Laici Libertari Anticlericali Forum

La crisi del matrimonio religioso: nel 2022 solo 82.451. Ulteriore calo nei primi mesi del 2023, Solo il 45,9% delle unioni in chiesa o in altro tempio

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view post Posted on 21/2/2009, 09:48
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Nel 2018 il sorpasso dei matrimoni civili

chiesa-matrimonio

Matrimoni religiosi in Italia
1931: 268.820
1936: 312.037
1941: 269.650
1948: 378.642
1950: 347.793
1955: 358.679
1960: 381.512
1963: 414.652
1965: 393.981
1970: 386.589
1975: 342.467
1980: 282.999
1985: 256.911
1990: 266.084
1991: 257.555
1992: 255.355
1993: 248.111
1994: 235.990
1995: 232.065
1996: 222.086
1997: 220.351
1998: 219.581
1999: 215.743
2000: 214.255
2001: 192.558
2002: 192.006
2003: 186.489
2004: 169.637
2005: 166.431
2006: 162.364
2007: 163.721
2008: 156.031
2009: 144.384
2010: 137.075
2011: 124.443
2012: 122.297
2013: 111.545
2014: 108.054
2015: 106.333
2016: 107.873
2017: 96.572
2018: 97.596
2019: 87.299
2020: 27.993
2021: 82.873
2022: 82.451
2023: 76.927
stima -6,7% primi 8 mesi del 2023


Statistiche sul matrimonio civile
1931: 1,6%
1936: 1,4%
1941: 1,5%
1948: 1,66%
1951: 2,43%
1956: 2,17%
1961: 1,56%
1966: 1,24%
1967: 1,22%
1968: 1,42%
1969: 1,71%
1970: 2,26%
1971: 3,85%
1976: 9,42%
1981: 12,72%
1986: 14,16%
1989: 16,70%
1990: 17,01%
1991: 17,47%
1992: 18,25%
1993: 17,91%
1994: 19,07%
1995: 19,98%
1996: 20,29%
1997: 20,66%
1998: 21,59%
1999: 23,04%
2000: 24,67%
2001: 27,07%
2002: 28,89%
2003: 29,39%
2004: 31,86%
2005: 32,82%
2006: 34,00%
2007: 34,61%
2008: 36,73%
2009: 37,19%
2010: 36,89%
2011: 39,25%
2012: 40,96%
2013: 42,52%
2014: 43.06%
2015: 45,30%
2016: 46,93%
2017: 49,51%
2018: 50,15%
2019: 52,58%
2020: 71,09%
2021: 54,07%
2022: 57,05%



http://ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com/b...la_chiesa.shtml

FIORI D'ARANCIO SOTTO LE DUE TORRI
Gli sposi bolognesi preferiscono il Comune alla Chiesa

L’analisi dell’Ufficio Statistica cittadino evidenzia la crescita dei matrimoni a Palazzo D’Accursio a scapito degli sposalizi tenuti di fronte all’altare: nel 2008, 780 unioni civili contro 372 religiose

Bologna, 19 febbraio 2009 - Sotto le Due Torri le unioni civili battono quelle religiose. Gli sposi a Bologna preferiscono sempre più il Comune alla Chiesa: lo evidenziano le cifre sulle unioni degli ultimi tre anni.

Se nel 2006 si registravano 700 matrimoni in Comune contro i 409 in chiesa, il 2007 ha visto 783 unioni civili e 442 religiose, mentre nel 2008 il punteggio è di 780 a 372. A unirsi “nel sacro vincolo del matrimonio”, quindi, nello scorso anno sono state meno della metà delle coppie che hanno pronunciato il fatidico "sì" davanti all’ufficiale civile.

Le statistiche sono state distribuite durante la presentazione di un corso per diventare 'Wedding planners', ovvero professionisti nell’organizzazione di nozze. Un ciclo di sette incontri divisi fra marzo e maggio, con il quale imparare l’arte dell’organizzazione delle cerimonie. Le lezioni trattano temi quali la scelta dell’abito della sposa, gli spostamenti degli invitati, le bomboniere e l’intrattenimento musicale.

Per quanto riguarda l’andamento dei matrimoni in città, tra l’altro, è da segnalare l’analisi dell’Ufficio Statistica del Comune, che nell’ultimo aggiornamento sulla popolazione sottolinea che "nel corso del 2008 sono stati celebrati 1.152 matrimoni, con una variazione annua di -73 unioni, pari al -6%; riprendendo così la progressiva riduzione della nuzialità rilevata nel medio-lungo periodo e interrotta dall’aumento registrato nel 2007”.

Lo scorso anno, però, "sono risultate sostanzialmente stabili le unioni celebrate in municipio", con solo tre matrimoni in meno; la diminuzione, infatti, "ha riguardato quelle religiose" (70 in meno rispetto al 2007). Anche nel 2008 “si conferma quindi la prevalenza dei matrimoni civili (67,7%) rispetto a quelli religiosi, come avviene già a partire dal 2001”.

La prevalenza della cerimonia civile, spiega l’Ufficio Statistica di Palazzo D’Accursio, "è favorita sia dalla preferenza del municipio da parte delle coppie formate da celibi e nubili, sia da dinamiche oggettive legate alla significativa incidenza delle coppie miste non necessariamente di uguale cultura o religione, sia da sposi che, avendo alle spalle un precedente matrimonio ormai concluso, optano necessariamente per il rito civile".

www.ilgiornaledivicenza.it/dossiers...0/66/182/31462/


Schio. Il sindaco batte il prete nella partita-matrimoni
IL FENOMENO. Monsignor Tessarollo: «Ce lo aspettavamo, in futuro la differenza sarà ancor più evidente»


Nel 2008 il sorpasso. Le nozze celebrate col rito civile sono state 61 contro le 54 unioni officiate in chiesa

* 20/02/2009

Sempre più coppie decidono di sposarsi in municipio

Il Comune sorpassa la Chiesa sulla via degli sposalizi. I fidanzati scledensi dimostrano di preferire, alla tradizionale unione "davanti a Dio", quella più "contemporanea" davanti al sindaco. Per la prima volta i matrimoni civili sul territorio comunale hanno superato quelli religiosi, rispettivamente 61 i primi e 54 i secondi, in base ai dati disponibili del 2008. Un primo segnale era stato lanciato l'anno scorso, quando fu evidenziato come i novelli sposi avessero abbandonato il contorno classico del Duomo per la loro unione.
Un edificio monumentale e simbolico, talvolta troppo difficile da raggiungere per parenti ed amici, anche se ora funziona un ascensore capiente in grado di garantire l'accesso a tutti. In verità il fenomeno si allarga anche alle altre chiese cittadine e i matrimoni sono sempre meno, raggiungendo il minimo storico.
Nel 1999 era possibile scorgere ben altre cifre: le celebrazioni matrimoniali erano state 185, di cui 149 nelle chiese cittadine, mentre solo 36 in Municipio, passando nel 2004 rispettivamente a 69 contro 54, per un totale di 123.
«Ormai ce lo aspettavamo - commenta monsignor Adriano Tessarollo della parrocchia di S. Pietro - e probabilmente in futuro tale tendenza aumenterà. Di questi tempi il "diverso" è chi si sposa in Chiesa e non in Comune, mentre una volta era il contrario».

www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Home/143511/



* Home

Matrimoni: -32% in nove anni
E il Comune "batte" la Chiesa
LA CITTÀ CAMBIA COSTUMI. Secondo i dati dell'Ufficio statistica sempre meno giovani si avvicinano all'altare. Il grande passo dopo i 36 anni

Nel 2008 celebrate 383 unioni (nel 2000 erano state 563): 177 sull'altare e 206 con rito civile. Convivenze in aumento
FEDERICO FORMISANO

www.adige.tv/?p=vedi&id=6860

Giovedì 5 Febbraio 2009
Nozze in calo e sempre più tardi

Se nel 2002 si sposavano 270.013 italiani, nel 2006 il numero delle coppie convolate a nozze e' sceso a 245.992: 192.006 i matrimoni religiosi nel 2002 e 162.364 nel 2006. Sono i dati Istat che fotografano un continuo calo dei riti, soprattutto quelli religiosi (i matrimoni civili sono passati invece dai 78.007 del 2002 agli 83.628 del 2006).

www.uaar.it/laicita/matrimonio_civile

Nel 1936 i matrimoni civili erano solo l’1,4 per cento del totale, nel 1966 erano ancora fermi all’1,2%, nel 1986 già salivano al 14,2%, nel 2005 sono arrivati al 32,4%.

Edited by pincopallino1 - 4/3/2024, 12:27
 
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view post Posted on 22/2/2009, 08:55
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Matrimoni religiosi cattolici in Francia
https://fr.statista.com/statistiques/61654...oliques-france/
1980: 217.479
1990: 147.146
1991: 146.270
1992: 137.567
1993: 132.129
1994: 126.919
1995: 125.847
1996: 124.362
1997: 124.425
1998: 120.262
1999: 121.513
2000: 122.580
2001: 118.087
2002: 110.409
2003: 102.024
2004: 95.034
2005: 97.432
2006: 89.014
2007: 83.509
2008: 88.564
2009: 77.664
2010: 74.636
2011: 71.146
2012: 70.369
2013: 62.151
2014: 58.889
2015: 55.854
2016: 54.502
2017: 50.657
2018: 48.718
2019: 44.951
2020: 23.484

Il crollo dei matrimoni religiosi in Inghilterra e Galles
(e i fallimentari tentativi cattolici di conversione degli anglicani)


Matrimoni in Inghilterra e Galles
anno civili anglicani cattolici metod battist calv ebrei congregazionisti altri
1989: 166651 118956 23737 17231 4013 6908 935 1021 7245
1990: 156875 115328 22455 16867 3698 6656 960 965 7346
1991: 151333 102840 19551 15063 3275 5901 969 829 6995
1992: 156967 101883 18795 15446 3433 6116 933 876 7115
1993: 152930 096060 17465 14927 3197 5783 903 805 7127
1994: 152113 090703 16429 14347 3178 5449 813 782 7255
1995: 155490 083685 15181 12846 2771 4783 784 717 6725
1996: 164185 075147 13989 10919 2564 4141 815 677 6565
1997: 165516 070310 13125 09676 2319 3581 910 585 6514
1998: 163072 069494 12615 08863 2262 3220 870 600 6307
1999: 162679 067219 12399 08248 2173 2984 905 542 6366
2000: 170800 065536 11312 07900 2110 2769 829 503 6202
2001: 160238 060878 10518 06391 1832 2313 780 493 5784
2002: 169210 058980 10044 06090 1801 2161 763 440 6107
2003: 183124 060385 09858 05742 1768 1959 751 364 6158
2004: 184913 062006 09850 05304 1737 1774 757 436 6292
2005: 162169 061155 09599 04771 1641 1642 764 384 5680
2006: 158350 057963 09263 04209 1560 1429 714 339 5627
2007: 156198 057101 08904
2008: 156290 055930 08640

Per completezza riporto i dati dei matrimoni di islamici e sik in Inghilterra e Galles.

Il dati delle due confessioni religiose sono aggregati nelle statistiche britanniche

1991: 994
1998: 1506
2001: 1603
2003: 1803
2004: 1965
2005: 1803
2006: 1915

Matrimoni in Scozia

Anno civili - angli - cattol - altri - misti
1961: 07568 22580 6940 3469 5
1962: 08111 21843 6858 3430 2
1963: 08066 21519 6715 3348 5
1964: 08610 21568 6702 3361 1
1965: 09270 21297 6687 3216 5
1966: 10256 21572 6756 3263 4
1967: 10590 21284 6940 3298 4
1968: 11470 21938 6949 3336 3
1969. 12057 21046 6875 3313 3
1970: 12318 20664 7099 3122 /
1971: 13083 19534 6930 2952 1
1972: 13793 18911 6598 2836 1
1973: 14395 18307 6603 2710 3
1974: 14335 17768 6368 2699 4
1975: 13880 16874 6003 2431 3
1976: 14100 15675 5620 2148 /
1977: 14267 15385 5518 2115 3
1978: 14960 15154 5480 2215 5
1979: 14645 15271 5666 2272 6
1980: 15109 15367 5665 2358 2
1981: 14162 14542 5237 2291 5
1982: 13948 13817 4870 2296 11
1983: 14313 13812 4766 2069 2
1984: 14758 14402 4974 2117 2
1985: 15002 14314 4813 2249 7
1986: 14796 14094 4684 2212 4
1987: 14928 14131 4438 2312 4
1988: 14841 14065 4534 2153 6
1989: 14613 14115 4368 2228 2
1990: 14128 14061 4134 2343 6
1991: 14505 13124 3911 2218 4
1992: 15789 13195 3726 2343 4
1993: 15018 12711 3355 2273 9
1994: 14474 11767 3029 2206 4
1995: 14215 11185 2948 2309 6
1996: 14044 10649 2500 3041 8
1997: 13200 10291 2488 3628 4
1998: 12898 10357 2360 4047 6
1999: 12434 10393 2237 4868 8
2000: 12079 11267 2249 4766 6
2001: 11487 11396 2050 4684 4
2002: 11449 11115 2031 5225 6
2003: 13861 10016 2029 4845 6
2004: 15911 09507 1951 4784 1
2005: 15510 08868 2004 4496 3
2006: 15188 08021 2006 4682 1
2007: 15480 07685 1953 4743 5
2008: 15199 07007 1873 4822 2
2009: 14238 06143 1788 5354 1

Matrimoni religiosi a San Marino
2007: 91
2009: 76
2010: 78

Matrimoni religiosi in Portogallo
2000: 41.331
2001: 36.509
2002: 35.301
2003: 32.038
2004: 28.094
2005: 26.809
2006: 24.950
2007: 22.012
2008: 19.363
2009: 17.531

Edited by pincopallino1 - 19/12/2023, 04:25
 
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lupetta821
view post Posted on 22/2/2009, 19:50




conosco coppie anticlericali/atee che si sposano in chiesa.
lo fanno perchè "va fatto", perchè il matrimonio è più bello in chiesa, perchè ricordano di essere credenti solo in quel giorno....poi il giorno dopo tornano alle loro bestemmie e alle ingiurie contro la chiesa.
bisognerebbe inserire tra le statistiche i matrimoni veramente religiosi.
 
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view post Posted on 2/3/2009, 14:26
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http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/c...convivenze.html

Nel 2015 in Italia più convivenze che matrimoni. Oggi le preferisce una donna su tre
Un mondo che non gradisce più i legami "eterni" e convive con precarietà e mobilità
Mai più sposi, meglio convivere
Il sorpasso delle "coppie light"
di VERA SCHIAVAZZI

Mai più sposi, meglio convivere Il sorpasso delle "coppie light"
ROMA - Sposarsi? Non è più di moda, anzi è davvero sconsigliato. E molto presto, forse già nel 2015 se la crisi spingerà sull'acceleratore, in tutta Italia le convivenze supereranno i matrimoni, come già avviene nelle grandi città del Nord. Le giovani coppie preferiscono un legame leggero, a tempo, da confermare in seguito, senza i vecchi mobili della nonna, il mutuo da pagare, la festa inutilmente costosa. Segnali in questa direzione arrivano da tutto il mondo: a Manhattan c'è la percentuale di nozze più bassa, 26% sul totale, negli Usa i matrimoni sono scesi complessivamente al 49%, in Gran Bretagna il numero di chi va a vivere insieme ha superato gli sposati.

In Italia, sceglie di vivere insieme al partner senza formalità una donna su tre tra quelle nate alla fine degli anni Settanta, e quando toccherà a quelle che oggi hanno diciotto anni, le figlie degli anni Novanta, la percentuale potrebbe quasi raddoppiare.

Non è soltanto un fatto di costume: gli esperti spiegano che si tratta di una "strategia adattativa" in un mondo che non ama più i legami "eterni" - che richiedono lacrime e denaro per essere cancellati - e convive con precarietà, mobilità, incertezza sempre crescenti. "Le diciottenni di oggi non si sposeranno senza prima aver provato a convivere, in media per due anni - conferma Alessandro Rosina, demografo, docente alla Cattolica di Milano - Ciò non significa che il matrimonio non abbia più valore, al contrario, per molti resta un traguardo. Ma non al primo colpo".
E oggi le mamme e i papà che devono fare i conti, e molto spesso aiutare, le coppie che vanno a vivere insieme sono gli ex ragazzi degli anni Sessanta: più aperti e tolleranti.

"In questo modo - commenta Rosina - si può creare una coppia anche se la casa di proprietà non c'è ancora e se i redditi non sono così stabili". "Il matrimonio si è trasformato da rito di passaggio all'età adulta a rito di conferma - dice Chiara Saraceno, sociologa della famiglia - Perfino la chiesa cattolica si è adattata: nei corsi prematrimoniali si parla ormai pochissimo di sesso, e l'abito bianco viene considerato come il simbolo di un 'nuovo iniziò anziché della verginità della sposa".

Per comprendere il fenomeno, e la rapidità con la quale si sta correndo verso il sorpasso, le cifre assolute sono poco utili: oggi in Italia le coppie conviventi sono meno del 5 per cento (poco più di 630.000 persone), ma occorre confrontare tra loro le diverse generazioni. Qual è il vantaggio, in un paese dove le forme di tutela riguardano solo chi è ufficialmente coniugato? A scegliere la 'coppia leggerà sono soprattutto le giovani che hanno studiato, sono arrivate non senza fatica a cominciare la loro vita di lavoro e non hanno alcuna intenzione di rallentarla per accudire da sole i figli.

Le quarantenni nate alla fine degli anni Sessanta hanno scelto la convivenza in un caso su quattro, chi è nata nella prima metà degli anni Settanta lo ha fatto in un caso su tre, e così via, con percentuali tre volte più basse al Sud, dove convivere resta un escamotage per rinviare le spese della festa di nozze.

"Queste coppie - aggiunge Saraceno - sono assai più paritarie del passato per età e reddito ma anche per condivisione dei lavori domestici. La caratteristica è un confronto continuo che deve confermare o smentire la scelta iniziale. 'vediamo come ti comporti, poi decidiamo', è il messaggio".

A scoraggiare dalle nozze sono anche le banche, sempre più restie a concedere mutui se il reddito non è stabile, e i molti obblighi previsti: non solo il mantenimento del coniuge in caso di separazione, ma anche gli eventuali doveri verso i suoceri.
"La convivenza - conclude Rosina - è una strategia non solo culturale ma anche economica. Per vivere in una grande città due redditi sono meglio di uno, soprattutto quando possono oscillare. E andare a stare insieme è spesso l'unica forma di difesa dalla prospettiva di restare a vita sotto la custodia dei genitori, proprio come prima lo era sposarsi".

(1 marzo 2009)
 
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se proprio si vuole sposarsi in chiesa, meglio sceglierne una sconsacrata
 
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IL MATRIMONIO
"Sposiamoci in comune"
Rito religioso in caduta libera

Numeri di per sé storici, che raccontano di quanto la società stia cambiando. Clamoroso a Grosseto: i matrimoni civili hanno in pratica 'doppiato' quelli religiosi. Niente più scambio degli anelli davanti al sacerdote, niente più genitori commossi nelle panche in prima fila. E anche la sposa non percorrerà più la navata centrale, entrando, a braccetto del padre
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matrimonio (Foto Germogli) Grosseto, 7 marzo 2009 - Numeri di per sé storici, che raccontano di quanto la società stia cambiando. Clamoroso a Grosseto: i matrimoni civili hanno in pratica «doppiato» quelli religiosi. Niente più scambio degli anelli davanti al sacerdote, niente più genitori commossi nelle panche in prima fila. E anche la sposa non percorrerà più la navata centrale, entrando, a braccetto del padre. Semplicemente, adesso la promessa di amore eterno si fa davanti al sindaco o all’assessore. Immagini, quelle del matrimonio in chiesa, che sembrano appartenere ormai ad un’altra epoca. I dati del 2008 da gennaio a dicembre per il capoluogo maremmano non possono che far riflettere: sono stati infatti 176 i matrimoni celebrati in Comune, mentre cifra tonda, 100, per i matrimoni celebrati in chiesa. Un’inversione di tendenza che si è iniziata a riscontrare all’inizio degli anni duemila. Nel 2002 i matrimoni civili erano infatti a Grosseto già 175 contro i 146 di quelli religiosi.



Il trend di questi ultimi anni non ha fatto che aumentare il divario. Fino appunto al dato del 2008. Del resto, a livello nazionale la situazione è simile. Anche se i matrimoni religiosi restano la maggior parte rispetto ai civili, tra il 2004 e il 2006 quelli in chiesa sono sensibilmente diminuiti (da 169mila a 162mila) mentre quelli civili sono cresciuti (da 79mila fino a oltre 83mila). La Maremma d’altronde segue la tendenza di Grosseto. A Monte Argentario, delle zone maremmane quella dove la componente cattolica è più forte, il numero dei matrimoni religiosi supera di non moltissimo quello dei civili: 36 a 27. A Massa Marittima i matrimoni civili sono stati invece per quanto riguarda il 2008 34 contro i 35 di quelli in chiesa. Sostanziale pareggio anche per quanto concerne il Golfo. Secondo i dati dell’Ufficio Anagrafe del Comune di Follonica siamo sul 56 (quelli civili) a 57 (i religiosi). Dati che comunque vanno interpretati. Togliendo da questi numeri la percentuale di coloro (comunque una minoranza) che optano per il doppio matrimonio (prima quello civile, quindi quello in chiesa).



Ma come interpretare un evidente allontanamento dal matrimonio religioso e da certi valori cattolici, come la promessa di unione eterna davanti a Dio? "Si tratta di una progressiva laicizzazione dei comportamenti che guardo con rispetto. E’ un dato di fatto — dice don Giovanni Ricciardi, che guida la parrocchia del Cottolengo — Intanto c’è il segno che moltissime coppie, comunque, si assumono la responsabilità di un’unione, pur non di fronte a Dio. Inoltre c’è da registrare, nelle coppie, una consapevolezza del proprio mondo interiore. Ho un grado non elevato di fede personale e non voglio un coinvolgimento, quindi preferisco sposarmi in Comune: un ragionamento verso il quale possiamo solo nutrire rispetto. E’ una scelta".



Detto questo un religioso degli anni Duemila non può non interrogarsi su questi dati: «Mi chiedo spesso cosa significhi questa laicizzazione — prosegue don Giovanni — Ci sono scelte sempre più svincolate da una dimensione religiosa. C’è forse una paura dell’impegno definitivo. Se prendiamo anche minimamente sul serio il matrimonio religioso, l’impegno che gli sposi si assumono di fronte a Dio, a qualcuno che è al di sopra di loro, è quello di stare per sempre con un’altra persona. In tempi come quelli che stiamo vivendo è una promessa che spaventa. Il matrimonio civile è invece in qualche modo visto come un patto tra due persone senza qualcun altro ‘al di sopra’». E, spiega il sacerdote, il matrimonio religioso si è anche caricato di attese non religiose (l’abito bianco, l’addobbo, la scenografia, tutto di carattere mondano) che possono far fuggire gli sposi dalla scelta.



"Mi chiedo — conclude don Giovanni — come posso io cristiano aiutare le coppie a ritrovare un’anima nel loro matrimonio. Serve tornare all’essenziale. Sì al vestito, sì al viaggio di nozze, ma non importa che questi svuotino le tasche degli sposi. Infine non solo non eslcudo ma mi aspetto che un domani i matrimoni celebrati solo civilmente possano diventare religiosi. In questo senso un dialogo rispettoso e attento con la chiesa potrebbe aiutare le coppie a recuperare quella che è l’anima del matrimonio".
 
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http://www.dire.it/DIRE-WELFARE/matrimonio...20351&m=10&l=it

Matrimonio all'italiana: meno prime nozze, boom rito civile

ROMA - Calano le 'prime nozze', ci si sposa sempre piu' avanti con l'età (32,8 anni gli uomini e 29,7 le donne) e quando lo si fa si predilige il rito civile (+50% in 15 anni). E' quanto emerge dalla rilevazione Istat sui registri di stato civile comunale, aggiornato all'anno 2007.

Dall'indagine emerge che nel 2007 sono stati celebrati in Italia 250.360 matrimoni (4,2 ogni mille abitanti). Rispetto al 2006 si osserva un lieve aumento: 4.368 matrimoni in più, di cui 3.144 sono primi matrimoni. Si tratta di una oscillazione che da sola non permette di ipotizzare un'inversione di tendenza nella diminuzione delle nozze in atto dal 1972, anno in cui sono stati celebrati quasi 419 mila matrimoni (7,7 nozze per mille abitanti). A diminuire, soprattutto, sono i primi matrimoni. Le nozze tra celibi e nubili sono passate da quasi 392 mila nel 1972 (il 93,5% del totale) a 217.290 nel 2007 (l’86,7% del totale). Il calo delle prime nozze è il risultato, secondo l'Istat, "della minore propensione delle coppie a sancire la loro unione con il vincolo del matrimonio". Nel 2007 si sono registrati 524,5 primi matrimoni per mille celibi e 589,6 per mille nubili, valori di poco superiori a quelli del 2006 (rispettivamente 511,2 e 576,7) e pressoché dimezzati rispetto al 1972. I primi matrimoni, inoltre, sono sempre più tardivi: gli sposi alle prime nozze hanno in media 32,8 anni e le spose 29,7 anni.

Uno dei tratti più evidenti dell'indagine è inoltre il notevole aumento dei matrimoni celebrati con rito civile: 86.639 nel 2007 (83.628 nel 2006), aumentati del 50% in 15 anni; attualmente rappresentano il 34,6% del totale delle unioni. Il rito civile è scelto sempre più spesso anche in occasione delle prime unioni: oltre un quarto delle nozze tra celibi e nubili è stato celebrato di fronte al sindaco nel 2007, una proporzione raddoppiata in 15 anni.

In aumento anche i secondi matrimoni o successivi: sono 33.070 (31.846 nel 2006) e rappresentano il 13,2% del totale.

Si conferma l'importanza dei matrimoni in cui almeno uno dei due sposi è di cittadinanza straniera. Nel 2007 risultano essere 34.559, e rappresentando il 13,8% del totale dei matrimoni.

21 aprile 2009
 
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view post Posted on 17/7/2010, 08:32
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http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/10...385619326.shtml

LA TASSA MATRIMONIALE

Campidoglio, 100 euro per sposarsi?
«Solo nelle sale di rappresentanza»

Alemanno: «Mettiamo a disposizione delle sale presso i Municipi dove celebrare il rito civile senza pagare nulla»

ROMA - Il Campidoglio metterà a disposizione delle sale presso i Municipi dove sarà possibile sposarsi civilmente senza pagare nulla. Lo ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, uscendo dalla riunione del Consiglio nazionale dell'Anci, parlando a proposito dell'eventualità di far pagare 100 euro per i matrimoni in Campidoglio dei residenti. Alemanno ha specificato che i 100 euro saranno richiesti solo se i matrimoni dovessero svolgersi nelle sale di rappresentanza del Campidoglio, ma - ha precisato - saranno date altre sale, presso i Municipi, dove non si pagherà nulla».

LE DUE SALE DI RAPPRESENTANZA - E' comunque confermato il pagamento di una sorta di tributo da parte dei cittadini residenti, per sposarsi in Campidoglio. Già nel marzo del 2009 il primo cittadino fece correggere una delibera che prevedeva, anche per i residenti, il pagamento di una quota variabile dai 330 euro ai 500 per sposarsi con rito civile nella Capitale. Il provvedimento era inserito nella Manovra 2009. Attualmente sono due le sale di rappresentanza: la Sala Rossa in Campidoglio e il Complesso Vignola Mattei, nei pressi di Caracalla.

LA TASSA SUI MUSEI - «La proposta pervenuta da parte del sindaco di Roma Alemanno di un aumento sui biglietti dei musei e siti archeologici statali da destinare come contributo alla tassa di soggiorno è irrealizzabile». Lo dichiara il sottosegretario ai beni culturali Francesco Giro oggi a margine della presentazione della Notte di Caravaggio: «Sono stato contattato per valutare insieme questa possibilità di contributo ma è una proposta che purtroppo non può essere applicata - continua Giro - I nostri musei fanno capo a due soprintendenze speciali, quella archeologica e quella al polo museale romano, che hanno una loro autonomia e devono poter disporre delle risorse in piena autonomia. Avrebbero bisogno di una norma di rango primario che modofichi le norme vigenti del sistema della contabilità. È una proposta irrealizzabile. Ritendo che il contributo debba essere esteso alla categoria degli albergatori. Magari aumentando il biglietto dei musei civici così come quello dei trasporti tra metro e autobus».

Redazione online
15 luglio 2010

Edited by GalileoGalilei - 18/7/2010, 17:51
 
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http://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/c...%202010.htm#due

IL GAZZETTINO DI VENEZIA di domenica 5 settembre 2010

Pag XII Matrimoni in chiesa in continuo calo di al.spe.

Convegno a Zelarino



A Venezia, come anche altrove, ci si sposa sempre meno. Pochi «sì» lo scorso anno, 1.429 (89 in meno del 2008), con un numero basso di nozze in chiesa, 438. In questo modo nascono sempre meno nuove famiglie, almeno secondo l'accezione adottata dalla Costituzione che le definisce come «società naturale fondata sul matrimonio». Se n'è discusso, l'altro ieri e ieri, al centro pastorale "Card. Urbani" di Zelarino nel corso del tradizionale convegno di inizio anno che raccoglie gli stati generali della nostra Diocesi. «A pesare - ha spiegato il patriarca, card. Angelo Scola - è un individualismo sempre più marcato, le difficoltà lavorative o abitative che impediscono ai ragazzi di compiere il passo, e l'incapacità sempre più diffusa a una scelta definitiva». «Eppure l'amore tra un uomo e una donna e il mistero nuziale rimangono un grande dono per la società civile e per la comunità cristiana», ha spiegato monsignor Silvio Zardon, responsabile della pastorale di settore. «È indispensabile la testimonianza» ha sottolineato Gianpaolo Salvador che con la moglie segue il cammino di preparazione delle giovani coppie verso la reciproca promessa sull'altare. I dati, in ogni caso, parlano chiaramente. L'anno scorso le persone sposatesi residenti nel nostro Comune sono state 1.276, il 40 per cento in meno di dieci anni fa quando erano 2.046, mentre sono notevolmente diminuite anche le nozze religiose, visto che erano state 866 nel Duemila. Presi soltanto i neo coniugi veneziani, il 62 per cento ha scelto il rito civile e il 38 quello religioso, quando invece all'inizio del millennio le percentuali erano pressoché invertite. I matrimoni tra soli stranieri sono stati 457 e in altre 102 cerimonie almeno uno dei due non era italiano, tanto che i 1.016 interessati sono stati ben il 40 per cento del totale. Intanto cresce l'età media del «sì» e, d'altro canto, aumentano le separazioni e i divorzi.



CORRIERE DEL VENETO di domenica 5 settembre 2010

Pag 8 Matrimoni in chiesa dimezzati in dieci anni. Scola: aiutare la famiglia di M.P.S.



Mestre - Sono forse più convinti e consapevoli delle loro scelte, ma un dato è certo: i veneziani che scelgono di sposarsi in chiesa sono almeno il 40 per cento in meno rispetto a soli dieci anni fa. Questo è il dato che riguarda tutta la Diocesi quindi anche il Cavallino, Jesolo e Mira. Se si considera invece il solo Comune di Venezia, dove i matrimoni di coppie straniere esistono ma solo in percentuale irrisoria, il calo arriva addirittura alla soglia del 56 per cento. Questa la realtà, misurata e discussa nella due giorni di convegno promosso al Centro Urbani di Zelarino dalla diocesi di Venezia su «L’Amore tra uomo e la donna: matrimonio e famiglia nella Comunità ecclesiale e nella Società civile». Gli sposi che passano attraverso corsi fidanzati e marce nuziali, oltre ad essere sempre meno, sono anche sempre più «vecchi»: «Le coppie che seguiamo nella nostra pastorale per le famiglie decidono di sposarsi sempre più verso i 35 o i 40 anni, e questo è un grosso problema anche per il desiderio di maternità» afferma monsignor Silvio Zardon, responsabile della Pastorale diocesana degli sposi. Il peso della crisi e del precariato? Conta anche sul dato dei matrimoni civili, che uniti a quelli religiosi sono in calo del 36 per cento. «In Italia la famiglia è trattata come una sorta di joint venture privata, mentre è il primo elemento di edificazione sociale - ha detto il patriarca di Venezia Angelo Scola facendo appello alla politica -. La famiglia non può essere trattata come un accordo privato tra due. Iniziative come il cosiddetto "quoziente familiare" hanno in se principi condivisibili, mi auguro che i nostri governanti prendano finalmente sul serio questa applicazione decisiva del principio di sussidiarietà».
 
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view post Posted on 19/11/2010, 18:15
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www.regione.vda.it/notizieansa/details_i.asp?id=102829

Data: 19/11/2010


12:00 ISTAT: A SUD PIU' MATRIMONI, 62% ITALIANI PREFERISCE CHIESA

(ANSA) - ROMA, 19 NOV - Ancora segno meno per il capitolo matrimoni in Italia: dopo l'inversione di tendenza del 2007, il 2009 ha evidenziato una flessione iniziata un anno prima, archiviando un quoziente di nuzialita' che passa dal 4,1 al 3,8 per mille. Ma il 62,5% degli italiani continua a preferire il rito religioso. E' quanto certifica l'Istat, che nel 2009 ha registrato 230.859 matrimoni, contro i 246.613 di un anno prima.

La flessione, evidenzia l'Istituto di Via Balbo, si e' manifestata nel 2009 su tutto il territorio nazionale, ma la percentuale maggiore di Unioni viene registrata ancora nel Mezzogiorno, con un quoziente pari a 4,6 ogni mille abitanti (nel 2008 era 4,9). Le regioni del Nord e del Centro passano invece rispettivamente a 3,3 e 3,7 per mille (contro i precedenti 3,6 e 4).

In linea con il passato anche il capitolo relativo al rito preferito: il matrimonio religioso continua a essere quello preferito dagli sposi (62,5%), seppure ancora in flessione (erano religiosi 75,3 matrimoni ogni cento nel 2000 e 63,3 nel 2008).

La fotografia dell'Istat evidenzia un aumento dei matrimoni civili al Nord (di quasi un punto percentuale rispetto al 2008), divenuti nel frattempo quasi la meta' del dato complessivo (49,5%) e un andamento pressoche' invariato nel meridione (22,6 contro 22,2 del 2008), dove il 77,4% dei matrimoni viene ancora celebrato con rito religioso.
 
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view post Posted on 2/5/2011, 12:05
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La crisi investe anche il 'sì'
Matrimoni in picchiata

Nel 2010 meno unioni. Don Alessandro dei Salesiani: "Prima quindici cerimonie all'anno, ora una ogni tre mesi"

Matrimoni in calo? Perché? Scrivici
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matrimonio (Foto Germogli)
matrimonio (Foto Germogli)

Firenze, 1 maggio 2011 - L’ABITO BIANCO e il ‘fatidico’ sì una volta tanto atteso, davanti ad un altare o nella sala di un Comune, sembrano avere perso il loro appeal. Sarà colpa della crisi economica e di un lavoro sempre più precario che mal si conciliano con le spese, notevoli, per organizzare il giorno delle nozze ma, anche in Toscana, negli ultimi anni il calo dei matrimoni è un trend sempre più evidente e costante. I dati parlano da soli: a Firenze, secondo i dati forniti dall’Ufficio statistica del Comune, nel 2010 sono stati celebrati 811 matrimoni civili e 351 matrimoni religiosi contro, rispettivamente, gli 877 e i 371 dell’anno precedente con ben 86 ‘nozze mancate’ dunque.
Non va meglio nell’hinterland fiorentino: a Scandicci l’anno scorso sono stati in totale 152 i matrimoni (52 civili e 100 religiosi) ma nel 2009 le unioni registrate erano state 168, 58 civili e 110 religiose. A Calenzano il calo è meno evidente: nel 2010 infatti le nozze sono state 81 contro le 82 dell’anno precedente ma nel 2011 sono stati celebrati appena 3 matrimoni.



LIEVE anche la diminuzione registrata a Sesto Fiorentino: sono 123 infatti i matrimoni, sia civili che religiosi celebrati nel 2010, contro i 125 dell’anno precedente. Sul territorio sestese si registra però un elemento in controtendenza rispetto ad altri Comuni: l’aumento dei matrimoni religiosi, passati dai 63 del 2009 ai 68 del 2010. Dato in controtendenza, appunto, perché in molte chiese, del capoluogo e del circondario, i matrimoni nel 2010 si sono contati sulle dita di una mano. Don Gianni D’Alessandro, parroco della Chiesa salesiana della Sacra Famiglia di via Gioberti, nel corso di una omelia ha spiegato ad esempio che nella sua chiesa, nel 2010, erano stati appena cinque: «Non è un fenomeno solo del 2010 - sottolinea -, negli ultimi anni infatti si è notato un passaggio dai 12-15 matrimoni celebrati di consueto a 5 o addirittura 4: è un dato su cui occorre riflettere che non riguarda solo le nozze celebrate in chiesa ma il matrimonio in generale. Uno dei motivi può anche essere quello della crisi economica e della precarietà del lavoro che induce a optare per la scelta della convivenza».



L’AUMENTO delle convivenze è evidente anche in una piccola realtà come quella di Calenzano: «E’ un fenomeno che si nota - conferma infatti il parroco di San Niccolò a Calenzano Alto - mentre sul calo dei matrimoni non posso dare un giudizio attendibile perché sono da poco qui. Posso dire però di avere cercato di limitare la tendenza ad accogliere coppie non calenzanesi che chiedevano di sposarsi qui perché la chiesa era suggestiva: il matrimonio è prima di tutto un valore e non si può scegliere la chiesa solo perché è bella, al pari di un ristorante».



DON DANIELE Bani parroco della Pieve romanica di San Martino a Sesto ha registrato invece un aumento di matrimoni in parrocchia con ben 70 coppie che hanno frequentato nel 2010 i corsi prematrimoniali: «In realtà però - spiega - rappresentiamo un caso particolare e non è corretto fare una statistica perché nella nostra chiesa vengono celebrati molti matrimoni di coppie che provengono da altre parrocchie e anche da altri Comuni. Il calo dei matrimoni religiosi è evidente ma, a mio parere, è addirittura troppa la gente che si sposa in Chiesa: con questo voglio dire che il matrimonio cristiano dovrebbe essere una scelta di vita coerente, ci si sposa per la vita. Chi viene davanti ad un altare pensando che, se le cose poi dovessero andare male, può sempre divorziare, in realtà non dovrebbe proprio sposarsi in Chiesa. A volte invece incontro coppie, anche mature, che arrivano al matrimonio magari dopo una lunga convivenza che lo fanno con una consapevolezza e una maturità anche dal punto di vista religioso ammirevoli».


http://www.lanazione.it/firenze/cronaca/20...sta_anche.shtml
 
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Alessandro Baoli
view post Posted on 15/9/2011, 09:31




Emilia-Romagna, matrimoni civili superano quelli religiosi

La newsletter ufficiale della regione Emilia-Romagna rende noto che i matrimoni, in calo nella totalità, mostrano un aumento netto di quelli civili rispetto a quelli religiosi (Istat 2009). Dati che confermano la tendenza del 2008: ora i matrimoni civili sono al 53,6%, dal 24,7% del 2000. Il rito civile è preferito tra i più giovani (sotto i 25) e i più maturi (sopra i 35-40) ed è preponderante (90%) quando uno dei coniugi è straniero. I secondi matrimoni (compresi quelli per annullamento dell’unione religiosa) sono circa il 14%.
Flavio Pietrobelli

http://www.uaar.it/news/2011/09/14/emilia-...rano-religiosi/
 
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view post Posted on 11/4/2012, 15:44
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Che pena l'ignoranza del giornalista che non sa che i matrimoni civili si fanno davanti a un ufficiale di stato civile (Sindaco o suo delegato) e non davanti a un giudice


http://www.ilgiorno.it/monza/cronaca/2012/...2-giudice.shtml

Più 'sì' dal giudice che davanti al prete

Per la seconda volta nella storia a Lissone i matrimoni civili superano i religiosi

di Fabio Luongo

Lissone, 11 aprile 2012 - Più spesso in Comune e un po’ meno in chiesa, con un’inversione di tendenza registrata una volta soltanto in precedenza nella storia di Lissone. A volte con cittadini stranieri, in alcuni casi tra persone entrambe di origine non italiana ma residenti in città. È l’andamento dei matrimoni a Lissone, in calo ulteriore nei dodici mesi più recenti, e che nell’ultimo anno hanno visto gli sposalizi con rito civile in maggioranza rispetto a quelli con rito religioso, per la seconda volta in assoluto in città: prima era accaduto solamente nel 2008, e per un paio di casi di differenza appena, mentre stavolta lo stacco è più netto.

I SÌ pronunciati davanti al sindaco sono stati quasi il 53%, superando in numero e percentuale quelli avvenuti davanti al sacerdote. Un ribaltamento confermato anche per quel che riguarda i matrimoni misti, dove le unioni in municipio sono sensibilmente di più da almeno 6-7 anni. Se si scorrono i dati da quarant’anni a questa parte ad essere in auge è sempre stata la tradizione: si può però notare chiaramente che il cambiamento si stava preparando, lento ma costante. Se si guarda al complesso dei matrimoni annotati dall’anagrafe lissonese, attualmente numeri e percentuali delle unioni religiose hanno toccato uno dei picchi più bassi degli ultimi decenni: sono ritornati uguali a quelli del 2004, che rappresenta, dal 2000 ad oggi (e dunque presumibilmente di sempre), l’anno con meno sposalizi in chiesa.

I dati ribadiscono quindi il trend che da vent’anni a questa parte ha visto progressivamente calare le unioni religiose, che oggi si aggirano attorno al 47% del totale, mentre solo nel 1990 rappresentavano più dell’82% dei casi. Segno di un cambiamento di costumi sociali, usanze e mentalità intervenuto in maniera significativa almeno dal 2000 a oggi: allora i matrimoni in chiesa erano ancora quasi l’80%; ora, negli ultimi 5 anni, oscillano tra il 47% - picco più basso del 2011 - e il 62%, picco massimo del 2007.

Fatto che si è accompagnato a un contemporaneo aumento degli sposalizi con rito soltanto civile, passati dal 20,55% del 2000 (erano appena il 15% a inizio anni ‘90) a percentuali che oscillano stabilmente attorno al 40-50% almeno. Altro dato che si conferma è senza dubbio la continua diminuzione complessiva dei matrimoni, ormai ben lontani dalle 170-180 cerimonie all’anno ancora abituali a fine anni ‘80. Nel 2011 gli sposalizi sono stati leggermente meno del 2010: 129 anziché 137, secondo dato più basso del decennio recente. Di tali unioni, 68 si sono svolte con solo rito civile (52,71%) e 61 con rito religioso (47,29%), mentre l’anno precedente erano state rispettivamente 54 e 83.
 
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view post Posted on 15/9/2012, 02:58
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http://www.nqnews.it/news/134910/Il_sorpas...oni_civili.html

Il sorpasso dei matrimoni civili

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Matrimoni, in calo quelli religiosi
I dati 2011 dei riti religiosi in calo in tutta la provincia. Ecco la mappa comune per comune
rimini Non è più tempo per il matrimonio in chiesa. I dati della Provincia parlano chiaro: i civili stanno raggiungendo, se non superando, quelli religiosi. Un dato che fa pensare, se confrontato con la realtà di qualche anno fa, quando il rito religioso era, in genere, la prassi e quello civile l’eccezione. A fine 2010 il Comune di Rimini contava 200 matrimoni civili e 214 religiosi. Uno scarto minimo che, nel 2011, è quasi scomparso. I civili, infatti, sono diventati 216 e i religiosi 218. A Bellaria Igea Marina il rito civile ha superato quello religiosogià nel 2010 con 42 civili e 21 in chiesa. Tendenza in calo nel 2011, quando i primi si sono abbassati a 30 e i secondi sono lievemente aumentati, arrivando a 23. L’hanno vinta i civili anche a Riccione (54 civili e 45 religiosi sia nel 2010 che nel 2011) e a Cattolica (27 civili e 20 religiosi nel 2010, 25 civili e 17 religiosi nel 2011). Mentre a Misano va meglio per la chiesa (11 civili e 19 religiosi nel 2010, 15 civili e 19 religiosi nel 2011), così come Santarcangelo (45 civili e 51 religiosi nel 2010, 46 civili e 56 religiosi nel 2011). Aumentano anche i matrimoni misti: il 2011 ne conta 76 solo nel comune di Rimini. Un dato considerevole che potrebbe contenere la risposta a questo cambio di rotta: religioni e culture diverse portano inevitabilmente alla scelta del rito civile. Ma, secondo Gloria Lisi, Vicesindaco e Assessore alla Famiglia del Comune di Rimini, le motivazioni sono altre. “Il matrimonio in chiesa non è più una prassi come un tempo. Il credo religioso ha subito dei cambiamenti negli ultimi anni – spiega l’Assessore – Sposarsi in parrocchia è quindi diventata una scelta più consapevole, frutto di un percorso di maturazione religiosa”. Filippo Giorgetti, Assessore alla Famiglia di Bellaria Igea Marina è soddisfatto che, nonostante il periodo di crisi, ci siano ancora giovani che vogliano provarci, unendosi nel sacro vincolo del matrimonio. “Le nozze religiose sono aumentate di due unità quest’anno. Lieve incremento che ci fa ben sperare. Significa che, nonostante il periodo d’incertezza, i ragazzi vogliono mettersi in gioco scambiandosi una promessa così importante – spiega l’Assessore - Seconde nozze e matrimoni misti, le principali ragioni, in genere, della scelta del rito civile che interessa, in particolare, coppie di mezza età”. C'è poi chi, come Ivan Semprini, Assessore al Patrimonio e Pubblica Istruzione che si occupa della celebrazione dei matrimoni nel comune di Misano, dietro l’avanzare del rito civile, vede l’ombra della crisi. “Non ne faccio solo una questione religiosa, ma anche economica – spiega - Il matrimonio in Comune, spesso, viene scelto da chi vuole organizzare una cerimonia più ristretta, con una spesa più esigua”.
 
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kabase
view post Posted on 30/9/2012, 14:37




C'e' crisi nel matrimonio,perchè c'e' crisi spirituale e la societa' non crede piu' in Dio e non si affida a lui per fortificare le famiglie.
 
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40 replies since 21/2/2009, 09:48   4579 views
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