Laici Libertari Anticlericali Forum

Gli affari del clan di don Verzé. Truffa da 28 mln di €. Indagato il medico di Berlusconi, Spalleggiato a destra e a sinistra, da Berlusconi a Vendola a Formigoni

« Older   Newer »
  Share  
GalileoGalilei
view post Posted on 15/11/2010, 09:08 by: GalileoGalilei
Avatar

Group:
Administrator
Posts:
21,940

Status:


http://www.inviatospeciale.com/2010/11/lor...niche-pugliesi/

L’orecchino di Vendola e le cliniche pugliesi
Autore: falcioni. Data: lunedì, 15 novembre 2010Commenti (0)

Non c’è che dire: Nichi Vendola gode di ottima salute. I sondaggi sulla leadership del centrosinistra lo vedono crescere ogni giorno e una mano sostanziosa gliela danno anche alcuni tra i principali mezzi d’informazione. “Vieni via con me”, la trasmissione di Fazio e Saviano, ha concesso al presidente della Puglia la possibilità di un lungo “monologo” sull’omosessualità. Mentre il settimanale ‘L’Espresso’, nel numero del 4 novembre scorso, gli ha dedicato la copertina (‘Un leader con l’orecchino’). Ed è proprio da qui che partiamo.

Il periodico romano, autore nella sua storia di importanti inchieste giornalistiche (da ultima, quella sulle speculazioni di Pompei), ne ha realizzata una alquanto bizzarra: riguarda infatti l’orecchino di Nichi Vendola. Quattro pagine di domande e risposte tutte incentrate sul vezzo del governatore pugliese. Qualche chicca: “L’orecchino è un simbolo che attraversa culture ed ere. Il ciclo semantico legato all’orecchino ha delle evoluzioni storiche paradossali, zigzaganti”, afferma Vendola. E ancora: “E’ un segno che umanizza, desacralizza il ruolo, dà enfasi alla persona. Non è una dichiarazione di orientamento sessuale. Il problema è nella cultura dominante che vuole etichettare, catalogare tutto, ma la vita invece è così multiforme”.

E avanti così. Per quattro pagine, più la copertina, del settimanale d’inchiesta più autorevole d’Italia. A questo punto viene da domandarsi: ma ai lettori de L’Espresso a cosa è servita quella intervista? Conoscono di più il governatore pugliese? O non sarà che la costruzione di un leader a tutti i costi impone anche questo tipo di servizi giornalistici?

Ci saremmo aspettati in verità un articolo ben diverso. Avremmo voluto conoscere l’idea di futuro che ha Vendola. Avremmo voluto sapere anche come intende applicarla, in che modo pensa di resistere alle pressioni del Partito Democratico e degli altri alleati. Avremmo voluto sapere, più che del suo orecchino, del piano per rilanciare un’economia a pezzi. Ma niente: sulle questioni calde neppure una domanda da parte de L’Espresso.

Infine avremmo chiesto a Nichi Vendola spiegazione su alcune discutibili decisioni prese dalla Regione Puglia, in particolare riguardo la sanità. Come probabilmente molti sanno la giunta regionale il 6 agosto di quest’anno, ha dato il via libera al finanziamento di 120 milioni di euro all’ospedale San Raffaele del Mediterraneo di Taranto. Un’opera finanziata con denaro pubblico, ma di fatto gestita dai privati della Fondazione San Raffaele Monte Tabor di proprietà di Don Luigi Verzè, grande amico e socio di affari della famiglia Berlusconi.

La Fondazione San Raffaele di Milano non è una compagine no profit, come si usa credere. Infatti il Consiglio di Stato, con sentenza del 24 marzo 2009, ha stabilito che la Fondazione milanese svolge attività commerciale a tutti gli effetti. Cosa accadrebbe se dovesse fallire? Metterebbe nei guai tutto il comparto sanitario tarantino? E perché, data la connotazione imprenditoriale, la regione Puglia non ha indetto una gara per la gestione del complesso ospedaliero?

Ma non è tutto: per la realizzazione del San Raffaele del Mediterraneo verranno soppressi due ospedali pubblici, il Santissima Annunziata e il Moscati, che verranno riconvertiti per altre funzioni. Di fatto, dunque, nel capoluogo ionico la sanità sarà esclusivamente privata. Ma con quali costi per i cittadini, specie per i numerosi che in Puglia vivono sotto la soglia di povertà? E con quali servizi? Persino l’Ordine dei Medici e quello degli Architetti tarantini hanno evidenziato il loro mancato coinvolgimento nel progetto sanitario e urbanistico. Ma soprattutto, cosa accadrà se in futuro la faraonica opera gestita da Don Verzè dovesse fallire?

Ipotesi non improbabile. Il prete meneghino, che disse di Berlusconi che si trattava di “un dono di Dio all’Italia”, può vantare un curriculum non indifferente. Nel 1976 venne condannato dal tribunale di Milano ad un anno e quattro mesi di reclusione per tentata corruzione in relazione alla convenzione con la facoltà di medicina dell’università statale di Milano e la concessione di un contributo di due miliardi di lire da parte della Regione Lombardia. Venne inoltre incriminato di truffa aggravata nei confronti della signora Anna Bottero alla quale aveva sottratto un appartamento del valore di 30 milioni di lire. Ma non è tutto: nel marzo del 1977 Verzé venne riconosciuto colpevole di istigazione alla corruzione.

Insomma, non si tratterebbe proprio del classico “stinco di santo”. E anche sotto l’aspetto amministrativo non tutto è così chiaro: il bilancio 2008 della Fondazione San Raffaele infatti è stato chiuso con un deficit di 100 milioni di euro, per un totale di 689 milioni di euro di debiti.

A pensar male si fa peccato, certo, ma non sarà che quei 120 milioni di denaro pubblico elargito dalla Regione Puglia andranno a mettere una piccola pezza su quel enorme buco, a danno naturalmente dei cittadini pugliesi?

Insomma, dal nuovo leader del centrosinistra oggi più che mai è lecito aspettarsi chiarezza. Filosofeggiare su un orecchino serve a poco se poi non si attuano misure concrete per migliorare la vita del Paese, se non si spiega agli italiani cosa si propone di concreto. L’esempio della sanità pugliese, infine, dovrebbe far riflettere molto.

Davide Falcioni
 
Web  Top
40 replies since 12/1/2010, 12:28   4950 views
  Share