Laici Libertari Anticlericali Forum

Corrado Malanga

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Kulkulcan
view post Posted on 20/5/2009, 22:48




Contro Malanga

CITAZIONE
Non è facile definire Corrado Malanga. Si potrebbe dire che è uno scienziato che studia un certo tipo di fenomeni in una certa categoria di esseri umani, oppure si può dire che è un essere umano che studia una certa categoria di fenomeni in modo scientifico.

Nel primo caso, Corrado Malanga studia i casi di coloro che ritengono di essere stati “addotti” da esseri viventi di origine extra-terrestre. Nel secondo caso Corrado Malanga sta curiosando fra le pieghe del tempo e dello spazio, alla ricerca dell’origine dell’uomo e dell’universo.

Il tutto avviene, in ogni caso, tramite le sedute di ipnosi regressiva a cui si sottopongono le persone addotte dagli alieni.

Chiariamo prima di tutto questo fatto, perchè la naturale diffidenza suscitata da un argomento come questo rischia di ostacolare un sereno apprezzamento del lavoro svolto da Malanga: esistono nel mondo migliaia di persone che ritengono di essere state addotte dagli alieni, e nel loro insieme costituiscono una realtà impossibile da liquidare come semplice fantasia della mente umana. Una quantità notevole di riscontri incrociati, sommati a numerose prove tangibili, permettono oggi di dire che queste persone – nella loro stragrande maggioranza, si intende – abbiano realmente vissuto le esperienze che descrivono.

Che poi siano stati rapiti da veri extraterrestri, piuttosto che da pupazzi di Disneyland, rimane da decidere, ma sulla veridicità dei loro racconti è difficile ormai avanzare dubbi.

In questo caso poi il fatto di saperne poco rappresenta, paradossalmente, una conferma del fenomeno: la diffusa ignoranza in materia infatti è il risultato preciso, voluto e pianificato ...

... di una campagna di disinformazione e occultamento messa in atto dai militari americani a partire dagli anni ’50, su tutto quello che riguarda l’esistenza di esseri extraterrestri.

Fu con il Robertson Panel, che risale al 1952, che gli “omini verdi” del Pentagono (ogni pianeta ha i suoi problemi, a quanto pare) decisero che questa realtà andasse nascosta alla popolazione, ed imposero da allora non solo il totale silenzio mediatico sull’argomento, ma anche la sistematica ridicolizzazione di chiunque ne parlasse in pubblico, per ottenere un risultato ottimale. E non si può dire che non ci siano riusciti.

In ogni caso, la questione è enormemente complessa, e va affrontata altrove. Qui interessava più che altro stabilire una premessa relativamente solida su cui poggiare il discorso su Malanga, il cui lavoro merita, a mio parere, di essere preso molto seriamente.

Chi ci ha rimesso di più infatti, in questo festino permanente di disinformazione, sono proprio gli addotti: mentre chi racconta di “aver visto un UFO” rischia al massimo di sentirsi chiedere se per caso abbia la febbre, chi è stato addotto dagli alieni non pensa nemmeno lontanamente di raccontarlo agli altri, e si ritrova costretto a convivere con questa realtà agghiacciante nella più profonda solitudine.

Finchè non scopre Corrado Malanga.

Come racconta lui stesso, una ventina di anni fa Malanga fu mandato ad esaminare alcuni casi di abduction, senza saperne assolutamente nulla. Ed infatti, non ci capì assolutamente nulla.

Da una parte la naturale ritrosia dei soggetti, dall’altra il suo approccio strettamente scientifico, gli impedivano di trovare una chiave valida con cui impostare il suo lavoro di indagine.

Presto gli fu chiaro, di fronte a racconti assolutamente inconcepibili per i normali esseri umani, che doveva prima di tutto allargare il campo dell’indagine ad ipotesi non immediatamente verificabili con metodo scientifico. Se ti chiamano per riparare la diga di Folson non puoi presentarti con la chiave dell’idraulico.

“Io volevo studiare gli alieni – dice Malanga – ma mi sono reso conto che prima di tutto dovevo capire come è fatto l’uomo”.

Dopo una serie iniziale di esperimenti in doppio cieco, condotti su persone che non si erano mai conosciute fra di loro, Malanga si rese conto che era necessario introdurre nell’ equazione termini come “anima”, “spirito”, o “coscienza”, che non sono quantizzabili in termini scientifici, ma la cui presenza ricorreva in tutte le storie con regolarità impressionante.

Per Malanga infatti è centrale il ruolo della coscienza, che è in grado di modificare la nostra percezione della realtà, come dimostrato ormai da anni da un noto esperimento scientifico.

Si aprì così per Malanga un mondo vasto e sconosciuto, del quale è venuto scoprendo gli aspetti più reconditi grazie a venti anni di sedute di ipnosi regressiva condotte sugli addotti.

Sono loro – o meglio la loro coscienza – a descrivere tutto questo, e lo fanno spesso con una minuzia nel dettaglio scientifico che trascende di gran lunga la preparazione culturale del soggetto esaminato.

“Raramente - dice Malanga - senti al bar il calzolaio con la terza elementare che disquisisce sul rapporto spazio-tempo, mentre disegna con disinvoltura su un foglietto la struttura del DNA”.

Nasce così una preziosa raccolta di informazioni, che dopo lunghi anni di ricerca Malanga sta finalmente cercando di riordinare in termini scientifici. Rimane la barriera, per ora insuperabile, che impedisce di quantificare gli elementi più “volatili” del fenomeno, di cui Malanga ha percepito l’esistenza.

D’altronde, l’introduzione di elementi non verificabili, nella costruzione di una teoria, viene praticata regolarmente dalla scienza. Accade ad esempio che l’astrofisico si accorga che manchi nell’universo, secondo le Leggi di Newton, circa il 90% della massa necessaria al suo equilibrio complessivo, e presupponga quindi l’esistenza di una non meglio definita “materia oscura”, nell’attesa di poterla portare completamente in luce.

“Se non facessimo così – dice Malanga – non potremmo nemmeno affermare che l’universo esiste, visto che non possiamo replicarlo in laboratorio”.

E’ peraltro affascinante la sensazione costante che offre Malanga di poter ridurre un giorno a sistema matematico quello che la scienza oggi non vuole nemmeno sentir nominare: Dio.

Malanga, che si professa rigorosamente ateo, chiama “Dio” il Grande Sistema Cosciente di cui facciamo parte. Viene in mente in proposito il racconto di Edgar Mitchell, che descriveva la sua sensazione estatica nell’osservare lo spazio infinito dagli oblò di Apollo 14: "La prima cosa che mi venne in mente fu un'interconnessione, il fatto che non siamo in un Universo - come dice la nostra scienza - fatto di molecole che rimbalzano una contro l'altra come palline da ping-pong, ma che si tratta di un sistema molto più intelligente e organizzato, di un "sistema organico", in cui le molecole del mio corpo e quelle della navicella spaziale erano dei prototipi realizzati in una remota epoca cosmica."

Siamo quindi agli antipodi di Cartesio, che poneva l’osservatore fuori dal sistema osservato, illudendoci di poterlo valutare in termini oggettivi.

All’interno del Grande Sistema Cosciente, secondo Malanga, interagiscono da milioni di anni diverse razze di esseri viventi, che abitano diversi pianeti in diversi sistemi stellari.

Per quando diverse all’apparenza fra loro, queste razze sembrano avere tutte una matrice in comune, rilevabile dalla forma “umanoide”: testa, tronco, braccia e gambe. Il corpo delle diverse razze varia cioè in dimensioni, proporzioni e aspetto esteriore, ma condivide la stessa struttura fisiologica, intesa come collocazione relativa delle varie parti del corpo.

Se condividano poi anche gli aspetti “sottili” dell’essere umano, a noi non visibili, rimane forse la domanda più interessante di tutte.

Malanga ipotizza un universo in cui i vettori principali siano quattro: tempo, spazio, energia e coscienza.

Mentre i primi tre possono interagire fra loro in tutte le varianti possibili, la coscienza è qualcosa di superiore, trasversale, onnipresente, che pervade e collega tutti gli elementi del sistema, appartenendo a ciascuno in modo specifico, ma restando in qualche modo separata da tutti. “Dio”, appunto, nel Cristianesimo.

Se Malanga fosse Padre Balducci, citerebbe a questo punto la recente dichiarazione di Gabriel Funès, direttore dell’osservatorio astronomico della Specola Vaticana (la persecuzione di Galileo, ormai è chiaro, fu solo una grandiosa messa in scena: i migliori telescopi sembra che li abbiano proprio loro): “Si può ammettere l'esistenza di altri mondi e altre vite – ha detto Funès - anche più evolute della nostra, senza per questo mettere in discussione la fede nella creazione, nell'incarnazione e nella redenzione".

Malanga però non ama le religioni, e ci ricorda che il termine deriva da res-ligo, ovvero “legiferare”, quindi “mettere sotto controllo”. Malanga invece vuole essere libero di muoversi in ogni direzione, per poter analizzare, classificare e interpretare al meglio i dati ricavati dalle mille sedute di ipnosi regressiva.

Ma cosa c’entrano gli addotti in tutto questo?

Il bello di Malanga sta proprio qui: in questa “configurazione filosofica” dell’universo non c’è nulla di personale, di gratuito o di casuale. Malanga cerca solo il modo più corretto per ricomporre gli elementi del puzzle che man mano viene raccogliendo nelle sedute con gli addotti.

Durante le sedute il soggetto viene lentamente portato ad annullare le funzioni cerebrali del lobo sinistro (quello “razionale”), liberando così letteralmente la voce dell’inconscio, che di solito vive “addormentata” nel lobo destro. Durante l’ipnosi infatti il paziente parla con una voce flebile ed incerta, spesso zoppicante, che denuncia proprio la scarsa abitudine del lobo destro a controllare le corde vocali. Provate a lavarvi i denti con la mano sinistra (oppure con la destra, se siete mancini), e scoprirete l’importanza che ha l’abitudine nel compimento di qualunque funzione fisica.

Malanga però non si limita a chiamare “inconscio” ciò che avviene nell’ambito del lobo destro, poichè ha scoperto che questo inconscio è tutt’altro che confuso, ignorante o insensato. E’ semplicemente sconosciuto al nostro “conscio” – la contrapposizione dei due lobi cerebrali è di fondamentale importanza in tutto il lavoro di Malanga - nel senso che noi non siamo in grado di percepirlo razionalmente, ma ha una sua vita completa, indipendente, e pare anche piuttosto interessante.

E’ in realtà questa la manifestazione “locale”, nel soggetto esaminato, della coscienza universale di cui sopra. Ed è proprio tramite la “voce della coscienza”, che noi sentiamo attraverso le corde vocali del soggetto, che veniamo a conoscenza di tutte le informazioni che Malanga ha raccolto nel tempo.

A sua volta, la coscienza per Malanga non è l'anima. L’ anima è qualcosa che esiste al di là della dimensione temporale, mentre la coscienza di ognuno è un estensione nel nostro tempo-spazio della coscienza superiore, onnipresente ed eterna, che è poi la rappresentazione del Dio dei Cattolici.

Il nostro cervello, che funge da semplice “ricevitore” – esattamente come il sintonizzatore di una radio - è sia il mezzo di collegamento con l’anima collettiva che la sede locale della coscienza e della mente.

L’interazione di tutti questi elementi avviene in termini puramente quantistici, e produce nella coscienza la percezione del mondo esteriore, che in realtà è solo un ologramma che si attiva in ciascuno di noi nel momento in cui ne riconosciamo l’esistenza.

In modo molto meno sofisticato lo stesso concetto viene espresso da una delle razze più antiche sulla terra, quella degli aborigeni australiani, che chiamano il mondo fisico in cui viviamo “dreamworld”, “il mondo sognato”.

Tutto quanto sopra non significa in alcun modo che Malanga si serva degli addotti in modo cinico, o comunque egoistico, sia chiaro. Accedendo alla “memoria profonda”, le sedute servono prima di tutto al soggetto per ricostruire quello che è avvenuto durante la abduction, che gli alieni evidentemente riescono a cancellare dalla sua memoria a breve termine. Gli addotti infatti si ritrovano di solito “depositati” da qualche parte, completamente disorentati, con un buco temporale che li angoscia e che cercano disperatamente di colmare.

Schopenhauer diceva che il folle è l’uomo che abbia perso la memoria.

Quello che rimane sul tavolo di Malanga, alla fine di queste sedute, sono tanti curiosi pezzi del puzzle universale, che a quel punto solo un’ameba con la meningite rinuncerebbe a volere ricomporre.

D’accordo, si dirà, ma di preciso cosa vogliono da noi gli alieni? Perchè ci rapiscono, e poi ci “restituiscono”, cercando nel frattempo di farci dimenticare quello che è successo?

Qui si apre una serie di tematiche complesse e delicate, che Malanga sta ancora cercando di definire, e che possono essere affrontate solo dopo aver conosciuto meglio il lavoro da lui svolto fino ad oggi.

Nel frattempo lo ringraziamo per lo sforzo immenso – e non privo di rischi, a questo punto - che sta compiendo al posto di una intera comunità scientifica che continua codardamente ad ignorare tutto ciò che non sa spiegare, vanificando in questo modo la funzione stessa della scienza. E forse anche la finalità ultima della nostra esistenza terrena.

Massimo Mazzucco

http://www.luogocomune.net/site/modules/ne...hp?storyid=3187

Controparte

CITAZIONE
Introduzione di Corrado Malanga

Tutto cominciò tanti anni fa. Mi interessavo di UFO a livello amatoriale, quando decisi di entrare a far parte di un’organizzazione a livello nazionale che studiava l’argomento. Divenni membro del Consiglio Direttivo e lavorai per questa organizzazione per vari decenni. Un giorno mi affidarono l’incarico di seguire un caso di presunto rapimento, da parte di alieni, di un ragazzo di Genova: Valerio. Dopo quattro anni di inchiesta trasformai il mio rapporto in un libro, per volere dello stesso direttivo del Centro per cui lavoravo.

Si scatenò l’inferno! Venni subito minacciato, dall’interno e dall’esterno di quell'organizzazione, e tentarono di mettermi a tacere. Le stesse persone che mi avevano, in un primo tempo, sostenuto nelle indagini, si rivoltarono contro di me e ci volle poco per capire che avevano delle collusioni con alcuni settori governativi, italiani e non. Collusioni di cui io, stupidamente, non mi ero mai reso conto. In realtà me n’ero reso conto a livello inconscio, ma non avevo mai voluto dar retta alla voce della mia Coscienza, la quale diceva chiaramente, giorno dopo giorno, che in quell’organizzazione, come in altre in Italia, la longa manus dei servizi segreti la faceva da padrona.

Siccome non mi piace, però, lasciare un lavoro a metà, decisi che era bene continuare le indagini sul fenomeno abduction. L’incarico me lo avevano dato e la macchina era stata messa in moto: quando comincio un lavoro non posso essere fermato, se non per sempre!

Questo trattato è il frutto di molti anni di lavoro, alla ricerca dei testimoni dei fenomeni di rapimento alieno (od abduction), alla ricerca delle migliori tecniche per studiare questa strana casistica, alla ricerca della realtà che si cela dietro le bugie dei mass-media, alla ricerca della verità dietro le stupidaggini dei gruppi di religiosi new-age e dietro le menzogne delle chiese di tutti i tempi.

Questo non è un libro sulle abduction. Libri di questo tipo ne abbiamo a dozzine: descrivono la storia del fenomeno, fanno un elenco pedissequo di avvistamenti, parlano degli insabbiamenti dei governi ed i più coraggiosi introducono alcuni racconti di testimonianze di presunti addotti da alieni. In questo trattato non c’è nulla di tutto questo, infatti non è diretto ai lettori comuni, a quelli che, non sapendo come prendere sonno, leggono tre pagine per notte di qualsiasi cosa.

Per carità, se siete di quelli non leggete queste pagine, perché non dormireste più per mesi. Questo trattato non si rivolge nemmeno ai lettori di libri sugli UFO, i così detti ufofili. Essi non capirebbero una parola di quello che c’è scritto, poiché non possiedono i prerequisiti per comprendere gran che. Questo trattato non si rivolge nemmeno agli ufologi, la cui principale aspirazione consiste nel collezionare molti libri sull’argomento, da mostrare con orgoglio agli amici quando vengono in visita.

Sicuramente non è stato scritto neppure per i religiosi, dei quali mi importa poco e che vedranno, in questo trattato, demolite tutte le loro aspirazioni di potere, come mediatori tra Dio e l’uomo. Non è stato scritto neanche per i militari, i quali, come vedremo nelle conclusioni, sono decisamente tagliati fuori anche dalla più banale comprensione dell’Universo intero. Questo trattato si rivolge solo ed esclusivamente agli addotti italiani ed, in secondo luogo, a tutti coloro che, armati di buona volontà e di qualche neurone funzionante, pensino che c’è, nell’aria, qualcosa che non va. Sì, qualcosa nell’aria non va! Gli addotti, a livello inconscio, lo sanno e lo sentono bene, perché lo hanno sperimentato sulla loro pelle e dentro di loro: gli altri lo sanno perché lo percepiscono dalle piccole cose di tutti giorni.

Non si sa bene cosa stia accadendo, ma c’è in giro un certo malessere. Si dà la colpa alla congiuntura, alla politica, alle guerre, al tempo atmosferico ed all’inquinamento, ma in realtà nessuno capisce cosa succeda. Succede che la nostra Anima, a livello inconscio, sa che sta per accadere l’irreparabile, ma non sa come dirlo, a livello cosciente, alla parte restante di noi stessi, ai piani della coscienza e del subconscio. Tutto rimane dunque sopito, intorpidito a livello di sensazione. Si sa che deve succedere qualcosa, ma non si sa cosa. Si percepisce che ciò che deve succedere sarà una cosa non buona, ma si pensa ai vari millenarismi e catastrofismi del passato e si ritiene che si tratti di sensazioni dettate più dallo stato in cui oggi la società si trova che non di un problema vero e concreto.

Questo trattato spiega, per filo e per segno, in cosa consiste il problema delle interferenze aliene, descrive le principali razze aliene che praticano le interferenze, analizza i vari livelli di interferenza, interna ed esterna all’addotto, chiarisce le interrelazioni tra alieni ed alieni e tra alieni e gruppi di Governo Mondiale (NWO - New Word Order). Sono descritte le tecniche di sottomissione che gli alieni, ed i militari collusi con essi, utilizzano per i loro scopi. Si indicano quali sono gli scopi per cui tutto ciò accade e si descrivono, per filo e per segno, le tecniche utilizzate per comprendere il fenomeno.

Si fa ampio uso di ipnosi regressiva e di Programmazione Neuro Linguistica (PNL), completamente rinnovate e ristrutturate dalla base. Si aggiungono le testimonianze di coloro che sono stati addotti e che riportano, sul loro corpo, le cicatrici di questa tremenda esperienza. Quelle cicatrici, come vedremo nel testo, non toccano solo il fisico, ma soprattutto fanno sentire il loro peso a livello di psiche: psiche e soma umano in mano agli alieni. Questo trattato parla delle cicatrici che gli alieni hanno procurato alla società umana da sempre, nascondendosi dietro religioni, politica e potere ed utilizzando la stupidità di alcuni esseri umani, vuoti dentro.

Questo testo, però, parla anche della vera natura dell’uomo e dell’Universo, distingue tra Anima, Corpo, Mente e Spirito e tra realtà reale e realtà virtuale e fornisce la chiave di lettura per poter finalmente divenire. Mi sono accorto, infatti, che, nello studiare gli alieni, avevo commesso un grosso errore metodologico: non si possono studiare gli alieni senza sapere come siamo fatti noi stessi. Mi accorsi ben presto che gli alieni cercavano in noi qualcosa che loro stessi non avevano, qualcosa che non sapevamo di possedere, qualcosa che rende molti uomini parte integrante di Dio.

Lo scopo di questo trattato è quello di fare chiarezza ed esso si rivolge agli addotti italiani, i quali, se avranno la costanza di leggerlo tutto, si riconosceranno in questo tremendo scenario. In quel preciso momento avranno fatto il primo passo verso la loro liberazione ed anche verso la nostra! Liberarsi dagli alieni vuol dire, infatti, liberarsi da tutte le forme di potere, anche da quelle che ci insegnano a rispettare da piccoli, per imparare a distinguere ed a riconoscere gli dei falsi dal Dio vero. Il Dio vero, si capirà leggendo questo trattato, è qualcosa che è dentro l’uomo e non fuori di lui. Chi ci dice di cercarlo fuori di noi, sovente lo fa per confonderci e per far accettare un falso dio che dice, quando si presenta: “IO SONO COLUI CHE SIAMO”, al posto del vero Dio, che è dentro di noi e dice, quando si presenta: “IO SONO COLUI CHE SA CHI SIAMO!” C’è una bella differenza.

Cominceremo a parlare degli alieni e finiremo per parlare di Dio, cioè dell’Uomo, ma questa non è roba per ufologi e nemmeno per scienziati e neanche per alieni: questa è roba per coloro che hanno l’Anima e che non l’hanno... “venduta al diavolo”. Questo trattato è dedicato a tutti gli addotti che mi hanno aiutato con le loro testimonianze e con la loro voglia di vederci chiaro, che hanno lottato e lottano con me contro quella componente della stupidità umana che ci ha portati sull’orlo del baratro. Senza la loro volontà di uscire dalla prigione aliena, senza lo sforzo ed il desiderio di fare qualcosa per salvare se stessi e gli altri, non avremmo mai potuto, insieme, fare una ricerca di questo tipo. Non avrei mai compreso io stesso come sia veramente demoralizzante vivere non sapendo nemmeno chi si è. Grazie a loro ho capito tante cose, molte delle quali non possono essere descritte a parole, ma solamente sentite con quella parte di me che non sapevo utilizzare e che oggi mi permette di vedere il mondo in un modo più vicino alla realtà reale.

Spero che questo trattato sia utile a loro, gli addotti, ed a coloro che vogliono continuare sulla strada della liberazione dell’umana progenie dalla schiavitù aliena. In ogni caso io oggi sono diventato un altro: ho ritrovato parte di me e sto ancora cercando i pezzi mancanti. Un ulteriore ringraziamento va a tutti i componenti del Gruppo StarGate Toscana, che mi hanno sostenuto in tutti questi anni, in vari modi e forme, sopportando la mia logorroica forma di espressione verbale. Corrado Malanga.

5- Febbraio 2006 - Mistic.it

http://www.mistic.it/abduction/introduzione-malanga.htm



Edited by Kulkulcan - 25/5/2009, 11:22
 
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The Truth Is Out There
view post Posted on 21/5/2009, 09:01




Corrado Malanga è un ciarlatano ben noto. Ha cercato di farsi pubblicità "profetizzando" un evento (fine del mondo, caduta di meteorite) nel luglio 2008... evento che puntualmente NON si è verificato!

Citando le sue stesse parole:

CITAZIONE (Corrado Malanga @ 10/6/2008, 11:48)
Dopo aver detto ciò devo sottolineare come io non abbia mai detto che il 28 luglio ci sarà la fine del mondo come qualcuno vuole farmi dire. ma che, dai dati in nostro possesso, alcuni addotti, in ipnosi, collegati con la loro parte animica, hanno più o meno descritto l'evento per una data che potrebbe essere quella.

Nella sostanza, il buon Malanga ha usato un trucco tanto semplice, quanto banale, per uscire illeso da un eventuale fallimento: ha lanciato il sasso, poi ha detto che la "previsione" è stata fatta da alcuni "addotti" (rapiti dagli alieni).
Se si fosse verificato qualcosa di anomalo, sarebbe stato osannato lui e non gli "addotti". Viceversa (e questo è il caso), la colpa si sarebbe riversata sugli "addotti" lasciando l'immagine di Malanga del tutto immacolata per chi è disposto a credere alle sue panzane acriticamente e aprioristicamente.

Per quanto concerne la validità dell'ipnosi regressiva, basta dire che non è un metodo scientifico ed anzi non è nemmeno presa in considerazione dalla stragrande maggioranza di medici e scienziati.
Malanga mescola religione e credulità popolare creando un mix esplosivo e suggestivo.

Che ci siano forme di vita nell'universo, probablisticamente parlando, è del tutto possibile. Che Malanga sia in contatto diretto o indiretto con una di esse, è del tutto improbabile.

E' mia opinione che Malanga rientri nella categoria del Wannamarchismo.
 
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saras68
view post Posted on 5/6/2009, 21:39




la domanda mi sorge spontanea..
quanti di voi credono negli exstraterrestri?...
ehehe....ci vorrebbe faccina con aria da studioso
 
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Paolo_79
view post Posted on 6/6/2009, 13:44




Io penso che possano essersi sviluppate civiltà aliene, che però è alquanto diverso dal bersi le chiacchiere dei "contattisti".
 
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Felipe-bis
view post Posted on 6/6/2009, 14:27




CITAZIONE (Paolo_79 @ 6/6/2009, 14:44)
Io penso che possano essersi sviluppate civiltà aliene

che in ogni caso sarebbero irraggiungibili, anche se fossero su un pianeta intorno alla stella più vicina. Potremmo anche smettere di preoccuparcene, volendo.
 
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saras68
view post Posted on 6/6/2009, 20:54




Mi sono sempre chiesta,mettendomi nei panni di un alieno,come potrei mai manifestarmi alla razza umana con tutte le crisi di identità che essa ha?...
..mi ritroverei in un corteo a manifestare per i miei diritti di ...alieno! :lol:
scusate..ho appena finito l'orto (ne ho pure per domani) so stanca morta e mi va di cazzeggiare.... rispettosamente :D
 
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saras68
view post Posted on 8/6/2009, 18:35




...secondo me un alieno parlerebbe volentieri con un ateo..se non altro si sentirebbe più tranquillo...
 
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AIZE
view post Posted on 3/3/2012, 22:00




CITAZIONE (The Truth Is Out There @ 21/5/2009, 09:01) 
Corrado Malanga è un ciarlatano ben noto.

Per quanto concerne la validità dell'ipnosi regressiva, basta dire che non è un metodo scientifico.
Malanga mescola religione e credulità popolare creando un mix esplosivo e suggestivo.

E' mia opinione che Malanga rientri nella categoria del Wannamarchismo.

Sono d'accordo.
 
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view post Posted on 20/7/2022, 11:10
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salve, sto cercando di scaricare tutti i file attinenti alle ipnosi regressivi condotte dal profesor Malanga. C'è qualcuno che è in possesso delle tracce? in particolare dalla traccia 44 in poi ?
 
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8 replies since 20/5/2009, 22:48   1853 views
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