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Maddaloni. Buco da 33 mln di € nelle scuole dei Legionari di Cristo, 5 condanne e 5 assoluzioni per violenze al Villaggio dei Ragazzi. Prescrizione salva 3 imputati

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GalileoGalilei
view post Posted on 28/2/2011, 16:51 by: GalileoGalilei
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Abusi su minori, indagati anche i vertici del Villaggio
di Redazione del 28/02/2011 in Cronaca - Letto 1023 volte

Villaggio dei RagazziMADDALONI. Dagli atti dell’inchiesta sui maltrattamenti e abusi sessuali che sarebbero stati compiuti al “Villaggio dei Ragazzi” di Maddaloni, spuntano circostanze inquientanti.

Oltre ai quattro educatori e all'insegnante, ci sono altri tre indagati per abuso dei mezzi di correzione, tra cui vertici della Fondazione, per aver occultato ciò che accadeva.



“CI SENTIVAMO MORIRE”. Ascoltati da una psicologa, i ragazzi vittime delle violenze che sarebbero state compiute nel Villaggio dei Ragazzi di Maddaloni (Caserta) hanno raccontato il loro stato d'animo con espressioni agghiaccianti: “senso di soffocamento, ansia e sudorazione”; “atmosfera pesante e dura”; “sentirsi morire”; “episodio che mi ha fatto vergognare”; “mancanza di rispetto e di comprensione dei bisogni”. Le dichiarazioni contrarie rese da altri ragazzi, secondo il gip Giuliana Taglialatela, che ha accolto le richieste dei pm Giovanni Cilenti e Ilaria Sasso del Verme, non sono idonee a scalfire l'impianto accusatorio: alcuni hanno infatti raccontato di non essere stati picchiati, aggiungendo però “in quanto mi sono sempre fatto i fatti miei e non davo fastidio a nessuno”. “Dal che si evince - scrive il giudice - che questi ultimi, più obbedienti e remissivi, non sono mai stati fatti oggetto di maltrattamenti da parte degli educatori che, invece, hanno rivolto le loro attenzioni su tutti gli altri ragazzi più ribelli, nei cui confronti hanno adottato reiterati comportamenti violenti che certamente hanno ecceduto rispetto a quelle che sono da ritenersi lecite modalità educative”. Ecco per esempio il racconto di un ragazzino: “Presso il Villaggio dei ragazzi ho frequentato la scuola elementare e la scuola media fino all'anno scolastico 2007/2008. In merito alla mia permanenza in tale istituto ho un bel ricordo unicamente dei miei insegnanti, mentre riguardo agli educatori non conservo molto di positivo”. Riguardo a un educatore in particolare “ricordo che era sua abitudine picchiare i ragazzi più tranquilli e quelli più piccoli, mentre dei ragazzi più ribelli aveva paura perché questi reagivano. Abitualmente picchiava gli altri ragazzi con le mani anche senza motivo e per quanto riguarda me ricordo un episodio in particolare. Se non erro, era subito dopo Carnevale dell'anno 2008, verso le 19.30, quando, dopo avermi dato degli spintoni sulle scale facendomi cadere, mi percosse selvaggiamente con le mani dandomi gli schiaffi in testa”. “Ricordo - ha aggiunto - che furono tanti gli schiaffi che rimasi intontito e per farlo interrompere reagii. Ma, essendo la mia forza inferiore alla sua, mi afferrò per i capelli facendomi molto male e bloccandomi la testa. Mi aveva procurato graffi sul viso facendomi uscire anche il sangue dal naso, al punto tale che quando il professor Pietropaolo mi vide si spaventò molto. Il motivo per cui l'educatore mi picchiò era, a suo dire, perché io non volevo stare in fila”.



PICCHIATI E UMILIATI. Oltre agli educatori e alla maestra, ci sono anche tre indagati tra i vertici dell’istituto, che avrebbero coperto quanto accadeva. “Erano costretti a fare la doccia in fila, nudi e con le finestre aperte perché gli educatori dicevano che puzzavano”, spiega il procuratore aggiunto di Santa Maria Capua Vetere Raffaella Capasso che ha coordinato i pm Giovanni Cilenti e Ilaria Sasso Del Verme e i dirigenti della squadra mobile di Caserta. “Alcuni venivano dissuasi a denunciare”, ha spiegato il capo della squadra mobile di Caserta, Angelo Morabito. “Il ragazzo tunisino che veniva picchiato, ad esempio - aggiunge Capasso - aveva paura di raccontare ai genitori delle violenze subite nella struttura perché il padre, stando al suo racconto, l'avrebbe bastonato e legato a una sedia”. “I genitori a volte sapevano”, ha aggiunto il pm Ilaria Sasso del Verme la quale ha anche spiegato che le umiliazioni degli educatori nei confronti dei ragazzi erano “pressoché quotidiane”.



PROTEZIONI DAI VERTICI. Dalle indagini che hanno portato alla luce presunti abusi sessuali nel Villaggio dei ragazzi di Maddaloni (Caserta) è emerso che, all'interno dell'istituto, gli educatori godevano di protezioni e coperture; gli abusi - secondo l'accusa - erano noti ai vertici del villaggio, ma non risulta che nei confronti di chi li commetteva siano stati presi provvedimenti. Quando la madre di Lorenzo, uno dei ragazzi picchiato da uno degli educatori, seppe che il figlio era stato spinto per le scale, pensò di denunciare il fatto. Scrive il gip: “La donna, intenzionata a sporgere denuncia, era stata però dissuasa dal responsabile degli educatori, e dal direttore amministrativo. Il primo, infatti, le aveva promesso che l'educatore sarebbe stato allontanato dalla fondazione; il giorno seguente, invece, il direttore amministrativo l'aveva minacciata di riferire ai servizi sociali i conflitti esistenti tra madre e figlio, rappresentandole così l'elevata probabilità che le autorità le avrebbero tolto i suoi tre figli”.



IL RACCONTO SUGLI ABUSI DELLA MAESTRA. Un ragazzino racconta: “Ricordo che c'era un'insegnante la quale era molto severa; non mi dava gli schiaffi, ma faceva altre cose che sono imbarazzato a dirvi ma che posso scrivere su un foglio. La professoressa ci raccontava della sua vita privata come quando ricordo che fece vedere a me e al mio amico come si sarebbe comportata se fosse stata aggredita da un uomo. Tale comportamento non si riferiva solo al fatto di essere aggredita da un uomo, ma anche alla proposta fattale da un uomo di andare a letto. Non me la sento di dirvi altro”. A quel punto, imbarazzato, preferisce continuare il racconto scrivendo su un foglio: “Ogni volta faceva sempre le cose zozze vicino a noi bambini e ci parlava sempre della sua vita privata che a noi non importava niente della sua vita privata; diceva che quando stava in treno un signore andò vicino a lei e gli disse se voleva andare a letto con lei e poi non ci ha detto più niente”. Questo invece il racconto di un altro ragazzino: “Ricordo che un giorno in classe la prof mi prese e mi buttò contro una parete e quindi mi diede una ginocchiata in mezzo alle gambe. Io allora per difendermi la spinsi indietro e lei fece finta di cadere, di essersi fatta male e di svenire”.



L’EX SINDACO D’ANGELO CHIEDE INTERVENTO DEL VESCOVO. “C'e' stupore e dolore perché questi fatti non appartengono alla storia di questa istituzione. Ovviamente siamo sicuri che le singole persone coinvolte dimostreranno la loro estraneità ai fatti”. A parlare e' Franco D'Angelo, ex sindaco di Maddaloni (Caserta), nonché nipote di don Salvatore, il sacerdote scomparso 11 anni fa, che dopo la guerra fondò questa istituzione che ha accolto migliaia di ragazzi dando loro assistenza ed istruzione. D'Angelo si dice convinto che il vescovo di Caserta, monsignor Pietro Farina, “esecutore testamentario delle volontà di don Salvatore, farà sentire la sua opinione”. La struttura dopo la morte di don Salvatore è retta dalla congregazione dei Legionari di Cristo. D'Angelo ha annunciato che nelle prossime ore si riunirà il direttivo dell'associazione degli ex allievi per esaminare la vicenda. “Non conosco le accuse nello specifico - prosegue D'Angelo - ma certamente queste vicende non possono appartenere a un'istituzione voluta da don Salvatore che era molto rigoroso e soprattutto sulla morale”.

http://www.pupia.tv/maddaloni/cronaca/556/...-villaggio.html
 
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