Laici Libertari Anticlericali Forum

Tassa sulla religione in Germania: nel 2022 hanno lasciato la Chiesa 522.821 tedeschi., Il 9% del reddito dei tedeschi regalato da Hitler ai vescovi rende 6,73 miliardi l'anno

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Cavaradossi
view post Posted on 7/1/2009, 18:14




Il 9% del reddito dei tedeschi regalato da Hitler ai vescovi. Nel 2021 ha lucrato 6,73 miliardi.

La Chiesa cattolica è il secondo datore di lavoro dei tedeschi e se non si è in regola con la tassa non assumono. E non si ha diritto a matrimoni, funerali ed altri sacramenti. Se non si fa il recesso lo Stato può procedere ad esecuzione forzata.

chiesa-i-vescovi-tedeschi-aprono-a-pillola-del-giorno-dopo-56e31bf68813b1-nkk7nqd4l135lsezc82282su0xaz2hzv0fw8wvf2q0


Importo della tassa sulla religione in Germania in migliaia di euro.
www.kirchenaustritt.de/steuer#Kirchensteueraufkommen
Anno - Cattolici - Evangelici - Totale
1991 4.021.804 3.896.307 7.918.111
1992 4.470.987 4.308.676 8.779.663
1993 4.430.981 4.287.465 8.718.446
1994 4.344.008 4.210.315 8.554.323
1995 4.434.454 4.285.718 8.720.172
1996 4.159.929 4.062.471 8.222.400
1997 4.015.313 3.879.568 7.894.881
1998 4.305.000 3.986.886 8.291.886
1999 4.573.168 4.231.100 8.804.268
2000 4.685.228 4.249.982 8.935.210
2001 4.500.341 4.079.794 8.580.135
2002 4.443.321 4.079.794 8.523.115
2003 4.498.455 4.012.489 8.510.944
2004 4.158.455 3.689.383 7.847.838
2005 4.107.082 3.649.815 7.756.897
2006 4.387.900 3.883.508 8.271.408
2007 4.804.123 4.198.818 9.002.941
2008 5.224.802 4.585.500 9.810.302
2009 5.055.707 4.359.900 9.415.607
2010 4.941.944 4.255.540 9.197.484
2011 4.924.611 4.379.657 9.304.268
2012 5.197.801 4.624.472 9.822.273
2013 5.460.209 4.842.393 10.302.602
2014 5.691.209 5.077.770 10.768.979
2015 6.096.170 5.365.280 11.461.450
2016 6.156.496 5.453.916 11.610.412
2017 6.436.947 5.671.426 12.108.373
2018 6.652.873 5.790.154 12.443.027
2019 6.761.000 5.948.200 12.709.200
2020 6.452.000 5.626.400 12.078.400
2021 6.732.000 5.994.800 12.726.800

www.kirchenaustritt.de/statistik/religionszugehoerigkeit
Numero di membri delle chiese cristiane
anno popolazione cattolico Evangelico
1990 79.753.000 28.252.00 29.422.000
1991 80.275.000 28 198 000 29 204 000
1992 80.975.000 28 128 000 28 875 000
1993 81.338.000 28 003 000 28 449 000
1994 81.539.000 27 909 000 28 197 000
1995 81.817.000 27 715 000 27.922.000
1996 82.012.000 27 533 000 27 659 000
1997 82.057.000 27 383 000 27 398 457
1998 82.037.000 27 154 000 27 098 613
1999 82.163.000 27 017 000 26 834 382
2000 82.260.000 26 817 000 26 613 732
2001 82.440.309 26 656 014 26 453 592
2002 82.536.680 26 466 076 26 211 487
2003 82.531.671 26 165 153 25 836 192
2004 82.500.849 25 986 384 25 629 534
2005 82.437.995 25 905 908 25 385 618
2006 82.314.906 25 684 890 25 100 727
2007 82.217.837 25 461 118 24 832 110
2008 82.002.356 25 176 517 24 514 929
2009 81.802.257 24 909 332 24194 986
2010 81.751.602 24 651 001 23 896 089
2011 81.843.743 24 472 817 23 619 648
2012 80.523.746 24340 028 23 356 096
2013 80.767.463 24 170 754 23040 392
2014 81.197.537 23 939 472 22 629 286
2015 82.175.684 23 761 806 22 271 927
2016 82.521.653 23 581 549 21 922 187
2017 82.792.351 23 311 321 21 535 858
2018 83.019.200 23 002 128 21 140 599
2019 83.166.700 22 600 371 20.713.213
2020 83.155.000 22 193 347 20 236 210
2021 83.237.124 21.645.875 19.725.000
2022 84.358.845 20.937.590 19.150.000


www.kirchenaustritt.de/statistik
Recessi in Germania
1990-2019
Anno cattolici Evangelici totale
Kirchenaustritte in Deutschland 1990-2021
1990 143.530 144.143 287.673
1991 167.933 237.874 405.807
1992 192.766 361.256 554.022
1993 153.753 284.699 438.452
1994 155.797 290.302 446.099
1995 168.244 296.782 465.026
1996 133.275 225.602 358.877
1997 123.813 196.602 320.415
1998 119.265 182.730 301.995
1999 129.013 192.880 321.893
2000 129.496 188.557 318.053
2001 113.724 171.789 285.513
2002 119.405 174.227 293.632
2003 129.598 177.162 306.760
2004 101.252 141.567 242.819
2005 89.565 119.561 209.126
2006 84.389 121.598 205.987
2007 93.667 131.000 224.667
2008 121.155 168.901 290.056
2009 123.681 148.450 272.131
2010 181.193 145.250 326.443
2011 126.488 141.597 267.985
2012 118.335 138.295 256.530
2013 178.805 176.551 355.356
2014 217.716 270.003 487.719
2015 181.925 211.264 393.189
2016 162.093 190.284 352.377
2017 167.504 197.207 364.711
2018 216.078 221.338 436.078
2019 272.771 270.000 542.771
2020 221.390 220.000 441.390
2021 359.338 280.000 639.338
2022 522.821 380.000 902.821

www.kirchenaustritt.de/statistik/religionszugehoerigkeit
Numero di membri in percentuale
anno cattolico Evangelico totale
1990 35,4% 36,9% 72,3%
1991 35,1% 36,4% 71,5%
1992 34,7% 36,7% 70,4%
1993 34,4% 35,0% 69,4%
1994 34,2% 34,6% 68,8%
1995 33,9% 34,1% 68,0%
1996 33,6% 33,7% 67,3%
1997 33,4% 33,4% 66,8%
1998 33,1% 33,0% 66,1%
1999 32,9% 32,7% 65,5%
2000 32,6% 32,4% 65,0%
2001 32,3% 32,1% 64,4%
2002 32,1% 31,8% 63,8%
2003 31,7% 31,3% 63,0%
2004 31,5% 31,1% 62,6%
2005 31,4% 30,8% 62,2%
2006 31,2% 30,5% 61,7%
2007 31,0% 30,2% 61,2%
2008 30,7% 29,9% 60,6%
2009 30,5% 29,6% 60,0%
2010 30,2% 29,2% 59,4%
2011 29,9% 28,9% 58,8%
2012 30,2% 29,0% 59,2%
2013 29,9% 28,5% 58,4%
2014 29,5% 27,9% 57,4%
2015 28,9% 27,1% 56,0%
2016 28,6% 26,6% 55,1%
2017 28,2% 26,0% 54,2%
2018 27,7% 25,5% 53,2%
2019 27,2% 24,9% 52,1%
2020 26,7% 24,3% 51,0%
2021 26,0% 23,7% 49,7%
2022 24,8% 22,7% 47,5%


In base al concordato nazivaticano del 33, la chiesa prelevava il 9% (in Baviera e Baden-Württemberg l'8%) dalle tasse di ogni cittadino tedesco. Analoghi concordati anche con Austria e Svizzera.
Sapendo come i soldi muovono il mondo, quella massa di danaro giustificava il silenzio sui crimini nazisti.

Dopo la guerra il sistema è stato mantenuto, ma lascia libera l'adesione al singolo cittadino di decidere se regalare o meno i propri soldi.




http://everything2.com/e2node/Kirchensteuer

Kirchensteuer, literally "church tax", was introduced in Germany in 1933 by Hitler through an agreement with the Vatican. The agreement also made a place for religion at universities and schools.
The Federal Republic of Germany did not discontinue the agreement, which means that everyone belonging to the big two churches has to pay up to nine percent of his income in taxes which are collected by the state. The Kirchensteuer is tax-deductible, so you actually don't pay the full amount, only most of it.

The tax may explain why the number of members in the two big christian churches in Germany is decreasing, since the tax is not applicable towards people with no or rare religions. It is applicable towards unemployment compensation though, so a church member gets higher relative compensation, although more than 43% of the employed population doesn't pay the tax anymore.




Questo grafico della conferenza episcopale è indicativo:

la tassa vale ora anche per le altre religioni (cioè il cittadino sceglie se darla e a chi).
In nero dovrebbe essere l'andamento generale.
In viola i conferimenti ai cattolici, in rosso ai protestanti.

un grafico veramente incoraggiante!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!


ehe

Edited by pincopallino2 - 29/6/2023, 11:40
 
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Felipe-bis
view post Posted on 30/7/2010, 14:06




http://www.uaar.it/news/2010/07/29/come-fa...eo-in-germania/

Com’è facile il “coming out” ateo in Germania

Andrea Sperelli ha scritto sul blog Italiani a Monaco (vedi sotto, ndr) un simpatico post dal titolo Dichiararsi atei per non pagare la Kirchensteuer. In Germania, infatti, chi dichiara la propria appartenenza a una chiesa è obbligato a pagarle le tasse. La circostanza, com’è facile capire, velocizza e di molto la decisione di proclamare apertamente la propria incredulità: il risultato è che un terzo della popolazione non appartiene più ad alcuna organizzazione religiosa, mentre i non credenti in Dio sono circa un quarto. Scrive Sperelli: “Per adesso ho vinto, ho assunto una posizione che potrei difendere fino al rogo, eretico, apostata, spergiuro ed orgoglioso di esserlo, sono ateo per vocazione filosofica e per opportunismo fiscale”. Attenzione, però: all’UAAR sono già stati segnalati casi in cui all’italiano contribuente in Germania è stato chiesto di ‘certificare’ la propria non appartenenza alla Chiesa cattolica mostrando un certificato di sbattezzo.




http://www.italiani-a-monaco.de/centocose/...-kirchensteuer/

#6: Dichiararsi atei per non pagare la Kirchensteuer

di Andrea Sperelli | 1 Commenti
Un piacere che richiede conoscenza e prontezza di riflessi

Mi è capitato decine, forse centinaia di volte di dover riempire formulari vari, scartoffie burocratiche noiose e a volte superflue, o di dover declinare le generalità davanti ad un impiegato comunale per una qualche iscrizione o per un certificato. Ma quel giorno fu diverso.

Ero giunto da poco nel paradiso dei miei sogni, la terra dei prati verdi con le alpi sullo sfondo, dove la birra è buona e la gente ordinata, Monaco di Baviera, che sembra più una località di villeggiatura un pò cresciuta che una città industriale o un polo tecnologico di primissimo piano. Ero pieno di entusiasmo ma ancora sprovveduto, felice di tuffarmi ad occhi chiusi in questa nuova eccitante avventura della mia vita. Le mie fino ad allora sommarie informazioni mi inducevano ad un misto di fiducia e cautela nei confronti della burocrazia locale, in fondo non parlavo una parola di tedesco e magari loro non sanno (o non vogliono) parlare inglese. Ma dovevo registrarmi all’ufficio comunale, tappa incombente ed ineluttabile nel cammino appena intrapreso verso la conquista della felicità.

Mi presento all’appuntamento, una gentile signora di circa quarant’anni mi accoglie con la tipica gentilezza burocratica tedesca, tiro un sospiro di sollievo, parla un ottimo inglese, per oggi non ci saranno brutte sorprese. Si comincia, nome… cognome… nazionalità… domicilio attuale… e come un fulmine arriva l’inattesa domanda… religione??? Che vorrà dire “religione”? Nella cattolicissima Italia questa domanda non viene mai posta, il solo fatto di essere italiano vuol dire con ineluttabile automatismo essere anche cattolico, portatore sano di pratiche e precetti ereditati come si eredita un cognome o una madrelingua. Magari non praticante, quello sì che a volte si specifica, ma cattolico sempre e comunque per definizione. Ma qui cosa vorrà significare? Da queste parti ci sono stati tempi di inquisizioni e progrom, di deportazioni ed autodafè ma io sono solo una brava persona, voglio stare qui senza dare fastidio a nessuno, non voglio svolgere attività sovversive nè turbare l’ordine pubblico, ma l’impiegata mi scruta, mi ha puntato gli occhi addosso e non mi molla, devo reagire, dire qualcosa, qualunque cosa purché non mi danneggi.

E poi affiora dagli oscuri recessi della memoria un lontano monito di un conoscente trasferitosi un decennio prima, e capisco, mi illumino, mi gonfio di fierezza e dichiaro… SONO ATEO! L’impiegata abbassa gli occhi e con una certa stizza passa alla successiva pagina… datore di lavoro? Per adesso ho vinto, ho assunto una posizione che potrei difendere fino al rogo, eretico, apostata, spergiuro ed orgoglioso di esserlo, sono ateo per vocazione filosofica e per opportunismo fiscale, ora so che non ci sarà prelievo forzoso dalle mie finanze, ci stavo quasi per cascare ma l’ho scampata, chissà quante altre trappole mi attendono nel mio percorso ad ostacoli in terra straniera, ma questa è schivata, e per ora sono felice…

MERAVIGLIOSO!
 
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view post Posted on 10/8/2011, 14:55
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Senza contare i tedeschi che lasciano la chiesa cattolica per morte...


29/07/2011
Germania 2010, emorragia di fedeli
"Fuga" di fedeli dalla chiesa tedesca


"Fuga" di fedeli dalla chiesa tedesca
Per la prima volta, dopo lo scandalo-pedofilia, il numero di fedeli che lasciano la Chiesa cattolica è superiore a quello dei battesimi
redazione



L’anno scorso, per la prima volta nella storia della Germania, il numero di fedeli che hanno lasciato la Chiesa cattolica tedesca ha superato il numero dei battesimi. Si tratta di dati resi noti dalla Conferenza episcopale tedesca. Le cifre confermano recenti statistiche secondo le quali nel 2010 c’è stato un vero e proprio esodo di fedeli verso altre confessioni. Un esodo dovuto soprattutto allo scandalo degli abusi sessuali commessi da religiosi.





L’anno scorso, dunque, i battesimi sono stati 170 mila, contro un record di 181.193 persone che hanno deciso di abbandonare formalmente la Chiesa cattolica, ben 50 mila in più rispetto al

2009 (+40% circa). Nel complesso, il numero di fedeli è passato da 24,9 milioni nel 2009 a 24,6 milioni nel 2010.





Per la prima volta, inoltre, il numero di coloro che sono usciti dalla Chiesa cattolica ha superato quello dei fedeli che hanno abbandonato la Chiesa protestante, stimato in poco meno di 150 mila unità.

http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage...edophilia-6399/





5/08/2011
Germania, nel 2011 crescono le entrate della Chiesa
Folla a Stoccarda

Folla a Stoccarda
È quanto prevede l’analisi di un istituto economico. “Ma nel lungo periodo non potrà evitare di risparmiare”
Alessandro Alviani
BErlino





La Chiesa cattolica tedesca potrebbe registrare quest'anno un aumento delle entrate derivanti dalla cosiddetta “Tassa sulla Chiesa”, ma nel lungo periodo dovrà fare i conti con un calo degli introiti, per cui sarà costretta a risparmiare. È il messaggio contenuto in un'analisi dell'istituto economico IW di Colonia. “Nel migliore dei casi le entrate dalla tassa sulla Chiesa potrebbero salire quest'anno di quasi il 2%”, scrive l'autore dell'indagine, Winfried Fuest. Secondo i suoi calcoli nel 2012 gli introiti derivanti dall'imposta potrebbero tornare a superare per la prima volta dal 2008 la soglia dei 5 miliardi di euro. Tale evoluzione si spiega col fatto che la tassa sulla Chiesa è legata all'imposta sul reddito, i cui proventi, secondo il ministero delle Finanze, dovrebbero salire del 30% tra 2011 e 2015.





“Nel lungo periodo tuttavia la Chiesa cattolica non potrà evitare di risparmiare”, dal momento che l'evoluzione demografica e una certa “stanchezza” dei tedeschi nei confronti della Chiesa dovrebbero pesare negativamente sulle entrate, commenta Fuest. Secondo la sua analisi dal 1991 al 2008 la Chiesa tedesca ha perso 3,1 milioni di fedeli. In media per ogni fedele che decide di andarsene vengono a mancare nelle casse 150 euro all'anno.



Lo scorso anno la Chiesa cattolica ha riscosso tramite la Kirchensteuer 4,79 miliardi di euro, cioè 109 milioni in meno rispetto al 2009. In termini percentuali si tratta di una diminuzione del 2,3%. Le entrate della più grande arcidiocesi tedesca, quella di Colonia, si sono ridotte ad esempio del 10,1%, fermandosi a circa 480 milioni. A Monaco-Frisinga, invece, sono scese a 455 milioni (-4,3%).







Corresponsabile del calo delle entrate è stata, secondo Fuest, la decisione di molti tedeschi di voltare le spalle alla Chiesa a seguito dello scandalo dei preti pedofili. L'anno scorso 181.193 persone hanno abbandonato la Chiesa cattolica tedesca (+47%). Per la prima volta il loro numero ha superato quello dei battesimi (170.339).





Stando alle statistiche della Conferenza episcopale tedesca negli ultimi vent'anni gli introiti legati all'imposta sulla Chiesa sono saliti di circa il 23,5%, passando dai quasi 3,9 miliardi del 1991 ai quasi 4,8 del 2010. Il valore più alto si è registrato nel 2008 con quasi 5,1 miliardi.





La tassa sulla Chiesa viene versata in Germania da chi dichiara di appartenere a una confessione religiosa, è detraibile e viene prelevata dagli uffici finanziari regionali in cambio di un indennizzo. L'aliquota viene calcolata sulla base dell'imposta sul reddito e ammonta, a seconda dei Länder, all'8 oppure al 9%. L'imposta non viene più versata da chi sceglie la strada della “Kirchenaustritt”, cioè, letteralmente, dell'“uscita dalla Chiesa”, che viene sancita firmando un documento presso la pretura o l'anagrafe.
http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage...-alemania-6571/
 
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view post Posted on 13/10/2011, 22:24
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I fuoriusciti dalla tassa in Germania, evangelici e cattolici

www.kirchenaustritt.de/statistik/
 
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FutureLoop foundation
view post Posted on 14/10/2011, 14:56




Eccellente. Ci sono paesi dove sono in crescita?
 
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view post Posted on 21/9/2012, 06:16
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kirchensteuer


http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage...-germany-18287/

20/09/2012
Germania, fuori dalla chiesa se fuori da anagrafe
Germania cattolica

Germania cattolica
In un servizio di Radio Vaticana i dettagli del decreto della chiesa tedesca su quanti dichiarano di non essere più cattolici: parla il gesuita Hans Langendoerfer
Redazione
Roma

La Conferenza episcopale tedesca ha pubblicato un Decreto, approvato
dalla Santa Sede, in cui si chiarisce che quanti tra i fedeli dichiarano all’anagrafe civile di non appartenere più alla Chiesa cattolica non potranno più partecipare in modo attivo alla vita della comunità ecclesiale e quindi alla vita sacramentale. Lo riferisce allaRadiovaticana in un servizio con intervista al padre gesuita Hans Langendoerfer.

Il nuovo Decreto, valido per la Germania, ribadisce che non si potrà più fare la distinzione tra appartenenza «civile» e appartenenza «spirituale» alla Chiesa cattolica. In Germania vige un particolare sistema giuridico, che ha tra i suoi aspetti anche quello del finanziamento delle varie Chiese, secondo il quale il fedele di ogni comunità risulta iscritto all’anagrafe come appartenente ad una data confessione religiosa.

Questa iscrizione comporta un contributo per il sostegno economico di quella Chiesa. Il Decreto entrerà in vigore dal prossimo 24 settembre.

Il segretario generale della Conferenza episcopale, il padre gesuita Hans Langendoerfer, spiega all’emittente pontificia che «Chi chiede all’anagrafe di cancellare la sua appartenenza alla Chiesa cattolica non farà più parte in nessun modo della comunità ecclesiale. Non si può fuoriuscire dalla dimensione civile della Chiesa e definirsi al medesimo tempo cattolico.

Questo è il punto fondamentale del Decreto. Questa, tra l’altro, - osserva il gesuita - è stata da sempre la posizione della Conferenza episcopale e siamo contenti che ora sia anche scritto e approvato in modo ufficiale.

Qui sta la differenza con il passato: ora il parroco dovrà occuparsi direttamente di chi intende abbandonare la Chiesa.

Con questo documento vogliamo dimostrare di occuparci anche di coloro che non vogliono più far parte della Chiesa». «Coloro che chiederanno di essere cancellati come cattolici dall’anagrafe, - spiega il segretario della Conferenza episcopale - riceveranno una lettera dal parroco della loro zona.

Si chiederà loro un incontro e un colloquio. Si cercherà di capire in questo dialogo le motivazioni che hanno indotto a una tale decisione. Si spiegherà anche quali saranno le conseguenze collegate alla fuoriuscita.

Ovviamente, i sacerdoti cercheranno di far cambiare idea a queste persone, così da poter loro dare la possibilità di partecipare alla vita della Chiesa, con annessi i doveri».
 
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perlanaturale
view post Posted on 22/9/2012, 16:45




http://www.tzetze.it/2012/09/germania-non-...comunicato.html

Germania, non paghi le tasse alla Chiesa? “Sei scomunicato”
TAG: Chiesa cattolica, kirchensteuer, tasse

Papa Benedetto XVI (Lapresse)
BERLINO – Chi non paga i contributi alla Chiesa, non crede. Nel Paese natale di papa Ratzinger i vescovi si inventano la “scomunica light”: se i fedeli non pagano la tassa annuale (l’equivalente del nostro 8 per mille) non possono far parte della comunità religiosa e di conseguenza non potranno ricevere sacramenti né confessarsi. Nemmeno il funerale è concesso.
Come a dire ministri di Dio sì, ma solo se ci stipendiate. La procedura introdotta dalla Conferenza episcopale tedesca ha incassato l’ok del Vaticano. Una dura risposta al grande esodo di fedeli in Germania. Dal 1990 in poi sono in media 100 mila i fedeli che ogni anno lasciano ufficialmente la chiesa per evitare di pagare l’imposta. Il record è stato toccato nel 2011 quando ne usciròno 126 mila.
La controversa Kirchensteuer è una tassa che finisce direttamente nelle casse dell’anagrafe tributaria: il contribuente deve indicare se appartiene alla confessione cattolica o a quella protestante, di conseguenza gli sarà applicata una tassa con aliquote che variano dal 3% all’8% del reddito Irpef.
L’avallo di Roma giunge dopo anni di insistenze da parte dei vescovi tedeschi. A lungo il Vaticano aveva fatto valere le sue obiezioni: nel 2006 aveva chiaramente detto che non bastava dichiarare allo Stato tedesco di non essere più cattolici. Ma ora che è cambiata la musica non si capisce come mai la Chiesa, che per definizione è universale, scomunichi i fedeli tedeschi che non pagano l’obolo mentre continui a considerare cattolici i tanti Italiani che decidono di destinare il proprio 8 per mille ad altre nobili cause.
Forse la Chiesa tedesca non ha considerato che molte persone di fede cattolica possono aver deciso di non finanziarla anche a causa della crisi economica che attanaglia tante famiglie: senza voler essere blasfemi molti potrebbero considerare più importante portare a casa il pane piuttosto che spezzarlo simbolicamente durante la messa domenicale.
 
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Ashmael
view post Posted on 1/10/2012, 19:59




Meglio abbandonare una chiesa avida, corrotta e tollerante solo coi preti pedofili.
 
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view post Posted on 27/6/2014, 07:13
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http://www.italiaoggi.it/giornali/dettagli...codiciTestate=1

Chi appartiene a una religione deve infatti versare alla sua chiesa l'8% delle sue tasse
Germania, essere credenti costa
Per questo gli aderenti calano di 200 mila all'anno
di da Berlino Roberto Giardina

Una pastora protestante può sposare un musulmano? Dipende. Nel Sud della Germania, a maggioranza cattolico, no.

Nella Berlino atea e protestante, sì. Sono le contraddizioni della Germania o, meglio, le differenze. Nonostante quel che si crede, cattolici e protestanti sono quasi alla pari in Germania.


Anzi, negli ultimi tempi della vecchia Repubblica Federale con capitale nella renana Bonn, i fedeli della Chiesa di Roma superarono di poco i luterani. Poi, con la riunificazione, si aggiunsero i 17 milioni di tedeschi della Ddr, in maggioranza protestanti. In fondo, Lutero era nato dalle loro parti.

Un quarto di secolo dopo, i cattolici sono tornati in leggero vantaggio: poco più di 24 milioni, circa il 30%, contro poco meno del 24%.

Bisogna tener presente, tuttavia, che si conteggiano solo quanti fanno realmente parte della comunità. Se si appartiene a una confessione, qualunque sia, si deve versare l'8% di tasse in più. Un peso notevole, e gli ossies, come vengono chiamati gli ex cittadini della scomparsa Germania Est, hanno fatto rapidamente i loro calcoli.

A parte le diversità teologiche, quel che divide le due chiese è lo status di preti e dei loro colleghi pastori: i primi sono chiamati dalla vocazione, la loro è una missione. Per i luterani è una professione. Si diventa Pfarrer studiando teologia all'università, poi ci si candida a un posto in parrocchia. Lo stipendio non è male, nonostante la crisi, e le uscite dalla Chiesa, per crisi di fede o per risparmiare sulle tasse (circa 200 mila se ne vanno ogni anno, sia cattolici sia protestanti, anche in questo alla pari). È la comunità che elegge e assume il suo Pfarrer e, nel caso, lo può licenziare. Non è una missione a vita: basta citare il caso di Joachim Gauck, ieri pastore e oggi presidente della Repubblica.

E Frau Merkel, come si sa, è figlia di un pastore protestante. Un Pfarrer si può sposare, il prete ovviamente no. Una differenza che crea un grave problema alla Chiesa cattolica. Nel lavoro quotidiano in parrocchia, i pastori sono avvantaggiati perché condividono la vita quotidiana dei loro fedeli. Anzi, nella scelta della loro guida, i parrocchiani, di solito, preferiscono un candidato con moglie e figli. Il partner, uomo o donna che sia, ha una parte attiva nella parrocchia: organizza il Kindergarten, o corsi per le madri, oppure i corsi di danza, e la bocciofila.

Anni fa, prima di scrivere una storia, chiesi alla mia editor tedesca (figlia di un pastore, ex moglie di un pastore), se una donna Pfarrer avrebbe potuto sposare un pizzaiolo italiano. Perché no?, mi rassicurò, purché lui diventi luterano. Non è una regola assoluta, cambia di regione in regione, e con i tempi.

La battaglia di Frau Carmen Hacker è durata tre anni, e alla fine ha vinto. Nel 2011, la Chiesa Evangelica del Württemberg, l'antica Svevia, che è a maggioranza cattolica, le aveva impedito di diventare pastora perché aveva sposato l'uomo che ama, Monir, conosciuto nel 2010 durante una vacanza in Bangladesh. Difficile amore. Monir non ottenne il visto per la Germania, e, racconta, pagando 9 mila euro ottenne invece il visto per l'Italia. «Non proprio dietro l'angolo, ricorda Carmen, ma almeno ci ritrovavamo sullo stesso continente».

Si vedono a Roma, finché il visto scade. Non rimane altra strada che il matrimonio: la futura pastora sposa Monir, che è musulmano. E la Chiesa, per così dire, la «licenzia». «Amo la mia Chiesa e amo Monir, e non voglio rinunciare né alla mia fede, né a mio marito», dice Carmen. Comincia la sua battaglia, finché aiutata dalla deputata verde Katrin Göring-Eckardt, a sua volta sposata con un pastore, trova la via d'uscita: trasferirsi a Berlino. I prussiani sono meno rigidi dei meridionali svevi, e da qualche mese Carmen ha conquistato la sua parrocchia: «Monir viene ad aiutarmi di tanto in tanto, e nessuno si scandalizza, un musulmano può pregare in una chiesa di Lutero, come in una moschea».
 
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view post Posted on 26/8/2015, 07:25
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www.vitanuovatrieste.it/germania-se-i-fedeli-vanno-via-2/

Germania: se i fedeli vanno via

Fuga di fedeli dalla Chiesa tedesca. Evidentemente l’avventurismo teologico-pastorale non paga.

Hanno fatto un po’ di rumore le cifre pubblicate negli scorsi giorni relative al numero dei fedeli che nel solo anno 2014 hanno abbandonato la Chiesa tedesca: ben 214.000 secondo le ultime rilevazioni.

Ma come fanno a sapere con esattezza una cosa del genere?, vi chiederete voi, pensosi. Il fatto è che in Germania, coerenti con la loro mania del far tornare sempre e dovunque i conti, c’è una tassa apposita che all’atto della presentazione della dichiarazione fiscale viene riscossa dalle varie confessioni, la cosiddetta “Kirchensteuer”. Il meccanismo è piuttosto semplice: il contribuente, oltre ai dati consueti su immobili, proprietà, redditi da lavoro e via dicendo, deve dichiarare anche l’appartenenza religiosa, se ce l’ha. E, se ce l’ha, paga di conseguenza. Non è uno scherzo e nessuno può esimersi nel senso che se sei credente non puoi non pagare il tuo contributo tassativo. Appunto perché non si tratta di un obolo libero ma di una tariffa vera e propria, regolamentata legislativamente a livello federale e che la confessione di riferimento incassa.

Va da sé – come sempre quando si tratta di soldi e tasse, tutto il mondo è Paese… – che le polemiche si sprecano, da tutte le parti, ma siccome i tedeschi sono e restano comunque tedeschi va pure detto che ormai il meccanismo è talmente consolidato e oliato che passato lo sfogo di rito nessuno se ne stupisce alla fine più di tanto e aspetta rassegnato l’anno venturo per il nuovo versamento. Anzi, culturalmente il discorso è passato talmente tanto che quelle dichiarazioni (diversamente da quanto accade per esempio da noi) da tempo fanno stato anche della contabilità della cura delle anime nel senso che le comunità religiose in primis si affidano proprio a queste rilevazioni quando devono certificare pubblicamente il numero dei fedeli, in entrata o in uscita. D’altra parte vale anche il contrario nel senso che notoriamente un contribuente che non paga la quota si auto-esclude consapevolmente dalla comunità ecclesiale, come se avesse rinnegato qualcosa della fede, per quanto bizzarro questo possa suonare.

Chiarita la premessa, come si suol dire, veniamo al dunque. Perché 200.000 abbandoni sono veramente tanti, tantissimi: come qualcuno tra i più attenti ha fatto notare la cifra supera persino quella registrata qualche anno or sono nel mezzo degli scandali sulla pedofilia che mediaticamente avevano travolto l’immagine della Chiesa nazionale. La spiegazione va quindi ricercata altrove.

E i più avvertiti hanno puntato l’indice sul dibattito interno, dottrinale e pastorale, che negli ultimi mesi ha visto esponenti di primo piano mettere ripetutamente in discussione proprio verità morali acclarate, mettendo persino in minoranza chi le difendeva in pubblico. Francamente non è stato un bello spettacolo perché sono volate parole grosse e, soprattutto, l’impressione degli spettatori è stata quella di trovarsi su una nave senza timone che subisce anzi le correnti del mondo così come vengono senza sapere esattamente dove andare.

A un livello ancora più profondo, poi, la vicenda ha rivelato anche che – al di là dei sondaggi ad hoc ‘confezionati’, o ‘pre-confezionati’ – all’interno della comunità credente c’è un disagio sempre più forte, che a volte diventa malessere vero e proprio tanto – pare di capire – da spingere qualcuno, anzi ben più di qualcuno, a lasciare addirittura la Chiesa sbattendo la porta. Il paradosso, naturalmente, è che di queste cose sui giornali che vanno per la maggiore non si parla mai. I dubbi e i problemi di una piccola minoranza ideologica ed agguerrita diventano improvvisamente il tema del giorno per la Chiesa universale e quasi ne dettano l’agenda mentre quelli altrettanto seri – se non di più – del resto delle persone vengono silenziati come se non esistessero. Certo, non si tratta di giustificare per questo un atto che evidentemente non può mai essere giustificato. Però anche questo è un campanello d’allarme serissimo: se il mondo ha le sue istanze, cangianti e umorali, anche coloro che vogliono rimanere fedeli a quanto ricevuto, per dirla con San Paolo, hanno le loro.

Riferendosi proprio alle divisioni interne della Chiesa, Benedetto XVI una volta disse una frase sconvolgente che suonava più o meno così: se non ce ne occupiamo più noi, che ne sarà infine di queste anime? Mutatis mutandis, ci pare che anche Francesco quando parla dei famosi ‘pastori con addosso l’odore delle pecore’ dica la stessa cosa. Ai sacerdoti, alla Chiesa, deve interessare anzitutto la salvezza dell’anima perché quella è eterna e in fondo l’eternità è l’unica misura dell’operato di un pastore a misura del cuore di Cristo: le mode passano, l’eternità resta. Ecco, noi non siamo nessuno, per carità, e anche le persone più sbagliate per dare consigli non richiesti agli altri, però troviamo che quella domanda per come stanno andando le cose ultimamente in Germania, davanti allo specchio, onestamente e con evangelica e spassionata franchezza, dovrebbero farsela veramente in molti: se le lasciamo andare via, che ne sarà infine di queste anime?

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Fuoriuscite
www.kirchenaustritt.de/statistik
Anno Cattolici Evangelici Totale
1990 143 530 144 143 287 673
1991 167 933 237 874 405 807
1992 192 766 361 256 554 022
1993 153 753 284 699 438 452
1994 155 797 290 302 446 099
1995 168 244 296 782 465 026
1996 133 275 225 602 358 877
1997 123 813 196 602 320 415
1998 119 265 182 730 301 995
1999 129 013 192 880 321 893
2000 129 496 188 557 318 053
2001 113 724 171 789 285 513
2002 119 405 174 227 293 632
2003 129 598 177 162 306 760
2004 101 252 141 567 242 819
2005 89 565 119 561 209 126
2006 84 389 121 598 205 987
2007 93 667 131 000 224 667
2008 121 155 168 901 290 056
2009 123 681 148 450 272 131
2010 181 193 145 250 326 443
2011 126 488 141 497 267 985
2012 118 335 138 195 256 530
2013 178 805 176 551 355 356
2014 217 716

Numero di fedeli sul totale della popolazione in Germania

Anno Popolazione Cattolici Evangelici Totale
2001 82 440 309 26 656 014 26 453 592 53 109 606
2002 82 536 680 26 466 076 26 211 487 52 677 563
2003 82 531 671 26 165 153 25 836 192 52 001 345
2004 82 500 849 25 986 384 25 629 534 51 615 918
2005 82 437 995 25 905 908 25 385 618 51 291 526
2006 82 314 906 25 684 890 25 100 727 50 785 617
2007 82 217 837 25 461 118 24 832 110 50 293 228
2008 82 002 356 25 176 517 24 514 929 49 691 446
2009 81 802 257 24 909 332 24 194 986 49 104 318
2010 81 751 602 24 651 001 23 896 089 48 547 090
2011 81 843 743 24 472 817 23 619 648 48 092 465
2012 80 523 746 24 340 028 23 356 096 47 696 124
2013 80 767 463 24 170 754 23 040 392 47 211 146
2014 ...................23 939 472
 
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view post Posted on 11/7/2016, 11:21
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http://www.caffestoria.it/godspot-wi-fi-gr...ta-al-lumicino/

Godspot: Wi-Fi gratis per una Chiesa ridotta al lumicino
8 Lug 2016 13.45 di Simone M. Varisco
Cosa si ottiene combinando cristiani in calo da anni e ricchezza in crescita? Il Wi-Fi gratis nelle chiese protestanti e cattive idee. Come Godspot.

Le statistiche sulla diffusione e la pratica del Cristianesimo in Germania lasciano poco spazio a dubbi: è crisi. Da anni. Nelle scorse settimane la Chiesa evangelica tedesca dichiarava una diminuzione degli appartenenti e anche gli ultimi dati resi disponibili dalla Conferenza episcopale tedesca riferiti al 2014-2015 confermano la tendenza. Se matrimoni e battesimi stagnano, a diminuire sono i fedeli, le ordinazioni sacerdotali e la partecipazione agli altri sacramenti, per non parlare di quella alla Messa. Una Chiesa che il card. Reinhard Marx, presidente della Conferenza episcopale tedesca, definisce «in movimento». Un movimento verso il basso, che nemmeno la presenza di un nutrito numero di immigrati cristiani – 2,6 milioni dei 6,2 milioni di stranieri residenti in Germania (7,7% della popolazione totale) – sembra riuscire ad invertire. Le due maggiori Chiese cristiane in Germania – quella cattolica e quella evangelica, che raccoglie 20 Chiese protestanti di diversa denominazione – nel 2014 contavano rispettivamente 23,9 milioni e 23 milioni di membri su un totale di 81,1 milioni di abitanti in Germania. Cifre in calo rispetto all’anno precedente e a quelli ancora prima, che non fanno ben sperare per il futuro.

Anche nel 2015, però, Chiesa evangelica e Chiesa cattolica possono vantare dati molto positivi sul fronte economico. Poche settimane fa i portavoce delle due Chiese hanno confermato le indiscrezioni apparse sulla stampa che parlano di entrate fiscali record, con più di 11,5 miliardi di euro incassati dalle due Chiese, nonostante la diminuzione degli appartenenti. Un incremento di circa 692 milioni di euro, pari al 6,4%, rispetto al 2014 (10,8 miliardi di euro). È il risultato della Kirchensteuer, la criticata tassa sulle religioni, il sistema di finanziamento delle religioni in Germania, che lo scorso anno ha portato nelle casse della Chiesa cattolica 6,1 miliardi di euro (+7,1% rispetto al 2014) e in quella evangelica 5,4 miliardi di euro (+5,7%).

Come conciliare questi dati con l’emorragia di fedeli degli ultimi anni? Il successo economico delle Chiese in Germania dipende in gran parte dal successo economico che coinvolge l’intero Paese, con positive ricadute sui salari e i redditi dei cittadini tedeschi. In base alla Kirchensteuer, gli appartenenti alle due maggiori Chiese tedesche pagano, a seconda del Länder di residenza fiscale, l’8 o il 9% del loro salario o del reddito complessivo come tassa per la Chiesa, con agevolazioni previste per condizioni personali e familiari particolari. Il mancato pagamento della tassa comporta la cancellazione dall’elenco e la cessazione dei servizi religiosi, fra cui i sacramenti. La Kirchensteuer costituisce la principale fonte di mantenimento per i colossali – e costosissimi – apparati delle Chiese.

Nell’incostanza delle economie europee e mondiali, i colossi ecclesiastici tedeschi rischiano di riposare su piedi di argilla. Non stupisce, dunque, che le Chiese in Germania siano alla continua ricerca di popolarità. I due Sinodi sulla famiglia hanno evidenziato come sia proprio la Chiesa cattolica tedesca a farsi portatrice delle istanze di cambiamento sorte nella società, tanto più che «la maggior parte dei cattolici si aspettano in Germania una maggiore comprensione da parte della Chiesa» in tema di famiglia, convivenza in partnership, genitorialità e sessualità. «Coppie, coppie di sposi e famiglie vogliono un maggiore accompagnamento senza vedersi puntato contro l’indice morale», stando a quanto dichiarato dalla Chiesa cattolica tedesca. E magari tenersi libere le dita per altro. Il cellulare, per esempio.

Dev’essere nata da questa considerazione, oltre che dallo sforzo per il rinnovamento che caratterizza molte Chiese protestanti in vista del 500° anniversario della Riforma che ricorrerà il prossimo anno, l’idea di Godspot (letteralmente “punto-Dio”), l’offerta di Wi-Fi gratuito negli edifici di culto in Germania, per ora circoscritta a 220 chiese evangeliche attorno a Berlino, ma che nelle intenzioni sarà estesa a migliaia di luoghi di culto e istituzioni ecclesiastiche tedeschi entro il maggio 2017.

«Le persone non sono meno spirituali di prima, ma il punto della Riforma era che la Chiesa deve evolversi continuamente», ha dichiarato a Motherboard Christoph Heil, portavoce del progetto. «Proprio come le persone hanno guardato ai campanili e ascoltato le campane prima che esistessero gli orologi da polso, vogliamo mostrare che le chiese possono continuare ad essere un luogo di aggregazione per la comunicazione».

Un modo come un altro per attirare nuove persone attorno alle chiese, se non proprio all’interno, a scaricare musica e condividere foto, se non proprio a pregare. Un modo anche per sopperire ad una grave lacuna della ricca e avanzata Germania, attardata sul piano dell’internet pubblico. Tutta colpa della Störerhaftung, la legge tedesca che ritiene responsabile chi offre l’hotspot Wi-Fi per gli illeciti commessi in rete da chi lo utilizza. In altre parole, se un utente scarica illegalmente musica o film ad essere accusato di pirateria è il fornitore dell’accesso Wi-Fi pubblico. Proprio questa legge potrebbe essere presto ammorbidita e la Chiesa evangelica intende farsi trovare in prima fila.

Dalla Chiesa, però, provano a correggere il tiro. «Non tutto quello che una Chiesa fa è per guadagno personale», ha dichiarato Fabian Kraetschmer, responsabile dei sistemi informatici della Chiesa evangelica. «Le chiese sono sempre state luoghi che le persone possono ignorare oppure nei quali entrare per trovare riparo dal caldo, godere l’arte, riposarsi. Da sempre sono percepite in modi differenti. E così sarà anche con Godspot».

Tutto tace, finora, sul fronte cattolico. I dogmi della libera concorrenza varranno anche in questo caso? Lo scopriremo fra qualche mese. Nel frattempo, se le speranze della Chiesa evangelica in Germania vengono riposte anche nel Wi-Fi gratuito siamo di fronte ad una Riforma ridotta al lumicino. Ma esisterà una app anche per questo.

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view post Posted on 16/2/2019, 08:11

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AUSTRIA/L'INTERVISTA
"Quella tassa non la pago più e ora mi negano la comunione"
ECCLESIA16-02-2019
Quella cattolica austriaca è una Chiesa protestantizzata: comunione a divorziati e gay che convivono, messe sporadiche, confessioni assenti, preti ribelli e sindacalizzati, parrocchie-bocciofile, chiese profanate da concerti rock e per la causa Lgbt. Così un italiano di 41 anni ha detto basta: "Ho smesso di pagare la tassa ecclesiastica, calcolata sull'1% del mio reddito". Ma le conseguenze per lui sono drammatiche: "La diocesi mi ha negato tutti i sacramenti e rischio un processo". Ecco la condizione in cui versano i cattolici che hanno detto no a una Chiesa mondana, capace, per i soldi, persino di negare la salvezza dell'anima a chi è in piena comunione.
-QUEI PRETI CHE HANNO GIURATO DISOBBEDIENZA di Luisella Scrosati

Un concerto blasfemo per la causa Lgbt nella cattedrale di Vienna
“A omosessuali conviventi e divorziati risposati danno ormai la comunione, io che ho deciso di non pagare più la tassa mi sono visto negare tutti i sacramenti. E se stessi per morire, mi verrebbero negati pure i conforti”. E’ la drammatica condizione nella quale si trova a vivere da alcuni mesi un italiano residente in Austria. Il suo racconto è un grido d’allarme che dovrebbe accendere più di un campanello sulle condizioni delle chiese tedesche e austriache, ormai palesemente protestantizzate e che si reggono economicamente sulla cosiddetta Kirchenbeitrag, la tassa ecclesiastica. In questa intervista rilasciata alla Nuova BQ, Alessandro de Cristoforo, spiega il perverso meccanismo di una Chiesa che da un lato violenta la dottrina e dall’altro si comporta come un esattore delle imposte qualunque capace di trattare i sacramenti come un semplice servizio da erogare.

De Cristoforo, 41 anni e originario della provincia di Modena, vive con la moglie e i 4 figli da 15 anni a Innsbruck dove è impiegato di un’azienda del settore biomedicale. Ha accettato di denunciare quanto gli è capitato negli ultimi mesi nella speranza che chi ha la responsabilità del governo della Chiesa metta mano a un sistema di finanziamento pericoloso per la salute stessa delle anime. Vediamo perché.

De Cristoforo, come funziona la Kirchenbeitrag?
E’ un meccanismo perfetto e perverso di raccolta soldi perché sancito da una legge statale. Quando siamo andati in Comune a Innsbruck per ottenere la residenza, subito dopo esserci trasferiti, all’ufficio anagrafe abbiamo anche dovuto indicare se e a quale religione apparteniamo.

Cattolica?
Esatto. Così, dopo circa due settimane abbiamo ricevuto una lettera della Diocesi di Innsbruck con allegato un bollettino postale.

Così, senza neanche un brindisi di benvenuto?
E’ questo il loro benvenuto! Non dico che mi sarebbe piaciuto avere almeno il parroco che bussava alla mia porta, ma la freddezza della comunicazione mi ha lasciato di sasso.

Cosa diceva?
Diceva che in base alla mia età e al lavoro dichiarato, la previsione del mio reddito doveva essere di una certa cifra. Ergo, la tassa che avrei dovuto pagare era di circa 800 euro.

Così?
Esatto. La tassa viene calcolata sull’1% del reddito lordo. Ma nella lettera c’era scritto che se i calcoli non fossero stati giusti avrei potuto avere un incontro con l’ufficio apposito della Diocesi.

E lei che cosa ha fatto?
Ho preso appuntamento e sono andato a chiedere spiegazioni. So che in molti si dichiarano atei per non avere problemi, ma noi eravamo entusiasti per la nostra nuova vita in Austria e davvero non avremmo mai immaginato quello che avremmo vissuto.

E’ andato in Diocesi…
Ho iniziato a discutere con il funzionario dicendo che avevo il mutuo e 3 figli, così mi hanno abbassato la tassa a 250 euro all’anno e 150 per mia moglie. Il primo scandalo è che la tassa non va in base al reddito famigliare.

400 euro all’anno?
E ci è andata bene. Ho un amico in Germania che mi conferma di pagare più di 4000 euro all’anno.

Ha pagato?
Sì, ho sempre pagato perché con i bambini piccoli temevo dei problemi per il loro percorso sacramentale.

E quando ha deciso di non pagare?
Ad agosto scorso, ma è stato un crescendo. Da tempo parlo con sacerdoti in Italia che strabuzzano gli occhi quando racconto come funziona la tassa. Nel 2010 scrissi anche a padre Gabriele Amorth.

Addirittura, e che cosa disse?
Che è un sistema barbaro, guardi… gliela faccio vedere. (in foto)

Che cosa succede se non paga la tassa?
Chi è stato battezzato in Austria ha scritto sul certificato di battesimo se hai pagato o no. E se non paghi ti rimane il marchio. Non hai alternativa: o paghi o dichiari di essere ateo.

E lei perché ha smesso di pagare?
Ci sono stati episodi negli ultimi anni, gocce che hanno fatto traboccare il vaso: il Duomo di Vienna che sosteneva i gay con liturgie omoeretiche. Le iniziative per i divorziati risposati chiaramente eretiche. E ancora: spettacoli di musica blasfema in chiesa, iniziative oscene come quella del mio vescovo quando espose lo striscione “se Dio ha la barba io sono femminista”. In generale una protestantizzazione su tutti i fronti. Insomma: ha presente il non riconoscersi a casa? Ecco, a quel punto viene naturale fare un ragionamento da contribuente.

Cioè?
Visto che pago, queste porcherie a me non stanno bene. E dato che sono pagate con i miei soldi, io non li pago più.

Una disobbedienza fiscale?
Più o meno. Le sembra normale che debba aspettare di tornare in Italia per confessarmi?

No.
Appunto, qua trovare un prete è impossibile. Alla domenica la diocesi ha deciso che si devono fare meno messe, così si fanno un sacco di liturgie della Parola.

E lei ci va?
No. Domenica scorsa mia moglie è entrata nella chiesa della nostra parrocchia e ha trovato due donne “celebranti”. E’ uscita e addio al precetto domenicale. Una sofferenza continua.

E protestare?
Con chi? Il vescovo di Innsbruck si è espresso a favore del sacerdozio femminile. Insomma, a un certo punto mi sono detto: io non la finanzio più.

E che cosa ha fatto?
Io niente, ho smesso di pagare, sono tornato in Comune. Ho chiesto di devolvere la stessa somma ad un ordine religioso bisognoso che conosco oppure ai copti, che soffrono dal punto di vista economico, ma il funzionario mi ha detto: “O alla diocesi o niente”. Così mi sono cancellato dal registro.

E poi?
Dopo una settimana mi è arrivata una lettera della diocesi che diceva: “Il comune ci ha trasmesso la sua volontà di cancellarsi dal registro, la informiamo su quali sono i diritti che perde”.

Quali?
Non posso fare la comunione, se partecipo a un matrimonio non posso fare il testimone, il padrino di Cresima e battesimo, se malato non riceverei l’estrema unzione.

E la confessione?
La lettera non ne fa cenno, ma quella è ormai introvabile. Però mi avvertono che se dovessi ripensarci dovrei pagare gli arretrati e gli interessi. Dopo tre mesi, arriva un’altra comunicazione: “Lei è ufficialmente cancellato. Le ricordiamo i diritti che perde, se dovesse accostarsi alla comunione, sarà punito a norma di legge”.

Punito?
Sarei perseguibile, potrebbero denunciarmi e andare per vie legali. E’ pur sempre una violazione di una legge dello Stato. Ci sono persone che sono andate per vie legali e hanno perso.

Come fa oggi?
Vado nelle chiese dove non mi conoscono oppure faccio la comunione quando torno in Italia. Devo girare per trovare sacerdoti compiacenti che la pensano come me, ma se venissero scoperti passerebbero dei guai anche loro. E’ tutto molto rischioso e penoso.

Si sente ghettizzato?
Se pensiamo che ai divorziati risposati ormai danno la comunione senza problemi, sì. Ma ormai la Chiesa in Austria non è più una Chiesa cattolica.

Perché?
Le parrocchie sono come bocciofile o polisportive, organizzano corsi di ogni tipo: cucito, internet per gli anziani. Il loro manifesto è quello di essere simpatiche. Organizzano lezioni di ginnastica, devono giustificare l’enorme pletora di dipendenti che hanno. Qua tutti sono stipendiati, anche i catechisti. E dato che il catechismo che impartiscono non mi va bene…

Una Chiesa che si occupa solo di erogare un servizio?
Ma un servizio che deve apparire simpatico, vicino al mondo, che promuove attività ludiche o per nulla politicamente scorrette. Mai un’adorazione eucaristica, ci sono preti che dicono due messe alla settimana, la messa quotidiana è un miraggio.

Nonostante questo, le chiese sono vuote…
Direi: proprio per questo le chiese sono vuote. Gli austriaci ormai hanno qualche tradizione e poco più.

Come fa con i bambini?
Mia moglie continua a pagare la tassa perché temiamo delle ripercussioni su di loro. Fortunatamente confessione e prima comunione le hanno fatte a scuola, una scuola privata durante l’ora di religione. Ma per la Cresima credo che verremo in Italia.

Continuerà ad andare a messa di nascosto?
Per forza. Ma ho dovuto rinunciare a quel poco di vita comunitaria che portavo avanti. Avevo iniziato ad organizzare una messa per gli italiani, ma ho dovuto lasciare.

Con chi ne parla?
Con nessuno. Neanche al mio parroco. Anche lui appartiene alla Pfrarrer Initiative un’associazione di preti che contestano apertamente il magistero e si rifiutano di celebrare più di una messa a domenica. Hanno pubblicato un manifesto di rivendicazioni e disobbedienze che fanno spavento. “Ci rifiutiamo di celebrare più di una messa a domenica, vogliamo andare in pensione a 65 anni, non dovete sfruttarci”. Cose così. E ovviamente sono favorevoli al matrimonio tra gay e alla comunione ai divorziati risposati.

Come lo giustificano?
Dicono che Papa Francesco ha detto: “Chi sono io per giudicare?”.
 
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view post Posted on 3/9/2019, 16:10

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Avere fede in Germania non è facile per Giorgio
1 Settembre 2019 Alba, Primo Piano

LA STORIA Fede contro burocrazia, convincimenti interiori che impattano il frangiflutti della legge ecclesiastica. No, non siamo fra le pieghe di qualche romanzo storico e nemmeno nel caos imperante nel Bel Paese ma nella cattolicissima Baviera di papa Benedetto XVI, per la precisione nel centro propulsore della regione: Monaco, celebre per la birra, il Bayern e – nel nostro caso – l’obbligo di contribuire “in solido” al mantenimento della Römisch-katholische Kirche (denominazione ufficiale della Chiesa cattolica di Baviera) se si è battezzati.

Si parte e si finisce ad Alba, naturalmente. Giorgio è oggi un 36enne nato e cresciuto sotto le torri (battezzato alla Moretta), una laurea in scienze della comunicazione a Siena, specialistica in marketing a Milano. Alcuni anni fa, dopo la conclusione degli studi, la vita lo porta in Germania a lavorare: per farlo affitta un piccolo appartamento. «Caro come il fuoco», precisa la madre Nuccia, titolare di una nota agenzia di viaggi in corso Italia: «Si trattava di un contratto di prova di sei mesi».

Avere fede in Germania non è facile per Giorgio
L’albese Giorgio Montersino, protagonista della vicenda di questa pagina, con la moglie tedesca.
Poi, l’esistenza di Giorgio si arricchisce di una compagna, con la quale il giovane inizia a fare sul serio: i due convolano a nozze il 18 agosto 2018. Qui gli antefatti finiscono e inizia la nostra vicenda. Bisogna sapere che in Germania dichiarare il proprio credo religioso impone il pagamento di una tassa mensile relativa ai “servizi” erogati. «Al mio ingresso in terra germanica, spinto dai consigli delle guide e dei forum ho deciso, per non pagare la “gabella”, di barrare lo spazio keine religion (“nessun orientamento religioso”)», spiega il giovane, che a Monaco lavora in un’azienda attiva nel campo del design e della progettazione digitale. «Del resto, agiscono così quasi 100mila persone l’anno nella sola Baviera, spinte a deregistrarsi dal gruppo dei credenti per non pagare. La mia vicenda è differente, perché mi sono “ravveduto” e intendevo rientrare nei ranghi, sostenendo la comunità cattolica».

La storia d’amore dei due giovani va avanti, la coppia pronuncia il “sì” fatidico nell’abbazia di San Bonifacio; poi Giorgio cambia lavoro e a gennaio del 2019 trasloca in una casa più grande. Ma ora arriva il bello: «Non appena depositata la denuncia dei redditi, mi è arrivato il conto degli arretrati. È stata una scelta precisa quella di iniziare a pagare dichiarandomi credente, non ero infatti tenuto a farlo: il nostro parroco, un italiano, ha ritenuto sufficiente il fatto che mia moglie fosse cattolica e “in regola”».

Davanti alla prospettiva di sborsare poco meno di 1.800 euro – solo una prima tranche del “dovuto”, il cui computo complessivo si aggira sui cinquemila euro – la famigliola, che da poco ha annunciato ai genitori l’arrivo di un bambino, cerca un’alternativa fattibile.

Giorgio: «Mi affido al dialogo, scrivo al vicario generale, su consiglio del nostro sacerdote che mi prospetta la possibilità di un esonero. Faccio riferimento alle spese del momento, la nuova casa, la volontà di occuparci al meglio del figlio, che nascerà a ottobre. Versare svariate migliaia di euro alla Chiesa di Baviera mi appare al momento un onere eccessivo. Ma la risposta è un duro colpo. Mi sono stati ricordati in modo perentorio i miei doveri fiscali davanti allo Stato».

Arriviamo al 7 giugno 2019, momento in cui Giorgio affida a un post su Facebook la delusione del momento e la decisione presa: uscire dalle liste ufficiali dei credenti, procedura che in tedesco ha il nome di kirchenaustritt (qualcosa di simile allo sbattezzarsi) portata a termine il 14 agosto, sempre su carta bollata all’ufficio comunale. «Deluso dalla gestione meccanica e finanza-centrica di un’istituzione che dovrebbe mostrare molta più comprensione nei confronti degli umili peccatori, ho compiuto il passo definitivo, optando per l’uscita», dice Giorgio. Ma l’epilogo non smorza il suo spirito battagliero: «Non rinuncerò a parlare del mio punto di vista. Continuando con questo “prelievo forzoso”, che vale qualcosa come 6 miliardi di euro l’anno, il capitale umano continuerà a diradarsi».

È l’analisi di un intellettuale ritornato alla fede dopo un itinerario tortuoso, compiuto sulla via dei tre grandi monoteismi mediorientali (cristianesimo, islam ed ebraismo), viaggio del quale Giorgio non fa mistero, iter impegnativo che il proverbiale aut aut rischia di sacrificare sull’altare della semplificazione. «Dall’ateismo del liceo sono ritornato alle radici cristiane della mia famiglia. È sbagliata l’idea dominante del progresso che bolla come medievale ogni forma di conservatorismo: ho iniziato a mettere in dubbio questo tipo di risposte e sono atterrato vicino alle idee che la religione ci ha tramandato nei millenni».

Ora il giovane albese vive nell’incertezza per il futuro: la procedura di uscita dal credo cattolico verrà comunicata agli uffici dell’arcidiocesi di Monaco-Frisinga: «Che cosa accadrà dopo è incerto. Solitamente la Chiesa d’origine viene contattata e questa (la diocesi di Alba) procede a un eventuale sbattezzo», precisa ancora Giorgio. «Per regola sarò escluso dai sacramenti, un punto questo su cui molte figure di rilievo della Chiesa tedesca, fra cui lo stesso papa Ratzinger, hanno manifestato disapprovazione».

Davide Gallesio

 
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view post Posted on 1/7/2020, 21:44

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www.acistampa.com/story/germania-e...KnSum48dx9_QLyE

Germania, emorragia record di fedeli: nel 2019 oltre 272.000 cattolici hanno lasciato
Il presidente della CET Bätzing: nel Cammino sinodale la risposta. Papa Francesco ci appoggia

Di Daniele Piccini

BONN , 01 luglio, 2020 / 4:00 PM (ACI Stampa).-

La proiezione che tra quarant´anni vede dimezzato il numero di cristiani in Germania, da 44,8 a 22,7 milioni, diventa, anno dopo anno, drammatica statistica. Nel 2019 la Chiesa cattolica in Germania ha perso 400.000 fedeli, dei quali 272.771 hanno lasciato deliberatamente la Chiesa (smettendo di pagare le tasse- Kirchensteuer - obbligatorie per ogni cattolico in Germania).

L´annuale rapporto statistico sulla Chiesa in Germania, pubblicato venerdì scorso, assegna all´anno 2019 un record negativo senza precedenti, che batte addirittura l´annus horribilis del 2014 quando lo scandalo dei costi della ristrutturazione della residenza dell´allora vescovo di Limburgo, Franz-Peter Tebartz-van Elst, lievitati fino alla cifra capogiro di 31 milioni di euro, aveva a sua volta fatto inesorabilmente lievitare a 217.716 il numero di “abbandoni” (Austritte).

Né ci si può consolare con il proverbiale “pochi, ma buoni”. Poiché troppo forti sono i segnali che anche l´affezione di chi rimane nella Chiesa si stia drammaticamente raffreddando. Nel 2019 la percentuale di partecipazione alla Santa Messa scende al 9,1% contro il 9,3 del 2018. Le chiese semivuote per effetto delle restrizioni dovute alla diffusione del coronavirus rischiano insomma di restare semivuote, anche in futuro, dopo la scomparsa del covid-19.

In calo anche i numeri della partecipazione ai sacramenti. I matrimoni in Chiesa scendono a 38.537 (nel 2018 erano 42.789); i battesimi scivolano da 167.787 del 2018 agli attuali 159.043.Le prime comunioni si attestano sulle 166.481 (erano 171.336 nel 2018). Si rinuncia alla Chiesa ormai sempre di più anche per farsi seppellire: i funerali religiosi passano dai 243.705 del 2018 ai 233.937 del 2019. Anche volendo, sarebbe più difficile trovare un sacerdote libero, dal momento che anche il numero dei sacerdoti scende a 12.983 (nel 2018 erano 13.285). L´unica voce a segnare un segno "più" riguarda il numero dei diaconi permanenti, cresciuti di otto unità rispetto al 2018.

«Non si possono minimizzare i numeri delle statistiche 2019», ha commentato Georg Bätzing, presidente della Conferenza episcopale tedesca (CET). «Nuovamente, come negli scorsi anni, dobbiamo registrare un decremento nella fruizione dei sacramenti. Il processo di erosione della personale connessione alla Chiesa si mostra qui in modo particolarmente chiaro. Nonostante il nostro concreto intervento pastorale e la nostra azione sociale, non riusciamo più a motivare tantissime persone in direzione della vita di fede. Particolarmente pesante – ha ammesso monsignor Bätzing - trovo il numero molto alto di abbandoni della Chiesa».

Il presidente dei presuli tedeschi e vescovo di Limburgo vede nel Cammino sinodale, intrapreso di recente dalla Chiesa cattolica tedesca una possibile risposta alla drammaticità delle statistiche. «Per questo, lo scorso anno, ci siamo indirizzati verso il Cammino sinodale della Chiesa in Germania, per chiederci cosa Dio vuole da noi oggi, in questo mondo. Prenderemo sul serio la pubblicazione di questi numeri e li porteremo nella discussione del Cammino sinodale».

Per Bätzing le statistiche indicano la necessità anche di riforme della vita celibataria dei sacerdoti: «È doloroso notare come il numero dei sacerdoti regredisca. Anche questo deve essere una indicazione che in tanti ambiti della vita della Chiesa non possiamo continuare così. Abbiamo bisogno di nuove forme di comunitarietà tra sacerdoti e laici».

La risposta, conclude Bätzing, è nell´«offerta di Dio, di dare orientamento alla vita attraverso la fede». «Dopo una sostanziosa perdita di credibilità – ha concluso il presidente dei vescovi tedeschi - dobbiamo cercare di riguadagnarla, attraverso onestà e trasparenza».

La situazione della Chiesa in Germania, ma anche gli effetti del coronavirus sono stati al centro del colloquio che sabato scorso il vescovo Bätzing ha avuto con Papa Francesco, in occasione della sua «visita inaugurale», ossia, la prima udienza dal Papa da presidente della CET. «Mi sento incoraggiato dall´intenso scambio con il Santo Padre a continuare il cammino che abbiamo intrapreso», ha detto ai giornalisti Bätzing dopo l´udienza con il Pontefice in Vaticano. «Il Papa ha mostrato apprezzamento per questo progetto, che associa strettamente al concetto di "sinodalità" da lui coniato. Ho cercato di far capire che la Chiesa in Germania segue questa strada e – ha concluso Bätzing - sa sempre di essere legata alla Chiesa universale».
 
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view post Posted on 7/4/2021, 10:12
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Giorgio avrebbe dovuto dichiararsi kein religion fin dal primo momento. Dopo è tutto più difficile in Germania.
È come in Italia dichiarare di possedere una TV e pagare la tassa, e poi decidere di non volerla pagare più
 
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