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Scrocifiggiamo l'Italia. Dalle croci in montagne a quelle negli edifici pubblici, Liberiamo l'Italia dai marcatori del territorio

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GalileoGalilei
view post Posted on 21/10/2009, 06:20 by: GalileoGalilei
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Sparita la croce sul Pelmo

il Corriere delle Alpi — 20 ottobre 2009 pagina 27 sezione: PROVINCIA
SAN VITO. Una delle cinque croci che il 13 settembre scorso erano state posizionate sulle vette delle Dolomiti non c’è più. Il Pelmo è da alcuni giorni senza il simbolo che il Cai sanvitese, il gruppo rocciatori dei Caprioli e il soccorso alpino avevano portato in vetta tramite l’elicottero dell’Eli Friulia. L’Antelao, il Sorapis, il Marcora e il Cima Belprà hanno invece ancora le loro croci. Un fatto molto strano. «La croce sul Pelmo non c’è più», ammette Maurizio Galeazzi, presidente del Soccorso Alpino sanvitese, «ma non siamo certi di cosa possa essere successo. Non siamo in grado di dire con certezza che qualcuno abbia tolto la croce, ma ci pare strano che sia caduta da sola, anche perché non ci sono stati eventi metereologici tali da far cadere una croce che era stata fissata su una lastra con dei bulloni assai resistenti». Lo storico delle previsioni non segnala venti in quota che per far crollare la croce avrebbero dovuto soffiare a velocità elevatissima. Della cosa in paese si fa un gran parlare e l’idea che circola è che in primavera una nuova croce sarà posizionata al posto di quella sparita. Non si cerca un colpevole, si vuole solo riavere un simbolo da individuare facilmente e dal quale sentirsi protetti. «Le croci che abbiamo posto sulle vette che circondano le nostre parrocchie», dichiara il parroco don Riccardo Parissenti, «sono un simbolo che ci fanno capire che questo è l’unico modo per “difendere” la croce senza tradirla». I fedeli, seguendo il consiglio del loro parroco, guardano le croci ogni mattina al sorgere del sole e ogni sera al tramonto in un momento di riflessione e preghiera. La posa delle croci ha raccolto il consenso di molti sanvitesi che hanno partecipato al rito di benedizione. «Le croci», conclude il parroco, «rappresentano una presenza fraterna, un invito all’amore che, consapevolmente o inconsciamente, è stato cercato salendo la montagna». L’idea di posizionare sulle vette le cinque croci di ferro, alte 2 metri e 30, era nata dalla necessità di sostituire le croci esistenti, usurate dal tempo e dalle intemperie. A fianco delle croci è stato posizionato anche un libro di vetta sul quale tutti potranno lasciare un ricordo del loro passaggio. (a.s.)
 
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