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Verona. 67 sordi accusano: "Violentati da preti pedofili all'Istituto Provolo", Le "virtù erocihe" del venerabile vescovo Carraro, accusato di pedofilia

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GalileoGalilei
view post Posted on 26/1/2009, 11:51 by: GalileoGalilei
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Le tappe della vicenda ricostruita dal gionale L'Arena

http://www.larena.it/stories/Home/135236/


* 26/01/2009


Verona. La vicenda che ha portato alla pubblicazione su L’Espresso di un servizio in cui 15 sordi veronesi accusavano sacerdoti e confratelli della Congregazione di Maria per l’educazione dei sordomuti, insegnanti nell’istituto Provolo, di violenze e abusi sessuali commessi in un arco di tempo che va dagli anni ’50 al 1984, ha avuto una accelerazione nelle ultime settimane, ma era nota da tempo ai vertici della diocesi. Vediamo di ricostruirne la cronistoria.

PRIMO INCONTRO. Risale al 4 ottobre 2006 la prima visita in Curia. In 52 si presentano da monsignor Franco Fiorio, il vicario di padre Flavio Roberto Carraro. «Abbiamo parlato di molti problemi, ma soprattutto di pedofilia», dice Giorgio Dalla Bernardina, «preoccupati per un progetto che lasciava presagire che proprio dove molti di noi avevano subito abusi potevano essere messi a contatto dei medesimi violentatori bambini sino a dieci anni con difficoltà familiari». Il vicario prende nota e informa il vescovo, che all’epoca è ancora padre Carraro, il quale però è sul piede di partenza.

SECONDO INCONTRO. Avviene il 20 luglio 2007. A poche settimane dall’insediamento a capo della diocesi, è monsignor Giuseppe Zenti a ricevere - «da solo», sottolineano - una delegazione di sette persone dell’Associazione Provolo. «Per quasi tre ore abbiamo parlato dei casi di pedofilia nell’istituto, che riguardavano 14 tra preti e confratelli della congregazione ancora vivi e 11 defunti».

TERZO FACCIA A FACCIA. L’incontro si ripete il 15 ottobre 2007, a un anno dal primo. E sempre con monsignor Zenti.

LUGLIO 2008. Intanto nell’estate 2008 si alza il livello delle tensioni tra l’Associazione Provolo, che raggruppa oltre il 90% dei sordi veronesi, e la congregazione. Tensioni iniziate l’estate precedente, con manifestazioni di protesta e volantinaggi a San Zeno di Monatgna, davanti alla Tenuta dei Cervi, di proprietà della Fondazione Bonoris, sede delle colonie estive per sordi e dal cui accesso gli aderenti dell’associazione presieduta da Dalla Bernardina si sentivano esclusi o quantomeno boicottati.

LA LETTERA. Di fronte al silenzio della Curia l’8 agosto 2008 l’associazione scrive a mons. Zenti, ricordando gli incontri precedenti ed elencando i punti su cui chiede risposta. «1. Pedofilia e abusi sessuali; 2. rapporti con l’istituto Provolo; 3. sfratto dalla sede di via Rosmini 6; 4. trasferimento di sordomute anziane, sane di mente, in strutture per disabili mentali; 5. sottotitolazione delle sante messe; 6. rapporti con Ens». In caso di una ulteriore mancata risposta, dicono di sentirsi costretti «ad adire altre vie».

LA RISPOSTA. La frase viene interpretata dal vescovo come una minaccia non troppo velata e la risposta vergata di proprio pugno da Zenti arriva per fax il 18 settembre successivo. «Signor presidente», scrive, «il tono minaccioso della sua lettera non mi consente di entrare in dialogo, anche perché lei non può conoscere tutti i passi da me fatti per risolvere alcune questioni. Sto in attesa che gli animi si sbolliscano, auspicando anzitutto un dialogo, sereno e fraterno, con gli altri interlocutori».

ACCORDO CON L’ENS. Intanto, nei giorni a cavallo di Ferragosto erano continuate le proteste. La frattura si allarga ai primi di ottobre, quando tra istituto Provolo ed Ente nazionale sordi c’è un accordo per la realizzazione di alcune attività durante l’estate alla Tenuta Cervi e di una serie di altre iniziative che coinvolgono la sede che l’Istituto ha al Chievo.

LE TESTIMONIANZE. E parte la registrazione delle testimonianze di 15 sordi, che denunciano abusi sessuali e violenze pubblicate su L’Espresso. Il resto è cronaca di questi giorni. Le vicende - denuncia della pedofilia e contenziosi tra associazione e congregazione - si intrecciano. Ma anche se ci fosse una forma di pressione strumentale, ciò non toglie l’obbligo di un chiarimento completo su quanto denunciato. Anche perché, a detta di Marco Lodi Rizzini, altre testimonianze si vanno aggiungendo spontaneamente in questi giorni.G.B.
 
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