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Futuro e Libertà, giù la maschera: lettera-manifesto dei “laici credenti”

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Alessandro Baoli
view post Posted on 4/12/2010, 11:58





Futuro e Libertà, lettera-manifesto dei “laici credenti”


Dopo le critiche del mondo cattolico per le dichiarazioni giudicate troppo “laiciste” di Fini (Ultimissima del 10 novembre), Futuro e Libertà corre ai ripari. Da segnalare infatti la recente lettera “dei laici credenti”, scritta dal deputato Roberto Rosso. Già in Forza Italia e ora in Futuro e Libertà, è pronipote di san Giovanni Bosco, in buoni rapporti con esponenti del clero e in quota Comunione e Liberazione.
Il “criterio di laicità”, si sostiene nella lettera, “è figlio della rivelazione cristiana”, sulla scorta del “date a Dio quel che è di Dio e a Cesare quel che è di Cesare”. Quindi i politici credenti sono “laici” se le loro “scelte normative sono illuminate ma non coartate dalla rivelazione cristiana”. Mentre i “neoclericali” “assumono come loro dovere l’automatica trasposizione sul terreno normativo dei dogmi e degli insegnamenti della comunità cristiana”. “Credenti e non credenti” hanno come “terreno comune” i “principi di diritti naturale”, come la “difesa della dignità della persona umana”. Tra gli altri principi menzionati dal manifesto, abbiamo “i diritti del nascituro”, il rispetto della vita “dal suo concepimento al suo termine naturale”, “il diritto del bambino” di essere adottato “entro il perimetro di una famiglia naturale” formata da “due persone di sesso diverso”. E’ possibile comunque confrontarsi su “accanimento terapeutico” e sulla “discriminazione che a tutt’oggi persiste in materia di assistenza sanitaria in ambito ospedaliero” nei confronti delle coppie omosessuali. Come ha affermato Benedetto XVI, “non soltanto la religione ha il compito di illuminare la ragione”, ma “la stessa ragione ha il dovere di illuminare la religione”, anche contribuendo a superare “talune incrostazioni storiche della coscienza religiosa cristiana”.
La famiglia va tutelata come “cellula originaria e fondante la società e lo Stato” e ciò “imporrebbe una coerente azione politica volta ad applicare il quoziente familiare”, il “buono scuola per garantire il diritto educativo dei figli” e “il buono salute” per permettere alle famiglie di “scegliere liberamente all’interno dell’offerta del sistema sanitario”. Vanno inoltre tutelati di “diritti dei rifugiati politici e religiosi”.
In una “comunità nazionale plurireligiosa – anche se fondata su radici culturali cristiane – e plurietnica”, “noi dobbiamo guardarci” ammonisce il deputato “da due rischi contrapposti ma analogamente pericolosi”, ovvero “il radicalismo individualista e il clericalismo integralista”. L’auspicio è quello di recuperare “le radici che esprimono la centralità della persona umana e del diritto naturale”, per “costruire una civiltà laica e liberale in cui le religioni e in particolar modo quella cristiana” possano dare “un positivo contributo di illuminazione culturale”. Il manifesto è stato già sottoscritto da quasi tutti i parlamentari finiani.

Valentino Salvatore

www.uaar.it/news/2010/12/04/futuro-...laici-credenti/


Edited by Alessandro Baoli - 20/12/2010, 10:48
 
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Alessandro Baoli
view post Posted on 20/12/2010, 10:49




www.lettera43.it/articolo/4456/leretico-fedele.htm

Futuro e santità

L'eretico fedele

Il conflitto di Fini con la Chiesa tra affondi e retromarce.

di Gabriella Colarusso

Il primo, clamoroso strappo, con la santità si consumò nel 2005. All'epoca l' “eretico” era ancora leader di Alleanza Nazionale. «Viviamo in uno Stato laico e come cittadini non siamo chiamati a un atto di fede», disse Gianfranco Fini annunciando, contro la maggioranza del suo partito, il suo sì al referendum che chiedeva l'abrogazione parziale della legge sulla Fecondazione assistita, un sì «convintamente sostenuto» contro una norma che «vieta che la scienza usi cellule staminali degli embrioni prodotti in sovranumero, e dunque destinati alla distruzione, per tentare di salvare o migliorare altre vite affette da gravi patologie».
Fulmini da Oltretevere. Fini l' “infedele”. L'alleato impresentabile del quale ora Pierferdinando Casini, pena l'anima, deve liberarsi. Che la Chiesa cattolica non veda di buon occhio l'alleanza dell'Udc con il presidente della Camera, è cosa nota. Ma, negli ultimi giorni dalla Santa Sede sono arrivate pressioni sempre più insistenti sui cattolici centristi perché lascino nel limbo del laicismo il fondatore di Futuro e Libertà.
A Casini si è rivolto direttamente Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, quotidiano dei vescovi: «Alle radici di questo “soggetto” (il cosiddetto Terzo Polo, ndr) ci sono i seri grumi di sospetto che anche lei ricorda (la storia politica di Gianfranco Fini e le posizioni assunte su importanti questioni valoriali da lui e da vari dei suoi)».

La laicità, la sinistra, le Madame de Staël
.Sospetti, tensioni, scontri duri e retromarce. Il conflitto tra Fini e le gerarchie ecclesiastiche ha una lunga storia e molti retroscena. Ma non ha nulla di nuovo. Dalla destra storica ad Alleanza Nazionale, passando per l'Msi, la componente laica nel mondo conservatore è sempre stata significativa: «la destra storica», dice a Lettera43.it lo scrittore e giornalista Riccardo Paradisi, autore de L'antiberlusconismo di destra (Aliberti editore), «si oppose al "non expedit" cattolico, aveva radici laiche. L'alleanza organica tra destra e Chiesa Cattolica ci fu con i patti lateranensi. L'Msi, nella definizione di Almirante, era un partito di cattolici ghibellini, con un'anima laica che andava da Pino Romualdi ad Alfredo Mantica. Fini era considerato un cattolico “sociologico”, che non si poneva il problema della trascendenza e considerava la Chiesa un fattore di stabilità, e anzi presenziava compito ad alcune funzioni religiose. Poi ci fu la svolta di Fiuggi e l'inizio di un cambiamento» non privo di contraddizioni e marce indietro.
La prima rottura con il mondo cattolico fu aspra. Schierandosi a favore della fecondazione assistita, l'ex pupillo di Almirante spaccò il partito, con i colonnelli già allora divisi su chi l'avrebbe poi seguito e chi invece avrebbe preferito la via del Signore: Adolfo Urso e Italo Bocchino con il capo, Alfredo Mantovano, Riccardo Pedrizzi e gli uomini della consulta cattolica di An, poi sciolta dallo stesso Fini, contro. Erano i giorni in cui il Secolo d'Italia, quotidiano di An, cominciava a strizzare l'occhio ai radicali di Pannella e a rispolverare un certo radicalismo liberale Pannunziano.
Ma sulla scelta referendaria di Fini, e sulle successive rivendicazioni dell'autonomia della politica rispetto alla religione - «Il Parlamento deve fare leggi non orientate da precetti di tipo religioso», ha detto il presidente della Camera un anno fa commentando le proposte di legge sul testamento biologico – sono in molti a ritenere che abbiano influito anche le sue amicizie private e politiche. Soprattutto, la vicinanza con diverse “Madame de Staël” come quella con l'attuale ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, laica convinta, che si disse «confortata» dalla scelta di Fini sulla legge sulla fecondazione assistita.
«Che l'amicizia politica con Prestigiacomo abbia influenzato l'identità politica di Fini è cosa nota», dice chi conosce bene il presidente della Camera. La Sicilia, la scoperta di una certa «borghesia isolana un po' laica, un po' radical chic», hanno aperto nuovi orizzonti al leader di Fli. Una seconda giovinezza politica, fatta di corteggiamenti da parte della sinistra, della fascinazione per alcune spinte libertarie, del look che dal gessato “conservatore" si apre al braccialetto e a un abbigliamento più giovanile, delle dichiarazioni su inconfessate passioni sessantottine come quella per Joan Baez.

Diritti civili o Terzo Polo?
.Nel 2007 Fini ha divorziato da Daniela Di Sotto e due anni dopo ha sciolto Alleanza Nazionale per confluire nel Pdl. Ma la corrispondenza d'amorosi sensi con il partito di Berlusconi, molto sensibile alle richieste del Vaticano, si è rotta in fretta e proprio sulle questioni etiche. Sul caso Englaro, Fini ha consumato il suo secondo strappo con i cattolici: della sorte di Eluana, la ragazza in coma irreversibile da 20 anni, morta il 9 febbraio del 2009, disse Fini, deve decidere il padre. Apriti cielo. I Quagliariello, i Gasparri, gli Stracquadanio, maggiorenti del partito del predellino, reagirono scomposti. Si invocò la “gogna” politica, si aprirono le forche caudine dell'ideologia, la frattura con gli ex colonnelli e non solo non era più sanabile.
Ma già qualche mese prima Fini aveva osato l'indicibile. In un discorso del 16 dicembre 2008, condannando le leggi razziali volute da Mussolini, disse che la Chiesa non aveva fatto abbastanza per evitare «quell'infamia». «Approssimazione storica», «meschino opportunismo politico» fu la risposta lapidaria de L’Osservatore Romano, il quotidiano della Santa Sede diretto da Gian Maria Vian.
Oltretevere non dimenticano, e ora Casini dovrà scegliere. Con La Chiesa o con Fini. Che, dal canto suo, potrebbe riservare molti colpi di scena. Abbassare la posta in gioco e rivedere le sue posizioni sulle coppie di fatto, sul testamento biologico, sul fine vita, per tenersi buoni i cattolici e rischiare però di “morire” definitivamente all'ombra di Casini. O rilanciare con il futurismo dei diritti civili e rinunciare però ai centristi. Qualche segnale di resa al cielo, c'è già. Qualche settimana fa, durante il dibattito alla Camera sul fine vita e sulla morte per suicidio di Mario Monicelli, di fronte a una Paola Binetti scatenata contro i laicisti che, secondo la deputata ex Pd, facevano «apologia dell'eutanasia», Fini ha fatto partire un bigliettino per la parlamentare nel quale sosteneva di condividere il fatto che ogni politica eutanasica è una politica contro la vita. Dietrofront? Presto per dirlo.
Certo è che, con un partito, Futuro e Libertà, dato al 4%, Fini potrebbe decidere di «tranquillizzare» i cattolici per restare nel Terzo Polo. Amore permettendo però. Perché, stando a quanto ha scritto Enzo Palmesano, a solleticare lo spirito laico di Fini, c'è un altro fattore, di più difficile contenimento: la passione per il «tullianismo liberal e radicale» della sua campagna, nuova Madame de Staël.

Venerdì, 17 Dicembre 2010


 
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Alessandro Baoli
view post Posted on 20/12/2010, 11:12




http://www.uaar.it/news/2010/12/19/fini-oc...ostituzione-ue/

Fini: “Occasione persa il no a radici cristiane nella Costituzione Ue”

Il presidente della Camera Gianfranco Fini, durante il convegno organizzato dalle fondazioni Adenauer e De Gasperi sul tema Unità: storia-mito-visione, si è soffermato sul tema delle radici dell’Europa e sull’immigrazione. “Continuo a pensare che sia stata persa un’occasione a non inserire le radici giudaico-cristiane nel preambolo della Costituzione europea”, ha detto Fini. Nel 2003, da vicepremier, egli si attivò proprio in tal senso presso la Convenzione Ue. L’Europa deve infatti condividere “valori comuni”, in quanto è “illusorio pensare che si possa condividere e integrare unicamente in base alla moneta”.
Ma “ormai occorre guardare avanti per non ripetere lo stesso errore e far sì che la ricerca dell’identà dei popoli si trasformi nella ricerca di valori condivisi in ambito europeo”, ha aggiunto. “Non si può parlare di un ritorno al nazionalismo”, ha affermato, “ma c’è i rischio di preclusione, chiusura se non addirittura di xenofobia verso gli stranieri”. Il presidente della Camera si dice d’accordo col cancelliere tedesco Angela Markel, secondo la quale il multiculturalismo è ormai fallito (Ultimissima del 17 ottobre*). Fini riconosce che “le nostre società sono sempre più multietniche”, ma gli stranieri che arrivano in Europa “devono accettare i valori di fondo della società ospitante”.

Valentino Salvatore

* http://www.uaar.it/news/2010/10/17/merkel-...smo-ha-fallito/
 
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view post Posted on 28/12/2010, 16:13
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Corriere della Sera di martedì 28 dicembre 2010, pagina 14
La lettera - Fli è laico, non laicista. Anche il leader riconosce il ruolo centrale della Chiesa


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La lettera Fli è laico, non laicista Anche il leader riconosce il ruolo centrale della Chiesa Futuro e libertà non è ancora un partito e, tuttavia, già viene testato, valutato, criticato, contestato come se fosse tale, e, soprattutto, come se fosse già delineato il suo profilo identitario. Vale per il posizionamento politico, vale per I'impianto valoriale. Nonostante la ribadita collocazione all'interno dell'area di centrodestra e il consequenziale ancoraggio, culturale e politico, al Ppe, la vocazione laica, da destra europea di Fli, è stata semplicisticamente tacciata di laicismo. Sicché, è utile qualche puntualizzazione, al fine di . alimentare un dibattito fondato sul giudizio e non sul pregiudizio. Noi riteniamo che Futuro e libertà, nel rispetto delle sue diverse anime, abbia l'ambizione di interpretare nella modernità i valori cattolici di cui è intrisa la nostra comune identità nazionale. Valori che rimandano alla centralità della persona, al sentimento di solidarietà, al senso di accoglienza e di apertura verso l'altro, alla ricerca dell'incontro tra scienza e fede per il diritto alla vita. D'altra parte è il nostro stesso Manifesto ad auspicare un'Italia «civile, generosa, tollerante e accogliente», «che promuova la Iegalità», «un'Italia solidale, attenta ai più deboli e agli anziani, fondata sulla sussidiarietà, che valorizzi l'associazionismo e il volontariato», «rispettosa della dignità di ogni persona, cosciente della funzione educativa e sociale della famiglia». Si tratta di un patrimonio di valori che ha nella fede cristiana un solido ancoraggio come ha riconosciuto Io stesso Gianfranco Fini a Bastia Umbra, sottolineando «il ruolo fondamentale che ha nella società occidentale la religiosità e in quella italiana l'insegnamento di Santa romana chiesa». Siamo consapevoli, tuttavia, che l'esposizione mediatica rischia di fare apparire come cultura prevalente posizioni legittime ma non ampiamente condivise. Noi riteniamo che il giusto richiamo alla laicità dello Stato debba evitare ff rischio di scivolare nel fondamentalismo laicista, a partire dal tentativo di estendere l'istituto giuridico dei matrimonio alle coppie omosessuali; come solennemente affermato da Benedetto XVI, ogni bambino ha diritto a un padre e ad una madre. Dobbiamo essere vigili rispetto alle trappole del relativismo etico, un fenomeno figlio anche di quell'immaturità che l'Europa dimostrò quando decise di omettere ogni riferimento alle comuni radici giudaico-cristiane nei lavori della Convenzione Europea, nonostante gli sforzi compiuti in tal senso da Gianfranco Fini. Difendere le nostre radici vuoi dire difendere la nostra cultura, i diritti civili e il grado di libertà di cui godiamo. Risuonano in questo senso chiarissime le parole che pronunciò uno dei padri dell'Europa moderna, Robert Schumann: «La democrazia deve la sua origine e U suo sviluppo al cristianesimo. È nata quando l'uomo è stato chiamato a realizzare la dignità della persona nella libertà individuale, il rispetto dei diritti degli altri e l'amore verso il prossimo. Prima dell'annuncio cristiano tali principi non erano stati formulati, né erano mai divenuti la base spirituale di un sistema di autorità». Negare questo presupposto vorrebbe dire costringere la nostra società al declino e alla progressiva cancellazione. In tal senso, è necessario riflettere sul richiamo del cardinale Angelo Bagnasco, a proposito del «lento suicidio demografico» a cui sta andando incontro l'Italia. Un'emergenza che richiede innanzitutto politiche per la natalità e la famiglia, ma che non può prescindere dal misurarsi con il tema della cittadinanza ai figli degli immigrati nati sul suolo italiano. Una scelta di buonsenso per i «nuovi italiani», capaci di sentire davvero l'Italia come la propria patria e di vivere fino infondo l'orgoglio della loro appartenenza, come da tempo non sanno più fare i «vecchi italiani», anche perché vittime di movimenti e culture che evocano i valori cattolici e praticano l'egoismo e la discriminazione.

Antonio Buonfiglio Roberto Menia Andrea Ronchi Pasquale Viespoli Roberto Rosso Daniele Toto Giuseppe Scalia Angelo Pollina ***




http://rassegnastampa.mef.gov.it/mefnazion...0122817508898-1
 
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Ashmael
view post Posted on 28/12/2010, 23:11




"Laicista" è una parolaccia che non ha posto nel mio vocabolario. Io sono LAICO e sostengo la necessità di opporsi all'invadenza della chiesa cattomafiosopedofila nella politica italiana. Sì al matrimonio gay, in nome dell'uguaglianza e della libertà!
 
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Alessandro Baoli
view post Posted on 29/12/2010, 14:46




Lettera Fli al Corriere, “Siamo laici, non laicisti”: ma non si placano polemiche nel centrodestra


In una lettera inviata al Corriere della Sera e sottoscritta da diversi parlamentari di Futuro e Libertà, si ribadisce che la “vocazione laica, da destra europea di Fli” non può essere “tacciata di laicismo”. Tra i firmatari, i parlamentari Andrea Ronchi, Roberto Menia, Pasquale Viespoli, Antonio Bonfiglio, Daniele Toto, Giuseppe Scalia, Angelo Pollina e Roberto Rosso – questi già autore del manifesto dei “laici credenti” (Ultimissima del 4 dicembre).
Fli ha l’ambizione di interpretare nella “modernità i valori cattolici di cui è intrisa la nostra comune identità nazionale”, si legge. Un “patrimonio di valori che ha nella fede cristiana un solido ancoraggio, come ha riconosciuto lo stesso Gianfranco Fini a Bastia Umbra”. La lettera se la prende con “l’esposizione mediatica” che “rischia di fare apparire come cultura prevalente posizioni legittime ma non ampiamente condivise”. Il “giusto richiamo alla laicità dello Stato” non deve “scivolare nel fondamentalismo laicista”, di cui sarebbe espressione la volontà di estendere del matrimonio alle coppie gay.
“Dobbiamo essere vigili rispetto alle trappole del relativismo etico”, “fenomeno figlio anche di quella immaturità che l’Europa dimostrò quando decise di omettere ogni riferimento alle comuni radici giudaico-cristiane nei valori della Convenzione Europea, nonostante gli sforzi compiuti in tal senso da Gianfranco Fini” (Ultimissima del 19 dicembre), continua la lettera. Perchè “difendere le nostre radici vuole dire difendere la nostra cultura, i diritti civili e il grado di libertà di cui godiamo”. Riprendendo le parole di Robert Schumann secondo cui “la democrazia deve la sua origine e il suo sviluppo al cristianesimo”, i parlamentari Fli sostengono che “negare questo presupposto vorrebbe dire costringere la nostra società al declino e alla progressiva cancellazione”. Non manca poi il riferimento al richiamo del card. Bagnasco sul “lento suicidio demografico” del Paese, che va combattuto con “politiche per la natalità e la famiglia”. Ma bisogna anche “misurarsi col tema della cittadinanza ai figli degli immigrati nati sul suolo italiano”, sottolineano i firmatari, in polemica con “movimenti e culture che evocano i valori cattolici” ma “praticano l’egoismo e la discriminazione”.
La lettera non ha mancato di suscitare polemiche nel centrodestra. Daniele Priori, segretario dell’associazione di centrodestra Gaylib, ha risposto* accusando le “colombe” di Fli di “gioco al massaro dei gay per elemosinare un voto in più dai cattolici”. Precisa che a Fli, cui diversi gay di centrodestra si sono avvicinati sperando in posizioni più aperte, “non ha proposto il riconosciento del matrimonio omosessuale tanto temuto”, ma “l’unione omoaffettiva sulla scorta dei modelli già in atto in nazioni vicine e amiche come la Svizzera e l’Austria”. Le “colombe pseudo futuriste volino fino a Londra, Berlino e Parigi dai loro colleghi di centrodestra europei e dicano, se ci riescono”, ironizza Priori, “che queste nazioni socialmente e culturalmente più evolute della nostra, sono a rischio di estinzione”. Da segnalare anche una intervista a Benedetto Della Vedova**, esponente Fli, che così commenta la “differenza” tra “laico e laicista”: “per me è un mistero”, “io mi considero laico, ma vengo definito ‘laicista’ solo perché, ad esempio, vorrei una legge che tuteli le coppie di fatto”.
Anche Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato, afferma che Gianfranco Fini “si è definito più volte ateo e ha ostacolato tutte le norme a tutela della vita”, come già aveva fatto (Ultimissima del 7 settembre). Ritiene interessante la lettera dei parlamentari di Futuro e Libertà, ma chiarisce che “contano di più i fatti”: “la Camera si pronunci finalmente sul testamento biologico”. “Chi si professa cattolico, firmando scritti, sconfessi le posizioni di Fini, che ha boicottato in ogni modo e in ogni fase il nostro impegno per la vita”, continua. Sulle ipotesi di un Terzo Polo, afferma: “Casini non potrà seguire la deriva finiana superlaicista”.

Valentino Salvatore

* www.gaylib.it/wp/?p=2699
**vedi sotto
http://www.uaar.it/news/2010/12/29/lettera...#comment-446067

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http://qn.quotidiano.net/politica/2010/12/..._vaticano.shtml

Della Vedova: "Dai gay al fine vita, un errore appiattirsi sul Vaticano"
Intervista all'esponente di Fli: "Non possiamo rinunciare a essere una forza innovativa e per farlo dobbiamo parlare a tutti gli italiani. I valori? vanno difesi col buon esempio"

Roma, 29 dicembre 2010 — Onorevole Della Vedova, cominciamo dalle parole: che differenza c’è tra laico e laicista?
«Non me lo chieda, per me è un mistero. Io mi considero laico, ma vengo definito ‘laicista’ solo perché, ad esempio, vorrei una legge che tuteli le coppie di fatto».
Per i suoi colleghi finiani si «corre il rischio di scivolare nel fondamentalismo laicista».
«Mah, io questo rischio non lo vedo. Il punto è prendere atto della società in cui viviamo o negarla per far contento qualcuno. Lo sa che in Italia un bambino su 5 non è riconosciuto dal padre? Ecco, io vorrei avesse gli stessi diritti degli altri».
Almeno eviti di ricordare che è favorevole alle coppie omossessuali...
«E perché dovrei? Le coppie omosessuali non dovrebbero avere gli stessi diritti di quelle etero?».
I suoi amici del Fli ribadiscono «l’ancoraggio culturale e politico al Ppe».
«Lo faccio anch’io. E perché non sia un’evocazione vuota e caricaturale ricordo che nel Ppe c’è la Merkel, che governa con i liberali e ha varato un’eccellente legge sul fine vita, e c’è Sarkozy, che mai si sognerebbe di mettere in discussione i Pacs, così come mai lo farebbe il leader dei popolari spagnoli Rajoy».
Perché i suoi colleghi del Fli si sentono in dovere di dire che intendono «interpretare nella modernità i valori cattolici»?
«Forse vogliono evitare fraintendimenti. Diciamo che riconoscono ai loro interlocutori politici e religiosi una buona fede che spesso non c’è».
Non sarà che il Vaticano considera Fini un avversario e vorrebbe allontanare Casini da lui?
«Fosse vero, sarebbe un problema interno ai palazzi del potere. Queste sono cose che agli italiani, cattolici compresi, interessano poco. Il Fli non può rinunciare ad essere una forza innovativa e per farlo deve parlare al cento per cento degli italiani. Stessa cosa per la coalizione».
Ossia?
«Sarebbe un grave errore se con gli amici dell’Udc ci irrigidissimo sui temi cari al Vaticano: dare un futuro ai giovani e alle imprese, difendere l’etica civile e pubblica, sono queste le nostre missioni. Quanto ai valori...».
Dica.
«Beh, il buon esempio è il modo migliore di difenderli ed è evidente che il testimonial più potente di una vita, diciamo così, disinibita è Silvio Berlusconi».
Il Pdl proverà a dividervi col voto sul testamento biologico.
«Assieme alla maggioranza degli italiani, rimango convinto che la questione Eluana andasse risolta da medici e familiari, non da un Consiglio dei ministri. Quando Fini ha parlato con sobrietà di questi temi, la platea di Bastia Umbra ha risposto con un applauso liberatorio: non credo fossero tutti pericolosi ‘laicisti’».

di Andrea Cangini

 
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