www.uaar.it/news/2010/01/16/aumenti-per-prof-religione/Aumenti per i prof di religioneUn aumento esclusivo di stipendio: è quanto Giulio Tremonti, ministro dell’economia, avrebbe concesso agli insegnanti di religione cattolica. Lo denuncia Salvo Intravaia su Repubblica (vedi sotto, ndr): l’aumento è riservato ai soli docenti di IRC, e cade in un periodo di forti tagli alla scuola pubblica e di un contratto nazionale che fatica a essere rinnovato. Si ricorda che gli insegnanti di religione sono nominati dai vescovi, ma hanno lo status di insegnanti di ruolo e sono pagati dallo Stato.
http://www.repubblica.it/scuola/2010/01/16...igione-1971395/La decisione fa riavvampare la polemica sui privilegi assegnati
dallo Stato in questi ultimi anni a chi insegna il cattolicesimo
Aumenti ai prof di religione. È la "sorpresa" di Tremonti
Nella busta paga del mese di maggio troveranno circa 220 euro in piùdi SALVO INTRAVAIA
SCATTI stipendiali per gli insegnanti, ma solo per quelli di religione. Lo ha stabilito il ministero dell'Economia lo scorso 28 dicembre. Mentre i sindacati della scuola sono alle prese con un complicato rinnovo del contratto in favore di tutti i docenti e gli Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari) della scuola, alla chetichella quelli di religione nella busta paga del mese di maggio troveranno una gradita sorpresa: il "recupero" degli scatti (del 2,5 per cento per ogni biennio, a partire dal 2003) sulla quota di retribuzione esclusa in questi anni dal computo. Supplenti compresi.
A spiegare la portata del provvedimento, che porterà nelle tasche degli interessati un bel gruzzoletto, è lo Snadir (il sindacato nazionale autonomo degli insegnanti di religione). "Gli aumenti biennali per gli insegnanti di religione, che in precedenza venivano calcolati nella misura del 2,5 per cento del solo stipendio base, dovranno ormai ammontare al 2,5 per cento dello stipendio base comprensivo della Indennità integrativa speciale". Una cosetta di non poco conto visto che l'Indennità integrativa speciale rappresenta circa un quarto dell'intera retribuzione dell'insegnante e che gli anni da recuperare sono tanti, quasi quattro bienni.
Quanto basta, e avanza, per riaccendere la polemica sui privilegi assegnati dallo Stato in questi ultimi anni ai docenti di religione cattolica: accesso alla cattedra su segnalazione dell'ordinario diocesano, assunzione sulla base di un successivo concorso riservato, passaggio ad altra cattedra in caso di perdita del requisito per insegnare la religione (l'attestato dell'ordinario diocesano) e scatti biennali anche per i precari). "Mentre il ministro Tremonti a dicembre ricorda alla Curia che presto saranno liquidati gli scatti biennali di anzianità al personale docente di eligione con incarico annuale o di ruolo, che non ha mai richiesto tale indennità sotto forma di assegno ad personam, permane, purtroppo, il silenzio verso tutto il restante personale precario", dichiara Marcello Pacifico, presidente dell'Anief (l'Associazione nazionale insegnanti ed educatori in formazione).
La questione è di particolare attualità perché una sentenza della Corte di giustizia europea del 2007 ha riconosciuto, secondo il principio di non discriminazione, il diritto agli scatti di anzianità anche a favore dei precari. E da allora sono diverse le associazioni di insegnanti italiane e sindacati che hanno intrapreso la via giudiziaria per farsi riconoscere questo diritto. Ma, ancora, non si sono visti i risultati.
E mentre migliaia di precari di lungo corso sono in attesa di un riconoscimento economico. Folgorato sulla via di Damasco, il ministero dell'Economia, scrive: "A seguito degli approfondimenti effettuati in merito all'oggetto, si comunica che questa Direzione ha programmato, sulla mensilità di maggio 2010, le necessarie implementazioni alle procedure per il calcolo degli aumenti biennali spettanti agli insegnanti di religione anche sulla voce IIS (Indennità integrativa speciale, ndr) a decorrere dal 1 gennaio 2003".
Il diritto agli scatti biennali in favore degli insegnanti di religione è stabilito da una legge del 1980, che poteva anche avere un senso: siccome i docenti di religione erano precari a vita, non era prevista cioè la loro stabilizzazione, era necessario stabilire un meccanismo per aggiornare loro lo stipendio. Ma poi nel 2005 arrivò il concorso e l'immissione in ruolo. E mentre per i precari della scuola non è previsto nessun aumento di stipendio in relazione all'anzianità di servizio, quelli di religione conservano questo trattamento: incremento del 2,5 per cento ogni due anni.
Secondo alcuni calcoli effettuati dai sindacati il caveau potrebbe valere 220 euro in più in busta paga, arretrati esclusi. Niente male per quasi 12 mila insegnanti di religione a tempo determinato attualmente in forza alle scuole italiane. Per il rinnovo del contratto degli insegnanti, invece, i sindacati hanno chiesto un aumento di 200 euro mensili da erogarsi in tre anni, ma il ministro della Pubblica amministrazione è disposto a concederne appena 20. E non solo. Vorrebbe agganciare gli aumenti di stipendio dei docenti al merito.
© Riproduzione riservata (16 gennaio 2010)
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Un commento alla new riportata dall'uaar (vedi sopra):CITAZIONE
sergio risponde:
domenica 17 gennaio 2010 alle 8:18
Sono un insegnante di religione in servizio da dodici anni. Scrivo perchè mi spiace sentire commenti così aspri nei confronti di nei confronti dell’adattamento dello stipendio. Si sta facendo una guerra tra poveri. A differenza degli altri insegnati io, scegliendo la mia materia, sarò un precario a vita. I miei contratti iniziano il primo settembre e si concludono a fine agosto. Non c’è scampo. In virtù di questo è stata data la concessione degli aumenti stipendiali come agli altri insegnati di ruolo, pur sapendo che i miei salti di scaglione non partono dai 2 anni come agli altri ma dai cinque di servizio. Il concorso era una buona soluzione ( ma devo ricordare che ancora ad oggi non esiste una ” cattedra di religione” con codice come per gli altri miei colleghi e questo crea non poche difficioltà).
Dunque a me non sembra di essere un privilegiato. 11 classi ( e di conseguenza più ore per i colloqui, schede di valutazione, programmazione), la banca non mi concede un mutuo come fossi un posto a tempo detrminato, vivo in continua precarietà lavorativa poichè non so, se il settembre successivo, avrò le stesse ore cattedra o meno ( perchè dipende dal numero delle richieste degli alunni) e 30 ore circa di aggiornamento annuo obbligatorio.
Il concorso di cui si è tanto scritto nei ari blog e nei vari giornali va visto in maniera differente. Si accede solo dopo diversi anni di insegnamento, solo se vi sono posti disponibili ed è un modo per rogolarizzare una situazione di precariato continuo che noi viviamo. Mi unisco agli altri precari che chiedono gli scatti di anzianità perchè credo che sia corretto, allo stesso modo però, si divebbe essere contenti se qualche battaglia sindacale arriva ad una buona conclusione. Quando c’è un precedente c’è anche un successivo.