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Ora di religione

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view post Posted on 20/10/2009, 20:28

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E quindi, per simmetria, i nostri nemici sono loro, i credenti tutti :)
 
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view post Posted on 21/10/2009, 11:34
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♥ Hola Killer ♥

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Che strano... io "l'individualismo, l'edonismo, la sete indiscriminata di profitto, la schiavitù nei confronti del consumismo, la carenza di carità, la mancanza di solidarietà" li trovo maggiormente negli uomini di chiesa... che siano loro i veri nemici?
 
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Felipe-bis
view post Posted on 20/11/2009, 14:48




http://www.uaar.it/news/2009/11/20/lirc-un...nita-culturale/

L’IRC, “una preziosa opportunità culturale”

I vescovi italiani hanno diffuso oggi un documento* con cui invitano le famiglie a scegliere, per l’anno 2010-11, l’insegnamento della religione cattolica, definito una ”preziosa opportunita’ culturale”. L’IRC promuoverebbe “la riflessione sul senso ultimo della vita” e aprirebbe “al confronto con le altre istanze religiose, facendo conoscere l’originalità della risposta religiosa cristiana, senza precludersi al confronto con altri sistemi di significato”. Secondo la CEI il 91% degli studenti italiani si avvale dell’insegnamento cattolico.

* http://www.agensir.it/sir/dati/2009-11/19-...essaggioIRC.pdf
 
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Felipe-bis
view post Posted on 18/1/2010, 10:52




www.uaar.it/news/2010/01/16/aumenti-per-prof-religione/

Aumenti per i prof di religione

Un aumento esclusivo di stipendio: è quanto Giulio Tremonti, ministro dell’economia, avrebbe concesso agli insegnanti di religione cattolica. Lo denuncia Salvo Intravaia su Repubblica (vedi sotto, ndr): l’aumento è riservato ai soli docenti di IRC, e cade in un periodo di forti tagli alla scuola pubblica e di un contratto nazionale che fatica a essere rinnovato. Si ricorda che gli insegnanti di religione sono nominati dai vescovi, ma hanno lo status di insegnanti di ruolo e sono pagati dallo Stato.


http://www.repubblica.it/scuola/2010/01/16...igione-1971395/

La decisione fa riavvampare la polemica sui privilegi assegnati
dallo Stato in questi ultimi anni a chi insegna il cattolicesimo
Aumenti ai prof di religione. È la "sorpresa" di Tremonti
Nella busta paga del mese di maggio troveranno circa 220 euro in più

di SALVO INTRAVAIA

SCATTI stipendiali per gli insegnanti, ma solo per quelli di religione. Lo ha stabilito il ministero dell'Economia lo scorso 28 dicembre. Mentre i sindacati della scuola sono alle prese con un complicato rinnovo del contratto in favore di tutti i docenti e gli Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari) della scuola, alla chetichella quelli di religione nella busta paga del mese di maggio troveranno una gradita sorpresa: il "recupero" degli scatti (del 2,5 per cento per ogni biennio, a partire dal 2003) sulla quota di retribuzione esclusa in questi anni dal computo. Supplenti compresi.

A spiegare la portata del provvedimento, che porterà nelle tasche degli interessati un bel gruzzoletto, è lo Snadir (il sindacato nazionale autonomo degli insegnanti di religione). "Gli aumenti biennali per gli insegnanti di religione, che in precedenza venivano calcolati nella misura del 2,5 per cento del solo stipendio base, dovranno ormai ammontare al 2,5 per cento dello stipendio base comprensivo della Indennità integrativa speciale". Una cosetta di non poco conto visto che l'Indennità integrativa speciale rappresenta circa un quarto dell'intera retribuzione dell'insegnante e che gli anni da recuperare sono tanti, quasi quattro bienni.

Quanto basta, e avanza, per riaccendere la polemica sui privilegi assegnati dallo Stato in questi ultimi anni ai docenti di religione cattolica: accesso alla cattedra su segnalazione dell'ordinario diocesano, assunzione sulla base di un successivo concorso riservato, passaggio ad altra cattedra in caso di perdita del requisito per insegnare la religione (l'attestato dell'ordinario diocesano) e scatti biennali anche per i precari). "Mentre il ministro Tremonti a dicembre ricorda alla Curia che presto saranno liquidati gli scatti biennali di anzianità al personale docente di eligione con incarico annuale o di ruolo, che non ha mai richiesto tale indennità sotto forma di assegno ad personam, permane, purtroppo, il silenzio verso tutto il restante personale precario", dichiara Marcello Pacifico, presidente dell'Anief (l'Associazione nazionale insegnanti ed educatori in formazione).

La questione è di particolare attualità perché una sentenza della Corte di giustizia europea del 2007 ha riconosciuto, secondo il principio di non discriminazione, il diritto agli scatti di anzianità anche a favore dei precari. E da allora sono diverse le associazioni di insegnanti italiane e sindacati che hanno intrapreso la via giudiziaria per farsi riconoscere questo diritto. Ma, ancora, non si sono visti i risultati.

E mentre migliaia di precari di lungo corso sono in attesa di un riconoscimento economico. Folgorato sulla via di Damasco, il ministero dell'Economia, scrive: "A seguito degli approfondimenti effettuati in merito all'oggetto, si comunica che questa Direzione ha programmato, sulla mensilità di maggio 2010, le necessarie implementazioni alle procedure per il calcolo degli aumenti biennali spettanti agli insegnanti di religione anche sulla voce IIS (Indennità integrativa speciale, ndr) a decorrere dal 1 gennaio 2003".

Il diritto agli scatti biennali in favore degli insegnanti di religione è stabilito da una legge del 1980, che poteva anche avere un senso: siccome i docenti di religione erano precari a vita, non era prevista cioè la loro stabilizzazione, era necessario stabilire un meccanismo per aggiornare loro lo stipendio. Ma poi nel 2005 arrivò il concorso e l'immissione in ruolo. E mentre per i precari della scuola non è previsto nessun aumento di stipendio in relazione all'anzianità di servizio, quelli di religione conservano questo trattamento: incremento del 2,5 per cento ogni due anni.

Secondo alcuni calcoli effettuati dai sindacati il caveau potrebbe valere 220 euro in più in busta paga, arretrati esclusi. Niente male per quasi 12 mila insegnanti di religione a tempo determinato attualmente in forza alle scuole italiane. Per il rinnovo del contratto degli insegnanti, invece, i sindacati hanno chiesto un aumento di 200 euro mensili da erogarsi in tre anni, ma il ministro della Pubblica amministrazione è disposto a concederne appena 20. E non solo. Vorrebbe agganciare gli aumenti di stipendio dei docenti al merito.
© Riproduzione riservata (16 gennaio 2010)

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Un commento alla new riportata dall'uaar (vedi sopra):

CITAZIONE
sergio risponde:

domenica 17 gennaio 2010 alle 8:18

Sono un insegnante di religione in servizio da dodici anni. Scrivo perchè mi spiace sentire commenti così aspri nei confronti di nei confronti dell’adattamento dello stipendio. Si sta facendo una guerra tra poveri. A differenza degli altri insegnati io, scegliendo la mia materia, sarò un precario a vita. I miei contratti iniziano il primo settembre e si concludono a fine agosto. Non c’è scampo. In virtù di questo è stata data la concessione degli aumenti stipendiali come agli altri insegnati di ruolo, pur sapendo che i miei salti di scaglione non partono dai 2 anni come agli altri ma dai cinque di servizio. Il concorso era una buona soluzione ( ma devo ricordare che ancora ad oggi non esiste una ” cattedra di religione” con codice come per gli altri miei colleghi e questo crea non poche difficioltà).
Dunque a me non sembra di essere un privilegiato. 11 classi ( e di conseguenza più ore per i colloqui, schede di valutazione, programmazione), la banca non mi concede un mutuo come fossi un posto a tempo detrminato, vivo in continua precarietà lavorativa poichè non so, se il settembre successivo, avrò le stesse ore cattedra o meno ( perchè dipende dal numero delle richieste degli alunni) e 30 ore circa di aggiornamento annuo obbligatorio.
Il concorso di cui si è tanto scritto nei ari blog e nei vari giornali va visto in maniera differente. Si accede solo dopo diversi anni di insegnamento, solo se vi sono posti disponibili ed è un modo per rogolarizzare una situazione di precariato continuo che noi viviamo. Mi unisco agli altri precari che chiedono gli scatti di anzianità perchè credo che sia corretto, allo stesso modo però, si divebbe essere contenti se qualche battaglia sindacale arriva ad una buona conclusione. Quando c’è un precedente c’è anche un successivo.

 
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Felipe-bis
view post Posted on 20/1/2010, 19:04




http://www.uaar.it/news/2010/01/20/ministr...ra-alternativa/

Il ministro Gelmini continua a sabotare l’ora alternativa

La battaglia del ministro Gelmini contro l’ora alternativa all’insegnamento della religione cattolica non si ferma ai tagli del personale. Secondo quanto denunciato oggi dalla FLC-CGIL*, il modello consegnato ai genitori degli alunni della scuola dell’infanzia e del primo ciclo non avvalentisi dell’IRC contiene soltanto due possibilità: “attività individuali o di gruppo con assistenza di personale docente” oppure “non frequenza della scuola”. Manca, rispetto alla circolare emanata dallo stesso ministero, una terza possibilità, le “attività didattiche e formative”.
http://www.flcgil.it/notizie/news/2010/gen...n_s_ha_da_usare
 
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Felipe-bis
view post Posted on 28/1/2010, 10:31




http://www.uaar.it/news/2010/01/27/la-gelm...-risposta-uaar/

La Gelmini vuole cancellare l’ora alternativa alla religione? La risposta dell’UAAR

Il cattolicissimo ministro Maria Stella Gelmini continua a dare battaglia all’ora alternativa all’insegnamento della religione cattolica. E l’Uaar è già pronto a controbattere come può: con l’informazione e il sostegno a tutti i genitori atei e agnostici del nostro paese. L’ultima mossa del ministro è il modulo lievemente modificato, presentato ai genitori degli alunni più piccoli che non fanno religione a scuola. Quest’anno, come denunciato dalla Flc-Cgil, contiene solo due possibilità: “attività individuali o di gruppo con assistenza di personale docente” e “non frequenza della scuola”, mentre mancano le “attività didattiche e formative”, cioè, appunto, l’ora di educazione alternativa (www.pubblica.istruzione.it/normativa/2010/prot427_10.shtml).
Intanto fioccano i gridi di dolore degli istituti che non possono permettersi di pagare i docenti per l’ora di educazione alternativa, visti i tagli ai finanziamenti per le scuole pubbliche. A Roma, a Genova, a Firenze: le cronache locali raccontano di situazioni al limite dell’incredibile, con alunni regolarmente dispersi nelle altre classi o lasciati a se stessi nel corso dell’ora di religione. In certi casi (come in quello toscano) non è nemmeno vero che manchino i fondi. È la spartizione che viene effettuata secondo una strategia precisa che sembra tesa a clericalizzare la scuola pubblica.
Per questo motivo l’Uaar intende tutelare in sede giuridica il diritto costituzionale alla libertà di coscienza e di espressione di genitori e alunni che non hanno scelto l’ora di religione, attraverso il suo sportello SOS Laicità (www.uaar.it/laicita/sos) e con il Progetto ora alternativa (www.uaar.it/uaar/campagne/progetto-ora-alternativa/). E poi, nei prossimi giorni, con l’invio di lettere ai dirigenti scolastici e ai csa (gli ex provveditorati agli studi), la distribuzione di volantini davanti alle scuole, banchetti informativi e passaparola informatici.

Comunicato stampa UAAR


commento esemplare:
CITAZIONE
ateo3 scrive:

27 gennaio 2010 alle 15:19
mancanza di fondi che si traducono in aumenti per gli insegnanti di religione.

Non è che qualcuno ha imparato il trucchetto dei pani e dei pesci..? Non riuscirei a spiegarmi questa miracolosa apparizione di soldi laddove fondi non dovevano essercene!

Adesso ho idea che la strategia sia far passare l’ora di religione come qualcosa di curricolare. Della serie cel’hai e te la becchi.

 
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view post Posted on 13/2/2010, 09:11
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http://ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com/f...religione.shtml

Ora di religione,
gli studenti calano

La flessione si fa sentire in particolare alle superiori dove in quest'anno scolastico l'86,4% dei ragazzi segue l'insegnamento, contro l'87,5% dello scorso anno

Forlì, 12 febbraio 2010 - Sono sempre meno gli studenti che frequentono l’ora di religione cattolica: in ques’anno scolastico nelle scuole superiori del comprensorio l’86,4% dei ragazzi ha deciso di avvalersi dell’insegnamento (dodici mesi fa erano l’87,5%), mentre la flessione alle medie (87,8% contro l’88,2) e all’elementari (89,3% a fronte di un 90,2) risulta più contenuta. Colpisce il dato delle materne, dove sempre più genitori preferiscono non educare i loro piccoli secondo i dettami della Chiesa. Se nel 2008-2009 i bambini frequentanti erano l’89,9 del totale, quest’anno sono scesi all’86,9. Un meno tre per cento che fa riflettere.

L’Ufficio diocesano per l’insegnamento della religione cattolica nella scuola ha reso noti i dati sulla frequenza dell’Irc (Insegnamento della religione cattolica) nei diversi cicli di studio, dalla materna fino alle superiori. Il responsabile, don Maurizio Monti, classe 1956 e parroco dell’unità pastorale di San Martino in Strada, Grisignano, San Lorenzo in Noceto e Collina, passa in rassegna le cifra e preferisce considerare il bicchiere mezzo pieno più mezzo vuoto. «In confronto ai dati dello scorso anno scolastico — sostiene, seduto alla scrivania del suo ufficio in piazza Dante — abbiamo tenuto. In media assistiamo a un calo di un solo punto percentuale.

Quel che deve essere sottolineato è come, pur essendoci la possibilità offerta dallo Stato di non seguire l’ora di religione, così tanti studenti decidono di avvalersene per studiare il patrimonio della cultura cristiana del nostro Paese partendo dalla loro esperienza di vita». Eppure la flessione esiste e alcuni dati balzano agli occhi più degli altri. Una spiegazione bisognerà trovarla, anche senza fasciarsi troppo la testa. «Quando commentiamo questi numeri — tocca a don Monti individuare una chiave di lettura del fenomeno— non dobbiamo dimenticare come ci sia una presenza sempre crescente di bambini e ragazzi immigrati e di fede islamica nelle nostre scuole. Questi studenti abbassano la percentuale d’iscritti all’ora di religione cattolica».

E il meno 3% di genitori che non iscrivono all’Irc i loro figli alla materna? Non è, forse, il segno di un certo disinteresse delle nuove generazioni per il messaggio della Chiesa cattolica? «Non mi sento di condividere — replica il responsabile dell’ufficio diocesano — una simile valutazione. Come parroco, quando vado a benedire nelle case dei fedeli, le giovani coppie s’informano sull’inizio del catechismo e sull’ora di religione nelle scuole».

Per non pochi ragazzi delle superiori, invece, l’Irc viene letta come una sorta di catechismo portato tra i banchi di scuola, tanto che alcuni, proprio sulla base di questo convincimento, disertano la materia. Eppure «non è così, perché in questo caso siamo davanti ad un insegnamento culurale, non dottrinale».

I dati parlano chiaro: nelle nostre scuole, a Forlì come nel resto dell’Italia, aumenta il numero di studenti musulmani. Adolfo Urso del Pdl mesi fa ha proposto l’introduzione dell’ora d’Islam nella scuola pubblica. Il cardinale Renato Raffale Martino, presidente del pontificio consiglio Giustizia e pace si era detto favorevole, mentre il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, bocciò l’ipotesi. Una posizione quest’ultima, condivisa anche da don Monti: «Ora come ora non ci sono le condizioni per un insegnamento dell’Islam in un’ottica culturale»

di GIOVANNI PANETTIERE
 
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Felipe-bis
view post Posted on 6/3/2010, 19:17




http://www.repubblica.it/scuola/2010/03/05...igione-2523294/

I dati della Cei: 9 alunni italiani su 100 preferiscono fare altro
Il picco nella scuola dell'infanzia. Impennata nelle regioni del Nord
Fuga dall'ora di religione in 700mila fuori dall'aula
di SALVO INTRAVAIA

ROMA - Lenta, ma inesorabile, prosegue la fuga degli alunni dalle aule italiane durante l'ora di religione. La conferma arriva dalla più autorevole fonte in materia: la Conferenza episcopale italiana. Nel corso del 2008/2009, ultimo anno di rilevazione disponibile al momento, 9 alunni italiani su 100 preferiscono uscire dall'aula quando entra l'insegnante di religione. E i primi dati dell'anno in corso mostrano un ulteriore incremento. E mentre il governo, per tagliare il maggior numero di cattedre possibile, si appresta a riempire ulteriormente le classi, quando c'è l'ora di insegnamento confessionale le stesse si spopolano.

Un fenomeno che preoccupa non poco le gerarchie vaticane, specialmente al Nord. "Il dato, valutato nella sua dinamica temporale, indica - si legge nell'Annuario 2009 - una lieve ma progressiva flessione nella quota degli studenti avvalentisi che ha totalizzato nell'arco dei 16 anni di rilevazione, una perdita complessiva di poco più di due punti percentuali: 93,5% nell'anno scolastico 1993/94 contro 91% del 2008/09". E quando si prendono in considerazione i dati relativi al Nord le defezioni assumo la dimensione di una vera e propria fuga.

"La percentuale attuale dei non avvalentisi (14,9%) segnala ancora una volta una sensibile tendenza all'aumento crescendo, nel breve volgere di un triennio, di quasi un punto percentuale". E passando ai singoli ordini di scuola si scopre che "La disaggregazione per tipo di scuola conferma - continuano i vescovi - che la preoccupante ascesa è ascrivibile, in larga misura, alla scuola dell'infanzia mentre più contenuta appare la crescita sia nella primaria che nella secondaria di primo grado". Mentre nelle classi della scuola superiore, dove il dato è comunque record (25,5%) si profila una lieve contrazione rispetto all'anno precedente.

Se le percentuali, ancora provvisorie della Cei, saranno confermate sono oltre 700 mila gli alunni che, mentre i compagni studiano la Bibbia o discutono di tematiche religiose, si dedicano ad altro. Alla scuola materna si sfiora il 7% (quasi un punto in più in 12 mesi), mentre alla primaria l'incremento è di quasi mezzo punto: 5,8%. Nelle classi della scuola media la percentuale è stabile: 7,3%. E al superiore sarebbe addirittura in leggero calo: 14,7% nel 2008/2009 e 15,5% l'anno precedente. Ma il dato è da confermare, spiegano dal Servizio nazionale per l'insegnamento della religione cattolica.

Nelle regioni settentrionali, anche per la massiccia presenza di alunni stranieri, i dati si impennano e superano di gran lunga le medie nazionali. Nella scuola dell'infanzia si sfiora quota 13% (12,7, per la precisione), alla primaria siamo oltre il 9% e alla media quasi al 12. Percentuale che raddoppia al superiore: 25,5%. E' la Toscana la regione meno affezionata alla Religione, almeno a scuola. Al momento siamo al 18,3%, ma di questo passo la soglia del 20% non è lontana.

Intanto, col nuovo Regolamento sul dimensionamento scolastico, da settembre le classi si riempiranno. Il governo ha infatti innalzato di 0,4 il numero medio di alunni per aula, incrementando anche i tetti massimi che in alcuni casi possono toccare quota 30 alunni. Al superiore, sono oltre 22 in media gli studenti per classe, ma quando entra il prof di Religione si respira: si scende a 18 e al Nord addirittura a 16.
© Riproduzione riservata (05 marzo 2010
 
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Felipe-bis
view post Posted on 10/3/2010, 12:18




http://www.uaar.it/news/2010/03/09/mestre-...-ora-religione/

Mestre, niente ora alternativa? Allora sciopero dell’ora di religione

Come riporta Il Corriere del Veneto*, le famiglie dei bambini che solitamente frequentano l’ora di religione presso il circolo didattico “Tintoretto” di Mestre minacciano di non far frequentare ai figli l’IRC se non si troveranno insegnanti per le attività alternative degli alunni che non si avvalgono, componente che ormai si è fatta considerevole ma che non riceve adeguata attenzione. Mentre anche nella provincia di Venezia si organizza un Comitato genitori per l’ora alternativa, la protesta potrebbe coinvolgere intorno al 12 marzo gli altri circoli didattici di Venezia.
* http://corrieredelveneto.corriere.it/venet...605672503.shtml


CITAZIONE
Scuola Bambini senza attività alternativa, i genitori cattolici si mobilitano per solidarietà
Sciopero dell’ora di religione
«Nessun iscritto per protesta»

Iniziativa della Tintoretto. E nasce il primo Comitato


MESTRE - Una sorta di «disobbedienza » sull’ora di religione. E’ quella che annunciano le famiglie dei bambini che frequentano l’ora di religione, se non saranno trovati insegnanti per attività alternative a disposizione dei bambini che quell’ora non vogliono frequentarla. I genitori cattolici si schierano dalla parte dei laici e minacciano di non iscrivere più i loro figli all'ora di religione se non ci sarà un progetto educativo anche per i loro compagni. La protesta inusuale parte dal circolo didattico Tintoretto di Mestre ma sarà lanciata come proposta a tutti i circoli della terraferma e del centro storico il prossimo 12 marzo (ma la data è ancora ballerina) quando terranno i figli a casa da scuola per protesta contro il fatto che i compagni di classe finiranno l’anno scolastico senza un insegnante alternativo. Alla elementari la media dei bimbi che un’ora a settimana non sanno che fare è del 20 per cento, alle superiori si arriva anche al 60 per cento. Dovrebbero esserci per tutti attività alternativa ma per la mancanza di fondi i bambini vengono distribuiti nell classi a lezione o, per i più grandi, mandati a casa o fuori scuola.

«Le adesioni sono state molte, immediate e decise — spiega Michele Testolina, presidente del Consiglio di circolo della direzione didattica Japoco Tintoretto e uno degli ideatori della protesta — abbiamo presentato la proposta durante l'ultima riunione e abbiamo ricevuto l'appoggio dalle famiglie cattoliche. La richiesta verrà estesa il più possibile però anche agli altri Consigli di circolo, vorremmo che ci fossero adesioni in tutta la provincia e anche in tutta la regione. La risposta dei genitori è stata chiara: i diritti degli studenti devono valere per tutti». E mentre la protesta sembra allargarsi a macchia d'olio è nato anche in provincia di Venezia il «Comitato genitori per l'ora di Alternativa », che ha creato in questi giorni un osservatorio permanente sul problema per perm e t t e r e t r a m i t e m a i l ([email protected]) a genitori e alunni di tutta la provincia di raccontare la situazione delle varie scuole del territorio. «Vogliamo dare voce a tutte le f a m i g l i e " spiega Antonio Favaretto, del Comitato veneziano, «in questo modo tutte le scuole della provincia saranno monitorate e le richieste dei genitori potranno arrivare compatte alle istituzioni».

Il contenzioso del Comitato con le istituzioni è un problema aperto da tempo, ma il malumore, in particolare nei confronti dell'Ufficio scolastico regionale è cosa recente. Lo scorso 23 febbraio, infatti, il Coordinamento veneto dei Comitati «Buona scuola», nati l'anno scorso, ha inviato all'Ufficio una lettera in cui chiedeva di fare chiarezza su alcuni punti del bilancio: «E’ con profondo stupore che abbiamo scoperto, all'interno del bilancio ministeriale l'esistenza di un fondo per le spese per l'insegnamento della religione cattolica e delle attività alternative che ammonta quest'anno, soltanto per il veneto a più di 53 milioni di euro». Di questi circa 2 milioni di euro sono destinati all'istruzione prescolastica, 26 milioni per le elementari, 8 milioni per le medie e 17 milioni per le superiori. «Dove sono finiti i soldi? —chiede il Comitato—finora ci è stato detto che non si potevano nominare docenti per le attività alternative per mancanza di fondi, ma questa risposta non ci convince più». Intanto i dirigenti si arrangiano come possono da settembre. «Alcuni — commenta Fabio Brusò del Comitato veneziano — attingono dalle casse d'Istituto, altri dai contributi volontari dei genitori ma questo non è possibile, l'ora di attività alternativa è un diritto degli studenti e come tale deve essere tutelato ».

Alice D'Este
06 marzo 2010

 
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Felipe-bis
view post Posted on 12/3/2010, 19:15




http://www.uaar.it/news/2010/03/12/lombard...a-di-religione/

Lombardia, sempre più favorita l’ora di religione

Poiché gli studenti milanesi sembrano di anno in anno sempre più refrattari a frequentare l’ora di religione cattolica, per invertire la rotta non restava che prendere provvedimenti drastici. Ed ecco che una circolare della Direzione scolastica della Lombardia (una regione in cui impera Comunione e Liberazione, che esprime anche il presidente Roberto Formigoni) stabilisce che non si potrà più cambiare scelta dopo quella fatta per il primo anno delle superiori. E’ noto che, nel corso degli anni, la percentuale di chi non si avvale sale costantemente. La notizia è stata pubblicata ieri su Repubblica*, che ha registrato anche la soddisfazione di alcuni insegnanti di religione: chiedere ogni anno se si vuole seguire l’IRC o permettere di cambiare scelta è diseducativo, sostengono. Anche se, probabilmente, viola la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.

*
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/ar...-religione.html

Giro di vite sull'ora di religione
Repubblica — 11 marzo 2010 pagina 8 sezione: MILANO

LE SCUOLE non potranno più chiedere agli studenti all'inizio di ogni anno scolastico se intendono seguire l'ora di religione: la scelta va fatta una sola volta, al momento dell'iscrizione in prima. Lo dispone una circolare della Direzione scolastica regionale. Gli studenti (o le famiglie, alle elementari e alle medie) potranno comunque cambiare idea e decidere di smettere di seguire l'ora opzionale: dovranno però presentare un'esplicita richiesta in segreteria. E il cambiamento non potrà essere fatto in corso d'anno, ma solo al momento dell'iscrizione a ogni classe, con mesi di anticipo. La decisione, che chiarisce un quadro normativo complesso, piace agli insegnanti di religione, preoccupati per la continua emorragia di ragazzi dai corsi: a Milano, in media, il 30 per cento degli iscritti in prima superiore sceglie di non frequentare, con punte del 50 per cento di defezioni negli ultimi tre anni nei licei del centro. «Chiedere ogni anno ai ragazzi se desiderano seguire religione, come succede in molte scuole, rischia di essere un invito a non farlo. Sarebbe come domandare loro se vogliono essere in classe per il corso di matematica: la tentazione di disertare è forte», spiega Marco Moschetti, insegnante all'istituto tecnico Erasmo da Rotterdam di Bollate e membro del direttivo dell'Associazione nazionale insegnanti di religione, che rappresenta 3mila docenti. Sono invece scettici alcuni presidi. Per Roberto Proietto, dirigente del liceo scientifico Bottoni, «non ha senso sostenere che informare gli studenti della possibilità di non fare religione significhi spingerli a non seguire. Si cerchino piuttosto le ragioni che guidano le scelte dei ragazzi». La circolare, che attua una sentenza della Cassazione del 1990 ripresa il mese scorso da una nota ministeriale, vieta alle scuole anche di indicare le alternative all'ora di religione al momento della scelta. Le opzioni per chi non segue il corso (lo studio, l'ora alternativa o l'uscita da scuola) vanno elencate su un apposito modulo, consegnato solo a chi ha già scelto di non fare religione. Anche qui, l'obiettivo è non indurre in tentazione i ragazzi. «La circolare non fa altro che ribadire norme vigenti, troppo spesso dimenticate - dice Patrizia Caprara, presidente dell'Associazione nazionale insegnanti di religione - ci sono studenti che si iscrivono, ma quando scoprono che religione è alla prima o all'ultima ora cambiano idea, allettati dalla prospettiva di entrare dopo a scuola, o di uscire prima. È una tendenza diseducativa, che solo un sistema di regole certe può contrastare». - FRANCO VANNI
 
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Sesbassar
view post Posted on 12/3/2010, 21:43




Nessun desiderio di far polemica, ma evidentemente l'UAAR non si documenta abbastanza.

La scelta se avvalersi o meno dell'ora di religione cattolica va compiuta all'inizio del ciclo di studi (il primo anno delle elementari, delle medie inferiori, e delle medie superiori).

Si può revocare questa scelta di propria sponte richiedendo il modulo apposito al momento dell'iscrizione, ma la legislazione attuale vieta al direttore scolastico di fornire il modulo per la scelta al momento dell'iscrizione annuale.

In Lombardia stanno solo facendo rispettare la legge che ovunque viene infranta. Si può discutere o meno sulla giustizia di una legge, ma una volta che c'è va rispettata.
 
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view post Posted on 12/3/2010, 23:13
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Ehi Ses... ,
Scusino, ma se la legge pone problemi di comunicabilità riguardo alla libertà di scelta, che razza di libertà è questa, una libertà solo teorica?
Siamo sempre alle solite: la Chiesa entra di filo e si mette di traverso, sempre e ovunque; ne è l'ennesima prova.
La religione cattolica imposta nelle scuole è come il pasto che viene distribuito in carcere; non si ha mai la libera scelta. Lo prendi o resti digiuno
 
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Sesbassar
view post Posted on 13/3/2010, 09:29




Un po' mi sei mancato Bramante :D

Guarda, il punto è che lo Stato italiano riconosce il valore sociale-morale-culturale-storico-artistico della religione cattolica. (cfr. art. 9 comma 2 dell'Intesa del 1984).

Di per sè lo Stato è laico: cioè aconfessionale, non pretende atti di fede dai suoi cittadini. L'IRC (insegnamento della religione cattolica) è una disciplina pienamente curricolare, per lo Stato è curricolare quanto la matematica, perchè inserita (come co-fondatrice) in quello che è tutta la storia e la cultura italiana.

Ti faccio qualche esempio: alcune liriche di Dante e Petrarca sono finite nel breviario (il libro delle preghiere che devono fare giornalmente i preti, in soldoni), il 90% delle opere d'arte presenti in Italia, o sono di proprietà della Chiesa, o sono opere d'arte relative al sacro. A Venezia hanno aperto una specializzazione di belle arti in seminario proprio per questo!
Anche nel piccolo del mio paesino: San Valentino, San Lorenzo, Sant'Antonio... Sono i nomi delle frazioni che lo compongono :D Pensa che confiniamo con un paese che si chiama San Canziano (un santo inserito nelle litanie di qua).

Sono solo esempi (non prove eh!) per farti capire quanto la Chiesa, nello specifico la Chiesa Cattolica, sia un elemento che va conosciuto per capire meglio il paese in cui viviamo. Per questo, non per cattiveria, è la religione cattolica che va conosciuta e non le altre: le altre semplicemente non hanno dato neanche un millesimo di quello che la religione cattolica ha dato all'Italia.

Certo, va conosciuta con occhio critico: che non vuol dire criticare a casaccio tutto e tutti, ma che va esaminata durante l'ora di IRC comparando le fonti, oltre che esplicando (a titolo informativo) della dottrina. Dovrebbe essere chiaro per tutti (docenti in primo luogo) che non si tratta di un'ora di catechismo. Purtroppo a volte si configura così, ma per manifesta incapacità dell'inegnante, non per la natura stessa dell'insegnamento.

Ps: giusto perchè vi risparimiate un po' di bruciori di stomaco o di cistifellee autoesplodenti, i termini del Concordato si possono rivedere solo d'intesa, ovvero per ogni modifica devono essere d'accordo le parti contraenti.
Chi cerca di convincervi che si può eliminare il Concordato lo fa in malafede o per ignoranza: non dategli retta.
 
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view post Posted on 16/3/2010, 23:34
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Certo Ses....., posso capire che siamo in uno Stato laico, ma laico non è. Mi spiego: se è laico, dovrebbe dimostrarlo, ma tuttavia nulla commette che possa far credere agli italiani che lo sia veramente. Ad iniziare dal crocifisso nelle pubbliche amministrazioni, per finire ai super-super finanziamenti alla chiesa. Cos'altro aggiungere?
Che i paesi italiani sono tutti anti non vuol dire nulla; è solo tradizione post Cristo (intendo il Cristo inventato nel 325 e.v.).Tradizione non è sinonimo di verità, bensì di comune trasferimento di bagagio culturale da popolo a popolo, da padre a figlio. Da menzogne a menzogne, da palle a palle, da credenze stupide a credenze stupide. Sempre l'arroganza della chiesa è al centro anche dei nomi delle contrade che sono diventate paesi e poi città. Si sono piazzati ovunque da 2000 anni. Ma adesso paccheano (significa se la passano male)
 
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Sesbassar
view post Posted on 17/3/2010, 10:03




Penso che abbiamo due idee diverse di tradizione. Sono d'accordo che tradizione non è sinonimo di "verità". Con la tradizione bisogna confrontarsi in modo critico. Per farlo però bisogna conoscerla. E per conoscerla bisogna andare oltre ai luoghi comuni.
I nomi di paesi che ho citato non sono che degli esempi (ho detto che non erano prove!), per farti capire quanto radicato è il cristianesimo nelle nostre terre. Per questo Croce (che era tutto fuorchè cattolico) diceva che non possiamo che dirci cristiani (e con lui lo dice oggi Vattimo).
Ad affrancarsi totalmente dalla tradizione da cui si proviene si finisce con il non sapere dove andare (e non avere una progettualità chiara è un grave handicap: basta vedere la sinistra italiana; mi sta dando ragione con i fatti).

Comunque ad assicurare il rispetto della laicità dello Stato da parte dell'IRC non sono io: lo ha decretato più volte la Corte Costituzionale (principalmente perchè il modo di avvalersi dell'IRC è facoltativo).
 
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202 replies since 18/1/2007, 12:18   2803 views
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