Flegrei. Londra, 1776-1779». Per questi quattro la contestazione viene mossa a De Caro, Marsano e Delsalle. Per altri tre volumi, sempre trasferiti a Parigi l'addebito interessa De Caro, Marsano e Cableri. LA DISTRUZIONE. Questo comportamento i pm di Napoli lo contestano a tutti, si tratta probabilmente - sempre che una gradualità in tale scempio sia possibile - di ciò che venne fatto «al fine di procurarsi l'impunità». E per l'accusa distrussero (sottraendo le schede mobili che catalogavano i libri e rifilando le carte dei manoscritti) «i cataloghi di inventariazione del patrimonio librario». Sparirono pagine, l'ordine delle schede scompaginato in modo tale da renderlo inutile, in altri casi le sottrassero. Sparì anche l'inventario manoscritto degli incunaboli (i libri antichi prodotti dalle origini della stampa al 1500). E al danno si è unito lo scempio.

Fabiana Marcolini
 
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