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Sarzana (SP). Il seminario della vergogna: "Violentato da bimbo da un prete", ex seminarista denuncia gli abusi dei preti

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view post Posted on 4/5/2010, 08:06
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Ex seminarista: «Ho subìto molestie sessuali
04 maggio 2010

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Era soltanto un bambino, alla fine degli anni Cinquanta: ma la sola idea di addormentarsi, la sera, nel camerone del seminario di Sarzana, era diventata per lui una sorta di incubo. Perché c’era quel sacerdote, che di giorno sapeva mostrarsi tanto devoto, ma la notte “ispezionava” i ragazzini già spogliati sotto le lenzuola: e quelle mani, che si insinuavano languide laddove la decenza non consente, provocavano nel bimbo un forte disgusto. Sono passati tanti, tantissimi anni: ed ora quel dodicenne, che ha superato la sessantina, ha trovato la forza di dire tutto: e ha riversato sulla Curia spezzina il peso che si teneva dentro l’anima, tanto imbarazzante. L’accusa è molto semplice: ed è altrettanto turpe. Il seminario vescovile di Sarzana, avrebbe fatto da teatro ad atti di molestie sessuali: da parte di un religioso, almeno. La Curia ha promesso un’indagine approfondita.
 
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view post Posted on 4/5/2010, 10:11
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04/05/10 SEC – Sarzana - Ex seminarista:«Ho subito abusi sessuali»
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Secolo XIX (on – line) – 04/05/10 - Pag. 18

L’uomo,oggi 64enne, sposato, lo ha raccontato al Vescovo e al vicario

SONDRA COGGIO

ERA SOLTANTO un bambino, alla fine degli anni Cinquanta:ma la sola idea di addormentarsi, la sera, nel camerine del seminario di Sarzana, era diventata per lui una sorta di incubo. Perché c’era quel sacerdote, che di giorno sapeva mostrarsi tanto devoto, ma la notte “ispezionava” i ragazzini già spogliati sotto le lenzuola: e quelle mani, che si insinuavano languide laddove la decenza non consente, provocavano nel bimbo un forte disgusto. Sono passati tanti, tantissimi anni: ed ora quel dodicenne, che ha superato la sessantina, ha trovato la forza di dire tutto: e ha riversato sulla Curia spezzina il peso che si teneva dentro l’anima, tanto imbarazzante. L’accusa è molto semplice: ed è altrettanto turpe. Il seminario vescovile di Sarzana, avrebbe fatto da teatro ad atti di molestie sessuali: da parte di un religioso, almeno. Ma non solo. Secondo il racconto dell’uomo, che fino ad oggi aveva confessato il suo disgusto soltanto alla moglie, c’era almeno un’altra persona che sapeva: ed anzi, aggiungeva vergogna alla vergogna. Si trattava di un diacono: un altro adulto, dunque, che non solo avrebbe molestato i ragazzini, tutti figli di famiglie poverissime,masi sarebbe spinto oltre, chiedendo ai bambini di dar vota a squallide esibizioni masturbatorie, in sua presenza, e alla presenza di altri giovani coetanei. Due persone disturbate, insomma: e in qualche modo protette dalla santità dell’abito. Un’immagine che nella mente del pensionato è rimasta come una minaccia, che non l’ha mai abbandonato: al punto che solo adesso, ha trovato il coraggio di sollevare il velo del silenzio, e di rendere partecipe di quella bruttissima vicenda anche l’istituzione religiosa, che s’è trovata a dover affrontare questa situazione delicatissima. Prima, c’è stata sola una lettera: con la quale il pensionato ha fatto i primi cenni. Poi, l’incontro. E quando si è trovato di fronte il Vescovo, Monsignor Francesco Moraglia, ed il vicario Monsignor Piercarlo Medinelli, l’uomo ha confessato in lacrime il turbamento e il rammarico, per aver dovuto subire quelle attenzioni, così volgari e inopportune, in quello che avrebbe dovuto essere un contesto protetto, e al di sopra di ogni insidia. La Diocesi avrebbe mostrato rammarico e ferma condanna: di certo i tempi sono diversi, rispetto a quella fine degli anni Cinquanta. Oggi il nuovo corso dell’istituzione ecclesiale è indirizzato verso la denuncia, senza alcuna tolleranza per la promiscuità. Ma quando la confidenza è trapelata, le parole del pensionato hanno scatenato inquietanti interrogativi sulle identità del sacerdote e del diacono:e soprattutto su quanti possano essere stati i ragazzini costretti a subire molestie. Sulla veridicità del colloquio, avvenuto presso la Curia, è arrivata ieri l’immediata conferma della stessa Diocesi: assente il Vescovo, lontano dalla città, è toccato al vicario,don Piercarlo Madinelli, mostrare serenità e al tempo stesso fermezza, nell’assicurare “la massima trasparenza”. «Qualsiasi segnalazione esige rispetto e approfondimenti – ha spiegato – non ci sarà alcuna reticenza da parte della chiesa, che è stata investita soltanto oggi, a distanza di tanti anni, della testimonianza di questa persona: si tratta di delineare l’accaduto, e di riportarsi a quel lontano passato: il che purtroppo non rende agevole il compito». Poiché sull’entità delle confidenze del pensionato sono girati ieri dettagli diversi, alcuni molto pesanti, il Monsignore si è limitato ad accennare al fatto che “non risulta al momento una situazione di gravità paragonabile a fatti di pedofilia ben diversi”. Non si tratterebbe di violenze reiterate, insomma. Almeno stando alla versione relativamente “più leggera” che circolava ieri negli ambienti diocesani: secondo la quale a manifestare morbosità verso i ragazzi, sarebbe stato all’epoca un seminarista, e non un sacerdote. Si sarebbe trattato di un uomo giovane, che sarebbe stato per questa ragione poi allontanato dal seminario vescovile, proprio per evitare il perdurare degli abusi. Stando così le cose, il fatto sarebbe Dunque già stato ben noto all’interno dei vertici religiosi del tempo. Non un seminario degli “orrori”, dunque: ma una “mela marcia”, estratta per tempo dalla cesta. Si tratta di capire tuttavia se dietro le prime confessioni della vittima ci sia di più, rispetto a quanto confidato fin qui: o se la squallida vicenda fosse stata identificata già allora, e “sistemata”. In attesa che si facciano avanti altri di quei bambini, che potrebbero aver visto e saputo.


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04/05/10 SEC – Sarzana - Quindici ragazzi in cammino verso il sacerdozio
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Secolo XIX (on – line) – 04/05/10 - Pag. 19





OGGI FIORISCONO LE VOCAZIONI




ALESSANDRO GRASSO PERONI




NON ACCADE come in passato, quando in Seminario si entrava subito dopo le scuole elementari, e lì si restava per tutto il percorso delle scuole medie e superiori, fino a laurearsi in teologia e poi uscire, destinazione una parrocchia o qualche altro incarico. Oggi, oltreché in età giovanile,si arriva al seminario anche come scelta ponderata, e si studia di tutto tra quelle mura, nonché nelle università collegate. Oggi in via Mascardi a Sarzana i seminaristi sono quindici. Tornano a fiorire le “vocazioni” ormai da qualche anno, un giovane in più rispetto all’anno accademico 2008 2009, sette rispetto all’anno prima, quando gli studenti che avevano iniziato il loro cammino verso il sacerdozio, erano solamente otto. A dispetto di ciò che si legge negli ultimi tempi su ogni organo di stampa, è lecito pensare che il futuro della diocesi, con queste “nuove leve” guarda alfuturocongrandefiducia.DanotarechelaprovinciadellaSpeziafornisce il massimo contributo di studenti seminaristi: ci sono stranieri e i italiani provenienti da varie zone del paese. Il Seminario è luogo di culto, riflessione e preghiera, ma anche di profonda cultura. In questo ambiente i seminaristi recitano un ruolo principale e si ritrovano per seguire una strada molto lunga. «Entrano in seminario quei giovani che hanno un percorso già conclamato con l’attività nella propria parrocchia _ illustra Don Nuti _ gli stessi parroci ce li segnalano. E’ rarissimo, e non capita mai praticamente, che ci siano candidati completamente scevri da un’esperienza che faccia intravvedere quella che è la vera, autentica “vocazione” ». E non si tratta soltanto di una parola, “vocazione”, appunto, si tratta della base solidissima sulla quale si appoggia la vita dedicata al sacerdozio. Gli studenti hanno appena cominciato i loro sei anni di lavoro e di studio approfondito che si dividono in un biennio di materie filosofiche, un triennio di teologia, con l’ultimo anno di cosiddetto“ baccellierato in teologia”.Le ore di lezione sono venti alla settimana, tutte le mattina partono per Camaiore, dove hanno luogo le lezioni perché da qualche tempo c’è un’unione interdiocesana con il vescovado lucchese, e poi il ritorno a casa, in seminario. Dove si prega insieme nel cortile o in cappella, dove le porte sono aperte anche a chi seminarista non é. Sono tante le persone, uomini e donne di tutte le età che si rivolgono in via Mascardi in cerca di appoggio morale. E che hanno la possibilità in varie forme (il seminario si può frequentare una volta alla settimana,per una settimana intera di ritiro spirituale, ecc.) di poter ritrovare nella fede e negli uomini e donne che la rappresentano
 
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view post Posted on 4/5/2010, 14:31
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http://genova.repubblica.it/cronaca/2010/0...iliati-3804008/

Il seminario della vergogna
"Noi, violentati e umiliati"
Sarzana, cinquant'anni dopo, una vittima degli abusi racconta il suo calvario
di Marco Preve

Il seminario della vergogna "Noi, violentati e umiliati"

«Da cinquant´anni mi porto dietro gli incubi. Quel "prefetto" che di notte sollevava le coperte e ci ispezionava fra le gambe, e poi il chierico che mi costrinse, anzi no, perché era molto più subdolo, mi convinse a masturbarmi davanti a lui. Oggi mi sono liberato da questo peso e spero che tanti miei compagni dell´epoca trovino lo stesso coraggio».
Il sole caldo di fine aprile batte sulla terrazza di una bella villetta con giardino nei dintorni di La Spezia, però i racconti del padrone di casa mettono freddo.
Antonio, è un nome di fantasia, oggi è un 64enne in pensione dopo una vita piena e felice dal punto di vista affettivo ed economico. A tormentarlo c´erano solo i ricordi di quei due anni, a cavallo del 1960, trascorsi nel seminario di Sarzana.
«Pensi che, a parte la mia seconda moglie, di queste cose non ho parlato neppure con i miei figli. Me ne vergognavo. Però negli ultimi mesi, il moltiplicarsi delle notizie sui casi di pedofilia nella chiesa mi ha sconvolto e allo steso tempo dato la forza per provare a chiudere quel capitolo».
Antonio così ha scritto una lettera al vescovo di La Spezia e un paio di mesi fa l´ha consegnata direttamente nelle mani del vicario, don Pier Carlo Medinelli. Due pagine per un salto nel tempo di 50 anni.
«Oggi queste sono zone ricche ma all´epoca si faceva la fame. Io avevo un padre balordo e mia madre, credendo che sarei andato a star meglio, nel 1959 mi fece entrare in seminario. Ero uno dei piccoli, quelli delle medie, poi c´erano i liceali e gli studenti di teologia. Il primo anno trascorse senza approcci diretti. C´era però un prefetto, don F., che di notte girava nelle camerate, ci sollevava le coperte e guardava o toccava fra le gambe. Ricordo con ansia alcune volte che mi capitò ed ero sveglio. Stavamo tutti in silenzio per la paura». L´anno successivo il trauma.
«Ero in infermeria per un influenza e fu lì che conobbi il chierico, don M., oggi lo chiamo il "mostro", che poi era un chierico mai diventato sacerdote. Sapeva scegliere i bimbi più belli e sensibili, dai ribelli si teneva alla larga. Iniziò con carezze e discorsi sulla sessualità».
Don Mostro si guadagnò la fiducia delle famiglie.
«Veniva a prendermi a casa e mia madre era contenta. Aveva una Fiat Topolino e mi portava a Livorno, al mercatino americano. Nella pineta di Viareggio provò ad avere dei rapporti completi ma io rifiutai. Mi costrinse invece a masturbarmi alcune volte. Ma ad altri ragazzi del seminario andò molto peggio. Lo incontrai anche dopo che io uscii dal seminario. Ero andato in visita da mio fratello più piccolo al collegio dei Cerri, una frazione di Arcola, e me lo ritrovai davanti come sorvegliante».
Una vita dopo, gli abusi e le molestie appaiono ancora più gravi perché legati ad un´aggravante sociale. «C´è una cosa che oggi mi fa ancora più male e che da bambino non potevo capire. Lì dentro eravamo tutti poveri. Eravamo figli di famiglie che sopravvivevano a fatica e allora approfittare di questa condizione di inferiorità è ancora più da vigliacchi».
Antonio lasciò il seminario alla fine della terza media. «Mi ero rotto una gamba durante una gita in montagna sull´Appennino. Non mi portarono neppure in ospedale e ricordo che zoppicai a lungo. Un altro prefetto, don C., mi prendeva in giro di fronte ad altri compagni che erano i suoi "cocchi". Un atteggiamento al limite del sadismo che subii un´altra volta. Eravamo in estate nelle Langhe. Durante la cena parlai con un tono ritenuto troppo alto e dovetti trascorrere tutta la notte all´aperto, in ginocchio».
L´incontro si conclude con una passeggiata a Sarzana. Attraversiamo piazza don Dino Ricchetti, un sacerdote molto noto a Sarzana anche per via della deportazione nei campi di lavoro nazisti. Ma don Ricchetti fu anche rettore del seminario dal 1955 al 1965: «Non voglio accusare chi non può più difendersi - dice Antonio - ma mi pare strano che lui non avesse almeno dei sospetti». Antonio spiega di essere sempre rimasto un credente, e di aver compiuto questo passo per «smettere di vergognarmi di episodi di cui io ero la vittima».
 
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view post Posted on 18/5/2010, 15:18
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http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/c...87/0905SP71.pdf

Comunicato della Curia
In riferimento alla notizia apparsa nel
quotidiano La Repubblica del 3 maggio
2010, a pag. 19, circa presunti episodi di
abusi avvenuti nel seminario di Sarzana
alla fine degli anni Cinquanta, si precisa
quanto segue. I fatti riferiti oralmente e
per iscritto alla Curia vescovile sono molto
più generici rispetto a quanto riportato
nell’articolo citato, sia per quanto riguarda
gli episodi riferiti, sia per le eventuali
persone menzionate. La Curia vescovile
assicura che agirà con il massimo
scrupolo compiendo ogni possibile accertamento
al riguardo, pur rilevando fin
d’ora l’estrema difficoltà a ricostruire fatti
avvenuti oltre cinquant’anni fa.
 
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