http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/09/20...-ditalia/62450/Napolitano: “Nessuna ombra tra Stato e Chiesa”“
Nessuna ombra nei rapporti tra Stato Repubblicano e istituzioni della Chiesa cattolica, pesi sull’Unita’ d’Italia”. Così il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ricevendo in Campidoglio la cittadinanza onoraria di Roma nel 140mo anniversario della Breccia di Porta Pia.
Ripercorre le fasi cruciali del difficile rapporto “storico” tra “Quirinale e Vaticano”. Cita Mazzini e Cavour, poi il Capo dello Stato dice: “Sappiamo quanta acqua sia passata da allora sotto i ponti del Tevere. Quale significato ed incidenza abbiano avuto i Patti Lateranensi del 1929 e la necessaria e lungimirante rivisitazione del Concordato del 1984”.
Il Capo dello Stato, parlando di Roma Capitale, punta il dito contro “la sottovalutazione” da parte di alcuni ambienti che hanno tentato di “intaccare il fascino di una così straordinaria costruzione di civiltà” Poi aggiunge: “Io personalmente posso dire che non ho mai ceduto a reazioni, più o meno sofisticate, di rigetto di una comune eredita’ – comune a tutti gli italiani: quella della grandezza storica di Roma”.
Rispetto per le istituzioni della nostra Repubblica. ”Mortificare o disperdere le strutture portanti dello Stato nazionale sarebbe semplicemente fuorviante”, poiché esse rappresentano un “essenziale tessuto connettivo”
www.valeriobruschini.info/?p=253MA CHE CE FREGA, MA CHE CE ‘MPORTA …
1) 20 di Settembre dell’Anno del Signore 2010.
Arrivo a Porta Pia intorno alle 9,10.
Vedo tre furgoni dei Carabinieri e 4 della Celere, nonché decine di appartenenti a questi due corpi; gli agenti in borghese, naturalmente non quantificabili, sono lasciati alla fantasia di chi legge.
Dopo qualche minuto, incontro un altro iscritto all’UAAR [1] ed iniziamo a scattare le prime foto.
Abbiamo, così, modo di vedere che la corona di fiori del Grande Oriente d’Italia [2], nonché altre 4, che erano alla destra del monumento, nel piccolo spazio transennato, per intenderci, vengono, con tatto, invero, spostate all’esterno; non sia mai che turbino le Autorità in arrivo!
Verso le 9,20, infatti, giunge Sua Eminenza il Segretario di Stato del Vaticano, Cardinale Bertone Tarcisio, accompagnato da un altro Prelato,
gioviale e pacato.
In rapida successione, giungono la Governatrice del Lazio, Sua Eccellenza [3] Polverini Renata, il Sindaco di Roma, Sua Eccellenza Alemanno Gianni, nonché Sua Eccellentissima Letta Gianni.
Da ultimo, ma non ultimo bensì Primo cittadino d’Italia, arriva l’Augusto Presidente della Repubblica, Napolitano Giorgio.
Così, alle 9,40, hanno inizio le Celebrazioni per i 140 anni della Breccia di Porta Pia e della liberazione di Roma dal tirannico dominio temporale del Papa, durato oltre un millennio!
“Giustamente”, prende la parola [4] per primo il Card. Bertone Tarcisio, il S.d.S. rappresentante dello Stato (ufficialmente) straniero ed, all’epoca dei fatti, sconfitto dall’esercito italiano e, soprattutto, dalla Storia.
Alle 10,05, come diceva quella vecchia canzone [5]:
“La festa appena cominciata è già finita …”.
2) Infatti, appena terminata la concione cardinalizia, le Autorità Supreme si sono dirette, tra due ali di Forze dell’Ordine, al Museo dei Bersaglieri.
Pertanto, S.E. il S.d.S. non solo ha parlato per primo, ma è stato pure l’UNICO AD AVER PARLATO!
E noi continuiamo ancora a pagare le tasse a questo Stato, i cui Rappresentanti non sanno far altro che tacere!
In verità, nessuno si attendeva che parlassero le Eccellenze Polverini, Alemanno e Letta, non foss’altro perché impegnatissime nella gara “Il sorriso più stereotipato”, ma il silenzio del Capo dello Stato ha superato la più sfrenata delle fantasie e ci ha fatto toccare il fondo, per ora.
Visto che l’unico deputato a parlare della fine del potere temporale di quella Chiesa, che rappresentò l’ostacolo maggiore all’unificazione dell’Italia, è stato un Suo molto illustre rappresentante, perché non affidare a Putin l’incarico di oratore unico per il venticinquennale della caduta del Muro di Berlino, nel 2014?
Le celebrazioni sono, poi, proseguite in Campidoglio, dove a Giorgio Napolitano è stata conferita la cittadinanza onoraria della Città di Roma; secondo un mio amico, un fine linguista, si legge: della Città del Vaticano.
Comunque, il veramente indecoroso spettacolo, a cui, oggi, mi è toccato di assistere, mi ha fatto venire in mente principalmente questa domanda:
“Dov’è la differenza tra questa Italia e quell’Iran, con cui tanto ci rompono i timpani, dove gli Ayatollah hanno la prima ed ultima parola?”.
3) Le contestazioni (si fa per dire).
Dopo che S. E. il S.d.S. aveva finito di parlare, alcune persone, che si trovavano dietro gli stendardi del Grande Oriente d’Italia, hanno gridato:
“Viva Garibaldi!”.
A quel punto, alcuni di noi hanno applaudito.
Alle 10,25, essendo partite tutte le Autorità, stavo per andarmene, quando mi sono accorto che, dalla parte opposta a quella in cui mi trovavo, erano spuntate tre bandiere rosse, cosicché mi sono avvicinato, per fotografarle, ed ho visto che erano dei Repubblicani storici, per intenderci, visto che, al centro, avevano la foglia dell’edera.
Nell’occasione, ho visto pure un cartello con la scritta:
“Libera Chiesa in libero Stato”; vicino c’era pure uno striscione dei “Giovani di Di Pietro”.
Tornato a casa, dal TG3, ho appreso che pure i Radicali avevano lanciato alcuni slogan anticlericali ed innalzato alcuni cartelli.
Infine, aperta la posta elettronica, ho letto il comunicato stampa dell’UAAR:
“Porta Pia parla solo il Vaticano e gli altri vengono portati via dalla Digos” [6].
4) Comunque, l’elemento caratterizzante questa veramente nera giornata è stata la canzone, cantata dai Rappresentanti delle statali Istituzioni:
“Fatece largo che passamo noi
i laici devoti de’ ’sta Roma bella
semo devoti fatti cor pennello
e li papalini famo’nnamorà.
Ma che ce frega, ma che ce ‘mporta
si Bertone a Porta Pia cià dato l’acqua (benedetta)
e noi nun ie dimo, e noi nun je famo niente,
ma solamente:
“Ciài dato l’acqua
e noi nun parlamo”
… Ce piaceno li laici devoti
… perché so’ senza schiena
so’come ‘r baccalà
La società de li politiconi
… a noi ce piace da ascoltà
e nun ce piace da parlà.
E si pe’ caso la Repubblica more
se famo du’ spaghetti amatriciani
appresso ‘n par de doppi frascatani
s’imbriacamo e ‘n ce pensamo più …” [6].
NOTE
[1] UAAR: Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti.
Oltre che all’UAAR, sono iscritto anche a Civiltà Laica.
[2] Il Grande Oriente d’Italia è la storica organizzazione della Massoneria italiana.
[3] “Sua Eccellenza … titolo un tempo dato a uomini politici e ad altissimi funzionari dello stato, oggi ancora in uso nella chiesa cattolica per i vescovi e gli alti prelati di curia …”, Il grande dizionario Garzanti della lingua italiana, p.806, Garzanti, Milano, 2009.
[4] Aggiornamento: si veda dopo le note.
Questa volta, chi proprio vuole pascersi delle alate parole di S.E. il Cardinal Bertone, cerchi da solo il senz’altro pregevole discorso del Porporato.
In ogni caso, può rivolgersi sia al Comune di Roma, sia alla Regione Lazio, sia, infine, al Quirinale, che già lo avranno messo, oltre che nei rispettivi siti, pure in una teca.
[5] “La festa appena cominciata è già finita“, fu cantata al Festival di Sanremo del 1968 da Roberto Carlos.
[6] Il testo completo del comunicato stampa.
[7] La canzone originale è: “La società dei magnaccioni “.
La mia talpa personale mi ha garantito che le Autorità cantavano proprio questa canzone.
[Testo trascritto grazie ad un socio dell’Uaar]
Discorso del card. Bertone a Porta Pia, XX settembre 2010.
Cari bersaglieri, in questa città di Roma capitale d’Italia sede del pastore della Chiesa universale, vescovo di
questa alma urbe, siamo raccolti in un luogo altamente simbolico per compiere un atto di omaggio verso coloro che qui caddero e per raccogliere il messaggio che viene dalla breccia di Porta Pia, dal loro sacrificio e dal crogiuolo di tribolazioni, di tensioni spirituali e morali che quell’evento suscitò è sorta però una prospettiva nuova grazie alla quale ormai da decenni Roma è l’indiscussa capitale dello Stato italiano e il cui prestigio e la cui capacità di attrarre sono mirabilmente accresciuti dall’ssere altresì il centro al quale guarda tutta la Chiesa cattolica, anzi l’intera famiglia dei popoli.
Alla vigilia del centocinquantesimo dell’unità d’Italia possiamo riconoscere che nel reciproco rispetto della loro natura e della loro funzione, la comunità civile e quella ecclesiale desiderano praticare in questo paese una vasta collaborazione a vantaggio della persona umana e per il bene dell’intera società. In questo luogo e in quest’ora carica di memorie e di significati, il nostro sguardo si eleva dalle concrete vicende terrene, oggi ricordate, alla dimensione di eternità che la parola (?) si fa preghiera. Dio onnipotente ed eterno a te salga la lode e il ringraziamento perché sempre guidi gli eventi della storia degli uomini verso traguardi di salvezza e di pace. Noi contempliamo l’opera della tua provvidenza che si è dispiegata mirabilmente anche in questa città e in questa terra d’Italia per ridonare concordia di intenti dove aveva prevalso il contrasto. In quest’urbe che per tua disposizione fu la sede della predicazione dell’annuncio cristiano dell’apostolo Pietro, il suo successore possa continuare a svolgere in piena libertà la sua missione universale. Tu che hai dato agli abitanti d’Italia il grande dono della fede in Cristo Gesù, conservi e accresci questa preziosa eredità anche per le generazioni future.
Riecheggia nei nostri cuori l’invocazione del beato pontefice Pio IX: “Gran Dio, benedite l’Italia!’ . Sì o signore benedici oggi e sempre questa nazione, assisti e illumina i suoi governanti affinché operino instancabilmente per il bene comune, dona l’eterna pace a quanti qui caddero e a tutti coloro che li seguono e anche in questi giorni hanno sacrificato la vita per il bene della patria e dell’umanità. Questa città, questa nazione, il mondo intero godano sempre della tua protezione e del tuo aiuto affinché il corso della storia si svolga nella giustizia e nella pace verso quei traguardi, verso la pienezza di intenti annunciata da Cristo Gesù. Amen
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