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Card. Caffarra su coppie di fatto: "Leggi ingiuste non vanno rispettate"

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view post Posted on 2/12/2009, 12:03
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Reppubblica si presta alle invettive del card. Caffarra


http://bologna.repubblica.it/dettaglio/lap...crede/1793835/1

L'appello integrale del Cardinal Caffarra
"Dio vi giudicherà, anche chi non crede"
di Carlo Caffarra
Onorevoli Signori,

è la mia coscienza e responsabilità di cittadino, di cristiano, e di vescovo che mi induce a rivolgervi questo appello.

Come molti cittadini della nostra regione, ho letto il Progetto di legge di iniziativa della Giunta Regionale pubblicato sul Supplemento speciale del Bollettino Ufficiale [n° 274 – 11 novembre 2009]. Il comma 3 dell’art. 42 pone sullo stesso piano singoli individui, famiglie e convivenze nell’accesso dei servizi pubblici locali.

Già l’Osservatorio giuridico – legislativo della Conferenza Episcopale dell’Emilia-Romagna ha espresso con pacate e convincenti argomentazioni giuridiche l’inaccettabilità di questa equiparazione. Non intendo ripeterle. Desidero rivolgermi alla vostra coscienza di responsabili del bene comune su un altro piano.

Nell’omelia pronunciata in S. Petronio il 4 ottobre u.s. dissi che chi non riconosce la soggettività incomparabile del matrimonio e della famiglia «ha già insidiato il patto di cittadinanza nelle sue clausole fondamentali». E’ ciò che fareste, se quel comma fosse approvato: un attentato alle clausole fondamentali del patto di cittadinanza.

Non sto giudicando le vostre intenzioni: nessuno ha questo diritto. Ma l’introduzione di una norma giuridica nel nostro ordinamento regionale, è un fatto pubblico che veicola significati che vanno ben oltre le intenzioni di chi lo compie.

L’approvazione eventuale avrebbe a lungo andare effetti devastanti sul nostro tessuto sociale.

Il matrimonio e la famiglia fondata su di esso è l’istituto più importante per promuovere il bene comune della nostra regione. Dove sono erosi, la società è maggiormente esposta alle più gravi patologie sociali.

La prima erosione avviene quando si pongono atti che obbiettivamente possono far diminuire la stima soprattutto nella coscienza delle giovani generazioni, dell’istituto del matrimonio e della famiglia. E ciò accadrebbe se al matrimonio e alla famiglia, così come sono costituzionalmente riconosciuti, venissero pubblicamente equiparate convivenze di natura diversa. Vi prego di riflettere seriamente sulla responsabilità che vi assumereste approvando quella norma.


Parlare di discriminazione in caso di non approvazione non ha senso: se è ingiusto trattare in modo diverso gli uguali, è ugualmente ingiusto trattare in modo uguale i diversi. Non sto dando giudizi valutativi di carattere etico sulla diversità in questione. Sto parlando della logica intrinseca ad ogni ordinamento giuridico civile: la giustizia distributiva è governata dal principio di proporzionalità.

Inoltre, coll’eventuale approvazione del comma suddetto obbiettivamente voi dareste un contributo alla credenza falsa e socialmente distruttiva che il matrimonio sia una mera “convenzione sociale” che può essere ridefinita ogni volta che così decida una maggioranza parlamentare.

Il matrimonio è una realtà oggettiva sussistente in una unione pubblica tra un uomo e una donna, il cui significato intrinseco è dato dalla sua capacità di generare, promuovere e proteggere la vita. Volete assumervi la responsabilità di porre un atto che per sua logica interna muove la nostra Regione verso una cultura che va estinguendo nel cuore delle giovani generazioni il desiderio di creare vere comunità famigliari?

Qualcuno potrebbe pensare che il comma in questione è una scelta di civiltà giuridica: estende la sfera dei diritti. Dato e non concesso che così fosse, ogni estensione dei diritti deve essere pensata nell’ambito del dovere fondamentale di difendere e promuovere il bene comune. Se così non fosse, si costruirebbe e favorirebbe una società di egoismi opposti. Credo di poter dire che nulla è più contrario alla nostra tradizione emiliano-romagnola, anche di governo, di questa visione della società.

Onorevoli Signori,
come cittadino, cristiano e vescovo, rispetto la vostra autorità; so che siamo liberi in forza della sottomissione alle leggi; so che il vivere nella democrazia è stato anche nella nostra Regione frutto del sacrificio della vita di tante persone, sacerdoti compresi, la cui memoria deve essere custodita.

Ma colla stessa forza e convinzione vi dico che vi possono essere leggi gravemente ingiuste, come sarebbe questo comma se venisse approvato, che non meritano di essere rispettate.

Sono troppo convinto del vostro senso dello Stato democratico per pensare che qualcuno di voi ricevendo questo appello, possa parlare di “indebita ingerenza clericale” nell’ambito pubblico, di grave vulnus alla laicità dello Stato. Laicità dello Stato significa che tutti, nessuno escluso, possono intervenire nella discussione pubblica in vista di una decisione – che è di vostra esclusiva competenza – riguardante il bene e l’interesse di tutti. La laicità non è un fatto escludente, ma includente.

Onorevoli Signori,
vi chiedo di accogliere questo appello, di riflettere seriamente, prima di prendere una decisione che potrebbe a lungo termine risultare devastante per la nostra Regione. Dio vi giudicherà, anche chi non crede alla sua esistenza, se date a Cesare ciò che è di Dio stesso.

Assicurandovi la preghiera quotidiana per il vostro alto ufficio, vi ringrazio fin da ora dell’attenzione che vorrete prestarmi.

Bologna, 1 Dicembre 2009
+ Carlo Card. Caffarra Arcivescov
 
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Blasfemissimo
view post Posted on 2/12/2009, 13:27




Una sola parola EVERSORE, la CC e una forza eversiva che mette in pericolo la democrazia nel mondo!
 
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Ashmael
view post Posted on 2/12/2009, 14:31




Caffarra in galera per attentato alla Costituzione!
ma perchè registrare le cagate degli omofobo-pedofili, falsi come Caifa e giuda?
io lo incatenerei a una lavagna e gkli farei scrivere un googoolplex di volte "Il riconoscimento di altri tipi di unione non danneggia la famiglia tradizionale!"
Quando ha finito, lo getterei nel lago di zolfo, insieme a ratzinazi, bertone, bagnasco, betori, sgreccia,crociata e merda simile.
L'ingiustizia è tutta daklla tua parte, caifa di un caffarra!
 
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Italoromano
view post Posted on 2/12/2009, 14:53




Carissimi,


lasciatemi citare testualmente e integralmente un brano di questa lettera aperta, che secondo me merita d'esser riletto con estrema attenzione, poichè testimonia - ahinoi!!! - della finezza ed abilità retorica dell'autore:

"[...]Parlare di discriminazione in caso di non approvazione non ha senso: se è ingiusto trattare in modo diverso gli uguali, è ugualmente ingiusto trattare in modo uguale i diversi. Non sto dando giudizi valutativi di carattere etico sulla diversità in questione. Sto parlando della logica intrinseca ad ogni ordinamento giuridico civile: la giustizia distributiva è governata dal principio di proporzionalità.[...]

Lascio ben volentieri a voi ogni giudizio, mi permetto solo di aggiungere una breve considerazione personale: io non vorrei mai inseguire gli istituti - nella fattispecie quello matrimoniale - propri della Chiesa cattolica, poichè non ne faccio più parte da anni, e non intendo assolutamente rientrarvi, quindi nessun surrogato del "loro" matrimonio, ma insomma la questione delle cosiddette coppie di fatto è diversa, qui si tratta di riconoscere formalmente alcuni diritti fondamentali ad aggregazioni diverse da quelle x così dire tradizionali, che a tutt'oggi sono ancora del tutto prive di una qualsivoglia tutela giuridica.

Quando ne avran preso atto, sarà sempre troppo tardi, eh...!

Un cordialissimo shalòm a tutti voi :)
 
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view post Posted on 2/12/2009, 15:03
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L'istituto matrimoniale non è proprio della chiesa cattolica.

Il matrimonio preesiste al cattolicesimo e ne esistono innumerevoli forme non cattoliche.

La radice del termine matri - monium ci indica che è un istiuto che nel diritto romano era finalizzato a rendere "legittima" la filiazione.

Difatti nel diritto romano arcaico, quello antecedente alla stessa formazione della città, la filiazione era probabilmente matrilineare ed endogamica, ossia i figli si riconoscevano come figli delle donne e come appartenenti al clan piuttosto che all'istitutuzione della famiglia in senso stretto.

Probabilmente il matrimonio romano, come anche istituti simili sviluppatisi presso altri popoli, nacque appunto per dare certezza alla paternità di una filiazione che la natura ha voluto certa solo per la madre.

Insomma non so se è il matrimonio l'istituto opportuno per regolare i diritti delle coppie omosessuali, anche in considerazione dell'esigenza di tutelare con un istituto simile anche quelle coppie eterosessuali che scelgono una unione meno formale e meno vincolata giuridicamente rispetto al matrimonio.
 
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Ashmael
view post Posted on 2/12/2009, 15:18




Il costume si evolve. Un tempo i padri romani avevano potere di vita e di morte sui figli. un tempo un violentatore poteva cavarsela sposando la donna violentata. Un tempo la donna era letteralmente trasferita con un contratto dal padre al marito senza possibilità di scelta. potrei continuare.
L'istituto del matrimonio ora è basato su una comunanza di vita e sentimenti fra due persone, eventualmente allo scopo di procreare. Vi sono coppie eterosessuali senza figli unite in regolare matrimonio.Ditemi perchè due omosessuali, magari disposti ad adottare , dovrebbero avere meno diritti di loro.
 
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Italoromano
view post Posted on 2/12/2009, 15:40




CITAZIONE (GalileoGalilei @ 2/12/2009, 15:03)
L'istituto matrimoniale non è proprio della chiesa cattolica.

Il matrimonio preesiste al cattolicesimo e ne esistono innumerevoli forme non cattoliche.

La radice del termine matri - monium ci indica che è un istiuto che nel diritto romano era finalizzato a rendere "legittima" la filiazione.

Difatti nel diritto romano arcaico, quello antecedente alla stessa formazione della città, la filiazione era probabilmente matrilineare ed endogamica, ossia i figli si riconoscevano come figli delle donne e come appartenenti al clan piuttosto che all'istitutuzione della famiglia in senso stretto.

Probabilmente il matrimonio romano, come anche istituti simili sviluppatisi presso altri popoli, nacque appunto per dare certezza alla paternità di una filiazione che la natura ha voluto certa solo per la madre.

Insomma non so se è il matrimonio l'istituto opportuno per regolare i diritti delle coppie omosessuali, anche in considerazione dell'esigenza di tutelare con un istituto simile anche quelle coppie eterosessuali che scelgono una unione meno formale e meno vincolata giuridicamente rispetto al matrimonio.

_________________________________________________________________________________________________


Caro Galileo,


ma io volevo dire la stessa cosa: cioè che personalmente aborro un istituto come il matrimonio nato ben prima della Chiesa, certo, ma che la Chiesa di oggi ha monopolizzato, diciamo così, inoltre non lo ritengo lo strumento migliore per garantire formalmente quelle coppie x così dire "non conformi" alla suddetta visione cattolicizzata del matrimonio, per le ragioni che tu stesso enunci in conclusione del tuo discorso. ;)
 
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Felipe-bis
view post Posted on 2/12/2009, 16:19




Uffa.
Io sarei anche disposto a lasciare ai cattolicisti il copyright della parola matrimonio (anche se non ce l'hanno), chissenefrega delle parole. Ma tutte le coppie, omo o etero che siano, devono avere un eguale riconoscimento giuridico (chissenefrega della religione) e uguali diritti doveri e tutele di fronte allo Stato e a tutti gli altri cittadini; poi che si chiami matrimonio o unione civile, o patto civile di solidarietà, o diritti e doveri dei conviventi, o pippo pluto e paperino, chissenefrega! Non vogliono che si chiami matrimonio? Ma lasciamogli pure 'sta denominazione, basta che non rompano i coglioni!

E guardate, arriverei a dire che anche le troppie o le unioni poligame, sempre se composte da persone tutte maggiorenni, consapevoli e consenzienti, dovrebbero avere identico trattamento. Pensa te!



Quanto a caffarra o come cazzo si chiama: VA DENUNCIATO!!!!!!
 
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Blasfemissimo
view post Posted on 2/12/2009, 16:30




Leggere i commenti qui sopra è scoraggiante, non sono assolutamente d'accordo, le coppie gay devono avere
lo stesso riconoscimento giuridico di quelle etero, è un punto centrale del dibattito a livello mondiale.
Figuriamoci poi permettere alla religione il monopolio sulle parole!
Gli americani direbbero "separated is not equal", è apartheid come avere scuole pubbliche per bianchi e
scuole pubbliche per neri, anche se le scuole sono uguali è comunque umiliante.

PS per Italoromano e GalileoGalilei che sembrano suggerire la necessità di istituti differenti per gay e etero, quali diritti
del matrimonio servono a una coppia etero e non a una gay?
 
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view post Posted on 2/12/2009, 19:15
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No, non credo a istituti differenti per gay e eterosessuali.

Credo che le unioni di fatto siano da riconoscere senza alcuna distinzione per eterosessuali e omosessuali. Credo in particolare che i diritti sociali connessi al matrimonio, in materia di assistenza, previdenza, sucessione, sanitaria ecc siano da estendere anche alle coppie omosessuali attraverso un istituto che regoli le coppie di fatto (etero e omo).

Sul matrimonio non ho una idea ben precisa se non che è un istituto da rifondare profondamente perché troppo vincolante, soprattutto sul suo scioglimento, che dovrebbe poter avvenire immediatamente e per semplice recesso unilatrerale, senza alcun intervento giurisdizionale, se non per regolarne le conseguenze.

Sulla sua estenzione alle coppie omosessuali ho dei dubbi ma non ho una posizione netta di contrarietà assoluta. Cerco di spiegarmi. Non vi è dubbio che il matrimonio, per come è nato e soprattutto per come è organizzato è finalizzato tendenzialmente a regolare i rapporti in una famiglia con prole. Questo ovviamente non esclude che un matrimonio senza prole sia un legame meno forte, ma vuol dire che il complesso dei rapporti giuridici del matrimonio è organizzato prevalentemente intorno alla prole. Non è solo una questione etimologica.

D'altro canto l'esperienza della Francia è di una certa rilevanza. Pur considerando che la Francia è il paese più profondamente secolarizzato (a differenza dell'Italia) non deve sorprendere che nel 2008 in Francia ci sono stati ben 144.716 PACS a fronte di un crollo dei matrmoni religiosi, scesi nel 2007 a 83.509: i PACS sono stati scelti sopratutto dagli eterosessuali!

Con questo voglio dire che la regolazione delle unioni di fatto porterebbe probabilmente anche in Italia le coppie etrosessuali a preferirle al matrimonio, in quanto istituto più snello.

Sul successo dei PACS in Francia: http://bareggio.splinder.com/post/21494967...i+di+Pacs+-+Suc
 
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Italoromano
view post Posted on 2/12/2009, 22:08




CITAZIONE (GalileoGalilei @ 2/12/2009, 19:15)
No, non credo a istituti differenti per gay e eterosessuali.

Credo che le unioni di fatto siano da riconoscere senza alcuna distinzione per eterosessuali e omosessuali. Credo in particolare che i diritti sociali connessi al matrimonio, in materia di assistenza, previdenza, sucessione, sanitaria ecc siano da estendere anche alle coppie omosessuali attraverso un istituto che regoli le coppie di fatto (etero e omo).

Sul matrimonio non ho una idea ben precisa se non che è un istituto da rifondare profondamente perché troppo vincolante, soprattutto sul suo scioglimento, che dovrebbe poter avvenire immediatamente e per semplice recesso unilatrerale, senza alcun intervento giurisdizionale, se non per regolarne le conseguenze.

Sulla sua estenzione alle coppie omosessuali ho dei dubbi ma non ho una posizione netta di contrarietà assoluta. Cerco di spiegarmi. Non vi è dubbio che il matrimonio, per come è nato e soprattutto per come è organizzato è finalizzato tendenzialmente a regolare i rapporti in una famiglia con prole. Questo ovviamente non esclude che un matrimonio senza prole sia un legame meno forte, ma vuol dire che il complesso dei rapporti giuridici del matrimonio è organizzato prevalentemente intorno alla prole. Non è solo una questione etimologica.

D'altro canto l'esperienza della Francia è di una certa rilevanza. Pur considerando che la Francia è il paese più profondamente secolarizzato (a differenza dell'Italia) non deve sorprendere che nel 2008 in Francia ci sono stati ben 144.716 PACS a fronte di un crollo dei matrmoni religiosi, scesi nel 2007 a 83.509: i PACS sono stati scelti sopratutto dagli eterosessuali!

Con questo voglio dire che la regolazione delle unioni di fatto porterebbe probabilmente anche in Italia le coppie etrosessuali a preferirle al matrimonio, in quanto istituto più snello.

Sul successo dei PACS in Francia: http://bareggio.splinder.com/post/21494967...i+di+Pacs+-+Suc

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Mi permetto di quotarti poichè condivido in toto il tuo ragionamento; sui cosiddetti pacs poi, i dati che richiami testimoniano - ma ce ne era ancora bisogno? - quanto la opposizione ad essi sia eminentemente "ideologica", cioè di principio, portata avanti com'è da una invadente Chiesa cattolica.


 
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10 replies since 2/12/2009, 12:03   265 views
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